6. FENOMENI DI TRASPORTO DI QUANTITA’ DI MOTO E DI ENERGIA 6.1 Equazioni di conservazione della quantità di moto e dell’energia Nel Capitolo 5 abbiamo visto che la forma più generale delle equazioni di conservazione o di bilancio può essere scritta nel seguente modo: Variazione nell’unità di tempo del contenuto di entità all’interno del volume di controllo V = Entità generata o consumata nell’unità di tempo all’interno del volume di controllo V Portata netta di entità entrante nel volume di controllo V attraverso la superficie S (6.1) dove per entità intendiamo una qualunque grandezza fisica f per la quale valga il principio di conservazione. Scritta in forma più concisa, la (6.1) diviene: Af R f Eˆ f (6.2) Nei capitoli precedenti abbiamo focalizzato l’attenzione sui fenomeni di trasporto di materia e quindi abbiamo identificato f con la quantità di materia. In questo capitolo prenderemo in considerazione i fenomeni di trasporto di altre due grandezze fisiche, la quantità di moto e l’energia, e conseguentemente scriveremo le equazioni di bilancio identificando f con esse. Con riferimento a quanto descritto nel paragrafo 5.1, in Tabella 6.1 sono riportate le grandezze fisiche menzionate sopra, unitamente alla simbologia adottata e alle unità di misura. Tabella 6.1. Grandezze fisiche, simbologia e unità di misura. GRANDEZZA FISICA (f) SIMBOLO GRANDEZZA FISICA PER UNITA’ DI UNITA’ DI QUANTITA’ DI MATERIA MISURA (g) GRANDEZZA FISICA PER UNITA’ DI VOLUME QUANTITA’ DI MATERIA DELL’i- mi kg i i ESIMO COMPONENTE Mi mol xi Ci mt kg 1 t mol QUANTITA’ DI MOTO Mt p mt v Kg m/s 1 v Ct t v ENERGIA TOTALE E J Ê t Eˆ QUANTITA’ DI MATERIA TOTALE 1 Tenendo presente quanto riportato nel paragrafo 5.1, il bilancio macroscopico per una generica grandezza f può essere scritto come segue: df f dV f n ds dt V S (6.3) la quale identificando f con la quantità di moto diventa: dp p dV p n ds dt V S (6.4) mentre il bilancio macroscopico di energia totale è dato dalle seguente equazione: dE E dV E n ds dt V S (6.5) nella quale la grandezza fisica f è stata assimilata all’energia totale del sistema E. Nel prossimo paragrafo verranno illustrati i diversi fenomeni di trasporto che contribuiscono al flusso totale di quantità di moto p e di energia totale E , i quali appaiono rispettivamente nelle equazioni (6.4) e (6.5), mentre successivamente vedremo quali sono i fenomeni fisici che concorrono a determinare i termini di generazione o scomparsa p e E . 6.2 Fenomeni di trasporto di quantità di moto e di energia Abbiamo visto nei capitoli precedenti che i fenomeni di trasporto di materia possono essere di due tipi: uno associato al moto d’insieme delle molecole o degli atomi che compongono il sistema in esame, detto trasporto di tipo convettivo, e un altro dipendente dal moto dei singoli atomi o molecole e dalle interazioni che avvengono tra loro, il quale prende il nome di diffusione o trasporto diffusivo, ma che in generale viene detto trasporto di tipo molecolare. Un discorso analogo può essere fatto in generale per il trasporto di una qualunque grandezza fisica, e in particolare, per il trasporto di quantità di moto o di energia. Per quanto riguarda il trasporto di tipo convettivo, il flusso ad esso associato è esprimibile mediante la seguente relazione: 2 flusso convettivo t grandezza fisica f per unità di quantità di materia (in unità massiche) v (6.6a) flusso grandezza fisica f convettivo Ct per unità di quantità di materia (in unità molari ) v (6.6b) In Tabella 6.2 sono riportate le espressioni e le unità di misura del flusso convettivo delle diverse grandezze fisiche incontrate. Tabella 6.2. Grandezze fisiche, flusso convettivo, simbologia e unità di misura. GRANDEZZA FISICA (f) GRANDEZZA FISICA PER UNITA’ DI QUANTITA’ DI MATERIA QUANTITA’ DI MATERIA DELL’i- (g) i FLUSSO UNITA’ DI CONVETTIVO MISURA iv QUANTITA’ DI MOTO 1 v Ci v t v Ct v t v v ENERGIA TOTALE Ê t Eˆ v ESIMO COMPONENTE QUANTITA’ DI MATERIA TOTALE xi 1 kg / m2 s mol / m2 s kg / m2 s mol / m2 s kg / m s2 J / m2 s Al fine ora di descrivere il trasporto molecolare di quantità di moto si consideri, con riferimento alla Figura 6.1, un fluido contenuto tra due superfici parallele molto estese di area A, separate da una distanza Y molto piccola. Supponiamo che il sistema sia inizialmente in quiete, ma che al tempo t=0 la piastra inferiore venga messa in movimento nella direzione x con una velocità costante V. Con il tempo, il fluido acquista una certa quantità di moto fino a che, in condizioni di regime stazionario, si stabilisce un profilo spaziale (lungo y) di velocità come quello mostrato in figura. Durante tutto il processo sopra descritto, per mantenere in moto la piastra inferiore è necessaria una forza per unità di superficie (sforzo) pari alla tensione tangenziale esercitata sulla superficie della piastra inferiore dal fluido che si trova a contatto con essa, per effetto della differenza di velocità che si ha tra i diversi strati del fluido in movimento. In particolare, per il caso riportato in Figura 6.1 possiamo scrivere: 3 yx dvx dy (6.7) la quale dice che la tensione tangenziale esercitata dal fluido sulla superficie della piastra lungo la direzione x per effetto del gradiente di velocità lungo la direzione y e proporzionale al gradiente stesso con il segno negativo, dove la costante di proporzionalità è la viscosità del fluido. La (6.7) può essere considerata anche da un altro punto di vista. In prossimità di una superficie in movimento, per y=0, il fluido acquista una certa quantità di moto nella direzione x; questo fluido a sua volta conferisce una parte della sua quantità di moto agli strati adiacenti, consentendo ad essi di mettersi in movimento nella direzione x, e trasmettendo in questo modo la quantità di moto nella direzione y. Pertanto yx può anche riguardarsi come il flusso della componente x della quantità di moto nella direzione y. Questa interpretazione del fenomeno è più conforme alla natura molecolare del processo di trasporto della quantità di moto (detto anche flusso viscoso) ed è analogo a quello già visto per la diffusione (trasporto di materia) e a quello che si vedrà per la conduzione (trasporto di energia termica o calore). Figura 6.1 Evoluzione del profilo di velocità per un fluido contenuto tra due piastre. Dalla (6.7) si può anche vedere come il flusso di quantità di moto avviene nella direzione contraria al gradiente di velocità (da qui il segno negativo), cioè, la quantità di moto ha la tendenza a trasferirsi nella direzione lungo la quale diminuisce la velocità. In altre parole, la quantità di moto viene trasportata da zone ad alta velocità verso zone a bassa velocità, così come la materia diffonde da zone ad alta concentrazione verso zone a bassa concentrazione. Pertanto, un gradiente di velocità 4 può essere riguardato come una forza motrice per il trasporto molecolare di quantità di moto, così come il gradiente di concentrazione lo era per il trasporto molecolare di materia. Nel caso di un sistema in cui le componenti della velocità vx, vy, vz, siano tutte diverse da zero e varino lungo le tre coordinate spaziali (x, y, z), la (6.7) assume la forma: (v v (T ) ) (6.8) in cui rappresenta il tensore degli sforzi, rappresentato dalla seguente matrice xx yx zx xy yy zy xz yz zz (6.9) e dove il gradiente della velocità è anch’esso una matrice: v x x v v y x v z x v x y v y y v z y v x z v y z v z z (6.10) così come lo è la sua trasposta (v (T ) ) . La (6.8) esprime la legge di Newton e i fluidi che seguono questa legge vengono detti fluidi newtoniani. Tutti i gas e la maggior parte dei liquidi semplici seguono questa legge, mentre le paste, le sospensioni, i polimeri, nonché fluidi complessi come il sangue obbediscono a leggi diverse e vengono denominati fluidi non newtoniani. Consideriamo ora il trasporto molecolare di energia termica o più comunemente di calore. In particolare, con riferimento alla Figura 6.2, si supponga di avere uno strato costituito da un solido o da un fluido in quiete compreso tra due piastre parallele a distanza Y l’una dall’altra. Si supponga che il sistema si trovi inizialmente tutto alla temperatura T0. Al tempo t=0 la piastra inferiore viene portata immediatamente ad una temperatura T1 > T0 e mantenuta a detta temperatura. Al procedere del tempo, il profilo di temperatura nello strato varia sino a raggiungere alla fine una distribuzione stazionaria lineare. Durante il processo di riscaldamento e il mantenimento dello stato stazionario 5 sopra descritto, il flusso di calore che attraversa lo strato tra le due piastre può essere valutato mediante la seguente relazione: qc y k dT dy (6.11) la quale stabilisce che il flusso di calore lungo la direzione y e proporzionale al gradiente di temperatura lungo y attraverso la conducibilità termica k. Quest’ultima dipende in generale dalla natura fisica e chimica dello strato, dalla temperatura e dalla pressione. In un sistema in cui la temperatura varia lungo le tre direzioni (x, y, z), la (6.11) assume la forma: qc kT (6.12) Figura 6.2 Sviluppo del profilo di temperatura per uno strato contenuto tra due piastre. La (6.11) e la (6.12) più in generale sono forme della cosiddetta legge di Fourier per la conduzione termica, la quale dice che il vettore flusso termico qc è proporzionale al gradiente di temperatura ed è diretto in senso opposto, ovvero il calore si trasmette da zone ad alta temperatura a zone a bassa temperatura. A questo punto è facile osservare che c’è una stretta analogia tra il trasporto molecolare di materia, quantità di moto e calore. In ognuno di questi casi, infatti, il flusso molecolare è proporzionale al gradiente negativo di una grandezza macroscopica e i coefficienti di 6 proporzionalità sono proprietà fisiche dipendenti dalla composizione del sistema, dalla temperatura e dalla pressione. In Tabella 6.3 è riportato un riepilogo dei diversi fenomeni di trasporto molecolare che possono avvenire in un sistema non isotermo in movimento e costituito da più componenti. Tabella 6.3. Flussi molecolari, simbologia e unità di misura. VARIABILE GRANDEZZA FISICA FLUSSO MACROSCOPICA IL CUI (f) MOLECOLARE GRADIENTE SPAZIALE DETERMINA IL FLUSSO QUANTITA’ DI MATERIA DELL’i-ESIMO COMPONENTE ji J i* COSTANTE DI PROPORZIONALITA’ E UNITA’ DI MISURA LEGGE COSTITUITIVA i Di [m2/s] Fick Di [m2/s] Fick [Pa s] Newton k [W / m2 s] Fourier QUANTITA’ DI MOTO xi v ENERGIA TOTALE qc T E’ interessante osservare che il trasporto molecolare di materia (diffusione) è assente in sistemi costituiti da un solo componente, il trasporto molecolare di quantità di moto (trasporto viscoso) è nullo nei sistemi in quiete, mentre la conduzione del calore (trasporto molecolare di energia termica) non avviene nei sistemi isotermi. Una importante differenza consiste però nel fatto che mentre la concentrazione e la temperatura sono grandezze scalari, la velocità è una grandezza vettoriale. Conseguentemente, il flusso di materia e quello di calore sono dei vettori con tre componenti, mentre il flusso di quantità di moto è un tensore con nove componenti (cfr. eq. (6.9)). Prima di concludere questo paragrafo può essere utile almeno accennare a due ulteriori fenomeni di trasporto del calore, l’irraggiamento e la diffusione. L'irraggiamento è una forma di trasmissione dell'energia che, al contrario della conduzione e della convezione, non prevede contatto diretto della materia, e non necessita di un mezzo per propagarsi. Nell'irraggiamento la trasmissione di energia avviene attraverso l'emissione e l'assorbimento di radiazione elettromagnetica. Un esempio di notevole importanza in cui si esplica questo fenomeno è il trasferimento di energia tra il Sole e la Terra. Questo meccanismo di trasporto è descritto quantitativamente dalla legge di Stefan-Boltzmann: qr T 4 (6.13) 7 dove è l’emissività che dipende dalla natura della superficie che irradia, è la costante di StefanBoltzmann e T è la temperatura della superficie irradiante. Questo tipo di trasporto di calore è importante quando la temperatura del sistema è molto elevata. Per descrivere il trasporto di calore per diffusione si consideri la Figura 6.3 in cui un fase liquida in quiete è messa a contatto con una parete di una sostanza A solubile in essa. Sia la temperatura della parete T2 mentre la temperatura della parete di fronte (insolubile nella fase liquida) sia T1 < T2. Per effetto della dissoluzione di A si instaurerà un flusso diffusivo dalla parete a temperatura T2 verso quella a temperatura T1, e le molecole di A diffonderanno pertanto verso zone in cui la temperatura è via via minore. Questo fatto fa sì che al moto diffusivo sia associato oltre al trasporto di materia, anche un trasporto di calore dovuto alla differenza di temperatura che esiste tra un punto e un altro all’interno del liquido. Il contributo al trasporto di calore dovuto alla diffusione in un sistema costituito da n componenti può essere quantificato mediante la relazione generale: n qd Hˆ i ji i 1 (6.14) dove Ĥ i rappresenta l’entalpia specifica (per unità di massa) del i-esimo componente, la quale esprime il contenuto di energia termica del componente. T2 Parete solubile T1 qd Fase liquida Parete insolubile ji Figura 6.3 Trasporto di calore per diffusione. E’ importante osservare che questo tipo di trasporto di calore esiste solo se si instaurano contemporaneamente gradienti di concentrazione e di temperatura. Infatti, con riferimento alla Figura 6.3, se la parete a temperatura maggiore non fosse solubile nella fase liquida, si avrebbe nel sistema solo un trasporto di calore per conduzione descritto dalla legge di Fourier. Analogamente, 8 se le due pareti che contengono il liquido avessero uguale temperatura, si avrebbe solo un trasporto di materia per diffusione descritto dalla legge di Fick. 6.3 Forze e bilancio macroscopico di quantità di moto L’equazione di bilancio (6.4) esprime la variazione nel tempo del contenuto di quantità di moto all’ interno del volume di controllo V per effetto dei fenomeni di trasporto che determinano il flusso netto entrante attraverso la superficie S che contorna V e dei fenomeni di generazione o scomparsa. Nei capitoli precedenti si è visto come nel caso dei bilanci di materia, i fenomeni di generazione o scomparsa possono essere identificati con le reazioni chimiche che avvengono all’interno del sistema su cui si sta facendo il bilancio. Nel caso invece della quantità di moto, il termine di generazione o scomparsa p è dato dalla risultante delle forze agenti sul sistema. In particolare, le forze possono essere suddivise in due categorie: le forze di superficie agenti sulla superficie S che contorna il volume di controllo V e le forze agenti su quest’ultimo e quindi forze di volume. Tenendo conto delle considerazioni fatte, il bilancio macroscopico di quantità di moto può essere espresso nella forma: Variazione nell’unità di tempo del contenuto di quantità di moto all’interno del volume di controllo V = Portata netta di quantità di moto entrante nel volume di controllo V attraverso la superficie S + Risultante delle forze di volume agenti sul volume di controllo V + Risultante delle forze di superficie agenti sulla superficie S del volume di controllo V (6.15) Pertanto, esprimendo il flusso totale di quantità di moto come la somma del flusso convettivo e del flusso viscoso, possiamo scrivere il bilancio macroscopico di quantità di moto come: dp ( t vv ) nds FS FV dt S (6.16) Identificando le forse di superficie con le forze di pressione e le forze di volume con la forza di gravità, possiamo scrivere che: FS P n ds (6.17) S e 9 FV t g dV (6.18) V dove g rappresenta il vettore accelerazione di gravità. Inoltre, la quantità di moto può anche essere espressa come: p t v dV (6.19) V Sostituendo la (6.17)-(6.19) nella (6.16), il bilancio macroscopico di quantità di moto assume la forma: d t v dV ( t vv ) nds p n ds t g dV dt V S S V (6.20) il quale una volta risolto fornisce la variazione nel tempo della quantità di moto contenuta all’interno del sistema, e la velocità media del fluido presente al suo interno. 6.4 Trasformazioni e bilancio macroscopico di energia totale Nel paragrafo precedente abbiamo visto quali sono i diversi fenomeni di trasporto di energia che si possono incontrare più frequentemente nello studio dei sistemi biologici o biomedici e che quindi contribuiscono al flusso netto di energia totale entrante in un determinato sistema. Un discorso particolare merita invece il termine di generazione o scomparsa E che appare nell’equazione di bilancio (6.5). Infatti, in assenza di reazioni nucleari, le quali trasformano la materia in energia, il principio di conservazione dell’energia totale dice che l’energia totale non può essere né generata ne consumata, e pertanto risulta improprio il significato attribuito sino ad ora a E. In realtà esso rappresenta l’energia scambiata dal sistema con l’ambiente circostante attraverso trasformazioni dell’energia nella sue diverse forme, ovvero il lavoro compiuto per unità di tempo dal sistema sull’ambiente circostante o il lavoro compiuto per unità di tempo da quest’ultimo sul sistema. Pertanto, il bilancio macroscopico di energia totale può essere riscritto più propriamente nella forma: Variazione nell’unità di tempo del contenuto di energia totale all’interno del volume di controllo V = Portata netta di energia totale entrante nel volume di controllo V attraverso la superficie S 10 Lavoro compiuto dal sistema sull’ambiente circostante o da quest’ultimo sul sistema nell’unità di tempo (6.21) Tenendo conto di quanto esposto nel paragrafo 6.2 possiamo esprimere come segue il bilancio macroscopico di energia totale: E t Eˆ v qc qr qd n ds L ( S )P L ( s )v L (V ) L ( e) t S (6.22) Il termine di accumulo che appare nell’equazione di bilancio (6.22) rappresenta la variazione nell’unità di tempo dell’energia totale contenuta all’interno del volume di controllo V. Il primo termine del secondo membro rappresenta la portata netta di energia totale entrante all’interno del volume di controllo attraverso la superficie S che lo contorna. In particolare, il flusso totale è dato dalla somma dei contributi dovuti ai diversi fenomeni di trasporto di energia che in generale possono essere presenti: convezione ( t Eˆ v ), conduzione ( qc ), irraggiamento ( qr ) e diffusione ( q d ). Gli ultimi quattro termini rappresentano invece l’energia totale acquistata o persa dal sistema per unità di tempo (lavoro) per effetto delle trasformazioni di energia dovute alle interazioni tra il sistema e l’ambiente circostante. In particolare: L ( S ) P è il lavoro compiuto nell’unità di tempo dalle forze di pressione agenti sulla superficie S del volume di controllo V, positivo se compiuto dall’ambiente esterno sul sistema, negativo se erogato dal sistema sull’ambiente circostante. L ( S )v è il lavoro compiuto nell’unità di tempo dalle forze viscose agenti sulla superficie S del volume di controllo V, positivo se compiuto dall’ambiente esterno sul sistema, negativo se prodotto dal sistema e fornito all’ambiente circostante. L (V ) è il lavoro compiuto nell’unità di tempo dalle forze di volume (gravità) agenti sul volume di controllo V, positivo se compiuto dall’ambiente esterno sul sistema, negativo se fornito dal sistema all’ambiente circostante. L (e ) è il lavoro compiuto nell’unità di tempo dal sistema su macchinari o loro parti inserite nel sistema ed erogato all’esterno (contributo negativo) o compiuto da macchinari o loro parti inserite nel sistema e fornito a quest’ultimo (contributo positivo). La (6.22) una volta risolta fornisce la variazione nel tempo del contenuto di energia totale del sistema dovuta ai diversi fenomeni di trasporto e di trasformazione che avvengono al suo 11 interno o sulla sua superficie. Tuttavia, la (6.22) risulta generalmente di scarso interesse applicativo in quanto sono rari i casi in cui si è interessati all’energia totale piuttosto che a sue forme particolari. Infatti, trascurando forme di energia quali quella nucleare o elettromagnetica possiamo esprimere l’energia totale come: E U K (6.23) ovvero come la somma dell’energia interna U, la quale rappresenta l'energia immagazzinata dalle molecole e/o atomi costituenti il sistema, dell’energia cinetica K, determinata dalla velocità con cui si muove il sistema nel suo complesso e dell’energia potenziale , la quale è una funzione della posizione del sistema all’interno del campo gravitazionale. Tipicamente, la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale viene detta energia meccanica mentre l’energia interna viene anche identificata come energia termica. Di seguito focalizzeremo l’attenzione sull’energia termica mentre le tematiche inerenti l’energia meccanica verranno approfondite in altri corsi. Identificando l’energia termica mediante la variabile U è possibile scrivere il seguente bilancio di energia termica: U tUˆ v qc qr qd n ds L((US ))P L ( s )v t S (6.24) Il membro a sinistra della (6.24) esprime la variazione nell’unità di tempo del contenuto di energia termica del sistema, mentre il primo termine del secondo membro rappresenta la portata netta di energia termica entrante nel sistema. In particolare, si noti come il termine convettivo tiene conto in questo caso unicamente dell’energia termica U, contrariamente alla (6.22) in cui il termine corrispondente rappresentava la portata netta di energia totale E entrante per convezione. I flussi di energia conduttivo, radiante e diffusivo sono presenti inalterati nella (6.24) in quanto espressione di fenomeni di trasporto che coinvolgono solo l’energia termica. Per quanto riguarda i termini di trasformazione dell’energia, confrontando la (6.22) con la (6.24), si nota come in quest’ultima non sono presenti i termini L (V ) e L (e ) in quanto essi determinano una variazione del contenuto di energia meccanica di un sistema senza però alterare il contenuto di energia termica. Il lavoro compiuto dalla forze viscose, L ( s )v , rappresenta sempre una trasformazione di energia meccanica in energia termica e pertanto appare ancora nella (6.24). Le 12 forze di pressione, invece, possono in generale dar luogo a variazioni sia del contenuto di energia termica sia a variazioni del contenuto di energia meccanica, ed è pertanto esprimibile come somma di due contributi: L ( S )P L((US ))P L((KS)P ) (6.25) Di conseguenza, nell’equazione di bilancio (6.24) appare solo la parte del lavoro compiuto dalle forze di pressione che determina una variazione del contenuto di energia termica del sistema. La (6.24) risulta ancora di difficile applicazione pratica in quanto non dipendente esplicitamente dalla variabile che più comunemente viene utilizzata per esprimere il contenuto di energia termica di un sistema, ovvero la temperatura. Per arrivare ad un bilancio di energia termica espresso in funzione della temperatura è necessario prima introdurre una nuova funzione termodinamica, l’entalpia H, e la corrispondente entalpia specifica (entalpia per unità di massa) Ĥ . L’entalpia è legata all’energia interna dalla seguente relazione termodinamica: U H PV (6.26) mentre il legame tra le corrispondenti grandezze specifiche è dato da: P Uˆ Hˆ (6.27) t Sostituendo la (6.26) e (6.27) nella (6.24) otteniamo la seguente espressione del bilancio di energia termica: H (H ) ˆ t H v qc qr qd n ds L( S )P L ( s )v t S (6.28) detto anche bilancio entalpico. Si noti come in questo bilancio anche il termine che tiene conto del lavoro compiuto dalla forze di pressione è espresso in funzione della grandezza termodinamica H. Riguardo quest’ultima grandezza fisica, la termodinamica ci dice che è in generale una funzione della temperatura, della pressione e della composizione del sistema. Pertanto con passaggi matematici che in questa sede omettiamo, è possibile ottenere il seguente bilancio di energia termica: 13 mt C p m T t C pT v qc qr qd n ds L((TS ,)PP ) L( s )v V H R j rj' t S j 1 (6.29) la quale esprime la variazione nel tempo della temperatura del sistema. Nella (6.29) è stata introdotta la proprietà termofisica Cp, detta calore specifico a pressione costante. Si noti come il flusso convettivo sia espresso anch’esso in funzione della temperatura e come il lavoro compiuto dalle forze di pressione dipenda dalla temperatura e dalla pressione stessa del sistema. Inoltre, nella (6.29) compare ora un nuovo termine di generazione o scomparsa di energia termica, il quale esprime il calore generato o sottratto delle m reazioni che avvengono all’interno del volume di controllo V, e in cui H R j rappresenta la variazione di entalpia associata alla j-esima reazione chimica che avviene nel sistema, positivo se la reazione è endotermica (assorbe calore), negativo se è esotermica (libera calore). 6.5 Bilanci microscopici di quantità di moto e energia termica Si consideri un sistema non isotermo costituito da una fase fluida in movimento e in cui sono presenti n specie chimiche e in cui avvengono m reazioni chimiche. Per avere una completa descrizione del sistema che stiamo studiando è necessario conoscere come varia nel tempo e nello spazio la composizione, la velocità e la temperatura. A tale scopo i bilanci macroscopici ricavati nel paragrafo precedente non rappresentano lo strumento matematico più adatto, e pertanto è necessario utilizzare i bilanci microscopici o locali. Di seguito descriveremo i bilanci microscopici di quantità di moto e di energia termica, tralasciando i passaggi matematici necessari per ricavarli partendo dai bilanci globali, per altro simili a quelli descritti nel Capitolo 5. Al fine di semplificare la trattazione, supponiamo che la fase fluida che vogliamo descrivere sia diluita e incomprimibile, da cui la ragionevole assunzione che la concentrazione massica totale e la concentrazione molare totale non varino nel tempo e nello spazio. Sotto queste assunzioni semplificative, i profili spaziali e temporali della concentrazione dei singoli componenti possono essere determinati per mezzo del seguente bilancio di materia: m Ci v Ci Di 2Ci vi , j rj 0 t j 1 (6.30) o in alternativa 14 m i v i Di 2 i vi , j rj' 0 t j 1 (6.31) dove, in entrambi i bilanci (6.30) e (6.31) si è ipotizzato che la diffusività della generica specie chimica i sia indipendente dalla composizione e dalla temperatura. La velocità del fluido v che appare nelle (6.30) e (6.31) è anch’essa una funzione del tempo e dello spazio, ed è pertanto necessario risolvere unitamente ai bilanci di materia per gli n componenti presenti nel sistema, anche il bilancio microscopico di quantità di moto. Aggiungendo alle ipotesi semplificative adottate sopra, che la viscosità del fluido che supporremo newtoniano non vari al variare della composizione e della temperatura, il bilancio di quantità di moto microscopico assume la forma: t v t v v 2 v P t g 0 t (6.32) dove il penultimo e ultimo termine rappresentano rispettivamente la risultante delle forze di pressione e della forza di gravità che agiscono sul fluido e ne determinano una variazione del contenuto di quantità di moto. Il bilancio di quantità di moto scritto nella forma della (6.32) è detta equazione di Navier-Stokes, la quale rappresenta una delle equazioni fondamentali per la risoluzione della fluidodinamica di un sistema. Dividendo la (6.32) per la concentrazione massica totale si ottiene: P v v v 2v g 0 t t (6.33) dove è stata introdotta la proprietà nota come viscosità cinematica , definita come il rapporto tra la viscosità e la densità. Avendo supposto il sistema in studio non isotermo, la sua temperatura varierà nel tempo e nello spazio. È pertanto necessario unire ai bilanci di materia e al bilancio di quantità di moto anche il bilancio di energia termica, il quale una volta risolto consente di ottenere i profili temporali e spaziali della temperatura del sistema. Considerando indipendenti dalla temperatura e dalla composizione le sue proprietà termofisiche (calore specifico a pressione costante Cp e conducibilità termica k) il bilancio microscopico di energia termica può essere scritto nel seguente modo: 15 t C p m T t C p v T k 2T H R j rj 0 t j 1 (6.34) Si noti che nel bilancio di energia appena scritto sono stati trascurati i contributi dovuti al flusso di calore per irraggiamento qr , alla diffusione q d e ai termini di trasformazione dell’energia derivanti dalla forze di superficie, L((Ts ),PP ) e , L ( s )v . Dividendo ora entrambi i membri della (6.34) per il prodotto t C p , otteniamo il bilancio di energia nella forma: m H T Rj v T 2T rj 0 t j 1 t C p (6.35) in cui è stata introdotta la diffusività termica data dalla relazione: k t C p (6.36) Le n + 2 equazioni di bilancio (una per ogni componete del sistema più una per la quantità di moto più una per l’energia termica) costituiscono quello che in termini matematici è detto sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali, il quale risolto fornisce la variazione nel tempo e nello spazio della composizione, della velocità e della temperatura all’interno del sistema descritto dalla equazioni di bilancio. In Tabella 6.4 sono raggruppati i vari termini delle equazioni di bilancio in modo da rendere più facile la comprensione del loro significato e le analogie. Si può notare come il termine di variazione della grandezza fisica di cui si fa il bilancio è espresso mediante la derivata parziale rispetto al tempo della variabile che descrive il sistema (i, Ci, v , T). Il secondo termine del bilancio che deriva dal flusso convettivo della grandezza fisica è invece dato dal prodotto scalare tra il vettore velocità e il gradiente spaziale della variabile descrittiva. Infine, i flussi di tipo molecolare vengono descritti nel bilancio attraverso il prodotto di una “diffusività” per il laplaciano della variabile descrittiva. E’ importante notare che il contributo di tipo molecolare che appare nel bilancio di materia è stato ottenuto descrivendo il flusso diffusivo mediante la legge di Fick, mentre le espressioni dei contributi dovuti al trasporto molecolare di quantità di moto e energia termica che appaiono nei rispettivi bilanci sono stati ricavati utilizzando rispettivamente la legge di Newton e la 16 legge di Fourier. Si noti come la diffusività Di, la viscosità cinematica e la diffusività termica hanno le stesse unità di misura. Tabella 6.4. Rappresentazione schematica dei vari contributi ai bilanci microscopici GRANDEZZA FISICA Quantità di materia della generica specie chimica i mi o Mi Quantità di moto mt v VARIABILE DESCRITTIVA DEL SISTEMA Variazione nell’unità di tempo del contenuto della grandezza fisica per unità di volume Variazione nell’unità di tempo del contenuto della grandezza fisica per unità di volume per effetto del flusso convettivo i i t v i Ci C i t v Ci v v t v v Variazione nell’unità di tempo del contenuto della grandezza fisica per unità di volume per effetto del flusso molecolare Variazione nell’unità di tempo del contenuto della grandezza fisica per unità di volume per effetto dei fenomeni di generazione, scomparsa, trasformazione o per effetto delle forze applicate Di 2 i Massa della generica specie chimica i generata o consumata da reazioni chimiche vi , j rj' Di Ci Moli della generica specie chimica i generata o consumata da reazioni chimiche vi , j rj Forze di pressione P t 2 2 v Forza di gravità Energia termica T mt C pT 6.6 T t v T T 2 Energia termica (calore) sviluppata o sottratta da reazioni chimiche m j 1 m j 1 g m H Rj rj j 1 t C p Trasferimento di quantità di moto e di energia tra le fasi Si consideri una fase messa a contatto con una fase , entrambe costituite da n componenti e separate per mezzo di una superficie di separazione o interfaccia I. Con riferimento alla Figura 6.4, è in generale possibile che attraverso I avvenga un trasferimento di materia, così come di quantità di moto o energia. Abbiamo visto nel Capitolo 4 come il trasferimento di materia tra le diverse fasi avvenga sotto opportune condizioni semplificative (basse velocità di trasferimento di materia) solo per diffusione. Pertanto, la quantità di materia della generica specie chimica i che attraversa l’interfaccia di separazione tra le fasi per unità di superficie e per unità di tempo può 17 essere rappresentata dal flusso diffusivo ji , se utilizziamo le unità massiche, o J i* , se le unità molari sono adoperate come misura della quantità di materia. In analogia a quanto fatto per il trasporto di materia possiamo ora estendere il discorso al trasporto di quantità di moto e al trasporto di energia. In particolare, supporremo che in entrambi i casi i fenomeni di trasporto che contribuiscono al trasferimento di quantità di moto e di energia attraverso l’interfaccia I, siano unicamente quelli di tipo molecolare. Pertanto, il trasferimento di quantità di moto attraverso I sarà dato dal flusso molecolare di quantità di moto . Per quanto riguarda il trasferimento di energia, limitiamo la nostra analisi alla sola energia termica, per cui il flusso di energia termica q che attraversa l’interfaccia di separazione I sarà dato dalla somma del flusso conduttivo qc , del flusso radiante qr e del flusso dovuto alla diffusione di materia q d . Fase Fase * ji , J i q I Figura 6.4 Trasporto di materia, quantità di moto e energia termica tra le fasi. Durante il corso abbiamo visto come durante il trasferimento di materia tra fasi diverse, in corrispondenza della superficie di separazione tra esse, si instaura la condizione di uguaglianza della componente dei flussi lungo la normale a I: J i*( ) n J i*( ) n I (6.37) I o analogamente ( ) ( ) ji n ji n I (6.38) I Le condizioni (6.37) e (6.38) esprimono il fatto che all’interfaccia di separazione tra fasi diverse non ci può essere un accumulo di materia, in quanto il volume di I è nullo. 18 Il concetto sopra esposto può essere estrapolato al trasferimento di quantità di moto e di energia termica. Infatti, sulla superficie di separazione tra le fasi valgono le seguenti condizioni: ( ) I n ( ) I n (6.39) q ( ) n q ( ) n (6.40) e I I le quali esprimono la condizione per cui all’interfaccia di separazione tra fasi diverse non ci sarà nessun accumulo di quantità di moto e di energia termica. Le relazioni (6.37)-(6.40) stabiliscono pertanto le condizioni che devono sussistere affinché all’interfaccia di separazione non si abbia accumulo di materia, quantità di moto o energia termica. Inoltre, nel Capitolo 4 abbiamo visto che all’interfaccia I si creano quelle che abbiamo chiamato condizioni di equilibrio di fase, descritte da una relazione generale del tipo: Ci( ) K i Ci( ) I (6.41) I la quale stabilisce il legame tra la concentrazione molare della specie chimica i nella fase in corrispondenza della superficie I, con la concentrazione della stessa specie chimica nella fase sempre in corrispondenza della superficie di separazione. Espressioni analoghe per l’equilibrio di fase tra le concentrazioni massiche, le frazioni massiche o quelle molari possono essere scritte in analogia alla (6.41). Si ricordino a questo proposito le relazioni di equilibrio di fase riportate nel Capitolo 4. Cosi come per il trasferimento di materia, condizioni di equilibrio all’interfaccia di separazione si instaurano anche per quanto riguarda il trasferimento di quantità di moto e di energia termica. In particolare, si ha che: v ( ) v ( ) I (6.42) I e 19 T ( ) T ( ) I (6.43) I La condizione (6.41) stabilisce che la velocità in corrispondenza della superficie di separazione I deve essere uguale nelle due fasi a contatto. Per chiarire meglio questo concetto si consideri la Figura 6.5, dove è rappresentato il profilo di velocità di un fluido che scorre all’interno di un tubo cilindrico. Figura 6.5 Flusso di quantità di moto e distribuzione delle velocità nel moto di un fluido all’interno di un tubo cilindrico. La condizione (6.42) fa si che in corrispondenza della superficie di separazione tra la parete solida del tubo e il fluido, la velocità di quest’ultimo sia nulla in quanto è nulla la velocità con cui si muove la parete solida. Un altro esempio è mostrato in Figura 6.6 dove sono rappresentati due fluidi incomprimibili e immiscibili che si muovono tra due piastre piane. Figura 6.6 Moto di due fluidi immiscibile tra due piastre piane. 20 In questa particolare situazione, la condizione (6.42) determina l’uguaglianza delle velocità dei due fluidi in corrispondenza della superficie di separazione. Per quanto riguarda invece il trasferimento di energia termica, la condizione (6.43) stabilisce che la temperatura delle due fasi in corrispondenza della superficie di separazione siano uguali, ovvero che su I ci sia la condizione di equilibrio termico. Prima di concludere la trattazione di questo argomento può essere utile evidenziare come almeno dal punto di vista formale esiste una analogia nella descrizione del trasferimento di materia e di energia termica tra le fasi. Nel Capitolo 4 abbiamo visto come il trasferimento di materia può essere espresso mediante una relazione del tipo: J i kc Ci* Ci (6.44) o similare, la quale ci dice che il trasferimento di materia per effetto di un fenomeno di trasporto materia di tipo molecolare (diffusione) è data dal prodotto di un coefficiente di trasferimento (in questo caso di materia) per la differenza tra la concentrazione di equilibrio all’interfaccia e la concentrazione media all’interno della fase in cui sta avvenendo il trasporto di materia. In maniera formalmente analoga alla (6.44) è possibile esprimere il trasferimento di energia termica (calore) per conduzione (fenomeno di trasporto di energia termica di tipo molecolare) come segue: qc h T I T (6.45) la quale esprime il flusso conduttivo come il prodotto del coefficiente di trasferimento di calore per la differenza tra la temperatura all’interfaccia e la temperatura media all’interno della fase in cui sta avvenendo il trasferimento di calore. Inoltre, si è visto come il coefficiente di trasferimento di materia kc è determinato mediante il numero di Sherwood Sh: Sh k c L* Di (6.46) il quale a sua volta è dato da una relazione del tipo: Sh f (Re, Sc) (6.47) 21 In maniera analoga, è possibile determinate anche il coefficiente di trasferimento di calore h mediante un numero adimensionale detto numero di Nusselt Nu, così espresso: Nu hL* k (6.48) dove anche in questo caso L* rappresenta la lunghezza caratteristica del sistema. Il numero di Nusselt a sua volta può essere ricavato mediante relazioni del tipo: Nu f (Re, Pr) (6.49) dove Pr indica un numero adimensionale detto numero di Prandtl, la cui espressione è la seguente: Pr C p (6.50) 22