Università degli Studi dell'Insubria Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale QUINTA GIORNATA SCIENTIFICA Programma finale e Libro degli Abstracts Varese – 1 ottobre 2010 Segreteria del Corso: Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 Varese VA - Tel. 0332 217401397401, Fax 0332 217409-397409, E-mail [email protected] www.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=8952 www.uninsubria.it/en/academic/pg_clinical.htm In copertina: Immagine al microscopio a fluorescenza di ICAM-1 in HUVEC (Human Umbilical Vein Endothelial Cells) incubate con LPS, TNF-α e adrenalina . Le cellule sono state messe in coltura in condizioni basali (riga A) e dopo incubazione overnight con LPS 1 µg/ml (riga B), 24 h con TNF-α 10 ng/ml (riga C) e 1 h con adrenalina 1 µM (riga D). Successivamente le cellule sono state incubate con anticorpo primario anti-ICAM-1 (CD54) (R&D Systems) e quindi con un anticorpo secondario coniugato in FITC (SouthernBiotech) per la visualizzazione di ICAM-1 (in verde). Su ogni riga immagine in: contrasto di fase (a sinistra), fluorescenza ICAM-1 in verde (al centro) e sovrapposizione delle due immagini (a destra). Visualizzazione con ingrandimento 20X. Da: Schembri L., pag. 45. 2 Indice Lineamenti del Corso …………………………………………………………………………… 5 Collegio dei Docenti ……………………………………..……………………………………… 7 Segreteria del Corso ……………………….…………………………………………………… 7 Attività didattica e seminariale ………………………………………………………… 9 Atenei consorziati …………………………….………………………………………………… 13 Enti convenzionati ………………………….…………………………………………………… 15 Studenti nell’anno accademico 2009/2010 ……….………………………… 17 Dottori ……………………………………………………………………….………………………… 19 Quinta Giornata Scientifica Programma ………………………………………………………………..........………….…… 23 Abstracts ………………………………………………………………….……………………….… 25 3 4 Lineamenti del Corso Course description Il Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale prende avvio nell’anno accademico 2004/2005 per trasformazione del Corso di Dottorato in Farmacologia e Farmacoepidemiologia. The PhD Program in Clinical and Experimental Pharmacology has been active since the academic year 2004/2005, when it stem from the PhD Course in Pharmacology and Pharmacoepidemiology. Il Corso si propone di avviare giovani laureati nelle discipline biomediche alle metodologie della ricerca orientata alla scoperta e alla caratterizzazione del meccanismo d’azione dei farmaci, impiegando al contempo i farmaci come strumenti per lo studio del funzionamento di cellule, tessuti, organi, apparati e sistemi in condizioni normali e in corso di processi patologici. L’allestimento e lo studio di modelli speirmentali di malattia è funzionale all’identificazione di nuovi potenziali bersagli farmacologici utilizzabili in terapia. La valutazione dei farmaci nel contesto clinico (sperimentazione clinica di nuovi farmaci, farmacopidemiologia, farmacovigilanza) di impiego rappresenta un’ulteriore importante area di ricerca. I principali campi di interesse sono rappresentati da: neurofarmacologia, neuropsicofarmacologia, immunofarmacologia, farmacologia cardiovascolare, chemioterapia, di base e cliniche. The Course aims at integrating graduate students in biomedical disciplines into the processes of discovering and characterizing the mechanism actions of drugs, using drugs as tools to study body systems functioning in health and disease, and studying disease models to find new drug targets to be exploited in clinical therapeutics. Evaluation of drugs in the clinical setting (including clinical trials of new drugs, pharmacoepidemiology, and pharmacovigilance) is also a major area of research. Main fields of interest are: neuropharmacology, neuropsychopharmacology, immunopharmacology, cardiovascular pharmacology, chemotherapy, both basic and clinical. Il Corso dura un minimo di tre anni e conferisce il titolo di Dottore di ricerca in Farmacologia. The course lasts a minimum of three years, finally leading to the Ph.D. degree in Pharmacology. 5 Durante il primo anno, lo studente sceglie il proprio docente guida (tutore), di norma nell’ambito del Collegio dei Docenti del Corso, che gli fornirà supporto e orientamento nella definizione e nello sviluppo del proprio programma di ricerca. Lo studente inizia quindi un’attività di ricerca a tempo pieno, collaborando con il docente guida all’interno del gruppo di ricerca, fino a completare, con crescente autonomia, un progetto di ricerca originale. During the first year, students choose a faculty mentor who will guide their research project. Students then begin full-time research activities, working directly with the mentor and his/her research team to complete an original research project. Ogni studente viene formato per divenire un ricercatore con piena capacità di autonomia e indipendenza. Il programma di ricerca si completa con la stesura di una tesi che viene quindi discussa di fornte a una Commissione d’esame. La pubblicazione dei risultati su riviste scientifiche qualificate è parte essenziale del programma di formazione individuale. Students are trained to become independent researchers and will gain expertise in the specialty area in which they are working. The research project culminates with the writing of the Ph.D. dissertation and an oral defense of the project. Publication of the research in international peer-reviewed scientific journals is expected from all students. Durante il corso, lo svolgimento di un periodo di ricerca della durata di 6-12 mesi presso enti di ricerca esteri è requisito preferenziale per il conseguimento del titolo. During the course, a 6-12 month resident training period at foreign academic and/or non-academic institutions is a preferential requisite to obtain the Ph.D. degree. Per la frequenza al Corso l’Università mette a disposizione alcune borse di studio, che vengono assegnate in base alla graduatoria finale del concorso di ammissione. Ulteriori borse di studio possono essere rese disponibili da istituzioni pubbliche e private sulla base di specifici accordi con l’Università. The University grants a stipend to some candidates, which is assigned on a competitive basis according to the academic merit. Further support to students may also come from public or private institutions on the basis of ad hoc agreements with the University. 6 Collegio dei Docenti Franca MARINO (Coordinatore) Walter AGENO Luigi BARTALENA Fabio BLANDINI Giorgio Giovanni BONO Ario CONTI Marco COSENTINO Anna Maria GRANDI Paolo Antonio GROSSI Luigina GUASTI Sergio LECCHINI Georges J.M. MAESTRONI Emilia Silvana MARTIGNONI Elena Caterina MONTI Gianpaolo PERLETTI Cristiano TERMINE Achille VENCO Simone VENDER Segreteria del Corso Signora Paola Gervasini Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 Varese VA Tel. 0332 217401-397401 Fax 0332 217409-397409 E-mail [email protected] URL: www.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=8952 www.uninsubria.it/en/academic/pg_clinical.htm 7 8 Attività didattica e seminariale Anno accademico 2009/2010 30 novembre 2009 Neuroprotection by natural products: nicotinic and redox mechanims Federico Dajas Instituto de Investigaciones Biológicas “Clemente Estable”, Montevideo, Uruguay 28 aprile 2010 Workshop on pain research: integrating basic science and clinical issues BASI FISIOPATOLOGICHE DEL DOLORE ACUTO E CRONICO Riccardo Fesce, Università degli Studi dell’Insubria INTERAZIONI NEUROIMMUNOLOGICHE NEL DOLORE Paola Sacerdote, Università degli Studi di Milano IL DOLORE NEUROPATICO: MECCANISMI E NUOVE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE Barbara Costa, Università degli Studi di Milano Bicocca FOREBRAIN FUNCTIONAL CHANGES IN NEUROPATHIC PAIN MICE Sabatino Maione, Università degli Studi “Federico II”, Napoli IL DOLORE POST OPERATORIO Alberto Panerai, Università degli Studi di Milano L'EMICRANIA COME SINDROME ALGICA: DAL QUADRO CLINICO ALLA TERAPIA Marta Allena, Fondazione "Istituto Neurologico C. Mondino" - I.R.C.C.S., Pavia LA TERAPIA CON OPPIOIDI PER IL DOLORE CRONICO DA CANCRO: LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO Ernesto Zecca, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano 10 settembre 2010 Produzione sinoviale di catecolamine nell'artrite reumatoide: un nuovo target terapeutico? Silvia Capellino University Hospital Regensburg, Department of Internal Medicine I, Lab. of Neuroendocrine Immunology, Regensburg, Germany 9 Anno accademico 2008/2009 15-16-17 ottobre 2008 Advanced Course: Neuropharmacology of Medicinal Plants Federico Dajas Instituto de Investigaciones Biológicas “Clemente Estable”, Montevideo, Uruguay 20 marzo 2009 Rilascio di trasmettitori chimici (gliotrasmettitori) da astrociti in fisiologia e in patologia Paola Bezzi Department of Cell Biology and Morphology, Faculty of Biology and Medicine, University of Lausanne, Switzerland 2 aprile 2009 Heat Shock Protein 90: un nuovo possibile autoantigene nell'aterosclerosi carotidea Rita Businaro Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie e Morfologiche, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” 15 maggio 2009 Neuroscienze e nuove opportunità di finanziamento: una mano dall'Europa? Fabio BLANDINI CRIMP - Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Malattia di Parkinson IRCCS Istituto Neurologico "C. Mondino", Pavia 18 settembre 2009 Anti-inflammatory cytokines and regulatory pathways in atherosclerosis Hafid Ait-Oufella Paris Cardiovascular Research Center, INSERM and Assistance PubliqueHôpitaux de Paris, Hôpital Européen Georges Pompidou, Paris, France 10 Anno accademico 2007/2008 14 novembre 2007 Patogenesi e fisiopatologia della malattia di Parkinson: dai modelli sperimentali al paziente Fabio Blandini CRIMP - Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Malattia di Parkinson, IRCCS Istituto Neurologico "C. Mondino", Pavia 30 novembre 2007 The Neuro-Immune Network as a Target for Pharmacological Intervention: Basic Science and Clinical Perspectives Adrenergic modulation of Th1/pro-inflammatory and Th2/anti-inflammatory cytokine production Ilia Elenkov Institute of Neurobiology and Molecular Medicine, National Research Council, Rome (Italy) Adrenergic regulation of dendritic cell cancer vaccine. Role of dendritic cell maturation Georges J.M. Maestroni Lab for Experimental Pathology, Locarno (Switzerland) Dopaminergic modulation of lymphocyte function: relevance for nervous and immune disease Marco Cosentino Dept. of Clinical Medicine, Section of Exp. and Clin. Pharmacology, University of Insubria, Varese (Italy) 7 marzo 2008 Immune-surveyance of protein misfolding Lars Stoltze Department for Neurodegenerative Disorders, Hertie-Institute for Clinical Brain Research, Tuebingen, Germany 14 marzo 2008 The role of sympathetic nervous system in rheumatoid arthritis Rainer H. Straub Lab. of Exp. Rheumatology and Neuroendocrino-Immunology, Dept. of Internal Medicine I, University Hospital Regensburg (Germany) 11 18 aprile 2008 Investigation on the virucidal effect of essential oils used traditionally in phytomedicine Jürgen Reichling University of Heidelberg, Institute of Pharmacy and Molecular Biotechnology, Department of Biology, Heidelberg, Germany 13 giugno 2008 Plant phenolics in animal organism Wilfried Andlauer HES-SO Valais - Haute école spécialisée de Suisse occidentale, Sion, Switzerland 12 Atenei consorziati Università di Scienze Applicate HES-SO Valais/Wallis, CH www.hevs.ch/ Università di Heidelberg, Germania www.uni-heidelberg.de Università di Zurigo, Svizzera www.unizh.ch 13 14 Istituti di Ricerca e altri Enti convenzionati Instituto de Investigaciones Biológicas ‘Clemente Estable’, Montevideo, Uruguay www.iibce.edu.uy/ Fondazione "Istituto Neurologico C. Mondino" - I.R.C.C.S., Pavia http://www.mondino.it Società Linnea SA, Riazzino, Locarno, Svizzera www.linnea-worldwide.com/ 15 16 Studenti nell’anno accademico 2009/2010 XXII Ciclo Fabio Salvatore SALVAGGIO XXIII Ciclo Paola BORTOLASO Giovanni CROCI Alessandro GRECCHI XXIV Ciclo Gabrio ALBERINI Scilla BERALDO Alfredo CUNDARI Sriti Elisabeth DE BERNARDI Anna LORASCHI Lorenzo MARONI Laura SCHEMBRI XXV Ciclo Francesca CECCON Chiara COSTANTINI Simona LOMBARDO Monica MANCINI 17 18 Dottori Anno Accademico 2008/2009 Luana CASTIGLIONI Anna Maddalena IADINI Emanuela LAURITA Manuel RUSCONI Anno Accademico 2007/2008 Marcello DIURNI Marco FERRARI Ramòna Consuèlo MAIO Cinzia SIMONI Anno Accademico 2006/2007 Elena CARCANO Paola GALLINARI Elena FERIOLI Massimo GIOLA Federica SAPORITI 19 20 QUINTA GIORNATA SCIENTIFICA Varese – 1 ottobre 2010 21 22 Programma 8.30 Apertura dei lavori Achille Venco Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica Franca Marino Coordinatore del Corso di Dottorato 9.00 Prima sessione Moderatori: Camilla Callegari, Laura Schembri Francesca Ceccon La variabilità nella risposta clinica alla clozapina in pazienti schizofrenici: correlazione con i livelli plasmatici del farmaco e ruolo dei polimorfismi genetici del CYP450 1A2 e della glicoproteina P Chiara Costantini Qualità di vita, alessitimia e compliance terapeutica nel trattamento con antidepressivi Simona Lombardo Contraffazione di farmaci e vendita via identificazione e analisi di siti web specializzati internet: Monica Mancini Studio di due potenziali bersagli farmacologici, HIF-1 e il sistema IGF, per lo sviluppo di nuove strategie nella terapia dei tumori della mammella Gabrio Alberini Valutazione del funzionamento psicosociale di pazienti in terapia con paliperidone. Confronto con aloperidolo Alfredo Cundari Prescrizione di integratori alimentari e fitoterapici in un ambulatorio di medicina non convenzionale: aspetti epidemiologici e clinici 23 10.30 Pausa caffè 11.00 Seconda sessione Moderatori: Elena Monti, Simona Lombardo Sriti Elisabeth De Bernardi Analisi dell’esocitosi dei granuli VMAT2-positivi in linfociti umani mediante Total Internal Reflection Fluorescence microscopy Anna Loraschi Uso di integratori alimentari in sportivi non professionisti: uno studio pilota nel nord Italia Lorenzo Maroni Target lipidici in terapia con statina in pazienti dislipidemici affetti steatoepatite non alcolica Laura Schembri Immunomodulazione della funzione delle HUVEC: studio in vitro Paola Bortolaso Ruolo dei polimorfismi del CYP1A2 negli eventi avversi indotti da clozapina Alessandro Grecchi Studio dei farmaci psichiatrici come fattore di rischio per le cadute in anziani istituzionalizzati: valutazione della loro relazione attraverso l’utilizzo di strumenti di indagine neuropsichiatrica Fabio Salvatore Salvaggio Effetti cardiovascolari dei farmaci antipsicotici di seconda generazione (SGA) 12.45 Chiusura dei lavori Franca Marino 24 Abstracts 25 26 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo I anno LA VARIABILITA’ NELLA RISPOSTA CLINICA ALLA CLOZAPINA IN PAZIENTI SCHIZOFRENICI: CORRELAZIONE CON I LIVELLI PLASMATICI DEL FARMACO E RUOLO DEI POLIMORFISMI GENETICI DEL CYP450 1A2 E DELLA GLICOPROTEINA P Francesca Ceccon Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è sempre più focalizzata sugli aspetti farmacogenetici in grado di influenzare la risposta agli antipsicotici sia dal punto di vista farmacodinamico che farmacocinetico. Particolare attenzione ha destato lo studio della variabilità interindividuale nella risposta alla clozapina, in termini di efficacia del trattamento antipsicotico e di comparsa di ADRs. I meccanismi coinvolti sono molteplici come l’età, le differenze di genere, la dieta, le condizioni fisiopatologiche del paziente e le interazioni tra i farmaci in caso di polifarmacoterapia. Tuttavia, uno dei principali e meno prevedibili fattori di rischio nel determinare tale variabilità è rappresentato dalle differenze genetiche dei pazienti. Obiettivi. Gli obiettivi di questo studio sono: a) correlare la risposta clinica alla clozapina con i livelli plasmatici del farmaco; b) valutare se esiste una correlazione tra i livelli plasmatici di clozapina e il profilo genetico di ciascun paziente attraverso lo studio dei principali polimorfismi nel gene del CYP1A2 e nel gene ABCB1 che codifica per il trasportatore plasmatico del farmaco (glicoproteina P), da soli e in combinazione. Materiali e metodi. Verrà allestito uno studio prospettico della durata di 3 anni durante il quale saranno selezionati soggetti schizofrenici, con funzionalità epatica e renale nella norma, che iniziano una terapia con clozapina. Lo studio sarà strutturato in due fasi: nella prima fase il clinico inizierà a trattare il paziente seguendo la normale pratica clinica; la seconda, invece, sarà condotta sulla base del confronto tra il clinico e il farmacologo in quanto verranno incrociati i dati clinici-anamnestici con i risultati dei test genetici (identificazione dei polimorfismi) e laboratoristici (dosaggio plasmatico della clozapina). Tale confronto permetterà, per i pazienti con risposta problematica alla clozapina (risposta insufficiente o presenza di ADRs), di pianificare una eventuale modifica della posologia dell’antipsicotico sulla base del profilo farmacocinetico di ciascun soggetto. La valutazione clinica e psicopatologica verrà supportata dalla somministrazione delle seguenti rating scale: la PANSS - Positive and negative symptoms scale; la GAF - Global Assessment of Functioning e la CGI - Clinical Global Impression. Per quanto riguarda la rilevazione degli effetti collaterali correlati al trattamento con clozapina, l’attribuibilità 27 delle ADRs al trattamento con questo antipsicotico deve essere confermata dai criteri del WHO (WHO Uppsala Monitoring Centre - UMC; http://www.who-umc.org). La valutazione di quest’ultimo aspetto sarà accompagnata anche dalla somministrazione della LUNSERS - Liverpool University Neuroleptic Side-Effect Rating Scale. Risultati attesi. La variabilità interindividuale nella risposta a un trattamento con clozapina non può essere spiegata solo con il ricorso al dosaggio dei livelli plasmatici del farmaco. Dunque, poichè il monitoraggio della clozapinemia non può essere considerato come un parametro sufficiente al fine di predire il tipo di risposta al trattamento, potrebbe risultare utile il ricorso allo studio anche dell’assetto genetico di ciascun soggetto trattato. Da questo studio ci si attende la possibilità di prevedere il tipo di risposta per ciascun soggetto in trattamento con clozapina, in termini di efficacia della cura e di frequenza degli eventi avversi, grazie alla correlazione tra la clozapinemia e il profilo genetico (e dunque metabolico e farmacocinetico) di ciascun paziente. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Francesca Ceccon [...] Docente Guida: Dott.ssa Camilla Callegari, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, 21100 Varese, Italy E-mail [email protected] Pubblicazioni = 28 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo I anno QUALITÀ DI VITA, ALESSITIMIA E COMPLIANCE TERAPEUTICA NEL TRATTAMENTO CON ANTIDEPRESSIVI Chiara Costantini Sezione di Psichiatria, Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell'Insubria, Varese, Italia Premesse e obiettivi: La soddisfazione e il benessere sono esperienze soggettive e il modo in cui la malattia e i farmaci sono vissuti sono un dato clinico fondamentale sia per comprendere l’atteggiamento complessivo del paziente verso la terapia che per poter prevedere l’aderenza. Recentemente studi sull' impatto del trattamento con antidepressivi sulla qualità della vita hanno segnalato la necessità di non trascurare questo parametro principalmente nella valutazione a medio e lungo-termine dei disturbi depressivi. La relazione fra alessitimia e depressione è molto controversa in quanto i due costrutti possono essere visti come sovrapposti o reciprocamente indipendenti. Alcune ricerche hanno inoltre dimostrato che la presenza di tratti alessitimici sarebbe alla base della scarsa aderenza alla terapia e sarebbe associata a una ridotta qualità di vita. Scopo principale del progetto di ricerca è quello di valutare l’impatto del trattamento con antidepressivi sulla qualità della vita dei pazienti e la correlazione con la compliance farmacologica. Scopi secondari sono indagare la presenza di eventuali differenze fra gli antidepressivi nell’influenzare la qualità della vita e verificare se la presenza di tratti alessitimici influisce sulla compliance farmacologica e sulla qualità della vita. Metodi: Il presente progetto si configura come uno studio naturalistico osservazionale prospettico sulla popolazione afferente presso i servizi psichiatrici della UOP 2 dell’Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese. I pazienti inclusi nello studio verranno sottoposti ad una valutazione iniziale, prima dell’introduzione del farmaco antidepressivo, per la raccolta dei dati clinici e socio-demografici e la somministrazione delle seguenti scale di valutazione: Hamilton Depression Rating Scale (HDRS) per la valutazione della sintomatologia depressiva; Toronto Alexythimia Scale 20 items (TAS-20) per la valutazione dell’alessitimia; WHO Quality of Life versione breve di 26 items (WHOQOL-BREF) per la valutazione della qualità di vita. A distanza di 8 settimane e 6 mesi verrà effettuata una successiva valutazione in cui verranno nuovamente somministrate le scale di valutazione indicate sopra e verrà effettuato un controllo della terapia farmacologica per indagare se vi sono state modifiche nella posologia o nel tipo molecola. Risultati: La raccolta dei dati è ancora in fase iniziale e non permette di presentare dei risultati. 29 Conclusioni: E' sempre più evidente che una adeguata valutazione dell'esito a lungo termine dei disturbi dell'umore deve considerare, oltre alla frequenza delle ricadute e alla mancata risoluzione della sintomatologia, anche la qualità della vita del paziente. La qualità della vita (Quality of Life, QoL) ha progressivamente assunto infatti un notevole interesse anche perché rappresenta una importante misura d'esito in ambito clinico, di ricerca e di politica sanitaria. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Chiara Costantini, Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell'Insubria, Via O. Rossi 9, 21100 Varese. Tel: +39 0332 270655; Fax: +39 0332 270667 E-mail: [email protected] Docente Guida: Prof. Simone Vender, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667 E-mail [email protected] Pubblicazioni = 30 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo I anno CONTRAFFAZIONE DI FARMACI E VENDITA VIA INTERNET: IDENTIFICAZIONE E ANALISI DI SITI WEB SPECIALIZZATI Simona Lombardo Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia PREMESSE: Internet rappresenta oggi uno dei principali canali di traffico di farmaci contraffatti. In Italia la contraffazione riguarderebbe lo 0,1% del mercato, rispetto al 20% dei paesi in via di sviluppo e al 6-7% complessivo a livello mondiale. Il fenomeno è di grande rilievo per la salute pubblica, in rapida crescita e poco conosciuto. Le motivazioni più frequenti per l’acquisto illegale dei medicinali sono: acquisto anonimo, risparmio e possibilità di scavalcare la prescrizione medica. l’ingente giro d’affari attrae la criminalità organizzata, anche dato che i provider dei siti web non sono facilmente identificabili. E’ di conseguenza necessario investigare approfonditamente il fenomeno allo scopo di ottenere informazioni utili per la sua repressione e prevenzione e più in generale per realizzare iniziative di natura informativa e educativa. OBIETTIVI: Allo scopo di investigare il fenomeno della vendita di farmaci sul web, si intende identificare e analizzare i principali siti web che propongono prodotti appartenenti a categorie ad alto rischio di contraffazione e vendita illegale: i farmaci impiegati per le disfunzioni erettili ed i farmaci anti-obesità come esempi di “lifestyle drugs”; gli steroidi anabolizzanti androgeni perché ad altissimo rischio di non essere assunti per scopi terapeutici, bensì da acquirenti appartenenti soprattutto all’area dello sport non professionistico o a quello del body building; i farmaci utilizzati per l’aborto farmacologico dato che la nuova pillola Ru486 è già in vendita clandestinamente su molti siti web. METODI: La ricerca sulla vendita di farmaci su Internet si sta svolgendo attraverso la selezione e l’analisi di siti web e dei prodotti in essi offerti. Vengono analizzate le caratteristiche dei siti web: homepage; indirizzo IP, IP location, dominio, amministratore, proprietario; modalità di acquisto, modalità di pagamento, modalità di spedizione, ecc. Vengono poi considerate le informazioni fornite sui farmaci e sugli eventuali altri prodotti (principio attivo, eccipienti, indicazioni, posologia, controindicazioni, interazioni, effetti collaterali, necessità o meno di ricetta medica, ecc.). Una ricerca sulla normativa nazionale ed internazionale sulla prescrizione degli spefici farmaci, un’analisi del mercato, e un riassunto delle caratteristiche del prodotto completanto l’indagine su ognuna delle categorie selezionate. RISULTATI E CONCLUSIONI: Ad oggi è stata conclusa una prima indgine sui siti web che offrono prodotti contenenti steroidi anabolizzanti, la quale dimostra come siano presenti siti che attuano la vendita di 31 specialità medicinali, farmaci generici ed integratori alimentari presentati a base di queste sostanze. Nella quasi totalità dei siti web non viene richiesta alcuna prescrizione medica. La composizione qualitativa e quantitativa dei prodotti esaminati risulta al meglio incompleta e parziale. I prodotti presi in esame presentano come proprietà maggiormente vantate l’incremento della massa e della forza muscolare. I dosaggi e la durata dei trattamenti vengono in genere descritti in maniera approssimativa ed arbitraria. In conclusione, i primi risultati ottenuti indicano come questi siti web rappresentino un rischio elevato per la salute pubblica, oltre a svolgere attività in molti casi evidentemente non lecite. Le informazioni ottenute costituiscono la base per la realizzazione di interventi di tipo non solo repressivo, bensì anche educativo e di prevenzione. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Simona Lombardo, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n.9, 21100 Varese, Italia- Telefono: 0332 217427, fax 0332 217409 E-mail [email protected] Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia – telefono: 0332 217410, fax 0332 217409. E-mail [email protected] Pubblicazioni FEDERICO GULLOTTI CORDARO, SIMONA LOMBARDO, MARCO COSENTINO. Selling androgenic anabolic steroids by the pound: identification and analysis of popular websites on the internet. (in preparazione) 32 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo I anno STUDIO DI DUE POTENZIALI BERSAGLI FARMACOLOGICI, HIF-1 E IL SISTEMA IGF, PER LO SVILUPPO DI NUOVE STRATEGIE NELLA TERAPIA DEI TUMORI DELLA MAMMELLA Monica Mancini DBSF, Università degli studi dell’Insubria, Busto Arsizio (VA), Italy Il carcinoma della mammella rappresenta la principale causa di morte per cancro nella popolazione femminile; la diversa suscettibilità dei tumori della mammella al trattamento farmacologico determina l’attuale necessità di ampliare le opzioni terapeutiche, agendo su target molecolari alternativi. Questo studio esamina due potenziali nuovi bersagli farmacologici, valutandone il ruolo ai fini della proliferazione e sopravvivenza di cellule di adenocarcinoma mammario e le reciproche interazioni: il sistema degli IGFs (Insulin-like growth factors), costituito da due fattori di crescita (IGF-1 e IGF-2), da un recettore tirosina chinasico, IGF-1R e da un falso recettore IGF-2R, e il fattore inducibile dall’ipossia 1 (HIF-1), un fattore trascrizionale che regola le risposte adattative messe in atto dalle cellule in mancanza di ossigeno (e che può essere attivato da recettori per fattori di crescita, quali IGF-1R). Lo scopo del lavoro è verificare la presenza in cellule di carcinoma mammario la presenza di un loop autocrino che coinvolge i due sistemi, la cui interruzione a qualunque livello dovrebbe essere in grado di rallentare la progressione tumorale. La presenza e la possibile modulazione di tale circuito sono state valutate in quattro linee cellulari di carcinoma mammario che fanno riferimento a diverse tipologie di tumore (MCF-7, MDA-231, SK-BR3, T47D). Esperimenti di immunoprecipitazione hanno mostrato un aumento dell’attivazione di IGF-1R dopo stimolazione con IGF-1 o con CoCl2, noto per indurre la stabilizzazione di HIF-1α, nelle cellule considerate; solo nelle cellule MDA-231 non si evidenzia alcun aumento in seguito a stimolazione con IGF-1. Per quanto riguarda IGF-2R, recettore decoy che sequestra IGF-2, nelle cellule MDA-231 e T47D esso è presente in condizioni basali e in entrambe le linee la stimolazione con IGF-1 o il trattamento con CoCl2 ne riduce i livelli di espressione. I livelli di espressione di HIF-1α risultano sempre aumentati dopo trattamento con CoCl2 rispetto alle condizioni basali; l’osservazione che anche dopo stimolazione con IGF-1 si induce un aumento dell’espressione di HIF-1 avvalora l’ipotesi dell’esistenza di un asse IGF-1R-HIF-1. Come ulteriore conferma, le cellule sono state trattate con l’inibitore di IGF-1R NVP-AEW541. Il trattamento combinato NVP-AEW541/CoCl2 e NVP-AEW541/IGF-1 induce la diminuzione dell’espressione di HIF-1α solo nelle cellule T47D, sulle quali sono stati anche valutati i livelli di VEGF mediante saggio ELISA. Come atteso, si osserva un aumento dei livelli di 33 VEGF dopo trattamento con CoCl2 o IGF-1 rispetto al controllo, e una diminuzione dopo trattamento combinato CoCl2/NVP-AEW541 o IGF1/NVP-AEW541 rispetto al trattamento con solo CoCl2 o IGF-1. I dati ottenuti sembrano quindi confermare la presenza del loop autocrino ipotizzato, almeno nelle cellule T47D. Ulteriori studi sono necessari per meglio caratterizzare tale circuito e per ricercare nuove strategie volte a colpire questi bersagli. Recapito per la corrispondenza: Dott. Monica Mancini, Laboratorio di Farmacologia antineoplastica, DBSF, Università degli Studi dell'Insubria, Via A. Da Giussano 12, 21052 Busto Arsizio (VA), Italy. tel. 0331/339412, fax 0331/339459 E-mail [email protected] Docente Guida: Prof.ssa Elena Monti, DBSF, Università degli Studi dell’Insubria, Busto Arsizio (VA), Italia Pubblicazioni = 34 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo II anno VALUTAZIONE DEL FUNZIONAMENTO PSICOSOCIALE DI PZ IN TERAPIA CON PALIPERIDONE. CONFRONTO CON ALOPERIDOLO Gabrio Alberini Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia Premesse e obiettivi: Gli endpoints del trattamento di pazienti schizofrenici si sono molto modificati nel corso dei decenni, così come i metodi per valutarne l’efficacia. Ciò soprattutto in relazione alla crescente disponibilità di nuovi farmaci in grado di agire sui diversi aspetti connessi alla patologia psicotica. Già a partire dagli anni ’90 ci si è resi conto che un semplice miglioramento a livello sintomatologico non poteva rispecchiare un reale successo terapeutico, ma si evidenziarono come fondamentali gli aspetti e le capacità interpersonali, la qualità della vita ed il funzionamento psicoosociale dei pazienti. Tra i farmaci di più recente introduzione è compreso il paliperidone, antipsicotico di seconda generazione. Altre molecole, più vecchie, sono ancora di largo utilizzo, e tra queste un posto di primo piano è occupato dall’aloperidolo; ancora limitata è la conoscenza circa il confronto tra queste molecole e le variazioni da loro portate a livello di funzionamento psicosociale. Primo obiettivo di questo studio è, quindi, il confronto in termini di funzionamento di pazienti trattati con paliperidone e aloperidolo, valutazione effettuata tramite la somministrazione della scala PSP (Personal and Social Performace Scale). Secondo obiettivo è la comparazione degli aspetti sintomatologici, indagati attraverso la scala PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale), al fine di rilevare se il miglioramento clinico correli positivamente con il funzionamento globale dei pazienti. Metodi: I pazienti reclutati per lo studio sono utenti del Dipartimento di salute Mentale di Varese, afferenti alle strutture ambulatoriali e residenziali. I criteri di selezione sono la diagnosi di Disturbo Schizofrenico o altri disturbi psicotici secondo il DSM-IV-TR e l’assunzione di paliperidone (3-12 mg/die) o aloperidolo (2-10 mg/die). Si procede, poi, alla raccolta dei dati anagrafici e alla somministrazione delle scale di valutazione. I pz arruolati non devono presentare una recrudescenza sintomatologica e/o un ricovero in reparto psichiatrico negli ultimi 3 mesi. Risultati attesi: Ci si aspetta che la terapia con paliperidone influisca in modo positivo sul funzionamento psico-sociale, maggiormente rispetto alla somministrazione di aloperidolo, farmaco tutt’ora di largo utilizzo clinico; ci si attende, inoltre, una correlazione positiva tra livello di funzionamento e aspetto sintomatologico nei pazienti trattati, soprattutto per quanto riguarda la sintomatologia negativa. 35 Conclusioni: La conferma dei risultati attesi porterebbe a consigliare un maggior utilizzo di paliperidone rispetto ad aloperidolo nelle fasi di stabilizzazione sintomatologica in pazienti schizofrenici. Recapito per la corrispondenza: Dr. Gabrio Alberini, Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Via O. Rossi 9, Italia - Tel. +39-0332-270655, Fax +39-0332-270667 E-mail [email protected] Docente Guida: Prof. Simone Vender, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667 E-mail [email protected] Pubblicazioni = 36 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo II anno PRESCRIZIONE DI INTEGRATORI ALIMENTARI E FITOTERAPICI IN UN AMBULATORIO DI MEDICINA NON CONVENZIONALE: ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E CLINICI Alfredo Cundari Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia PREMESSE: Le Medicine non Convenzionali (MNC) hanno conosciuto una costante tendenza alla crescita per la loro diffusione negli ultimi venti anni. A fronte di una richiesta sempre crescente da parte dell’utenza, non solo è evidente una scarsissima disponibilità di offerta di queste metodiche terapeutiche nell’ambito delle strutture del Servizio Sanitario Regionale, ma vi è anche una sostanziale assenza di conoscenze specifiche relative ad esse fra gli operatori sanitari, siano essi personale medico o non medico. Lo scopo di questo progetto è di investigare e descrivere le modalità di utilizzo delle MNC, con particolare riguardo ai trattamenti che implicano l’impiego di terapie farmacologiche, presso un ambulatorio di MNC attivato in una Azienda Sanitaria Locale. In questo progetto vogliamo focalizzare la nostra attenzione sull’ utilizzo nell’ambulatorio di MNC di fitocomplessi bioattivi, attraverso la caratterizzazione di principi naturali prodotti da piante e sulla messa a punto di schemi terapeutici di associazione tra medicinali allopatici e integratori alimentari formulati con estratti vegetali. Le piante medicinali rappresentano una risorsa estremamente importante non solo di agenti terapeutici ma di strutture chimiche diverse dai chemiotipi finora utilizzati, ed è quindi importante realizzare studi che contribuiscano a chiarirne efficacia e sicurezza nelle condizioni ordinarie di impiego. OBIETTIVI: Si valuterà la prescrizione di integratori alimentari e fitoterapici presso un ambulatorio di MNC, con particolare riguardo alla frequenza di prescrizione, alle indicazioni d'uso e alle potenziali interazioni con altri farmaci. Saranno inoltre oggetto di rilevazione la valutazione soggettiva della soddisfazione in relazione agli effetti attesi, sia da parte dei pazienti che dei medici prescrittori, e l'eventuale osservazione di eventi avversi, imputabili al prodotto o comunque anche indirettamente al suo impiego. MATERIALI E METODI: Vengono arruolati nello studio, di tipo osservazionale, longitudinale e prospettico, tutti i pazienti consecutivamente afferenti all’ambulatorio di MNC dell’ASL di Cosenza. Si utilizza il metodo dell’ accesso all’ambulatorio tramite prenotazione CUP. La visita viene compiuta dal medico esperto in medicina integrata, che valuterà la situazione clinica, gli esami già in possesso del paziente, 37 impostando direttamente un piano terapeutico o fungendo da raccordo con altri specialisti, che possono essere chiamati ad intervenire a seconda delle esigenze secondo un principio di modularità e flessibilità. I dati verranno raccolti attraverso l’impiego di una scheda appositamente predisposta. Ogni paziente verrà incluso nello studio soltanto dopo essere stato informato delle finalità del progetto e aver fornito il consenso informato all’utilizzo dei propri dati. Ogni scheda sarà in ogni caso gestita in forma completamente anonima. Si ipotizza la necessità formativa, contestualmente al servizio, anche per tutti gli altri operatori parasanitari che lavorano nell’ambulatorio, come gli infermieri o assistenti sanitari per migliorare e supportare l’attività del medico esperto in medicina integrata (alimentazione, tecniche riabilitative). RISULTATI: I risultati del presente studio sono attualmente in fase di elaborazione. Recapito per la corrispondenza: Dr. dell’Insubria, Dottorato di Ricerca in Cell.:+393496925548 E-mail [email protected] Alfredo Cundari, Università degli Studi Farmacologia Clinica e Sperimentale. Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia – telefono: 0332 217410, fax 0332 217409 E-mail [email protected] Pubblicazioni = 38 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo II anno ANALISI DELL’ESOCITOSI DEI GRANULI VMAT2-POSITIVI IN LINFOCITI UMANI MEDIANTE TOTAL INTERNAL REFLECTION FLUORESCENCE MICROSCOPY Sriti Elisabeth De Bernardi Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Università degli Studi dell’Insubria Premesse e Obiettivi I linfociti umani possiedono un sistema endogeno dopaminergico/adrenergico simile a quello presente nei neuroni, che comprende le vie per la sintesi di catecolamine (CA), l'espressione dei recettori adrenergici e dopaminergici e di proteine implicate nell' immagazzinamento, nel rilascio e nella (ri)captazione delle CA. Sebbene in queste cellule siano espressi specifici trasportatori per le CA, di tipo vescicolare (VMAT) e di membrana (DAT, NET), la loro regolazione funzionale a livello molecolare non è mai stata caratterizzata. Ci siamo di conseguenza posti come obiettivo l’analisi dell’espressione di VMAT2 e la caratterizzazione e l’analisi delle dinamiche intracellulari degli organelli VMAT2-positivi nei linfociti umani. Metodi L'analisi dell'espressione di VMAT2 in linfociti umani è stata eseguita mediante immunocitochimica con anticorpi anti-VMAT2 e marcatori specifici per le sottopopolazioni linfocitarie. La caratterizzazione degli organelli VMAT2-positivi è stata effettuata tramite immunocitochimica con anticorpi anti-VMAT2, anti-cromogranina A e B e anti-dopamina. I processi di fusione degli organelli presenti nei linfociti sono stati analizzati mediante Total Internal Reflection Fluorescence microscopy (TIRF), utilizzando diversi stimoli di degranulazione, come la ionomicina e l'interferone (INF)-β. Risultati e Conclusioni L'analisi immunocitochimica mostra che in preparazioni di cellule mononucleate circolanti (peripheral blood mononuclear cells, PBMC) la frequenza di positività per VMAT2 è (media±SD) del 6,2±4,5% e aumenta fino a 35,6±15,5% dopo stimolazione per 48 h con PHA 10 µg/ml (n = 6, P<0,001 vs PBMC non stimolate). In esperimenti preliminari, la frequenza di espressione di VMAT2 nelle diverse sottopopolazioni linfocitarie (CD3+, CD4+, CD8+, CD19+) è tra l'1 e il 11,7% e aumenta significativamente dopo stimolazione. Dalla caratterizzazione degli organelli VMAT2 mediante immunocitochimica si evidenzia che: 1) VMAT2 è espresso su organelli che hanno una dimensione di circa 200 nm, molto simile a quella dei 39 granuli di secrezione elettrondensi presenti nei neuroni; 2) VMAT2 colocalizza con le cromogranine A e B, marcatori specifici di tali granuli, per circa il 70±19% e con la dopamina per circa l'80±14% (dati preliminari). Sono stati analizzati i processi di fusione di tutti gli organelli presenti nei linfociti umani mediante TIRF. I risultati mostrano che la fusione avviene in seguito sia a stimoli classici di degranulazione come la ionomicina, che a stimoli specifici come l'INF-β, tuttavia con pattern differenti. Il 75±5% (n = 5) dei flash indotti da ionomicina sono di tipo intenso e duraturo (∆F/F0 = 0,260±0,042; 10,0±1,7 s) mentre il 90±7% (n = 3) dei flash causati da INF-β sono meno intensi e brevi (∆F/F0 = 0,074±0,003; 1,0±0,2 s). I dati indicano che nei linfociti umani l’espressione di VMAT2 aumenta in seguito ad attivazione. La caratterizzazione molecolare degli organelli VMAT2-positivi suggerisce che siano granuli e che potrebbero andare incontro a processi di esocitosi regolata. L'analisi delle dinamiche intracellulari degli organelli VMAT2-positivi nelle diverse sottopopolazioni di linfociti umani è attualmente in corso. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Sriti Elisabeth De Bernardi, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia – Telefono: 0332 217427, fax 0332 217409. E-mail [email protected] Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia – telefono: 0332 217410, fax 0332 217409. E-mail [email protected] Pubblicazioni = 40 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo II anno USO DI INTEGRATORI ALIMENTARI IN SPORTIVI PROFESSIONISTI: UNO STUDIO PILOTA NEL NORD ITALIA NON Anna Loraschi Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia Premesse e obiettivi Gli integratori alimentari (IA) vengono comunemente impiegati in ambito sportivo a tutti i livelli, non solo agonistici. Queste sostanze vengono utilizzate con svariate finalità (migliorare la durata dello sforzo, incrementare la massa muscolare, perdere peso, ecc...), tuttavia, nella maggior parte dei casi i benefici non sono supportati da evidenze scientifiche ed il loro impiego può associarsi a comportamenti potenzialmente pericolosi come la prescrizione inappropriata, l’impiego di sostanze adulterate o contaminate o il concomitante consumo di sostanze d’abuso/dopanti. Obiettivo dello studio è stato quello di investigare prevalenza, conoscenza, attitudini e fattori correlati con l’impiego di (IA) tra sportivi non professionisti. Metodi Nel gennaio 2009 è stato distribuito un questionario semi-strutturato anonimo in una palestra del nord Italia. I dati raccolti (caratteristiche socio-demografiche, informazioni sull’attività fisica praticata e conoscenza, uso e attitudine nei confronti degli IA) sono stati analizzati mediante un approccio descrittivo. La significatività statistica è stata indagata mediante test χ2, test-t di Student per dati non appaiati, analisi della varianza (ANOVA) e test di correlazione di Pearson come appropriato. Risultati Sono stati arruolati 50 soggetti, principalmente maschi (94%) con un’età (media±DS) di 29.5±6.9 anni (range: 18-44), che dedicavano all’attività sportiva (media±DS) 9.6±6.1 ore/settimana. Le principali attività praticate erano fitness (40%) e bodybuilding (24%). Un quarto dei soggetti ha fornito una definizione soddisfacente di IA. La maggior parte dei soggetti (82%) faceva uso di IA (2.61±1.69 IA/persona; range: 1-9), tra cui: amminoacidi (42.1%), proteine (26.2%), creatina (12.1%), vitamine (7.5%), integratori idro-salini (6.5%), per il controllo del peso (2.8%) ed ergogenici (2.8%). Gli IA venivano solitamente acquistati presso negozi specializzati (51.2%) e in palestra (26.8%), su consiglio dell’istruttore (68.2%) più che del medico curante (14.6%) o del farmacista (7.3%). I benefici attesi erano rappresentati principalmente da un “miglioramento più celere della performance” (63.4%), seguito da“ipertrofia muscolare” (31.7%) e venivano soddisfatti nella maggior 41 parte dei casi (80.5%). Non è stata osservata nessuna associazione tra età, sesso, educazione e impiego ed attitudini nei confronti degli integratori. L’uso degli IA era, tuttavia, considerevolmente maggiore tra i bodybuilders (3.6±2.5 vs 1.5±1.3 IA/soggetto; P<0.05). Conclusioni L’uso di IA è risultato particolarmente frequente nel campione analizzato di atleti non professionisti, in particolar modo tra i bodybuilders. Queste sostanze vengono, infatti, percepite come utili e prive di rischi. Stiamo pianificando di aumentare la popolazione indagata per ricercare possibili correlazioni tra consumo di IA ed impiego di sostanze illecite/dopanti. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Anna Loraschi, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Via Rossi 9, 21100 Varese – Italia - Tel: +39 0332 217427, Fax: +39 0332 217409 E-mail [email protected] Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia – telefono: 0332 217410, fax 0332 217409. E-mail [email protected] Pubblicazioni LORASCHI A, CALIARI A, COSENTINO M. Dietary supplements use by non professional athletes: a pilot study in Northern Italy. Società Italiana di Farmacologia, 34° Congresso Nazionale, Rimini, Italia, 14-17 Ottobre 2009 LORASCHI A, CALIARI A, COSENTINO M. Dietary supplements in sports: a pilot study in non-professional athletes in Northern Italy. 9th Congress of the European Association for Clinical Pharmacology and Therapeutics, Edinburgh, Scotland, 12-15 Luglio 2009 42 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo II anno TARGET LIPIDICI IN TERAPIA CON STATINA IN PAZIENTI DISLIPIDEMICI AFFETTI STEATOEPATITE NON ALCOLICA Lorenzo Maroni Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia Premesse: La steato epatite non alcolica (NAFLD) si associa a dislipidemia e ad incremento del rischio cardiovascolare; nonostante vi sia indicazione a trattare i pazienti coaffetti da dislipidemia e NAFLD, tali pazienti sono frequentemente sottotrattati con statina a causa del potenziale danno epatico. Abbiamo valutato dunque con uno studio retrospettivo l’impatto della terapia con statina su profilo lipidico e raggiungimento dei target di colesterolo LDL in relazione al rischio cardiovascolare ATP III in pazienti dislipidemici che si presentassero con diagnosi di NAFLD ed elevazione degli enzimi epatici prima della prescrizione di statina; come endpoint secondario abbiamo valutato se la statina si associasse a cambiamenti nei livelli degli enzimi epatici. Metodi: 43 pazienti dislipidemici affetti da NAFLD che si presentassero in condizioni basali con elevazione di aspartato aminotransferasi (AST) e/o alanina aminotransferasi (ALT) e/o gammaglutamil transpeptidasi (ƳGT) sono stati indagati retrospettivamente riguardo profilo lipidico ed enzimi epatici (valori prima e durante terapia con statina). Risultati: Colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi sono risultati significativamente ridotti al follow-up (5.4±5.4 mesi), mentre non vi è stato cambiamento nel valore di HDL. Alla seconda visita il target LDL è stato raggiunto da 30 pazienti (69.8%); il numero di pazienti che hanno raggiunto il target LDL è stato significativamente maggiore nel gruppo a basso rischio cardiovascolare rispetto a quello intermedio ed alto. Gli enzimi epatici non hanno mostrato cambiamenti significativi al follow-up rispetto ai valori basali. Conclusioni: La terapia con statina è stata efficace, in assenza di cambiamenti nei livelli degli enzimi epatici, in pazienti affetti da dislipidemia e NAFLD, soggetti a profonde alterazioni del metabolismo lipoproteico. Il numero dei pazienti che hanno raggiunto il target LDL è risultato correlato alla classe di rischio secondo ATP III, ed è risultato maggiore nella classe di rischio più bassa. 43 Recapito per la corrispondenza: Dott. Lorenzo Maroni, Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, presso Medicina Interna I, Ospedale di Circolo Fondazione Macchi, viale Borri 57,Varese, Italia, 0332/278828 E-mail [email protected] Docente Guida: Prof. Luigina Guasti. Dipartimento di Medicina Clinica. Medicina 1, Ospedale di Circolo e Fond. Macchi, viale Borri, 21100, Varese. Tel: 0332/278828 E-mail [email protected] Pubblicazioni = 44 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo II anno IMMUNOMODULAZIONE DELLA FUNZIONE DELLE HUVEC: STUDIO IN VITRO Laura Schembri Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese Premesse e obiettivi La disfunzione endoteliale rappresenta la prima fase nella formazione della placca aterosclerotica. L’endotelio ostacola attivamente l’adesione e la migrazione di leucociti e cellule muscolari lisce, eventi scatenati dall’aumento dell’espressione delle molecole d’adesione con conseguente richiamo di leucociti e loro ingresso all’interno dell’intima del vaso. Il contributo dello stress alla generazione/progressione della malattia non è stato chiarito. Lo stress causa l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisisurrene e del sistema nervoso simpatico, provocando il rilascio di neurotrasmettitori e ormoni come glucocorticoidi e CAs, che possono alterare negativamente il sistema cardiovascolare e accelerare la cronicità dell’ATH. Lo scopo dello studio è di investigare in vitro l’effetto di agenti stressogeni sulla morfologia e sulla funzionalità delle EC, andando ad osservare i marcatori dell’attivazione endoteliale. A tal scopo, abbiamo utilizzato le HUVEC, cellule endoteliali venose di cordone ombelicale umano, che rappresentano un valido strumento in vitro per gli studi sull’endotelio. Metodi L’espressione delle molecole di adesione e dei recettori adrenergici è stata effettuata mediante real time PCR. Il contenuto intracellulare di CAs è stato analizzato con tecniche di HPLC. L’espressione di ICAM-1 e VCAM-1 è stata anche misurata mediante analisi citofluorimetrica e microscopia a fluorescenza. La valutazione della morfologia delle HUVEC è stata visualizzata mediante microscopia elettronica a scansione. Risultati e conclusioni L’analisi dell’espressione genica dei recettori adrenergici ha mostrato che le HUVEC a riposo esprimono sia i recettori di tipo α che β. La stimolazione con LPS induce un incremento nell’espressione di α1 e 2, mentre riguardo alla tipologia β, è chiaro l’incremento da stimolo per i β3 e sono ancora da approfondire i dati su β1 e 2. Le HUVEC contengono livelli significativi di tutte e tre le CAs. Il pretrattamento delle HUVEC con concentrazioni crescenti di A induce un aumento dell’espressione di ICAM-1 e di VCAM-1 e questo incremento si osserva già a 0,001 µM. 45 L’espressione di membrana delle molecole di adesione mediante analisi citofluorimetrica è stata condotta confrontando la risposta all’A con quella ottenuta con due stimoli proinfiammatori noti: l’LPS e il TNFα che rappresenta uno stimolo fisiologico. E’ stata anche valutata l’espressione di membrana delle molecole di adesione mediante microscopia a fluorescenza. Per quanto riguarda lo studio sulla morfologia dell’endotelio sono stati condotti degli esperimenti al SEM che hanno mostrato un’alterazione della morfologia delle HUVEC dopo attivazione con LPS ma dato ancor più interessante, dopo trattamento con A. Questi dati potrebbero permettere di chiarire il ruolo dello stress nella generazione e progressione dell’ATH portando alla conoscenza dei meccanismi molecolari e cellulari implicati nella patologia. Inoltre, potrebbero portare allo sviluppo e la validazione di nuovi approcci terapeutici. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Laura Schembri, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 – Varese, Italia – telefono: 0332 217427, fax 0332 217409. E-mail [email protected] Docente Guida: Dott.ssa Franca Marino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia – telefono: 0332 217411, fax 0332 217409. E-mail [email protected] Pubblicazioni = 46 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIII Ciclo III anno RUOLO DEI POLIMORFISMI DEL CYP1A2 NEGLI EVENTI AVVERSI INDOTTI DA CLOZAPINA Paola Bortolaso Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia Premesse e obiettivi: Il citocromo P450 (CYP) 1A2 contribuisce per il 70% alla biotrasformazione di clozapina (CLO), un farmaco antipsicotico atipico utilizzato nei pazienti non responders. Del gene che codifica per il CYP1A2 sono conosciuti 16 polimorfismi di singolo nucleotide (SNPs). Due tra questi influenzano significativamente l’attività dell’enzima: 1A2*1F determina un incremento del metabolismo, invece 1A2*1C lo riduce. I SNPs sono localizzati presso la regione promoter del gene: potrebbero pertanto essere responsabili di una diversa espressione del RNA messaggero (mRNA) e di conseguenza potrebbero spiegare le differenze interindividuali nell’attività enzimatica. Scopo di questo studio era valutare l’impatto dei polimorfismi 1A2*1F e 1A2*1C sulla farmacocinetica di CLO e sulla comparsa di eventi avversi (ADRs) nei pazienti trattati con CLO. Metodi: Sono stati arruolati 34 pazienti in terapia con CLO afferenti al Dipartimento di Salute Mentale di Varese durante il periodo 2004-2008. In criteri di inclusione per il gruppo di casi erano: diagnosi di disturbo psicotico; funzionalità renale ed epatica nella norma, assenza di malattie organiche concomitanti, comparsa di significativi ADRs indotti da CLO. Sono stati esclusi i pazienti che assumevano sostanze in grado di indurre o inibire CYP1A2, ad eccezione del fumo di sigaretta. Sono state considerati “significativi ADRs indotti da CLO” tutte le reazioni che avevano determinato la sospensione o la riduzione della posologia di CLO. La correlazione tra ADRs e trattamento con CLO si basava sulla valutazione clinica confermata dai criteri di Uppsala che l’OMS utilizza per il monitoraggio degli eventi avversi (WHO Uppsala Monitoring CentreUMC: http://www.who-umc.org). Nel gruppo dei controlli sono stati arruolati pazienti trattati per almeno un anno con CLO senza la comparsa di ADRs. I controlli erano sovrapponibili al gruppo dei casi per caratteristiche cliniche, età, sesso, dosaggi di CLO e utilizzo di sigarette. I parametri clinici son stati dunque correlati con il genotipo per CYP1A2 e con l’espressione del mRNA dell’enzima. Risultati: La frequenza degli effetti collaterali, quail sedazione, stipsi, scialorrea, era significativamente maggiore nei pazienti che possedevano combinazioni alleliche di CYP1A2 che determinano riduzione dell’attività metabolica. Inoltre dai nostri risultati emerge una correlazione tra ridotta espressione del mRNA e la comparsa di ADRs in pazienti trattati con CLO. 47 Conclusioni: Il trattamento con CLO potrebbe essere dannoso nei pazienti definite slow metabolizers e poco efficace nei pazienti rapid metabolizers. Sebbene i fattori implicati nelle differenze interindividuali nella risposta alla CLO siano molteplici, la genotipizzazione in associazione con il dosaggio dei livelli di espressione del MRNA potrebbero essere considerati buoni predittori di eventi avversi. Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Paola Bortolaso, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667 E-mail [email protected] Docente Guida: Prof. Simone Vender, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667 E-mail [email protected] Pubblicazioni BOLLA E., BORTOLASO P., FERRARI M., SALVAGGIO F., COSENTINO M., VENDER S., LECCHINI S.: “Ruolo dei polimorfismi genetici del citocromo P450 1A2 nella risposta clinica alla clozapina.” SINPF, XVI Congresso Nazionale, 24-26 giugno 2008, Milano. FERRARI M., BORTOLASO P., BOLLA E., CECCON F., MARINO F., LECCHINI S., VENDER S., COSENTINO M.: “Clozapine-induced adverse effects in schizophrenic patients: role of polymorphisms in P450 1A2 gene.” III International Congress of Clinical Genetic end Pharmacogenomics. III EuroEspes Annual Conference, December 12 - 13 - 2008 Coruña Spain. Rivista: “Gen-T The Eurospes Journal”. BOLLA E., BORTOLASO P., FERRARI M., COSENTINO M., MARINO F., LECCHINI S.: “Ruolo dei polimorfismi del citocromo P4501A2 nella risposta clinica alla clozapina”. Attualità in psichiatria. II Giornata di studi, 22 aprile 2009, Milano. BORTOLASO P., BOLLA E., FERRARI M., CECCON F., MARINO F., LECCHINI S., COSENTINO M., VENDER S.: “Are adverse reactions to clozapine genetically predictable considering cytochrome P4501A2 haplotype?” Panminerva Medica, Vol 51, Suppl. 1-3, sept 2009. FERRARI M., BOLLA E., BORTOLASO P., POLONI N., CALLEGARI C., MARINO F., LECCHINI S., VENDER S., COSENTINO M.: “Role of CYP1A2 polymorphisms in clozapineinduced adverse reactions”. Riunione nazionale dottorandi e borsisti italiani in neuroscienze e materiali affini. Società Italiana di Neuroscienze. 27-28 Maggio 2010, Busto Arsizio, VA. BOLLA E., BORTOLASO P., FERRARI M., POLONI N., CALLEGARI C., MARINO F., LECCHINI S., VENDER S., COSENTINO M.: “Association of cytochrome P450 1A2 polymorphisms with clozapine tolerability: a preliminary investigation”. Under Submission. 48 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIII Ciclo III anno STUDIO DEI FARMACI PSICHIATRICI COME FATTORE DI RISCHIO PER LE CADUTE IN ANZIANI ISTITUZIONALIZZATI VALUTAZIONE DELLA LORO RELAZIONE ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI STRUMENTI DI INDAGINE NEUROPSICHIATRICA Alessandro Grecchi Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria In una prima fase, in seguito alla validazione in lingua italiana dello strumento di indagine neuropsichiatrica NPI-NH (Neuropsychiatric Inventory-Nursing Home), è stato possibile descrivere la sintomatologia riscontrata nel campione considerato all’interno della RSA Fratelli Molina e confrontarla con analoghi studi svolti all’interno di nursing home europee. Nella seconda fase dello studio ci si è concentrati sulla relazione tra i sintomi neuropsichiatrici e le classi farmacologiche utilizzate nell’intervento clinico alla luce di quanto riportato in letteratura. L’obiettivo della terza fase dello studio riguarda il follow up a distanza di un anno dalla prima somministrazione. La prevalenza sintomatologica verrà confrontata con i dati della precedente somministrazione e con quelli dello studio di Lange et. al. del 2004 che presenta nel campione soggetti affetti da patologia psichiatrica. Verrà inoltre valutato l’utilizzo delle classi farmacologiche (antidepressivi, antipsicotici e ansiolitici) all’interno delle RSA e si confronteranno con i dati già acquisiti. I dati ottenuti verranno correlati con l’evento cadute qualora questo sia significativo. Metodi - Il campione reclutato per lo studio di follow up è costituito da 43 pazienti affetti da demenza e/o patologia psichiatrica reclutati tra gli ospiti della RSA “Fratelli Molina” tra aprile e luglio 2009. Dell’originario campione di 53 pazienti 9 sono decedeuti e 1 è stato trasferito in altra RSA. I caregiver arruolati per lo studio sono stati 12 infermieri professionali (analogamente a quanto avvenuto per la prima somministrazione). Il gruppo di ricerca che ha partecipato al follow up è costituito da 1 medico psichiatra e 1 laureato in medicina e chirurgia entrambi esperti nella somministrazione della NPI-NH. Risultati - Dai risultati emersi dal raffronti tra le prevalenze sintomatologiche nello studio di validazione, nel follw up e in quello di Lange (Lange et al. 2004) non emergono differenze significative nella quasi totalità dei domini. Ad un anno di distanza si rileva un incremento del sintomo allucinazioni (30%) e un decremento nei disturbi del sonno (11,6%). 49 Per quanto riguarda la distribuzione percentuale delle calassi farmacologiche si è rilevato un incremento dell’utilizzo di ansiolitici (67,4%) e un decremento dell’utilizzo di antipsicotici (65,1%) che non rappresentano più la classe maggiormente utilizzata. L’utilizzo di antidepressivi si mantiene stabile. Non correlabile l’evento cadute per la sua rarità. Recapito per la corrispondenza: Dott. Alessandro Grecchi, Viale Ranzoni 23, 20149 Milano, Tel. 3470474950 E-mail [email protected] Docente Guida: Dott.ssa Camilla Callegari, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, 21100 Varese, Italy E-mail [email protected] Pubblicazioni BARANZINI F, DIURNI M, GRECCHI A, BERTO E, COLOMBO D. Studio di Validazione della Versione Italiana della Neuropsychiatric Inventory Nursing Home in una popolazione psicogeriatrica. Poster presentato ad Attualità in Psichiatria-Il contributo dei giovani ricercatori. Milano-Università degli Studi, 22 Aprile 2009. 50 Corso di Dottorato di ricerca in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXII Ciclo III anno EFFETTI CARDIOVASCOLARI DEI FARMACI ANTIPSICOTICI DI SECONDA GENERAZIONE (SGA) Fabio Salvatore Salvaggio Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Varese Premesse: sono ormai noti gli effetti a carico dell’apparato cardiovascolare dei farmaci antipsicotici di prima generazione. In alcuni casi, i dati di letteratura sono tali da condizionare in modo rilevante la quotidiana pratica clinica. In merito alla potenziale tossicità cardiaca dei farmaci antipsicotici di seconda generazione (SGA) al momento non sembrano invece emergere opinioni unanimemente condivise. Alcuni studi evidenziano l’aumento della frequenza cardiaca in pazienti in terapia con risperidone e ziprasidone, mentre altri concentrano la propria attenzione sul prolungamento dell’intervallo QTc nei pazienti che assumono clozapina. Obiettivi: la ricerca si pone come obiettivo quello di fornire un quadro il più completo possibile degli effetti cardiovascolari dei SGA, valutando in particolare i valori di QT, QTc, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Metodi: In questi due anni sono stati reclutati i pazienti che hanno iniziato il trattamento con un farmaco antipsicotico di seconda generazione (SGA) drugnaive (alla prima prescrizione di terapia antipsicotica) o che hanno effettuato uno switch farmacologico da un antipsicotico a un altro. I pazienti, arruolati nello studio a partire da ottobre 2008, sono stati sottoposti a valutazioni elettrocardiografiche (con particolare attenzione ai valori di QT e QTc), oltre che alla rilevazione manuale della frequenza cardiaca. Tali valutazioni sono state effettuate in due occasioni: prima dell’inizio del trattamento (T0) e dopo due mesi (T1). Risultati: I pazienti di cui al momento è stato già effettuato il secondo controllo al T1 sono 31, 19 uomini e 12 donne. L’età media del campione è di 41,8 anni (min: 22, max: 82, d.s.: 15,02). 21 pazienti risultano alla prima prescrizione di terapia antipsicotica, 4 assumevano in precedenza aripiprazolo, 3 aloperidolo, 2 quetiapina e 1 risperidone. Le molecole coinvolte sono: risperidone, paliperidone, aripiprazolo, olanzapina, ziprasidone e quetiapina. 51 Al momento non emergono modificazioni dei parametri in oggetto sia considerando l’intero campione, sia prendendo in esame le singole molecole. Recapito per la corrispondenza: Dr. Fabio Salvaggio, Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese. Tel. 328 6770202 E-mail [email protected] Docente Guida: Dott.ssa Camilla Callegari, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9, 21100 Varese, Italy E-mail [email protected] Pubblicazioni = 52 53 54 Appunti 55 Appunti 56 57 58