con il sostegno di FONDAZIONE TEATRO NUOVO Il Gesto e l’Anima 37ª Stagione di Danza e Arti Integrate in abbonamento Torino, Teatro Nuovo – da ottobre 2015 a maggio 2016 Teatro Nuovo - venerdì 16 e sabato 17 ottobre ore 20.45 Daniele Cipriani Entertainment Rossella Brescia e Vanessa Gravina in Carmen Medea Cassandra Il processo uno spettacolo di Luciano Cannito - drammaturgia Paolo Fallai con la partecipazione di José Perez e Gennaro di Biase musiche Georges Bizet e Marco Schiavoni - inserti Escala, Thom Hanreich, Elvis Presley, The Cinematic Orchestra, Amon Tobin scene Vito Zito - costumi Laura Antonelli e Elena Cicorella Alcuni passaggi dall’appassionante presentazione di Paolo Fallai: “Una storia di donne colpevoli. Comunque. Carmen, Medea e Cassandra sono tre protagoniste della letteratura di tutti i tempi. Sappiamo che sono tre donne colpevoli, dall’infedeltà all’inutile capacità di “vedere” il futuro col cuore, al più terribile dei delitti. Sappiamo che poesia e musica non hanno saputo resistere alla tentazione di raccontarle. Sappiamo che sono state raccontate da uomini, con occhi, logica e leggi maschili. Lo spettacolo non è un omaggio a queste protagoniste: vuole solo raccontarle con occhi femminili, restituire loro la parola in un “processo” mai celebrato. La scena si apre su due detenute in attesa di giudizio. In un ambiente claustrofobico, combattono la paura e la speranza. Osserviamo quello che nella loro storia non si è visto, vediamo movimenti nascosti e ascoltiamo parole che non sono state dette. Carmen, Medea e Cassandra sono dei classici perché vivono la nostra contemporaneità, con altri volti e altri nomi. Ma spesso, con identico destino, quello del silenzio e della condanna. Per questo troviamo Carmen a Lampedusa, tra uno sbarco di migranti, i mercanti di carne umana e l’incerta debolezza di un’autorità che non sa come opporsi a questa invasione disarmata. Osserviamo Medea nel momento più drammatico: quello in cui si affronta l’indicibile, purtroppo quasi ogni giorno sulle pagine di cronaca. Un giudice cerca di far confessare a Medea le sue motivazioni. E’ la richiesta di spiegare un tabù inspiegabile. Anche Cassandra, osservata in una Sicilia degli anni Cinquanta, è vittima di due colpe convergenti: l’amore puro e la legge maschile del potere. Viene condannata perché “vede” quello che gli occhi –da soli- non riescono a guardare. Ma Cassandra, pur nella sua sconfitta, rappresenta la capacità di osservare tutti gli Ulisse del mondo, così ciechi da non vedere l’agguato mortale che li attende proprio dietro l’ultimo trionfo”. 1 Teatro Nuovo - domenica 18 ottobre ore 16 Ariston Proballet Le 4 stagioni coreografia Marcello Algeri - direzione, messa in scena Sabrina Rinaldi - musica Antonio Vivaldi Il nuovo lavoro del coreografo Marcello Algeri è un “gioco ironico” che racconta una storia di sentimenti: sette specchi permettono di nascondersi, riflettere la propria immagine e le proprie emozioni creandone di nuove e diverse. La magia di questo spettacolo è il suo essere “nel tempo e contemporaneamente fuori da esso”; dietro l’apparente quadro iconografico rappresentato dal susseguirsi delle stagioni, si percepisce un significato più profondo. L’inizio è il primo salto fuori dal tempo dove i sentimenti interagiscono creando tutta la storia attraverso il gioco del Nascondino, gioco della ricerca e quindi senza fine. I quadri successivi sono “l’anima” e “l’incontro” fra i sentimenti e l’umanità che porta il balletto nel tempo e, quindi, nelle stagioni. La primavera è il sole, la nascita e l’estate è il sole, il fuoco. Sì, il sole è sia nascita che distruzione della vita: questa ambivalenza crea l’energia necessaria per la maturazione rappresentata dall’autunno dove è contenuto il principio fondamentale del duplice valore del nostro ciclo vitale: la morte produce vita e la vita morte, intendendo come morte la fine di un ciclo di una forma di energia e la trasformazione in un’altra. L’ultimo quadro è l’inverno che non rappresenta la fine ma il principio e la certezza che una nuova primavera tornerà. Un’invisibile linea lega fra loro le stagioni alla ricerca della propria anima e di quella vena di follia che, unite, sono segreto di felicità. Il balletto, sulla meravigliosa musica delle Quattro stagioni di Vivaldi originali e rivisitate da Richter -ci dicono i creatori- “è una conversazione, tenera ed eccitante, che apre tante domande… le cui risposte, speriamo, comincerete a scoprirle insieme a noi”. Teatro Nuovo – mercoledì 21 ottobre ore 20.45 C.ie Zerogrammi Alcesti (o del suono dell'addio) progetto, regia e coreografie Stefano Mazzotta - creato con e interpretato da Chiara Guglielmi, Chiara Michelini, Stefano Roveda, Tommaso Serratore, Miriam Cinieri, Simone Zambelli, Gabriel Beddoes, Arabella Scalisi, Giuseppe Muscarello, Roberta De Rosa costumi e progetto scenografico Stefano Mazzotta - scenografia Fulvio Casacci - luci Stefano Mazzotta, Alberta Finocchiaro in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, Fondazione Teatro Nuovo Torino, Agorà Coaching Project, LUFTcasacreativa - con il sostegno di Regione Piemonte Alcesti. Secondo Movimento è parte del progetto "Suite Alcesti", una riscrittura dall’Alcesti di Euripide declinata in due capitoli distinti e complementari, uno evoluzione dell’altro. Dalle note del coreografo Stefano Mazzotta: “Alcesti è la narrazione di un saluto straziante e tragico tra due innamorati, topos della letteratura di tutti i tempi e di tutte le latitudini. Tragedia carica di un amore immenso, predilige il lato umano, distinguendosi e allontanandosi da altri addii mitici, tra cui quello di Ettore e Andromaca alle porte Scee, o quelli shakespeariani. E’ il racconto di un addio suggellato dal più sublime dei sacrifici. Alcesti rivela agli occhi del suo lettore un orizzonte nostalgico e malinconico che ci rammenta, più nella descrizione della sua figura e delle sue azioni che nelle sue stesse parole, i più toccanti addii della letteratura: da Arianna a Creusa, da Werther a Jacopo Ortis a Emma Bovary, a ‘Ntoni nei Malavoglia, a Holderlin, Rimbaud, Kafka, Neruda. Tutto un mondo si allontana, nell’addio, e permane soltanto nel desiderio del viaggiatore. Muore il giorno e sorge la luna. L’addio narrato da Alcesti è il limitare di uno spazio, è la soglia di una partenza per l’ignoto. Nella presenza di Admeto, nel paesaggio delle cose conosciute, già s’insinua l’ombra di un’estrema lontananza: lo spazio infinito che separa, uno spazio non raccontato da Euripide, ma solo evocato, vuoto e colmo di silenzio assordante. Un arco di tempo impossibile da definire in termini di lunghezza, che va dal momento in cui Alcesti decide di lasciare il mondo dei vivi, fino al suo sacrificio. È in quest’arco di tempo che trova fondamento Alcesti, monologo silenzioso, soliloquio sull’essenza del ricordo, sulla profonda verità delle cose moltiplicato in scena da una pluralità di interpreti. Alcesti scruta nostalgica l’orizzonte lontano alle sue spalle. Il suo corpo suona il Requiem di un altrove perduto e trattiene l’ultimo respiro che la separa da una nuova ignota condizione. (…) Il suo linguaggio è frammentato, ora voce viva ora eco di musiche e suoni di un addio come tanti: il rumore di cappotti indossati per uscire di casa, quello di un bacio leggero dato sulla guancia e infine un “levare” silenzioso dell’anima”. Dalla rassegna stampa: “La creazione si distingue per potenza comunicativa, pulizia e rigore nell'immagine e intensa portata emotiva. Stefano Mazzotta si conferma una voce autoriale matura (Maddalena Giovannelli, HYSTRIO) – “Il 2 coreografo, gioca con l’estetica e la tecnica di una maniera molto particolare, convince e cattura, proprio perché le sue opere sono colme di misticismo, umanità, libertà" (Giselle Roiz Miranda, GBOpera Magazine) - “Per Zerogrammi ripetuti e calorosi gli applausi del Ridotto” (Clelia Stefani, Il Giornale di Vicenza). Teatro Nuovo - giovedì 22 e venerdì 23 ottobre ore 20.45 Balletto di Roma Il lago dei cigni ovvero Il canto liberamente ispirato al balletto Il lago dei cigni e all’atto unico di Anton Čechov Il canto del cigno coreografia, regia e allestimento scenico Fabrizio Monteverde - assistente alle coreografie Sarah Taylor musiche Pëtr Il'ič Čajkovskij - costumi Santi Rinciari - light designer Emanuele De Maria maschere Crea FX effetti speciali - video Matteo Carratoni e Michele Innocente Tra i più apprezzati autori sulla scena contemporanea della danza italiana e reduce dal successo di Otello (prodotto dal Balletto di Roma nel 2009 e in corso di riallestimento al Teatro San Carlo di Napoli), Fabrizio Monteverde firma questa volta per la storica compagnia romana la nuova versione di un classico d’eccezione, reinventando il più famoso dei balletti di repertorio classico su musica di P. I. Čajkovskij. Capolavoro del balletto, sintesi perfetta di composizione coreografica accademica e notturno romantico, di chiarezza formale e conturbanti simbologie psicoanalitiche, Il lago dei cigni è una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole d'amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Čechov, scrivendo nell’atto unico Il canto del cigno (1887) di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera. Con dichiarata derivazione intellettuale dal grande scrittore russo, il Lago di Monteverde trova ne Il Canto il proprio naturale compimento drammaturgico e, in un percorso struggente di illusioni e memoria, porta in scena un gruppo di “anziani” ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore “inevitabile” Lago. Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori di un’immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo Lago, tra il ricordo sofferto di un'arte che travolge la vita e il tentativo estremo di rimandarne il finale. Condannata ad una perenne metamorfosi, donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile sarà cigno e principessa, buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda e, in un teatro in cui tutto ha inizio e nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d'artista con lo spirito bianco di una Venere per sempre giovane. Teatro Nuovo - giovedì 29 e venerdì 30 ottobre ore 20.45 Vivo Ballet Giselle director / choreographer Enzo Celli - styling Noemi Intino - music Adolphe Adam light design Enzo Celli, Gianfranco Iafrate Edizione contemporanea di Giselle ambientata in uno spazio fortemente onirico che evoca la vicenda di Albrecht. I colori tendenti al grigio rappresentano il ricordo, che a volte si distorce col passare del tempo. Anche la danza risulta carica di simbolismi, a volte anch’essa distorta dal ricordo. La coreografia si presenta carica, manierista, piena di corse che rappresentano quasi il tentativo di Albrecht di riavvolgere il nastro della memoria. La distorsione della realtà si fa ancora più evidente nel secondo atto ambientato in un carcere femminile. Lì dove le Villi sono vestite da detenute, Giselle appare sempre in un abito elegante che cambia colore fino ad arrivare al rosso, simbolo del martirio. Ciò avviene perché man mano che la protagonista si avvicina al triste epilogo della storia, nella mente di Albrecht, Giselle assume sempre più connotati soprannaturali, ad indicare come ella stessa diviene redentrice della via del nostro principe (politico) decaduto, che grazie ad essa impara il senso profondo della vita. Audaci e spregiudicati si muovono sul palco: non hanno paura del mondo, ancora non lo conoscono. Ma sanno di possedere tutte le risorse necessarie per far fronte alla loro personale sfida evolutiva. 3 Teatro Nuovo - giovedì 5 novembre ore 20.45 Artemisdanza Aida e Tristan, la Doppia Notte coreografia, regia, scene e costumi Monica Casadei elaborazione musicale Claudio Scannavini su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner disegno luci Daniele Naldi - fondale virtuale e foto Fabian Albertini - corsetti La Perla, collezione 2013 collaborazione artistica Elena Bertuzzi, Fabrizio Montecchi, Alessandro Taverna esecuzione musicale dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Felix Krieger - registrazione settembre 2013 si ringraziano ERT- Emilia Romagna Teatro Fondazione e il Teatro Bonci di Cesena per la collaborazione agli allestimenti con il contributo di Regione Emilia Romagna Assessorato alla Cultura, Provincia di Parma Aida e Tristano, Verdi e Wagner: un unico atto per una doppia notte. Due drammi, quelli dei protagonisti, opposti e contrapposti eppure congiunti da un destino tanto intimo e profondo, quanto universale: amore e morte. Ne La Doppia Notte gli eroi e le eroine di Tristano e Aida sono muti, senza voce, presenze fantomatiche dai destini inestricabili e immutabili. I personaggi, privati del verbo, si fanno corpi, potenti e vigorosi quanto evanescenti, metafore di tutte le storie d’amore e di morte, strumenti di un viaggio nei misteri più profondi dell’animo umano. Amore fatale, amore irresistibile, amore disperato, amore inafferrabile di giorno ma compiuto nella notte. Notte metafisica e leggendaria di Tristano, notte intima e psicologica di Aida, La Doppia Notte è aria, a volte un soffio leggero altre un vento impetuoso. E’ armonia ipnotica e appassionata in cui Wagner confluisce in Verdi e Verdi in Wagner. Un connubio reso possibile dal maestro Claudio Scannavini che ha ricamato, fra le partiture originali delle due opere, nessi fatti di aspetti timbrici e contrappunti cromatici, tali da congiungere universi distanti e spesso contrapposti. Ne La Doppia Notte, le foreste secolari di Tristano o i colonnati in pietra di Aida, sono assenti. La staticità è bandita. Siamo piuttosto nel tempestoso mare del primo e nell’inospitale deserto della seconda, luoghi della perdita di riferimenti, degli orizzonti sconfinati. La scena non è dunque luogo delle linearità narrative o delle certezze fisico-geografiche ma delle irrequietezze dell’anima, della smisuratezza dell’amore. Della sua enormità, esagerazione, immensità, vastità. Come la morte. Infinita. Morte che è liberazione, non vile rinuncia ma sublimazione di un’unione cosmica. La lingerie d’ispirazione ottocentesca, dai tessuti evanescenti e preziosi che caratterizza la nuova collezione La Perla, cinge i corpi in scena, in un connubio perfetto con questo immaginario impalpabile, di cieli e nubi che, proiettandosi sul palco, ne rendono evanescenti i confini. Nell’ambito del progetto Il territorio in scena: le Anime di Artemis, la Compagnia incontra le scuole di danza e di teatro della città ospitante grazie a un laboratorio intensivo (gratuito) con brevi coreografie studiate per le “anime nere”, allievi che diventeranno parte integrante dello spettacolo. Teatro Nuovo - venerdì 6 novembre ore 20.45 Artemisdanza Tosca X coreografia, regia, luci, scene e costumi Monica Casadei musica Giacomo Puccini - elaborazione musicale Luca Vianini - assistente alle coreografie Camilla Negri coproduz Lugo Opera Festival, Festival La Versiliana in collab con Teatro Comunale Bologna, AMAT & Teatro dell’Aquila/Comune di Fermo con il contributo di Regione Emilia Romagna Assessorato alla Cultura, Provincia di Parma Con ToscaX Monica Casadei inaugura il suo progetto pucciniano interpretando la celeberrima opera lirica con segno impetuoso ed empatia intellettuale e prosegue il percorso di indagine che da diverse stagioni la appassiona: la relazione tra il gesto coreografico e la parola drammaturgica, foriera di una cifra stilistica in sé già eloquente. Un nesso, quello tra fisicità e drammaturgia, particolarmente evidente nell’opera più drammatica di Giacomo Puccini, che concentra le tensioni e le sfide tra opposti nel secondo atto, il più ricco di colpi di scena, capaci ancora di tenere lo spettatore in costante apprensione. Un atto anche musicalmente di grande interesse, paragonato all’estetica dell’espressionismo tedesco. Sono le accentazioni del secondo atto ad interessare la coreografa per il côté musicale quanto per il fiume di dramma e sadismo che ne scaturisce. L’elaborazione della partitura originale con l’inserimento di tracce contemporanee e soprattutto con la reiterazione di parole significanti del libretto origina una vera e propria drammaturgia musicale su cui si impongono con forza i protagonisti, Tosca, Scarpia, che per la prima volta in Monica Casadei sono identificati come 4 personaggi riconoscibili. Dominante la figura del barone Scarpia, così crudelmente giganteggiante. All’inerme cantante, che con la sua lirica romanza “Vissi d’arte” piange la propria vulnerabilità, sono invece riservate dal compositore le sue famose melodie: intime, malinconiche, struggenti. In questo contrasto di personalità, si rintraccia l’intuizione artistica della Tosca coreografica per Artemis Danza, creativamente radicata e artisticamente sviluppata sul contrasto tra estremi. In un’accesa espressività degli interpreti, è il pathos più estremo a dominare la scena. Coreografie energiche e fulminee, toniche e nervose corrispondono all’azione drammatica concitata e al ritmo musicale impetuoso, quasi da inseguimento, se non addirittura da thriller, della pièce. La contrapposizione è con assoli rarefatti e delicati, puri e sensibili, per corpi fragili e indifesi dai quali scaturisce una danza dell’anima che ha invece il vuoto come metafora e la disarmata Tosca a resistere nel mezzo. La scrittura coreografica è stavolta concepita e realizzata ad personam, sulle caratteristiche fisiche e le individualità artistiche dei singoli danzatori. Nel triennio 2015-17 la Compagnia Artemis Danza collabora con i Centri Antiviolenza d’Italia per la sensibilizzazione del pubblico sul tema della violenza sulle donne (Body of evidence). Teatro Nuovo - sabato 7 novembre ore 20.45 Rbr Dance Company Indaco direzione artistica Cristiano Fagioli e Cristina Ledri coreografie Cristiano Fagioli, Alessandra Odoardi, Ylenia Mendolicchio, Leonardo Cusinato, Daniel Ruzza assistente coreografia Alessandra Odoardi - regia Cristiano Fagioli e Gianluca Giangi Magnoni musiche Virginio Zoccatelli e Diego Todesco - disegno luci Luca Diodato e Cristiano Fagioli - costumi Donatella Bressan tratto dall’opera di Carl Sagan "Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space” traduzione Bruno Moretti Turri Indaco rappresenta una svolta sia coreutica sia concettuale nel percorso intrapreso dalla Compagnia sin dalla sua fondazione, nel 1998 e nasce a seguito di lavori come La Natura e l’Amore con i Virtuosi Italiani, Varietas Delectat rappresentato al Teatro dell’Hermitage di San Pietroburgo, Mosaico e The Man, ispirato a The Passion of The Christ di Mel Gibson. Indaco offre spunti che ben si allineano con il concept della grande esposizione: il rispetto per il pianeta, la cura dell’ambiente in quanto anima del mondo, l’attenzione ai bisogni più autentici dell’uomo. Lo spettacolo coniuga danza, tecnica e massima innovazione nel supporto di speciali effetti video, proiezioni su originali fondali, giochi di luce e soluzioni altamente tecnologiche pensate per il linguaggio coreutico. La regia raddoppia per moltiplicare intenzioni e punti di vista, resi a tratti infiniti dalle scelte scenografiche e artistiche. Il risultato scenico e visivo sarà sorprendente: i danzatori si alterneranno sul palcoscenico apparendo e scomparendo, moltiplicandosi magicamente, grazie ad uno studio accurato di luci e proiezioni che incanterà il pubblico, il quale si ritroverà piacevolmente proiettato in un’atmosfera rarefatta di illusioni ottiche. Il tutto al servizio di temi universali e coinvolgenti. Il concetto sul quale è costruito lo spettacolo è che la natura è generosa. Tuttavia l’uomo potrebbe non ricevere per sempre sostentamento per la propria vita a causa del suo egoismo e della schiavitù dal potere al quale sembra connaturato. L'unica possibilità di sopravvivenza è rappresentata dal rispetto del ritmo biologico della natura, per ritornare ad essere i custodi della Terra. Teatro Nuovo - domenica 8 novembre ore 16 Adriana Cava Jazz Ballet e Amalia Salzano Dance is life Omaggio a Matt Mattox coreografie Matt Mattox, Martine Mattox, Gianin Loringett, Adriana Cava, Amalia Salzano, Claudia Squintone, Simona Faggiani, Stefania Fuschini Dance is life propone un omaggio ad uno dei Grandi della danza jazz: Matt Mattox. L’idea è quella di dedicare, attraverso il lavoro di coreografi di fama nazionale e internazionale che hanno lavorato con il Maestro, una serata ricca di emozioni e di grande valore artistico. Grazie alla presenza di artisti straordinari, lo spettacolo sarà una "occasione unica" per celebrare, attraverso le performance eleganti, intense e ad altissimo livello degli Ospiti, la meravigliosa eredità che ci ha lasciato. Le coreografie presentate esalteranno il fascino della danza jazz e risulteranno come le "Voci di un Coro" il cui obiettivo sarà quello di arrivare al cuore del pubblico. Oltre agli ospiti e i ballerini della Compagnia Jazz Ballet, si esibiranno anche gli allievi della Scuola diretta da Adriana Cava, a testimonianza di quanto sia attuale e profondo il messaggio che celebra, attraverso la danza, la vita stessa. 5 Teatro Nuovo - sabato 14 ore 20.45 e domenica 15 novembre ore 16 Crdl Mvula Sungani Physical Dance con Emanuela Bianchini Odyssey Ballet Una storia mediterranea regia e coreografie Mvula Sungani - maître de ballet Carla Wertenstein - musiche eseguite dal vivo da Riccardo Medile costumi Giuseppe Tramontano - luci e multimedia MSPD Studios - in collab con ASI La contaminazione alla base della creatività dei due artisti, la forte matrice etnica della loro ricerca, l'innovazione dei linguaggi proposti e il tema dell'integrazione, rendono questa nuovissima opera multidisciplinare un momento di riflessione sulle tematiche sociali e contemporaneamente un grande spettacolo di nuova concezione unico nel suo genere. Il cast di altissimo livello vede la stella internazionale Emanuela Bianchini e i solisti della Mvula Sungani Physical Dance danzare su musiche originali, eseguite dal vivo. Il tema dell'integrazione del “diverso” molto caro al regista e coreografo che ha vissuto un’infanzia complessa per le sue origini africane in un’Italia all'epoca non pronta a comprendere l'altro e quello dell'emergenza umanitaria relativa ai clandestini che sta vivendo la terra del compositore siciliano, pongono l'accento sull'odissea di chi nel mare vede il futuro. Gli autori formulano una personale ipotesi: e se il poema fosse un racconto sentimentale autobiografico e le protagoniste femminili dell'opera fossero tutte alter-ego della stessa autrice? Potrebbe sembrare un'ipotesi folle eppure questa teoria è sostenuta da alcuni tra i più importanti esperti in poemi epici e da accreditati letterati del '900 come Samuel Butler, Robert Graves e L.G. Pocock. Così il racconto viene ambientato nella Sicilia odierna e vede Adele e il suo compagno alle prese con un rapporto in crisi. Lontana dal suo uomo, partito in cerca di fortuna per la sua personale odissea, la protagonista esprime le proprie emozioni e i propri sentimenti scrivendo il romanzo autobiografico Il Viaggio. L'aspetto psicologico dell'opera ci presenta un racconto pieno di simboli e simbologie; Calipso può rappresentare il matrimonio, Nausicaa l'innamoramento, Circe ed i suoi incantesimi la trasgressione, mentre Penelope la fedeltà. Allo stesso tempo il Ciclope e le altre figure mitologiche sono maschere delle incertezze date dal futuro. Le arti si fondono in un'unica grande emozione regalando allo spettatore un'esperienza visiva di tipo cinematografico. Teatro Nuovo - venerdì 20 e sabato 21 novembre ore 20.45 Naturalis Labor Cinco Miradas coreografie Carmen Meloni musiche dal vivo Marco Parona chitarra, Monica Tenev flauto, Gabriele Gagliarini percussioni, Jose Salguero voce - luci Luca Diodato danzano Carmen Meloni e Dario Polizzy Carbonelli - corpo di ballo Raffaella Martella, Ester Bucci, Michela Mancini La nostra vita è scandita dal tempo, ne è ritmata in maniera incalzante e l’essere umano è assorbito dal seguirne il passo. Il tempo non fa rumore quando passa, e attraverso il Flamenco si può dargli un suono, una melodia, senza dimenticare che siamo esseri effimeri consapevoli del dono che ci è stato fatto. Che sia il tempo a seguirci, che sia lui il nostro schiavo, perchè la nostra anima è senza tempo e tale sarà per sempre. L’intento di questo nuovo spettacolo è quello di proiettare lo spettatore nelle più suggestive atmosfere flamenche, alternando ritmiche conturbanti a melodie suggestive e indimenticabili. Ogni ballerina del gruppo rappresenterà il flamenco a proprio modo, sviluppando sulla scena l’interiorità e la personalità di questa danza che è più uno stile di vita e un modo di essere che una semplice ricerca estetica. Il risultato è un insieme di stili, da quello più sensuale di Siviglia, a quello più conturbante e ritmico di Jerez De La Frontera, fino alla fusione dei due nel più moderno stile madrileno. Fierezza, sensualità, leggerezza e eleganza sono gli ingredienti che si amalgamano dando forma a uno spettacolo unico. Teatro Nuovo - domenica 22 novembre ore 16 Ballo anch'io Liberi di danzare 1° Incontro Nazionale di Danza Adattata con gruppi da ogni regione italiana Questa prima Rassegna di Danza Adattata permette di dare una visibilità a tutte quelle realtà italiane, istituzionali e no, che si occupano di danza per ragazzi/e con diverse disabilità, giovani accomunati nell'amore per la Danza e nel desiderio di esprimere le loro emozioni a ritmo di musica. Persone che hanno superato l'handicap della propria disabilità grazie al lavoro in gruppo, alla musica e al movimento. Persone che, nello specifico, usano la carrozzina come mezzo di 6 espressione. Alla manifestazione, organizzata in collaborazione con FIDS Italia e FIDS Piemonte, e con il patrocinio di CIP Piemonte e CONI Piemonte, interverranno Christian Zamblera, Presidente FIDS; Emanuele Actis Grosso, Presidente FIDS Piemonte; Silvia Bruno, Presidente CIP Piemonte; Stefano Gallo, Assessore allo Sport del Comune di Torino; Elide Tisi, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino e Marilena Goria, Tecnico Nazionale FIDS Commissione Paralimpica. L'incontro diventa strumento e occasione di conoscenza reciproca tra realtà che, al di fuori dei Campionati Italiani, difficilmente riescono a confrontarsi. Conoscere il lavoro degli altri gruppi è un modo per crescere e per aprire ancora di più alla collettività il lavoro meraviglioso e gratificante che si fa con questi ragazzi, nella speranza che tale attività possa allargarsi ancora di più. Teatro Nuovo - martedì 24 novembre ore 20.45 Spellbound Contemporary Ballet Carmina Burana coreografia e set concept Mauro Astolfi - musiche Aleksandar Sasha Karlic, Carl Orff, Antonio Vivaldi disegno luci Marco Policastro - scene Stefano Mazzola - costumi Sandro Ferrone con Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Yadira Rodriguez Fernandez , Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo I Carmina burana vennero ritrovati, numerosissimi (più di trecento componimenti di vario genere), in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Vengono fatti risalire per la maggior parte al secolo XIII, quando non era troppo difficile, viaggiando per la Germania e la Sassonia, imbattersi nei goliardi o più propriamente clerici vagantes, letterati girovaghi, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco. Poesia burlesca, impudente, sovversiva. Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana Mauro Astolfi trae, in piena libertà, una coreografia giocata tra ‘larghi’ e ‘sfrenatezze’ che agisce lo spazio quasi a volerlo contestare, divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendium cupiditatum, lo scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna, luogo di appagamento degli istinti primari... Due i simboli chiave di questo balletto, calati in un’atmosfera inquietantemente metafisica: un grande armadio, luogo di memorie e “scheletri” ipocritamente celati e una tavola, altare sacrificale della terrena voluptas. Carmina burana, dunque, come temerario ‘grido’ del dissenziente che si pone di fronte all’‘infrazione’ senza soverchia paura e al tabù con il palese desiderio di infrangerlo sfidando consapevolmente censure e anatemi, giocando a carte scoperte la quotidiana partita contro la morte, recuperando il caos di Pan attraverso l’armonia di Orfeo, accettando la realtà senza spiritualizzarla, magari sconfinando nella ‘trivialità’ e nell’‘osceno’... si vive nell’oggi, riconoscenti a divinità dal volto pagano che non minacciano castighi e non promettono compensi oltre ciò che può dare l’immediata contingenza: non dèi, ma demoni, da cui lasciarsi possedere e invasare, come Eros, il quale, a dire di Platone, “è un demone grande,qualcosa di mezzo tra il dio e il mortale”. Teatro Nuovo - venerdì 27 novembre ore 20.45 Balletto di Siena Butterfly ispirato all'opera di Giacomo Puccini e al libretto di Giacosa - coreografie e regia Marco Batti - musiche Riccardo Joshua Moretti Esattamente un anno dopo la fruttifera collaborazione per il balletto Reshimu, a 110 anni di distanza dalle sue prime rappresentazioni, il coreografo Marco Batti ed il compositore Riccardo J.Moretti portano in scena la loro Butterfly. Drammaturgicamente, viene esaltata l’incredibile caparbietà di Butterfly, donna vittima dei propri sentimenti e del senso di una quasi dovuta sottomissione, accostandola ad elementi scenografici posti a simbolo delle navi. Navi che in giovinezza le permetteranno di conoscere l’amore, che le strazieranno per anni un cuore pieno di malinconica speranza e che, alla resa dei conti, porteranno davanti agli occhi di questa donna e madre innamorata il più grande dolore. 7 Tutto ciò avviene senza fossilizzarsi sull’immagine del singolo danzatore che interpreta “il personaggio”, ma identificando cromaticamente le figure chiave: il bianco, limpido e morale, per Butterfly; il nero per Pinkerton ma anche per tutto ciò che racchiude mistero e oscuro presagio, concludendo con la semplice e serena nudità per il Bambino e per ciò che, incoscientemente, diventa parte integrante di un’immortale storia d’ amore. Storia struggente che vedrà Butterfly, con il cuore ormai disintegrato dagli eventi, decidere di rinunciare al proprio figlio, unica salvezza dei suoi sogni e straziata dal dolore, decidere di lasciare questo mondo con lo stesso silenzioso onore che suo padre dimostrò a suo tempo, e con lo stesso pugnale. Teatro Nuovo - sabato 28 ore 20.45 e domenica 29 novembre ore 16 Compagnia Balletto Classico Cosi - Stefanescu I grandi pas de deux coreografie Marinel Stefanescu, Gabriel Popescu, repertorio classico russo - maitre du ballet Liliana Cosi musiche Pëtr Il'ič Čajkovskij, Fryderyk Chopin, Léo Delibes, Aloisius Ludwing Minkus, Franz Liszt, Ludwing Van Beethoven, Boris Asafiev, Riccardo Drigo, Aram Ilich Khachaturian, Alexander Glazunov costumi Stefanescu e Cazacu Serata dedicata ai grandi “pas de deux” per celebrare la bellezza del balletto classico, attraverso capolavori che sono gioielli incastonati negli spettacoli più famosi del grande repertorio, presentati come estratti da balletti quali Corsaro, Don Chisciotte, Coppelia, Fiamme di Parigi, Raymonda nella loro versione originale oppure riproposti nel linguaggio coreografico di Marinel Stefanescu, come Schiaccianoci. Inoltre, brani creati su musiche immortali quali Chiaro di Luna di Beethoven, Sogno d’amore di Liszt, Spartacus di Kaciaturian. Con questo spettacolo, la Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu propone quindi al pubblico una selezione di grande impatto e coinvolgimento, all’insegna dell’alto virtuosismo tecnico. Teatro Nuovo - sabato 5 dicembre ore 20.45 Aterballetto Don Q. Don Quixote de la Mancha coreografia Eugenio Scigliano - musiche classiche spagnole, Kimmo Pohjonen scene e luci Carlo Cerri - video Carlo Cerri e OOOPStudio - costumi Kristopher Millar e Lois Swandale Essere artista ha sempre significato possedere ragione e sogni (Thomas Mann) Archetipo di una particolare natura umana -quella del 'dreamer'- e per questo elevato a mito capace di attraversare epoche e culture e incarnazione di uno stato dello spirito e della mente del tutto e meravigliosamente 'a-normali', Don Chisciotte è stato più volte frequentato dal teatro di danza. Il coreografo, interessato a evocare attraverso la metafora del movimento una condizione che fa delle azioni il frutto talvolta bizzarro di un mondo interiore acceso di sogni e ideali, trova nell'Hidalgo di Cervantes la sintesi perfetta e la fonte inesauribile di ispirazione. Perché Don Chisciotte è uno e centomila e ognuno può ritrarre il 'suo' Don Chisciotte. Come fa Eugenio Scigliano, nel nuovo progetto per Aterballetto, in cui il coreografo empaticamente si riflette nel suo personaggio e ne traduce lo spaesamento umano e la necessità di non abdicare ai propri ideali anche se la realtà congiura per soffocarli. In una Spagna che stava mutando rapidamente, che stava abbandonando le sue regole e i suoi valori, il Don combatte l'angoscia e l'incertezza di tempi confusi restando fedele ai suoi sogni e al suo codice morale e regalandone i segreti al suo amico Sancho. Allo stesso modo, in un periodo altrettanto disorientante e dettato da mutamenti repentini e oscuri, il Cavaliere di Scigliano viene a incarnare l'essenza dell''essere artista', rivendicando il potere della sensibilità e la sua missione di “tener desto -nonostante tutto- il senso di meraviglia nel mondo”. E se la bellezza, in qualche modo, ci salverà, anche l'alter ego del Don, Sancho Panza grazie alla condivisione delle esperienze di vita con l'amico, imparerà a goderne per sopravvivere alle fatiche dell'esistenza. Il lavoro si sviluppa su musiche spagnole dal XVII secolo a oggi e composizioni del finlandese Kimmo Pohjonen. 8 Teatro Nuovo - domenica 6 dicembre ore 16 Fabula Saltica Ballades coreografie Claudio Ronda - musiche originali Paolo Zambelli - luci e suono Carlo Buson Ballades è un lavoro di concezione moderna, che attinge dalle tradizioni culturali e popolari del nostro Paese. La balera è la vera protagonista dello spettacolo che fa da sfondo a una non-storia che racconta i comportamenti, la voglia della gente comune di ritrovarsi il sabato sera o la festa per sfuggire un po’ al grigiore, per sognare, per amare perfino, mentre il corso del tempo assorbe e sfuma tutto inesorabilmente. Ed è sempre la balera, questo locale molto diffuso, arredato in maniera semplice e “rudimentale”, tendenzialmente frequentato da un pubblico di estrazione popolare, caratterizzato spiccatamente per il tipo di musica che in essa si suona e si balla, da eseguire soprattutto in coppia, che diventa un piccolo mondo dove prendono vita attese e speranze, incontri e storie, passioni e delusioni. Attraverso una rilettura giocosa, ironica, contemporanea, la coreografia esplora la vita e le atmosfere delle balere: luoghi fermi nel tempo, in cui, grazie alla danza, le storie personali di uomini e donne comuni si intrecciano, per una narrazione poetica e al tempo stesso sensuale. Entrare in una sala da ballo è come varcare la soglia di un microcosmo fatto di un concentrato di comportamenti quotidiani, un luogo dove si mescolano le passioni, gli amori più o meno eterni e gli intrighi più o meno piccoli che sull’onda incalzante della musica di un’orchestrina, al ritmo della danza, si esaltano e si amplificano. Un luogo magico dove per una sera si ha la possibilità di trasformarsi in protagonisti assoluti e mettere in scena il personaggio che di volta in volta si intende recitare. Le musiche originali di Paolo Zambelli, fatte di tradizione popolare del valzer, dal tango e dalla mazurka, si arricchiscono di sonorità moderne legate al jazz e al rock e in un ritmo serrato, esaltano l’energia delle danze, per diventare complici di questo gioco. L’orchestrina accompagna la messa in scena, si adegua agli umori degli ospiti e segue le tensioni emotive. Ballades trova anche ispirazione dal film Ballando Ballando del grande maestro del cinema italiano Ettore Scola. Teatro Nuovo - mercoledì 9 e giovedì 10 dicembre ore 20.45 The Very Secret Dance Society / Raffaele Irace Nova Nuovo Balletto Fantastico coreografie Raffaele Irace musiche originali del compositore francese Erwann Kermorvant registrate all’Abbey Road Studio di Londra eseguite dalla London Philarmonia- John Adams, Sally Potter, David Byrne e Brian Eno libretto liberamente tratto dal racconto di Philip K. Dick Blade Runner - Do Androids Dream of Electric Sheeps La prima parte della serata si apre con due coreografie: „ALEPH“, su musiche originali del compositore francese Erwann Kermorvant registrate all’Abbey Road Studio di Londra ed eseguite dalla London Philarmonia, e „DIFFERENT KIND“ su musiche di John Adams, Sally Potter, David Byrne e Brian Eno. Nella seconda parte della serata, viene proposto in prima assoluta „NOVA“, su libretto liberamente tratto dal racconto di Philip K. Dick „Blade Runner - Do Androids Dream of Electric Sheeps?“. Con questo lavoro, il coreografo Raffaele Irace oltre che ad una sperimentazione sul movimento, si dedica ad un’analisi e a una ricerca di tipo drammaturgico. Dal balletto fantastico tradizionale, come Lago dei cigni, Giselle, Schiaccianoci, Irace prosegue verso una coreografia di tipo narrativo, ma proiettata verso i nuovi miti e leggende fantastiche e fantascientifiche dell’uomo contemporaneo, creando, basandosi sulla letteratura di genere, un Nuovo Balletto Fantastico. Teatro Nuovo - venerdì 11 e sabato 12 dicembre ore 20.45 eVolution Dance Theater Black & Light A selection of truly magical visions .... artistic director / choreographer Anthony Heinl - co-director Nadessja Casavecchia - dance captain Chiara Morciano lighting / technical director Mimmo L'Abbate dancers Anthony Heinl, Chiara Morciano, Chiara Verdecchia, Carim Di Castro, Lavinia Scott, Daniele del Bandecca , Simone Giancola, Nadessja Casavecchia, "Sofisticato e accattivante.... uno spettacolo che può essere pienamente vissuto da adulti e bambini ." 9 Un viaggio incentrato sul sogno e la fantasia. Un'emozionante sintesi d'illusioni, tecnologia, e corpi danzanti in una nuova realtà luminosa, in cui le ombre sono colorate, il paesaggio è dipinto di luce, e le leggi della natura si trasformano in una surreale, incandescente, affascinante nuova dimensione! Black & Light è un’esperienza in costante trasformazione, una selezione delle visioni più magiche del repertorio di eVolution Dance Theater. Ogni scena è ambientata in un nuovo universo e espressa tramite una nuova e innovativa tecnica. Black light theater, ombre cromatiche, performance aeree, e l'incredibile tecnologia del light wall. I danzatori volano, girano, si trasformano e scompaiono, generando un costante stato di curiosità. Ogni coreografia è basata su una rivisitazione del concetto di “luce”. Gli interpreti sono attori, ginnasti, danzatori, illusionisti, contorsionisti, atleti e artisti in una fusione perfetta di diverse discipline per creare un indimenticabile impatto visivo: illuminazione futuristica, illusioni, scenari interattivi ed un intruglio dinamico di teatro fisico e danza atletica. Teatro Nuovo - domenica 13 dicembre ore 16 Tocnadanza Notturni nuova produzione 2015 coreografia, regia, scene e costumi Michela Barasciutti - ricerca ed elaborazione musicale Stefano Costantini luci Lorenzo Savoini - con Marco Manovani, Rocco Suma, Sara Cavalieri, Carlotta Plebs, Marta Zollet Viaggio nella poetica espressa da molteplici linguaggi artistici, fra musica, pittura e danza per un percorso che si muove fra Van Gogh e Chopin, fra Arnold Schönberg e René Magritte, Beethoven e Hopper. La notte e i notturni sono evocati come “struggimenti” pensati e vissuti in quanto “specchi”, nei quali si riflettono profondità dell’anima, scavo interiore, sogno e memoria. Vengono utilizzate precise suggestioni visive, gestuali e musicali: si suscitano immagini disegnate con corpo e luce, si porta musica nel silenzio, si scopre il chiaro e lo scuro nel crepuscolo poetico di forme e visioni che fluiscono e sbiadiscono. Il tempo di un “notturno” diventa ricerca di uno stato d’animo impalpabile ma complesso, forte e presente, compreso in un fluire inesorabile nel quale il “vedere” chiude il cerchio dei sensi. Teatro Nuovo – giovedì 17 e venerdì 18 dicembre ore 20.45 Balletto del Sud Romeo e Giulietta balletto in due atti basato sull'omonima tragedia di William Shakespeare coreografia Fredy Franzutti - musiche Sergej Prokofiev - scene Francesco Palma Realtà di primo piano nel panorama nazionale, il Balletto del Sud propone presenta la sua versione di Romeo e Giulietta, sulla trama della tragedia di Shakespeare. Le ambientazioni, di ispirazione medievale, rielaborano i luoghi della vicenda che si identificano nei momenti necessari allo svolgimento della storia. Gli eventi si susseguono in maniera concitata e inaspettata e Giulietta, divenuta donna, deve essere lei a decidere di morire due volte. La balia e la madre, completano, insieme a Giulietta, un percorso attraverso la figura femminile. Mercuzio e Tebaldo, portano parallelamente l’eterno conflitto tra i buoni e i cattivi. Romeo è l’amore per sempre, il primo bacio, la passione estrema che lo porta al suicidio. Il dramma si strugge in un balletto che ci fa riflettere sul valore della vita e sul senso della morte. “Talvolta ci si commuove per le vicende di amanti infelici –dice Franzutti- e con Romeo e Giulietta si arriva, qualsiasi esperienza si abbia alle spalle, e non importa a quale età, addirittura a condividere i dolori innocenti dei due adolescenti. Gli amanti si annullano uno nell'altro; la morte finale è simbolo della sofferenza, che sempre provoca la tensione del grande amore e simbolo di dissolvimento dell'individualità; così ho ammirato e tentato di rappresentare come pura sia stata la trasformazione di due ragazzi in una coppia e di una rappresentazione teatrale in evento psicologico condiviso dal pubblico”. Lo spettacolo ha raccolto, fin dalle prime esecuzioni del 1998, pieni consensi di pubblico e apprezzamenti dalla critica. E' stato trasmesso integralmente da Rai due la notte di Natale 2010 e più volte da Rai Uninettuno. 10 Teatro Nuovo - domenica 20 dicembre ore 16 Adriana Cava Jazz Ballet Caleidoscopio coreografie Adriana Cava, Amalia Salzano, Simona Faggiani, Stefania Fuschini Spettacolo ricco di emozioni in cui le coreografie esalteranno le molteplici intuizioni espressive della danza jazz. La professionalità e l'alto livello tecnico degli artisti che si alterneranno in scena condurranno lo spettatore in una dimensione"magica" esaltata in particolare dalle scelte musicali. Teatro Nuovo - giovedì 18 e venerdì 19 febbraio ore 20.45 Les Ballets Trockadero de Monte Carlo Il lago dei cigni,Pas de deux, Go for Barocco, Don Chisciotte direttore artistico Tory Dobrin - direttore associato Isabel Martinez Rivera - maître de ballet Paul Ghiselin costumi Mike Gonzales - luci Kip Marsh Il lago dei cigni (atto II) - coreografia da Lev Ivanovich Ivanov - musica Pëtr Il'ič Čajkovskij - scene Jason Courson Pas de deux , o balletto moderno a sorpresa Go for barocco - coreografia Peter Anastos - musica Johann Sebastian Bach Don Chisciotte - coreografia da Marius Petipa e Alexander Gorsky - musica Aloisius Ludwing Minkus - scene R.Gouge “They will keep on Trockin”! Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza per mettere in scena in modo scherzoso il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia e en travesti, i “Trocks”, come vengono affettuosamente chiamati, già a metà del 1975 vengono notati non solo a New York ma ben oltre. Il loro amore nei confronti della danza, l’approccio comico e la scoperta che gli uomini riescano a danzare sulle punte senza cadere rovinosamente a terra, li rendono famosi sia a livello nazionale sia internazionale, con il consenso della critica e del pubblico. In tutti questi anni lo scopo originario dei Ballets Trockadero de Monte Carlo non è cambiato. La Compagnia è formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico tradizionale. L'aspetto ironico nei loro spettacoli viene raggiunto esagerando le manie, gli incidenti ed esasperando le caratteristiche tipiche della danza rigorosa. Vedere degli uomini danzare in tutti i ruoli possibili -con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano sulle punte come cigni, silfidi, romantiche principesse…- valorizza lo spirito della danza come forma d'arte, deliziando sia il pubblico più esperto che i neofiti. Teatro Nuovo - venerdì 26 e sabato 27 febbraio ore 20.45 Camut Band La Vida es Ritmo creazione e direzione Camut Band interpreti Toni Espagnol, Lluis Mendez, Rafael Mendez, Guillem Alonso, Pau Comte, Nestor Busquets Negli spettacoli dello scatenato gruppo catalano la vita sfreccia al ritmo delle percussioni: la loro espressione artistica riassume una filosofia di vita. Che la vita sia ritmo lo dimostrano i vulcanici componenti con performance fatte di danza e ritmo allo stato puro. La loro originale esperienza nasce nel 1955 dall’unione dei coreografi e ballerini Rafael e Lluis Méndez e Toni Espanol. I Camut mescolano vari tipi di sonorità: ritmi jazz africani, tip-tap, jungle e flamenco, ingrediente irrinunciabile data l’origine catalana del gruppo. La Compagnia è composta da percussionisti e ballerini, ma i loro ruoli si scambiano continuamente perché in realtà non esiste linea di demarcazione fra il momento musicale e quello della danza. I performer non solo ballano seguendo un ritmo ma lo generano danzando su enormi tamburi, o ricorrendo a singolari espedienti. E’ il caso della danza sulla sabbia, nella quale un movimento ora lieve ora frenetico, raggiunge un suono inaspettatamente simile allo “skretch” su dischi in vinile. Particolare è inoltre l’assolo di “udu”, uno strano strumento nigeriano in grado di creare una risonanza che unisce i toni gravi del basso e quelli alti prodotti dal tintinnare del cristallo. E ancora il gramelot ritmico degli artisti attorno ad un tavolo d’osteria che dà vita ad un tempestoso concerto per bocca. Il ritmo delle percussioni, siano esse bonghi, casse di legno o bidoni di latta, raggiunge velocità frenetiche, così come il ritmo della danza, portato al limite della potenzialità cinetica umana. La forza propulsiva del loro movimento è davvero coinvolgente, quasi ipnotica. Gli spettatori vengono contagiati non solo dall’abilità tecnica degli elementi del gruppo, ma dalla loro vitalità e voglia di divertirsi in una intensa interazione tra platea e palcoscenico: per il pubblico è davvero difficile resistere alla voglia di battere piedi e mani. 11 Teatro Nuovo - giovedì 3 marzo ore 20.45 Almatanz - Compagnia Nazionale Raffaele Paganini Vento del Sud coreografie e regia Luigi Martelletta - musiche autori vari Percorso che, attraverso tarantelle, pizziche, serenate e musiche tipiche dell'Italia meridionale, abbraccia idealmente le nostre regioni del sud: Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna. Itinerario danzato che si prefigge di dar voce all'estro immaginativo del Mezzogiorno, cercando di coglierne caratteristiche salienti come la capacità di vivere a tutto campo le emozioni, dalle più dolorose, alle più spensierate. Fascino e ricchezza del Sud con le sue atmosfere uniche e solari, ma allo stesso tempo con le sue contraddizioni, messe in evidenza dalla splendida voce dal vivo di Miriam Scarcello, dai suoi musicisti, e dai danzatori della Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini. Teatro Nuovo - domenica 6 marzo ore 16 Balletto di Milano La vie en rose... Boléro coreografie Adriana Mortelliti - musiche Maurice Ravel, canzoni francesi Serata di danza dedicata alla musica e canzone francese per uno spettacolo unico ed esclusivo. Nella prima parte suggestive coreografie su alcune tra le più belle canzoni di Charles Aznavour, Jacques Brel, Edith Piaf e Yves Montand. La vie en rose, Ne me quitte pas, Les Comediens, Sur la table... tanti successi indimenticabili in un susseguirsi di quadri che, passando dall'ironia alla nostalgia e giocando con gli stereotipi culturali, ha già conquistato migliaia di spettatori. A seguire, il Boléro di Maurice Ravel, un brano dalla forza dirompente e dalla struttura geniale, il cui ritmo ossessivo evoca la seduzione. La sorprendente coreografia vuole rappresentare l'eterna storia di una nascita, di un'attrazione inevitabile verso un essere simile, di un moltiplicarsi di incontri. Teatro Nuovo - venerdì 11 e sabato 12 marzo ore 20.45 Daniele Cipriani Entertainment Iana Salenko e Giuseppe Picone in Gran Gala Il Cigno Nero a cura di Daniele Cipriani - videoartista Massimiliano Siccardi coreografie Marius Petipa, Lev Ivanov, Ben Stevenson, Michel Fokine musiche Pëtr Il'ič Čajkovskij, Sergei Rachmaninov, Camille Saint-Saëns Chi non riconosce l’eterno prototipo della ballerina classica nel Cigno Bianco Odette e nel Cigno Nero Odile, le immaginifiche creature de Il Lago dei cigni? E chi non pensa a questo lavoro come il balletto per eccellenza? Considerazioni che hanno ispirato Daniele Cipriani, organizzatore e curatore di grandi eventi di danza, offrendogli lo spunto per Il Cigno Nero. Un amorevole omaggio alla straordinaria musica di Čajkovskij e all’immortale coreografia di Petipa/Ivanov, al celeberrimo balletto che appassiona le platee di tutto il mondo da oltre un secolo ma anche alle nuove angolazioni –tra lo psicanalitico e il dark– messe in luce pure nel film Black Swan di Darren Aronofsky. Vincitore di numerosi premi, e che è valso un Oscar quale Miglior Attrice alla bella e brava Natalie Portman, insieme ad ammirazione la pellicola ha suscitato polemiche, ma è innegabile che ha sottolineato il fascino imperituro che Il Lago dei cigni, storia d’amore tormentato, seduzione, tradimento, incantesimi e trasformazioni, continua ad esercitare sull’immaginario collettivo. Il Cigno Nero è un raffinato gioco di contrasti, sospeso tra bianco e nero, luci e ombre, purezza e seduzione, “buono” e “cattivo”, maschio e femmina, faticoso lavoro alla sbarra e scintillante sfoggio in palcoscenico, balletto ottocentesco e del Novecento, Vecchio Continente e Nuovo Mondo. Il tutto accompagnato da bellissime proiezioni. E ancora: la trasformazione dell’eterea ballerina in feroce animale da palcoscenico, del nobile danseur in spirito indemoniato, la follia dell’artista e del teatro, tutti aspetti che ci aveva mostrato anche il film di Aronofsky. 12 Teatro Nuovo - mercoledì 16 marzo ore 20.45 Balletto del Sud con Carla Fracci Shéhérazade e le mille e una notte coreografia, testi, scene e costumi Fredy Franzutti - musiche Nicolaj Rimskij-Korsakov realizzazione scene Francesco Palma - attore Andrea Sirianni La mitica Persia ricca di ori e magia delle Mille e una notte è evocata, nel “favoloso” spettacolo, attraverso le scene e i quadri creati da Fredy Franzutti, oggi uno dei più apprezzati coreografi del panorama nazionale. L’esotismo di Shéhérazade è inteso non solo come fascino per un generico “altrove”, ma specificamente come ammirazione per il lusso e la lussuria dell'oriente lontano. Troviamo situazioni favolistiche che sono entrate nel patrimonio collettivo di noi europei attraverso il francese Antoine Galland, traduttore della raccolta di novelle orientali. L’argomento delle fiabe è noto: il Sultano uccide le sue mogli dopo la prima notte di nozze, per evitare di essere tradito. La bella Shéhérazade rimanda la sua esecuzione grazie alle sue doti di narratrice, e incanta il Sultano con racconti avvincenti. Lo spettacolo ha riscosso, fin dalle prime rappresentazioni del 2003, grande successo di pubblico e critica, ha replicato nei più importanti festival e teatri italiani e al festival delle Culture ad Algeri in Algeria. Franzutti cura anche la parte narrativa reinventando alcune fiabe che, lette dall'attore Andrea Sirianni, introducono i quattro quadri. Shéhérazade, intessuto della speziata partitura di Nikolaj Rimskij-Korsakov, si avvale della straordinaria partecipazione della stella della danza mondiale Carla Fracci. Teatro Nuovo - sabato 19 marzo ore 20.45 Balletto di Roma Otello coreografia e scene Fabrizio Monteverde -assistente alle coreografie Sarah Taylor - musiche Antonin Dvorak light designer Emanuele De Maria - costumi Santi Rinciari Una delle produzioni di maggior successo del Balletto di Roma, a firma di uno dei migliori autori italiani di danza contemporanea. Dopo la recente fortunata ripresa per il Corpo di Ballo del Teatro di Corte San Carlo di Napoli (febbraio 2015), Fabrizio Monteverde riallestisce per la compagnia del Balletto di Roma l’Otello su musiche di Antonin Dvorak. In questa versione, il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio. In questo triangolo (mai equilatero) di rapporti, i tre vertici risultano costantemente intercambiabili, grazie sì agli intrighi di Iago, ma ancor più alle varie maschere del “non detto” con cui la Ragione combatte –spesso a sua stessa insaputa, ancor più spesso con consapevoli menzogne– il Sentimento. L’ambientazione costante in un moderno porto di mare amplia l’intuizione di base: se Otello è –come è sempre stato– un “diverso”, un outsider, per il suo essere “straniero”, abituato ad “altre regole del gioco”, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di “zona franca”, un limbo in cui si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità in cui tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate. La stessa forte presenza del mare suggerisce i segreti, gli ininterrotti moti delle passioni con la loro tempestosa ingovernabilità, gli slittamenti progressivi e inevitabili nei territori proibiti del Piacere, della Gelosia e del Delitto. Precoce dramma romantico (e di ciò ne danno testimonianza l’entusiastico giudizio di Victor Hugo e il melodramma di Giuseppe Verdi), l’Otello ben si presta alla lettura provocatoria ed eccessiva elaborata da Monteverde, in cui anche certe forzature enfatiche di Dvořák trovano una loro pertinente collocazione fungendo spesso da sottile contrappunto ironico all’azione dei personaggi. 13 Teatro Nuovo - da martedì 5 a giovedì 7 ore 11 e venerdì 8 aprile ore 20.45 Fondazione Teatro Nuovo Lo Zingaro Barone musica Johann Strauss figlio - regia Girolamo Angione - coreografie Gianni Mancini - direttore musicale Gabriele Bolletta con l'Orchestra Master dei Talenti della Fondazione CRT - direttori d'orchestra Gianmaria Griglio, Michele Spotti Lo Zingaro barone è considerata, insieme a Il pipistrello, la più bella operetta di Johann Strauss figlio e La Fondazione CRT l’ha scelta per il Progetto Diderot 2016. La messa in scena è affidata alla Fondazione Teatro Nuovo e, per le scene coreografiche e teatrali, ai giovani talenti del Liceo Germana Erba e dei Corsi di Formazione Professionale F.S.E.; il progetto si avvale della collaborazione dell'Accademia Perosi di Biella per i laboratori didattici e de La Fabbrica dei suoni di Venasca per l’esecuzione musicale. Attraverso una bella trama avventurosa e sentimentale, l’operetta ci propone l’incontro di due mondi: quello gitano, magico e misterioso, vitale e avventuroso, e quello “austro-ungarico”, concreto, opulento e smanioso di avventure mondane e aristocratiche. Il tutto ambientato nei grandi spazi della pianura danubiana, tra un accampamento di zingari e una fattoria, con le misteriose rovine di un antico castello sullo sfondo… La meravigliosa musica di Strauss riesce splendidamente a far dialogare tra loro questi due mondi, fondendo la grande tradizione del valzer al fascino delle sonorità balcaniche e gitane, la vivacità popolaresca delle polke e delle csardas all’eleganza delle melodie viennesi. Canto, danza, musica e prosa si alternano in questa nuova versione de Lo Zingaro barone, fedele in tutto allo spirito dell’operetta ma resa più vivace e incisa da originali scelte narrative e musicali. La messa in scena nasce all’interno del Teatro Nuovo con il contributo degli allievi del Liceo Germana Erba che realizzano i bozzetti delle scene e dei costumi e partecipano alla rappresentazione nelle scene teatrali e coreografiche. Accanto a loro, un affiatato cast di giovani cantanti professionisti nei ruoli lirici e di giovani orchestrali per l’esecuzione musicale che sarà guidata dai Maestri Gianmaria Griglio e Michele Spotti; le coreografie sono di Gianni Mancini, la regia di Girolamo Angione. Dopo il debutto del 4 aprile al Teatro Nuovo, Lo Zingaro barone sarà in tournée in tutte le province del Piemonte e della Valle d’Aosta, con spettacoli per le scuole e gala serali. Teatro Nuovo - sabato 14 maggio ore 20.45 Dacru Dance Company Kafka sulla spiaggia ideazione e regia Marisa Ragazzo - coreografie M.Ragazzo e Omid Ighanì - disegno luci Gabriele Termine - allestimento Roberto Rini musiche The Doors, Flaming Tunes, Simon & Garfunkel, The Stranglers, Bronnt Kapital Industries, Boards Of Canada, Bonobo, Moondog, El-P, Rza, Kilimanjaro Darkjazz Ensemble, Hirano & Hideki, René Aubry - editing musicale Omid Ighanì con Omid Ighanì, Samar Khorwash, Jenny Mattaioli, Paolo Ricotta, Serena Stefani, Claudia Taloni, Afshin Varjavandi, Tiziano Vecchi Una potente contaminazione tra hip hop theatre, danza contemporanea, house, jazz rock e breaking. Kafka sulla spiaggia è la trasposizione danzata dell’omonima opera letteraria di Murakami Haruki, del geniale viaggio visionario e incantato dove si susseguono personaggi e rivelazioni senza mai giungere al cuore più profondo, che resta segreto e inattingibile. Il progetto d’un libro danzato è divenuto per i DaCru un vero e proprio privilegio: sono sempre accompagnati dalla misteriosa anima di Murakami che, geniale e illuminata, tra tanti incredibili personaggi, pone i gatti al centro dell’attenzione, memorabili creature che sovente rubano la scena agli umani. Adatto a qualsiasi tipo di pubblico. 14 INFORMAZIONI PRATICHE Biglietti singoli: Les Ballets Trokadero de Montecarlo - Shéhérazade € 28 (+2), € 23 (+1), € 19 (+1) Carmen Medea Cassandra- La Vida es Ritmo - Gran Gala Il Cigno Nero € 23 (+2), € 19 (+1), € 15(+1) Il lago dei cigni… Il canto - Giselle - Cinco Miradas - Carmina Burana - I grandi pas de deux Don Q - Black & Light - Romeo e Giulietta - Vento Sud - La vie en rose... Boléro - Otello € 19 (+1), € 15(+1), € 10(+1) Aida e Tristan - Tosca X - Indaco - Dance life - Odyssey - Butterfly Ballades - Nova - Notturni - Caleidoscopio - Kafka € 15(+1), € 10(+1) Le 4 stagioni - Alcesti - Liberi di danzare € 10(+1), € 8(+1) € 5(+1) Abbonamenti: GESTO E ANIMA A 6 SPETTACOLI a € 90, così composto: 2 spettacoli a scelta fra: Carmen Medea…-Il lago dei cigni…Il canto -Cinco Miradas- Don Q-Black & Light-Romeo e Giulietta-La Vida es + 2 a scelta fra: Giselle- Tosca X - Indaco- Carmina Burana- I grandi pas de deux- Vento Sud - La vie en rose... Boléro- Otello + 2 a scelta fra: Le 4 stagioni - Alcesti - Aida e Tristan - Odyssey Ballet - Butterfly - Ballades - Nova - Notturni GESTO E ANIMA A 12 SPETTACOLI a € 150, così composto: 3 a scelta fra: Carmen Medea…- Il lago dei cigni… Il canto- Cinco Miradas - Don Q- Black & Light- Romeo e Giulietta-La Vida es + 4 a scelta fra: Giselle- Tosca X - Indaco- Carmina Burana- I grandi pas de deux- Vento del Sud-La vie en rose... Boléro- Otello + 4 a scelta fra: Le 4 stagioni - Alcesti- Aida e Tristan - Odyssey Ballet - Butterfly - Ballades - Nova - Notturni + 1 a scelta fra: Les Ballets Trokadero de Montecarlo - Gran Gala Il Cigno Nero - Shéhérazade e le mille e una notte Prevendite: FONDAZIONE TEATRO NUOVO Torino, corso Massimo D’Azeglio 17 - tel. 011.6500211 - [email protected] - www.teatronuovo.torino.it Biglietti e abbonamenti in vendita anche presso Torino Spettacoli: TEATRO ERBA - Torino, corso Moncalieri 241, tel 011/6615447; T.GIOIELLO - Torino, via Colombo 31, t. 011/5805768 TEATRO ALFIERI – Torino - piazza Solferino, 4 - tel 011/5623800 Acquisto online: www.vivaticket.it - www.helloticket.it 15 16 Il Gesto e l’anima 2015-16 conferma l’impegno a dare spazio alle voci della danza e della creazione multidisciplinare di oggi, a rinsaldare un legame profondo col pubblico che ama e frequenta la danza da sempre e a raggiungere nuovi pubblici. E attinge ai presupposti dai quali è nato. Il “Gesto”, nel suo significato espressivo, rituale, virtuosistico e interpretativo. L’“Anima” e il suo desiderio di uscire allo scoperto. Questo lo spirito con cui Mario Pasi, l’illustre critico del Corriere della sera, contribuì a coniare il nome per la nascente iniziativa e questi i motivi ispiratori di una stagione che punta i riflettori su bellezza artistica, ricerca e agonismo culturale, caratterizzata dalla presenza di grandi ospiti e di creatori inediti. La 37ª stagione, infatti, si inserisce nel progetto globale della Fondazione Teatro Nuovo e trae linfa dalle caratteristiche che sono proprie di questa “cittadella di danza e d’arte”, viva nella promozione della cultura coreutica e della commistione tra le arti. La tematica che innerva il disegno culturale -Danza, morte e altri miracoliparte da una visione della danza come messaggera di vita, capace di interpretare anche la diversità, la malattia, la morte e le dimensioni altre in un aperto dialogo che, grazie al contributo di tutti i soggetti coinvolti nella programmazione e a un rapporto di complicità e relazioni, conduce alla costituzione di una “comunità narrativa”. La danza, da annoverarsi tra i primi mediatori dell'esperienza diretta e vitale, permette di aprire la rappresentazione della realtà a una cognitività emotiva ed empatica. Danza come esperienza di vita dunque ma anche strumento per affrontare contenuti legati alla sofferenza, alla fragilità e alla morte, temi che –come scrive lo storico Philippe Ariès “non fanno parte del quadro mentale dell’uomo occidentale. Sono diventati temi proibiti”. “La danza è un modo per sentirsi vivi -sottolinea DeLaVallet Bidiefono- ed è straordinaria la morte, ti parla, è poesia. Mentre in tutto l’Occidente è considerata quasi un tabù, in Africa è un momento di festa in cui tutti i familiari e gli amici condividono il passaggio del defunto in un altro mondo.(…). Con la danza le persone si riposano dalle brutture della vita… e immaginano un’altra esistenza”. “Per raccontare la vita com'è, bisogna cominciare dalla fine, dalla morte, così difficile da affrontare e da spiegare ai bambini (...) Dare un nome a quello che non si può dire, entrare con un salto nel regno segreto e farlo in compagnia, addirittura", ci dice Concita De Gregorio, autrice del libro Così è la vita, un’intensa e sorprendentemente gioiosa inchiesta narrativa sulla morte e sulla vecchiaia, argomenti rimossi dal discorso contemporaneo. Sul piano delle “dimensioni altre”, secondo Robert Lanza, “noi portiamo in giro spazio e tempo come fanno le tartarughe coi gusci”: ecco dunque la coscienza-danza esistere fuori dai vincoli temporali e spaziali, trovarsi nel corpo umano e fuori di esso; “con la morte la nostra vita diventa un fiore perenne che torna a vivere nel multiuniverso”, il luogo delle possibilità infinite. Gian Mesturino 17