azione sociale - Facoltà di Scienze Politiche

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ALESSANDRO MONGILI - CORSO DI SOCIOLOGIA A.A. 2000-2001 – TESTI DEI LUCIDI SU SUPPORTO WORD
MODERNITÀ
1.
la nascita dell’economia capitalistica.
2. la nascita dello stato moderno.
3. la cultura moderna dell’individuo e della
razionalità. Razionalizzazione e disincanto
del mondo.
4. il mutamento sociale.
5. differenziazione ed autonomizzazione
delle diverse sfere della vita sociale (lo
Stato, l’economia, la religione, la
cultura, ecc.).
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IL CAPITALISMO
Karl Marx (1818-1883)
 Il modo di produzione capitalistico è
caratterizzato da forme di divisione
del lavoro e forme di proprietà
dominanti al suo interno (forze
produttive e rapporti sociali di
produzione).
 Esso è succeduto ad altri modi di
produzione, che sono stati superati
sulla base delle contraddizioni proprie
ad ogni stadio economico, fra forze
produttive
e rapporti sociali di
produzione, portate da classi sociali
antagoniste.
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IL CAPITALISMO
Werner Sombart (1863-1941)
 L’economia monetaria di scambio
rimpiazza qualsiasi altro tipo di
scambio in ogni tipo di transazione
economica.
 I capitalisti non mirano più
all’accumulo di ricchezza, ma al
profitto per le loro aziende ed al suo
reinvestimento nell’impresa.
 Organizzazione
razionale
dell’impresa, dal punto di vista
finanziario, produttivo, tecnologico.
Connessione fra industria, scienza e
tecnologia.
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ALL’ORIGINE DEL CAPITALISMO
Max Weber (1864-1929)
 Cessione o vendita di beni
pubblici.
 Nascita
delle
società
(associazioni
per
fini
economici).
 Adozione della
razionale.
contabilità
 Nascita di una politica
economica razionale da parte
degli Stati.
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ALTRI FENOMENI
1. Grandi crisi speculative.
2. La trasformazione del commercio.
3. Il colonialismo europeo (XVI-XVII
secc.).
4. Lo sviluppo della tecnica industriale.
5. La formazione della borghesia e
quindi della cittadinanza.
6. La nascita dello Stato moderno e
della
politica
economica
(mercantilismo).
7. Presenza di un ethos razionale nella
condotta di vita.
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CRISI DELL’AGRICOLTURA
FEUDALE
a) Rivoluzione nelle campagne e
privatizzazione delle terre comuni e
degli
usi
civici
(Enclosures
nell’Inghilterra dei secoli XVII e
XVIII; Editto delle chiudende in
Sardegna nel 1830).
b) “Espulsione” dei contadini dalle
campagne alle città.
c) Un nuovo ceto di uomini nuovi (in
Inghilterra, la piccola nobiltà e i
contadini benestanti) abbandona gli
usi feudali nelle tecniche produttive e
nei rapporti di produzione feudali
(servitù della gleba, corvée in natura,
corvée in lavoro) a favore del rapporto
di lavoro salariato.
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DALL’ARTIGIANATO
ALL’INDUSTRIA
 Crisi delle corporazioni.
 Trasformazione degli artigiani più intraprendenti in
imprenditori, dei loro apprendisti in salariati.
 Sviluppo del lavoro a domicilio (putting out o Verlag)
 Nascita delle prime manifatture: la produzione cessa
di essere un’appendice dell’attività commerciale per
diventare un’attività autonoma.
DUE APPROCCI TEORICI AL RUOLO DEL
MERCATO DELLE MERCI PER LA NASCITA DEL
CAPITALISMO
a): La sfera della circolazione delle merci si troverebbe
all’origine della disgregazione dei rapporti feudali e della
nascita del capitalismo, con la sua espansione, la
formazione di un mercato mondiale delle merci e con la
creazione di un ceto mercantile (Pirenne, Braudel).
b): Secondo Maurice Dobb, ma anche Marx e Weber, il
commercio non era eversivo per il feudalesimo, ma ne
rappresentava il contorno. È la nascita della fabbrica e
della produzione manufatturiera a modificare
definitivamente la situazione.
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GLI IMPRENDITORI, UOMINI NUOVI
I protagonisti del processo che portò alla
formazione del capitalismo furono innovatori
(Schumpeter) e outsiders.
Innovatori: nelle tecniche, nei prodotti, nella
ricerca di materie prime, di nuovi mercati.
Mira a proporre al mercato nuove merci per
prezzi più bassi o comunque vendute in modo
nuovo.
Innovatori: nella mentalità. Incominciano ad
affermarsi i valori borghesi del lavoro
sistematico, del risparmio, dell'orgoglio per le
proprie capacità, per la propria intelligenza, per
il successo conseguito con i propri sforzi.
Outsiders:
il nuovo approccio alla vita
economica sorge in membri di minoranze
etniche, religiose, o in gruppi sociali privi di
onore nella società feudale, come i mercanti.
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L’ETHOS RAZIONALE
Max Weber [PRON.: Veber]: L'etica protestante e
lo spirito del capitalismo (1904-5).
 Accumulo delle ricchezze all’unico fine del
loro reinvestimento nell’impresa.
 L’impresa è gestita in modo razionale, in
modo da consentire una costante o maggiore
redditività, un guadagno sempre rinnovato e
mai eroso, come era invece il caso della
vecchia rendita feudale.
 Il capitalista delle origini non aspirava ad
integrarsi nell’aristocrazia (come ancora i
mercanti
e
banchieri
italiani
del
Rinascimento), né ad adottarne lo stile di vita
sofisticato e dispendioso.
 Ideale di vita sobria, regolata come quella di
un monaco, socialmente irreprensibile,
sottoposta al controllo sociale dei membri
della stessa congregazione religiosa.
 Ascesi
intramondana.
Comportamento
motivato inizialmente su base religiosa.
Corrente riformata (calvinista, puritana) del
Protestantesimo.

Reinterpretazione
puritana della dottrina della predestinazione
del Calvinismo.
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CALVINISMO, RELIGIOSITÀ
DIFFUSA, LEGITTIMAZIONE
RELIGIOSA DEL
COMPORTAMENTO BORGHESE
 Traduzione luterana di mela’kah [nella Vulgata
come opus oppure officium] come Beruf, ovvero
professione, mestiere, ma anche vocazione.
 Dottrina della predestinazione. Giovanni Calvino
(1509-1564): Gli uomini esistono solamente per
l’amore di Dio. La loro vita risponde all’oscuro
disegno divino. Ogni azione di giustizia umana è
una prova dell’umana superbia ed è peccato.
 Dottrina della grazia: Tutti gli uomini sono
indegni a causa del peccato originale. Alcuni però
sono eletti a prescindere dalle loro opere, in virtù
della grazia di Dio concessa loro ab aeterno, che
non scade mai.
 Cristo è morto solo per gli eletti.
 Segno della grazia è una vita retta. Dubitare di far
parte degli eletti se si è membri della Chiesa
cristiana riformata è opera del demonio.
 100 anni dopo Calvino, i calvinisti inglesi
(PURITANI)
RADICALIZZANO
E
ADATTANO il calvinismo.
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I Puritani
 La Chiesa riformata non ha preti, né sacramenti, né
confessione, né assoluzione. Il Calvinista è solo
rispetto alla volontà del Creatore. All’incertezza la setta
puritana risponde con un ferreo controllo sociale.
Finisce la doppia morale.
 Esso non è più diretto alla dottrina, alla fede, ma alla
verifica del retto comportamento, ovvero: lavoro
incessante (che sostituisce la preghiera), studio e
riflessione sulla Scrittura. Solo la vita attiva è
all’altezza dell’ideale puritano di devozione religiosa.
 La ricchezza non è più condannata, anzi è segno della
grazia divina, anche se ogni spesa che serva al piacere
terreno è moralmente sospetta.
 Le comunità puritane si arricchirono enormemente,
ma laboriosità e parsimonia condussero alla ricchezza
e alla secolarizzazione.
 Il Puritanesimo si trasforma in una serie di modelli di
comportamento indipendenti dalla matrice religiosa, e
che verranno da allora in poi spiegati su base razionale
e utilitaristica sino ad oggi, DIFFONDENDOSI E
DIVENTANDO IL TIPICO COMPORTAMENTO
BORGHESE.
 Mentre
i
Puritani
volevano assumere un
comportamento razionale rispetto allo scopo del
profitto della propria impresa, noi oggi dobbiamo
farlo, perché questo è il comportamento che ci si
aspetta da noi.
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LO STATO MODERNO
1. Nei Paesi privi di tradizioni
comunali un solo Sovrano governa
grandi territori: nei secc. XVII-XVIII
egli acquisisce il monopolio della forza
legittima.
2. Le necessità di finanziare le armate
spingono i Sovrani assolutistici ad
assicurarsi un flusso finanziario
costante, garantito dal monopolio
fiscale dello Stato.
3. Lo Stato avoca a sé la prerogativa di
battere moneta: è il monopolio del
conio o monetario.
4. Il monopolio dell’amministrazione
della giustizia porta alla nascita di un
ceto di giuristi stipendiati. Nasce un
diritto razionale non più basato
sull’arbitrio ma su norme scritte
precise.
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DALLO STATO MODERNO
ASSOLUTISTA ALLO STATO DI
DIRITTO
FATTORI CAUSALI:
Ascesa della borghesia con la diffusione del
mercato e dell'economia capitalistica.
Creazione di una burocrazia specializzata.
Mutamento del clima culturale: la Riforma
protestante, le idee dell'Illuminismo.
FATTORI SCATENANTI: le rivoluzioni
inglese, francese, americana.
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STATO DI DIRITTO
Già in epoca assolutistica, il diritto si evolve
VERSO UN CRESCENTE PREDOMINIO
DELL'UGUAGLIANZA GIURIDICA FORMALE
E DI NORME OGGETTIVE FORMALI.
Diritti di cittadinanza individuale in quanto è
all'individuo, come componente del popolo, che fa
capo la sovranità dello Stato.
La sovranità dello Stato, derivante dal popolo, è
sottoposta a una Costituzione o a uno Statuto
(concesso dal sovrano) che vincola popolo e
sovrano a specifici diritti e doveri.
Nasce il cittadino (che prende il posto del suddito)
sottoposto ai comandi di una legge e non di una
persona .
( M. Weber  potere legale razionale)
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La cultura della modernità:
individualismo e razionalismo
Protagonisti: l'imprenditore e il cittadino.
VALORI DELL'INDIVIDUALISMO:
a) vale l'individuo con le sue caratteristiche
personali e non la persona in quanto
appartenente ad un gruppo ( di sangue, di
razza, di ceto).
b) l'individuo viene concepito come padrone della
propria esistenza, libero di seguire le sue
inclinazioni e le sue "doti".
c) fa la comparsa una religiosità interiore,
individuale, slegata dai dogmi delle chiese.
d) si afferma l'idea di un "diritto naturale" che
prevede che gli esseri umani nascano "liberi e
uguali".
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IL RAZIONALISMO
a) la ragione è la facoltà più
nobile dell'essere umano.
b) attraverso la ragione l'essere
umano può accedere alla
verità.
c) attraverso la ragione l'essere
umano può governare la sua
vita e il suo destino.
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DISINCANTO RISPETTO AL MONDO
(Max Weber)
 Sia ad Atene che a Gerusalemme le
radici dell’Occidente si caratterizzano
per un disincanto rispetto al mondo.
 Nella tradizione cristiana, il sacro è
posto su un piano totalmente
trascendente. Ciò consente di guardare
al mondo e alla natura come realtà
oggettiva e di negare la magia.
 Per governare gli eventi l’uomo può
ricorrere alla tecnica ed alla
previsione.
 Effetto drammatico (Tolstòj)  “Per
l’uomo civilizzato la morte perde di
significato, perché la vita individuale
[…] è immersa nel progresso e
nell’infinito, nella possibilità del
mutamento” (Cfr. La morte di Ivàn
Il’ìc).
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RAZIONALIZZAZIONE
 L’essenza del processo di
razionalizzazione o modernizzazione
  Tendenza generale all’uso della
conoscenza, in un contesto di relazioni
impersonali (“di lavoro”), con lo scopo
di raggiungere un controllo maggiore
sul mondo circostante.
  Applicazione di un’attitudine
razionale rispetto allo scopo ad ambiti
sempre maggiori.
  Estendersi alla società nel suo
complesso di ordinamenti razionali,
anche in società per altri versi
dominate da altre razionalità e da
comportamenti
tradizionali
e
ripetitivi.
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I MODELLI DICOTOMICI
La modernità come l’opposto della
tradizione
Henry James Sumner Maine: Ancient Law ( 1861)
LEGGI DIVERSE NELLE SOCIETA' PREMODERNE E
MODERNE
SOCIETA' PREMODERNE: LO STATUS
( ASCRITTO) DETERMINA I DIRITTI E I DOVERI
DELLE PERSONE: REGOLA I RAPPORTI
FRA PADRE E FIGLIO
FRA PADRONE E SERVO
FRA SIGNORE E SUDDITO.
SOCIETA' MODERNE: IL CONTRATTO
DETERMINA I DIRITTI E I DOVERI DELLE
PERSONE CHE QUESTE LIBERAMENTE SI
ASSUMONO QUANDO STIPULANO FRA LORO UN
CONTRATTO.
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ÉMILE DURKHEIM
De la division du travail social (1893)
 La società moderna è caratterizzata da una crescente
divisione del lavoro,
 questa crescente divisione del lavoro provoca la
nascita dell’individualismo: I valori e le norme
condivise entrano in crisi.
 Come è possibile allora che le persone stiano assieme,
che collaborino, che non si generi quella che
Durkheim chiama l’ANOMIA?
Durkheim presenta due modelli di società, una
premoderna e una moderna:
Società premoderna:
Società moderna
Piccoli gruppi: poca densità
densità di scambi
Scarsa divisione del lavoro
Grandi gruppi: grande densità
di scambi
Divisione del lavoro alta:
funzioni differenziate
Unità sociali simili: famiglia,
clan, tribù.
Differenza, interdipendenza
Tutti vanno soggetti alle stesse
regole
Solidarietà meccanica
Solidarietà organica
Diritto repressivo
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Diritto restitutivo
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FERDINAND TÖNNIES
COMUNITÀ E SOCIETÀ (1887).
COMUNITA': VINCOLI DI SANGUE,
DI VICINATO , DI AMICIZIA.
Nella comunità i rapporti sono
improntati ad intimità, riconoscenza,
fondati su esperienze comuni.
La disuguaglianza non si può sviluppare
oltre certi limiti.
SOCIETA': RAPPORTI DI SCAMBIO.
Nella società gli individui entrano in
rapporti fra loro non con la totalità
della loro persona ma in base alle loro
specifiche prestazioni.
Gli individui sono separati, isolati, in un
rapporto di tensione con gli altri.
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TALCOTT PARSONS (1951)
Lo schema delle pattern variables
 Per spiegare la modernità e i comportamenti
individuali bisogna tenere conto di alcuni
fattori di ordine culturale essenziali.
 Questi sono gli orientamenti di valore e
normativi che si sono affermati nel corso
del tempo.
 Egli ha elaborato uno schema concettuale
formato da CINQUE COPPIE DI
TERMINI, che delineano i tratti
fondamentali degli orientamenti di valore e
normativi.
SCHEMA DELLE VARIABILI MODELLO
Affettività
Neutralità affettiva
Orientamento
all’interesse privato
Orientamento
all’interesse collettivo
Particolarismo
Diffusione
Ascrizione
Universalismo
Specificità
Acquisizione
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PATTERN VARIABLES
1) Uno dei tratti della modernità è il fatto che ci siano delle norme sociali e
dei valori che regolano le manifestazioni dell’affettività e l’espressione
delle emozioni. In molte situazioni della vita, particolarmente nella vita
pubblica, sono molto apprezzate le persone che sanno controllare i propri
sentimenti, le proprie emozioni e i propri impulsi, mentre è considerato
negativamente chi li lasci trapelare apertamente. L’espressione
dell’affettività ( amore e odio) resta confinata nella sfera privata, dove i
rapporti sono più intimi e personalizzati. ( esami; negozi; contratti)
2) La società moderna opera una netta distinzione tra situazioni in cui ci si
aspetta che una persona agisca perseguendo il proprio interesse individuale
e situazioni nelle quali l’interesse individuale dovrebbe passare in secondo
piano. Interesse individuale: transazioni di mercato
Interesse collettivo: politica, medicina, scienza.
3)sono universalistiche le situazioni in cui gli individui vengono
considerati in base a caratteristiche che condividono con altri individui o
con tutti: uguali diritti politici, concorsi ed esami in base al merito ecc:
sono particolaristiche le situazioni in cui gli individui vengono considerati
in base a caratteristiche non condivise con altri: l'appartenenza familiare, il
ceto ecc
4) rapporti di ruolo vs rapporti personali
5) nascita, sesso, razza vs. laurea, elezione ad una carica ecc
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Nella modernità è bene controllare le proprie emozioni, è bene saper
perseguire un bene collettivo anche quando confligge con l’interesse
individuale, è bene trattare gli altri in modo imparziale secondo principi
universalistici, è bene saper mantenere i confini di ruolo; è bene trattare gli
altri per quello che fanno piuttosto che per quello che sono
Va sottolineato che si tratta di VALORI
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AZIONE SOCIALE
Per azione sociale si deve intendere
“ un agire che sia riferito al
comportamento di altri individui – secondo
il senso dell’agente - e orientato nel suo
corso in base a questo.” (Max Weber)
“Uno per l’altro, con l’altro e contro l’altro”
[Georg Simmel]
SENSO: SIGNIFICATO INTENZIONALE DEL
COMPORTAMENTO DELL’ATTORE.
SENSO: DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE
AGIRE: FARE, TRALASCIARE, SUBIRE.
TIPOLOGIA DELL’AZIONE SOCIALE (M.Weber)
1. AZIONI RAZIONALI RISPETTO ALLO
SCOPO.
2. AZIONI RAZIONALI RISPETTO AL
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VALORE.
3.
AZIONI
AFFETTIVAMENTE.
DETERMINATE
4. AZIONI TRADIZIONALI.
Relazione sociale: DUE O PIU’
INDIVIDUI CHE ORIENTANO
RECIPROCAMENTE LE LORO AZIONI.
RELAZIONI SOCIALI COOPERATIVE
RELAZIONI SOCIALI CONFLITTUALI.
RELAZIONI SOCIALI STABILI O TRANSITORIE.
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DUE O PIU’
PERSONE IN RELAZIONE FRA
LORO AGISCONO REAGENDO
ALLE AZIONI ALTRUI
(dimensione dinamica della relazione)
Interazione sociale:
INTERAZIONE DIRETTA: FACCIA
A FACCIA OPPURE
COMPRESENZA FISICA.
INTERAZIONE INDIRETTA: SENZA
LA PRESENZA FISICA DI ALTRE
PERSONE.
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Gruppo sociale:
INSIEME DI
PERSONE CHE INTERAGISCONO
CON CONTINUITA’ SECONDO
SCHEMI RELATIVAMENTE
STABILI, LE QUALI SI
DEFINISCONO MEMBRI DEL
GRUPPO E SONO DEFINITE COME
TALI DA ALTRE. [Robert K. Merton]
RELAZIONI DI GRUPPO COOPERATIVE e/o
CONFLITTUALI
Ma relazioni esclusivamente conflittuali non danno
luogo ad un gruppo.
AGGREGATI.
CATEGORIE SOCIALI.
LE DIMENSIONI DEI GRUPPI :
da due persone fino a migliaia.
I caratteri dei gruppi cambiano a seconda della loro
dimensione.
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LO STUDIO DEI PICCOLI GRUPPI
(Georg Simmel)
Diadi: gruppi di due persone. Se uno decide di uscire
il gruppo scompare. Fragilità strutturale, forte
personalizzazione, alto coinvolgimento emotivo.
A CAUSA DI QUESTE PROPRIETA’ ALCUNE
RELAZIONI A DUE SONO RIGIDAMENTE
PROTETTE DA NORME SOCIALI (amore, amicizia)
Triadi: gruppi di tre persone. Tipiche interazioni
delle triadi:
1) la configurazione del mediatore.
2) la configurazione del tertium gaudens
NEI PICCOLI GRUPPI DI DIMENSIONI SUPERIORI
A TRE:
1) nei gruppi di numero pari vi è un maggior grado di
disaccordo e antagonismo che nei gruppi di numero
dispari.
2) i gruppi composti da cinque persone sono quelli che
registrano il massimo di soddisfazione dei membri.
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I CONFINI DEI GRUPPI
CONFINI DEFINITI E NON DEFINITI.
DEFINIZIONE DEI CONFINI A SECONDA DELLA
DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE.
A) CONFINI E GRADO DI COMPLETEZZA DEI
GRUPPI: QUANTE PIU’ PERSONE CHE HANNO I
REQUISITI PER APPARTENERE AD UN GRUPPO
VI APPARTENGONO EFFETTIVAMENTE TANTO
PIU’ IL GRUPPO E’ COMPLETO.
B) PIU’ UN GRUPPO E’ COMPLETO PIU’ E’ ALTA
LA SUA INFLUENZA SOCIALE.
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TIPI DI NON MEMBRI
(Robert K. Merton)
L’appartenenza definisce anche la non
appartenenza.
Status di non membro definito dal
gruppo:
Atteggiamenti dei
non membri:
Con requisiti per
l’appartenenza
Senza i requisiti per
l’appartenenza
Aspira a far
Candidato
Uomo marginale.
all’appartenenza.
parte del
gruppo
Indifferente
Membro
potenziale.
Non membro
neutrale.
Deciso a
Non membro
Non membro
antagonista (outgroup).
autonomo.
NON far
parte del
gruppo
a) il gruppo è gruppo di riferimento
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b) il gruppo deve fare propaganda.
c) il gruppo deve guardarsene.
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I RUOLI SOCIALI
Il termine RUOLO è usato per indicare l’insieme di
comportamenti che tipicamente ci si aspetta da una
persona che del gruppo fa parte.
Il termine RUOLO è usato per indicare l’insieme di
comportamenti che tipicamente ci si aspetta da una
persona che occupa una posizione sociale.
I RUOLI possono essere:
a) SPECIFICI: in questo caso ci si aspetta dal
detentore di un ruolo un insieme di comportamenti
limitati e specifici.
b) DIFFUSI: in questo caso ci si aspetta dal
detentore di un ruolo un insieme ampio e non
definito di comportamenti.
OGNI PERSONA HA TANTI RUOLI
QUANTE SONO LE SUE
APPARTENENZE
Le persone possono “interpretare” i
loro ruoli.
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CON RIFERIMENTO AI RUOLI IN
QUANTO SCHEMI DI
COMPORTAMENTI ATTESI SI
POSSONO DISTINGUERE:
A) GRUPPI PRIMARI: piccoli,
interazione faccia a faccia, ruoli diffusi,
con contenuti affettivi e molto
personalizzati.
B) GRUPPI SECONDARI: grandi
dimensioni, ruoli specifici, interazioni
generalmente indirette, impersonalità e
freddezza.
Con riferimento all’esistenza o meno di un
regolamento o uno statuto vi sono:
a) GRUPPI FORMALI
b) GRUPPI INFORMALI.
Nei gruppi si hanno fenomeni di potere
così come nelle relazioni.
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POTERE: possibilità di trovare obbedienza ad
un comando che abbia un contenuto specifico.
POTENZA (Macht): generale possibilità di
condizionare il comportamento altrui, anche
senza comandi diretti.
AUTORITA’ (Herrschaft): diritto di dare
ordini e doveri di ubbidire.
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IL CONFLITTO NEI GRUPPI
a) con il conflitto con altri gruppi i soggetti
acquistano o conservano più facilmente la
loro identità di gruppo e aumenta la
coesione interna al gruppo
( conflitti religiosi, etnici, politici)
in-group/out-group
capro espiatorio.
b) i gruppi che richiedono un alto investimento
affettivo sono capaci di limitare i conflitti ma
se questi esplodono possono distruggere il
gruppo. “Patto fondamentale” o altro.
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COMPORTAMENTI COLLETTIVI
( non sono comportamenti di gruppo)
Si ha un comportamento collettivo quando un
insieme di individui sottoposti allo stesso
stimolo reagiscono e agiscono senza fare
riferimento a ruoli definiti.
a)
b)
c)
d)
e)
la moda
la reazione collettiva ai disastri.
le sommosse.
le ondate di violenza e pregiudizio nei confronti di
gruppi minoritari.
una diceria incontrollata.
HANNO QUESTA ORIGINE:
1) IL PANICO: reazione spontanea collettiva,
che porta a perdita di controllo sulle
proprie reazioni, rafforzata nell’osservare
il comportamento altrui. Ognuno pensa a
se’.
2) LA FOLLA : insieme di persone che,
rispondendo ad uno stimolo comune,
sviluppano atteggiamenti comuni.
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a) folla espressiva: sfogo di tensioni sociali e
psicologiche con comportamenti che esprimono una
gioia, un dolore, una credenza condivisa ( raduno di
reduci, festa rock, un rito religioso)
b) folla attiva: l’attenzione e i sentimenti degli
individui sono orientati verso cose o persone
definite che diventano oggetto di azioni spesso
conflittuali.
Unanimità di opinioni e sentimenti
REAZIONE CIRCOLARE. Rafforzamento di un
atteggiamento individuale sulla base della percezione
che esso è condiviso da altri.
UN PUBBLICO: insieme di persone che
affrontano uno stesso problema, hanno
opinioni diverse su come affrontarlo e
discutono su questo.
Tipico comportamento di pubblico è
L’INTERAZIONE INTERPRETATIVA. Un
messaggio che arriva da altri riceve una
risposta con contenuto diverso.
DOVE CI SONO SISTEMI POLITICI
DEMOCRATICI VI SONO
COMPORTAMENTI DI PUBBLICO.
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DOVE CI SONO GOVERNI TOTALITARI
VI SONO COMPORTAMENTI DI FOLLA E
DICERIE.
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ERVING GOFFMAN E LA VITA QUOTIDIANA
Studio degli eventi che si verificano durante
una compresenza e in virtù di una
compresenza.
Ribalte e retroscena.
Interazione focalizzata e interazione non
focalizzata.
Disattenzione civile.
GIOCHI DI FACCIA:
1.fare in modo di presentare se stessi nella
migliore luce possibile ma anche credibile.
2.pur essendoci vincitori e vinti è essenziale, se
non si vuole rischiare la relazione, che tutti
“salvino la faccia”.
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AZIONE E SIGNIFICATO DELL’AZIONE
IL VERSTEHEN WEBERIANO ( paradigma dell'azione).
IL PARADIGMA CAUSALE ( prospettiva olistica, teorie
sistemiche; Durkheim, funzionalismo).
Rispetto al significato dell’azione le
conseguenze dell’azione possono essere per
l’attore impreviste, non attese, non volute.
Effetti di composizione: così sono chiamate le
conseguenze non intenzionali dell’azione
SISTEMI DI INTERAZIONE: Le conseguenze non previste
dell’azione possono fare riferimento a proprietà emergenti
dall’interazione, di solito fra un gruppo piccolo di persone.
Risalire la catena causale è relativamente semplice.
SISTEMI DI INTERDIPENDENZE: le conseguenze non
previste dell’azione possono invece riflettersi su molte persone,
non presenti all’interazione, anche su intere società
DUALISMO (DUPLICITÀ) DELLA STRUTTURA
“È l'uomo a fare la storia ma in condizioni non scelte da
lui”. (K. Marx)
Le strutture sociali devono essere viste come un limite
ma anche una risorsa per l'attore.
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Modelli piuttosto che leggi per studiare come la società
funziona.
I modelli sono costruzioni formali che servono per
interpretare realtà diverse, che valgono a certe
condizioni, ma che non fotografano la realtà.
Modelli: capitalismo, burocrazia, sistemi di
stratificazione, Stato ecc
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GRUPPI ORGANIZZATI
a) associazioni: insieme di persone che si
uniscono per perseguire interessi e ideali
simili.
b) Il fenomeno dell'associazionismo.
c) associazionismo in America e democrazia
(Alexis de Tocqueville)
Anche le associazioni possono darsi
organizzazioni per perseguire i propri fini, ma
le organizzazioni non sono associazioni.
Le organizzazioni
LE ORGANIZZAZIONI SONO UFFICI STABILI
APPOSITAMENTE
COSTITUITI
PER
RAGGIUNGERE
DETERMINATI
FINI,
CON
PERSONALE SPECIALIZZATO, RETRIBUITO, E
AGLI ORDINI DI UN RESPONSABILE.
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MODELLO (tipo ideale)
WEBERIANO DI
BUROCRAZIA
1) DIVISIONE STABILE E SPECIALIZZATA DI
COMPITI, STABILITA DA REGOLE CHE
PRESCRIVONO COME COMPORTARSI IN OGNI
SITUAZIONE. Le regole definiscono i ruoli
organizzativi – quel che si può o non si può fare – e il
modo in cui trattare i problemi.
2) UNA STRUTTURA GERARCHICA: ogni posizione
nella gerarchia prevede la sfera di potere che inerisce
alla posizione. Gli ordini vanno dall’alto verso il
basso, il contenuto degli ordini viene circoscritto dalle
regole.
3) LA SPECIALIZZAZIONE ADEGUATA AD OGNI
POSIZIONE: accesso per credenziali educative, per
concorso, meccanismi di avanzamento di carriera,
lavoro a tempo pieno.
4) RETRIBUZIONE IN DENARO proveniente
dall’organizzazione e MAI dai clienti.
5) LA POSIZIONE non può essere venduta né
trasmessa per eredità.
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EFFICIENZA DELLA BUROCRAZIA
in confronto ai modi di amministrare del passato: per
benefici e per vendita o trasmissione ereditaria delle
cariche. Cariche affidate a dilettanti legati al
detentore del potere da rapporti particolaristici (
familismo, nepotismo).
INEFFICIENZA DELLA BUROCRAZIA:
il formalismo burocratico ( Merton)
I GIOCHI DI POTERE ( Crozier)
Ruoli prevedibili e ruoli imprevedibili.
Ruoli prevedibili: molto regolamentati.
Ruoli imprevedibili: poco regolamentati.
ALL’INTERNO DI UN’ORGANIZZAZIONE IL
CONFLITTO PUO’ AVERE AD OGGETTO LA
RICHIESTA DI REGOLAMENTARE I RUOLI
ALTRUI POCO REGOLAMENTATI, E DI
RENDERE PIU’ INCERTI I PROPRI. CONFLITTO
DI GRUPPO.
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DIVERSE CONFIGURAZIONI
ORGANIZZATIVE A SECONDA DELLE
CONDIZIONI IN CUI LE ORGANIZZAZIONI
OPERANO:
certezza o incertezza ambientale.
(H. Mintzberg)
a) organizzazioni a struttura semplice
( azienda artigiana)
b) burocrazia meccanica ( burocrazia weberiana).
c) burocrazia professionale ( i professori universitari,
i medici di un’ospedale).
d) a struttura divisionale ( settori indipendenti che
possono auto- organizzarsi, coordinati da obbiettivi generali).
e) adhocrazia ( gruppi di lavoro con compiti specifici, senza
gerarchie interne, auto- organizzati).
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RAZIONALITA’ DEGLI ATTORI DI
UN’ORGANIZZAZIONE
M.WEBER: RAZIONALITA’ RISPETTO
ALLO SCOPO: valutazione dei mezzi rispetto ai
fini, valutazione dei fini rispetto alle
conseguenze, valutazione dei diversi fini e dei
loro rapporti.
H. SIMON: RAZIONALITA’ LIMITATA:
aspira non ad ottenere i massimi risultati
astrattamente possibili ma risultati
soddisfacenti.
Razionalità limitata di carattere SINOTTICO:
stabilità dell’ambiente.
Razionalità limitata di carattere
INCREMENTALE O STRATEGICA:
incertezza ambientale.
RAZIONALITA’ FUNZIONALE E
RAZIONALITA’ SOSTANZIALE (Karl
Mannheim).
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NATURA E CULTURA
Hanno origine genetica,
nell’uomo, le seguenti capacità
(distintive rispetto alle altre
specie animali):
 La stazione eretta
 La struttura della mano che consente
di contrapporre il pollice alle altre dita
 La capacità di emettere suoni
articolati.
Caratteri specifici della specie
umana :
 Capacità di apprendimento elevatissima.
 Dotazione istintuale poco differenziata.
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ALLA NASCITA
 Il neonato sa solo piangere, succhiare,
respirare e dormire.
 È un fascio di potenzialità il cui sviluppo
sarà condizionato dal suo ambiente
sociale.
COME
SOPRAVVIVERE
SOCIETÀ?
NELLA
 È necessario l’apprendimento di
molte competenze
 A causa della scarsa dotazione istintuale
dell’essere umano.
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SOCIALIZZAZIONE
 Trasmissione ai nuovi venuti
del PATRIMONIO CULTURALE
accumulato dalle precedenti
generazioni.
 Essa si rende necessaria a
causa del flusso incessante di
membri in entrata e in uscita.
QUESTA TRASMISSIONE SI
CHIAMA SOCIALIZZAZIONE
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Che cos’è
IL PATRIMONIO CULTURALE DI
UNA SOCIETÀ?
 valori, norme, atteggiamenti.
 capacità, linguaggi.
Tutto ciò che consente ad una
società di esistere, di adattarsi al
suo ambiente esterno, di
modificarsi e di sopravvivere.
I patrimoni culturali non sono omogenei, non sono
stabili e non sono semplici.
La società moderna, complessa e
differenziata, dispone di patrimoni
culturali VARIABILI, COMPLESSI ED
INSTABILI.

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SOCIALIZZAZIONE
PRIMARIA
Processo attraverso il quale le competenze
sociali di base sono trasmesse a tutti gli
individui, qualunque posizione sociale
occupino:
competenza comunicativa,
capacità di entrare in rapporto
con gli altri, scambiando
affettività, prestazioni, risorse
Si tratta di competenze che consentono lo
sviluppo di legami sociali senza i quali la
società non esisterebbe.
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SOCIALIZZAZIONE
SECONDARIA
Trasmissione di competenze sociali
specifiche che consentono agli individui di
svolgere ruoli specifici.
Tali competenze sono condivise solo con
coloro che sono coinvolti nell’esercizio
degli stessi ruoli.
La socializzazione secondaria è
differenziata.
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CONSERVAZIONE E INNOVAZIONE NELLA
TRASMISSIONE DEL PATRIMONIO
CULTURALE
Nella società moderna, caratterizzata dal
mutamento sociale, chi socializza i
bambini può trasmettere loro,
principalmente:
1. i contenuti più innovativi del
patrimonio culturale.
2. gli elementi propri della
tradizione.
In ogni caso, la parte tradizionale del
patrimonio culturale, accumulatosi nei
secoli, costituirà la frazione più rilevante
delle competenze trasmesse, e la parte
innovativa una piccola quota.
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CONSERVAZIONE E INNOVAZIONE (2)
Nei primi tre anni un bambino si appropria
di competenze comunicative che l’umanità
ha acquisito nel corso di millenni.

PARALLELISMO FRA ONTOGENESI E
FILOGENESI
La FILOGENESI corrisponde
all’evoluzione della specie.
L’ONTOGENESI corrisponde allo
sviluppo dell'individuo.
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FASI DELLA SOCIALIZZAZIONE
PRIMARIA
A) Grande plasticità del bambino alla nascita:
vaste possibilità di sviluppo entro i limiti
posti dalle caratteristiche biologiche della
specie e dalla sua dotazione genetica.
B) alla nascita egli è in stato di assoluta
dipendenza dalla persona che lo cura.
C) Se chi lo cura risponde ai suoi bisogni il
bambino svilupperà un rapporto di fiducia
nei confronti dell’ambiente che lo circonda.
D) In caso contrario, il rapporto di sfiducia
che si instaura in questa fase avrà
conseguenze sulle esperienze successive
(Teoria dell’attaccamento di J. Bowlby).
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Meccanismi della
socializzazione
1. Affettività.
2. Reciprocità del rapporto adultobambino.
3. Determinazione di regole di
comportamento.
La mancata socializzazione:
 Un bambino non accudito nei primi anni
di vita non ha possibilità di
sopravvivenza.
 Un bambino male accudito nei primi anni
di vita non sarà in grado di sviluppare le
sue potenzialità e in seguito soffrirà di
handicap più o meno gravi.
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APPRENDIMENTO DELLE REGOLE DI
COMPORTAMENTO:
DUE MODELLI
A) Modello PREMI / PUNIZIONI.
B) Modello DI INTERAZIONE.
Premi / punizioni
Inadeguato a spiegare la
socializzazione umana. È un
modello troppo meccanico.
Per funzionare, almeno parzialmente,
ricompense e punizioni devono essere
dotati di coerenza e immediatezza.
Le punizioni tuttavia possono
avere effetti-paradosso.
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IL MODELLO SOCIALIZZATIVO È UN
MODELLO INTERATTIVO
PREMI E PUNIZIONI
1. Possono essere di tipo fisico o di tipo
psicologico.
2. Le sanzioni fisiche inducono ad un
rispetto esteriore della norma.
3. Le sanzioni di carattere psicologico
(minaccia della sottrazione
dell'affetto) portano più facilmente
all'interiorizzazione delle norme.
4. L'interiorizzazione delle norme è
facilitata dalle sanzioni positive di tipo
psicologico
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ALTRO GENERALIZZATO
(George Herbert Mead)
a) processo di astrazione e generalizzazione
che conduce un bambino a considerare
impersonali i comandi che prima gli si
presentavano come personali (prima: non
metterti le dita nel naso, ora: non si mettono
le dita nel naso)
b) il rispetto autonomo delle norme modella
l’immagine che il bambino ha di sé, la sua
identità.
 Il superamento della fase detta dell’ALTRO
GENERALIZZATO segna la fine della
socializzazione primaria.
(Corrisponde
al
processo
di
decentramento descritto da Jean Piaget
– 1896-1980 – psicologo ginevrino e
studioso dello sviluppo intellettuale).
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FASI DELLA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ

1. prima fase: distinzione fra il sé e il
mondo esterno (ovvero fra sé e la madre,
ma tutto l'esterno è visto come madre).
2. seconda fase: distinzione fra la madre
e altri adulti di cui si riescono ad isolare
le caratteristiche specifiche.
3. terza fase (a quattro anni):
tipizzazione di genere.
4. quarta fase: assunzione di nuovi ruoli.
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PROCESSI DELLA COSTRUZIONE
DELL’IDENTITÀ
 L’identità personale si sviluppa
parallelamente alla scoperta e
all’elaborazione cognitiva di un mondo
sociale che fa sempre più vasto e
complesso.
 Tale processo porta all’assunzione di
nuovi ruoli: l’identità diventa più
differenziata e specifica.
 L'identità personale si sviluppa
nell'interazione con gli altri ed è
contemporaneamente un'identità sociale.
(L’io specchio [looking-glass self] di
Charles Cooley: il senso di sé degli
individui è riflesso – mirrored –
attraverso lo sguardo degli altri).
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CRISI NEI PROCESSI DI
COSTRUZIONE
DELL’IDENTITÀ
 La costruzione dell’identità è segnata
da crisi che richiedono che un soggetto
cambi e, al medesimo tempo, mantenga
la propria identità.
 In presenza di un evento-svolta il
soggetto deve ristrutturare la propria
identità insieme alla propria mappa
cognitiva del mondo sociale esterno.
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IDENTIFICAZIONE E
INDIVIDUAZIONE
Nel processo di formazione dell’identità la
psicologia analitica distingue due
componenti:
 Una componente di identificazione.
 Una componente di individuazione.
IDENTIFICAZIONE: attraverso questo processo
l’individuo apprende a sentirsi simile o uguale ad
altri con i quali condivide certi caratteri:
formazione del senso del NOI, del senso
dell’appartenenza (ad una famiglia, ad un gruppo,
ad una classe, ad una casta, ad una nazione ecc.).
INDIVIDUAZIONE: attraverso questo processo
l’individuo apprende a distinguere fra sé e gli altri:
fra sé e i gruppi diversi dal proprio, fra sé e gli
altri del proprio gruppo, per propri tratti fisici e
morali, per una propria biografia, che è SUA,
diversa da quella degli altri.
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VARIAZIONI NELLE PRATICHE DI
SOCIALIZZAZIONE.
Le pratiche di socializzazione variano nel TEMPO:
ogni epoca ha le sue pratiche di allevamento e
addestramento dei bambini.
Le pratiche di socializzazione variano nello
SPAZIO: ogni società sceglie, in base alle sue
esigenze, quali tratti di comportamento
sottolineare e quali scoraggiare.
Le pratiche di socializzazione sono diverse per
MASCHI E FEMMINE, anche se all'interno di
ciascuna società e in epoche diverse gli ideali di
mascolinità e femminilità possono divergere in
modo accentuato
( M. Mead).
Le pratiche di socializzazione sono diverse
ALL'INTERNO DI UNA SOCIETA', in un dato
momento storico, a seconda della classe sociale di
appartenenza dei genitori.
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SOCIALIZZAZIONE E CLASSI SOCIALI
Ricerche sulle pratiche di socializzazione delle
famiglia appartenenti alle classi medie e alla classe
operaia ( M. Khon, L.Pearlin).
I genitori di classe media mettono in atto
comportamenti finalizzati a incoraggiare nei
figli l' AUTONOMIA, L'INDIPENDENZA,
L'AUTOCONTROLLO, LA FIDUCIA
NELLE PROPRIE POSSIBILITA'.
I genitori di classe operaia mettono in atto
comportamenti finalizzati a incoraggiare nei
figli la CONFORMITA' ALLE NORME
ESTERIORI DI COMPORTAMENTO,
L'OBBEDIENZA, LA DEFERENZA
ALL'AUTORITA'.
Questi diversi valori educativi si riflettono in
rapporti e pratiche educative diversi.
PRATICHE EDUCATIVE DELLA CLASSE
OPERAIA E DELLA CLASSE
MEDIA.
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CLASSE MEDIA: attenzione e affettività, premi per
l'autocontrollo e per l'impegno, punizioni che si
rivolgono più alle INTENZIONI che alle conseguenze di
un'azione. Le punizioni si esercitano prevalentemente
con il ritiro dell'affettività.
Si dà spiegazione della ragione dei divieti, dei premi e
delle punizioni. AUTORITA' PROMOTRICE.
CLASSE OPERAIA: più punizioni che premi,
prevalentemente punizioni fisiche per imporre il
rispetto dell'autorità paterna e del rispetto delle regole.
Si puniscono più LE CONSEGUENZE che le intenzioni
di un'azione. INCOERENZA nell'applicazione delle
sanzioni. AUTORITA' INIBITORIA.
Queste differenze sono riconducibili alla
diversa struttura dei rapporti familiari nelle
varie classi e alla diversa cultura assimilata
nell'esperienza lavorativa.
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DIFFERENZE NEI RAPPORTI FAMILIARI
FRA CLASSE OPERAIA E CLASSE MEDIA.
CLASSE OPERAIA: rapporti fra coniugi e
figli di tipo patriarcale, con rigida divisione
dei lavoro tra membri di sesso diverso,
dove il padre domina a causa del suo ruolo
di procacciatore di risorse. Scarsa presenza
paterna nella famiglia come tempo e come
disponibilità affettiva. Le limitate risorse
economiche e le case piccole impongono
regole e restrizioni che ostacolano
l'autonomia e l'iniziativa personali.
DEBOLE IDENTIFICAZIONE COL
PADRE
CLASSE MEDIA: rapporti più egalitari
fra coniugi e fra genitori e figli. I vari
momenti del ciclo familiare risultano
accuratamente pianificati dai coniugi, dalla
nascita dei figli alla costruzione della casa.
Interesse dei genitori di classe media è
l'orientamento al successo dei figli e alla
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mobilità sociale. Accento sul
DIFFERIMENTO DELLE
GRATIFICAZIONI.
FORTE IDENTIFICAZIONE COL
PADRE.
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CULTURE LAVORATIVE
McKinley: gli individui che nell'attività
lavorativa non hanno la possibilità di
esprimere le proprie capacità, che sono
sottoposti a controlli continui e subiscono
umiliazioni e frustrazioni tendono a
ricercare, in altre sfere di vita, soprattutto
in famiglia, soddisfazioni compensative che
assicurino un'immagine positiva di sé. Ciò
viene fatto facendo ricorso a modelli di
comportamento esperiti nella vita
lavorativa, con modalità invertite: chi al
lavoro è sottomesso diventa dominatore,
l'aggredito diventa l'aggressore, il
perseguitato diventa il persecutore.
Neumann- Schönwetter: i genitori
trasmettono ai figli le capacità cognitive e
motivazionali che sono necessarie per la
soluzione dei problemi che i figli si
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troveranno ad affrontare. Le pratiche di
socializzazione più autoritarie e repressive
della classe operaia avrebbero una
RAZIONALITA' NASCOSTA,
servirebbero cioè a preparare i figli ad
affrontare la dura realtà alla quale sono
destinati
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DIFFERIMENTO DELLE GRATIFICAZIONI E
ORIENTAMENTO AL SUCCESSO
Classe media: contrariamente alla famiglia
borghese essa non ha patrimoni da trasmettere ma
deve garantirsi che i figli mantengano almeno il
proprio status sociale. L'unico mezzo è quello di
far sì che i figli siano preparati per la competizione
e per il successo.
Classe operaia: poiché i figli della classe operaia
hanno scarse possibilità di raggiungere mete
socialmente apprezzate
( ricchezza, successo professionale, potere ecc) non
è PSICHICAMENTE CONVENIENTE competere
ed essere preparati a farlo. Ogni insuccesso diventa
una minaccia all'organizzazione psichica. La
tendenza è quella di attribuire gli insuccessi a
circostanze esterne piuttosto che alla propria
inadeguatezza.
SOCIETA' INDUSTRIALE E SOCIETA'
TARDO-INDUSTRIALE.
a) Con la diffusione del lavoro dipendente,
standardizzato, privo di significati intrinseci,
le differenze fra classe media e classe operaia
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vanno attenuandosi. L'insignificanza del lavoro
si trasferisce in famiglia con perdita di
prestigio e autorità della figura paterna.
b) Il differimento delle gratificazioni, come
pratica educativa, risulta obsoleta, poiché la
centralità non è più la PRODUZIONE ma il
CONSUMO.
c) Le pratiche di socializzazione tendono perciò a
favorire la conformità alle aspettative sociali
del gruppo dei pari, del proprio gruppo
piuttosto che l'interiorizzazione delle norme
mediata dall'autorità paterna.
d) PERSONALITA' ETERODIRETTE fortemente dipendenti dal giudizio dei pari e
dai messaggi dei MEDIA piuttosto che
PERSONALITA' AUTODIRETTE,
con valori profondamente interiorizzati
( D. Riesman)
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L'ESTREMISMO DEI CETI MEDI
a) Il passaggio dal capitalismo nascente al capitalismo
maturo trasforma la natura del lavoro e della
socializzazione lavorativa fra padri e figli. Si scinde il
luogo di lavoro dall'abitazione, il lavoro passa dalla
bottega alla fabbrica, da indipendente diventa
dipendente, da processo compiuto diventa lavoro
parcellizzato. Non vi è più un rapporto diretto fra padre
e figlio nell'esperienza lavorativa e la figura del padre
risulta SBIADITA E ASSENTE.
b) La pretesa di dominio del padre, e la sua impotenza
di fatto, tende a trasformare l'autorità in autoritarismo
e favorisce nei figli la formazione di una personalità
conformistica e autoritaria che cerca in potenze
collettive un sostituto alla figura paterna. Le radici
socio-psicologiche del fascismo e dell'estremismo dei ceti
medi si trovano in questi rapporti familiari.
c) L'estremismo dei ceti medi deriva dal fatto che essi si
sentono minacciati dal grande capitale e dal movimento
operaio e reagiscono sul piano politico con ideologie
nazionalistiche e razziste e con l'autoritarismo nei
rapporti familiari ( A. Mitscherlich, M. Horkeimer, T.
Adorno.)
SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA
Definizione: pratiche messe in atto dalla società per
consentire agli individui di svolgere ruoli adulti.
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Ruolo: aspettative di comportamento legate al fatto che
un individuo occupa una posizione sociale ( o status).
Nelle società altamente differenziate gli individui
occupano molteplici posizioni e, dunque, esercitano
molteplici ruoli.
Ruoli in ambito familiare.
Ruoli in ambito lavorativo.
Ruoli in ambito politico.
Ruoli nel campo della socievolezza e del tempo libero.
L'insieme dei ruoli svolti da un individuo si definisce
ROLE SET.
Lungo l'arco della vita l'insieme dei ruoli svolti da un
individuo cambia in continuazione. Perciò la
socializzazione secondaria è CONTINUA.
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CARATTERISTICHE DELLA SOCIALIZZAZIONE
SECONDARIA.
In ogni processo di apprendimento ciò che di
nuovo si apprende si fonda su quanto si è già
appreso.
Quando l'apprendimento del nuovo entra in
conflitto o è inconciliabile con quanto si è già
appreso, parte del già appreso deve essere
abbandonato per rendere possibile l'acquisizione
del nuovo.
Vi è accumulazione quando i processi si
apprendimento superano per entità ed importanza
i processi di disapprendimento.
Oltre una certa età diminuisce o si arresta la capacità di
apprendere il nuovo, e si elimina selettivamente ciò che
non SERVE PIU'.
Nella socializzazione secondaria il soggetto
acquisisce un controllo sempre maggiore del
processo, diventa egli stesso agente di
socializzazione.
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AGENTI DELLA SOCIALIZZAZIONE
SECONDARIA
SCUOLA: a) principio di autorità
( impersonale)
b) prestazione (mezzi/fini).
c) competizione.
d) cooperazione.
GRUPPO DEI PARI: solidarietà e
competizione
MEDIA: influenza a due stadi.
Coerenza e incoerenza dei messaggi si
socializzazione
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SCIENZA E TECNICA
 La scienza  attività orientata alla
descrizione e alla spiegazione degli
eventi, ricorrenti o particolari, della
natura, della vita umana e sociale.
 La tecnica  attività orientata alla
soluzione di problemi pratici. Ciò può
avvenire sulla base di conoscenze
empiriche o sulla base di conoscenze
scientifiche.
 Nelle società contemporanee il legame
fra scienza e tecnica si è fatto così stretto
e profondo che molti sociologi parlano di
TECNOSCIENZE come di uno stesso
ambito di attività.
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LE ORIGINI DELLA SCIENZA
MODERNA
 SECOLI XVII-XVIII: Epoca della
Scienza accademica. I fondamenti
teorici della scienza moderna sono
posti da Bacone, Cartesio, Copernico,
Galilei, Keplero.
 DALL’INIZIO DEL XIX SECOLO
AL 1914: Epoca della little science: la
scienza universitaria.
 SECONDO DOPOGUERRA: Epoca
della big science: nascita e sviluppo
delle tecnoscienze.
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La scienza accademica
Gli elementi caratteristici
 Il
metodo
sperimentale:
osservazione dei fenomeni naturali, in
ambienti all’interno dei quali essi siano
riproducibili in condizioni coeteris
paribus.
 Il laboratorio, come struttura,
assicura tali condizioni, e insieme al
lavoro sperimentale standardizzato che vi
si svolge dà vita al lavoro scientifico come
attività continuata e standardizzata,
ovvero omologa al di là dei soggetti che la
praticano.
 Il fine è: mostrare l’esistenza di
relazioni
causali
(causa-effetto)
persistenti fra fenomeni distinti: le leggi
della natura.
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Nota sulla scienza accademica
 È un periodo di
istituzionalizzazione
scienza.
 Essa
è
dilettanti,
aristocratici.
praticata
borghesi
scarsa
della
da
o
 Le università escludono la
scienza
moderna
dal
loro
insegnamento, e non possiedono
laboratori.
 La
riproducibilità
degli
esperimenti è all’epoca curiosità
piuttosto che fonte d’autorità.
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Perché è nata la scienza moderna?
 Borìs Héssen [1931]: La nascita della
scienza moderna deve essere ricondotta
allo sviluppo del capitalismo, alle sue
esigenze
tecnologiche,
all’influenza
dell’ideologia della classe dominante.
 Robert K. Merton [1938]: La nascita
della scienza moderna si è resa possibile
grazie allo sviluppo, nell’Inghilterra del
XVII secolo, di alcuni caratteri propri
dell’etica
puritana
(effetto
di
composizione).
 Secondo Merton, l’utilitarismo della
scienza corrispondeva ai valori sociali del
puritanesimo.
 Inoltre, l'assenza di una chiesa
dominante e il pluralismo religioso
inglese
dell'epoca
favorirono
lo
svilupparsi della scienza.
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LA SCIENZA DELLE UNIVERSITÀ:
L’ISTITUZIONALIZZAZIONE DELLA SCIENZA.
1810: In Prussia viene riformata secondo
il progetto di Wilhelm von Humboldt
l’Università di Berlino. Presso la Facoltà
di filosofia sono istituiti corsi di materie
scientifiche e installati i laboratori.
 L’università diventa il luogo della
ricerca fondamentale o pura.
 Le industrie chimiche tedesche (a
partire da quelle dei coloranti)
organizzano proprie istituzioni di
ricerca.
 Il modello prussiano si diffonde in
Europa e in America.
 Nasce la gerarchia scientifica,
all’interno della nuova forma assunta
dalla scienza, la disciplina scientifica.
 Ai
dilettanti
si
sostituisce
definitivamente lo specialista. Gli
studiosi vengono stipendiati.
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IL SISTEMA UNIVERSITARIO
AMERICANO
Ha origine nel sistema
prussiano, ma se ne differenzia
in modo significativo:
 La maggior parte delle Università è
privata,
lo
stato
interviene
sul
finanziamento e l’orientamento delle
ricerche.
 Le università americane sono più aperte
verso la ricerca applicata e le imprese.
 Si definisce la fase di formazione del
ricercatore come figura professionale.
Nasce
il
PhD,
la
scienza
si
istituzionalizza come professione.
 Al
sistema europeo delle cattedre
monocratiche e delle facoltà si sostituisce
quello del Dipartimento, orientato
soprattutto
alla
ricerca.
Sorgono
professionalità legate al management
della ricerca, che si svolge sempre più in
gruppo.
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LA BIG SCIENCE
Ampliamento quantitativo e
mutamento qualitativo della ricerca:
 L’80% dei ricercatori di tutta la storia
umana è oggi in vita.
 Aumenta la quota del PIL dei paesi
industrializzati investito nella ricerca (il caso
degli Stati Uniti):
1929
1941
1956
1964
0.2%
0.7%
1.9%
3.0%
Nota: il dato del 1964 si è mantenuto stabile
negli anni successivi. L’Italia occupa una
posizione meno rilevante: nel 1993 solo l’1,3%
del suo PIL era investito in ricerca.
 Nascono: a): grandi laboratori statali o
pubblici-privati; b): enormi laboratori
internazionali in cui lavorano ricercatori
provenienti da diversi Paesi (come il CERN
di Ginevra); c): reti internazionali di ricerca
(come il Progetto Genoma umano).
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TENDENZE ATTUALI
 Crisi delle strutture disciplinari rigide e
della distinzione fra scienza pura e
scienza applicata.
 Abbandono della ricerca individuale a
favore della ricerca di gruppo.
 Perdita di autorevolezza della scienza,
favorita da fallimenti spettacolari.
Nota: Sulla crisi dell’immagine
pubblica della scienza influiscono:
1. Le aspettative salvifiche rivolte
verso la scienza, che non
possono essere mantenute ma
solo
continuamente
rialimentate.
2. Il contrasto fra il linguaggio
classificatorio
e
categoriale
della
ricerca
e
quello
sensazionalistico e spettacolare
dei media.
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LA SCIENZA, OGGETTO SCOMODO
PER LA SOCIOLOGIA
La sociologia ha affrontato la scienza
come oggetto di studio con molta
timidezza.
 Come disciplina, la sociologia si è
istituzionalizzata molto tardi ed ha uno
status molto più debole della scienza che
dovrebbe studiare.
 La sociologia esita a mettere in dubbio
il
fondamento
della
sua
stessa
scientificità: il metodo scientifico.
 La sociologia è debitrice, per gli studi
sulla scienza, della storia e della filosofia
della scienza, arrivate molto tardi ad
analizzare in modo non apologetico e
critico l’oggetto dei loro studi.
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LA CONCEZIONE “STANDARD”
DELLA SCIENZA
La sociologia classica è stata
influenzata da una concezione
filosofica e storica della scienza,
dominante sino agli anni ’60:
 L’attività scientifica risponde a una
serie di norme che ne garantiscano la
razionalità.
 La scienza è intesa solo come attività
razionale, logica, indipendente e non
condizionata dalle pratiche e dalle
credenze sociali, dall’habitus dei
ricercatori.
 Il mondo studiato dagli scienziati è
visto come dato: se lo scienziato si
adegua ai principi prima esposti non fa
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che registrarlo (leggere il libro della
natura).
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LA SCIENZA NELLA SOCIOLOGIA
CLASSICA
 Durkheim: Il pensiero scientifico è
figlio del pensiero religioso, ma l’ambito
della scienza è autonomo rispetto alla
società: nella misura in cui la scienza è
veramente scientifica, essa è indipendente
dal contesto sociale.
 Weber: La scienza è al centro del
processo di razionalizzazione. Essa ha
però perduto il senso complessivo e
ultimo del proprio agire, dà per scontati i
propri presupposti, mantenendoli vaghi e
non approfondendoli.
 Parsons: Le istituzioni scientifiche
sono la sede dei valori universalistici della
razionalità scientifica, ovvero i valori
chiave della società moderna: la scienza
occupa un posto centrale nella società,
eppure costituisce una sfera autonoma
rispetto alle dinamiche sociali.
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LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA DI R.
K. MERTON
Per Merton la scienza si
sviluppa per effetto della
propria logica interna, e gode di
un ambito di autonomia rispetto
alla società: il suo fine
istituzionale corrisponde a un
processo cumulativo di
conoscenze verificate. La
garanzia della autonomia della
scienza è fornita dal sistema di
norme che regola le comunità
scientifiche.
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L’ETHOS DELLA SCIENZA
Le “comunità scientifiche”
assicurano il rispetto di una
serie di norme esistenti
solamente al loro interno, e che
le rendono “autonome” rispetto
alle società di appartenenza.
1. Universalismo.
2. Comunitarismo scientifico o
Comunismo.
3. Disinteresse.
4. Scetticismo
organizzato
Dubbio sistematico.
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o
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LA CRISI DELLA CONCEZIONE
“STANDARD”
Cambiamenti nella scienza
 L’osservatore non è neutrale.
 Il principio di uniformità della natura
è indimostrabile.
 La percezione umana è influenzata e
orientata dalle mappe cognitive dei
soggetti.
 Le proposizioni
“cariche di teoria”.
empiriche
sono
 La scienza è un tipo di conoscenza
relativa al punto di vista di chi la fa, ed
ai suoi condizionamenti strumentali,
psicologici, sociali, e da questi
limitata.
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THOMAS KUHN:
IL PARADIGMA E LA SCIENZA
NORMALE
Thomas Kuhn, storico della scienza,
pubblica nel 1962 un libro dal titolo La
struttura delle rivoluzioni scientifiche.
 Il paradigma è uno schema teorico
che comprende una serie di assunti
indiscutibili
per
il
ricercatore
ordinario.
 La “normal science” è il modo
tipico in cui la scienza viene esercitata
nell’ambito di un paradigma.
 La
rivoluzione scientifica è quell’
evento che porta, in una disciplina, alla
sostituzione di un paradigma con un
altro.
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LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA DOPO
KUHN
David Bloor e il programma forte della
scuola di Edimburgo, che in due punti
influenza ancora la “nuova” sociologia
della scienza:
1. Il principio di causalità: la
sociologia della scienza deve studiare le
condizioni, sociali e non, che
concorrono
alla
produzione
di
“credenze” o “stati di conoscenza” (i
fatti scientifici).
2. Il principio di imparzialità: la
sociologia della scienza è equidistante
rispetto alle pretese di verità-falsità,
razionalità-irrazionalità e successofallimento dei fatti scientifici.
Nota: Nella sociologia mertoniana, infatti, il
principio
di
causalità
era
impiegato
solamente per analizzare i fatti scientifici
giudicati falsi, irrazionali e fallimentari
dagli scienziati: ora si applica a tutte le
pretese di conoscenza.
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LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA
“COSTRUTTIVISTA”
La sociologia “costruttivista”,
sviluppatasi in Gran Bretagna, Francia,
Germania e (poco) negli Stati Uniti, ha
sviluppato molte ricerche empiriche,
principalmente intorno ad alcuni filoni.
 I laboratory studies: come si
svolge effettivamente il lavoro di
ricerca in un laboratorio?
 Gli studi di controversie: Non
basta affermare una pretesa di
conoscenza
perché
essa
venga
condivisa ed entri a far parte della
“scienza”: è necessario creare il
consenso intorno ad essa.
Lo studio del rapporto
esterno/interno: chi influenza chi?
Sono gli interessi esterni ad influenzare
la scienza, oppure i ricercatori ad
adoperare come risorse per la loro
battaglia attori esterni al campo
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scientifico?
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RELIGIONE
Le religioni
culturale.
sono
un
universale
DEFINIZIONE GENERALE: credenza
o insieme di credenze relative ad una
realtà ultrasensibile, ultraterrena o
sovrannaturale.
CREDENZE: giudizio su una realtà che
si fonda su un atto di fede (e non
mediante un atto di conoscenza).
REALTA' ULTRASENSIBILE: mondo
non accessibile con la conoscenza
normale. Questo mondo, costituisce, per
la sociologia, IL SACRO.
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SACRO E PROFANO
 Articolazione
del
rapporto
sacro/profano: differenzia fra
di loro le religioni e le
religioni
rispetto
alla
magia.
 La
categorializzazione
dell’esistente sulla base della loro
attribuzione al sacro o al
profano: il pensiero religioso
come
fondamento
dell’intellettualizzazione
del mondo.
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 Le religioni si differenziano fra loro a seconda del
modo in cui è articolato il rapporto fra la sfera del
sacro e la sfera del profano ("il quotidiano").
Questo rapporto differenzia anche la RELIGIONE
dalla MAGIA:
a) la magia intende sottomettere la sfera del sacro
ai fini profani.
b) la religione tende a sottomettere la vita profana alle
esigenze del sacro.
Magia e religione sono tuttavia accomunate dai
rituali: esistenti in entrambe, si propongono
tuttavia finalità diverse: le finalità "terrene" della
magia, le finalità "trascendenti" della religione.
Le religioni stesse si differenziano a seconda del
grado di "magia" in esse presente.
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L'ESPERIENZA RELIGIOSA
L’ORDINE MORALE
 L’esperienza del limite implica la
concettualizzazione dell’illimitato.
 L’esperienza del caso e
dell’insensatezza produce la
concettualizzazione dell’ordine delle
cose e del senso dell’esistente.
 La sacralizzazione di ciò che è
bene e di ciò che è male da parte
delle religioni genera un ordine
morale condiviso e le civiltà.
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 L'esperienza religiosa si fonda su due esperienze
inscindibilmente legate alla condizione umana:
L'ESPERIENZA DEL LIMITE E L'ESPERIENZA
DEL CASO.
a) Consapevolezza della finitezza della vita umana.
b) Consapevolezza del "non senso" della vita: perché
vivere se si deve morire, perché i "beni" della vita sono
distribuiti in modo ineguale, perché i "buoni "soffrono e
i "cattivi" sembrano premiati?
c) Consapevolezza dell'incapacità di controllare il corso
della propria esistenza.
d) Consapevolezza di non avere risposte soddisfacenti a
nessuno degli interrogativi precedenti.
L'esperienza del LIMITE implica l'idea del NON
LIMITE: la consapevolezza che non ci sono risposte
implica l'idea che potrebbero esserci risposte. La morte,
il caso, la non conoscenza possono trovare ordine e
giustificazione in un "disegno" che la mente umana non
può capire ma di cui può immaginare l'esistenza.
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ESPERIENZA RELIGIOSA E ORDINE
MORALE.
Nel corso della nostra esistenza quotidiana così
come nei momenti cruciali della nostra vita siamo
posti di fronte alla necessità di scegliere fra corsi
alternativi di azione: in base a quali criteri
scegliere?
Quando non si sceglie in base a considerazioni
tecniche o utilitaristiche ma entrano in gioco il
bene e il male si pone in problema dell'ORDINE
MORALE.
I problemi di ordine morale vengono risolti in base
a CODICI che hanno SEMPRE trovato il loro
fondamento ultimo nella religione poiché niente
come la dimensione del sacro può apparire
vincolante agli occhi degli esseri umani.
E, infatti, in ogni religione, sono presenti precetti,
norme di comportamento che attengono a ciò che è
bene e ciò che è male, ritenute di derivazione extraumana o divina.
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TIPI DI RELIGIONE
I criteri in base ai quali possono essere distinte le
religioni sono diversi:
1. il loro raggio di influenza.
2. il tipo di credenze fondamentali.
3. il grado di eterogeneità fra umano e divino.
4. il tipo di promessa o premio che viene riservato
ai fedeli.
5. le metodiche di comportamento che
garantiscono la "salvezza"
RAGGIO DI INFLUENZA
CULTI LOCALI: animismo e totemismo
RELIGIONI
UNIVERSALI:
Cristianesimo, Islam, Buddismo,
Confucianesimo.
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Ebraismo,
Induismo,
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TIPI DI CREDENZE FONDAMENTALI
RELIGIONI "PRIMITIVE": spiriti, forze della
natura divinizzate (Animismo, Totemismo).
RELIGIONI TEOCENTRICHE: si postula
l'esistenza di una o più divinità (religioni
monoteiste, Induismo).
RELIGIONI COSMOCENTRICHE: si postula
una sfera di quiete e armonia universale in
contrapposizione alle turbolenze e al disordine del
mondo (Buddismo).
RELIGIONI ETICHE: si postulano ideali etici e
norme di comportamento che dettano la "buona
vita" (Confucianesimo).
Fra le religioni teocentriche si distingue fra le:
religioni POLITEISTE (Induismo)
religioni
MONOTEISTE
(Ebraismo,
Cristianesimo, Islam).
L'ETEROGENEITA' FRA UMANO E DIVINO E'
MAGGIORE QUANTO PIU' IL MONDO
"ALTRO"
VIENE
RITENUTO
INCONOSCIBILE, "IMPERMEABILE" ALLA
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VITA E ALLE PENE UMANE, DEL TUTTO
TRASCENDENTE.
Culti locali
Religioni politeiste
Religioni monoteiste
Religioni cosmocentriche.
Fra le religioni monoteiste il massimo di
eterogeneità si ha nel Cristianesimo, in particolare
nella sua versione calvinista.
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TIPO DI PROMESSA
Promessa del raggiungimento di uno stato di
pienezza e felicità in questa vita o in vite
successive attraverso la reincarnazione.
Promessa del riscatto delle pene e delle
sofferenze della vita in un'aldilà ( RELIGIONI
DI REDENZIONE).
METODICHE DI COMPORTAMENTO
Misticismo: metodiche volte allo "svuotamento"
del sé per divenire contenitore della divinità.
Ascetismo: metodiche volte a diventare strumenti
della divinità, per la realizzazione dei suoi disegni
nel mondo.
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I comportamenti
I
COMPORTAM
ENTI
DETERMINAT
I
DALLA
RELIGIONE
MISTICISMO
(Svuotare il
proprio io per far
posto a Dio o ad
altre figure o
energie sacre)
Extramondano
Eremita, stilita, i
grandi mistici del
Cristianesimo
Ortodosso, Santa
Teresa d’Avila, S.
Giovanni
della
Croce…
ASCETISMO Monaco
(Fare del proprio benedettino (ora et
io uno strumento labora ma fuori dal
altre
di Dio o di altre mondo),
religiose
figure o energie figure
che lavorano per
sacre)
il mondo ma
fisicamente se ne
astraggono.
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Intramondano
Letterato
confuciano
(mandarino),
guaritore, santo
taumaturgo.
Imprenditore
calvinista, Preti
impegnati
nel
sociale,
Don
Bosco ecc.
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Le forme organizzative
FORME PRINCIPALI
 CHIESA  ORGANIZZAZIONE COMPLESSA SU
CUI SI È TRASFERITO IL CARISMA DEL
FONDATORE  FUNZIONARI  MEMBRI
DALLA NASCITA  IDENTIFICAZIONE
ASSOCIAZIONE.
 SETTA  PICCOLO GRUPPO CARISMATICO
(CAPO-AFFILIATI)  ASSERTORI DI “VERITÀ”

MEMBRI
PER
SCELTA
E
CONVERSIONE/RINASCITA
(μετάνοια)

INDIVIDUAZIONE  DISTANZA SOCIALE.
FORME DI PASSAGGIO
 CULTO

FORME
PRE-SETTE

LEADER/ACCOLITI

ESPERIENZA
INDIVIDUALE
MA
NON
ADESIONE
A
UN’ORGANIZZAZIONE ESCLUSIVA.
 CONFESSIONE

FORME
DI
SETTA
RAFFREDDATA  IL CARISMA TENDE AD
ISTITUZIONALIZZARSI
NELL’ORGANIZZAZIONE.
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