IO VIVO QUI - Istituto Comprensivo di Pedavena

Istituto Comprensivo Pedavena
IO VIVO QUI
CITTADINI IN ERBA
Territorio, paesaggio,
comunità
I SENTIERI DELLA PACE E
DELLA GUERRA
ISTITUTO COMPRENSIVO di
PEDAVENA
Classi IIIA e IC
Con il percorso didattico, effettuato dalle classi terza A e prima C, ci siamo proposti di
fornire ai ragazzi occasioni e strumenti di apprendimento legati dall’osservazione e alla
conoscenza del territorio in cui vivono. Per diventare cittadini consapevoli della montagna e
del Parco è necessario guidarli a cogliere i legami che ciascuno di noi ha con il proprio
ambiente nei suoi diversi aspetti e saper leggere il paesaggio come memoria da cui si
possono cogliere elementi di significato e di senso della nostra identità e della nostra
esistenza.
L’attività didattica è iniziata con lo studio in classe della geologia, della
flora e della fauna delle Vette Feltrine; sono state poi elaborate delle
schede sui fiori, sugli animali e sulle morfologia delle montagne
che
sono state inserite nella mappa interattiva (di seguito riportata).
Parallelamente si è cercato di guidare gli alunni a interrogarsi su alcuni
aspetti del paesaggio che raccontano la vita delle persone che vivevano
un tempo in montagna legate alle risorse della montagna (pascolo, taglio
dei prati e del legname, produzione della calce).
Sentiero della pace e della guerra
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https://maps.google.it/maps/ms?msid=217723147161201338946.0004dcb053f54b9759349&msa=0
Aspetti geologici delle Vette
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Le Vette Feltrine formano un gruppo montuoso modesto ma spettacolare al confine tra
Veneto e Trentino. Sono delimitate ad Ovest dal torrente Cismon , dalla valle di
Primiero a Nord, dalle Alpi di S. Gregorio ad oriente e dalla piana di Feltre a Sud.
Come tutte le Prealpi anche le Vette Feltrine hanno un interesse specifico riguardo alla
flora; numerosi sono infatti gli endemismi ossia le specie botaniche che si trovano solo
in queste zone tra le Alpi propriamente dette e la Pianura Padana. Percorrendo il
sentiero che da Croce arriva al Dal Piaz si ha la possibilità di osservare la successione
stratigrafica costituita da rocce sedimentarie di origine marina che si sono depositate
nel periodo compreso tra l'inizio del Giurassico circa 200 milioni di anni fa e l’Eocene
che ebbe termine 30 milioni di anni orsono.
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In particolare si possono osservare le imponenti bancate di Calcari Grigi a cui succedono
gli strati di Rosso Ammonitico ed infine i depositi di Biancone una pietra spesso
utilizzata in edilizia.
I Calcari Grigi sono costituiti da fanghi carbonatici alquanto diversificati, grigiogiallastri ma a volte color ocra che si depositarono sia in ambiente marino profondo nei
così detti bacini, sia in aree più superficiali come le piattaforme continentali
In Prossimità della Busa delle Vette, un’ampia conca glaciale, si osservano dei cordoni
morenici. Sono evidenti anche fenomeni di carsismo: i materiali rocciosi sono molto
friabili. Questo spiega la presenza di vari catini utili per abbeverare il bestiame.
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All’inizio del sentiero che porta al Rifugio Dal Piaz si incontra « EL CROT
DEI SCHEI» così chiamato perché formato da rocce contenenti fossili
rotondi come delle monete.
In relazione a queste rocce e al legname proveniente dalla pulitura dei
boschi sono state costruite delle calchere per la produzione di calce nelle
zone di Salzen, Valle di San Martino e Faller, quest’ultima è stata
recentemente recuperata e attivata dal Gruppo Alpini di Sovramonte.
L’attività didattica è iniziata con lo studio in classe della geologia, della flora e
della fauna delle Vette Feltrine; sono state poi elaborate delle schede sui fiori,
sugli animali e sulle morfologia delle montagne che sono state inserite in una
mappa interattiva. Parallelamente si è cercato di guidare gli alunni a
interrogarsi su alcuni aspetti del paesaggio che raccontano la vita delle persone
che vivevano un tempo in montagna legate alle risorse della montagna (pascolo,
taglio dei prati e del legname, produzione della calce); inoltre ci si è soffermati
su alcuni documenti storici relativi alla prima e seconda guerra mondiale (strada
militare costruita negli anni 1910-12 che porta al rifugio Dal Piaz, rifugi e
nascondigli scavati nella montagna, lapidi, ruderi di abitazioni, fontane per
l’abbeveraggio degli animali risalenti al periodo fascista). Ciò ha favorito un
lavoro di approfondimento riguardante un fatto storico ritenuto molto
significativo: la Resistenza nel Feltrino, perché portatrice di valori di libertà e
pace da cui è nata la nostra COSTITUZIONE.
La flora delle Vette
Arnica montana
NOME :
FAMIGLIA:
HABITAT:
DIFFUSIONE:
EPOCA FIORITURA:
ALTEZZA PIANTA:
TIPO DI PIANTA:
DESCRIZIONE:
ARNICA
ASTERACEAE
PRATI DI MONTAGNA POCO CONCIMATI, ALPEGGI E
BOSCHI RADI DI MONTAGNA FINO A CA. 2800 M.
DIFFUSA - FINO A 2800 M.
GIUGNO - AGOSTO
LO STELO È ERETTO, 30 - 60 CM.
PERENNE
CAPOLINO SOLITARIO DI 5-7 CM. GIALLO INTENSO,
DAL CARATTERISTICO ASPETTO "SPETTINATO". LE
FOGLIE FORMANO UNA ROSETTA BASALE.
PIANTA PERENNE SI SVILUPPA DA UN RIZOMA
STRISCIANTE ORIZZONTALMENTE NEL TERRENO..
PROPRIETÀ
L'ARNICA É UNA NOTA PIANTA OFFICINALE. VIENE
IMPIEGATA PER USO ESTERNO IN CASO DI STRAPPI,
DISTORSIONI E CONTUSIONI DI TENDINI E MUSCOLI.
NELLE PERSONE SENSIBILI PUÒ PERÒ DARE ORIGINE
A REAZIONI CUTANEE ALLERGICHE
NOTE
PIANTA PROTETTA
Il raponzolo di montagna
NOME COMUNE:
RAPONZOLO DI MONTAGNA
FAMIGLIA:
CAMPANULACEE
HABITAT:
LA PIANTA SI INCONTRA SU PRATI E PASCOLI ALPESTRI MAGRI,
PREVALENTEMENTE CALCAREI ED IN ZONE SASSOSE FINO A
2600 M DI QUOTA
DIFFUSIONE:
È DIFFUSO SU TUTTE LE ALPI
EPOCA FIORITURA:
MAGGIO - SETTEMBRE
ALTEZZA PIANTA:
10 - 50 CM
TIPO DI PIANTA:
PERENNE
DESCRIZIONE:
FIORI IN CAPOLINI TERMINALI, EMISFERICI, DI 25-35 MM.
FOGLIE BASALI A ROSETTA, PICCIOLATE; FOGLIE SUPERIORI
LANCEOLATE, SESSILI. FUSTO ERETTO. SPESSO FORMA
PICCOLE COLONIE.
PROPRIETÀ
NOTE
ALLO SCOPO DI EVITARE L'AUTOIMPOLLINAZIONE, QUESTA
PIANTA HA SVILUPPATO UN SISTEMA DEL TUTTO
PARTICOLARE. FA INFATTI MATURARE IN TEMPI DIVERSI
POLLINE E STILO IN MODO TALE DA GARANTIRE UN
IMPOLLINAZIONE ESTERNA (ALLOGAMIA).
La vulneraria
NOME COMUNE:
VULNERARIA
FAMIGLIA:
LEGUMINOSE
HABITAT:
LA PIANTA PREDILIGE TERRENI CALCAREI, ASCIUTTI E SASSOSI.
CRESCE AD UN'ALTITUDINE DAI 1000 AI 2.900 M.
EPOCA FIORITURA:
DA GIUGNO A SETTEMBRE
ALTEZZA PIANTA:
VARIA DAI 5 AI 20 CM
TIPO DI PIANTA:
PERENNE
DESCRIZIONE:
PROPRIETÀ
LA VULNERARIA É UNA PIANTA CON STELI DA PROSTRATI AD
ASCENDENTI ARCUATI LE FOGLIE BASALI SONO DI FORMA DA
LANCEOLATA A OVALE, LE FOGLIE DELLO STELO SONO PENNATE. I
FIORI SONO RIUNITI IN UN CAPOLINO E SONO RIVESTITI DA UN
COPERCHIO DIGITIFORME.
NON É PARTICOLARMENTE APPREZZATA DAI MEDICI, MA NELLA
MEDICINA POPOLARE É ASSAI QUOTATA. LA VULNERARIA VIENE
INFATTI UTILIZZATA FRESCA PER GUARIRE LE FERITE E DI QUI
ANCHE IL NOME
Giglio martagone arancione
NOME COMUNE:
GIGLIO MARTAGONE ARANCIONE
FAMIGLIA:
LILIACEAE
HABITAT:
PENDICI PRATIVE UMIDE E ASSOLATE, BOSCHI RADI,
CHIAZZE ERBOSE DEI BOSCHI TRA 400 E 1900 METRI.
PREFERISCE I TERRENI CALCAREI.
DIFFUSIONE:
IN TUTTA L’ITALIA ECCETTO LA SICILIA E LA SARDEGNA.
EPOCA FIORITURA:
DA MAGGIO A LUGLIO
ALTEZZA PIANTA:
VARIA DAGLI 80 CM. A 1 M.
AI 10CM.
TIPO DI PIANTA:
BULBOSA
DESCRIZIONE:
LE FOGLIE SONO LINEARI SPARSE SU TUTTO LO STELO DEL
FIORE, È UNA PIANTA BULBOSA CON BULBO PIRIFORME
SCAGLIOSO.
PROPRIETÀ
IL BULBO HA PROPRIETÀ LENITIVE ED È IMPIEGATO IN
PREPARATI CONTRO LE USTIONI DA SOLE.
NOTE
LA RACCOLTA ECCESSIVA HA PORTATO MOLTE REGIONI AD
ELENCARLA TRA LE PIANTE PROTETTE.
IL FIORE È ALTO DAI 7 CM.
Rosa Canina
NOME:
ROSA CANINA
FAMIGLIA:
ROSACEE
IL SUO HABITAT SONO LE BOSCAGLIE A FOGLIE CADUCHE DI
FAGGIO. ABETE, PINO E QUERCIE, GLI ARBUSTETI E LE
SIEPI, FINO AD UNA QUOTA DI 1900 M. MA ANCHE SU
PASCOLI ALPINI FINO A 2600 M. PREFERISCE SUOLI
ABBASTANZA PROFONDI, LIMOSI E MODERATAMENTE
ARIDI.
LA SPECIE È DIFFUSA IN UNA VASTA AREA NELLE ZONE
TEMPERATE: EUROPA, DAL MEDITERRANEO ALLA
SCANDINAVIA; AFRICA DEL NORD, ASIA, IRAN, IRAK,
ISRAELE, LIBANO, SIRIA, CAUCASO, TAJIKISTAN, E SUB
CONTINENTE INDIANO.
HABITAT:
DIFFUSIONE:
EPOCA FIORITURA:
ALTEZZA PIANTA:
TIPO DI PIANTA:
DESCRIZIONE:
PROPRIETÀ:
È STATA INTRODOTTA E SI È NATURALIZZATA ANCHE
IN AMERICA DEL NORD ED IN AUSTRALIA E NUOVA
ZELANDA.
MAGGIO A LUGLIO.
ALTA FINO A 100 CM
PERENNE
LE SPINE ROSSE SONO ROBUSTE, ARCUATE, A BASE
ALLUNGATA E COMPRESSA LATERALMENTE.
LE SPINE, CADUCHE, SONO COMPOSTE DA 5-7 FOGLIOLINE
OVALI O ELLITTICHE DENTELLATE AI MARGINI.
I FIORI, SINGOLI O A 2-3, HANNO UN DIAMETRO DI 4-7 CM
E SONO POCO PROFUMATI. LA COROLLA È FORMATA
GRANDI PETALI BILOBI, ROSATI SOPRATTUTTO SUI LOBI..
I FRUTTI DELLA ROSA CANINA, I CINORRODI,
CONTENGONO MOLTA VITAMINA C E SONO APPREZZATI
SOTTO FORMA DI TÈ.
Gjmnademia odoratissima
NOME:
GJMNADEMIA ODORATISSIMA
FAMIGLIA:
ORCHIDEACEE
HABITAT:
PASCOLI NON CONCIMATI E CAMPI ALPESTRI
DIFFUSIONE:
FINO AI 2500 M
EPOCA FIORITURA:
MAGGIO AGOSTO
ALTEZZA PIANTA:
FINO AI 40 CM
TIPO DI PIANTA:
PERENNE
DESCRIZIONE:
STELO FOGLIATO, CON PICCOLI FIORI POSTI IN GRAPPOLI
FITTI E ALLUNGATI. I PETALI SONO POCO DIVISI, E
POSSIEDONO UN PICCOLO SPERONE.
NOTE:
LA PIANTA DIFFONDE UN FORTE ODORE DI VANIGLIA.
Non ti scordar di me
NOME :
NON TI SCORDAR DI ME (OCCHI DELLA MADONNA)
FAMIGLIA:
BORAGINACEE
HABITAT:
IN PRATI E CAMPI
DIFFUSIONE:
NEL CLIMA TEMPERATO
EPOCA FIORITURA:
APRILE-SETTEMBRE
ALTEZZA PIANTA:
60CM
TIPO DI PIANTA:
ANNUALE O BIENNALE
DESCRIZIONE:
RAMIFICATA ALLA BASE, CON FOGLIE ALLUNGATE E DENTATE.
FIORI AZZURRINI CHE NON SUPERANO I4-5MM DI LARGHEZZA.
PROPRIETÀ
USI TERAPEUTICI: L’ESTRATTO SERVE PER ALLEVIARE INFEZIONI
NELLE VIE RESPIRATORIE
Stella Alpina
NOME :
STELLA ALPINA
FAMIGLIA:
ASTERACEAE
HABITAT:
TERRENI TENDENZIALMENTE CALCAREI, PASCOLI, PRATI, RUPI.
DIFFUSIONE:
FREQUENTE DA 1800 A 3400 M DI ALTITUDINE
EPOCA FIORITURA:
LUGLIO - SETTEMBRE
ALTEZZA PIANTA:
5-20 CM
TIPO DI PIANTA:
PERENNE
DESCRIZIONE:
CORIMBO DI 2-10 CAPOLINI GIALLI CONTORNATI DA FOGLIE LANOSE
BIANCHE. LE ALTRE FOGLIE SONO VERDI, FELTROSE.
PIANTA PROTETTA
NOTE E CURIOSITÀ
NELLE ALPI C'ERA L'USANZA CHE L'UOMO ANDASSE A RACCOGLIERE
PER LA SUA FINDANZATA UNA STELLA ALPINA SULLO SPERONE
ROCCIOSO PIÙ RIPIDO E PERICOLOSO QUALE PROVA DEL SUO
CORAGGIO E DEL SUO AMORE.
La fauna
Marmotta
NOME
FAMIGLIA
ORDINE
HABITAT
MARMOTTA
SCIURIDI
RODITORI
AMBIENTI MONTANI ANCHE A 3000 METRI
DESCRIZIONE
FORME TESTA GROSSA E ROTONDA CON DENTI INCISIVI MOLTO SVILUPPATI, PELLICCIA
FOLTA E RUVIDA. COLORE PELLICCIA GRIGIO BRUNA
LA MARMOTTA È UN ANIMALE SOCIALE CHE VIVE IN GRUPPI ALL'INTERNO E NEI DINTORNI
DELLE TANE CHE SCAVANO.
LE TANE POSSONO ESSERE DI DUE TIPI: QUELLE ADIBITE SOLAMENTE ALLA FUGA (SI TRATTA
DI SEMPLICI TUNNEL SOTTERRANEI) E QUELLE DOVE INVECE VIVONO CON GLI ALTRI
MEMBRI DELLA COMUNITÀ.
QUESTE TANE SONO SCAVATE IN PROFONDITÀ E POSSONO ESSERE LUNGHE DIVERSI
METRI, SONO DOTATE DI PIÙ CAMERE INTERNE DOVE VIVONO DURANTE LA NOTTE.
ABITUDINI
DI GIORNO STANNO GENERALMENTE FUORI DALLA TANA (TRANNE CHE NELLE ORE PIÙ
CALDE), GLI PIACE STARE AL SOLE MA SI DEDICANO ANCHE AL GIOCO E ALLA RICERCA DI
CIBO (IN PRIMAVERA ED ESTATE DEVONO INFATTI IMMAGAZZINARE RISERVE ENERGETICHE
A SUFFICIENZA PER SUPERARE IL LETARGO).
PRATICAMENTE VIVONO IN VERE E PROPRIE FAMIGLIE COSTITUITE DA DUE INDIVIDUI
ADULTI (MASCHIO E FEMMINA) E DAI CUCCIOLI. I GIOVANI MASCHI VENGONO
ALLONTANATI DALLA TANA PRIMA DELLE FEMMINE LE QUALI VI RIMANGONO FINO ALLA
MATURITÀ SESSUALE, CHE VIENE RAGGIUNTA INTORNO AI TRE ANNI
Aquila reale
NOME
FAMIGLIA
ORDINE
HABITAT
AQUILA REALE
ACCIPRITIDI
ACCIPITRIFORMES
L' AQUILA REALE NON HA ESIGENZE DI HABITAT MOLTO SPECIFICHE, MA
LA SUA PRESENZA DIPENDE DALLA PRESENZA D'IDONEI SITI DI
NIDIFICAZIONE E DA SPAZI SUFFICIENTEMENTE VASTI ED APERTI PER LA
CACCIA. L' AQUILA REALE È UN UCCELLO TERRITORIALE E NECESSITA DI
TERRITORI COMPRESI TRA 30 E 100 KM2.
NEL PARCO ATTUALMENTE VI SONO 8 COPPIE DI AQUILE.
FORME: LE SUE PARTI SUPERIORI SONO DI COLOR BRUNO CASTANO, CON
PENNE E PIUME COPRITRICI PIÙ PALLIDE, LE PARRTI INFERIORI SONO DI
COLOR CASTANO SCURO, LA TESTA INVECE È DI COLOR CASTANO
DORATO.
DESCRIZIONE
RIPRODUZIONI: LA COPPIA COSTRUISCE IL NIDO ALL'INTERNO DEL SUO
TERRITORIO, SU RUPI INACCESSIBILI, UTILIZZANDO GROSSI RAMI E
TAPPEZZANDOLI DI RAMOSCELLI E FOGLIE FRESCHE. OGNI COPPIA HA
DIVERSI NIDI: OGNI ANNO NE SCEGLIE UNO CHE "RESTAURA"
AGGIUNGENDO RAMI E FRONDE. VI VENGONO DEPOSTE DUE UOVA.
PICCOLI: NASCONO TRA APRILE E MAGGIO, AD ALCUNI GIORNI UNO
DALL'ALTRO. IL PIÙ VECCHIO UCCIDE QUASI SEMPRE L'ALTRO. IN LUGLIOAGOSTO IL GIOVANE LASCIA IL NIDO, MA VIVE ANCHE TRE O QUATTRO
MESI CON I GENITORI PRIMA DI IMPARARE A CACCIARE E DIVENTARE
INDIPENDENTE.
SI CIBA DI MAMMIFERI (LEPRI, SCOIATTOLI,DONNOLE, MA ANCHE VOLPI O
PICCOLI DI CAMOSCIO E CAPRIOLO) E, IN MISURA MINORE, UCCELLI
(GALLIFORMI, CORVIDI E ALTRI RAPACI). IN INVERNO SI CIBA
COMUNEMENTE DI CAROGNE.
ABITUDINI
L'AQUILA REALE RESTA FEDELE AL PROPRIO PARTNER PER MOLTI ANNI. A
VOLTE I DUE COLLABORANO NELLA CACCIA: MENTRE UNO VOLA BASSO
PER SPAVENTARE LA PREDA L'ALTRO RIMANE PIÙ IN ALTO PRONTO ALLA
CATTURA.
Il capriolo
NOME
FAMIGLIA
ORDINE
HABITAT
CAPRIOLO
CAPREULUS
UNGULATI
VIVE IN ZONE BOSCOSE, PREFERIBILMENTE CON FREQUENTI RADURE E UN
FOLTO STRATO ARBUSTIVO.
NEL PARCO: MOLTO COMUNE, ALMENO FINO A 1800 METRI DI QUOTA.
FORME LUNGHEZZA FINO A 120 CM, ALTEZZA ALLA SPALLA 75 CM.
CORNA LE CORNA, DOTATE DI TRE PUNTE, CADONO ALL'INIZIO
DELL'INVERNO PER RIFORMARSI NELLA PRIMAVERA SUCCESSIVA.
DESCRIZIONE
COLORE IL SUO MANTELLO È MARRONE-ROSSASTRO D'ESTATE, MARRONEGRIGIASTRO CON UN EVIDENTE POSTERIORE BIANCO IN INVERNO; I PICCOLI
HANNO IL MANTELLO MACULATO
MANGIA ERBA, FOGLIAME E PICCOLE PIANTE.
ABITUDINI
HA UN'INTENSA ATTIVITÀ NOTTURNA: DI GIORNO STA NASCOSTO NEL
BOSCO, AL CREPUSCOLO VA AD ALIMENTARSI IN RADURE O SU TERRENI
APERTI.
Gallo cedrone o Urogallo
NOME
FAMIGLIA
ORDINE
HABITAT
DESCRIZIONE
ABITUDINI
GALLO CEDRONE
TETRAONIDI
GALLIFORMI
FORESTA MISTA DI CONIFERE E LATIFOGLIE, DA 1000 A 1800 M
IL MASCHIO HA UNA LUNGHEZZA DI 75-95 CM E PESA TRA 3,7 E 4,5 KG. LA FEMMINA,
PIÙ PICCOLA, MISURA 58-68CM E PESA TRA 1,8 E 2,4 KG. IL MASCHIO HA UNA
COLORAZIONE SCURA CON RIFLESSI VERDASTRI SUL PETTO E DUE VISTOSE MACCHIE
SCAPOLARI BIANCHE; MENTRE LA FEMMINA HA UN COLORE BRUNO-GRIGIASTRO
CON SFUMATURE ROSSE SUL PETTO. ENTRAMBI HANNO PENNE DEL MENTO DI
FORMA LANCEOLATA; CODA CON LUNGHE PENNE SCURE SCREZIATE DI BIANCO CHE
VENGONO APERTE A VENTAGLIO E ZAMPE RICOPERTE DA UN FITTO PIUMINO.
L’ASPETTO, CON IL CAMBIAMENTO DELLE STAGIONI, RIMANE INVARIATO; LA SUA
VITA MEDIA È DI CIRCA NOVE ANNI. E’ UN ANIMALE DIURNO.
IL GALLO CEDRONE IN ESTATE MANGIA VEGETALI VERDI, FORMICHE, BACCHE E
FRUTTI COME LAMPONI, FRAGOLE E MIRTILLI; MENTRE IN INVERNO MANGIA
GEMME, AGHI DI CONIFERE E GERMOGLI DEL SOTTOBOSCO. IL GALLO CEDRONE È UN
UCCELLO SCHIVO E PRUDENTE; ASPETTA LA PRIMAVERA SU DI UN ALBERO E NELLA
BELLA STAGIONE STA A TERRA PER CERCARE CIBO.
DURANTE L’ACCOPPIAMENTO IL MASCHIO ESEGUE UNA DANZA DETTA “PARATA”,
CON LA CODA A VENTAGLIO, IL CAPO ALL’INDIETRO, INTONA UN CANTO
SPETTACOLARE, PRIMA CHE SORGA IL SOLE, PER ATTIRARE LE FEMMINE. DURANTE
L’ULTIMA FASE DEL CANTO NON SENTE E NON VEDE E DIVENTA UNA FACILE PREDA.
NOTE
LE FEMMINE ACCORRONO NUMEROSE E UNA VOLTA FECONDATE, DEPONGONO LE
UOVA IN UNA DEPRESSIONE DEL TERRENO. LA MADRE PER DIFENDERE LE UOVA (MA
ANCHE I PICCOLI) ESEGUE LA “PARATA DI DISTRAZIONE”: SI FINGE FERITA E SI
TRASCINA LONTANO FACENDOSI INSEGUIRE, PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DEL
NEMICO DAL NIDO.
IL PERIODO DELL’ACCOPPIAMENTO VA DA APRILE A MAGGIO; LA DURATA DELLA
GRAVIDANZA È DI CIRCA 25 GIORNI E QUINDI LE NASCITE AVVENGONO A GIUGNO. IL
NUMERO DEI PICCOLI VARIA DA 5 A 14 E LO SVEZZAMENTO AVVIENE IN AUTUNNO: I
PICCOLI SI DIVIDONO NEGLI STORMI A SECONDA DEL SESSO MASCHILE O FEMMINILE.
Il cervo
NOME
FAMIGLIA
ORDINE
HABITAT
DESCRIZIONE
CERVO
CERVIDI
UNGULATI
VIVE NEI BOSCHI DI CONIFERE E LATIFOGLIE, NELLE BRUGHIERE E NEI PASCOLI DI
MONTAGNA. NELLE FORESTE ALPINE SI SPINGE FINO AL LIMITE SUPERIORE DELLA
VEGETAZIONE ARBOREA
FORME: LUNGHEZZA FINO A 260 CM; ALTEZZA ALLA SPALLA 150 CM
CORNA: LE CORNA VENGONO CAMBIATE OGNI ANNO E POSSONO PRESENTARE
ANOMALIE CAUSATE DA DIVERSI FATTORI.
COLORE: MANTELLO È MARRONE ROSSASTRO IN ESTATE, IN INVERNO DIVENTA
MARRONE GRIGIASTRO E SUL COLLO DEI MASCHI SI SVILUPPA UNA CRINIERA DI
LUNGHI PELI.
DIFFIDENTE,DI ABITUDINI DIURNE.
HA VISTA E UDITO ACUTI,OLFATTO FINISSIMO E RIFLESSI PRONTI.
CORRE VELOCE,COMPIE BALZI E SCALATE DI LUOGHI IMPERVI CON ESTREMA
FACILITÀ.
SI CIBA DI ERBE FRESCHE,FRONDE DI ARBUSTI,MUSCHI E LICHENI.
LE FEMMINE E I GIOVANI VIVONO IN BRANCHI GUIDATI DA UNA FEMMINA ADULTA.
ABITUDINI
I MASCHI RESTANO APPARTATI E RAGGIUNGONO LE FEMMINE SOLO NEL PERIODO
DEGLI AMORI CHE CADE TRA OTTOBRE E DICEMBRE.
DURANTE LA STAGIONE DEGLI AMORI I MASCHI SGUAZZANO NEL FANGO O IN
POZZE.
LE FEMMINE DOPO UNA GESTAZIONE DI 25-27 SETTIMANE PARTORISCONO IN
MAGGIO-GIUGNO E VENGONO ALLATTATI PER 4-6 MESI. AD UN ANNO E MEZZO
RAGGIUNGONO LA MATURITÀ SESSUALE.
LA SOVRAPPOPOLAZIONE ESPONE LA SPECIE AD INSORGENZA DI MALATTIE
EPIDEMICHE (PAPILLOMATOSI,ROGNA, CHERATOCONGIUNTIVITE,ECC.).
L a poiana
NOME
POIANA
FAMIGLIA
ACCIPRITIDI
ORDINE
FALCONIFORME
HABITAT
LA POIANA È ABBASTANZA COMUNE E NIDIFICA NEI BOSCHI FITTI E NELLE CAMPAGNE.
DESCRIZIONE
FORME: HA UN PIUMAGGIO BRUNO SCURO CON MACCHIE BIANCHE NELLA PARTE
INFERIORE DEL CORPO E SOTTO LE ALI. CON IL CARATTERISTICO BECCO CORTO E
UNCINATO ASSOMIGLIA ALL’AQUILA REALE, MA SI RICONOSCE DA ESSA DALLA CODA
LARGA E ARROTONDATA DI COLORE GRIGIO-BRUNO.
ABITUDINI
SI CIBA DI TOPI, VIPERE, TALPE, PICCOLI UCCELLI CHE CACCIA STANDO APPOLLAIATA IN
AGGUATO SU RAMI E ROCCE. INOLTRE SA SFRUTTARE MOLTO BENE LE CORRENTI
ASCENSIONALI E NON DI RADO SI PUÒ NOTARLA FARE LO “SPIRITO SANTO”
ESPLORANDO IL TERRENO ALLA RICERCA DI PICCOLE PREDE.
Gufo Reale
NOME
FAMIGLIA
ORDINE
HABITAT
DESCRIZIONE
GUFO REALE
STRIGIDI
STRIGIFORMI
AMBIENTI VARI, FORESTE, SPAZZI APERTI, PARETI ROCCIOSE, SPECIALMENTE
SULLE ALPI E SUGLI APPENNINI FINO AI 2000M
È UN RAPACE E AMA LA CACCIA NOTTURNA.
È LUNGO 60-75 CM ED HA UNA APERTURA ALARE DI 160-190 CM.
PUÒ VIVERE FINO HAI 20 ANNI.
SI CIBA DI PICCOLE PREDE COME INSETTI, MA ANCHE DI MAGGIORI
DIMENSIONI COME LEPRI. PUÒ MANGIARE UCCELLI PREDATORI RAPACI MA
ANCHE CARNIVORI TERRESTRI COME VOLPI. INGOIA VITTIME A GROSSI PEZZI
OPPURE INTERE E LE PARTI INDIGERIBILI A DISTANZA DI ORE VENGONO
RIGETTATE ATTRAVERSO PALLOTTOLE COMPATTE.
ABITUDINI
DURANTE LA STAGIONE DEGLI AMORI (GENNAIO-MARZO) IL MASCHIO ATTIRA
LE FEMMINE CON UN RICHIAMO CHE PUÒ RIPETERE FINO A 700 VOLTE PER
NOTTE.
LA COPPIA NON COSTRUISCE IL NIDO , MA DEPONE LE UOVA IN CAVITÀ O
PARETI ROCCIOSE. LA FEMMINA PUÒ DEPORRE 2-3 UOVA E COVA PIÙ VOLTE
DURANTE L’ANNO.
I PICCOLI ,APPENA NATI, SONO CIECHI E VENGONO PROTETTI DALLA MADRE
MENTRE IL PADRE È A CACCIA PER PROCURARE CIBO ALLA FAMIGLIA. DOPO UN
MESE I PICCOLI SONO IN GRADO DI CAMMINARE E DISPERDERSI INTORNO AL
NIDO E COSÌ RISULTA PIÙ DIFFICILE PER I PREDATORI CATTURARE I PULCINI.
PER LA MADRE RISULTA MOLTO FACILE TROVARLI GRAZIE HAI SUOI SENSI
MOLTO ACUTI.
TRA STORIA E MEMORIA
I PARTIGIANI
I partigiani erano donne e uomini che credevano nella giustizia,
nella libertà, nella pace, come sosteneva Paride Brunetti, il
comandante partigiano Bruno
(intervista a Mirco Melanco figlio di un altro partigiano che ha
combattuto in Val Morel a Trichiana)
A lui e a tutti i mille partigiani della Brigata Garibaldi “Gramsci”
sono state dedicate dall’ANPI di Feltre nel 2012, due lapidi nelle
località di Pietena e Col Cavai.
Il Feltrino diede un grande contributo alla guerra di liberazione.
Dapprima organizzati dal Colonello degli alpini Angelo Zancanaro
molti giovani di Aune guidati da Edoardo De Bortoli (Carducci) si
portarono sulle Vette feltrine per ricevere i lanci di armi dagli
Alleati. Dopo l’uccisione del col. Zancanaro essi confluirono nella
Brigata “Gramsci”.
La lotta di Carducci è ricordata nel libro di Don Riccardo Rizzarda e
Alberto De Bortoli “Aune nella Resistenza (1943/45)”.
Dalle parole di chi lo ha conosciuto emergono con forza le sue
capacità di soldato disposto a sacrificarsi per un grande ideale.
Assieme a diversi compagni combatté fino alla fine della guerra
quando trovò la morte il primo maggio nei pressi Arsiè negli ultimi
scontri con i tedeschi (La sua lapide è in località Cubia ad Arsiè)
LA PALAZZINA
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Pietena, oltre la Busa delle Vette, era un
discreto rifugio per i partigiani ma era anche•
un appostamento scomodo perché troppo
lontano dai luoghi dove venivano compiute
azioni ai danni dei Tedeschi. Compiuta
l’impresa i guerriglieri dovevano fare ore di
salita per rientrare alla base.
È per questo che scelsero come avamposto
un luogo vicino a Croce D’Aune” la Villa
Bellati chiamata “La Palazzina“.
Tra Pietena e la Palazzina c’erano tutti i giorni
collegamenti con persone che salivano e
scendevano. Nella palazzina stazionavano
saltuariamente una quindicina di uomini
comandati da Anto (Natale Stefani).
All’esercito dei partigiani si aggiunsero due
tedeschi, che avevano lasciato l’esercito
nazista e avevano giurato fedeltà ai giovani
della Resistenza senza mai tradirli.
All’alba del 9 agosto 1944 i Tedeschi
raggiunsero la maiolera dove si trovavano i
due fratelli Bruno (Primavera) e Caterina
Facchin (Gloria) che dormivano e li uccisero I
colpi d’arma da fuoco svegliarono i partigiani
che si trovavano nella Palazzina i quali
riuscirono a fuggire e a ripiegare sulle Vette,
infliggendo dure perdite ai tedeschi che per
vendicarsi uccisero tre boscaioli pensando
fossero dei combattenti.
Due giorni dopo i Tedeschi al comando del
tenente Karl delle SS circondarono il paese di
Aune
diedero agli abitanti l’ordine di
sgombrare le case che cosparsero di benzina
ed incendiarono. Non rimasero in piedi che la
scuola e la Chiesa. La gente di Aune dovette
passare tutto l’inverno del 1945 accampata tra i
ruderi .
LE VETTE FELTRINE LA MEMORIA
DI UN PAESAGGIO
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Le Vette Feltrine in alto e più in basso i paesi di Aune •
di Sovramonte, Croce , il Monte Avena senza
tralasciare il massiccio del Monte Pavione hanno
ospitato nelle varie buse o catini e nelle disseminate
malghe e casere, ma anche negli anfratti nascosti tra
la fitta vegetazione, gli uomini che hanno organizzato
la Resistenza e la guerra di liberazione (1943/45 ) con
grande coraggio e generosità.
Come dicono Don Riccardo Rizzarda e Alberto De
Bortoli, autori del libro “Aune nella Resistenza”,
superati gli smarrimenti della disfatta bellica, di una
guerra voluta dal governo fascista, nacquero anche
nel feltrino nuclei di volontari che, seppur in
condizioni difficili, riuscirono a disciplinare e
addestrare giovani pronti a combattere per la libertà
della loro patria.
Alcuni di questi movimenti giovanili antitedeschi
clandestini che pullulavano nel bellunese (da
ricordare che dopo l’8 settembre Belluno faceva
parte del Terzo Reich) scelsero per la loro lotta le
Vette per la vicinanza ai paesi di Aune e di Feltre
che potevano dare loro viveri e informazioni
necessarie per le loro operazioni di sabotaggio e di
difesa dal pericolo costante di essere individuati.
Nelle montagne potevano ricevere materiale
bellico dai lanci di armi dagli aerei delle forze
alleate (ad esempio vicino al Col dei Cavai, in
località Orza nell’aprile del ’44 paracadutato da
soldati inglesi).
Tra gli anfratti e le grotte potevano nascondersi
durante le rappresaglie o i rastrellamenti
IN TEMPO DI GUERRA
MALGHE CASERE MAIOLERE
Nella prima guerra mondiale malghe casere e maiolere diventano luoghi di combattimento,
perché la montagna segna confini, sa nascondere, offre ripari e vie di comunicazione capaci di
raggiungere luoghi strategici.
Un esempio è dato dalla strada, costruita durante la prima guerra mondiale dal Genio Militare,
che parte da Croce d’Aune e arriva fino a Pietena, una località dall’aspetto triste, poco
soleggiata e in genere umida da cui si diramano due sentieri, uno che porta sulle Vette Grandi e
un altro sulle Vette Piccole.
MALGHE CASERE MAIOLERE
IN TEMPO DI PACE
Le malghe, le casere e le maiolere
di Orza,
Valgatera, Ronchetti e della Busa delle Vette
sono i centri nevralgici di un economia rurale
basata sull’allevamento dei bovini da latte che
richiedeva un duro e costante lavoro da parte dei
contadini con il taglio dei prati
per
l’approvvigionamento del foraggio necessario
durante l’inverno e il pascolo degli animali
durante i periodi in cui cresceva erba sufficiente.
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L’agricoltura basata sull’autoconsumo
garantiva pochi prodotti necessari per
integrare una alimentazione povera a base
di polenta e latticini.
La vita in questi luoghi è faticosa anche se
la natura regala giornate lunghe e in
genere soleggiate e frutti gustosi. La
ricchezza della vegetazione consente di
raccogliere la legna necessaria per i lunghi
inverni e per la produzione della calce
nelle calchere.
Le abitazioni sono povere, ma dotate di o
di un “larin” (focolare per cucinare e fare
il formaggio). Solo in alcune vi era anche
una stufa generalmente di mattoni.
Accanto ad esse si trovano le stalle per il
ricovero degli animale, sopra le quali ci
sono ampi fienili dove viene riposto il
foraggio raccolto. Le casere, le malghe e le
maiolere possono ospitare diverse persone
sugli ampi fienili.
PARTIGIANI CHE COMBATTERONO
NELLE VETTE FELTRINE
De Bortoli Edoardo = “Carducci”
Facchin Giovanni = “Primavera”
De Bortoli Albino = “Cortino”
Guantiera Antonio = “Tomori”
De Bortoli Pietro = “Chianti”
De Bortoli Virgilio = “Orza”
Giop Cesiro = “G.C.”
De Bortoli Eligio = “D.B.E.”
Giop Pietro = “G.P.”
De Bortoli Ugo (Sotilet) = “Illusione”
De Bortoli Marcello = “Ciro”
De Bortoli Cesiro = “Eco”
De Bortoli Leo = “D.B.L.”
Gorza Bruno = “Pellio”
Belfi Mario = “Mili”
De Bortoli Alcide = “Manin”
De Bortoli Alberto = “Fuggi”
Gorza Mirco = “G.M.”
Francalanza Mario = “Ivan”
Facchin Caterina = “Gloria”
De Bortoli Margherita = “Aurora”
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Si ricordano inoltre
altri partigiani
provenienti da Padova e Venezia:
Alvise
Coletti
medico
veneziano
acerrimo antifascista; Paride Brunetti
giovane ingegnere di Gubbio che aveva
avuto onorificenze per aver fatto la
Campagna di Russia ed era stato inviato a
Belluno dal Rettore dell’Università di
Padova; Concetto Marchesi.
Progetto promosso dalla fondazione
Dolomiti Unesco
Classi:
Prima C
Terza A
Insegnanti:
Anna Margherita Dalla Torre
Raffaella Bassani
Rosa Alba Miranna
Collaboratori:
Giovanni Perenzin
Giuseppe Brentel