40 n° 1 Gennaio 2008 41 n° 1 Gennaio 2008 Evoluzione degli interruttori BT con la Norma Iec 947-2 a cura di Schneider Electric Come tutti i materiali elettrici, gli interruttori di bassa tensione industriali sono progettati, costruiti e verificati secondo regole raggruppate nelle norme dette “norme di prodotto” . Ogni Paese ha le proprie norme, Cei per l’Italia, Ute per la Francia, BS per l’Inghilterra, Vde per la Germania, ecc. Quali che siano i Paesi, al di là del loro sviluppo normativo, le pubblicazioni Iec (Iec: International Electrotechnical Commission) servono da riferimento e la conformità dei prodotti a questi testi è spesso richiesta nei capitolati. Fino a poco tempo fa, le norme relative agli interruttori industriali BT, in Europa come in un gran numero di altri paesi, erano basate sulla norma Iec 157-1 pubblicata nel 1973. La pubb licazione Iec 947-2 Un passo ulteriore verso uno standard internazionale La volontà di un riconoscimento in un più vasto ambito internazionale delle raccomandazioni Iec, insieme al progresso tecnico e tecnologico raggiunto dai costruttori dopo il 1973, hanno portato il sottocomitato 17B dell’Iec a lavorare per la revisione della pubblicazione 157-1. Questo sottocomitato, costituito dai rappresentanti di oltre 40 paesi (tra cui l’Italia e la Francia con un esperto inviato da Merlin Gerin), è giunto alla pubblicazione della norma Iec 947-2 nel 1989. Questa norma ha ottenuto, in occasione del voto di approvazione, un vasto accordo mondiale (Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, Sud Africa...) con l’eccezione del solo Giappone. La Norma Iec 947-2 parte di un’opera molto più vasta: la Iec 947 Quest’opera riguarda 7 documenti che costituiscono la Norme Iec per l’insieme degli apparecchi elettrici bassa tensione utilizzabili nel campo industriale: • Iec 947-1: Regole generali (pubblicata nel 1989); • Iec 947-2: Interruttori automatici (vecchia norma Iec 157-1); • Iec 947-3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovrasezionatori e unità combinate con fusibili (vecchia norma Iec 408); • Iec 947-4: Contattori ed avviatori (vecchie Norme Iec 158-1 e 292); • Iec 947-5: Dispositivi per circuiti di comando ed elementi di manovra (vecchia norma Iec 337); • Iec 947-5.2: Rilevatori di prossimità (pubblicata nel 1989); • Iec 947-6: Apparecchiature a funzioni multiple (pubblicata nel 1989); • Iec 947-7: Apparecchiature ausiliarie (pubblicata nel 1989). Questa architettura ha permesso di omogeneizzare il vocabolario e le regole generali per le diverse famiglie di prodotti, ma, per determinare la totalità delle regole relative a una categoria di apparecchi, essa obbliga a consultare due documenti: • un primo intitolato “Regole generali” (Iec 947-1) che raggruppa le definizioni, le prescrizioni e le prove comuni a tutti gli apparecchi a BT; Gli interruttori industriali in BT, fino a qualche anno fa, erano basati sulla norma Iec 157-1 del 1973, diverse per ogni Paese. In seguito la volontà di un riconoscimento in un più vasto ambito internazionale delle raccomandazioni Iec, insieme al progresso tecnico e tecnologico raggiunto dai costruttori hanno portato il sottocomitato 17B dell’Iec alla revisione della 157-1 e a giungere alla pubblicazione della norma Iec 947-2. • un secondo relativo a ciascuna famiglia di prodotti (Iec 947-2:7) che riguarda le prescrizioni e le prove specifiche del prodotto considerato. I testi applicabili agli interruttori BT industriali sono le Iec 947-1 e le Iec 947-2. Le tappe della sua entrata in vig ore In E u r o p a I testi emessi dall’Iec sono frutto di una stretta collaborazione con il comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica (Cenelec) che raggruppa i principali paesi europei. Quando viene emessa una Norma Iec, il Cenelec è dunque in grado di elaborare rapidamente: • o una norma europea “EN ...” che viene poi adottata come norma nazionale in tutti i paesi membri (è oramai il caso generale); • o, in caso di divergenze, un documento di armonizzazione “HD ...” che viene poi trasformato in norma nazionale con integrazione di punti specifici per ciascun paese. Per quanto riguarda le pubblicazioni Iec 947-1 e 2, esse sono state adottate pressoché integralmente come norme EN 60947.1 e 2. A queste ultime si sono già adeguate la maggior parte delle norme nazionali, tra cui le italiane con l’emissione nel settembre 1992 delle Cei EN 60947.1 (prima edizione) e Cei EN 60947.2 (quinta edizione). In Usa e in Canada Nonostante abbiano espresso un parere favorevole, le norme in vigore (norme UL negli Usa, Csa in Canada) sono molto diverse dalla Iec 947-2 ed un riflesso di conservazione, vedi un certo protezionismo, faranno in modo che questi due paesi conservino probabilmente le loro norme specifiche ancora per lungo tempo. maggior parte dei paesi la adotteranno con pochissime modifiche. L e s u e p r i n c i p a l i n ovità È importante innanzitutto rimarcare che i nuovi testi non modificano i criteri di scelta fondamentali di un interruttore, che rimangono il suo potere di interruzione e la sua corrente nominale. Per contro, essi procurano all’utilizzatore migliori garanzie sulla qualità e sulle prestazioni, introducendo ulteriori esigenze che tengono meglio conto delle condizioni reali di funzionamento in esercizio. Inoltre, questa norma riconosce la capacità degli interruttori di assicurare altre funzioni, oltre a quelle abituali di protezione contro le sovracorrenti, quali sezionamento o protezione delle persone mediante dispositivi differenziali. L’interruttore, un apparecchio di s i cu r e z z a m u l t i f u nz i o na l e Prestazioni e n uove prove per meglio assicurare la protezione contro l e s ov r a c o r r e n t i Ciò che innanzitutto si attende un utilizzatore di interruttori è che essi svolgano senza alcun inconveniente il loro ruolo principale: proteggere in tutte le circostanze ed in tutta sicurezza gli impianti elettrici contro le sovracorrenti, per tutti i valori tra In ed il potere di interruzione dell’apparecchio. A fronte di questa necessità, la Iec 947-2 riprende le principali caratteristiche di un interruttore ben conosciute e già definite nella vecchia 157-1 (potere di interruzione, corrente nominale, tensione di impiego, ecc...); ma essa le chiarisce e le completa con nuove nozioni e nuove prestazioni (vedi allegato 1) che costitui- scono una migliore garanzia della sua attitudine ad interrompere tutti i valori di corrente. Chiarimento sul potere di interruzione Con la Norma Iec 157-1 coesistono, per lo stesso interruttore, due poteri di interruzione detti “P1” e “P2” che si distinguevano per il ciclo di prova e le esigenze post-interruzione. La Iec 947-2 fa scomparire questa ambiguità. Ormai, tutti gli interruttori non hanno che un potere di interruzione chiamato Icu (potere di interruzione estremo) ed espresso in kA. Icu corrisponde, in pratica, al potere di interruzione P1 della vecchia norma ed è definito allo stesso modo: Icu (947-2) = Pdi P1 (157-1). È questa caratteristica che, al momento della progettazione di una rete, si deve confrontare con il valore della corrente di corto-circuito trifase nel punto di installazione dell’interruttore: Icu (dell’interruttore) ≥ Icc trifase (della rete). della causa del guasto, la rimessa in servizio rapida ed in tutta sicurezza dell’impianto. È per questa ragione che la Iec 947-2 introduce la nuova caratteristica Ics chiamata “Potere di interruzione di servizio”, generalmente espresso in % di Icu (valore indicato dal costruttore e scelto tra 25, 50, 75 e 100%) e definito nel modo seguente: • l’interruttore effettua, tre interruzioni successive della corrente Ics; • l’attitudine dell’apparecchio ad assicurare tutte le sue funzioni è poi verificata con una serie di misure (riscaldamento ad In, tenuta dielettrica, funzionamento degli sganciatori,...). Questo fa della Ics una prestazione che non può essere considerata come un semplice potere di interruzione (come lo era il P2 della Iec 157-1), ma come l’attitudine di un interruttore a rimanere in servizio normalmente anche dopo aver interrotto diverse correnti di corto-circuito (Figura 1). La cor rente di bre ve durata ammissibile Icw (per gli interruttori di categ oria B) La Norma Iec 947-2 definisce due categorie di interruttori: • quelli di categoria A per i quali non è previsto nessun ritardo allo sgancio. È generalmente il caso degli interruttori scatolati come il Compact C250N, Schneider Electric; • quelli di categoria B per i quali, in vista di realizzare una selettività cronometrica, è possibile ritardare lo sgancio in condizioni di corto-circuito di valore inferiore a Icw. È generalmente il caso degli interruttori aperti (tipo Masterpact di Schneider Electric) e di certi scatolati di grosso calibro come il Compact C1250N. Per quest’ultimi, la nuova Iec impone una prova supplementare al fine di verificare la loro capacità di sopportare termicamente ed elettrodinamicamente (senza repulsione dei contatti che provocherebbe la loro usura prematura) la corrente Icw per il tempo di ritardo associato (Figura 2). Il coordinamento tra interruttori Il termine coordinamento riguarda il comportamento di due apparecchi C1 e C2 posti in serie in una rete di distribuzione, in presenza di un cortocircuito a valle di C2. Esso riguarda due concetti: • l’uno molto noto, la selettività, sempre più desiderata nelle moderne reti di distribuzione bassa tensione; • l’altra, meno nota (ma riconosciuta dalle norme d’installazione), detta “filiazione”. La filiazione consiste nell’installazione di un interruttore C2, il cui potere di interruzione Icu2 è inferiore alla corrente di corto-circuito trifase ai suoi morsetti Icc2 e che è protetto o “aiutato” dall’interruttore C1 per tutti i valori di corrente compresi tra Icu2 e Icc2 (Figura 3). zione che sono state recepite dall’allegato A della norma Iec 947-2. Approcci o metodi teorici consistono in: • per la selettività, nel comparare le caratteristiche di limitazione dell’interruttore a valle con le caratteristiche di non intervento dell’interruttore a monte (Figura 4). Questo metodo è molto preciso e richiede pochissime prove di conferma; • per la filiazione, nel comparare le caratteristiche di limitazione dell’interruttore a monte con le sollecitazioni massime sopportabili dall’apparecchio a valle (Figura 5). Questo metodo è molto meno preciso, così in questo caso, la Iec 947-2 richiede che i risultati siano verificati mediante prove più numerose. Si deve notare infine che la tecnica Sellim (Figura 6), sviluppata da Schneider Electric e che associa selettività e filiazione, è ufficialmente riconosciuta dalla norma Iec 947-2. È in effetti previsto che nel corso delle prove, i contatti di C1 si possano separare momentaneamente in coincidenza con l’eliminazione del guasto, Il potere di interruzione n o m i n a l e d i s e r v i z i o : Ics Icu rappresenta la corrente di cortocircuito massima che l’interruttore potrebbe essere chiamato ad interrompere. In effetti, il calcolo della Icc presunta si fa normalmente con delle ipotesi massimaliste che vanno tutte in favore della sicurezza, in particolare: • il corto-circuito è trifase; • si considera “imbullonato” cioè senza arco (e quindi senza la corrispondente impedenza); • le resistenze di collegamento non vengono considerate; • il corto-circuito viene ipotizzato sui morsetti lato valle dell’interruttore senza interposizione di cavi; • le resistenze di collegamento sono calcolate alla temperatura ambiente o alla temperatura normale di funzionamento dei cavi (in occasione del corto-circuito, queste resistenze diventano maggiori perché aumentano con il riscaldamento dei cavi). Ne risulta che, al verificarsi di un cortocircuito (fatto di per se stesso eccezionale), il suo valore è molto più basso della Icc presunta. Per contro, è importante che queste correnti, di probabilità più elevata, siano interrotte in modo ottimale in modo da consentire, dopo l’eliminazione Figura 3 - Principio della filiazione tra due interruttori; l’interruttore C2, il cui potere di interruzione Icu è inferiore alla corrente di corto-circuito trifase ai suoi morsetti (Icc2), è protetto o “aiutato” dall’interruttore C1. Figura 1 - La Iec 947-2 è più vicina alle necessità dell’impianto. Il vantaggio principale di questa tecnica deriva dalla possibilità di installare in C2 un interruttore con prestazioni minori, dunque più economico, senza mettere a repentaglio la sicurezza dell’impianto. Per determinare e garantire il coordinamento tra due interruttori, è necessario effettuare un primo approccio teorico e confermare poi i risultati con qualche prova giudiziosamente scelta. È così che Schneider Electric ha sempre operato per determinare le tabelle di selettività e filia- per poi richiudersi rapidissimamente dopo l’interruzione della corrente. Figura 4 - Determinazione teorica del limite di selettività tra due interruttori. Figura 5 - Determinazione teorica del limite di filiazione tra due interruttori. Ten u t a a l l e s o v r a t e n s i o n i : “il coordinamento dell’isolamento” Che cos’è il coordinamento dell’isolamento? Tutti gli impianti elettrici possono essere interessati da sovratensioni occasionali di origine diversa quali: In Giappone Solo Paese ad aver votato negativamente, il Giappone non adotterà il testo Iec. Negli altri Paesi del mondo Ciascun Paese può adottare il testo Iec come norma nazionale eventualmente con qualche modifica. Considerato il largo accordo ottenuto sulla Norma Iec 947-2, è possibile prevedere che la Figura 2 - Prove supplementari per gli interruttori di categoria B. 42 n° 1 Gennaio 2008 norma Iec 947-2 sono state raggruppate in sequenze e che esse devono essere ripetute su un numero specificato di apparecchi. P r o ve r a g g r u p p a t e in sequenz e Figura 6 - Applicazione della tecnica Sellim. • sovratensioni atmosferiche, • sovratensioni di manovra, • sovratensioni dovute a un guasto, • sovratensioni derivanti da un contatto MT/BT, ecc. Lo studio di queste sovratensioni (origine, valore, localizzazione...) e delle regole da applicare per proteggersene è conosciuto con il nome di “coordinamento dell’isolamento”. Nelle reti BT di tipo industriale, la protezione contro le sovratensioni viene considerata come realizzata quando i materiali sopportano senza danneggiamento i due tipi di prove: • prove dielettriche a 50 Hz, per esempio la tenuta a (2 Ui + 1000 V)/1 min, che simula il rischio di guasto con impianti a tensione più elevata; • prove di tenuta a impulsi di tensione (onde 1,2/50 µs) di valore Uimp variabili secondo il punto di installazione, che sono rappresentative delle sovratensioni atmosferiche e di manovra. La prestazione Uimp che deve sostenere l’apparecchiatura è definita dalle norme Iec d’installazione secondo la Tabella di Figura 7. • che il valore Uimp deve essere valevole fino a 2000 m di altitudine, quindi le prove, generalmente effettuate al livello del mare, sono maggiorate del 23%; • che una prova specifica è richiesta per gli apparecchi il cui fronte è di classe II; questa caratteristica, oltre all’aumento di sicurezza per gli operatori, permette di realizzare apparecchi di classe II lasciando completamente accessibile la leva di comando manuale. Tutti gli interruttori Compact e Master pact hanno un fronte di classe II. Sezionamento e protezione differenziale: due funzioni supplementari ora riconosciute Figura 8 - Prove di tenuta alle onde di tensione ad impulso per gli interruttori industriali; all’atto delle diverse prove nessuna scarica si deve produrre tra le fasi, tra contatti aperti o tra fase e massa. sul fronte, il simbolo di interruttore sezionatore. U n o s t a n d a r d d i p r o ve c he aderisce alla realtà In t e r r u t t o r i d i f f e r e n z i a l i La vita di un interruttore in un impianto elettrico è legata ad un certo numero di eventi successivi tra i quali: • apertura/chiusura manuale (o a distanza con telecomando elettrico), a vuoto o sotto carico con corrente ≤ In; • sgancio effettuato da bobina di minima tensione o a lancio di corrente; • sovratensioni impulsive (atmosferiche o di manovra); Numerosi costruttori hanno ripreso la tecnologia Schneider Electric. Attualmente l’interruttore differenziale è un apparecchio molto diffuso ma per il quale non esisteva nessuna norma di costruzione e la qualità poteva di conseguenza variare fortemente da un costruttore all’altro. Già da molti anni, alcuni costruttori, tra cui Schneider Electric, si sono autoimposti prestazioni e caratteristiche importanti per proporre interruttori atti al sezionamento. Analogamente negli anni 60 Schneider Electric è stato il primo costruttore a proporre interruttori differenziali costituiti da un 43 n° 1 Gennaio 2008 Con la Norma Iec 157-1 ciascuna prova veniva effettuata su un apparecchio nuovo. Ora, con la Norma Iec 947-2, lo stessoapparecchio viene sottoposto ad una serie di prove cumulative raggruppate in sequenze. Cinque sequenze sono così definite e ciascun tipo di interruttore deve essere sottoposto secondo le sue caratteristiche a due, tre o quattro di queste sequenze (vedere tabella Figura 10). Una delle più significative è senza dubbio la sequenza 1: essa illustra bene le sollecitazioni che subiscono gli apparecchi così provati. Un’ampia campionatura d i i n t e r r u t t o r i p r o vat i Al fine di verificare tutte le possibilità dichiarate, le sequenze precedenti sono ripetute su più interruttori dello stesso tipo ma aventi configurazioni diverse: • in tripolare e quadripolare, • equipaggiati con sganciatori diversi, • con diverse tensioni, • con delle regolazioni diverse, • con alimentazione da monte e da valle se l’interruttore ne è dichiarato atto, • senza e con protezione differenziale se questa è prevista.. ecc. In questo modo i rapporti di prova coprono l’insieme delle prestazioni dichiarate e garantiscono all’utilizzatore che l’apparecchio assolverà correttamente la sua funzione, quali che siano: • le caratteristiche della rete, • l’accessoriamento dell’interruttore, • le regolazioni effettuate. Principali differenze tra le norme IEC 157-1 e IEC 947-2 C o n s e g u e n z e p r a t i c he per il progettista di impianti I criteri fondamentali di scelta di un interruttore r i m a n g o n o i n va r i a t i Per definire l’interruttore da installare a protezione di una partenza in un impianto elettrico bisogna conoscere fondamentalmente due parametri: • la corrente da distribuire IB, • il valore della corrente di cortocircuito trifase (Icc presunta) all’origine della conduttura. La scelta di un interruttore viene effettuata come sempre comparando la sua corrente di regolazione In con la IB ed il suo potere di interruzione Icu con la Icc presunta. Queste due comparazioni o regole di base si ritrovano nella norma d’installazione Cei 64-8 e rimangono invariate. Utilità del “potere di i n t e r r u z i o n e d i s e r v i z i o ” Ics Un corto-circuito di valore uguale a Icc presunta è estremamente raro, praticamente è impossibile che avvenga. È per questa ragione che la Norma Iec 947-2 ha definito la nuova prestazione Ics, potere di interruzione di servizio,, che traduce l’attitudine di un apparecchio a rimanere in servizio normalmente dopo l’interruzione di un corto-circuito di valore “probabile”. Sebbene non sia ancora presente nessuna regola corrispondente all’utilizzazione della prestazione Ics nelle norme d’installazione (Iec364 o Cei 64-8), è importante e prudente, per beneficiare di una continuità di servizio ottimale, la scelta di un apparecchio la cui prestazione Ics risulti: Ics ≥ Icc probabile. quadri o tra quadri ed apparecchi utilizzatori. In questo caso, i cortocircuiti probabili sono fortemente attenuati poiché, quando si presentano, sono quasi sempre monofasi o bifasi e situati all’estremità delle condutture protette. Il loro valore può essere stimato all’intorno all’80% della Icc bifase calcolata alla fine della conduttura. Diversi calcoli indicano che la corrente di corto-circuito probabile è: • generalmente inferiore al 25% della Icc presunta all’origine della conduttura, • e nella quasi totalità dei casi inferiore al 50% della stessa Icc presunta. Pur senza avere una regola impiantistica dalle norme, utilizzare per la protezione di partenze degli interruttori aventi Ics uguale al 25% o meglio al 50% della Icc presunta è una saggia precauzione per la longevità degli impianti. a) interruttori di elevata corrente nominale (Masterpact): Figura 7 - Livello presunto delle sovratensioni transitorie (secondo la pubblicazione Iec 38, per un’altitudine fino a 2000 m). Le prove di tenuta alle onde di tensione ad impulso Le pubblicazioni Iec 947 prendono in considerazione le regole di “coordinamento dell’isolamento” e richiedono che vengano eseguite prove di tenuta alle onde di tensione sulle apparecchiature.. Così vengono eseguite per gli interruttori industriali di caratteristiche Uimp = 8 kV le prove indicate nella Tabella di Figura 8. Si noti in questa tabella: interruttore e da un blocco differenziale che assicurava la protezione delle persone per un difetto di isolamento a valle. Queste due funzioni sono recepite dalla Norma Iec 947-2. Interruttore-sezionatore Un interruttore potrà essere dichiarato “atto al sezionamento” se sarà sottoposto con successo ad una serie di prove descritte nella tabella della Figura 9. Porterà allora, visibile Questi apparecchi sono generalmente installati sugli arrivi dei quadri principali, per congiuntori... ecc. Ne risulta che la loro zona di protezione tipica è spesso limitata a l l o s te s s o q u a d ro. I n q u e s te condizioni, le correnti di cortocircuito probabili saranno poco attenuate rispetto al valore teorico della Icc presunta; è dunque importante la scelta di apparecchi la cui prestazione Ics è prossima o uguale a Icu. Tutta la gamma Masterpact ha in questa logica una Ics = 100% Icu. Figura 9 - Le tre prove di attitudine al sezionamento La Norma Iec 947-2 ha dedicato un allegato (allegato B) a questo tipo di prodotto. Tra i punti importanti considerati si devono notare le seguenti verifiche: • non degradazione delle unità di protezione differenziale (blocchi Vigi) dopo l’interruzione a Icu e Ics; • assenza di sganci intempestivi nei casi di: sovracorrenti equilibrate, onde di corrente ad impulso, onde di tensione ad impulso; funzionamento in condizioni ambientali gravose (ciclo di 28 giorni, caldo umido). • sgancio in sovraccarico; • sgancio eccezionale su corto-circuito o guasto; • lucchettaggio in posizione di “aperto” per intervento sul circuito... È dunque normale che uno standard di prove concernente degli apparecchi di protezione come gli interruttori, non soltanto garantisca l’insieme delle prestazioni annunciate, ma anche simuli al meglio le sollecitazioni successive alle quali essi possono essere sottoposti in servizio. È in quest’ottica che le “prove di tipo” richieste dalla b) interruttori di corrente nominale inferiore (C ompact): Figura 10 - Prove raggruppate in sequenze in accordo alla Norma Iec 947-2 Questi apparecchi, generalmente installati sulle partenze, proteggono cavi di collegamento tra Figura 11 - Dispositivo di blocco a chiave su interruttore Masterpact Schneider Electric 44 n° 1 Gennaio 2008 Tutti gli apparecchi della gamma Compact offrono questa possibilità, con un potere di interruzione di servizio almeno uguale al 50% di Icu. Impieg o di u n a p p a r e c c hio Compact su un arriv o Come spiegato precedentemente, le correnti di corto-circuito probabili sono in questo caso poco attenuate rispetto al valore teorico della Icc presunta. Per contro il valore della Icc presunta è basso, essendo legato alla potenza di corto-circuito del trasformatore di alimentazione. Ad esempio, è possibile installare un interruttore Compact C630N sull’arrivo di un quadro a valle di un trasformatore da 400 kVA. Generalizzando, gli interruttori Compact aventi potere d i i n te r r u z i o n e d i s e r v i z i o uguale al 50% di Icu, possono essere impiegati in tutta sicurezza come interruttori di arrivo a valle di un trasformatore. Due apparecc hi in uno: l’interruttore-sezionatore Tra le qualità richieste ad un impianto elettrico, una riveste un’importanza notevole per l’utilizzatore. Si tratta della possibilità di poter intervenire in sicurezza pur mettendo fuori servizio la minima parte di impianto; in pratica sezionando e bloccando in questa posizione le apparecchiature mediante chiavi o lucchetti. La soluzione più flessibile è quella di poter disporre di dispositivi di sezionamento e blocco a tutti i livelli della distribuzione. Ciò è attualmente possibile senza difficoltà con gli interruttor i-seziona tor i identifica ti con il simbolo: Tutti gli interruttori Compact e Masterpact costruiti da Schneider Electric sono degli interruttori-sezionatori interbloccabili mediante serrature (Figura 11) e/o lucchettabili. Un’assicurazione globale: la conformità alla Norma Iec 947-2 La conformità di un interruttore alla Norma Iec 947-2, o alle norme nazionali che sono da essa derivate, costituisce per il progettista la migliore garanzia di qualità e di non degrado nel tempo degli impianti elettrici di bassa tensione. Questa garanzia è il risultato, non soltanto del riconoscimento da parte dei normalizzatori del progresso tecnologico raggiunto dai grandi costruttori principali, ma anche di uno standard di prove molto completo e molto vicino alle condizioni reali di esercizio. Segnare codice 436