Istituto tecnico industriale di Vibo Valentia Alunno: de rito michael Relazione sui sistemi trifase Con sistema trifase si intende un sistema combinato di tre circuiti a corrente alternata aventi la stessa frequenza (isofrequenziali) e tre tensioni alternate uguali. Due importanti concetti collegati ai sistemi trifase sono la simmetria e l’equilibrio. - Un sistema trifase si dice simmetrico quando le tensioni prodotte dal generatore sono perfettamente uguali in modulo e sfasate fra di loro esattamente di 120°. - Un sistema trifase invece, si dice equilibrato quando alimenta un carico composto da tre impedenze uguali sia in modulo che in fase. I sistemi trifase trovano applicazione negli impianti elettrici ad alta, media e bassa tensione. Rispetto ad un sistema a corrente alternata monofase il costo del materiale e dei cavi elettrici viene dimezzato con una potenza elettrica uguale. Un sistema trifase è dato dal collegamento di tre generatori, aventi la stessa identica frequenza, con tre carichi, realizzato con soli tre o quattro conduttori. In un sistema equilibrato il conduttore di neutro può essere esculo perché inutile, in quanto le tre correnti uguali in modulo e sfasate di 120° tra loro, la loro somma vettoriale è nulla. Il primo grande vantaggio del sistema trifase è quello della creazione di un campo magnetico rotante, alla base del funzionamento dei motori elettrici. Il secondo vantaggio è quello di poter trasmettere l’energia di tre generatori con la metà dei conduttori necessari rispetto ad un sistema basato su generatori monofase. Il terzo ma non meno importante vantaggio del sistema trifase è la minore potenza dissipata lungo le linee elettriche rispetto a un sistema monofase (maggiore rendimento di trasmissione), un altro vantaggio del sistema trifase è quello di disporre contemporaneamente di tensioni di 400V (tensione concatenata fase-fase) e 230V (tensione stellata fase-neutro) a seconda dei conduttori tra i quali si effettua il prelievo. Nel piano complesso, i fasori delle tensioni concatenate possono essere rappresentati da tre vettori disposti in modo da formare un triangolo equilatero; mentre i fasori delle tensioni stellate possono essere rappresentate da vettori che uniscono i vertici del triangolo ad un punto O (centro delle tensioni di fase o centro stella). Le tensioni stellate soddisfano la seguente relazione: EG1+EG2+EG3=0 ο EG2+EG3= -EG1 Le tensioni concatenate invece sono: V12= √π*EG1*ππππ° V23= √π*EG2*ππππ° V31= √π*EG3*ππππ° Gli utilizzatori trifase invece, sono normalmente rapprensentabili mediante terne di impedenze collegate a stella o a triangolo. Possono essere rappresentate anche in questo modo: Per la soluzione dei sistemi trifase, bisogna distinguere i collegamenti (stella o triangolo) e i carichi (equilibrati o squilibrati); li distinguiamo in: 1. Sistema simmetrico trifase con carichi equilibrati collegati a stella; 2. Sistema simmetrico trifase con carichi equilibrati collegati a triangolo; 3. Sistema simmetrico trifase con carichi squilibrati collegati a triangolo senza conduttore di neutro; 4. Sistema simmetrico trifase con carichi squilibrati collegati a triangolo con conduttore di neutro; 5. Sistema simmetrico trifase con carichi squilibrati collegati a stella senza conduttore di neutro; 6. Sistema simmetrico trifase con carichi squilibrati collegati a stella con conduttore di neutro; In questa relazione esaminiamo nel generico solamente due tipi di sistemi, il primo e il terzo facendo riferimento ad opportuni dati degli esercizi svolti per la verifica in classe. Esercizio n.1 SISTEMA SIMMETRICO TRIFASE CON CARICHI EQUILIBRATI COLLEGATI A STELLA DATI: COS Ο= 0,8 P= 56 kW Ο =arccos(0,8)= 37° senΟ= 0,6 Per prima cosa ci conviene trovare il modulo della corrente attraverso la formula inversa di P=3*V*I*cos Ο quindi abbiamo: |πΌ|= 56∗103 56.000 π = = = 101,4 A 3∗π∗πππ φ 3∗230∗0,8 552 ora, ci troviamo semplicemente la corrente in forma polare facendo: πΌ= | πΌ|*ejΟ= 101,4*ej37° A Continuando, ci troviamo l’impedenza sia in forma canonica che in forma polare, trovando però prima il modulo, facendo il rapporto tra tensione e modulo della corrente: |π|= π = 230 |πΌ| 101,4 = 2,3 β¦ Forma canonica: π= |π|*(cos Ο + jsen Ο) = 2,3*(cos 37° + jsen 37°) = 1,8 + 1,38j β¦ Forma polare: π= 2,3*ej37° β¦ Ora ci troviamo la potenza reattiva e apparente: Q= 3*V*πΌ*sen Ο = 3*230*101,4*0,6 = 42 kVAR A= √π2 + π2 = √562 + 422 = 70 kVA Con questi dati calcolati possiamo costruirci un grafico riportato sotto ed una piccola tabella dove viene confrontata la corrente calcolata da noi con quella misurata in laboratorio con multisim: Grandezza Corrente (A) Valori calcolati 101,4 A Valori misurati 100,878 A- 100,924 A - 100,922 A Esercizio n.2 SISTEMA TRIFASE CON CARICHI SQUILIBRATI COLLEGATI A TRIANGOLO DATI: Z1= 14 β¦ Z1= 5 + 4j β¦ Z1= 4 + 3j β¦ Conoscendo le impedenze, ci conviene trovare le fasi e portare in forma polare le impedenze in modo da poter calcolare più facilmente le correnti di fase successivamente; Ο 12= 0° |Z1|= 14 β¦ Ο 23= 38°,7 |Z2|= 6,4*ej38°,7 β¦ Ο 31= 37° |Z3|= 5*ej37° β¦ Le tensioni concatenate sono: V12= 400*ej30° V V23= 400*ej150° V V31= 400*e-j90° V Ora abbiamo tutto per poter calcolare le correnti di fase attraverso la seguente formula π°= πΌ 12 = π12 π1 = 400∗π π30° 14 = 28,6*π π30° A π½ π : πΌ 23 = πΌ 31 = π23 π2 π31 π3 = = 400∗π −π90° 6,4∗π π38°7 400∗π π150° 5∗π π37° = 62,5*π −π128,7° A = 80*π π113° A Per trovare le correnti di linea ci conviene portare le correnti di fase in forma canonica: πΌ12 = 28,6*(cos 30° + jsen 30°) = 25 + 14,3j A πΌ23 = 62,5*[cos (-128,7°) + jsen (-128,7°)] = -39 - 49j A πΌ31 = 80*[cos (113°) + jsen (113°)] = - 31 + 74j A Per trovare le correnti di linea usiamo la legge di Kirchoff delle correnti: πΌΜ 1 = Μ Μ Μ Μ πΌ12 - Μ Μ Μ Μ πΌ31 = 25 + 14,3j - (- 31 + 74j) = 25 + 14,3j + 31 - 74j = 56 – 59,7j A πΌΜ 2 = Μ Μ Μ Μ πΌ23 - Μ Μ Μ Μ πΌ12 = - 39 - 49j – (25 + 14,3j) = - 39 - 49j - 25 – 14,3j = - 64 – 63,3j A πΌΜ 3 = Μ Μ Μ Μ πΌ31 - Μ Μ Μ Μ πΌ23 = - 31 + 74j – (- 39 - 49j) = - 31 + 74j + 39 + 49j = 8 +123j A In forma polare invece: πΌ1 = 56 – 59,7j = √562 + 59,72 = 81,9*e-j47° A 59,7 π1 = −ππππ‘π ( ) = −47° 56 πΌ2 = - 64 – 63,3j = √642 + 63,32 = 90*e-j135° A π2′ = ππππ‘π ( 63,3 ) = 44,7° ⇒ π2 = −180 + 44,7 ≅ −135° 64 πΌ3 = 8 +123j = √82 + 1232 = 123,2*ej86° A π3 = ππππ‘π ( 123 ) ≅ 86° 8 Ora possiamo calcolare le tre potenze ed il fattore di potenza (F.d.p o cos Ο): π· = π12 β πΌ12 β cosπ12 + π23 β πΌ23 β cosπ23 + π31 β πΌ31 β cosπ31 = 400 β 28,6 β cos(0) + 400 β 62,5 β cos(38°, 7) + 400 β 80 β cos(37°) = 11.440 + 19.511 + 25.556 ≅ 56,5ππΎ πΈ = π12 β πΌ12 β senπ12 + π23 β πΌ23 β senπ23 + π31 β πΌ31 β senπ31 = 400 β 28,6 β sen(0°) + 400 β 62,5 β sen(38,7°) + 400 β 80 β sen(37°) = 0 + 15.631 + 19.258 ≅ 35ππ½π¨πΉ π¨ = √π2 + π 2 ≅ √56,52 + 352 = 66,5ππ½π¨ π 56,5 F.d.p. (convenzionale) = πππ π = π΄ = 66,5 = 0,85 Per verificare che l’esercizio è giusto, bisogna calcolare le potenze (attiva, reattiva e apparente) con le tensioni stellate, le correnti di linea e lo sfasamento reciproco; i risultati ottenuti devono (quasi) coincidere: Ο1 = 47° Ο2 = 15° Ο3 = 34° (cfr. fig. 2) π· = πΈ1 β πΌ1 β cosπ1 + πΈ2 β πΌ2 β cosπ2 + π3 β πΌ3 β cosπ3 = 230 β 81,9 β cos(−47°) + 230 β 90 β cos(15°) + 230 β 123,2 β cos(34°) = 12.847 + 19.995 + 23.492 ≅ 56,3ππΎ πΈ = πΈ1 β πΌ1 β senπ1 + πΈ2 β πΌ2 β senπ2 + π3 β πΌ3 β senπ3 = 230 β 81,9 β sen(47°) + 230 β 90 β sen(15°) + 230 β 123,2 β sen(34°) = 13.777 + 5.358 + 15.845 ≅ 35ππ½π¨πΉ π¨ = √π2 + π 2 ≅ √56,32 + 352 ≅ 66,5ππ½π¨ Con questi dati, come abbiamo fatto per il primo esercizio, possiamo costruire una tabella dove confrontare i dati calcolati con quelli misurati in laboratorio con multisim: Grandezza Valori calcolati I1 (A) 81,9 A I2 (A) 90 A I3 (A) 123,2 A CosΟ (medio) (1+0,78+0,798)/3 = 0,859 P (kW) 11,44+25,6+19,5= 56,54 kW I12 (A) 28,6 A I23 (A) 62,5 A I31 (A) 80 A Valori misurati 81,542 A 89,374 A 122,225 A (1+0,782+0,801)/3 = 0,861 11,336+25,471+19,401= 56,208 kW 28,455 A 62,277 A 79,823 A V31 E3 V12 120° 30° E1 120° 120° E2 V23 Fig. 1: terna stellata e terna concatenata E3 I3 120° 34° I2 15° 47° E1 I1 E2 Fig. 2: terna stellata e terna di correnti di linea Fig. 3: circuito di misura per le correnti di linea I31 V31 V12 120° 37° I12 30° E1 120° 38,7° 120° I23 V23 Fig. 4: terna delle correnti di fase e delle tensioni concatenate Fig. 5: circuito di misura per le correnti di fase Fig. 6: circuito di misura per le potenze attive Possiamo notare come i valori calcolati si avvicinano abbastanza ai valori misurati con il simulatore; le piccole differenze sono dovute alle approssimazioni effettuate nei calcoli. L’Alunno: de rito michael