Istituto Comprensivo Pedavena IO VIVO QUI CITTADINI IN ERBA Territorio, paesaggio, comunità I SENTIERI DELLA PACE E DELLA GUERRA ISTITUTO COMPRENSIVO di PEDAVENA Classi IIIA e IC Con il percorso didattico, effettuato dalle classi terza A e prima C, ci siamo proposti di fornire ai ragazzi occasioni e strumenti di apprendimento legati dall’osservazione e alla conoscenza del territorio in cui vivono. Per diventare cittadini consapevoli della montagna e del Parco è necessario guidarli a cogliere i legami che ciascuno di noi ha con il proprio ambiente nei suoi diversi aspetti e saper leggere il paesaggio come memoria da cui si possono cogliere elementi di significato e di senso della nostra identità e della nostra esistenza. L’attività didattica è iniziata con lo studio in classe della geologia, della flora e della fauna delle Vette Feltrine; sono state poi elaborate delle schede sui fiori, sugli animali e sulle morfologia delle montagne che sono state inserite nella mappa interattiva (di seguito riportata). Parallelamente si è cercato di guidare gli alunni a interrogarsi su alcuni aspetti del paesaggio che raccontano la vita delle persone che vivevano un tempo in montagna legate alle risorse della montagna (pascolo, taglio dei prati e del legname, produzione della calce). Sentiero della pace e della guerra • https://maps.google.it/maps/ms?msid=217723147161201338946.0004dcb053f54b9759349&msa=0 Aspetti geologici delle Vette • • Le Vette Feltrine formano un gruppo montuoso modesto ma spettacolare al confine tra Veneto e Trentino. Sono delimitate ad Ovest dal torrente Cismon , dalla valle di Primiero a Nord, dalle Alpi di S. Gregorio ad oriente e dalla piana di Feltre a Sud. Come tutte le Prealpi anche le Vette Feltrine hanno un interesse specifico riguardo alla flora; numerosi sono infatti gli endemismi ossia le specie botaniche che si trovano solo in queste zone tra le Alpi propriamente dette e la Pianura Padana. Percorrendo il sentiero che da Croce arriva al Dal Piaz si ha la possibilità di osservare la successione stratigrafica costituita da rocce sedimentarie di origine marina che si sono depositate nel periodo compreso tra l'inizio del Giurassico circa 200 milioni di anni fa e l’Eocene che ebbe termine 30 milioni di anni orsono. • • In particolare si possono osservare le imponenti bancate di Calcari Grigi a cui succedono gli strati di Rosso Ammonitico ed infine i depositi di Biancone una pietra spesso utilizzata in edilizia. I Calcari Grigi sono costituiti da fanghi carbonatici alquanto diversificati, grigiogiallastri ma a volte color ocra che si depositarono sia in ambiente marino profondo nei così detti bacini, sia in aree più superficiali come le piattaforme continentali In Prossimità della Busa delle Vette, un’ampia conca glaciale, si osservano dei cordoni morenici. Sono evidenti anche fenomeni di carsismo: i materiali rocciosi sono molto friabili. Questo spiega la presenza di vari catini utili per abbeverare il bestiame. • • All’inizio del sentiero che porta al Rifugio Dal Piaz si incontra « EL CROT DEI SCHEI» così chiamato perché formato da rocce contenenti fossili rotondi come delle monete. In relazione a queste rocce e al legname proveniente dalla pulitura dei boschi sono state costruite delle calchere per la produzione di calce nelle zone di Salzen, Valle di San Martino e Faller, quest’ultima è stata recentemente recuperata e attivata dal Gruppo Alpini di Sovramonte. L’attività didattica è iniziata con lo studio in classe della geologia, della flora e della fauna delle Vette Feltrine; sono state poi elaborate delle schede sui fiori, sugli animali e sulle morfologia delle montagne che sono state inserite in una mappa interattiva. Parallelamente si è cercato di guidare gli alunni a interrogarsi su alcuni aspetti del paesaggio che raccontano la vita delle persone che vivevano un tempo in montagna legate alle risorse della montagna (pascolo, taglio dei prati e del legname, produzione della calce); inoltre ci si è soffermati su alcuni documenti storici relativi alla prima e seconda guerra mondiale (strada militare costruita negli anni 1910-12 che porta al rifugio Dal Piaz, rifugi e nascondigli scavati nella montagna, lapidi, ruderi di abitazioni, fontane per l’abbeveraggio degli animali risalenti al periodo fascista). Ciò ha favorito un lavoro di approfondimento riguardante un fatto storico ritenuto molto significativo: la Resistenza nel Feltrino, perché portatrice di valori di libertà e pace da cui è nata la nostra COSTITUZIONE. La flora delle Vette Arnica montana NOME : FAMIGLIA: HABITAT: DIFFUSIONE: EPOCA FIORITURA: ALTEZZA PIANTA: TIPO DI PIANTA: DESCRIZIONE: ARNICA ASTERACEAE PRATI DI MONTAGNA POCO CONCIMATI, ALPEGGI E BOSCHI RADI DI MONTAGNA FINO A CA. 2800 M. DIFFUSA - FINO A 2800 M. GIUGNO - AGOSTO LO STELO È ERETTO, 30 - 60 CM. PERENNE CAPOLINO SOLITARIO DI 5-7 CM. GIALLO INTENSO, DAL CARATTERISTICO ASPETTO "SPETTINATO". LE FOGLIE FORMANO UNA ROSETTA BASALE. PIANTA PERENNE SI SVILUPPA DA UN RIZOMA STRISCIANTE ORIZZONTALMENTE NEL TERRENO.. PROPRIETÀ L'ARNICA É UNA NOTA PIANTA OFFICINALE. VIENE IMPIEGATA PER USO ESTERNO IN CASO DI STRAPPI, DISTORSIONI E CONTUSIONI DI TENDINI E MUSCOLI. NELLE PERSONE SENSIBILI PUÒ PERÒ DARE ORIGINE A REAZIONI CUTANEE ALLERGICHE NOTE PIANTA PROTETTA Il raponzolo di montagna NOME COMUNE: RAPONZOLO DI MONTAGNA FAMIGLIA: CAMPANULACEE HABITAT: LA PIANTA SI INCONTRA SU PRATI E PASCOLI ALPESTRI MAGRI, PREVALENTEMENTE CALCAREI ED IN ZONE SASSOSE FINO A 2600 M DI QUOTA DIFFUSIONE: È DIFFUSO SU TUTTE LE ALPI EPOCA FIORITURA: MAGGIO - SETTEMBRE ALTEZZA PIANTA: 10 - 50 CM TIPO DI PIANTA: PERENNE DESCRIZIONE: FIORI IN CAPOLINI TERMINALI, EMISFERICI, DI 25-35 MM. FOGLIE BASALI A ROSETTA, PICCIOLATE; FOGLIE SUPERIORI LANCEOLATE, SESSILI. FUSTO ERETTO. SPESSO FORMA PICCOLE COLONIE. PROPRIETÀ NOTE ALLO SCOPO DI EVITARE L'AUTOIMPOLLINAZIONE, QUESTA PIANTA HA SVILUPPATO UN SISTEMA DEL TUTTO PARTICOLARE. FA INFATTI MATURARE IN TEMPI DIVERSI POLLINE E STILO IN MODO TALE DA GARANTIRE UN IMPOLLINAZIONE ESTERNA (ALLOGAMIA). La vulneraria NOME COMUNE: VULNERARIA FAMIGLIA: LEGUMINOSE HABITAT: LA PIANTA PREDILIGE TERRENI CALCAREI, ASCIUTTI E SASSOSI. CRESCE AD UN'ALTITUDINE DAI 1000 AI 2.900 M. EPOCA FIORITURA: DA GIUGNO A SETTEMBRE ALTEZZA PIANTA: VARIA DAI 5 AI 20 CM TIPO DI PIANTA: PERENNE DESCRIZIONE: PROPRIETÀ LA VULNERARIA É UNA PIANTA CON STELI DA PROSTRATI AD ASCENDENTI ARCUATI LE FOGLIE BASALI SONO DI FORMA DA LANCEOLATA A OVALE, LE FOGLIE DELLO STELO SONO PENNATE. I FIORI SONO RIUNITI IN UN CAPOLINO E SONO RIVESTITI DA UN COPERCHIO DIGITIFORME. NON É PARTICOLARMENTE APPREZZATA DAI MEDICI, MA NELLA MEDICINA POPOLARE É ASSAI QUOTATA. LA VULNERARIA VIENE INFATTI UTILIZZATA FRESCA PER GUARIRE LE FERITE E DI QUI ANCHE IL NOME Giglio martagone arancione NOME COMUNE: GIGLIO MARTAGONE ARANCIONE FAMIGLIA: LILIACEAE HABITAT: PENDICI PRATIVE UMIDE E ASSOLATE, BOSCHI RADI, CHIAZZE ERBOSE DEI BOSCHI TRA 400 E 1900 METRI. PREFERISCE I TERRENI CALCAREI. DIFFUSIONE: IN TUTTA L’ITALIA ECCETTO LA SICILIA E LA SARDEGNA. EPOCA FIORITURA: DA MAGGIO A LUGLIO ALTEZZA PIANTA: VARIA DAGLI 80 CM. A 1 M. AI 10CM. TIPO DI PIANTA: BULBOSA DESCRIZIONE: LE FOGLIE SONO LINEARI SPARSE SU TUTTO LO STELO DEL FIORE, È UNA PIANTA BULBOSA CON BULBO PIRIFORME SCAGLIOSO. PROPRIETÀ IL BULBO HA PROPRIETÀ LENITIVE ED È IMPIEGATO IN PREPARATI CONTRO LE USTIONI DA SOLE. NOTE LA RACCOLTA ECCESSIVA HA PORTATO MOLTE REGIONI AD ELENCARLA TRA LE PIANTE PROTETTE. IL FIORE È ALTO DAI 7 CM. Rosa Canina NOME: ROSA CANINA FAMIGLIA: ROSACEE IL SUO HABITAT SONO LE BOSCAGLIE A FOGLIE CADUCHE DI FAGGIO. ABETE, PINO E QUERCIE, GLI ARBUSTETI E LE SIEPI, FINO AD UNA QUOTA DI 1900 M. MA ANCHE SU PASCOLI ALPINI FINO A 2600 M. PREFERISCE SUOLI ABBASTANZA PROFONDI, LIMOSI E MODERATAMENTE ARIDI. LA SPECIE È DIFFUSA IN UNA VASTA AREA NELLE ZONE TEMPERATE: EUROPA, DAL MEDITERRANEO ALLA SCANDINAVIA; AFRICA DEL NORD, ASIA, IRAN, IRAK, ISRAELE, LIBANO, SIRIA, CAUCASO, TAJIKISTAN, E SUB CONTINENTE INDIANO. HABITAT: DIFFUSIONE: EPOCA FIORITURA: ALTEZZA PIANTA: TIPO DI PIANTA: DESCRIZIONE: PROPRIETÀ: È STATA INTRODOTTA E SI È NATURALIZZATA ANCHE IN AMERICA DEL NORD ED IN AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA. MAGGIO A LUGLIO. ALTA FINO A 100 CM PERENNE LE SPINE ROSSE SONO ROBUSTE, ARCUATE, A BASE ALLUNGATA E COMPRESSA LATERALMENTE. LE SPINE, CADUCHE, SONO COMPOSTE DA 5-7 FOGLIOLINE OVALI O ELLITTICHE DENTELLATE AI MARGINI. I FIORI, SINGOLI O A 2-3, HANNO UN DIAMETRO DI 4-7 CM E SONO POCO PROFUMATI. LA COROLLA È FORMATA GRANDI PETALI BILOBI, ROSATI SOPRATTUTTO SUI LOBI.. I FRUTTI DELLA ROSA CANINA, I CINORRODI, CONTENGONO MOLTA VITAMINA C E SONO APPREZZATI SOTTO FORMA DI TÈ. Gjmnademia odoratissima NOME: GJMNADEMIA ODORATISSIMA FAMIGLIA: ORCHIDEACEE HABITAT: PASCOLI NON CONCIMATI E CAMPI ALPESTRI DIFFUSIONE: FINO AI 2500 M EPOCA FIORITURA: MAGGIO AGOSTO ALTEZZA PIANTA: FINO AI 40 CM TIPO DI PIANTA: PERENNE DESCRIZIONE: STELO FOGLIATO, CON PICCOLI FIORI POSTI IN GRAPPOLI FITTI E ALLUNGATI. I PETALI SONO POCO DIVISI, E POSSIEDONO UN PICCOLO SPERONE. NOTE: LA PIANTA DIFFONDE UN FORTE ODORE DI VANIGLIA. Non ti scordar di me NOME : NON TI SCORDAR DI ME (OCCHI DELLA MADONNA) FAMIGLIA: BORAGINACEE HABITAT: IN PRATI E CAMPI DIFFUSIONE: NEL CLIMA TEMPERATO EPOCA FIORITURA: APRILE-SETTEMBRE ALTEZZA PIANTA: 60CM TIPO DI PIANTA: ANNUALE O BIENNALE DESCRIZIONE: RAMIFICATA ALLA BASE, CON FOGLIE ALLUNGATE E DENTATE. FIORI AZZURRINI CHE NON SUPERANO I4-5MM DI LARGHEZZA. PROPRIETÀ USI TERAPEUTICI: L’ESTRATTO SERVE PER ALLEVIARE INFEZIONI NELLE VIE RESPIRATORIE Stella Alpina NOME : STELLA ALPINA FAMIGLIA: ASTERACEAE HABITAT: TERRENI TENDENZIALMENTE CALCAREI, PASCOLI, PRATI, RUPI. DIFFUSIONE: FREQUENTE DA 1800 A 3400 M DI ALTITUDINE EPOCA FIORITURA: LUGLIO - SETTEMBRE ALTEZZA PIANTA: 5-20 CM TIPO DI PIANTA: PERENNE DESCRIZIONE: CORIMBO DI 2-10 CAPOLINI GIALLI CONTORNATI DA FOGLIE LANOSE BIANCHE. LE ALTRE FOGLIE SONO VERDI, FELTROSE. PIANTA PROTETTA NOTE E CURIOSITÀ NELLE ALPI C'ERA L'USANZA CHE L'UOMO ANDASSE A RACCOGLIERE PER LA SUA FINDANZATA UNA STELLA ALPINA SULLO SPERONE ROCCIOSO PIÙ RIPIDO E PERICOLOSO QUALE PROVA DEL SUO CORAGGIO E DEL SUO AMORE. La fauna Marmotta NOME FAMIGLIA ORDINE HABITAT MARMOTTA SCIURIDI RODITORI AMBIENTI MONTANI ANCHE A 3000 METRI DESCRIZIONE FORME TESTA GROSSA E ROTONDA CON DENTI INCISIVI MOLTO SVILUPPATI, PELLICCIA FOLTA E RUVIDA. COLORE PELLICCIA GRIGIO BRUNA LA MARMOTTA È UN ANIMALE SOCIALE CHE VIVE IN GRUPPI ALL'INTERNO E NEI DINTORNI DELLE TANE CHE SCAVANO. LE TANE POSSONO ESSERE DI DUE TIPI: QUELLE ADIBITE SOLAMENTE ALLA FUGA (SI TRATTA DI SEMPLICI TUNNEL SOTTERRANEI) E QUELLE DOVE INVECE VIVONO CON GLI ALTRI MEMBRI DELLA COMUNITÀ. QUESTE TANE SONO SCAVATE IN PROFONDITÀ E POSSONO ESSERE LUNGHE DIVERSI METRI, SONO DOTATE DI PIÙ CAMERE INTERNE DOVE VIVONO DURANTE LA NOTTE. ABITUDINI DI GIORNO STANNO GENERALMENTE FUORI DALLA TANA (TRANNE CHE NELLE ORE PIÙ CALDE), GLI PIACE STARE AL SOLE MA SI DEDICANO ANCHE AL GIOCO E ALLA RICERCA DI CIBO (IN PRIMAVERA ED ESTATE DEVONO INFATTI IMMAGAZZINARE RISERVE ENERGETICHE A SUFFICIENZA PER SUPERARE IL LETARGO). PRATICAMENTE VIVONO IN VERE E PROPRIE FAMIGLIE COSTITUITE DA DUE INDIVIDUI ADULTI (MASCHIO E FEMMINA) E DAI CUCCIOLI. I GIOVANI MASCHI VENGONO ALLONTANATI DALLA TANA PRIMA DELLE FEMMINE LE QUALI VI RIMANGONO FINO ALLA MATURITÀ SESSUALE, CHE VIENE RAGGIUNTA INTORNO AI TRE ANNI Aquila reale NOME FAMIGLIA ORDINE HABITAT AQUILA REALE ACCIPRITIDI ACCIPITRIFORMES L' AQUILA REALE NON HA ESIGENZE DI HABITAT MOLTO SPECIFICHE, MA LA SUA PRESENZA DIPENDE DALLA PRESENZA D'IDONEI SITI DI NIDIFICAZIONE E DA SPAZI SUFFICIENTEMENTE VASTI ED APERTI PER LA CACCIA. L' AQUILA REALE È UN UCCELLO TERRITORIALE E NECESSITA DI TERRITORI COMPRESI TRA 30 E 100 KM2. NEL PARCO ATTUALMENTE VI SONO 8 COPPIE DI AQUILE. FORME: LE SUE PARTI SUPERIORI SONO DI COLOR BRUNO CASTANO, CON PENNE E PIUME COPRITRICI PIÙ PALLIDE, LE PARRTI INFERIORI SONO DI COLOR CASTANO SCURO, LA TESTA INVECE È DI COLOR CASTANO DORATO. DESCRIZIONE RIPRODUZIONI: LA COPPIA COSTRUISCE IL NIDO ALL'INTERNO DEL SUO TERRITORIO, SU RUPI INACCESSIBILI, UTILIZZANDO GROSSI RAMI E TAPPEZZANDOLI DI RAMOSCELLI E FOGLIE FRESCHE. OGNI COPPIA HA DIVERSI NIDI: OGNI ANNO NE SCEGLIE UNO CHE "RESTAURA" AGGIUNGENDO RAMI E FRONDE. VI VENGONO DEPOSTE DUE UOVA. PICCOLI: NASCONO TRA APRILE E MAGGIO, AD ALCUNI GIORNI UNO DALL'ALTRO. IL PIÙ VECCHIO UCCIDE QUASI SEMPRE L'ALTRO. IN LUGLIOAGOSTO IL GIOVANE LASCIA IL NIDO, MA VIVE ANCHE TRE O QUATTRO MESI CON I GENITORI PRIMA DI IMPARARE A CACCIARE E DIVENTARE INDIPENDENTE. SI CIBA DI MAMMIFERI (LEPRI, SCOIATTOLI,DONNOLE, MA ANCHE VOLPI O PICCOLI DI CAMOSCIO E CAPRIOLO) E, IN MISURA MINORE, UCCELLI (GALLIFORMI, CORVIDI E ALTRI RAPACI). IN INVERNO SI CIBA COMUNEMENTE DI CAROGNE. ABITUDINI L'AQUILA REALE RESTA FEDELE AL PROPRIO PARTNER PER MOLTI ANNI. A VOLTE I DUE COLLABORANO NELLA CACCIA: MENTRE UNO VOLA BASSO PER SPAVENTARE LA PREDA L'ALTRO RIMANE PIÙ IN ALTO PRONTO ALLA CATTURA. Il capriolo NOME FAMIGLIA ORDINE HABITAT CAPRIOLO CAPREULUS UNGULATI VIVE IN ZONE BOSCOSE, PREFERIBILMENTE CON FREQUENTI RADURE E UN FOLTO STRATO ARBUSTIVO. NEL PARCO: MOLTO COMUNE, ALMENO FINO A 1800 METRI DI QUOTA. FORME LUNGHEZZA FINO A 120 CM, ALTEZZA ALLA SPALLA 75 CM. CORNA LE CORNA, DOTATE DI TRE PUNTE, CADONO ALL'INIZIO DELL'INVERNO PER RIFORMARSI NELLA PRIMAVERA SUCCESSIVA. DESCRIZIONE COLORE IL SUO MANTELLO È MARRONE-ROSSASTRO D'ESTATE, MARRONEGRIGIASTRO CON UN EVIDENTE POSTERIORE BIANCO IN INVERNO; I PICCOLI HANNO IL MANTELLO MACULATO MANGIA ERBA, FOGLIAME E PICCOLE PIANTE. ABITUDINI HA UN'INTENSA ATTIVITÀ NOTTURNA: DI GIORNO STA NASCOSTO NEL BOSCO, AL CREPUSCOLO VA AD ALIMENTARSI IN RADURE O SU TERRENI APERTI. Gallo cedrone o Urogallo NOME FAMIGLIA ORDINE HABITAT DESCRIZIONE ABITUDINI GALLO CEDRONE TETRAONIDI GALLIFORMI FORESTA MISTA DI CONIFERE E LATIFOGLIE, DA 1000 A 1800 M IL MASCHIO HA UNA LUNGHEZZA DI 75-95 CM E PESA TRA 3,7 E 4,5 KG. LA FEMMINA, PIÙ PICCOLA, MISURA 58-68CM E PESA TRA 1,8 E 2,4 KG. IL MASCHIO HA UNA COLORAZIONE SCURA CON RIFLESSI VERDASTRI SUL PETTO E DUE VISTOSE MACCHIE SCAPOLARI BIANCHE; MENTRE LA FEMMINA HA UN COLORE BRUNO-GRIGIASTRO CON SFUMATURE ROSSE SUL PETTO. ENTRAMBI HANNO PENNE DEL MENTO DI FORMA LANCEOLATA; CODA CON LUNGHE PENNE SCURE SCREZIATE DI BIANCO CHE VENGONO APERTE A VENTAGLIO E ZAMPE RICOPERTE DA UN FITTO PIUMINO. L’ASPETTO, CON IL CAMBIAMENTO DELLE STAGIONI, RIMANE INVARIATO; LA SUA VITA MEDIA È DI CIRCA NOVE ANNI. E’ UN ANIMALE DIURNO. IL GALLO CEDRONE IN ESTATE MANGIA VEGETALI VERDI, FORMICHE, BACCHE E FRUTTI COME LAMPONI, FRAGOLE E MIRTILLI; MENTRE IN INVERNO MANGIA GEMME, AGHI DI CONIFERE E GERMOGLI DEL SOTTOBOSCO. IL GALLO CEDRONE È UN UCCELLO SCHIVO E PRUDENTE; ASPETTA LA PRIMAVERA SU DI UN ALBERO E NELLA BELLA STAGIONE STA A TERRA PER CERCARE CIBO. DURANTE L’ACCOPPIAMENTO IL MASCHIO ESEGUE UNA DANZA DETTA “PARATA”, CON LA CODA A VENTAGLIO, IL CAPO ALL’INDIETRO, INTONA UN CANTO SPETTACOLARE, PRIMA CHE SORGA IL SOLE, PER ATTIRARE LE FEMMINE. DURANTE L’ULTIMA FASE DEL CANTO NON SENTE E NON VEDE E DIVENTA UNA FACILE PREDA. NOTE LE FEMMINE ACCORRONO NUMEROSE E UNA VOLTA FECONDATE, DEPONGONO LE UOVA IN UNA DEPRESSIONE DEL TERRENO. LA MADRE PER DIFENDERE LE UOVA (MA ANCHE I PICCOLI) ESEGUE LA “PARATA DI DISTRAZIONE”: SI FINGE FERITA E SI TRASCINA LONTANO FACENDOSI INSEGUIRE, PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DEL NEMICO DAL NIDO. IL PERIODO DELL’ACCOPPIAMENTO VA DA APRILE A MAGGIO; LA DURATA DELLA GRAVIDANZA È DI CIRCA 25 GIORNI E QUINDI LE NASCITE AVVENGONO A GIUGNO. IL NUMERO DEI PICCOLI VARIA DA 5 A 14 E LO SVEZZAMENTO AVVIENE IN AUTUNNO: I PICCOLI SI DIVIDONO NEGLI STORMI A SECONDA DEL SESSO MASCHILE O FEMMINILE. Il cervo NOME FAMIGLIA ORDINE HABITAT DESCRIZIONE CERVO CERVIDI UNGULATI VIVE NEI BOSCHI DI CONIFERE E LATIFOGLIE, NELLE BRUGHIERE E NEI PASCOLI DI MONTAGNA. NELLE FORESTE ALPINE SI SPINGE FINO AL LIMITE SUPERIORE DELLA VEGETAZIONE ARBOREA FORME: LUNGHEZZA FINO A 260 CM; ALTEZZA ALLA SPALLA 150 CM CORNA: LE CORNA VENGONO CAMBIATE OGNI ANNO E POSSONO PRESENTARE ANOMALIE CAUSATE DA DIVERSI FATTORI. COLORE: MANTELLO È MARRONE ROSSASTRO IN ESTATE, IN INVERNO DIVENTA MARRONE GRIGIASTRO E SUL COLLO DEI MASCHI SI SVILUPPA UNA CRINIERA DI LUNGHI PELI. DIFFIDENTE,DI ABITUDINI DIURNE. HA VISTA E UDITO ACUTI,OLFATTO FINISSIMO E RIFLESSI PRONTI. CORRE VELOCE,COMPIE BALZI E SCALATE DI LUOGHI IMPERVI CON ESTREMA FACILITÀ. SI CIBA DI ERBE FRESCHE,FRONDE DI ARBUSTI,MUSCHI E LICHENI. LE FEMMINE E I GIOVANI VIVONO IN BRANCHI GUIDATI DA UNA FEMMINA ADULTA. ABITUDINI I MASCHI RESTANO APPARTATI E RAGGIUNGONO LE FEMMINE SOLO NEL PERIODO DEGLI AMORI CHE CADE TRA OTTOBRE E DICEMBRE. DURANTE LA STAGIONE DEGLI AMORI I MASCHI SGUAZZANO NEL FANGO O IN POZZE. LE FEMMINE DOPO UNA GESTAZIONE DI 25-27 SETTIMANE PARTORISCONO IN MAGGIO-GIUGNO E VENGONO ALLATTATI PER 4-6 MESI. AD UN ANNO E MEZZO RAGGIUNGONO LA MATURITÀ SESSUALE. LA SOVRAPPOPOLAZIONE ESPONE LA SPECIE AD INSORGENZA DI MALATTIE EPIDEMICHE (PAPILLOMATOSI,ROGNA, CHERATOCONGIUNTIVITE,ECC.). L a poiana NOME POIANA FAMIGLIA ACCIPRITIDI ORDINE FALCONIFORME HABITAT LA POIANA È ABBASTANZA COMUNE E NIDIFICA NEI BOSCHI FITTI E NELLE CAMPAGNE. DESCRIZIONE FORME: HA UN PIUMAGGIO BRUNO SCURO CON MACCHIE BIANCHE NELLA PARTE INFERIORE DEL CORPO E SOTTO LE ALI. CON IL CARATTERISTICO BECCO CORTO E UNCINATO ASSOMIGLIA ALL’AQUILA REALE, MA SI RICONOSCE DA ESSA DALLA CODA LARGA E ARROTONDATA DI COLORE GRIGIO-BRUNO. ABITUDINI SI CIBA DI TOPI, VIPERE, TALPE, PICCOLI UCCELLI CHE CACCIA STANDO APPOLLAIATA IN AGGUATO SU RAMI E ROCCE. INOLTRE SA SFRUTTARE MOLTO BENE LE CORRENTI ASCENSIONALI E NON DI RADO SI PUÒ NOTARLA FARE LO “SPIRITO SANTO” ESPLORANDO IL TERRENO ALLA RICERCA DI PICCOLE PREDE. Gufo Reale NOME FAMIGLIA ORDINE HABITAT DESCRIZIONE GUFO REALE STRIGIDI STRIGIFORMI AMBIENTI VARI, FORESTE, SPAZZI APERTI, PARETI ROCCIOSE, SPECIALMENTE SULLE ALPI E SUGLI APPENNINI FINO AI 2000M È UN RAPACE E AMA LA CACCIA NOTTURNA. È LUNGO 60-75 CM ED HA UNA APERTURA ALARE DI 160-190 CM. PUÒ VIVERE FINO HAI 20 ANNI. SI CIBA DI PICCOLE PREDE COME INSETTI, MA ANCHE DI MAGGIORI DIMENSIONI COME LEPRI. PUÒ MANGIARE UCCELLI PREDATORI RAPACI MA ANCHE CARNIVORI TERRESTRI COME VOLPI. INGOIA VITTIME A GROSSI PEZZI OPPURE INTERE E LE PARTI INDIGERIBILI A DISTANZA DI ORE VENGONO RIGETTATE ATTRAVERSO PALLOTTOLE COMPATTE. ABITUDINI DURANTE LA STAGIONE DEGLI AMORI (GENNAIO-MARZO) IL MASCHIO ATTIRA LE FEMMINE CON UN RICHIAMO CHE PUÒ RIPETERE FINO A 700 VOLTE PER NOTTE. LA COPPIA NON COSTRUISCE IL NIDO , MA DEPONE LE UOVA IN CAVITÀ O PARETI ROCCIOSE. LA FEMMINA PUÒ DEPORRE 2-3 UOVA E COVA PIÙ VOLTE DURANTE L’ANNO. I PICCOLI ,APPENA NATI, SONO CIECHI E VENGONO PROTETTI DALLA MADRE MENTRE IL PADRE È A CACCIA PER PROCURARE CIBO ALLA FAMIGLIA. DOPO UN MESE I PICCOLI SONO IN GRADO DI CAMMINARE E DISPERDERSI INTORNO AL NIDO E COSÌ RISULTA PIÙ DIFFICILE PER I PREDATORI CATTURARE I PULCINI. PER LA MADRE RISULTA MOLTO FACILE TROVARLI GRAZIE HAI SUOI SENSI MOLTO ACUTI. TRA STORIA E MEMORIA I PARTIGIANI I partigiani erano donne e uomini che credevano nella giustizia, nella libertà, nella pace, come sosteneva Paride Brunetti, il comandante partigiano Bruno (intervista a Mirco Melanco figlio di un altro partigiano che ha combattuto in Val Morel a Trichiana) A lui e a tutti i mille partigiani della Brigata Garibaldi “Gramsci” sono state dedicate dall’ANPI di Feltre nel 2012, due lapidi nelle località di Pietena e Col Cavai. Il Feltrino diede un grande contributo alla guerra di liberazione. Dapprima organizzati dal Colonello degli alpini Angelo Zancanaro molti giovani di Aune guidati da Edoardo De Bortoli (Carducci) si portarono sulle Vette feltrine per ricevere i lanci di armi dagli Alleati. Dopo l’uccisione del col. Zancanaro essi confluirono nella Brigata “Gramsci”. La lotta di Carducci è ricordata nel libro di Don Riccardo Rizzarda e Alberto De Bortoli “Aune nella Resistenza (1943/45)”. Dalle parole di chi lo ha conosciuto emergono con forza le sue capacità di soldato disposto a sacrificarsi per un grande ideale. Assieme a diversi compagni combatté fino alla fine della guerra quando trovò la morte il primo maggio nei pressi Arsiè negli ultimi scontri con i tedeschi (La sua lapide è in località Cubia ad Arsiè) LA PALAZZINA • • • • • Pietena, oltre la Busa delle Vette, era un discreto rifugio per i partigiani ma era anche• un appostamento scomodo perché troppo lontano dai luoghi dove venivano compiute azioni ai danni dei Tedeschi. Compiuta l’impresa i guerriglieri dovevano fare ore di salita per rientrare alla base. È per questo che scelsero come avamposto un luogo vicino a Croce D’Aune” la Villa Bellati chiamata “La Palazzina“. Tra Pietena e la Palazzina c’erano tutti i giorni collegamenti con persone che salivano e scendevano. Nella palazzina stazionavano saltuariamente una quindicina di uomini comandati da Anto (Natale Stefani). All’esercito dei partigiani si aggiunsero due tedeschi, che avevano lasciato l’esercito nazista e avevano giurato fedeltà ai giovani della Resistenza senza mai tradirli. All’alba del 9 agosto 1944 i Tedeschi raggiunsero la maiolera dove si trovavano i due fratelli Bruno (Primavera) e Caterina Facchin (Gloria) che dormivano e li uccisero I colpi d’arma da fuoco svegliarono i partigiani che si trovavano nella Palazzina i quali riuscirono a fuggire e a ripiegare sulle Vette, infliggendo dure perdite ai tedeschi che per vendicarsi uccisero tre boscaioli pensando fossero dei combattenti. Due giorni dopo i Tedeschi al comando del tenente Karl delle SS circondarono il paese di Aune diedero agli abitanti l’ordine di sgombrare le case che cosparsero di benzina ed incendiarono. Non rimasero in piedi che la scuola e la Chiesa. La gente di Aune dovette passare tutto l’inverno del 1945 accampata tra i ruderi . LE VETTE FELTRINE LA MEMORIA DI UN PAESAGGIO • • • • Le Vette Feltrine in alto e più in basso i paesi di Aune • di Sovramonte, Croce , il Monte Avena senza tralasciare il massiccio del Monte Pavione hanno ospitato nelle varie buse o catini e nelle disseminate malghe e casere, ma anche negli anfratti nascosti tra la fitta vegetazione, gli uomini che hanno organizzato la Resistenza e la guerra di liberazione (1943/45 ) con grande coraggio e generosità. Come dicono Don Riccardo Rizzarda e Alberto De Bortoli, autori del libro “Aune nella Resistenza”, superati gli smarrimenti della disfatta bellica, di una guerra voluta dal governo fascista, nacquero anche nel feltrino nuclei di volontari che, seppur in condizioni difficili, riuscirono a disciplinare e addestrare giovani pronti a combattere per la libertà della loro patria. Alcuni di questi movimenti giovanili antitedeschi clandestini che pullulavano nel bellunese (da ricordare che dopo l’8 settembre Belluno faceva parte del Terzo Reich) scelsero per la loro lotta le Vette per la vicinanza ai paesi di Aune e di Feltre che potevano dare loro viveri e informazioni necessarie per le loro operazioni di sabotaggio e di difesa dal pericolo costante di essere individuati. Nelle montagne potevano ricevere materiale bellico dai lanci di armi dagli aerei delle forze alleate (ad esempio vicino al Col dei Cavai, in località Orza nell’aprile del ’44 paracadutato da soldati inglesi). Tra gli anfratti e le grotte potevano nascondersi durante le rappresaglie o i rastrellamenti IN TEMPO DI GUERRA MALGHE CASERE MAIOLERE Nella prima guerra mondiale malghe casere e maiolere diventano luoghi di combattimento, perché la montagna segna confini, sa nascondere, offre ripari e vie di comunicazione capaci di raggiungere luoghi strategici. Un esempio è dato dalla strada, costruita durante la prima guerra mondiale dal Genio Militare, che parte da Croce d’Aune e arriva fino a Pietena, una località dall’aspetto triste, poco soleggiata e in genere umida da cui si diramano due sentieri, uno che porta sulle Vette Grandi e un altro sulle Vette Piccole. MALGHE CASERE MAIOLERE IN TEMPO DI PACE Le malghe, le casere e le maiolere di Orza, Valgatera, Ronchetti e della Busa delle Vette sono i centri nevralgici di un economia rurale basata sull’allevamento dei bovini da latte che richiedeva un duro e costante lavoro da parte dei contadini con il taglio dei prati per l’approvvigionamento del foraggio necessario durante l’inverno e il pascolo degli animali durante i periodi in cui cresceva erba sufficiente. • • • • L’agricoltura basata sull’autoconsumo garantiva pochi prodotti necessari per integrare una alimentazione povera a base di polenta e latticini. La vita in questi luoghi è faticosa anche se la natura regala giornate lunghe e in genere soleggiate e frutti gustosi. La ricchezza della vegetazione consente di raccogliere la legna necessaria per i lunghi inverni e per la produzione della calce nelle calchere. Le abitazioni sono povere, ma dotate di o di un “larin” (focolare per cucinare e fare il formaggio). Solo in alcune vi era anche una stufa generalmente di mattoni. Accanto ad esse si trovano le stalle per il ricovero degli animale, sopra le quali ci sono ampi fienili dove viene riposto il foraggio raccolto. Le casere, le malghe e le maiolere possono ospitare diverse persone sugli ampi fienili. PARTIGIANI CHE COMBATTERONO NELLE VETTE FELTRINE De Bortoli Edoardo = “Carducci” Facchin Giovanni = “Primavera” De Bortoli Albino = “Cortino” Guantiera Antonio = “Tomori” De Bortoli Pietro = “Chianti” De Bortoli Virgilio = “Orza” Giop Cesiro = “G.C.” De Bortoli Eligio = “D.B.E.” Giop Pietro = “G.P.” De Bortoli Ugo (Sotilet) = “Illusione” De Bortoli Marcello = “Ciro” De Bortoli Cesiro = “Eco” De Bortoli Leo = “D.B.L.” Gorza Bruno = “Pellio” Belfi Mario = “Mili” De Bortoli Alcide = “Manin” De Bortoli Alberto = “Fuggi” Gorza Mirco = “G.M.” Francalanza Mario = “Ivan” Facchin Caterina = “Gloria” De Bortoli Margherita = “Aurora” • • Si ricordano inoltre altri partigiani provenienti da Padova e Venezia: Alvise Coletti medico veneziano acerrimo antifascista; Paride Brunetti giovane ingegnere di Gubbio che aveva avuto onorificenze per aver fatto la Campagna di Russia ed era stato inviato a Belluno dal Rettore dell’Università di Padova; Concetto Marchesi. Progetto promosso dalla fondazione Dolomiti Unesco Classi: Prima C Terza A Insegnanti: Anna Margherita Dalla Torre Raffaella Bassani Rosa Alba Miranna Collaboratori: Giovanni Perenzin Giuseppe Brentel