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Culture
MARTEDÌ 27 OTTOBRE 2015 IL TIRRENO
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Fattori, sguardo appassionato
sull’uomo, la natura e la storia
Padova rende omaggio al Maestro dei macchiaioli con una grande antologica
A Palazzo Zabarella oltre 100 opere raccontano il percorso del pittore livornese
UN ARTISTA
NELLA MEMORIA
COLLETTIVA
N
atoaLivornonel1825,il
giovaneFattoricompare
sullascena dellapittura
toscananeglianni Cinquanta
comepittoreditradizionalieromanticisoggettistorici.Maben
prestolastoriaentrerànellavita
quotidianacon legesta risorgimentalie il rinnovamentodella
pitturasispingeràancordipiù
versolasintesidel realismomacchiaiolo,e Fattorisaràin prima
fila.
Lasobrietàdellatavolozzae la
concentrazionesullevariazioni
diluce,cheaccresce il contrasto
deitonidicolore,trovanellanaturail soggettoprediletto, ingrado
diinterferireanche neiquadri
dellebattaglieripulendolida
ognitracciadi retorica."LaRotondadi Palmieri"eil ritrattodi
DiegoMartellisonoun bancodi
provadel nuovolinguaggio.Bovi
ebifolchi,mercatiepascolisarannoitemidellastagionedellamaturitàtrascorsa inMaremma doveFattori, delusodal tradimento
degliidealidi giustiziasociale
cheavevanoaccompagnato
l'adesionealRisorgimento, si
ritira.Fattorièstato,infatti,cantorefedeledellavita contadina
quantodellegrandibattaglie.Fu
conil dipinto"Campoitaliano
dopolabattagliadiMagenta"del
1862chedivenneil pittoredelle
battagliepereccellenza.Dalla
MagentaalQuadrato diCustoza,
terminatonel1880,ilpittorelivorneseracconteràle battagliedecisivedel Risorgimento.
Nell'ultimoscorciodelsecolo
lapitturadiFattorisiammorbidisceconcedendoqualcosaalNaturalismoin voga,maanchenei
ritrattichefioriscononeltardo
Ottocentolasua pitturasfuggele
tentazionidell'eleganzaillustrativamantenendointattiil piglio
costruttivoe latavolozzaparcae
assertiva,valga pertuttiil superboRitrattodellafigliastra.Mentrele vedutedellacampagna,la
durezzaquotidianaeppuresenzatempo,dellavitarurale lovedrannosempreosservatore attentoe mirabileinterpretedel
paesaggionaturale.
di Virginia Baradel
◗ PADOVA
Con la mostra “Fattori” Padova
rende omaggio al maestro livornese protagonista indiscusso
della pittura del secolo decimonono, per quanto anche il Novecento, pur nella frenesia dei
cambiamenti radicali, abbia riservato al pittore delle battaglie
risorgimentali il rango indiscusso di maestro, il riconoscimento
di un merito alto e giustificato
che neppure gli artisti più ribelli
e anticonformisti osarono mettere in discussione.
La mostra presenta oltre cento dipinti giunti dai principali
musei e da collezioni private, e
consente di ricostruire in modo
completo la lunga, straordinaria e versatile vicenda creativa
di Giovanni Fattori. È la più importante mostra dedicata all'artista dal 1987, anno in cui gli fu
dedicata una monografica a Palazzo Pitti a Firenze. I ritratti, i
paesaggi, la Maremma, le battaglie fatte, prima che di storia, di
corpi di uomini e animali: tutto
il mondo di Fattori è rappresentato in questa mostra, che completa il grande ciclo di indagine
sull'Ottocento italiano aperto al
Palazzo Zabarella di Padova
vent'anni fa, con la prima mostra dedicata a Hayez. Conoscere, o ritrovare, Fattori in questa
mostra è emozionante e non solo perché molte sue opere sono
icone che appartengono alla
memoria collettiva. Con la sua
pittura, ha saputo interpretare
le trasformazioni avvenute durante mezzo secolo d'Italia e la
potenza del suo messaggio arriva ai nostri occhi ancora oggi intatta.
Per un pittore di grande talento, sincero nei sentimenti e ferrato nella tecnica, può diventare una gabbia specializzarsi in
un genere. Fattori iniziò a dipingere le battaglie risorgimentali
con autentico trasporto patriottico, condiviso e richiesto da
committenti pubblici e privati.
Gli anni Sessanta dell'Ottocento erano in verità ricolmi di ideali risorgimentali e guardavano
con enfasi alle battaglie decisive
delle guerre d'indipendenza.
Fattori divenne il più valoroso
interprete del drammatico sferragliar di armi, nitrir di cavalli,
Giovanni Fattori, Riposo in Maremma, 1875 circa. Olio su tela. A destra Autoritratto, 1854, Olio su tela, Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti
FINO al 28 marzo
Biglietti, orari
e altre informazioni
La mostra "Fattori" con la quale la
Fondazione Bano rinnova
l'annuale appuntamento con i
grandi pittori italiani
dell'Ottocento si visita fino al 28
marzo a Palazzo Zabarella, in via
degli Zabarella 14 a Padova.
Padova. La mostra è curata da
Francesca Dini, Giuliano Matteucci
e Fernando Mazzocca, riconosciuti
come i massimi esperti del pittore
livornese, e mostra presenta oltre
cento dipinti giunti dai principali
musei e da collezioni private.
Biglietti interi 12 euro (10 ridotti).
Apertura dal martedì alla
domenica, dalle 9.30 alle 19. Il
catalogo è edito da Marsilio. Per
ulteriori informazioni e per la
mappa utile a raggiungere la sede,
www.palazzozabarella.it.
Giovanni Fattori, Carica di cavalleria, 1877 ca., Olio su tela, Collezione Sacerdoti-Ferrario
zuffe di soldati, corpi a terra.
La sincerità del sentimento e
la grande perizia gli facevano
evitare il rischio del tecnicismo
seriale della ripetitività, ma la
produzione fu assai elevata.
Venne definito "il maggior pittore militarista d'Europa", "pittore innamorato delle battaglie":
elogi che ne esaltavano il valore
ma che lo inchiodavano a un ge-
nere. In verità la fortuna di quel
soggetto diede anche un po' di
respiro alle magre finanze. Fattori rappresentava le battaglie
come un reportage dal fronte,
con curiosità viva, con la verve
del cronista che osserva ogni cosa, senza retorica. Ma poi le Magenta, i Montebello, le Custoza
vennero a noia e quando non
riuscì a piazzare alcuna batta-
STUDIARE
È UN GIOCO
DA RAGAZZI!
glia alle mostre nazionali scrisse
a Martelli «Se non vendo a Napoli e Torino, è chiaro che i soldati non li vuole più nessuno -e
quando non li vuole il ministroné S.Maestà, né le Loro Altezze
mi dici perché devo farli?».
L'Appello alla battaglia, presentato a Napoli nel 1877, con
l'amico Signorini in giuria, venne accolto con estrema freddez-
za tanto da metterlo definitivamente in crisi. Fu un duro colpo
ma anche lo stimolo a rispecchiare la sua amarezza nella malinconia del soldato solitario,
nella ritrovata passione per il ritratto e il paesaggio dal vero dove lo sguardo sincero e la forte
emotività fanno scordare del
tutto la consumata perizia della
tecnica.
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