CAMPAGNA “DOSTA!” LUNEDÌ 8 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM SAN FEDELE – VIA HOEPLI 3/B LE DANZE DI BILLY E DIJANA Testo e regia di Daniele Lamuraglia Con Dijana Pavlovic e Diego Conte Produzione di Teatro del Legame e Uprè Roma Coreografie Donatella Cantagallo,Gabriele Palloni,EnzoPardeo scene Mirco Rocchi con il contributo della Nuova Accademia dei Belle Arti di Milano costumi Loredana Riccetti disegno luci Francesco Bianchi figurante Corrado Meloni Ingresso libero Questa è la storia di Billy, un ragazzo Rom che da bambino ballava la musica popolare davanti al container del campo nomadi dove viveva, fino ad arrivare a danzare la raffinata musica classica sui palcoscenici di grandi teatri. Il giorno della prima a due ore dal suo debutto ne Lo Schiaccianoci di Tchaikovsky, la sorella Dijana giunge imprevedibilmente a trovarlo, e gli racconta dei suoi sogni di divenire attrice e cantante, in un incontro-scontro segnato dall'incrociarsi di odio e amore, dall'esplodere di rivendicazioni sottaciute, gridate, infrante, improvvisamente seguite da teneri afflati d'amore. Sul palcoscenico ci sono i costumi de Lo Schiaccianoci, e Dijana li indosserà ed utilizzerà per rievocare la loro storia, che scopriremo – senza che Dijana ne sia cosciente - essere analoga a quella scritta da Hoffmann, dalla quale è tratto il balletto. C'è una festa al campo per “comprare” la sposa - Dijana - che vive il tutto come un incubo estraneo. Il padrino dello sposo porta in dono musicisti e danzatori zingari; e c'è un regalo speciale per la promessa sposa: uno strano ballerino – Billy - che esegue balli fuori della tradizione. Il promesso sposo per invidia ferisce il ballerino, che viene poi curato nascostamente dalla promessa sposa. In una scena tra realtà e sogno: dei topi-gagé invadono il campo per distruggerlo, ma il ballerino aiutato dalla promessa sposa riesce a sconfiggere il Re dei topi ed a scacciarli. Il ballerino viene portato in trionfo e nel momento in cui gli chiedono cosa vuole per ricompensa, rivela essere il fratello perduto della promessa sposa, ne chiede ed ottiene la libertà da quel matrimonio che lei non aveva scelto. In questo ritrovarsi e perdersi tra fratello e sorella emergono i temi della perenne diversità di essere Rom zingari nello spirito e nella quotidianità -, dell'arcaica tensione del legame di sangue, della separatezza di aspettative e doveri fra uomo e donna nei codici della propria comunità, del possibile e conflittuale sogno di realizzarsi in una sempre nuova, e spesso più cinica, società. Ma appare anche quell'antica risorsa dell'Arte che fin dal suo sorgere in una regione dell'India, ha rappresentato per il popolo Rom una delle vie di salvezza e di comunicazione col mondo. Dijana Pavlovic Nel 1994 accede alla “Facolty of Dramatic Arts – Department of Acting” a Belgrado , Yugoslavia, e ottiene il Diploma nel 1998. Frequenta i corsi di: recitazione, movimento scenico, tecnica vocale, acrobatica, combattimento in scena, danza teatrale, dizione, storia del teatro. E’ traduttrice e interprete nello spettacolo “Sentiero color cenere” (stagione 2000), raccolta di materiali inediti di poesia e prosa appartenenti alla cultura rom , e ne cura il progetto insieme a C. Migliavacca . Partecipa al “Premio Teatrale Hystrio alla vocazione”, Edizione 2000 e ottiene la “Segnalazione di merito”, con la giuria composta da Nanni Garella, Antonio Calenda, Sergio Maifredi, Ugo Ronfani, Sempre nel 2000 è nel cast del film corto “Quando si chiudono gli occhi”, regia di Beniamino Catena, che ottiene un buon successo, nella sezione Cortocortissimo, in concorso alla 57a Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia . Nel 2002 partecipa alla fiction “La squadra” (produzione Rai) come protagonista di una puntata . Sempre nel 2002 , affronta il ruolo di Nataša ne “La domanda di matrimonio” di Anton Cechov , allo Spazio Zazie di Milano, per la regia di Roberto Trifirò . Maggio 2002: è in scena al Teatro dell’Elfo di Milano, nella nuova edizione de “Le lacrime amare di Arben Mustafà detto “Billy” Billy nasce e cresce in un container di un campo nomadi alla periferia di Firenze, tra il caldo soffocante senza ripari dell’estate ed il freddo terribile senza rimedi dell’inverno. Quando i bambini escono dal campo gli occhi degli altri li fanno sentire diversi, li fanno sentire di un’altra specie, come una razza che esce in esplorazione in un mondo pericoloso e sconosciuto. Solo nel campo si sentono fra simili: e lì i bambini corrono sempre, giocano, si divertono, con giochi regalati, trovati o inventati. E danzano: questo è il più bello dei giochi, quello che possono giocare insieme anziani, giovani e bambini, e dove i primi insegnano agli altri tutti i segreti di quel ritmo, di quei movimenti, di quei passi. Billy è il più bravo dei bambini, e non solo con la musica Rom, ma anche con quella che arriva dal mondo di fuori, quella più vicina alle strade, alle storie difficili, all’emarginazione: il Rap. Billy trasporta lo spirito della danza Rom in quelle musiche dell’altro mondo, intreccia il senso delle due sonorità, e dalla contaminazione dei gesti inventa un suo stile per danzare le une e ballare le altre. Come spesso accade, è dalla fusione di sapienze diverse che nasce un nuovo spirito e prorompono nuove forme. E così Billy lascia stupiti i suoi, la sua comunità, ma anche gli altri, quelli del mondo fuori. E qualcuno lì fuori - una coreografa che insegna danza - vede questo bambino Rom, ormai un po’ cresciuto, ballare in una strada, e lo invita ad andare nella propria scuola, dove potrà seguire i codici di ogni tipo di ballo e danza, fino a quella più elaborata e raffinata: la classica. Billy diventa il primo ballerino della compagnia della scuola, e coronerà questa magica ma reale storia, andando a danzare sul palcoscenico di un bellissimo Petra Von Kant” , di R. W. Fassbinder, regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. 2003 /2005 : è in scena , al Teatro Out Off di Milano, ne "Le serve" Genet (Claire), per la regia di Lorenzo Loris. 2003: al Teatro Franco Parenti, Mi con “La felicità coniugale” di Anton Cechov, per la regia di R. Trifirò. 2003 : “Mozart e Salieri / Il convitato di pietra”, di A. Puskin . Regia di Guido De Monticelli. 2004 : “ Dispetto d’amore” di Molière (Ascagne), regia di Monica Conti. Produz. Teatro Stabile di Ivrea. 2005 : ripresa al Teatro Out Off , de "Le serve" Genet (Claire), per la regia di Lorenzo Loris. 2005 : partecipa al film “Provincia meccanica” di Stefano Mordini, che sarà presente al festival di Berlino. 2006 : “Una ragazza d’oro” di T.Olear. Regia di Tatiana Olear (a Milano Spazio Zazie in Aprile). 2007 : “Il prossimo tuo” film, Regia di Anne Rita Ciccone 2007: Premio Franco Enriquez – sezione teatro per lo spettacolo “Porrajmos, lo sterminio del popolo Rom”. 2007/2008: “Sogno di una notte di mezza estate” Regia di Renato Sarti (Milano, Teatro della Cooperativa). “ Rom Cabaret” di Dijana Pavlovic, ha partecipato alla Biennale dei Giovani Artisti a Bari. 2009: “Le danze di Billy e Dijana” Regia di Daniele La muraglia Teatro Puccini - Firenze teatro le musiche di un'opera classica, reinventandola con un nuovo stile che trae linfa vitale dalla tradizione antica del suo popolo Rom. Dopo aver frequentato i Corsi di Formazione Professionale presso la Dance Performance School di Firenze, Dipartimento Italiano dell’Università di New York e Buffalo, arriva ad intepretare spettacoli nei più importanti teatri di Firenze: al Teatro Verdi, al Saschall, al ridotto del Teatro Comunale, al Teatro Puccini, al Teatro Everest. Ha vinto il Campionato Italiano di Hip Hop al Palazzetto dello Sport di Bologna, ha danzato nel balletto che ha ricevuto il premio per la miglior coreografia allo “Start Up Contest” organizzato da MTV a Milano. Ha preso parte allo spettacolo “Dreams” organizzato alla Nuova Fiera di Roma da OroCapitalEvent, e sta per partecipare allo spettacolo televisivo in onda su RAI 2 “Mezzogiorno in Famiglia” presentato da Tiberio Timperi e Adriana Volpe. Daniele Lamuraglia Scrittore e regista, direttore artistico del Teatro del Legame, ha realizzato spettacoli di profondo contenuto civile ed intenso impatto visivo, con un'attenta ed originale interazione di codici classici con linguaggi contemporanei, che rendono vitale e sorprendente lo spazio teatrale. Ha creato con Antonio Tabucchi Cristo Gitano, messo in scena con i Rom di Firenze; ha collaborato con Alessandro Serpieri per Shakespeare Messages System, un'opera di video-teatro che mette a confronto i messaggeri d'amore di Shakespeare con quelli delle nuove tecnologie (sms, chat, blog); con Angela Torriani Evangelisti ha creato le opere di teatro-danza La maschera è stanca di Antonio Tabucchi e Il Diritto del Sogno ispirato a La vita è sogno di Calderon de la Barca.