L’ECO DI BERGAMO 26 GIOVEDÌ 21 LUGLIO 2016 Provincia Elettricità dal calore naturale L’inizio di una nuova frontiera L’interesse per le fonti di energia rinnovabili sta crescendo e lo dimostra il decreto del 2010 che regola lo sfruttamento di queste risorse. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Sotto la Bassa si cerca la «caldaia» dell’energia pulita L’area di ricerca BERGAMO BERGAMO Risorse. La richiesta di una società del gruppo Sorgenia in Regione. Obiettivo: indagini di fonti geotermiche nel sottosuolo su un’area che comprende 15 comuni BASSA PATRIK POZZI La pianura bergamasca diventerà terra per la ricerca di risorse geotermiche. Ossia, nel sottosuolo si andranno a cercare serbatoi di energia termica generata dal calore della terra con cui produrre elettricità. La richiesta di dare il via a questa ricerca è stata presentata alla Regione dalla Bl Geothermal srl di Firenze, società del gruppo Sorgenia che sta già effettuando questo tipo di indagini fra Toscana e Lazio. Ora la sua attenzione si è rivolta alla pianura bergamasca. La società fiorentina infatti ha richiesto di andare alla scoperta di energia geotermica dentro i confini di Arcene, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Ghisalba, Lurano, Martinengo, 1 La Bl Geothermal di Firenze è già in attività fra Toscana e Lazio 1 In Lombardia riflettori puntati anche nel Mantovano, Cremonese e Pavese Morengo, Pagazzano, Pognano, Romano, Spirano, Treviglio, Urgnano, Verdello e Brignano. Proprio Brignano ha dato il nome al permesso di ricerca richiesto denominato appunto «Brignano Gera d’Adda». Al momento, va precisato, si tratta esclusivamente di una istanza di richiesta di un permesso che deve ancora essere rilasciato dalla Regione. I relativi incartamenti sono comunque già stati depositati a Palazzo Lombardia, negli uffici della direzione generale Ambiente, energia e sviluppo sostenibile. Passati 60 giorni dalla pubblicazione di questa istanza sul Burl (bollettino ufficiale della Regione Lombardia), prevista per permettere a eventuali concorrenti di farsi avanti, la Bl Geothermal sarà chiamata a presentare un’ulteriore istanza per verificare se la sua richiesta dovrà essere assoggettata o meno alla Via (Valutazione integrata ambientale). Comunque sia, la domanda di ricercare risorse geotermiche nella pianura bergamasca è destinata a procedere. In primo luogo perché il privato, come prevede la legge in materia, è dotato della «necessaria capacità tecnica ed economica» per effettuare questo tipo di indagini. Lo dimostra il fatto che è già stato autorizzato a compierle in sei località diverse fra la Toscana e il Lazio. Proprio il Lazio, a livello nazionale, (co- me riportato sul sito web del Ministero dello Sviluppo economico) risulta essere la regione per la quale sono state presentate più istanze, in tutto 25, per la ricerca di risorse geotermiche. Ci sono poi la Sardegna, con cinque, Sicilia e Toscana con quattro, Umbria con tre. La Lombardia è invece a quota quattro: l’istanza il cui iter è più avanti si chiama «Garda sud» e riguarda il territorio fra il Bresciano e il Mantovano. Per le altre fino ad ora c’è stata esclusivamente la pubblicazione sul Burl. Una interessa il Cremonese, una il territorio fra il Milanese e il Pavese e l’ultima, appunto, la Pianura bergamasca. Tutti questi numeri dimostrano come le ricerche di risorse geotermiche sul territorio nazionale stiano prendendo sempre più piede. Ricerche che sono anche favorite dallo Stato: come recita, infatti, il decreto legislativo 22 del 2010 che ha introdotto le più recenti normative in materia, «la ricerca e la coltivazione a scopi energetici delle risorse geotermiche effettuate nel territorio dello Stato, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana sono considerate di pubblico interesse e di pubblica utilità». Il motivo è che da serbatoi di energia termica generata dal calore della terra si può produrre, con centrali geotermiche, elettricità Pognano Castel Rozzone Verdello Arcene Urgnano Ghisalba Spirano Lurano Brignano Cologno al Serio Martinengo Morengo Romano Treviglio Caravaggio Pagazzano Le zone di interesse per la ricerca di risorse geotermiche Presentato al Comune un progetto per una centrale geotermica 1 Due i pozzi geotermici scavati nel Milanese, ma risalgono al 1979 e al 1981 pulita. Il calore, semplificando, viene usato per scaldare acqua che poi, all’interno di uno scambiatore di calore, si surriscalda e si vaporizza. Il vapore prodotto, quindi, aziona una normale turbina collegata a un generatore per la produzione di energia elettrica. Non c’è però da aspettarsi che la ricerca nella pianura bergamasca di serbatoi di energia termica vada facilmente a buon fine. Basta dire che, (sempre secondo il sito web del Ministero dello Sviluppo economico) in Lombardia risulta che fino ad ora sono stati scavati solo due pozzi geotermici: si trovano entrambi nel Milanese, sono stati chiamati «Metanopoli 001» e «Metanopoli 002» e la loro realizzazione risale rispettivamente al lontano 1979 e 1981. Se comunque, alla fine, la sua istanza sarà autorizzata, la Bl Geothermal avrà a disposizione un ampio arco di tempo per rendere fruttuosa la sua ricerca. Infatti, secondo la legge in materia, la durata massima di questo tipo di permessi è di quattro anni, prorogabili poi di due. ©RIPRODUZIONE RISERVATA A Caravaggio scoperta una fonte da 160° Pronto un investimento da 30 milioni A Caravaggio esistono già due pozzi che, a sud e a nord della via Fornovo, hanno permesso la scoperta di un serbatoio geotermico di rocce calcaree utile alla produzione di energia elettrica. Almeno ne è convinta la società di Firenze IdroGeo service srl che ha proposto in via preliminare al Comune un progetto che prevede l’installazione sul suo territorio, in zona cimitero, di una centrale geotermica. Progetto che efJfznfTvwHA8u9WbSgTYiyiNbuTkgbEb8WEm0fbdq4= va ancora preso in esame dall’amministrazione comunale. I due pozzi in questione, denominati «San Bartolomeo», sono stati scavati fra il 1980 e il 1982 dall’Agip per la ricerca di idrocarburi (sono profondi rispettivamente 7,1 e 6,1 chilometri). Questa ricerca non è andata a buon fine. In compenso lo scavo ha permesso la scoperta di un serbatoio geotermico di rocce calcaree con temperature misurate a fondo pozzo dell’or- dine di 160 gradi. Quando il calore della terra supera, come nel caso di Caravaggio, i 160 gradi, si tratta di una risorsa geotermica «ad alta entalpia», che può essere utilizzata per la produzione di energia elettrica con la costruzione di una centrale geotermica. Il progetto, dell’investimento di 30 milioni di euro, presentato dalla IdroGeo service, prevede anche importanti servizi alla città di Caravaggio: secondo l’azienda fio- rentina, il calore non utilizzato dalla centrale per la produzione di energia, potrebbe servire per la realizzazione di serre agricole riscaldate; per la costruzione di un centro benessere con piscine ad acqua calda, fino all’installazione di un impianto di teleriscaldamento cittadino e di edifici pubblici con notevole risparmi economici per tutti i caravaggini (calcolati in circa 500 euro all’anno a famiglia). Pa. Po. L’area tra Fornovo e Caravaggio individuata per la centrale geotermica