Tutto Shakespeare in 90 minuti Scritto da Anna Oggero Da Martedì 11 a Domenica 16 Febbraio al teatro Teatro Erba di Torino è andato in scena lo spettacolo “Tutto Shakespeare in 90 minuti”. Lo spettacolo è stato allestito dagli a.ArtistiAssociati- Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona in memoria di Andrea Brambilla, deceduto il 25 Ottobre 2013, che insieme a Nino Formicola per anni ci ha fatto divertire nella coppia “Zuzzurro e Gasparre”. L’idea di far partire in Italia questo spettacolo era nata dallo stesso Brambilla insieme a Paolo Valerio (ideazione, progetto e traduzione). Lo spettacolo infatti è la traduzione di un successo inglese,” The Complete Works of William Shakespeare (abridged)” di Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield, partito a Londra nei teatri off e che ha raggiunto presto la fama rimanendo in scena per dieci anni al teatro Citerion di Piccadilly Circus e ancora in tour da vent’anni. Gli interpreti sono solo tre: Nino Formicola, Alessandro Benvenuti (a sostituzione di Brambilla, di cui era amico e collega stimato), e il giovane Maurizio Lombardi. La trama non c’è. È semplicemente una sfida, una lotta contro il tempo. Come riuscire a rappresentare tutte e 36 le opere di Shakespeare, tra commedie e tragedie, in 90 minuti? Come rappresentare l’ “Amleto” in 43 secondi? Questi tre abilissimi attori ci sono riusciti regalando al pubblico un’ ora e mezza di risate e riflessioni. La prima opera ad essere rappresentata è “Romeo e Giulietta”. Benvenuti qui è la voce narrante e Formicola e Lombardi rappresentano tutti i personaggi cambiando rapidamente costume e parrucche. Romeo è uno stucchevole sciocco e Giulietta è un vero maschiaccio. La seconda è “Tito Andronico” che per essere più accattivante per il pubblico viene rappresentata in versione “Masterchef”. Tito (Benvenuti) per vendicarsi di sua figlia (Formicola), stuprata e a cui era stata tagliata la lingua da Demetrio (Lombradi), dà una lezione su come cucinare quest’ultimo creando un piatto succulento. A questa scena segue niente di meno che l’ “Otello”. Come fare a farne un riassunto smorzandone i toni? Ne fanno una versione “Rap” dove Otello ad un certo punto viene definito uno “gnorri” e dove Iago “sta fuori di brutto”. Insomma, una risata unica. A questo punto è il momento delle 16 commedie. I tre leggendone le trame a grandi linee giungono alla conclusione che sono tutte pressoché uguali. Ma allora, “Perché Shakespeare ne ha scritte 16, quando poteva scriverne una?”. L’impresa è di farne una sola, che le comprenda tutte. I tre 1/2 Tutto Shakespeare in 90 minuti Scritto da Anna Oggero partono a leggerla, ma la storia, esilarante, è incomprensibile, perché troppo intricata e metà della lettura lo stesso Benvenuti dice hai colleghi “non ci sto capendo più niente”. In pratica, altra ondata di risate. Si passa a “Macbeth”. Appena ne pronunciano il titolo fulmini e lampi oscurano il palcoscenico. Macbeth, infatti “porta iella” se ne viene pronunciato il nome senza che sia all’interno della rappresentazione. I tre optano per baipassarla velocemente, per evitare la sfortuna. Seguono Giulio Cesare e Antonio e Cleopatra, sempre in chiave comica, dove Formicola inscenando Cleopatra fa finta di vomitare sul pubblico, per espellere il veleno del serpente che l’ha punto, “prima che vada in circolo”. Si passa poi ai “ due MOBILI congiunti”, invece de “I due nobili congiunti”. Formicola ha sbagliato a leggere il titolo e racconta la storia di due mobili che vengono montati. Gli altri due lo prendono in giro chiedendogli se si tratta della storia della libreria “Billy” dell’ Ikea. Dopo Troilo e Cressida tutte le ultime tragedie che avevano come protagonisti re Inglesi (Enrico VIII, Enrico IV, Enrico V ecc.) vengono condensate in un unico racconto. E come fare a sorprendere? Il tutto viene presentato come una telecronaca di una partita di calcio, dove la testa di Anna Bolena è la “palla” che permette di fare goal. A questo punto lo spettacolo dovrebbe essere finito, ma... Si sono dimenticati di mettere in scena Amleto! Parte una discussione. Formicola non vuole fare Ofelia. Amleto non gli piace e non ha voglia. Dice che Ofelia la può interpretare chiunque, e scappa dal palcoscenico inseguito da Lombardi. Benvenuti rimane da solo sulla scena e, fingendosi imbarazzato, fa una serie di battute esilaranti. Ritornano i due e Amleto va in scena. Tra l’occhio di bue orientato nel punto sbagliato al momento del celebre monologo “essere o non essere”, la scena tra Ofelia e Amleto fatta con l’aiuto di una ragazza scelta tra gli spettatori, tra ole, cori e risate lo spettacolo si conclude nel migliore dei modi. Il Bis è incluso: rifare da capo la stessa scena, al contrario e sempre più veloce. 2/2