schemi di impianti esistenti alta efficienza energetica

Prof. Ing. Paolo Cavalletti
Prof. Ing. Paolo Cavalletti Ph.D.
E- mail: [email protected]
CORSO DI FORMAZIONE PER L’ISCRIZIONE ALL’ELENCO DEI PROFESSIONISTI ABILITATI AL
RILASCIO DELLA CERTIFICAZIONE ENERGETICA IN REGIONE PIEMONTE
CONFORME DELIBERA REGIONALE 11965/2009
MODULO 4 b SCHEMI DI IMPIANTI ESISTENTI - AD ALTA
EFFICIENZA
Professore a.c. di Fisica Tecnica Fac. Architettura(UniGe)
Professore a.c. di Impianti Tecnici Fac. Ingegneria (UniGe)
2011
FONDAZIONE FEDERICO FORTIS
DEI
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⇒ Sezione di produzione dell’energia
⇒ Sezione di trasporto dell’energia
⇒Sezione di scambio
⇒Regolazione
In linea di massima possiamo qui classificare gli impianti secondo
tre caratteristiche:
1. Tipo di generatore di calore utilizzato: a gasolio, a gas,
elettrico, a biomassa…;
2. Tipo di fluidi termovettore utilizzato: ad acqua, ad aria, misto.
3. Tipo di terminali utilizzati: radiatori, termoconvettori, pannelli
radianti.
4. Sistemi di regolazione dell’erogazione della potenza termica in
funzione delle temperatura ambiente (sonda esterna, valvole
termostatiche, etc.)
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Possiamo classificare le moderne caldaie in funzione del loro
funzionamento:
× caldaie a modulazione di fiamma
× caldaia a temperatura scorrevole
× caldaia a condensazione
× caldaia a piu’ passaggi di fumi
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Caldaie a modulazione di fiamma
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Caldaia a più passaggi di fumi
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Caldaie a condensazione
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Il fattore di carico
FC è la % di potenza
erogata dalla caldaia
rispetto alla potenza
nominale
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Il fattore di carico
FC è la % di potenza
erogata dalla caldaia
rispetto alla potenza
nominale
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Combustibile gassoso miscelazione: aria + combustibile a pressione atmosferica
Il combustibile effluisce da un ugello con portata dipendente dalla pressione di
alimentazione. Il getto di gas perviene in un condotto a forma di tubo Venturi
nel quale si determina anche l’aspirazione per induzione della portata d’aria di
combustione, La miscela di gas ed aria primaria percorre il condotto fino alla
zona di efflusso dove, a contatto con una superficie porosa, si ha formazione di
fiammelle con combustione quasi completa.
Questi bruciatori non hanno organi in movimento.
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Bruciatori Premiscelati
Questi bruciatori non sono atmosferici: hanno
all’interno un ventilatore che fornisce una
pressurizzazione alla caldaia.
In questi bruciatori il moto dell’aria è
determinato dalla presenza di un ventilatore
che serve a vincere le resistenza dello stesso
bruciatore e a pressurizzare la camera di
combustione.
Il combustibile effluisce dall’ugello U con un
getto conico che induce una corrente d’aria
controllata dal deflettore D. La fiamma di
combustione
emerge
dalla
testa
di
combustione T. Davanti a D si crea una
depressione che provoca un moto di ricircolo
interno che trasporta prodotti di combustione
caldi nella zona di efflusso del combustibile
determinando l’accensione e la formazione di
una fiamma stabile.
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Buone caratteristiche d’uso:
rendimenti
di
combustione
discretamente
elevati,
specialmente nelle caldaie di
nuova
generazione,
buona
regolazione, bassi costi di
installazione e di manutenzione,
buona affidabilita e tecnologia
diffusamente conosciuta (e
quindi facile reperibilità della
mano d’opera) e buona economia
di esercizio.
Presentano minori problemi di
sicurezza rispetto al gas,
perché in caso di perdite di
combustibile (liquido) questo di
deposita sul pavimento.
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PRINCIPALI
IMPIANTI
PROBLEMI
-LUNGHEZZA
FIAMMA
-PRESSIONE
IMPIANTISTICI
PER
TUTTI
GLI
IDROSTATICA
-EFFICIENZA
DELLO SCAMBIATORE
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La sezione minima
di progetto è data dalla relazione:
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LE CANNE TIPO SHUNT UNI 10640-10641
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LE CANNE TIPO SHUNT UNI 10640-10641
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Vasi di espansione
- aperti o chiusi.
Vasi aperti: presenti solo nei vecchi impianti, sono posti nel punto
piu’ alto dell’impianto, e sono costituiti da una vaschetta con
galleggiante. Quando il livello supera il limite di sicurezza, si permette
una piccola oscillazione compensante della vaschetta.
Vasi chiusi:, che possono avere una membrana interna o meno.
Sono costituiti da un contenitore suddiviso, da una membrana atossica,
in due parti: una riservata all'acqua dell'impianto,
Servono a limitare gli incrementi di pressione dovuti alla dilatazione dell'acqua.
VH2O il volume d’acqua contenuto nell’impianto, : VH2O= 15 litri/kW
Δt = (80-10) [K]
si puo’ determinare la variazione di volume ΔV lato acqua :
ΔV=V H2O β ΔT (m3)
βΔT = 0.040 per Δt 70°C
Lato gas
Indicando con Vi il volume iniziale e Vf quello finale si ha
ΔV= Vi- Vf = Vi(1- Vf/Vi)
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per una trasformazione isoterma del gas , si
ha PV=cost:
Pf Vf = piVi
da cui
ΔV= V (1-P i /Pf )
da cui si ricava il volume del vaso di espansione:
V= ΔV/(1-Pi/Pf)= Vh20βΔT /(1-Pi/Pf)
Pi = Pressione di esercizio.
Pf= Pressione d'intervento della valvola di
sicurezza,
Di norma si pone Pf<0.4 Mpa =4 bar. Pf e Pi
devono tener conto della differenza di quota tra
il vaso di espansione e la valvola di sicurezza.
Quando la pressione massima è superata si
scarica il liquido in eccesso attraverso il
condotto di scarico nella valvola di sicurezza.
Pi=Pc>1.5 bar = 0.15 Mpa
dove Pc è detta pressione di carica.
Se pi= 1.5 bar ; pf= 4 bar Vh20= 15 l/kW e β
ΔT=0.04 V≈ 0.96 l/kW
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VASO APERTO O VASO CHIUSO?
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L’ARIA NELLE TUBAZIONI
L’
aria
presente
negli
impianti
di
riscaldamento ad acqua può avere diverse
origini:
A)
può essere derivata dall’aria sciolta
nell’acqua fredda di riempimento o di
reintegro, ( vaso aperto con ricircolo in
sommità)
B) può essere aria non espulsa in fase di
riempimento dell’impianto
C) può essere anche aria entrata durante il
funzionamento dell’impianto.
D) può essere generata per cavitazione
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Bollicine dette “cave d’aria”, da cui il termineLA CAVITAZIONE
cavitazione, si formano negli impianti idrotermici,
soprattutto dove l’acqua è costretta a fluire
attraverso passaggi molto stretti: ad esempio
attraverso una valvola di taratura o una valvola
termostatica in fase di chiusura. In questi casi le
bollicine si formano per le forti depressioni che si
determinano nelle zone di “strangolamento” del fluido.
Tali bollicine implodono poi quando il flusso ridiventa
normale.
I danni causati dalle microbolle di cavitazione:
· danni meccanici alle giranti delle pompe,
· danni meccanici ai dispositivi e alle valvole che
esercitano forti strozzature sul fluido,
· forti vibrazioni dell’impianto,
· rumori del tipo a scoppiettio o a colpi di martello.
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DISAREATORE
VALVOLA DI SFIATO
PER RADIATORE
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DISTRIBUZIONE VERTICALE
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DISTRIBUZIONE ORIZZONTALE
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DISTRIBUZIONE A PIU’ MODULI
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DISTRIBUZIONE A RITORNO DIRETTO E INVERSO
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DISTRIBUZIONE A COLLETTORI
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LA CIRCOLAZIONE DEL FLUIDO : LE POMPE
Pompe e circolatori- accoppiamento pompa circuito
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Tipi di pompe: a tenuta per acque pulite; circolatori acqua calda
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I RADIATORI
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I RADIATORI
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I RADIATORI
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I RADIATORI
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I RADIATORI
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I TERMOCONVETTORI
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I RADIATORI UNI 9019 APPENDICE A
DIMENSIONAMENTO DEI RADIATORI
Q*= cΔTnK
c è un coefficiente tipico del radiatore ; K =4/3 per convezione in regime turbolento
ΔTn=(Tm+Tr)/2- Taria
ΔTn = 60 ° C:
Tmandata = 85 ° C, Tritorno = 75 ° C. T aria =20°C
Se la t mandata diversa da 85 ° C il calcolo viene condotto con la seguente formula
Q(tm)=Qn (ΔTn/60)k=m’cΔT
m’ portata di fluido ; c= calore specifico del fluido (4,187 kJ/kgK per l’acqua)
ΔT=(Tm-Tr)= 10K tipicamente.
Vecchi radiatori⇒ Uni 9019 :
detta h L’altezza dell’elemento, d lo spessore, e L la lunghezza si ha
V= hdl; S = 2 (hl+ld+dh) ;
Q= 314 S +cV [W]
Con c =
18000 ghisa a colonnine
20900 ghisa in piastre senza alette
24000 acciaio alettato
29000 alluminio molto alettato
22000 alluminio poco alettato
21000 acciaio a piastre
25000 alluminio med. al
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I RADIATORI UNI 9019 APPENDICE A
k
k
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tipo
ghisa colonne <30mm
ghisa colonne >30mm
ghisa colonne elittica con
nervature
piastra ghisa no aletta
piastra ghisa aletta
alluminio molto alett
alluminio mediam ale
allumio poco alett
alluminio estruso
ferro piastra non alett a 2 o
piu' ranghi
h cm
acciaio piastra alett a 1 rango
acciaio piastra alett a 2 o 3
ranghi
asciugamani acciaio
50
50
larg cm
52
52
prof cm
4
4
S (m2)
C
0,6016
0,6016
15500
16000
v ( cm3) q (kcal/h) mq
10400
323,63
10400
328,83
50
50
50
50
50
50
50
52
52
52
52
52
52
52
4
4
4
4
4
4
4
0,6016
0,6016
0,6016
0,6016
0,6016
0,6016
0,6016
15000
18500
19000
25000
22000
19000
23000
10400
10400
10400
10400
10400
10400
10400
50
52
4
0,6016
18000
50
52
4
0,6016
50
50
52
52
4
4
0,6016
0,6016
q (W)
0,83
0,84
350,10
355,30
318,43
354,83
360,03
422,43
391,23
360,03
401,63
0,81
0,91
0,92
1,08
1,00
0,92
1,03
344,90
381,30
386,50
448,90
417,70
386,50
428,10
10400
349,63
0,89
376,10
21000
10400
380,83
0,97
407,30
19500
24000
10400
10400
365,23
412,03
0,93
1,05
391,70
438,50
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GEOMETRI E
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SCALDASALVIETTE
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POSIZIONE DEI RADIATORI
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FUNZIONA IL RADIATORE?
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POSIZIONE DEI RADIATORI
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POSIZIONE DEI RADIATORI
O QUI?
QUI?
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PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO
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temperatura massima del pavimento a 29° C, emissione di circa 100W /m2
ai bordi dei locali, temperatura massima di 35° C emissione a 175 W/m2 .
Dal punto di vista tecnico si sconsiglia l’applicazione di tale tipo di
distribuzione di riscaldamento in quanto:
- problemi di circolazione alle persone
- in caso di rottura delle tubazioni si rischia l’allagamento dell’immobile
sottostante e comunque una riparazione comporta la demolizione del
pavimento!!!!! . Tale operazione è ben più onerosa che quella di una
riparazione a muro
- non è possibile disporre di una fonte di calore fruibile, utile ad esempio in
caso di piogge per fare asciugare nei pressi in modo rapido gli indumenti
bagnati.
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Pannelli a parete
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Pannelli a parete
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Pannelli a parete
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Soluzione a parete
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PARTE 2 SISTEMI AD ALTA
EFFICIENZA
1.
2.
3.
4.
5.
Caldaie a condensazione
Contabilizzazione del calore
Pompe di calore e solar assistite
Cogenerazione e trigenerazione
Teleriscaldamento
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1. Caldaie a condensazione
Nei combustibili si distinguono 2 poteri calorifici:
1. Potere calorifico superiore (PCS)
Quantità totale di calore liberata durante la combustione di 1 kg di combustibile,
quindi anche il calore latente del vapore acqueo presente nei gas di scarico
2. Potere calorifico inferiore (PCI)
Calore sensibile, utilizzabile senza condensazione dei gas di scarico
PCS=PCI+calore latente
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Aumento del grado di rendimento con la tecnica della
condensazione:
Si ottiene grazie a tre fattori principali:
- Recupero di calore per condensazione dei gas discarico
(recupero calore latente)
- Minore dispersione per gas di scarico (Recupero calore
sensibile)
- Minore dispersione per irraggiamento (mantenimento in
temperatura) (le temperature di esercizio acqua calda sono
inferiori)
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CONFRONTO TRA CALDAIE TRADIZIONALI ED A
CONDENSAZIONE
caldaia tradizionale a CH4:
η= Q/(m’Hi+R)≈91%
dove: Hi potere calorifico inferiore e R potenza elettrica spesa ( ventilatori e pompe
di circolazione in genere trascurabili)
Si vede che la massima potenza ottenibile e’ forzatamente legata all’Hi, non
avendosi condensazione.
caldaia a condensazione a CH4:
η= Q/ (m’Hs+R) ≈98 %
dove
Hs= potere calorifico superiore
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CONFRONTO TRA CALDAIE TRADIZIONALI ED A
CONDENSAZIONE- RENDIMENTI
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I poteri calorifici standard della maggior parte dei combustibili solidi,
liquidi e gassosi sono riportati nell’Allegato I al Dlgs 115 del 2008 (cui
fa riferimento anche il regolamento Reg. Liguria grn. 2009 sulla
certificazione energetica edifici e ss.mm.ii.)
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Rendimenti in funzione dei
corpi scaldanti
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MA QUANTA ACQUA CONDENSA IN UNA CALDERINA DA 35 KW?
1)Determiniamo quanto metano si brucia:
P= G’ PCS = [m3/h * kWh/m3] =[kW]
⇒ 35 = G’ *11.4 ⇒ G’ = 3.07 Nm3/h
2) determiniamo la densità del Nm3
Nm3 o normal metro cubo è un'unità di misura impiegata per misurare la quantità di gas
ad occupare un metro cubo di volume a 0 °C di temperatura e 1,013 bar assoluti di
pressione
CH4 = metano = massa molare = 12+4 = 16
p = ρR1T
R1 metano= R/ m = 8314/16 =519,62 kJ/kgK
ρ= p/(R1T) = 101300 /(519*273)
ρ = 0,714 kg/Nm3
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MA QUANTA ACQUA CONDENSA IN UNA CALDERINA DA 35 KW?
3) Determiniamo quale sia la reazione di combustione
Consideriamo la combustione del metano. La freccia indica una trasformazione chimica
metano + ossigeno
-------------> anidride carbonica + acqua
CH4 + O2 ------------> CO2 + H2O
Bilanciamo la reazione.
Il metano contiene 1 C e 4 H. Quindi avremo anche dall’altra parte 1 C e 4 H. Per avere
un C a destra ci servono 1 CO0, mentre per avere 4 H ci servono 2 H2O. Ma con due
molecole di acqua si hanno anche 4 atomi di O (in totale a destra) che devono
essere equilibrati (a sinistra).
CH4 + 2 O2 --------> CO2 + 2 H2O
4) Vediamo come vi sia rispondenza di massa prima e dopo la combustione
Calcolo stechiometrico : masse molari
CH4= 12+4 = 16 kg/kmol
CO2= 12+32 = 44 kg/kmol
O2= 16 x2 = 32 kg/kmol
H2O = 2+16 = 18 kg/kmol
CH4 + 2 O2 --------> CO2 + 2 H2O
16+64
= 80=
44+36
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MA QUANTA ACQUA CONDENSA IN UNA CALDERINA DA 35 KW?
5) Vediamo quanto H sia disponibile in peso in CH4
p% = 4/16 = 0,25 quindi in ogni Nm3 di metano vi sono disponibili 0,25* 0,714 kgH=
0,178 kgH/Nm3
6) Vediamo quanto H serva in peso per formare una molecola d’acqua
p% = 2/18 = 0,11 kgH/kg Acqua
7) Vediamo quanta acqua si forma
se da ogni Nm3 ottengo 0,178 kg di idrogeno e di questi me ne servono 0,11 per
formare una molecola d’acqua allora l’acqua che si forma è
0,178 /0.11
[kgH/Nm3/kgH/kg Acqua]
1,6 kg acqua /Nm3
e poichè si bruciano 3,07 Nm3/h ( di funzionamento)
GH20= 1,6*3,07 ≈ 5 kg/h di funzionamento
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8) Vediamo quanta CO2 si forma
C disponibile in CH4= 12/16
= 0.75
C per formare CO2 = 12/44
= 0.273
⇒ 0.75 *0.714 = 0.535 kgC/Nm3
⇒ 0.535/0.273 = 1.96 kgco2/Nm3
GC02= 1,96*3,07 ≈ 6 kg/h di funzionamento
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PROBLEMATICHE IMPIANTISTICHE CONNESSE
•
temperatura dei fumi in uscita 50/60 ° è MOLTO inferiore ai 140/160
°C dei generatori tradizionali
•
I fumi escono quasi freddi dalla caldaia a condensazione, non hanno
la "forza" di risalire su una canna fumaria, perché sono pesanti e
devono essere smaltiti tramite un sistema di tiraggio forzato azionato
da un ventilatore.
•
Smaltimento condensa (UNI 11071) due impianti di smaltimento:
•
uno per la condensa della caldaia
•
uno per la condensa del sistema di scarico dei fumi.
In pratica si tratta di costruire due sifoni uno per la caldaia e uno per lo
scarico dei fumi. Le condense provenienti dai due sifoni devono poi
confluire in un pozzetto che le raccoglie prima di essere scaricate nella
fognatura.
Attenzione prevedere neutralizzatore perché condense acide
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Requisiti tecnico-costruttivi di una caldaia a condensazione
• Combustione con basso eccesso d’aria
• Basse temperature sulle superfici di scambio
• Disposizione verticale/inclinata delle superfici di scambio
• Flusso in controcorrente gas di scarico/acqua
• Flusso equicorrente gas di scarico/condensa
• Basse temperature gas di scarico
• Sicurezza contro la corrosione
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Evacuazione condense
Norma UNI 11071 del luglio 2003
La norma fornisce i criteri di progettazione, d’installazione, di messa in servizio e di
manutenzione degli impianti domestici e similari che utilizzano gas combustibili,
asserviti ad apparecchi a condensazione ed affini di portata termica nominale non
maggiore di 35 kW.
Esempio di collegamento dell’apparecchio e del sistema di
evacuazione dei prodotti
della combustione all’impianto di scarico delle condense.
Legenda:
1) Aspirazione
2) Evacuazione prodotti della combustione
3) Raccordo a T o curva 90°
4) Condensa
5) Sifone caldaia
6) Sifone del sistema de evacuazione dei prodotti della
combustione (ove necessario)
7) Dispositivo A
8) Scarico con inclinazione >3%
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EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
Norma UNI 11071
• Generalità
Gli apparecchi a condensazione generano fumi in condizioni prossime al punto di rugiada.
I camini devono essere in conformi alla UNI 11278 :2008
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• Scarico della condensa
Norma UNI 11071
Addolcitore
Sifone
Pendenze corrette in relazione ai diametri contenuti 40-50 mm e ai possibili depositi od occlusioni
(animali)
• Formazione di ghiaccio
Allo scopo di evitare, durante il funzionamento dell'apparecchio, la formazione di ghiaccio, la
temperatura della parete interna in ogni punto dei sistema per l'evacuazione dei prodotti della
combustione lungo tutta la sua lunghezza non dove essere minore di 0°C, per condizioni di
funzionamento a umido in tutte le condizioni di funzionamento dell'apparecchio alla temperatura esterna
di progetto.
• Tenuta
La tenuta della parte del sistema di evacuazione dei prodotti della combustione non omologata con
l'apparecchio, ovvero la resistenza alla permeabilità dei gas ed alla diffusione del vapore/condensati,
deve essere garantita dal costruttore del sistema medesimo, secondo quanto previsto dalla UNI EN
1443. I valori di tenuta relativi alla UNI EN 1443 sono riportati nell'appendice della presente norma.
• Temperatura
La classe di temperatura della parte dei sistema di evacuazione dei prodotti della combustione non
omologata con l'apparecchio deve essere appropriata alle caratteristiche di funzionamento
dell'apparecchio compatibilmente alla stabilità fisico-chimica dei sistema medesimo.
In particolare la classe di temperatura del sistema utilizzato non deve essere minore della massima
temperatura dei prodotti della combustione raggiungibile in condizioni nominali dal l'apparecchio.
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Norma UNI 11071
Evacuazione condense
La quantità massima di condensa producibile
per esempio da una caldaia a condensazione
a gas metano con portata termica 24 kW è
pari a 30,7 litri al giorno da compararsi con
una produzione media giornaliera di refluo
domestico di circa 180 litri al giorno pro
capite.
Appendice B.1
a) Installazione ad uso abitativo: per utilizzi civili non si rendono necessari
particolari accorgimenti essendo i condensati abbondantemente neutralizzati dai
prodotti del lavaggio e degli altri scarichi domestici.
b) Installazione in ufficio: nel caso in cui l’ufficio, asservito ad un apparecchio, abbia
un numero di utenti minore di 10, è opportuna l’installazione di un neutralizzatore di
condense. Nel caso in cui il numero di utenti sia maggiore di 10, valgono le stesse
condizioni adottate per l’installazione in appartamento ad uso abitativo
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CONTABILIZZAZIONE DEL
CALORE
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Contabilizzazione indiretta
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Contabilizzazione indiretta
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Contabilizzazione indiretta
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Contabilizzazione indiretta
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Contabilizzazione indiretta
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Contabilizzazione indiretta
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PROBLEMATICA: NON VIENE MISURATA LA PORTATA
Vale la relazione:
Q = h * A * (TSUP – TAMB)
lTSUP viene misurata da una sonda (termometro a resistenza di
platino) e inviata ad una centralina di elaborazione e totalizzazione
che provvede ad effettuare l’integrazione temporale.
PROBLEMI:
•
Nel transitorio di riscaldamento
inaffidabili
•
Misura puntuale
•
Difficoltà di giusto posizionamento
•
Possibili manomissioni esterne
raffreddamento:
dati
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EQUAZIONE DI BILANCIO DI FLUSSI
ENERGIA= EN CEDUTA DAL FLUIDO= EN SCAMBIATA CON AMBIENTE = EN
CEDUTA ALL’ESTERNO
E = m * c * ΔT * τ = h * A * (TSUP – TINT) * τ = K * A * (TINT – TEST) * τ
Dove ( IN ROSSO LE MISURE):
Δτ
=
intervallo osservazione (mesi)
E
=
energia termica fornita all’ambiente in intervallo di tempo Δτ
m
=
portata massica fluido vettore (acqua)
ΔT
=
differenza temperatura media (in Δt) del fluido vettore in ingresso/uscita
h
=
coefficiente adduzione media superficiale
A
=
area superficie corpo scaldante
A’
=
area pareti ambiente
TSUP =
temperatura superficiale corpo scaldante
TINT =
temperatura ambiente interno
TEST =
temperatura esterna
K
=
coefficiente globale scambio pareti perimetrali edificio
C
=
capacità termica massica fluido vettore ( 4.186 Kj/kgK per l’ acqua)
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I VARI SISTEMI
COLONNE MONTANTI
* misurare energia consumata, singolarmente,dai radiatori
- quindi installare un contabilizzatore di calore su ogni radiatore.
( MISURA DELLA PORTATA DI FLUIDO PASSATO E LA
SUA TEMPERATURA MEDIA)
•GESTIRE
L’IMPIANTO
•sostituire
le valvole manuali dei radiatori con valvole termostatiche in modo
da regolare, stanza per stanza, la temperatura desiderata.( circa 65 a valvola)
•Eventuali
valvole motorizzate con un interruttore orario (timer). Collegando
elettricamente le valvole al timer si potranno aprire o chiudere i radiatori in
base agli orari scelti.
A ZONE : 1 SOLO CONTABILIZZATORE
La quantità di calore consumata da ogni radiatore viene letta, periodicamente, da un
tecnico incaricato dall’Amministratore.
Tuttavia, alcuni tra i sistemi di contabilizzazione più recenti permettono di evitare che
la lettura dei consumi sia fatta all’interno dell’appartamento, radiatore per radiatore:
ogni contabilizzatore, infatti può trasmettere via radio i dati ad una centralina,
installata ad esempio nell’androne, dalla quale l’incaricato della lettura potrà
prelevare i dati relativi ai consumi di tutti gli appartamenti. ( 5-6 € annui)
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COME FUNZIONA LA VALVOLA TERMOSTATICA ?
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OSSERVAZIONI
9 OCCORRE INSERIRE IN CALDAIA POMPE A GIRI VARAIBILI CON
INVERTER ( FINANZIATE AL 55%)
9 AL CHIUDERE DELLE VALVOLE TERMOSTATICHE AUMENTANO
LE RESISTENZE DEL CIRCUITO ⇒ SERVE MENO PORTATA
9 OCCORRE ESSERE SICURI CHE I DIVISORI, TETTO, PRIMO PIANO E
AMBIENTI VERSO LOCALI NON RISCALDATI SIANO BEN COIBENTATI
9 LE SPESE SONO SEMPRE RIPARTITE
FORFETTARIA 20-50 % E QUOTA CONSUMO.
IN
QUOTA
FISSA
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PASSO 1 – DETERMINAZIONE DELLA SPESA
La spesa totale di riscaldamento è data da:
T
( SPESA TOTALE)
=
E (SPESA ENERGETICA) = ( COMBISTIBILE+ EN EL)
+
G (SPESA GESTIONALE)
(conduzione e manutenzione
ordinaria +gestione del servizio di contabilizzazione del calore
e di ripartizione della spesa di riscaldamento +ammortamento
relativa al periodo considerato (ove prevista)
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PASSO 4 CASI ANOMALI E MANOMISSIONI ( PAG 11 UNI 102OO)
In presenza di consumi anomali, l'utente può richiedere a sue spese la verifica
delle apparecchiature. Qualora venisse riscontrato un errore di misura maggiore
del 10%, si procede alla correzione dei dati ed all'eventuale conguaglio della
somma eventualmente già pagata (limitatamente agli ultimi 12 mesi), oltre al
rimborso delle spese di verifica, ed alla riparazione o taratura del misuratore.
Qualora venissero riscontrati malfunzionamenti tali da rendere inattendibili le
misure, il consumo va calcolato sulla base dei dati seguenti:
a) valore medio dei tre anni precedenti, corretto per tenere conto dei gradi
giorno del periodo considerato rispetto alla media dei periodi di riferimento;
b) valore corrispondente alla media dei consumi di volumi equivalenti per
posizione (piano) ed esposizione;
c) valore previsto dal certificato energetico di cui alla legislazione vigente.
MANOMISSIONI
L'utente è responsabile dell'eventuale manomissione delle apparecchiature di
contabilizzazione. Qualora vengano rilevati tentativi di alterazione della misura e
manomissioni delle apparecchature aventi lo scopo di prelevare calore in modo
illecito, tali da rendere inattendibili le misure, il consumo va calcolato come
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previsto al punto precedente, fatte salve ulteriori misure in conformità alla
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GEOMETRIinEmerito.
GEOMETRI
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vigenteDEI
legislazione
(ANCHE
PENALI)
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Considerazioni pratiche
3. Pompe di calore
Vogliamo costruire una semplice macchina che sia in grado di portare un
fluido ad una temperatura inferiore alla temperatura ambiente.
Facciamo riferimento ad una semplice esperienza fatta per caso all’interno
del nostro garage.
Premendo sulla valvola sgonfiamo la ruota della bicicletta e ci accorgiamo
che l’aria che fuoriesce dal tubolare è sensibilmente fredda, al punto da
produrre una sensazione di gelo sulle dita.
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Considerazioni pratiche
3. Pompe di calore
Per ripetere il fenomeno appena citato è necessario:
* gonfiare la ruota della bicicletta con una pompa;( aumento di pressione)
* aspettare che l’aria immessa dentro la ruota si riporti alla temperatura
ambiente (l’aria appena immessa per compressione dentro la ruota è molto
calda a causa della compressione subita nel passare dalla pressione ambiente
pari ad 1 bar alla pressione interna pari a circa 5 bar che si ha nella camera
d’aria); (raffreddamento)
* Fare fuoriuscire l’aria premendo sulla valvola (l’aria si espande da 8 bar ad 1
bar e quindi si porta ad una temperatura molto più bassa rispetto alla
temperatura ambiente).
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Considerazioni tecniche
Una macchina frigorifera permette di trasferire del calore da una sorgente a
temperatura più fredda ad una a temperatura più calda, invertendo lo scambio
naturale. L’esempio più evidente è il
Sorgente calda
frigorifero domestico: dal vano
alimenti viene trasferito del calore
2
Liquido alta
Vapore alta
all’ambiente della cucina.
pressione alta
pressione alta
Il vano alimenti è la sorgente
temperatura
fredda del frigorifero, e la cucina è la temperatura
sorgente calda. Questo scambio di
energia è possibile solo fornendo
1
3
energia ad un sistema frigorifero.
1. Compressore
2. Condensatore
3. Organo di laminazione
4. Evaporatore
Liquido bassa
pressione
bassa
temperatura
Vapore bassa
pressione
4
bassa
Sorgente fredda temperatura
Aria Acqua Suolo
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ACQUA
Il passaggio di fase liquido-vapore sul piano pressione-volume specifico
100°C
20°C
1.013 bar
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Nozioni di TERMOIGROMETRIA (Aria Umida)
La temperatura e la pressione cui avviene un
passaggio di fase sono dette temperatura di
saturazione Ts e pressione di saturazione ps.
in corrispondenza della pressione di 1.013 bar
(pressione normale al livello del mare) la
temperatura di saturazione dell’acqua, come tutti
sanno è 100°C.
Ossia l’acqua bolle a 100 °C.
Osserviamo ora cosa succede a 2000 m di quota.
La pressione, dalla legge di Stevino è p= pnormρgh ossia circa 0.8 bar.
A tale pressione la temperatura di ebollizione
dell’acqua (cioè la temperatura di saturazione
0.8bar) è 93,51 °C, cioè ben circa 7°C in meno.
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Considerazioni tecniche
Il funzionamento di un ciclo frigorifero come pompa di calore
Un ciclo frigorifero trasferisce calore da una sorgente a temperatura inferiore (sorgente
fredda) ad una a temperatura superiore (sorgente calda).
Il ciclo può: raffreddare la sorgente fredda a contatto con l’evaporatore
oppure riscaldare la sorgente calda a contatto con l’evaporatore.
Se lo scopo è raffreddare la sorgente fredda si parla di frigorifero,
Se lo scopo è quello di riscaldare la sorgente calda si ha una pompa di calore.
Il frigorifero domestico, visto dal lato
dell’evaporatore,
quindi dal punto di vista degli alimenti
che vi sono conservati, è un frigorifero.
Visto dal lato del condensatore, il frigorifero
domestico diventa una pompa di calore.
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Condensatore
(calore ceduto)
Compressore
Evaporatore (calore
sottratto alla cella)
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Considerazioni tecniche
Efficienza energetica di un circuito frigorifero
Con efficienza del ciclo frigorifero si intende il rapporto tra la sua resa utile ed il suo
consumo elettrico.
Il rapporto può essere fatto tra due potenze (potenza utile resa su potenza assorbita
dai compressori) o tra due energie (energia prodotta in un intervallo di tempo su
consumo elettrico nello stesso intervallo di tempo)
Le perdite del ciclo frigorifero sono dovute a:
• efficienza degli scambiatori di calore
• rendimento del compressore
• perdite di pressione nei condotti di aspirazione e mandata
Gli indici energetici utilizzati per definire le prestazioni sono COP (Coefficient Of
Performance FRIGO ) ed EER (Energy Efficiency Ratio PDC)
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Considerazioni tecniche
COP (Coefficient Of Performance)
Può essere utilizzato sia per il funzionamento in ciclo estivo sia per quello in ciclo
invernale.
È espresso dalle formule:
• per il ciclo estivo EER = Pf/A
• per il ciclo invernale COP = Pt/A
Pf = potenza frigorifera resa all’evaporatore espressa in kW
Pt = potenza termica resa al condensatore espressa in kW
A = potenza elettrica assorbita dal compressore espressa in kW
Devono essere precisate le condizioni alle quali viene dichiarato il valore di COP
Nella pratica quotidiana i valori di COP dichiarati dai costruttori sono comprensivi
anche del consumo elettrico dei ventilatori, per le macchine condensate ad aria.
Pertanto la A è la somma della potenza assorbita dai compressori e dai ventilatori.
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Considerazioni tecniche
EER (Energy Efficiency Ratio)
Può essere utilizzato solo per il ciclo estivo.
• EER = Pf/A
Pf = potenza frigorifera può essere espressa in kW o in BTU/h o altre unità di misura
A = potenza elettrica assorbita dal compressore espressa in kW
Bisogna sempre far riferimento all’unità di misura utilizzata
Ultimamente in Europa si tende ad utilizzare EER per indicare l’efficienza in ciclo
estivo ed il COP per indicare l’efficienza invernale.
Nella pratica quotidiana i valori di EER dichiarati dai costruttori sono comprensivi
anche del consumo elettrico dei ventilatori, per le macchine condensate ad aria.
Pertanto la A è la somma della potenza assorbita dai compressori e dai ventilatori.
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Considerazioni tecniche
Efficienza reale
COP = COPTH ⋅ ε E ⋅ηC
eE dipende dal refrigerante
hC è il rendimento del compressore
Per un refrigeratore condensato ad aria si passa da un valore di COP teorico di
circa 6 ad un valore reale di circa 3,66
Per un refrigeratore condensato ad acqua si può passare da un valore di COP
teorico di circa 7,6 ad un valore reale di circa 5,5
Solitamente, i limiti di COP reali sono di circa 3,9 per le macchine condensate ad
aria e di circa 5,5 per le macchine condensate ad acqua.
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Prof. Ing. Paolo Cavalletti
U.T.A.
filtro (1)
Nel corso della stagione estiva funzioneranno
solo
i
componenti
2
(batteria
di
raffreddamento)
e
6
(batteria
di
riscaldamento),
mentre
nella
stagione
invernale
funzioneranno invece solo i componenti
3 (batteria di riscaldamento),
4 (saturatore adiabatico) e 6 (batteria di
postriscaldamento).
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U.T.A.= CTA ( CENTRALE TRATTAMENTO ARIA)
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Tipologie delle pompe di calore
Sorgente fredda
Sorgente calda
Sorgente calda
•Aria – aria;
•Aria – acqua;
•Acqua – acqua;
•Acqua – aria;
•Suolo – aria;
•Suolo – acqua;
•Ad assorbimento.
Sorgente fredda
Aria Acqua Suolo
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Prof. Ing. Paolo Cavalletti
Pompe di calore geotermiche
Il calore è sottratto al terreno tramite un circuito intermedio di tubi in polietilene.
In questi tubi circola una miscela di acqua e antigelo. Lo scambio di calore tra il
circuito ed il fluido refrigerante avviene nell’evaporatore
(scambiatore di calore a piastre in acciaio inox)
della pompa di calore.
I singoli tubi del collettore
esterno sono collegati ad
un collettore interno con
una saracinesca. Da lì
vengono collegate le
tubazioni di mandata e di
ritorno comuni alla pompa
di calore.
Meccanismi di
scambio termico tra
terreno e ambiente
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Prof. Ing. Paolo Cavalletti
Pompe di calore geotermiche
Andamento della temperatura del suolo in funzione della profondità
(Sito tedesco)
FONDAZIONE FEDERICO
FORTIS
Corso per
Certificatori Energetici,
DEI
GEOMETRI E
GEOMETRI
Modulo 1/xx,
LAUREATI
DELLA PROVINCIA DI NOVARA
Pag. 108 / XX
108/133
Prof. Ing. Paolo Cavalletti
Pompe di calore geotermiche
Temperatura del suolo [°C]
Andamento della temperatura del suolo in funzione della profondità
Profondità [m]
3.4
1.7
1.0
0.5
Temperatura
aria
Gennaio
Marzo
Maggio
Luglio
Settembre
Novembre
Mese
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Pompe di calore geotermiche
Disposizioni dello scambiatore interrato orizzontale di tipo lineare e a
spirale
Energia estratta annua 50-70
kWh/anno m2
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Pompe di calore geotermiche
Disposizioni degli scambiatori interrati verticali in parallelo Borehole Heat
Exchanger, BHE
Energia estratta annua 100
kWh/anno m
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Pompe di calore geotermiche
Schema semplificato di un sistema per il solo riscaldamento
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Pompe di calore geotermiche
Captatori geotermici Integrati nelle fondazioni
Dock Midfield, 300 pali geotermici
Dock Midfield, aeroporto di Zurigo (Ref. D.Pahud, www.isaac.supsi.ch)
Raffrescamento gratuito, free cooling (Dock Midfield, 58000m2,
anno 2006, 580 MWh/anno)
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Pompe di calore geotermiche
Sonde verticali BHE - tipologia
Sonda singola
Resistenza interna conduttiva BHE [K/W m] – Diametro
perforazione 0.11 m, Tubo PE DN 25 PN10
b
Interasse
[mm]
Tipo di
sonda
70
U
Singolo
U
Doppio
U
Singolo
U
Doppio
Doppia sonda
70
50
50
Conducibilità termica del riempimento
(grout) [W/m K]
0.7
1
1.5
2.0
0.134
0.109
0.0893
0.0785
0.0762
0.0627
0.0515
0.0454
0.182
0.142
0.110
0.0936
0.127
0.0995
0.0774
0.0659
Matrice di 4 sonde
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L’impianto a pompa di calore elio-assistita - PCEA
Pannelli tradizionali disperdono gran parte dell’energia captata (60%). Bassi rendimenti (<0.5)
Differenza tra PSIPC PCEA,
PSIPC un collettore solare nudo è utilizzato direttamente come evaporatore di un ciclo a pompa di calore,
migliorando le prestazioni
già descritte,
PCEA
– impianto a pompa di calore elio-assistita
PCEA si sfruttano i collettori solari come sorgente termica inferiore passando attraverso uno scambiatore di
calore freon-acqua aggiuntivo
Notevoli vantaggi :
facilità di installazione
> dell’efficienza dei pannelli e del COP,
col fine di ottimizzare il risparmio energetico e massimizzare il guadagno economico
PSIPC
PCEA
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PSIPC – imp. integrato a p. d. c.
Il fluido, in fase liquida, entra nella serpentina del collettore solare, dove assorbe l’energia necessaria al passaggio di stato (trasformazione 5-1).
Dopo l’evaporazione, il refrigerante entra nel separatore dove la fase gassosa viene appunto separata dall’eventuale fase liquida ancora presente,
cosi da garantire che il fluido arrivi al compressore nella sola fase gassosa ed evitare possibili guasti. All’uscita dal separatore il fluido si trova
quindi in condizioni di vapore saturo secco ed entra nel compressore (1-2), dove viene compresso e mandato al condensatore, dove,
raffreddandosi, passa dalla fase gassosa a quella liquida (2-3) e cede calore all’acqua di rete, riscaldandola.
A questo punto il fluido refrigerante, in fase liquida, entra nel recuperatore dove si sottoraffredda ulteriormente (3-4) e cede calore all’acqua di
rete nel serbatoio, che si preriscalda prima di entrare nel condensatore. Il fluido refrigerante passa infine in un filtro ed entra nella valvola di
laminazione, dove viene espanso isoentalpicamente (4-5). Il ciclo base del refrigerante è quindi schematizzabile con 4 trasformazioni: 2 isobare, 1
isoentalpica e 1 adiabatica (noto il rendimento isoentropico). L’acqua di rete, invece, entra nel serbatoio del separatore preriscaldandosi (1’-2),
viene poi pompata nel condensatore (2’-3’) dove assorbe il calore ceduto dal refrigerante e, raggiunta la temperatura dell’utenza (3’-4’), esce
dall’impianto.
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acqua 1 bar
acqua 9 °C e 0,011 bar
torre evaporativa
raffredda ambiente
aria umida 45°C
apporto acqua
pannello
solare
vapore 9°C e 0,011 bar
separa H2O ↑
Li Br
mix
raffreddamento
LiBr ↓
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•
Principali caratteristiche di macchine frigorifere ad
assorbimento
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COGENERAZIONE:
produzione combinata di
energia elettrica e di
energia termica (calore).
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Consente un risparmio energetico, rispetto alla
produzione separata delle stesse quantità di
energia.
Tenuto conto dei benefici ambientali che ne
derivano, la COGENERAZIONE viene assimilata alle
fonti
RINNOVABILI DI ENERGIA.
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SITUAZIONE ANTE COGENERAZIONE
Caldaia esistente
(cliente)
Energia termica
Distribuzione gas
t
Gas
•
CLIENTE
Energia termica
Energia elettrica
Energia elettrica
Distribuzione
energia elettrica
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•
t
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CON COGENERAZIONE
Caldaia esistente
(cliente)
di integrazione
Energia termica
Distribuzione gas
di base
•
t
Gas
Energia termica
CLIENTE
Energia elettrica
Cogeneratore
Vendita surplus
di base
Energia elettrica
Distribuzione
energiaDEI
elettrica
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integrazioneDI NOVARA
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t
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•
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Gli impianti combinati
- ρ'qtrad rendimento della conversione in calore negli impianti tradizionali
- ρ q cogen frazione dell'energia termica disponibile resa disponibile in una forma
utilizzabile dall'utenza.
Allo stato attuale del progresso tecnologico per i rendimenti di cui sopra si possono
assumere mediamente, con buona approssimazione, i seguenti valori:
ρ'e = 0.42 ρe = 0.35 ρ 'q = 0.90 ρq = 0.75
Pertanto se un'utenza necessita, ad esempio, di 50 unità di energia elettrica e di 70
unità di energia termica il consumo di energia primaria nel caso di generazione
separata, vale:
50/0.42 + 70/0.90 = 197 unità
di energia primaria
e con un rendimento
complessivo:
(50 + 70)/197 = 0.61
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Gli impianti combinati
Nel caso a cogenerazione
energia elettrica prodotta (50 + 70) = 120 unità
consumo di 50 /0.35 = 143 unità di energia primaria;
rendimento globale si eleva al valore:
120 / 143 = 0.84
Delle 143 unità di energia primaria consumata
50 trasformate in energia elettrica
143 - 50 = 93 unità
70 sono utilizzate come calore
risparmio di energia primaria
[(197-143)/197] %= 38%
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Impianto con motore a combustione interna
Il campo dei motori a combustione interna applicati alla cogene-razione occupa le
piccole e medie potenze; ad esempio il TOTEM (Total Energy Module) ha
potenza 15kWe elettrica e 28 kWq termica con un rendimento complessivo
0.91, ed è prodotto in grande serie utilizzando componenti non specifici ma
propri dell'industria au-tomobilistica. Particolarmente interessanti sono i moduli
a combustione interna leggeri e veloci (1000 e 1500 giri/min per reti a 50 Hz),
di po-tenza dell'ordine del migliaio di kWe. Tali gruppi sono alimentati a gasolio
o a metano e possono essere disposti in batterie da tre a otto unità. Il recupero
di calore avviene dall'acqua di raffreddamento, dai gas di scarico e dall'olio di
lubrificazione.
Il recupero del calore dissipato dall'alternatore richiede dispositivi complessi e di
costo elevato e non è quasi mai realizzato.
I componenti di recupero del calore possono essere raggruppati in apposite unità
munite di tutti i necessari collegamenti tubolari.
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MCI (*)
TG
TV
rendimento
complessivo (%)
70-85
75-90
70-85
rendimento
elettrico (%)
25-50
10-30
20-38
rendimento
termico (%)
30-45
60-75
35-50
0,2-0,5
0,1-0,2
0,2-0,8
700-900
2000-3000
500-1300
1,0-1,6
0,3-0,5
0,6-0,8
M,G
tutti
M,G
indice elettricotermico
investimento (€)
costo
manutenzione
(c€)
combustibili (**)
(*) I valori del rendimento sono riferiti al recupero di tutto il calore disponibile; nel caso in cui si sfruttino solo i
gas di scarico il rendimento complessivo cala del 15-30%.
(**) M: gas naturale; G:gasolio; H: idrogeno e metanolo
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È un processo di cogenerazione che, mediante cicli di assorbimento dell'energia
termica, produce energia frigorifera (acqua refrigerata per il condizionamento e per
i processi industriali). Il processo di assorbimento avviene tramite trasformazioni di
stato del fluido refrigerante (acqua) in combinazione con il bromuro di litio utilizzato
come assorbente. Il rendimento aumenta in maniera esponenziale rispetto ai metodi
tradizionali con risparmi energetici anche del 60%.
•
Aumento dell’efficienza dei sistemi di conversione
dell’energia (impianti di generazione)
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Esempio di trigeneratore a pompa di calore
Caldaia-refrigeratore ad assorbimento GAHP-W acqua-acqua.
L’unità GAHP-W, alimentata a metano/GPL, produce contemporanea
acqua calda fino a 65°C (versione acqua-acqua) e refrigerata fino a 5°C (versione GAHP-W-LB terra-acqua). Recupera energia da aria,
acqua (laghi, fiumi, falde, etc.) o terreno (fonti di energia rinnovabile)
che, sommata a quella prodotta dalla combustione del gas metano,
viene fornita agli ambienti da riscaldare con un’efficienza in
riscaldamento superiore al 150%.
PRESTAZIONI NOMINALI IN RISCALDAMENTO
Potenza termica nominale (temp. mandata acqua 50°C) kW 35,3
Temperatura aria esterna bulbo secco/bulbo umido °C 7/6
Temperatura aria esterna bulbo secco min/max °C -20/35
Temperatura ritorno acqua utenza min/max °C 2/45
Temperatura massima mandata acqua utenza °C 60
PRESTAZIONI NOMINALI IN RAFFRESCAMENTO
Potenza frigorifera nominale (temp. mandata 7°C) kW 16,9
Temperatura aria esterna °C 35
Temperatura aria esterna min/max °C 0/45
Temperatura ritorno acqua utenza min/max °C 6/45
Temperatura minima mandata acqua utenza °C 3
Potenza elettrica nominale (230V-50Hz) kW 0,9
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4. Teleriscaldamento
Quasi tutti gli impianti per il riscaldamento
di edifici civili e industriali richiedono la
presenza di un fluido vettore di energia
termica (acqua, aria, olio diatermico). Con
il termine teleriscaldamento s'intende il
trasporto a distanza, rispetto al luogo di
produzione, di tale energia termica per gli
usi connessi alla climatizzazione invernale
(e talvolta estiva, per mezzo d'impianti ad
assorbimento) e per la produzione di acqua
sanitaria.
Il trasporto avviene tramite rete di distribuzione coibentata percorsa da acqua calda;
in corrispondenza degli edifici serviti un opportuno scambiatore di calore trasferisce
l'energia all'utenza convertendo il valore della temperatura del fluido in quello più
consono all'utilizzatore. Il Teleriscaldamento è applicabile a fabbricati di nuova
costruzione o esistenti se muniti di centrale termica: in tal caso la tradizionale caldaia
condominiale viene sostituita con lo scambiatore di calore. Se invece il condominio è
TERMOAUTONOMO , l'allacciamento presenta maggiori difficoltà.
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Con tali impianti vengono servite quasi sempre utenze che
necessitano di notevoli potenzialità termiche: quartieri cittadini,
complessi ospedalieri, piscine, ecc.
La figura mostra sinteticamente lo schema a blocchi di un
impianto di teleriscaldamento nel quale possiamo generalmente
distinguere le seguenti parti componenti:
a) una o più centrali di conversione energetica, indipendenti tra
loro o interconnesse, ove viene prodotto (da solo o insieme ad
altre forme di energia) il calore, comprendendo tutti gli impianti
per il trattamento ed il movimento del fluido-vettore che, nel
caso più frequente, è acqua surriscaldata. Vi saranno perciò
installati:
- l'impianto di trattamento dell'acqua (filtri, ecc.);
- il vaso di espansione e gli accumulatori;
- le pompe di circolazione;
gli organi di regolazione primaria.
Ogni centrale è normalmente composta da più unità produttive per ragioni di
modularità di costruzione, di esercizio e per funzioni di riserva.
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b) Una rete di trasporto e distribuzione realizzata con due tubazioni affiancate,
generalmente di uguale diametro: una per la mandata e una per il ritorno.
c) Un complesso di sottocentrali di scambio termico, ove avviene il trasferimento di
calore all'edificio; qui hanno anche sede gli organi per la regolazione locale e per la
misurazione dell'energia prelevata.
Da un punto di vista puramente energetico, non è da pensare che, a causa del nostro
clima, il problema del riscaldamento per usi civili abbia scarsa rilevanza relativa: la
struttura del quadro energetico italiano mostra che circa il 20% (pari a 30 MTep)
dell'uso finale dell'energia primaria è per usi termici a bassa temperatura con consumo
di combustibili fossili. La maggior parte di questi consumi è attribuibile al settore
residenziale e terziario. Di non secondaria importanza è il fatto che a tale risparmio
corrisponde una riduzione consistente dei quantitativi di inquinanti immessi
nell'atmosfera.
D'altronde, lo spazio operativo d'interesse dei sistemi a teleriscaldamento risulta, in
Italia, molto ampio in quanto il nostro Paese ha, in Europa, una piccola percentuale di
incidenza del teleriscaldamento sul consumo totale di calore per il riscaldamento civile.
Un primo aspetto da prendere in considerazione nel trattare gli impianti di
teleriscaldamento è quello connesso al sistema di produzione del calore.
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ACQUI TERME
Attualmente le utenze del teleriscaldamento sono 17 per una potenzialità di 7565 Kw.
Il sistema, originariamente concepito per lo sfruttamento del calore geotermale, è stato
finora utilizzato in modo tradizionale ovvero con la produzione dell’energia termica con
una serie di caldaie a gas.
Infine, sarà possibile attraverso un sistema di cogenerazione produrre energia
elettrica con la relativa immissione nella rete di distribuzione nazionale».
La nuova centrale Ha una potenzialità termica complessiva di 8530 KWe servirà 29
edifici comunali. La potenzialità elettrica di cogenerazione sarà di 2650 KW, con una
produzione di energia elettrica di 2500 Mwh annui.
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Grazie per l’attenzione…
Prof. Ing. Paolo Cavalletti
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Tel 010 8362204
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