Evoluzione degli interruttori BT con la Norma Iec 947-2

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n° 1 Gennaio 2008
Evoluzione degli interruttori
BT con la Norma Iec 947-2
a cura di Schneider Electric
Come tutti i materiali elettrici, gli interruttori di bassa tensione industriali
sono progettati, costruiti e verificati
secondo regole raggruppate nelle
norme dette “norme di prodotto” . Ogni
Paese ha le proprie norme, Cei per l’Italia, Ute per la Francia, BS per l’Inghilterra, Vde per la Germania, ecc.
Quali che siano i Paesi, al di là del loro
sviluppo normativo, le pubblicazioni
Iec (Iec: International Electrotechnical
Commission) servono da riferimento e
la conformità dei prodotti a questi testi
è spesso richiesta nei capitolati. Fino
a poco tempo fa, le norme relative agli
interruttori industriali BT, in Europa
come in un gran numero di altri paesi,
erano basate sulla norma Iec 157-1
pubblicata nel 1973.
La pubb licazione Iec 947-2
Un passo ulteriore verso
uno standard internazionale
La volontà di un riconoscimento in un
più vasto ambito internazionale delle
raccomandazioni Iec, insieme al progresso tecnico e tecnologico raggiunto dai costruttori dopo il 1973, hanno
portato il sottocomitato 17B dell’Iec a
lavorare per la revisione della pubblicazione 157-1. Questo sottocomitato,
costituito dai rappresentanti di oltre
40 paesi (tra cui l’Italia e la Francia
con un esperto inviato da Merlin Gerin), è giunto alla pubblicazione della
norma Iec 947-2 nel 1989. Questa norma ha ottenuto, in occasione del voto
di approvazione, un vasto accordo
mondiale (Europa, Stati Uniti, Canada,
Australia, Sud Africa...) con l’eccezione del solo Giappone.
La Norma Iec 947-2 parte di
un’opera molto più vasta: la Iec 947
Quest’opera riguarda 7 documenti
che costituiscono la Norme Iec per
l’insieme degli apparecchi elettrici
bassa tensione utilizzabili nel campo
industriale:
• Iec 947-1: Regole generali (pubblicata nel 1989);
• Iec 947-2: Interruttori automatici
(vecchia norma Iec 157-1);
• Iec 947-3: Interruttori di manovra,
sezionatori, interruttori di manovrasezionatori e unità combinate con fusibili (vecchia norma Iec 408);
• Iec 947-4: Contattori ed avviatori
(vecchie Norme Iec 158-1 e 292);
• Iec 947-5: Dispositivi per circuiti di
comando ed elementi di manovra
(vecchia norma Iec 337);
• Iec 947-5.2: Rilevatori di prossimità
(pubblicata nel 1989);
• Iec 947-6: Apparecchiature a funzioni multiple (pubblicata nel 1989);
• Iec 947-7: Apparecchiature ausiliarie (pubblicata nel 1989).
Questa architettura ha permesso di
omogeneizzare il vocabolario e le regole generali per le diverse famiglie di
prodotti, ma, per determinare la totalità delle regole relative a una categoria di apparecchi, essa obbliga a consultare due documenti:
• un primo intitolato “Regole generali”
(Iec 947-1) che raggruppa le definizioni, le prescrizioni e le prove comuni a
tutti gli apparecchi a BT;
Gli interruttori industriali in BT, fino a qualche anno
fa, erano basati sulla norma Iec 157-1 del 1973,
diverse per ogni Paese. In seguito la volontà di
un riconoscimento in un più vasto ambito
internazionale delle raccomandazioni Iec, insieme
al progresso tecnico e tecnologico raggiunto
dai costruttori hanno portato il sottocomitato 17B
dell’Iec alla revisione della 157-1 e a giungere
alla pubblicazione della norma Iec 947-2.
• un secondo relativo a ciascuna famiglia di prodotti (Iec 947-2:7) che riguarda le prescrizioni e le prove specifiche del prodotto considerato.
I testi applicabili agli interruttori BT industriali sono le Iec 947-1 e le Iec 947-2.
Le tappe della sua entrata
in vig ore
In E u r o p a
I testi emessi dall’Iec sono frutto di
una stretta collaborazione con il comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica (Cenelec) che raggruppa i
principali paesi europei.
Quando viene emessa una Norma Iec,
il Cenelec è dunque in grado di elaborare rapidamente:
• o una norma europea “EN ...” che
viene poi adottata come norma nazionale in tutti i paesi membri (è oramai il
caso generale);
• o, in caso di divergenze, un documento di armonizzazione “HD ...” che
viene poi trasformato in norma nazionale con integrazione di punti specifici per ciascun paese.
Per quanto riguarda le pubblicazioni
Iec 947-1 e 2, esse sono state adottate
pressoché integralmente come norme
EN 60947.1 e 2. A queste ultime si sono già adeguate la maggior parte delle norme nazionali, tra cui le italiane
con l’emissione nel settembre 1992
delle Cei EN 60947.1 (prima edizione)
e Cei EN 60947.2 (quinta edizione).
In Usa e in Canada
Nonostante abbiano espresso un parere favorevole, le norme in vigore
(norme UL negli Usa, Csa in Canada)
sono molto diverse dalla Iec 947-2 ed
un riflesso di conservazione, vedi un
certo protezionismo, faranno in modo
che questi due paesi conservino probabilmente le loro norme specifiche
ancora per lungo tempo.
maggior parte dei paesi la adotteranno con pochissime modifiche.
L e s u e p r i n c i p a l i n ovità
È importante innanzitutto rimarcare
che i nuovi testi non modificano i criteri di scelta fondamentali di un interruttore, che rimangono il suo potere di
interruzione e la sua corrente nominale. Per contro, essi procurano all’utilizzatore migliori garanzie sulla qualità e
sulle prestazioni, introducendo ulteriori esigenze che tengono meglio
conto delle condizioni reali di funzionamento in esercizio. Inoltre, questa
norma riconosce la capacità degli interruttori di assicurare altre funzioni,
oltre a quelle abituali di protezione
contro le sovracorrenti, quali sezionamento o protezione delle persone mediante dispositivi differenziali.
L’interruttore, un apparecchio
di s i cu r e z z a m u l t i f u nz i o na l e
Prestazioni e n uove prove
per meglio assicurare
la protezione contro
l e s ov r a c o r r e n t i
Ciò che innanzitutto si attende un utilizzatore di interruttori è che essi svolgano senza alcun inconveniente il loro
ruolo principale: proteggere in tutte le
circostanze ed in tutta sicurezza gli
impianti elettrici contro le sovracorrenti, per tutti i valori tra In ed il potere di interruzione dell’apparecchio.
A fronte di questa necessità, la Iec
947-2 riprende le principali caratteristiche di un interruttore ben conosciute e già definite nella vecchia
157-1 (potere di interruzione, corrente nominale, tensione di impiego,
ecc...); ma essa le chiarisce e le completa con nuove nozioni e nuove prestazioni (vedi allegato 1) che costitui-
scono una migliore garanzia della sua
attitudine ad interrompere tutti i valori
di corrente.
Chiarimento sul potere
di interruzione
Con la Norma Iec 157-1 coesistono,
per lo stesso interruttore, due poteri
di interruzione detti “P1” e “P2” che si
distinguevano per il ciclo di prova e
le esigenze post-interruzione.
La Iec 947-2 fa scomparire questa ambiguità. Ormai, tutti gli interruttori non
hanno che un potere di interruzione
chiamato Icu (potere di interruzione
estremo) ed espresso in kA.
Icu corrisponde, in pratica, al potere
di interruzione P1 della vecchia norma ed è definito allo stesso modo:
Icu (947-2) = Pdi P1 (157-1).
È questa caratteristica che, al momento della progettazione di una rete, si
deve confrontare con il valore della
corrente di corto-circuito trifase nel
punto di installazione dell’interruttore:
Icu (dell’interruttore) ≥ Icc trifase
(della rete).
della causa del guasto, la rimessa in
servizio rapida ed in tutta sicurezza
dell’impianto. È per questa ragione
che la Iec 947-2 introduce la nuova caratteristica Ics chiamata “Potere di interruzione di servizio”, generalmente
espresso in % di Icu (valore indicato
dal costruttore e scelto tra 25, 50, 75 e
100%) e definito nel modo seguente:
• l’interruttore effettua, tre interruzioni
successive della corrente Ics;
• l’attitudine dell’apparecchio ad assicurare tutte le sue funzioni è poi verificata con una serie di misure (riscaldamento ad In, tenuta dielettrica, funzionamento degli sganciatori,...).
Questo fa della Ics una prestazione
che non può essere considerata come
un semplice potere di interruzione
(come lo era il P2 della Iec 157-1), ma
come l’attitudine di un interruttore a
rimanere in servizio normalmente anche dopo aver interrotto diverse correnti di corto-circuito (Figura 1).
La cor rente di bre ve durata
ammissibile Icw (per gli
interruttori di categ oria B)
La Norma Iec 947-2 definisce due categorie di interruttori:
• quelli di categoria A per i quali non è
previsto nessun ritardo allo sgancio.
È generalmente il caso degli interruttori scatolati come il Compact C250N,
Schneider Electric;
• quelli di categoria B per i quali, in vista di realizzare una selettività cronometrica, è possibile ritardare lo sgancio in condizioni di corto-circuito di
valore inferiore a Icw. È generalmente
il caso degli interruttori aperti (tipo
Masterpact di Schneider Electric) e di
certi scatolati di grosso calibro come
il Compact C1250N. Per quest’ultimi, la
nuova Iec impone una prova supplementare al fine di verificare la loro capacità di sopportare termicamente ed
elettrodinamicamente (senza repulsione dei contatti che provocherebbe
la loro usura prematura) la corrente
Icw per il tempo di ritardo associato
(Figura 2).
Il coordinamento
tra interruttori
Il termine coordinamento riguarda il
comportamento di due apparecchi C1
e C2 posti in serie in una rete di distribuzione, in presenza di un cortocircuito a valle di C2.
Esso riguarda due concetti:
• l’uno molto noto, la selettività, sempre più desiderata nelle moderne reti
di distribuzione bassa tensione;
• l’altra, meno nota (ma riconosciuta
dalle norme d’installazione), detta “filiazione”. La filiazione consiste nell’installazione di un interruttore C2, il cui
potere di interruzione Icu2 è inferiore
alla corrente di corto-circuito trifase
ai suoi morsetti Icc2 e che è protetto o
“aiutato” dall’interruttore C1 per tutti i
valori di corrente compresi tra Icu2 e
Icc2 (Figura 3).
zione che sono state recepite dall’allegato A della norma Iec 947-2.
Approcci o metodi teorici consistono in:
• per la selettività, nel comparare le
caratteristiche di limitazione dell’interruttore a valle con le caratteristiche
di non intervento dell’interruttore a
monte (Figura 4). Questo metodo è
molto preciso e richiede pochissime
prove di conferma;
• per la filiazione, nel comparare le caratteristiche di limitazione dell’interruttore a monte con le sollecitazioni
massime sopportabili dall’apparecchio a valle (Figura 5).
Questo metodo è molto meno preciso,
così in questo caso, la Iec 947-2 richiede che i risultati siano verificati
mediante prove più numerose.
Si deve notare infine che la tecnica
Sellim (Figura 6), sviluppata da Schneider Electric e che associa selettività e filiazione, è ufficialmente riconosciuta dalla norma Iec 947-2. È in
effetti previsto che nel corso delle
prove, i contatti di C1 si possano separare momentaneamente in coincidenza con l’eliminazione del guasto,
Il potere di interruzione
n o m i n a l e d i s e r v i z i o : Ics
Icu rappresenta la corrente di cortocircuito massima che l’interruttore potrebbe essere chiamato ad interrompere. In effetti, il calcolo della Icc presunta si fa normalmente con delle ipotesi massimaliste che vanno tutte in
favore della sicurezza, in particolare:
• il corto-circuito è trifase;
• si considera “imbullonato” cioè senza arco (e quindi senza la corrispondente impedenza);
• le resistenze di collegamento non
vengono considerate;
• il corto-circuito viene ipotizzato sui
morsetti lato valle dell’interruttore
senza interposizione di cavi;
• le resistenze di collegamento sono
calcolate alla temperatura ambiente o
alla temperatura normale di funzionamento dei cavi (in occasione del corto-circuito, queste resistenze diventano maggiori perché aumentano con il
riscaldamento dei cavi).
Ne risulta che, al verificarsi di un cortocircuito (fatto di per se stesso eccezionale), il suo valore è molto più basso della Icc presunta.
Per contro, è importante che queste
correnti, di probabilità più elevata, siano interrotte in modo ottimale in modo
da consentire, dopo l’eliminazione
Figura 3 - Principio della filiazione tra due interruttori; l’interruttore C2, il cui
potere di interruzione Icu è inferiore alla corrente di corto-circuito trifase ai
suoi morsetti (Icc2), è protetto o “aiutato” dall’interruttore C1.
Figura 1 - La Iec 947-2 è più vicina
alle necessità dell’impianto.
Il vantaggio principale di questa tecnica deriva dalla possibilità di installare
in C2 un interruttore con prestazioni
minori, dunque più economico, senza
mettere a repentaglio la sicurezza dell’impianto. Per determinare e garantire
il coordinamento tra due interruttori, è
necessario effettuare un primo approccio teorico e confermare poi i risultati con qualche prova giudiziosamente scelta. È così che Schneider
Electric ha sempre operato per determinare le tabelle di selettività e filia-
per poi richiudersi rapidissimamente
dopo l’interruzione della corrente.
Figura 4 - Determinazione teorica del
limite di selettività tra due interruttori.
Figura 5 - Determinazione teorica del
limite di filiazione tra due interruttori.
Ten u t a a l l e s o v r a t e n s i o n i :
“il coordinamento
dell’isolamento”
Che cos’è il coordinamento
dell’isolamento?
Tutti gli impianti elettrici possono essere interessati da sovratensioni occasionali di origine diversa quali:
In Giappone
Solo Paese ad aver votato negativamente, il Giappone non adotterà il
testo Iec.
Negli altri Paesi del mondo
Ciascun Paese può adottare il testo Iec
come norma nazionale eventualmente
con qualche modifica. Considerato il
largo accordo ottenuto sulla Norma
Iec 947-2, è possibile prevedere che la
Figura 2 - Prove supplementari per gli interruttori di categoria B.
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norma Iec 947-2 sono state raggruppate in sequenze e che esse devono
essere ripetute su un numero specificato di apparecchi.
P r o ve r a g g r u p p a t e
in sequenz e
Figura 6 - Applicazione della tecnica Sellim.
• sovratensioni atmosferiche,
• sovratensioni di manovra,
• sovratensioni dovute a un guasto,
• sovratensioni derivanti da un contatto MT/BT, ecc.
Lo studio di queste sovratensioni (origine, valore, localizzazione...) e delle
regole da applicare per proteggersene
è conosciuto con il nome di “coordinamento dell’isolamento”.
Nelle reti BT di tipo industriale, la protezione contro le sovratensioni viene
considerata come realizzata quando i
materiali sopportano senza danneggiamento i due tipi di prove:
• prove dielettriche a 50 Hz, per esempio la tenuta a (2 Ui + 1000 V)/1 min,
che simula il rischio di guasto con impianti a tensione più elevata;
• prove di tenuta a impulsi di tensione
(onde 1,2/50 µs) di valore Uimp variabili secondo il punto di installazione,
che sono rappresentative delle sovratensioni atmosferiche e di manovra.
La prestazione Uimp che deve sostenere l’apparecchiatura è definita dalle
norme Iec d’installazione secondo la
Tabella di Figura 7.
• che il valore Uimp deve essere valevole fino a 2000 m di altitudine, quindi le
prove, generalmente effettuate al livello
del mare, sono maggiorate del 23%;
• che una prova specifica è richiesta
per gli apparecchi il cui fronte è di
classe II; questa caratteristica, oltre
all’aumento di sicurezza per gli operatori, permette di realizzare apparecchi di classe II lasciando completamente accessibile la leva di comando manuale. Tutti gli interruttori
Compact e Master pact hanno un
fronte di classe II.
Sezionamento e protezione
differenziale: due funzioni
supplementari
ora riconosciute
Figura 8 - Prove di tenuta alle onde di tensione
ad impulso per gli interruttori industriali; all’atto
delle diverse prove nessuna scarica si deve produrre
tra le fasi, tra contatti aperti o tra fase e massa.
sul fronte, il simbolo di interruttore sezionatore.
U n o s t a n d a r d d i p r o ve c he
aderisce alla realtà
In t e r r u t t o r i d i f f e r e n z i a l i
La vita di un interruttore in un impianto elettrico è legata ad un certo numero di eventi successivi tra i quali:
• apertura/chiusura manuale (o a distanza con telecomando elettrico), a
vuoto o sotto carico con corrente ≤ In;
• sgancio effettuato da bobina di minima tensione o a lancio di corrente;
• sovratensioni impulsive (atmosferiche o di manovra);
Numerosi costruttori hanno ripreso la
tecnologia Schneider Electric. Attualmente l’interruttore differenziale è un
apparecchio molto diffuso ma per il
quale non esisteva nessuna norma di
costruzione e la qualità poteva di
conseguenza variare fortemente da
un costruttore all’altro.
Già da molti anni, alcuni costruttori,
tra cui Schneider Electric, si sono autoimposti prestazioni e caratteristiche
importanti per proporre interruttori
atti al sezionamento. Analogamente
negli anni 60 Schneider Electric è stato il primo costruttore a proporre interruttori differenziali costituiti da un
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Con la Norma Iec 157-1 ciascuna prova veniva effettuata su un apparecchio nuovo. Ora, con la Norma Iec
947-2, lo stessoapparecchio viene
sottoposto ad una serie di prove cumulative raggruppate in sequenze.
Cinque sequenze sono così definite e
ciascun tipo di interruttore deve essere sottoposto secondo le sue caratteristiche a due, tre o quattro di queste
sequenze (vedere tabella Figura 10).
Una delle più significative è senza
dubbio la sequenza 1: essa illustra bene le sollecitazioni che subiscono gli
apparecchi così provati.
Un’ampia campionatura
d i i n t e r r u t t o r i p r o vat i
Al fine di verificare tutte le possibilità
dichiarate, le sequenze precedenti sono ripetute su più interruttori dello
stesso tipo ma aventi configurazioni
diverse:
• in tripolare e quadripolare,
• equipaggiati con sganciatori diversi,
• con diverse tensioni,
• con delle regolazioni diverse,
• con alimentazione da monte e da valle se l’interruttore ne è dichiarato atto,
• senza e con protezione differenziale
se questa è prevista.. ecc.
In questo modo i rapporti di prova coprono l’insieme delle prestazioni dichiarate e garantiscono all’utilizzatore
che l’apparecchio assolverà correttamente la sua funzione, quali che siano:
• le caratteristiche della rete,
• l’accessoriamento dell’interruttore,
• le regolazioni effettuate.
Principali differenze tra le norme IEC 157-1 e IEC 947-2
C o n s e g u e n z e p r a t i c he
per il progettista di impianti
I criteri fondamentali
di scelta di un interruttore
r i m a n g o n o i n va r i a t i
Per definire l’interruttore da installare
a protezione di una partenza in un impianto elettrico bisogna conoscere
fondamentalmente due parametri:
• la corrente da distribuire IB,
• il valore della corrente di cortocircuito trifase (Icc presunta) all’origine
della conduttura. La scelta di un interruttore viene effettuata come sempre
comparando la sua corrente di regolazione In con la IB ed il suo potere di
interruzione Icu con la Icc presunta.
Queste due comparazioni o regole di
base si ritrovano nella norma d’installazione Cei 64-8 e rimangono invariate.
Utilità del “potere di
i n t e r r u z i o n e d i s e r v i z i o ” Ics
Un corto-circuito di valore uguale a
Icc presunta è estremamente raro,
praticamente è impossibile che avvenga. È per questa ragione che la
Norma Iec 947-2 ha definito la nuova
prestazione Ics, potere di interruzione di servizio,, che traduce l’attitudine di un apparecchio a rimanere in
servizio normalmente dopo l’interruzione di un corto-circuito di valore
“probabile”.
Sebbene non sia ancora presente
nessuna regola corrispondente all’utilizzazione della prestazione Ics nelle norme d’installazione (Iec364 o
Cei 64-8), è importante e prudente,
per beneficiare di una continuità di
servizio ottimale, la scelta di un apparecchio la cui prestazione Ics risulti: Ics ≥ Icc probabile.
quadri o tra quadri ed apparecchi
utilizzatori. In questo caso, i cortocircuiti probabili sono fortemente attenuati poiché, quando si presentano,
sono quasi sempre monofasi o bifasi
e situati all’estremità delle condutture
protette. Il loro valore può essere stimato all’intorno all’80% della Icc bifase calcolata alla fine della conduttura. Diversi calcoli indicano che la corrente di corto-circuito probabile è:
• generalmente inferiore al 25% della Icc
presunta all’origine della conduttura,
• e nella quasi totalità dei casi inferiore al 50% della stessa Icc presunta.
Pur senza avere una regola impiantistica dalle norme, utilizzare per la
protezione di partenze degli interruttori aventi Ics uguale al 25% o meglio
al 50% della Icc presunta è una saggia precauzione per la longevità degli impianti.
a) interruttori di elevata corrente
nominale (Masterpact):
Figura 7 - Livello presunto
delle sovratensioni transitorie
(secondo la pubblicazione Iec 38,
per un’altitudine fino a 2000 m).
Le prove di tenuta alle onde
di tensione ad impulso
Le pubblicazioni Iec 947 prendono in
considerazione le regole di “coordinamento dell’isolamento” e richiedono
che vengano eseguite prove di tenuta
alle onde di tensione sulle apparecchiature.. Così vengono eseguite per
gli interruttori industriali di caratteristiche Uimp = 8 kV le prove indicate
nella Tabella di Figura 8.
Si noti in questa tabella:
interruttore e da un blocco differenziale che assicurava la protezione
delle persone per un difetto di isolamento a valle. Queste due funzioni
sono recepite dalla Norma Iec 947-2.
Interruttore-sezionatore
Un interruttore potrà essere dichiarato “atto al sezionamento” se sarà
sottoposto con successo ad una serie di prove descritte nella tabella
della Figura 9. Porterà allora, visibile
Questi apparecchi sono generalmente installati sugli arrivi dei
quadri principali, per congiuntori... ecc.
Ne risulta che la loro zona di protezione tipica è spesso limitata
a l l o s te s s o q u a d ro. I n q u e s te
condizioni, le correnti di cortocircuito probabili saranno poco
attenuate rispetto al valore teorico della Icc presunta; è dunque
importante la scelta di apparecchi la cui prestazione Ics è prossima o uguale a Icu. Tutta la gamma Masterpact ha in questa logica una Ics = 100% Icu.
Figura 9 - Le tre prove di attitudine al sezionamento
La Norma Iec 947-2 ha dedicato un
allegato (allegato B) a questo tipo di
prodotto.
Tra i punti importanti considerati si
devono notare le seguenti verifiche:
• non degradazione delle unità di
protezione differenziale (blocchi Vigi)
dopo l’interruzione a Icu e Ics;
• assenza di sganci intempestivi nei
casi di: sovracorrenti equilibrate, onde di corrente ad impulso, onde di
tensione ad impulso; funzionamento
in condizioni ambientali gravose (ciclo di 28 giorni, caldo umido).
• sgancio in sovraccarico;
• sgancio eccezionale su corto-circuito o guasto;
• lucchettaggio in posizione di “aperto” per intervento sul circuito...
È dunque normale che uno standard
di prove concernente degli apparecchi di protezione come gli interruttori,
non soltanto garantisca l’insieme delle prestazioni annunciate, ma anche
simuli al meglio le sollecitazioni successive alle quali essi possono essere
sottoposti in servizio. È in quest’ottica
che le “prove di tipo” richieste dalla
b) interruttori di corrente nominale
inferiore (C ompact):
Figura 10 - Prove raggruppate in sequenze in accordo alla Norma Iec 947-2
Questi apparecchi, generalmente
installati sulle partenze, proteggono cavi di collegamento tra
Figura 11 - Dispositivo di blocco
a chiave su interruttore Masterpact
Schneider Electric
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Tutti gli apparecchi della gamma
Compact offrono questa possibilità, con un potere di interruzione
di servizio almeno uguale al 50%
di Icu.
Impieg o di
u n a p p a r e c c hio
Compact su un arriv o
Come spiegato precedentemente,
le correnti di corto-circuito probabili sono in questo caso poco attenuate rispetto al valore teorico
della Icc presunta. Per contro il
valore della Icc presunta è basso,
essendo legato alla potenza di
corto-circuito del trasformatore di
alimentazione. Ad esempio, è possibile installare un interruttore
Compact C630N sull’arrivo di un
quadro a valle di un trasformatore
da 400 kVA. Generalizzando, gli
interruttori Compact aventi potere d i i n te r r u z i o n e d i s e r v i z i o
uguale al 50% di Icu, possono essere impiegati in tutta sicurezza
come interruttori di arrivo a valle di un trasformatore.
Due apparecc hi in uno:
l’interruttore-sezionatore
Tra le qualità richieste ad un impianto elettrico, una riveste un’importanza notevole per l’utilizzatore.
Si tratta della possibilità di poter
intervenire in sicurezza pur mettendo fuori servizio la minima parte di impianto; in pratica sezionando e bloccando in questa posizione le apparecchiature mediante
chiavi o lucchetti. La soluzione più
flessibile è quella di poter disporre di dispositivi di sezionamento
e blocco a tutti i livelli della distribuzione. Ciò è attualmente possibile senza difficoltà con gli interruttor i-seziona tor i identifica ti
con il simbolo:
Tutti gli interruttori Compact e
Masterpact costruiti da Schneider Electric sono degli interruttori-sezionatori interbloccabili
mediante serrature (Figura 11)
e/o lucchettabili.
Un’assicurazione
globale: la conformità
alla Norma Iec 947-2
La conformità di un interruttore
alla Norma Iec 947-2, o alle norme nazionali che sono da essa
derivate, costituisce per il progettista la migliore garanzia di
qualità e di non degrado nel tempo degli impianti elettrici di bassa tensione. Questa garanzia è il
risultato, non soltanto del riconoscimento da parte dei normalizzatori del progresso tecnologico raggiunto dai grandi costruttori principali, ma anche di uno
standard di prove molto completo e molto vicino alle condizioni
reali di esercizio.
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