Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni Ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici
Comune di Brindisi – Ufficio Cultura
I Suoni della Devozione
Rassegna musicale internazionale nelle chiese di Brindisi X edizione dicembre 2010
E' ormai giunta alla decima edizione "I SUONI DELLA DEVOZIONE" la rassegna musicale internazionale nelle
chiese storiche di Brindisi realizzata dall’ l'Ufficio Beni Culturali dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e dal
Comune di Brindisi – Ufficio Cultura, esempio di felice intesa tra evento musicale e promozione dei luoghi di
culto storici e non della città, una manifestazione che nel corso del tempo si è affermata per la qualità delle
sue proposte a livello regionale e nazionale. Popoli attraversati dai conflitti e la loro capacità di trasformare
in sublimi canti le ferite, sono stati l'emozione più grande di concerti per i quali è stato scelto il nostro
tempo del Natale che nel corso di questi anni hanno condiviso qui nuovi percorsi musicali: Rozaneh (Iran),
Dijvan Gasparyan (Armenia), Martin O'Connor (Irlanda), Karen Matheson Band (Gran Bretagna), Janet
Arbison e Belfast Harp Orchestra (Irlanda), Maire Ni Chatasaigh (Irlanda), Shine (Scotland), Timna Brauer e
Elias Meiri (Yemen-Israele), Orchestra araba di Nazareth (Palestina), Kathryn Tickell band (Inghilterra),
Savina Yannatou e Primavera en Salonico(Grecia), Silvia Malagugini e la Compagnia Nona Sima (Francia),
Dave Swarbrick (Inghilterra), Zar (Danimarca), Moni Ovadia, Ensemble Micrologus, Peppe Barra e Lino
Cannavacciuolo, Enzo Avitabile, Luigi Lai e Baba Sissoko, Elena Ledda, Theatrum Instrumentorum, Musica
Officinalis, Gianni Perilli, Solis String Quartet, Alice, Antonella Ruggero e Arkè String Quartet, Ambrogio
Sparagna, La Confraternita de Musici, Franca Masu e Fausto Beccalossi, Nafra (Malta), Robin Brown and the
Triumphant of Delegation (U.S.A.), Grainne Hambly e Billy Jackson (Irlanda), Hevia, Black Voices Artisti
internazionali, portando la propria declinazione del sacro, hanno incantato il pubblico, lo hanno reso
consapevole dell'altro e lo hanno avvicinato alla bellezza della musica e al suo linguaggio universale. Il tutto
a Brindisi, zona di confine così prossima al soffio di vento che viene dal Mediterraneo. I Suoni della
Devozione è una rassegna organizzata dall'Ufficio Beni Culturali dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e dal
Comune di Brindisi- Ufficio Cultura e con la direzione artistica di Roberto Caroppo e quella organizzativa di
Giacomo Carito.
Basilica Cattedrale
13 dicembre ore 21,00
Piccola Orchestra Apocrifa di Giorgio Cordini
La buona Novella di Fabrizio De Andrè
"io, nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore, nella pietà che non cede al rancore, madre,
io ho imparato l'amore..." Il testamento di Tito (la Buona novella)
Quando fu pubblicato, nel 1973, non fu apprezzato come meritava. I benpensanti lo giudicarono blasfemo,
i giovani politicamente schierati lo trovarono del tutto anacronistico, la Rai ovviamente lo censurò subito.
Paradossalmente, a decretarne se non il successo almeno una visibilità di nicchia, fu la Radio Vaticana che
ne capì subito la grandezza, come era accaduto con il Dio è morto di Guccini. La scelta di de Andrè di
parlare dell' umanità di Gesu', partendo dai vangeli apocrifi fu in seguito rivalutata da tutti, e molti brani di
quest' album furono poi riproposti dallo stesso de Andrè nei suoi ultimi concerti. Musicalmente, ovvio,
quest' album è assai scarno, ma la potenza di quei testi è immortale, infatti molti giudicano questo album
come il capolavoro di De Andrè.
“Nel 1969 scrivevo La buona novella. Eravamo in piena rivolta studentesca; i miei amici, i miei compagni, i
miei coetanei hanno pensato che quello fosse un disco anacronistico. Mi dicevano: "cosa stai a raccontare
della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con
scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi,
dai soprusi." ....Non avevano capito - almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che La Buona
Novella è un'allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io
stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che
proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità si era fatto inchiodare su una croce, in
nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. (da un’intervista a Fabrizio De Andrè)
Giorgio Cordini
Veneziano, autodidatta, si trasferisce a Brescia alla fine degli anni sessanta. In quel periodo incontra Mauro
Pagani, e Insieme a lui suona, quando la PFM ancora non esiste, in due formazioni denominate “JB Club” e
“Forneria Marconi”. Appassionato di blues, accompagna diversi musicisti americani di passaggio in Italia, tra
cui Carey Bell, Otis Rush, Louisiana Red.
Ha partecipato come chitarrista alla tournée per Le Nuvole di Fabrizio De André (1991), alle successive
teatrali, al tour del 1997 Anime salve e all’ultimo Mi innamoravo di tutto (1998).
Ha collaborato inoltre con artisti italiani quali Irene Fargo, Cristiano De Andrè, Massimo Bubola, Nada,
Oliviero Malaspina.
È chitarrista e cantante del trio di blues-rock Wha-Wha Band con il batterista Joe Damiani e Max Gabanizza
al basso.
Il sodalizio con Mauro Pagani, è proseguito con la tournée di Passa la Bellezza e successive. Ha curato con
lui la produzione del primo disco di Lorenzo Riccardi, un cantautore di Pavia, dal titolo "Strade perse". Un
altro album firmato da Giorgio Cordini come produttore artistico è "La strada del cielo" del trio veronese
"Cattive Compagnie”.
Nel 1995 ha registrato un compact disc suonato esclusivamente con chitarre acustiche, intitolato "Playing
the Beatles" in duo con Andrea Braido.
Nel 1996 ha partecipato alla settima edizione del Premio Città di Recanati, nell'ambito di una rassegna
dedicata alla chitarra, che ha visto salire sul palco dieci tra i migliori chitarristi italiani.
Nel 1999 ha suonato come supporter nel concerto che James Taylor ha tenuto in Piazza Duomo a Brescia.
Il 12 marzo 2000 ha partecipato a Genova alla serata “FABER AMICO FRAGILE”, accompagnando alla
chitarra, tra gli altri, Luvi e Cristiano De Andrè, Vasco Rossi, Gino Paoli, Celentano, Ornella Vanoni e
Zucchero.
Nel 2000 ha realizzato il progetto “Chitarre d’Autore” con la collaborazione dell'attore Luca Quaia e del
chitarrista Enrico Mantovani e con la supervisione e la regia di Luisa Moleri. Con questa formazione ha dato
vita a una serie di concerti teatrali in molte zone dell'Italia, e ha pubblicato un CD con lo stesso titolo.
Da ottobre del 2001 ha fatto parte del gruppo di Massimo Ranieri con Mauro Di Domenico, Arnaldo Vacca,
Nanni Civitenga, Ezio Zaccagnini, Stefano Caprioli, Vittorio Sonsini.
Nello stesso periodo ha dato vita al CD "Disarmati" al quale hanno collaborato musicisti come Mauro
Pagani, Riccardo Tesi, Massimo Carrano, Eros Cristiani, Vittorio Sonsini, Franco Testa, il Quartetto Zelig,
Michele Gazich, Mauro Di Domenico, Fabio Treves e altri ancora.
A partire dal novembre del 2002 ha creato un quartetto acustico formato da Eros Cristiani (fisarmonica e
tastiere), Michele Gazich (violino e viola), Giuseppe Rotondi (percussioni), oltre che da lui stesso alla
chitarra e al bouzouki. Con questo gruppo e con il supporto e la regia di Luisa Moleri propone dal vivo uno
spettacolo che si basa sui brani selezionati dal lavoro discografico e su una serie di sequenze fotografiche di
guerra che vengono proiettate durante il concerto. Un progetto approvato da Emergency, cui viene
devoluto un euro per ogni CD venduto.
Nel 2003, all'uscita del cd "Domani" di Mauro Pagani, si è intensificata la collaborazione con il
polistrumentista, per le presentazioni del nuovo lavoro discografico e nell'estate è iniziata la collaborazione
con Roberto Vecchioni, per le registrazioni dell'album "Rotary Club on Malindi".
Nello stesso anno ha suonato il bouzouki anche nel cd di Massimo Bubola. Entrambi gli album sono stati
pubblicati nel 2004. Nello stesso anno esce una raccolta di 36 chitarristi italiani in cui compare anche
Giorgio con un nuovo brano strumentale che s'intitola "Penny". Inoltre, la sua versione di "La ballata
dell'eroe" è stata inserita nella raccolta "Mille papaveri rossi", dedicata a Fabrizio De André. Alla fine
dell'anno è uscito "2004: Creuza de ma" di Mauro Pagani, cui Giorgio ha partecipato suonando chitarra,
mandolino e bouzouki.
Nel 2005 è proseguita la collaborazione con Mauro Pagani con cui ha suonato in una lunga tournée che ha
toccato tutta l'Italia e anche Spagna, Macedonia e Tunisia.
Nel 2006 Cordini ha portato avanti il progetto della Piccola Orchestra Apocrifa, un gruppo di nove musicisti,
alcuni di estrazione rock, altri di formazione classica, per cui ha arrangiato La Buona Novella di Fabrizio De
André, con la collaborazione di Stefano Zeni e Michele Gazich. Ha fondato anche il gruppo "Mille Anni
Ancora" con Ellade Bandini, Mario Arcari e altri. Nell'estate del 2006 ha prodotto il nuovo cd di Reno
Brandoni "Yelda" e successivamente il cd "La Buona Novella" della Piccola Orchestra Apocrifa. In ottobre
2007 Giorgio ha aperto l'"Accademia di musica moderna, etnica e popolare" a Provaglio d'Iseo, dove abita.
Nello stesso anno è iniziata una stretta collaborazione con Reno Brandoni, con cui Giorgio ha costituito un
duo (bouzouki-chitarra) che presenta un repertorio originale. È del 2008 il loro cd Anema e Corde. In
dicemnbre è uscito anche il cd Storia di un impiegato realizzato col gruppo Mille Anni Ancora in cui suonano
tra gli altri Mario Arcari e Ellade Bandini.
Discografia:
- Playing the Beatles (con Andrea Braido, 1995 rist. 2002)
- Chitarre d’Autore (2000)
- Disarmati (2002)
- La Buona Novella (con la Piccola Orchestra Apocrifa, 2006)
- Anema e Corde (con Reno Brandoni, 2008)
Chiesa della Santissima Addolorata (La Pietà)
16 dicembre ore 21,00
Danielle Wilson and the Truth
New Orleans Louisiana (U.S.A)
La parola 'Gospel' nella cristianità significa "good news", cioè buone notizie. Il termine deriva, infatti, dalla
parola in Antico Inglese, come una traslazione dal Greco evangelion (Evangelo). Con musica gospel si
intende appunto la musica caratterizzata da contenuti, principî e valori tipici della fede cristiana biblica.
Essa affonda le proprie radici molto lontano nel tempo - basti pensare alle composizioni del libro dei Salmi.
Il che significa che il popolo di Dio, da tempo immemorabile, ha trovato nella musica e nel canto uno
strumento privilegiato e di grande efficacia per esprimere al Signore le proprie lodi e la propria
riconoscenza. Ma anche i propri guai e la propria sofferenza. L'età moderna non ha modificato questo
sfondo. Anzi, lo ritroviamo in modo molto palese in quelli che, a partire dai drammatici secoli della tratta
degli schiavi dall'Africa specialmente verso l'America del Nord, sono stati poi conosciuti come il «cuore»
della tradizione musicale afroamericana: gli spirituals . Una tradizione contrassegnata dalla tenace fiducia
nel Dio-Liberatore e Redentore della Bibbia nutrita da gran parte della gente di colore, che si rispecchiava
interamente nelle tristi condizioni del popolo d'Israele, schiacciato dal peso della schiavitù in Egitto ai tempi
di Mosè. A propellere il gospel furono le crociate evangeliche dei predicatori protestanti della seconda
meta' del secolo diciannovesimo. Molti di loro, intorno al 1870, giravano la nazione cantando i propri
sermoni alla gente. Furono loro a creare l' innodia gospel. Si tenga presente che dopo la Guerra Civile le
sette religiose si moltiplicarono a dismisura, creando una sorta di medioevo anarchico delle fedi
protestanti. Ciascuna si riteneva libera di adottare le proprie prassi di preghiera, ed alcune non esitarono ad
usare la musica per attrarre i peccatori. Queste vennero chiamate "folk church", proprio per denotare la
loro tolleranza nei confronti del folklore negro. Fu cosi' che le pratiche religiose diffuse fra gli schiavi (calland-response, clapping, stomping, improvvisazioni vocali, ring shout, etc) emersero e divennero un fatto
riconosciuto dai predicatori. Tuttavia, è stato soltanto nel corso di quest'ultimo secolo che la musica Gospel
ha fatto strada al di là e al di fuori dei suoi confini d'Oltreoceano; e questo, grazie all'avvento e alla
diffusione della radio, del giradischi e delle tournée. A popolarizzare il gospel fu Tom Dorsey, il pianista
blues di Chicago che scrisse "If you see my saviour"(1930), "Precious lord"(1932) e "Take my hand",
ispirandosi ai canti che aveva ascoltato nella sua infanzia dal padre, predicatore itinerante della Georgia.
Dopo il successo di quel brano, Dorsey passo' la vita a portare le sue composizioni di chiesa in chiesa.
Dorsey fu anche il primo ad organizzare un quartetto di cantanti femminili, il primo dei quartetti gospel.
Dopo di lui le grandi interpreti di spiritual e gospel trovarono un pubblico bianco altrettanto ben disposto
verso di loro che verso il classic blues, e i loro inni sacri divennero dei successi. Durante gli anni '30 la
fenomenologia del gospel si stabilizzo' quindi attorno a due tipi di formazione: il quartetto gospel, che
vestiva in frac, cantava a cappella battendo il ritmo con schiocchi di dita e armonizzava nello stile detto dei
barbieri ("barbershop"), e il coro femminile, che vestiva in abiti ecclesiastici, cantava accompagnato dal
piano e batteva il tempo con le mani. A partire più o meno dagli anni '50, la musica Gospel segnò un
ulteriore passo in avanti, arrivando ad abbracciare altri generi musicali cari alle persone di colore, e non
soltanto a loro (parliamo del blues, del jazz, della soul music .). I grandi esponenti della musica
gospelfurono, per esempio, Mahalia Jackson, Paul Robeson, Marian Anderson, Andraé Crouch, Jessy Dixon,
Edwin Hawkins, The Golden Gate Quartet, The Mighty Clouds of Joy, The Beautiful Zion Choir, Emma
Richards. Essi crebbero e s'imposero all'attenzione pubblica influenzando anche anche altri artisti e altri
generi, che furono capaci di coniugare testi d'ispirazione cristiana con musicalità sempre più
all'avanguardia. Tra questi, citiamo alcuni tra i più famosi: Larry Norman, Barry McGuire, Chuck Girard, Cliff
Richard, Sweet Comfort Band, The Imperials, Rez Band, Petra, The Second Chapter of Acts, Phil Keaggy,
Randy Stonehill, Amy Grant, M.W. Smith, Whitney Houston, Take 6, BeBe & CeCe Winans.
Di tutti gli stili musicali a cui è stata esposta fin da piccola, Danielle Wilson ha scelto il suo favorito: la
musica gospel. Proprio come la madre e la nonna, che è stata direttrice del coro della Bibleway Missionary
Baptist Church di New Orleans, è cresciuta a stretto contatto con questo genere facendolo divenire parte
della sua vita. La vibrante e potente voce che le appartiene, definita “a great instrument”, le ha permesso
di cogliere varie opportunità nel corso della sua giovane carriera.
La primavera del 2001 ne segna l’inizio: ottiene il ruolo principale nella produzione “Jazz Jazz Jazz” del
Jazzland Theme Park, un progetto musicale e danzante che rappresenta il fascino della storia e della cultura
di New Orleans e, nello stesso anno, riceve l’invito per partecipare al programma “Music-Vocal
Performance” della Xavier University con il quale perfezionerà il suo approccio alla musica vocale.
Nel Settembre 2007 viene selezionata per esibirsi al “105 Historically Black Colleges and Universities” del
Kennedy Center dove le viene dato spazio per esibirsi con un pezzo da solista. Nella primavera del 2009 le
viene assegnato il ruolo da protagonista in Mahalia! Mahalia! dove si esibisce in brani della regina della
Gospel Music, Mahalia Jackson, ricevendo positivi riscontri dalla critica.
“Wilson cattura squisitamente il sound gospel e l’influenza blues di Mahalia. In “Let Us Go Down to Jordan”
non si limita ad una imitazione di Jackson ma si presenta con lo stesso naturale senso musicale...”
“Ha una grande e sensuale voce che rimane corposa e calda anche sulle note più acute con la quale
trasporta il pubblico nel suo viaggio evocando l’interesse ed animando i loro animi con le sue canzoni”.
Durante lo stesso anno seguiranno partecipazioni a manifestazioni quali al 26° French Quarter Festival con
la corale Spirit of New Orleans Choir, un tour in Spagna nonchè in Italia a cui segue la produzione del suo
primo lavoro, Reflections of Mahalia, un tributo alla stessa.
Chiesa dell’Ave Maris Stella
19 dicembre ore 21,00
Corou de Berra
CALENA. Noëls populaires de Provence & du Pays Niçois (Francia)
La musica sacra nelle Alpi del Sud Le Alpi Meridionali sono un crogiolo nel quale si fondono le culture della
Provenza, del Piemonte, della Liguria e della regione Nizzarda. Durante i secoli, gli scambi permanenti tra
queste forti identità, hanno dato origine ad un insieme culturale fortemente caratterizzato e ricco di
numerose caratteristiche proprie. Uno di questi riguarda il canto corale, che in questa regione ha sviluppato
un'originale polifonia tradizionale. L'Occitania (in occitano Occitània, secondo la norma classica, Óucitanìo
secondo la norma mistraliana), o Pays d'Oc, è l'area geografica dell'Europa, comprendente larga parte della
Francia meridionale, in cui, accanto alle lingue ufficiali, è parlata fin da epoca storica la lingua occitana. La
definizione di Occitania è particolarmente legata alla definizione di lingua occitana. Tale entità - secondo
taluni autori caso emblematico di nazione-non nazione o nazione proibita (ovvero esistente come realtà
che va al di là degli stati legalmente costituiti che il suo territorio attraversa) comprende il sud della Francia
(fino al confine del Massiccio Centrale), parte della Spagna (Val d'Aran e zone circoscritte della Catalogna)
e, in Italia, parte delle valli occitane del Piemonte a ridosso delle Alpi Cozie e delle Alpi Marittime. Esiste
anche una variante occitana del monegasco detta moneguier o conosciuta più genericamente come patois
Il COROU de BERRA è un coro polifonico nato dalla tradizione, composto da sei voci miste. Dopo vent'anni
di attività, centinaia di concerti, una decina d'album e numerose produzioni, il Corou de Berra è diventato il
punto di riferimento del canto polifonico Alpino. Il Corou de Berra, diretto da Michel Bianco, raccoglie e
interpreta da vent’anni la memoria popolare delle Alpi Marittime, lavorando sulla sua trasmissione sia per
via orale che scritta. Parte di tale vasto repertorio è costituita da canti sacri. Dal 2001, il coro studia in modo
particolare i manoscritti di musica sacra della Contea di Nizza.Il repertorio di musica sacra rappresenta la
coabitazione pacifica tra il canto-piano barocco e gregoriano, popolare e sacro, monodico e polifonico,
latino e Nizzardo, sia nella forma orale che in quella della notazione classica. Vi si ritrovano influenze sarde,
liguri, provenzali e piemontesi. Questi canti intrisi di fervore, trasmessi dalla tradizione orale codificatasi tra
il 1780 e il 1850, sono stati cantati sia in chiesa che nelle processioni dal popolo dei vari villaggi di
montagna.Il coro lavora sull’oralità e sui manoscritti: Messa della Briga (Val Roya), Messa dei Francescani di
Saorge (Val Roya), manoscritto Audoly (valle della Tinée), manoscritto di St. Martin Vésubie (valle della
Vésubie). Le confraternite dei Penitenti giocano un ruolo molto importante nella trasmissione di tale
patrimonio.L’originalità di questa creazione è immediatamente identificabile. Lontano dalla ricostruzione
storica, dal valore documentario o culturale, si tratta di un procedimento artistico pienamente assunto.
Altra particolarità, l’interpretazione dei canti coi timbri popolari tradizionali, così come cantati nelle valli
alpine. La tecnica del bel canto solitamente utilizzata in varie interpretazioni di Musica Sacra avrebbe ben
poco senso in queste regioni.L’analisi di questi contenuti mette in luce una modernità e una freschezza
musicale incomparabile, mescolanza costante tra musica sacra e musica popolare. Il Corou de Berra dona
nuova brillantezza e fascino a questi canti poco frequentati. Chi ascolta coglie istintivamente il valore
inestimabile di questo patrimonio e il suo messaggio originale, sinonimo di reciprocità, di solidarietà e di
generosità percepibile tramite musiche e testi che hanno attraversato i secoli.Una delle messe del
manoscritto dei Francescani di Saorge è stato registrato con René Saorgin, all’organo storico di Saorge Il
2009 è l’anno del centocinquantesimo anniversario della pubblicazione di Mirèio, poema in dodici canti in
cui la lingua provenzale riemerge vigorosamente per merito preminente del suo autore, lo scrittore
Frédéric Mistral che nel 1854 fonderà il Felibrige, la "scuola letteraria" che rilanciò l'uso orale e scritto del
provenzale, e nel 1904 otterrà il Premio Nobel della letteratura grazie alla sua produzione in prosa e poesia
in lingua provenzale. Per l’occasione, l'ensemble polifonico presenta il progetto "Miréio", già alla base del
loro CD del 2005.
Ma il 2009 è anche l’anno in cui il Corou presenta il decimo capitolo nella loro discografia. Il nuovo album,
che si intitola appunto “10” ed è uscito alla fine del 2008, rappresenta una squisita sintesi delle direzioni
sonore intraprese dall’ensemble nel coro degli anni, con canti in italiano, francese e, soprattutto,
provenzale.
Chiesa del Cristo dei Domenicani
22 dicembre ore 21,00
Arturo Stàlteri
A little Christmas
Arturo Stàlteri, romano, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Alfredo Casella de L'Aquila. Ha
studiato a Roma con Vera Gobbi Belcredi, a Parigi con Aldo Ciccolini e ha frequentato, come allievo
effettivo, i corsi di perfezionamento di Vincenzo Vitale e Konstantin Bogino. Ha composto le musiche per il
balletto “Visione dai Tarocchi” di Barbara Schaefer e le rappresentazioni teatrali “Artemisia”, “Maschera” e
“Angelika Bellezza” di Daniele Valmaggi. Ha inoltre realizzato le musiche per il film del 1921 “Selika”, per la
regia di Ivo Illuminati.
Come critico musicale ha condotto il programma radiofonico “Il Pianoforte” per la Radio Vaticana (Studio
A). Dal 1988 collabora con Rai Radio 3, per la quale ha condotto “Senza Video”, “Orione”, “Blue Note-Suoni
Paralleli”, “Alfabeti Sonori”, “On The Road”, “Lampi”, “Il terzo anello”, “Fuochi”, “Il Concerto del mattino”,
“File urbani” e “Primo Movimento”; per Radio Rai International ha condotto “Il notturno dall’Italia”, e per
Rai radio 2 il programma “2 Marzo 1963”. Sempre per Radio 2 ha condotto “Volevo essere Mick Jagger”,
“Jet Lag”, “Il cammello di Radio 2” e “Fuori Giri”. Per Rai Sat Show ha condotto il programma “Satisfaction”.
Nel 2004 Franco Battiato lo ha coinvolto, come conduttore e musicista, nel suo primo programma
televisivo, “Bitte, keine Réclame”
Lo stesso Battiato gli ha offerto un ruolo nel suo film “Musikanten”, presentato alla 62.ma Mostra del
Cinema di Venezia.
Svolge una vivace attività concertistica rivolgendo la sua attenzione anche ad autori dell'area extra-colta.
Nelle sue performances per solo piano si ascoltano, oltre alle sue composizioni, brani di Debussy, Clementi,
Mozart, Bach, Beethoven, Chopin, Liszt... e Sakamoto, Corea, Nyman, Glass, Mertens...
Nel 2002 Stàlteri è stato protagonista di un concerto nello storico jazz-club Vortex di Londra. Ancora nella
capitale inglese si è esibito nel 2003, nella prestigiosa sede della Chiesa di Saint Giles and Cripplegate
(Barbican).
E' spesso in giuria in concorsi pianistici nazionali ed internazionali.
Stàlteri ha cominciato a farsi conoscere con il gruppo Pierrot Lunaire, uno dei nomi storici del rock
progressivo degli anni settanta, un gruppo che seppe mediare tra rock e classicismo e con il quale Stàlteri
ha registrato due album per RCA (“Pierrot Lunaire” nel 1975 e “Gudrun” nel 1977).
Come solista ha inciso nel 1979 “Andrè Sulla Luna” e nel 1987 “...e il Pavone parlò alla Luna”.
Nel 1992 esce per Materiali Sonori il cd “Syriarise”, un'opera in cui si intrecciano due differenti percorsi
artistici: una suite elettronica con influenze minimaliste ed etniche e una parte dedicata al pianoforte solo.
Nel 1994 viene pubblicato "Racconti Brevi/...e il Pavone parlò alla Luna", un cd che comprende alcune
composizioni inedite del 1977 e la versione rimasterizzata del disco del 1987.
Nel 1995 esce “Flowers”, una raccolta di brani per pianoforte composti da Debussy, Glass, Way, Sakamoto,
Corea e dallo stesso Stàlteri. Sempre nel 1995, insieme a David Sylvian, Roger Eno e altri, Stàlteri partecipa
al progetto “Marco Polo” di Nicola Alesini e Pierluigi Andreoni.
Nel 1998, con Fabio Liberatori, pubblica “Empire Tracks”. Sempre nel 1998 esce il cd “Circles”, dedicato
interamente alla musica di Philip Glass, con l'approvazione dello stesso Glass.
Il successivo lavoro discografico, “CoolAugustMoon”, per pianoforte e piccola orchestra, è stato dedicato
alla musica di Brian Eno. Anche in questo caso Stàlteri ha avuto la completa approvazione dell’artista
interessato.
Nel 2002 torna a lavorare con Fabio Liberatori e pubblica “The Asimov Assembly”, da cui è tratto Il brano
“My Son the Phisicist”, inserito nella colonna sonora del film “L'Amore è Eterno finché dura” di Carlo
Verdone.
Ancora per Carlo Verdone Arturo Stàlteri ha interpretato musiche di Bach, Schubert e Chopin nel film
“Grande, Grosso e Verdone” (2008).
Nel 2003 ha pubblicato “Rings – il decimo Anello”, ispirato alla saga di J.R.R. Tolkien.
Nel 2005 esce “Early Rings-Compositions 1974-75”.
Nel 2006 Stàlteri realizza un vinile trasparente con la “sua” versione di “Ruby Tuesday” dei Rolling Stones
(sul retro la strumentale “Liquid Stone”).
Nel 2007 esce “Child of .the Moon - Dieci Notturni e un’alba”.
Nel 2009 Arturo Stàlteri partecipa all’audio-book “Nessuna pietà”, accanto a Marco Vichi, Piero Pelù,
Stefano Bollani, Ginevra Di Marco, Riccardo Tesi, Cisco, Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli, Luca Scarlini e
molti altri.
Nel 2010 suona nel disco di Grazia Verasani “Sotto un cielo blu diluvio”.
Il suo ultimo lavoro come solista si intitola “Half Angels”.
Altre tracce sono: il brano “Gymnovalzer”, uscito sui cd allegati alla rivista SONORA 2/91; il brano “Un
Notturno” su SONORA 3/93, “Broadwood” e “Mulini” su THE GUIDE TO INTELLIGENT MUSIC 1 e 2,
“Arabesque” su AI CONFINI INTERZONE per New Tone, “Pianure del Sorriso”, “Merry Christmas, Mr.
Lawrence”, “Zawinul/Lava”, “The Moon and the Mirror”, “Rivendell” e “Starry Night” all’interno dei cd
inclusi nella rivista NEW AGE & NEW SOUNDS. “Arabesque” è stato inoltre inserito nel cd SE IL CIELO FOSSE
DI CARTA BIANCA, pubblicato dalla Regione Toscana come tributo per il cinquantesimo anniversario della
Resistenza.
“The Grey Havens’ Lullaby” è stato inserito nel cd allegato alla rivista KELTIKA e
“Gandalf the White” nella compilation CELTIC EMOTIONS VOL. 2 della EDEL.
“The Old Forest” è all’interno della compilation 10-CORSO COMO della IRMA (2004).
Stàlteri ha inoltre partecipato alle raccolte PIANOFORTE 1 e 2 ( NEW SOUNDS), UNLIMITED AMBIENT
(FUTURA), ALTERNATIVE MEDITATIONS 1 e 2 ( RE NUDO), OLIS, GYPSIES, SPECIAL WORLD COMPILATION,
EXPERIENCE (2003 e 2004, ) e WORLD MUSIC.
La sua musica si trova anche nel cd allegato al libro L’ASCOLTO TERAPEUTICO e nel cd-rom LE BANDITE di
SCARLINO.
Ha inoltre collaborato con David Sylvian, Sonja Kristina, Grazia di Michele, Rino Gaetano e molti altri.
Con Arlo Bigazzi ha prodotto il cd “Some Secrets” di Clare Ann Matz.
Basilica Cattedrale
30 dicembre ore 21,00
Coro polifonico arcivescovile San Leucio
Concerto di Natale
Il Coro Polifonico Arcivescovile “San Leucio” è stato fondato nel 1993 dal maestro Gaetano Leone, primo
direttore del Coro, e da Don Antonio Falcone su desiderio dell’allora Arcivescovo di Brindisi ed Ostuni,
Monsignor Settimio Todisco, al fine di animare le liturgie da lui presiedute nella Basilica Cattedrale.
Nell’aprile del 1996 ha eseguito “La Regina Ester”, oratorio per coro, organo ed orchestra composto da
Leone su testi di don Antonio Falcone a cui hanno fatto seguito gli oratori “Genesi” nel 1997, “Abramo” nel
1998, “Mosè” nel 1999, “Etty Hillesum” nel 2000. Nell’esecuzione degli Oratori hanno preso parte per la
prima volta a Brindisi i solisti del Coro della Diocesi di Roma, Paola Cecchi e Gianni Proietti, che animavano
le liturgie di Sua Santità Giovanni Paolo II.
Di particolare rilievo è stata l’esecuzione del “Concerto per il Giubileo” che ha aperto il 27 giugno del 1999
le celebrazioni giubilari diocesane. Sono stati eseguiti gli oratori sacri “Le nozze dell’Agnello” e “San Filippo
Neri” composti dal M° Monsignor Marco Frisina, Direttore del Coro della Diocesi di Roma e autore di
numerose colonne sonore televisive di successo. Il M° Frisina , in questa occasione, ha anche diretto il Coro
“San Leucio”. Al concerto hanno partecipato, inoltre, l’étoile brindisina Toni Candeloro e Albano Carrisi.
Nel luglio 2007 a Copertino, il coro ha ottenuto un brillante secondo posto della VI edizione del Premio
Salentino. Sempre nello stesso anno ha eseguito un concerto in occasione della riapertura della Cattedrale
di Brindisi dopo il restauro, ed in seguito ha animato la celebrazione liturgica, in occasione della visita di S.
Em. Rev. Card. Tarcisio Bertone. Nel 2008 un grande coro diocesano ha partecipato alla celebrazione
eucaristica presieduta da S.S. Benedetto XVI.
I SUONI DELLA DEVOZIONE X Edizione
Rassegna musicale internazionale nelle chiese di Brindisi organizzata da :
Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni
Direzione artistica : Roberto Caroppo
Coordinamento : Giacomo Carito
Ufficio Cultura Comune di Brindisi
Visite guidate...nei luoghi della devozione
13, 16, 22, dicembre 2010 all'interno delle chiese ospitanti la rassegna "I suoni della devozione", prima dei
concerti
In occasione della rassegna "I Suoni della devozione" Ar.Tur vi condurrà alla riscoperta dei "Luoghi della
devozione" in visite guidate gratuite all'interno delle Chiese dove si svolgeranno i concerti.
13 Dicembre 2010: Cattedrale di San Giovanni Battista;
16 Dicembre 2010: Chiesa della Pietà;
22 Dicembre 2010: Chiesa del Cristo dei Domenicani.
Le visite guidate sono prenotabili al 328/1015568 o all'indirizzo mail [email protected]
Ar.Tur è...un'associazione culturale, sviluppatasi nell’ambito del progetto Policoro dell’arcidiocesi di Brindisi
– Ostuni, che si occupa di eventi, gestione dei beni culturali ecclesiastici, itinerari turistici, progetti per la
scuola, formazione e ricerca.
Ar.Tur si avvale di numerose professionalità che garantiscono un servizio professionale nel settore turistico
e culturale.