Equazioni di Maxwell nei mezzi e indice di rifrazione1 I campi

Equazioni di Maxwell nei mezzi e indice di rifrazione1
I campi elettrici e magnetici (nel vuoto) sono descritti dalle equazioni di
Maxwell (in unità MKSA)
∇·E =
%
0
∇×E = −
(1)
∂B
∂t
(2)
∇·B = 0
(3)
∂E
∇ × B = µ0 j + µ0 0
∂t
(4)
In presenza di materia, le stesse equazioni possono essere scritte
∇ · D = %lib
∂B
∇×E = −
∂t
∇·B = 0
∇ × H = jlib +
(5)
(6)
(7)
∂D
∂t
(8)
dove
D = 0 E + P
B = µ0 (H + M) .
(9)
(10)
(11)
Le precedenti equazioni possono essere semplificate nei casi in cui esista una
relazione semplice tra i vettori Polarizzazione P e Magnetizzazione M ed
il campo elettrico E e campo H, rispettivamente. Ad esempio, nel caso di
materiali omogenei ed isotropi non ferromagnetici
1
D = 0 E + P ≈ 0 E + 0 χe E =
= 0 (1 + χe )E = 0 r E = E
(12)
B = µ0 (H + M) ≈ µ0 (H + χm H) =
= µ0 (1 + χm )H = µ0 µr H = µH .
(13)
La prima parte di questo testo è analoga alle note su ”Equazioni delle onde [1]”.
1
Si noti che si è supposta una relazione lineare tra i vettori D ed E e B ed
H, che sarà valida solo per deboli campi (quando gli effetti dipendenti da
potenze più elevate dei campi inducenti negli sviluppi
X ∂Pα Pα (E) = Pα (E = 0) +
∂E
β
β
Eβ +
E=0
X ∂Mα Mα (H) = Mα (H = 0) +
∂H
β
β
1X
2
βγ
∂ Pα ∂Eβ ∂Eγ 2
Eβ Eγ + ...
E=0
H=0
1 X ∂ 2 Mα Hβ +
2 βγ ∂Hβ ∂Hγ Hβ Hγ + ...
H=0
possono essere trascurati). Imoltre si noti che, pur supponendo di restringersi
all’ordine più basso, cioè ad una relazione lineare, tale relazione potrebbe
essere scritta attraverso un tensore di rango 2, includendo cosı̀ il caso di
mezzi non isotropi. La relazione tra le componenti è quindi scrivibile (per
materiali non ferromagnetici, perciò con magnetizzazione residua nulla e non
”elettreti”, cioè con polarizzazione residua nulla)
Pα /0 =
X
Mα =
X
χeαβ Eβ = χeαβ Eβ ,
β
m
χm
αβ Hβ = χαβ Hβ ,
β
avendo utilizzato la convenzione di implicita somma su indici ripetuti.
Onde nei mezzi dielettrici omogenei ed isotropi
Nei mezzi dielettrici omogenei ed isotropi ed in assenza di cariche e correnti
libere, le equazioni di Maxwell acquistano la forma:
∇·E = 0
∇×E = −
(14)
∂B
∂t
∇·B = 0
∂E
∇ × B = µ
∂t
(15)
(16)
(17)
da cui (con tecniche simili all’elettrodinamica nel vuoto, cioè calcolando ∇ ×
∇ × E e ∇ × ∇ × B) si ottengono le equazioni delle onde nei mezzi omogenei
2
ed isotropi, ovvero
∂2E
=0 ;
∂t2
∂2B
∇2 B − µ 2 = 0 ;
∂t
∇2 E − µ
(18)
(19)
da cui si evince che la velocità di fase dell’onda è modificata
c
c
1
= ≤c,
v=√ =√
µ
µr r
n
n è chiamato indice di rifrazione e per la stragrande maggioranza dei dielettrici vale
√
√
n = µr r ≈ r e µr ≈ 1 .
Si ha anche che l’ortogonalità tra il campo elettrico e magnetico è valida
mentre la relazione tra i moduli è determinata da
k2 = µ ω 2 =
n2 2
ω
c2
(20)
e contemporaneamente da
"
#
∂B
k×E = ωB
da ∇ × E = −
∂t
#
"
∂E
k × B = µ ωE da ∇ × B = µ
∂t
e risulta
|E|
1
c
c
= =v .
=√ =√
µ
µr r
n
|B|
(21)
Indice di rifrazione nel modello ad elettroni oscillanti
Nell’ipotesi di elettroni legati elasticamente nella materia, il moto del singolo
elettrone è determinato dall’equazione del moto classica
r̈ + γ ṙ + ω02 r =
3
Fext
me
(22)
dove la forza totale sull’elettrone tiene conto di contributi esterni, oltre alla
forza di richiamo elastica e quella dissipativa
Ftotale = −me ω02 r − me γ ṙ + Fext = me r̈
dove me è la massa a riposo dell’elettrone. Assumiamo che l’elettrone sia
sollecitato da un’onda elettromagnetica piana (polarizzata linearmente lungo
ẑ e monocromatica di frequenza ν = ω/2π), caratterizzata da i campi
E(y, t) = ẑ E0 ei(ky−ωt)
B(y, t) = x̂ B0 ei(ky−ωt)
n
B0 = E0
c
(23)
con n/c = 1/v velocità di fase della radiazione nel mezzo come già discusso.
Nella posizione (y = 0) dell’elettrone si ottiene che lo stesso obbedisce allequazione
qe
E0 |locale e−iωt
(24)
z̈ + γz + ω02 z =
me
dove qe è la carica dell’elettrone. La soluzione stazionaria
z(t) = z0 e−iωt ,
della (24) diviene
z(t) =
qe
1
E0 |locale e−iωt .
2
me ω0 − ω 2 − iγω
(25)
Il contributo di ogni singolo elettrone al vettore polarizzazione risulta in un
momento di dipolo indotto dato da
p = qe r(t) = qe ẑ z(t)
ovvero
qe2
1
E0 |locale e−iωt =
2
me ω0 − ω 2 − iγω
q2
1
= 0 e
E|locale =
2
0 me ω0 − ω 2 − iγω
= 0 α E|locale
≈ 0 α E ,
p =
4
(26)
dove la polarizzabilità atomica vale
α=
qe2
1
2
0 me ω0 − ω 2 − iγω
(27)
ed è complessa.
L’ultima (approssimata) relazione di uguaglianza suppone che l’elettrone,
immerso nella materia localmente sia sollecitato dal campo elettrico medio
ivi presente. Si suppone cioè che la presenza della materia influenzi in modo
molto debole l’elettrone, in pratica la materia è molto diluita di modo che
campo elettrico locale (dovuto alla somma dei campi esterni e quelli dovuti
alla presenza delle altre cariche nella materia) coincida coi campi esterni. Si
può non ricorrere a questa ipotesi che ci farà restringere i risultati ai materiali
poco densi, utilizzando le equazioni di Clausius-Mossotti per i campi locali.
Torneremo a discuterne.
Dal momento indotto p a livello microscopico si può risalire al momento
di dipolo indotto per unità di volume P attraverso il numero di elettroni per
unità di volume N , ovvero
P = N p = 0 N αE =
"
#
1
N qe2
E=
= 0
0 me ω02 − ω 2 − iγω
= 0 χe E ,
(28)
che definisce la suscettività calcolata nel modello ad oscillatori
N qe2
1
=
=
2
0 me ω0 − ω 2 − iγω
= (r − 1) = n2 − 1 =
= (n + 1)(n − 1) ≈ 2(n − 1) ,
"
χe
#
dove l’ultima uguaglianza è valida nel limite (implicita nell’ipotesi di materiali poco densi e quindi di campi locali approssimabili dal campo medio) di
valori dell’indice di rifrazione n molto vicini all’unità. In conclusione l’indice
di rifrazione risulta complesso con parte reale nR = <n e parte immaginaria
nI = =n, ovvero
5
n = |n|eiψ =
q
n2R + n2I eiψ .
(29)
con
nR = 1 +
nI =
1
2
1
2
N qe2
ω02 − ω 2
0 me (ω02 − ω 2 )2 + γ 2 ω 2
N qe2
γω
2
0 me (ω0 − ω 2 )2 + γ 2 ω 2
(30)
ovvero anche il vettore d’onda k risulta complesso (vedi (20))
ω
nR ;
c
ω
=
nI ;
c
kR =
kI
(31)
provocando uno sfasamento nei capi (23) ed un’attenuazione:
n
|n| iψ
= E0
e
c
c
nI
nR
E(y, t) = ẑ E0 e− c ωy ei( c ωy−ωt)
|n| − nI ωy i( nR ωy−ωt+ψ)
e c e c
.
B(y, t) = x̂ E0
c
B0 = E0
(32)
In particolare l’attenuazione (assorbimento) è legata alla parte immaginaria
dell’indice di rifrazione che ha il suo massimo in ω = ω0 . NI (ω) è fortemente
piccato intorno alla frequenza di risonanza. La pate reale nR (ω) dell’indice
di rifrazione regola i fenomeni di dispersione normale (per ω ω0 )) ed
anomala (per ω ≈ ω0 ). In partiocolare per ω ω0 l’indire di rifrazione
risulta praticamente reale ed aumenta con l’aumentare di ω dando ragione
del fenomeno della dispersione di mezzi trasparenti nella regione del visibile
(esempio dispersione in aria, in acqua o in materiali vetrosi). Nella regione
della dispersione anomale nR (ω) diminuisce all’aumentare di ω.
I materiali possono essere caratterizzati da molte frequenze proprie intorno
alle quali l’indice di rifrazione ripete l’andamento descritto. L’aria, l’acqua,
il vetro sono caratterizzati da frequenze proprie situate nell’ultravioletto.
6
Materiali densi
Nei materiali densi il campo elettrico locale non può essere approssimato
dal campo elettrico medio come fatto nelle equazioni (26), occorre piuttosto
poter approssimare la relazione tra campo medio e campo locale. Questa
relazione è fornita dall’ipotesi di una geometria sferica per la cavità atomica,
in questo caso vale
1P
E|locale = E +
3 0
e le (26) e (28) divengono
1
qe2
E0 |locale e−iωt =
2
2
me ω0 − ω − iγω
= 0 α E|locale ,
p =
P = N p = 0 N α E|locale =
"
#
1P
= 0 N α E +
=
3 0
Nα
= 0
E
1 − 13 N α
= 0 χe E
= 0 (r − 1) E
= 0 (n2 − 1) E .
(33)
(34)
Perciò per i materiali densi, la relazione tra la polarizzabilità atomica (27) e
l’indice di rifrazione diviene
(n2 − 1) =
ovvero
3
Nα
,
1 − 13 N α
n2 − 1
= Nα .
n2 + 2
7
(35)