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Ogni persona è esposta alla radioattività naturale derivante da:
 Radiazioni di origine cosmica che arrivano sulla Terra;
 Sostanze radioattive naturali presenti nell’aria, nell’acqua e nel cibo;
 Sostanze radioattive naturali presenti nel suolo e nei materiali di
costruzione.
A queste radiazioni possono aggiungersi quelle di origine artificiale,
utilizzate per scopi medici, industriali, bellici, di ricerca, ecc.
A livello mondiale si stima che circa il 50% dell’esposizione
da sorgenti naturali di radiazioni è dovuta al radon.
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 ll radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore, estremamente volatile e
solubile nell'acqua.
 E' un prodotto del decadimento radioattivo del radio, il quale, a sua volta, deriva dall'uranio.
 Il radon decade originando altri prodotti di decadimento: sono proprio questi isotopi radioattivi solidi, i
cosiddetti "figli del radon", a costituire il pericolo maggiore per la nostra salute poiché vengono inalati con
la respirazione e si depositano nei polmoni dove, decadendo a loro volta, emettono radiazioni (alfa) che
danneggiano il tessuto polmonare.
 La
radioattività
Becquerel
del
(Bq),
radon
dove
si
un
misura
in
Becquerel
corrisponde alla trasformazione di un nucleo
atomico al secondo.
 La concentrazione nell’aria si esprime in Bq/metro cubo (Bq/m3), indicando così il numero di
trasformazioni al secondo che avvengono in un metro cubo d’aria.
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 E' ormai ampiamente dimostrato che una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di
radon accresce il rischio di tumore polmonare.
 L' Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il radon come
cancerogeno di gruppo 1, ossia come sostanza per la quale vi è evidenza
accertata di cancerogenicità anche negli esseri umani, collocandolo al
secondo posto come causa di tumori polmonari, dopo il fumo di tabacco
 E' importante conoscere e valutare gli effetti sanitari del radon, dal
momento che esso rappresenta un rischio sanitario quando si accumula
negli spazi confinati e, nel mondo di oggi, noi trascorriamo l'80 - 90% del
nostro tempo in spazi chiusi.
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 Il radon deriva dal decadimento radioattivo dell'uranio. L'uranio è uno dei
più antichi elementi radioattivi naturali (primordiali) presenti sulla terra. E'
ubiquitario, ovvero ovunque presente sulla crosta terrestre; e pertanto
esso rappresenta una sorgente permanente di gas radon.
 Il radon proviene principalmente dal terreno dove, mescolato all'aria, si
propaga fino a risalire in superficie. Nell'atmosfera si diluisce rapidamente
e la sua concentrazione in aria è pertanto molto bassa. Ma quando penetra
negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni
dannose per la salute.
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 La principale sorgente di radon è il suolo.
 Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi
rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al
suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono esserne la causa principale di
elevate concentrazioni di radon.
 Una terza sorgente di radon è
rappresentata
quanto
il
dall'acqua,
gas
radioattivo
in
è
moderatamente solubile in essa.
Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque
termali e
quelle attinte direttamente da pozzi artesiani, poiché di norma
l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene
talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per
scambio con l’aria.
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 La ricerca ha elaborato diversi metodi validi per la misura del radon. Il più idoneo a
misurare
la
concentrazione
di
radon
in
una
abitazione
è
rappresentato
dal
posizionamento di dosimetri passivi.
 Esposti nei locali dell'abitazione, essi saranno poi analizzati in laboratori specializzati e,
recando le tracce dell'esposizione al radon, permetteranno di determinare i livelli di
concentrazione.
 Questi dosimetri consistono in semplici contenitori in materiale plastico
dotati di pellicole sensibili alle radiazioni e non necessitano di
alimentazione né emettono alcuna sostanza o radiazione. In una
abitazione di medie dimensioni ne andrebbero posizionati all'incirca
quattro (tipicamente uno per stanza).
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 Dal radon è possibile difendersi in molti modi. Come sempre, il sistema migliore è la prevenzione,
attuata mediante una progettazione edilizia anti-radon nelle zone a rischio e mediante la scelta di
materiali da costruzione a basso contenuto di radioattività.
 Negli edifici già esistenti è importante realizzare un'azione di monitoraggio degli ambienti e, laddove
vengano riscontrate concentrazioni elevate di radon, rivolgersi a centri specializzati al fine di adottare
opportune misure di mitigazione. Tali tecniche possono essere:
 tecniche di ventilazione naturale
 ventilazione forzata
 soluzioni rivolte all'attacco dell'edificio a terra (essendo il terreno la
fonte primaria di Radon) quali la depressurizzazione attiva del vespaio ,
la sigillatura di fessure, l' isolamento dell'edificio dal terreno.
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 Per poter effettuare l’indagine e verificare le concentrazioni di gas radon nelle vostre
abitazioni è indispensabile la vostra collaborazione:
1. Dovrete posizionare i dosimetri radon nella vostra abitazione nel posto concordato e lasciarli lì per
6 mesi.
2. In questo periodo di tempo dovrete comportarvi normalmente, non modificando in alcun modo le
vostre consuete abitudini di vita
3. Al termine dei 6 mesi dovrete restituire i dosimetri all’incaricato di ARPA Puglia che ve ne darà altri
che dovranno essere posizionati nello stesso luogo dei precedenti per i successivi 6 mesi
 La misura complessiva dura 1 anno.
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 Vi saranno consegnati dei questionari, contenenti domande relative a voi ed alla vostra
abitazione, ai materiali costruttivi, alla pavimentazione, alla presenza e allo stato di tenuta
di porte, finestre, ecc.
 Vi saremo grati se vorrete rispondere, con calma a tale questionario (saranno necessari
pochi minuti) e riconsegnarcelo al momento del ritiro dei dosimetri.
I
risultati
delle
indagini
saranno
strettamente
confidenziali.
Le informazioni relative a voi ed alla vostra abitazione saranno disponibili
unicamente per voi e per le organizzazioni promotrici di questa campagna.
Per saperne di più sul radon visitare: http://www.arpa.puglia.it/web/guest/faq_radon
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 Il problema, sia per la natura geologica del nostro territorio che per l’impiego di materiali da
costruzione tipici dei nostri suoli (e, in alcuni casi, ricchi di uranio, come tufo e pozzolana)
tocca molto da vicino il nostro Paese. Un' Indagine Nazionale condotta sulle abitazioni italine
alla fine degli anni ‘80 ha rilevato una concentrazione media di radon indoor pari a 77 Bq/m3 e
dunque approssimativamente doppia rispetto a quella mondiale (valutata in 40 Bq/m3).
 Questa consapevolezza ha condotto all’emanazione del Decreto Legislativo n.241/00,
che tratta dell’esposizione lavorativa a sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti, prima
fra tutte il radon, ed impone agli esercenti di attività lavorative che in svolgono in
sotterrano o in zone a rischio il monitoraggio, ed eventualmente il risanamento, dei
luoghi in cui il personale opera. Pur se riferito esclusivamente alla tutela nei luoghi di
lavoro, esso rappresenta un significativo passo in avanti sulla strada di una coscienza
e di una conseguente normazione radioprotezionistica.
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 Il
radon anzitutto penetra all'interno egli edifici risalendo dal suolo, secondo un
meccanismo determinato
dalla differenza
di
pressione tra l'edificio e l'ambiente
circostante (il cosiddetto"effetto camino"). La pressione all'interno della casa, infatti, a
causa della temperatura più elevata, è spesso leggermente inferiore rispetto a quella
esterna e così "richiama" aria - e, con essa, radon - dal sottosuolo, attraverso tutte le
aperture (giunture, cavità ed anche piccole crepe o fessure difficili da individuare).
 La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che
in funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente
con l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe dunque in
modo particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati.
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