FarmaDay - n.139 Martedi - Ordine dei Farmacisti di Napoli

Anno II – Numero 139
AVVISO
1. Fondo per la
promozione
dell’occupazione
giovanile: Concorso di
idee.
Notizie in Rilievo
Stili di vita e
Salute
2. La sedia: la sigaretta del
terzo millennio
3. Dolore alle gambe:
tutte le cause e i rimedi
Scienza e Salute
4. Infarto miocardico
acuto. Quando
l’angioplastica non si
può fare per tempo c’è
tenecteplase
Domande e
Risposte
5. Per quanto tempo si
può fare a meno di
andare di corpo?
6. Carboidrati, lipidi e
proteine
Martedì 19 Marzo 2014, S. Giuseppe
Fondo per la PROMOZIONE dell’OCCUPAZIONE
GIOVANILE: CONCORSO di IDEE
Fondo per la promozione dell’occupazione giovanile:
la FOFI chiede agli Ordini un contributo di idee.
Il Consiglio Nazionale della FOFI, ha deliberato di costituire un fondo per
iniziative finalizzate alla promozione dell’occupazione giovanile nel settore
farmaceutico e ha avviato il relativo finanziamento.
In vista della realizzazione, per l’anno 2013, della prima iniziativa, la FOFI
intende attivare un concorso di idee tra gli Ordini provinciali per individuare
la miglior proposta da finanziare.
In tal senso si chiede ai Colleghi Iscritti all’Albo di fornire al Presidente
dell’Ordine entro il 20 Aprile p.v. il proprio prezioso contributo, indicando
una o più idee progettuali che possano generare occupazione giovanile nel
settore farmaceutico.
I contributi che perverranno saranno analizzati dal Consiglio dell’Ordine che
sceglierà, tra essi, quelli da sottoporre alla valutazione del Comitato Centrale
della FOFI per la successiva selezione e l’eventuale finanziamento.
In considerazione dell’importanza di tale iniziativa e dell’esigenza di attivare
una sinergia tra tutti i rappresentanti di vertice della professione, a sostegno
dell’accesso dei giovani Colleghi nel mondo del lavoro, si auspica una massima
e sollecita collaborazione, anche al fine di dare un segnale positivo nei
confronti di un problema sempre più attuale.
PER QUANTO TEMPO SI PUÒ FARE A MENO DI
ANDARE DI CORPO?
L’atto dell’evacuazione è molto soggettivo e dipende dal tipo di
alimentazione, dalla quantità di fibre ingerite, dallo stile di vita,
dall’attività fisica.
L’attività è regolare se espletata 3-4 volte a settimana.
Può anche capitare, come fatto isolato, che si evacui
una sola volta in una settimana, come accade quando si
è in vacanza e si cambiano abitudini alimentari e orari.
Un caso limite: agli astronauti, se non introducono
fibre, può accadere di andare di corpo una volta in un mese. Ma non fa bene:
nei casi gravi si arriva a dolori cronici e occlusione intestinale. (Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 139
STILI DI VITA E SALUTE
LA SEDIA: LA SIGARETTA DEL TERZO MILLENNIO
La vita sedentaria fa più vittime del fumo: aziende e manager propongono
soluzioni. A volte piuttosto scomode...
( Scrivanie senza sedie e passeggiate di lavoro. È guerra alla sedentarietà)
Divani e poltrone sono il fumo del terzo millennio: la vita sedentaria che caratterizza la nostra
epoca è infatti un nemico silenzioso che, al pari delle "bionde",
mette a rischio la nostra salute un giorno dopo l'altro. A lanciare
l'ultimo allarme contro la pigrizia è stata Nilofer Merchant,
affermata dirigente dell'hi-tech californiano.
I NUMERI DELLA SEDENTARIETÀ. Da brava business woman
la Merchant ha presentato al pubblico una gran quantità di
cifre:
chi fa un lavoro d'ufficio in media sta seduto 9,3 ore al giorno,
al quale vanno aggiunte 7,7 ore di sonno. In pratica passiamo immobili o quasi il 71% delle
nostre giornate.
Questo stile di vita contribuisce ad aumentare del:
• 10% il rischio di sviluppare il cancro al colon o al seno,
• 6% il rischio di malattie cardiovascolari
• 7% il rischio di diabete di tipo II.
I dati sono confermati da uno studio pubblicato su Lancet: secondo l'epidemiologa I-Min Lee su 60
milioni di decessi che avvengono ogni anno nel mondo, ben 5,3 sono causati dalla mancanza di
movimento e 5,1 dal fumo.
EPPUR NON SI MUOVE. Secondo lo studio il 30% della popolazione mondiale risulterebbe
totalmente sedentaria, con meno di 20 minuti di moto al giorno.
A guidare la classifica dei pigroni ci sono gli Stati Uniti con il 43% della popolazione, seguiti dai
russi, 30% e dagli europei con il 25%.
“Passare gran parte della vita seduti è così normale che non ci si pone più nemmeno il problema, e
dato che lo fanno tutti, molto spesso ci adeguiamo anche noi. In questo senso, lo stare seduti è
diventato la sigaretta della nostra generazione” spiega Merchant.
L'appello della manager non sembra per fortuna destinato a cadere nel vuoto:
negli Stati Uniti, ma anche in Italia, molte aziende stanno ristrutturando gli spazi dedicati agli
uffici con postazioni di lavoro di nuova concezione, dove sia possibile anche lavorare in piedi.
CAMMINA E LAVORA. GIÀ MA... E LE RIUNIONI?
SPESSO LUNGHE, A VOLTE IMPRODUTTIVE, MA SEMPRE SEDUTI ATTORNO A UN TAVOLO?
Beh, potrebbero essere sostituite da brevi meeting in sale senza sedie o da passeggiate di lavoro
nel parco più vicino.
Si tratta di un'abitudine molto diffusa tra i grandi manager della Silicon Valley: ne era un convinto
sostenitore Steve Jobs e oggi continuano a praticarla il fondatore di Facebook Mark Zuckberg e il
cofondatore di Twitter Jack Dorsey.
MA QUANTO MOTO OCCORRE FARE PER TENERSI IN BUONA SALUTE?
Non serve sfiancarsi in palestra: bastano 150 minuti a settimana, in pratica venti minuti di
passeggiata al giorno o un bel giro in bicicletta. (Fonte: Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 139
SCIENZA E SALUTE
Infarto miocardico acuto. QUANDO L'ANGIOPLASTICA
NON SI PUÒ FARE PER TEMPO C'È TENECTEPLASE
E' una terapia "farmaco invasiva" che provoca una trombolisi precoce. Si usa nei casi in cui
l'angioplastica non può essere effettuata entro tempi brevi. Fatto il trattamento il paziente può essere
sottoposto ad angioplastica anche fino a 24 ore dopo. La conferma da uno studio presentato all'American
College of Cardiology.
I pazienti colpiti da infarto miocardico acuto con sovraslivellamento del tratto
ST (STEMI) che non possono essere sottoposti ad angioplastica coronarica
percutanea primaria (PCI primaria) entro 60 minuti, possono ottenere risultati
comparabili se sottoposti a strategia farmaco-invasiva, ovvero la terapia con
trombolisi precoce con tenecteplase, seguita da angioplastica.
A dirlo sono nuovi dati dello studio STREAMTM (STrategic Reperfusion Early
After Myocardial Infarction) della Clinica Univ. Gasthuisberg di Lovanio, in Belgio.
Nella maggior parte dei casi l’infarto miocardico è causato dalla rottura di una placca
arterosclerotica e conseguente trombosi coronarica. Nell’infarto miocardico con sovraslivellamento del
tratto ST (STEMI), il trombo occlude un’arteria coronarica epicardica importante. L’occlusione del vaso
è il motivo principale dell’emergenza cardiaca, in quanto è necessario ripristinare quanto prima
possibile l’afflusso di sangue al cuore. Per tale motivo si possono utilizzare varie strategie riperfusive,
quali la via meccanica con angioplastica coronarica percutanea primaria (PCI primaria) o
farmacologica con terapia trombolitica.
Il lavoro è il primo studio esplorativo prospettico randomizzato su una strategia “farmaco-invasiva”
per pazienti con STEMI. Lo studio randomizzato internazionale, multicentrico, esplorativo, prospettico,
ha valutato gli esiti della trombolisi con tenecteplase, entro 3 ore dalla comparsa dei sintomi e seguita
da angioplastica entro 6-24 ore, rispetto a PCI primaria eseguita secondo gli standard locali. “Un
numero significativo di pazienti colpiti da infarto miocardico acuto non riesce a raggiungere la sala di
emodinamica entro l’intervallo temporale raccomandato”, ha spiegato F. Van de Werf, Principal
Investigator dello studio STREAMTM. “La trombolisi pre-ospedaliera, seguita da angioplastica
coronarica in un ragionevole lasso di tempo ha ottenuto un’efficace riperfusione in pazienti con STEMI,
anche se associata a un lieve rischio di emorragia intracranica”.
Circa 2.000 pazienti sono stati randomizzati al trattamento trombolitico, con tenecteplase
associato a enoxaparina, clopidogrel e aspirina, seguita da cateterismo cardiaco entro 6-24 ore, o
angioplastica di salvataggio in caso di fallimento della riperfusione entro 90 minuti dalla trombolisi,
rispetto a PCI eseguita secondo gli standard locali. Tenecteplase è un farmaco che dissolve il reticolo
di fibrina del trombo: è quindi indicato per effettuare la trombolisi e cioè la dissoluzione del trombo
nei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto (IMA). L’efficacia del farmaco per il trattamento
dell’IMA è stata dimostrata in circa 20.000 pazienti trattati in studi clinici controllati.
L’endpoint primario composito del trial (mortalità, shock cardiogeno, insufficienza cardiaca congestizia
e nuovo infarto entro 30 giorni) è stato osservato nel 12,4% dei pazienti che hanno ricevuto
tenecteplase nell’ambito della strategia farmaco-invasiva con angioplastica entro 6-24 ore rispetto al
14,3% dei pazienti sottoposti a PCI primaria precoce (rischio relativo 0,86 (0,68-1,09)).
I risultati dello studio indicano dunque che non vi sono interazioni significative fra i trattamenti.
Eseguire la PCI precocemente è una grande sfida dal punto di vista operativo. Per i pazienti con
STEMI3 l'accesso alla PCI non è sempre realizzabile, infatti una quota significativa di pazienti non riesce
a essere sottoposta a PCI primaria nei tempi previsti dalle Linee Guida. “I risultati di STREAMTM sono
importanti per i pazienti che vivono in aree prive di strutture che eseguono la PCI o in aree ove fattori
esterni, quali il forte traffico, ostacolano l’intervento di PCI primaria precoce”. (Farmacista online)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 139
DOMANDE E RISPOSTE
CARBOIDRATI, LIPIDI E PROTEINE
L’organismo utilizza energia per la maggior parte delle attività necessarie alla
propria sopravvivenza.
I carboidrati e le proteine forniscono circa 4 calorie per grammo, mentre i grassi ne forniscono circa 9.
I carboidrati sono i nutrienti più presenti negli alimenti, mentre i grassi costituiscono la fonte di
energia più concentrata e semplice da immagazzinare.
Quando l’organismo esaurisce la disponibilità di grassi e carboidrati, si trova costretto ad utilizzare a
fini energetici le proteine, ottenute dall’alimentazione o, in casi di
deperimento accentuato, dai propri tessuti (in questo modo si assiste ad un
sensibile decremento della massa magra e quindi del metabolismo basale).
CARBOIDRATI: quelli a più elevato potere nutritivo sono quelli complessi,
contenuti soprattutto nei cereali non raffinati, nei tuberi, negli ortaggi e
nella frutta. Dolciumi e bibite, al contrario, contengono abbondanti
quantità di zuccheri semplici. Gli zuccheri semplici sono utili nei casi in cui
l’organismo necessiti in tempi rapidi di molta energia, come durante
l’attività fisica; essi determinano nel sangue un picco del valore della glicemia poco dopo la loro
ingestione, ma anche un’altrettanto rapida diminuzione di tale valore dopo che essi sono stati utilizzati
dall’organismo. I carboidrati complessi, invece vengono assimilati più lentamente e garantiscono un
valore di glicemia costante nel sangue.
LIPIDI: sono presenti in minor quota dei carboidrati negli alimenti, ma il loro valore calorico è molto
più elevato dei carboidrati. A differenza di questi ultimi, inoltre, sono
utilizzati principalmente come energia di riserva. L’eccessivo accumulo
di grassi nell’organismo può creare problemi, come malattie cardiovascolari ed obesità. I risultati di numerose ricerche indicano che sono
soprattutto i grassi saturi a influire negativamente sul livello di
colesterolo nel sangue e a favorire le problematiche sopraelencate.
Tuttavia essi sono importanti per molte funzioni del corpo umano
(stabilità delle membrane cellulari, produzione di ormoni, produzione della bile, assorbimento
intestinale).
PROTEINE: rappresentano la principale fonte di azoto dell’organismo, componente fondamentale per
l’equilibrio idro-salino intra ed extracellulare. Esse sono importanti
costituenti delle membrane cellulari, e costituiscono gli enzimi (necessari
nelle reazioni metaboliche) ed alcuni ormoni (come l’insulina), che regolano
importanti processi dell’organismo. Gli amminoacidi sono le componenti
fondamentali delle proteine; quelli essenziali (non sintetizzabili dal corpo)
sono dieci, e la carenza di anche uno solo di questi può pregiudicare
l’utilizzo di tutti gli altri amminoacidi nella costruzione delle proteine e, di
conseguenza, la crescita e lo stato di salute generale dell’organismo.
(Fonte: Salute, Alimentazione)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 139
DOLORE ALLE GAMBE: TUTTE LE CAUSE E I RIMEDI
Il dolore alle gambe si manifesta spesso e volentieri a tutte le età.
Anche i bambini possono esserne vittime, ad es. quando si parla dei cosiddetti
“dolori di crescita“, che si verificano proprio durante le fasi di sviluppo in altezza
nella fascia di età compresa tra i 5 e gli 8 anni. In questo periodo i piccoli possono
lamentare crampi agli arti inferiori, anche di notevole intensità e durata, che
compaiono in genere di sera e di notte. Non si tratta di un fenomeno
preoccupante, passano con l’età. Diverso il discorso per il dolore alle gambe
legato a cattiva circolazione, a traumi, associato a mal di schiena o ad altri fastidi osseo-articolari, e
naturalmente al mal di gambe tipico dell’età che avanza, conseguenza dell’invecchiamento.
Le cause del dolore alle gambe sono, dunque, molteplici, vediamo le principali.
CAUSE NEUROLOGICHE E OSTEO-ARTICOLARI: il mal di gambe può essere determinato da
svariati disturbi, sia transitori che non.
Cause di tipo neurologico, in cui il primo sintomo di malattie degenerative gravi come la Sla o la
sclerosi multipla siano proprio dolore alle gambe e perdita di controllo muscolare sono possibili ma
meno influenti. In genere, accanto a questo disturbo, nell’insorgenza di patologie neuro-degenerative
si accompagnano una miriade di altri sintomi che andranno valutati con esami specialistici.
Più probabili sono le cause di tipo osteo-articolare: l’artrosi (del ginocchio), che si manifesta
soprattutto con dolore alle gambe a riposo, l’artrite, e l’osteoporosi (da valutare nelle donne in
menopausa). Se sperimentate un dolore fortissimo alle gambe, o meglio, ad una gamba, dopo una
caduta, potrebbe essersi verificata una frattura, eventualità che prevede un immediato ricovero al
pronto soccorso per radiografie e prima verifica del danno. Anche distorsioni o microtraumi, associati
a tumefazione della parte e arrossamento, producono dolore, meglio farsi visitare da un ortopedico.
CAUSE MUSCOLARI E SCIATICA: una delle cause più frequenti di dolore alle gambe è l’accumulo di
acido lattico dopo una corsa o attività fisica intensa. Si tratta di un dolore transitorio ma comunque
forte e fastidioso, che qualche volta – è il caso di un allenamento prolungato – può sfociare nei classici
crampi. Più insidiosi sono lo strappo e lo stiramento muscolare, sempre a seguito di attività fisica
magari non preceduta da un buon riscaldamento, che vanno sempre trattati immediatamente con
impacchi freddi, riposo assoluto e protezione della parte colpita con un tutore se necessario.
Altra causa del dolore alle gambe può essere il nervo sciatico infiammato. In questo caso il dolore alle
gambe, molto intenso, si irradia fino alla schiena e può compromettere anche la deambulazione.
Non esistono in effetti cure risolutive alla “sciatica“, anche perché le cause sono per lo più sconosciute,
il riposo è il rimedio migliore quando si verifica un attacco acuto.
CAUSE CIRCOLATORIE E SINDROME DELLA GAMBE SENZA RIPOSO: disturbi della circolazione
venosa sono manifestati da dolore alle gambe e soprattutto gonfiore con formazione di edemi e senso
di pesantezza. Si tratta di sintomi di patologie anche gravi, come la trombosi venosa, l’arteriopatia, la
formazione di vene varicose e una insufficienza venosa che può insorgere anche in giovane età
soprattutto nelle donne, magari con familiarità o che seguano uno stile di vita sedentario e abbiano
una tendenza all’obesità e al sovrappeso. Un altro disturbo che spesso insorge in gravidanza e che
porta dolori alle gambe, soprattutto durante la notte, è la sindrome delle gambe senza riposo, la cui
origine è sconosciuta e che in genere passa dopo la nascita del bambino.
RIMEDI E PREVENZIONE: quali rimedi per le gambe doloranti? Dipende dalla causa. Diciamo che
per fratture, distorsioni, strappi muscolari, sciatica eccetera esistono dei farmaci analgesici che
possono alleviare le sofferenze maggiori. Per la muscolatura stanca via libera a massaggi rilassanti e
impacchi di calore, mentre per trovare sollievo a gambe pesanti per problemi alla circolazione
periferica sono utilissimi i pediluvi con poche gocce di oli essenziali. (Salute, Pour femme)