“Giallo a Maniago”, protagonista la criminologa Roberta

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“Giallo
a
Maniago”,
protagonista la criminologa
Roberta Bruzzone
Al via sabato 25 la terza edizione di “Giallo a Maniago”, spin
off della rassegna Pordenone Pensa. La manifestazione,
organizzata dalla Provincia di Pordenone e dal Circolo
Culturale Eureka, si propone di diffondere la cultura e fare
conoscere al pubblico ospiti illustri nei centri della
provincia.
In calendario una serie di incontri con personaggi di rilievo
nell’ambito della criminologia. A inaugurare la rassegna
l’appuntamento di sabato pomeriggio (ore 18.00) al Teatro
Verdi. Protagonista la nota criminologa Roberta Bruzzone, che
ha trattato alcuni dei casi più scottanti degli ultimi anni. A
condurre il dialogo il giornalista del Gazzettino di Pordenone
Lorenzo Padovan. Ad assistere un pubblico numeroso e
incuriosito dall’esperienza maturata sul campo dalla Bruzzone.
Un curriculum formativo e professionale di tutto rispetto, da
fare invidia ai colleghi che operano nell’ambito della
criminologia, una competenza supportata da una precisa
dialettica, un carattere deciso e volitivo che dimostra una
padronanza di sé e del suo mestiere. Si presenta così l’ospite
e il giornalista svela chela Bruzzoneavrebbe
raggiungere Maniago in sella alla sua Ducati.
voluto
Si entra nel vivo del dibattito, durante il quale la
criminologa, esperta in scienze forensi e criminal profiler,
specialista in analisi e ricostruzione della scena del
crimine, ha presentato il suo libro “Chi è l’assassino” edito
dalla Mondadori nello scorso gennaio. Consulente tecnico in
alcuni degli episodi di cronaca nera più rilevanti degli
ultimi anni,la Bruzzone ha intrattenuto il pubblico rivelando
il suo parere sui casi che hanno avuto maggiore esposizione
mediatica. Nel libro si ragiona sulla figura del criminologo e
sulle metodologie di lavoro, dall’indagine sulla scena del
crimine allo studio degli atti, dal modo di condurre
l’interrogatorio alla delineazione del profilo dell’assassino.
«Per un criminologo» commenta «rimane fondamentale
l’esperienza sul campo, non basta solamente la formazione
professionale. Sarebbe come farsi operare da un chirurgo con
un curriculum di tutto rispetto, ma che non ha mai preso in
mano un bisturi». Incalzata dalle domande del giornalista, che
riecheggiano la curiosità – qualcuno direbbe la morbosità –
del pubblico, la professionista ha dunque discusso
sull’omicidio di Erba, sul delitto della piccola Sarah Scazzi,
sugli abusi nella scuola materna Olga Rovere. Ha concluso il
dibattito ripercorrendo le tappe principali della vicenda
unabomber, che ha inquietato per anni il triveneto, ammettendo
l’atipicità e unicità del caso. Anche se sostienela Bruzzone
«non esistono delitti perfetti, così come non esistono delitti
irrisolti, ma purtroppo ci troviamo di fronte a tanti delitti
impuniti». Non poteva mancare un parere sul delitto efferato
che ha insanguinato la tranquilla località balneare di
Lignano, ammettendo comela Procura di Udine, al di fuori di
ogni riflettore mediatico, stia operando con la massima
professionalità e riservatezza, evitando la fuga di notizie.
«Apprendiamo dai giornali e dalla tv le stesse cose che
abbiamo sentito il primo giorno» afferma «e questo dovrebbe
costituire un modello da prendere d’esempio anche in altri
casi in cui si è spalancata la porta ai media con troppa
facilità».
La rassegna si è aperta dunque con un evento di indubbio
successo.La Bruzzoneha promesso di autografare le copie del
libro, che al termine della presentazione era già esaurito sul
banchetto espositivo. Il primo capitolo del libro è tuttavia
disponibile on-line, per cui gli appassionati di criminologia
potranno tuffarsi nella lettura e sicuramente faranno poi un
salto in libreria. A ringraziamento della sua gentilezza e
disponibilità, la città di Maniago ha voluto omaggiarela
Bruzzonecon un cadeaux, un coltello, simbolo della città
ospitante. Proprio in questi giorni, infatti, si stanno
svolgendo i tradizionali festeggiamenti perla Festadel
Coltello, con esposizioni e mostre legate al prodotto
dell’artigianato locale che ha reso famosa la cittadina a
livello europeo.
Alle 20.00, sempre presso il Teatro Verdi, si è svolto
l’incontro con il giornalista e scrittore Sandro
Provvisionato, curatore della trasmissione di Canale 5 “Terra”
e direttore del sito misteridiitalia.it, archivio storico
dedicato alle vicende criminali degli ultimi 55 anni. “Giallo
a Maniago” prosegue domenica con una serie di appuntamenti
imperdibili. Alle 18.00 Nicolai Lilin, intervistato dal
direttore di PnBox Francesco Vanin, presenterà il romanzo
“Educazione siberiana”(Einaudi, 2009). Alle 19.00 la
scrittrice Raffaella Guerra parlerà dei suoi romanzi
ambientati tra Cividale, Duino e Frisanco, che mescolano
elementi del giallo e trame fantastiche. A chiudere la
rassegna, alle ore 20.00, Maurizio Dianese ci inoltrerà tra i
misteri della vicenda di Felice Maniero e della mala del
Brenta.
Vito Digiorgio
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“Tra
innovazione
tradizione”:
allievi
e
in
passerella ISIS Cossar
gorizia a teatro Verdi
di
Ha ottenuto un grandissimo successo la sfilata di moda di fine
d’anno scolastico organizzata dall’I.S.I.S. “Cossar – da
Vinci” di Gorizia, alla quale hanno partecipato tutti gli
Istituti superiori professionali che, in Friuli Venezia
Giulia, offrono il corso di Abbigliamento e Moda. Nella serata
di giovedì 7 giugno un pubblico delle grandi occasioni ha
gremito il Teatro “Giuseppe Verdi” di Gorizia, che ha ospitato
le studentesse del “Lino Zanussi” di Pordenone, del “Raimondo
d’Aronco” di Gemona del Friuli (Udine) e del “Cossar Da Vinci”
di Gorizia, facendo sfilare un centinaio di creazioni ideate e
prodotte da loro.In tutto sono state dieci le collezioni
proposte, diverse e tutte molto interessanti, passando dagli
abiti fatti riciclandone altri dismessi o da tessuti
recuperati a nuova vita, fino a capi che ripercorrono la
storia e l’arte tra passato e presente. E ancora, creazioni
che si rifanno alla Natura e ai suoi significati o al colore e
allo stile della maglieria. Ha aperto la serata la collezione
“Echi storici e presente” dello Zanussi di Pordenone, cui
hanno fatto seguito le tre collezioni del “d’Aronco” di
Gemona, intitolate rispettivamente “Colori, profumi,
emozioni”, “Artisti e stili del tempo” e “Waiting-for water”.
Quindi è stata la volta dei padroni di casa, con “Ecofashion”, nelle tre collezioni “Ricicliamo”, “Just-Jeans” e
“Non solo Jeans” per finire con “Tra innovazione e
tradizione”, che si è snodata nelle tre collezioni
“Merlettiamo”, “God save the queen” e “Knitwear”. Ogni
collezione è stata calorosamente applaudita, esprimendo
l’apprezzamento del pubblico per il valore creativo delle
proposte e per la buona presenza scenica dimostrata dalle
studentesse/modelle.
Nell’intervallo la dirigente scolastica del “Cossar – da
Vinci”, dott.ssa Anna Condolf, ha rivolto parole di saluto
agli intervenuti ed un breve excursus sull’ideazione,
svolgimento e realizzazione dell’evento, che è inserito nel
piano dell’offerta formativa d’istituto. Ha ringraziato in
particolare la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia,
Assessorato all’Istruzione, università, ricerca famiglia,
associazionismo e cooperazione, che ha erogato un importante
contributo a valere sul bando “Progetti speciali” e il Comune
di Gorizia, che ha concesso la sala ad una tariffa contenuta.
Inoltre ha reso evidente l’importanza della partnership creata
con le scuole regionali del settore, alle quali si sono
aggiunte la scuola Merletti, con la quale il “Cossar da Vinci”
ha una collaborazione pluriennale, che quest’anno si è
concretizzata nel progetto “Merlettiamo” ed al quale è stata
dedicata una collezione, e lo IAL FVG di Gorizia ha impegnato
i suoi studenti delle classi Operatori del benessere, i quali
hanno curato con eleganza l’acconciatura e il trucco delle
modelle. Complessivamente le persone che hanno lavorato per
l’evento sono state più di 170, un numero notevole che dà la
cifra dell’importanza della manifestazione. Parole di elogio
per la manifestazione sono state rivolte anche da parte della
dott.ssa Patrizia Iob, dirigente del “d’Aronco” di Gemona del
Friuli, presente in sala ed entusiasta della riuscita della
serata.
Al
termine
dello
spettacolo
ringraziamenti
a
tutti
i
partecipanti sono stati rivolti a tutto lo staff organizzativo
e creativo, a partire dalle professoresse Agata Coszach e
Maria Luisa Claudio, ai docenti delle scuole partner, alle
studentesse ed agli studenti impegnati, per arrivare a tutto
il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, scolastico
ed esterno.
La Battaglia di Legnano al
Teatro Verdi di Trieste
Dal nostro inviato a Trieste
Viva Italia forte ed una/colla spada e col pensier!/Questo
suol che a noi fu cuna/tomba sia dello stranier! La Battaglia
di Legnano è un grido patriottico, un appello al popolo
italiano affinché trovi il coraggio e la forza di ribellarsi
al dominio asburgico. L’opera, datata 1849 nacque in un clima
politico rovente, infiammato dai motti del 48 e Verdi,
particolarmente sensibile alla questione nazionale, volle
partecipare a suo modo celebrando il popolo italiano
attraverso il racconto di un fatto storico, la battaglia di
Legnano appunto, opportunamente romanzata dal librettista
Cammarano. Certo non si tratta del miglior Verdi né d’altronde
è facile trovare il grande genio del compositore bussetano tra
le opere degli anni di galera, fatte salve le poche eccezioni
ben note. L’opera non è musicalmente un granché né può
giovarsi dell’esplosiva forza teatrale di altri lavori del
cigno di Busseto eppure riesce a trasmettere un fiero senso di
rivalsa, un sano ottimismo patriottico di cui il popolo
italiano avrebbe bisogno oggi più che mai. Poi certo è vero
che in taluni momenti la celebrazione dell’italica retorica
sfiora il grottesco a causa degli improbabili versi di
Cammarano.
Il primo Verdi è in gran parte inattuale, lo è la sua poetica,
lo è in ragione della struttura a numeri chiusi tipica
dell’opera italiana di prima metà ottocento particolarmente
forzata, lo è probabilmente perché lo stile interpretativo per
questo repertorio è di fatto fermo agli anni sessanta. Questo
non vuol essere un giudizio sul valore artistico del
compositore, semplicemente è necessario ed auspicabile un
approccio nuovo a queste opere affinché possano essere rese al
pubblico nella loro completa potenza teatrale così com’è
avvenuto con Mozart, Wagner o con la musica barocca nei
decenni scorsi. L’allestimento di Ruggero Cappuccio con scene
e costumi di Carlo Savi invece non cerca strade nuove (se non
vogliamo illuderci che l’ambientazione in un contesto che
esuli dalle indicazioni del libretto rappresenti una regia
moderna). L’idea di spostare l’intera vicenda in un museo,
quasi a voler catturare il momento in un’istantanea della
storia italiana potrebbe essere una carta vincente, purtroppo,
complice una regia sommaria e risaputa il gioco non riesce e
l’effetto generale non coinvolge. La responsabilità va poi
divisa con i cantanti, poco propensi alla cura della resa
attoriale.
Dopo l’Anna Bolena inaugurale tornava sul podio dell’orchestra
del teatro triestino il maestro Boris Brott il quale ha
affrontato la musica di Verdi con spirito fin troppo
pragmatico scansando sistematicamente qualsiasi tentativo di
colorare o impreziosire la musica e limitandosi al mero
accompagnamento al canto, sostenuto nell’occasione al meglio.
Dimitra Theodossiou, Lida, è piena di buone intenzioni spesso
disattese alla prova dei fatti. Sicuramente va apprezzata la
generosità del soprano nel ricercare un canto morbido e
rarefatto soprattutto nelle prodezze ad alta quota che la
scomodissima scrittura verdiana impone, purtroppo non sempre
l’intonazione è impeccabile. Andrew Richards nei non meno
scomodi panni di Arrigo se la cava più che degnamente. Anche
la parte del tenore è decisamente impervia, tutta giocata sul
passaggio con frequenti escursioni in acuto che il cantante
affronta con sicurezza. Il baritono Leonardo Lopez Linares,
Rolando, si segnala più per la voce bella e sonora che per
particolari guizzi interpretativi risolvendo il personaggio
(di per sé già poco sfaccettato) in un canto esteriore e
stentoreo. Autorevole il Federico Barbarossa di Enrico
Giuseppe Iori, positive le parti di fianco.
Paolo Locatelli
[email protected]
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Il risparmio energetico dalla
mattina alla sera
Il “risparmio energetico dalla mattina alla sera” , è il
dell’ottava edizione
di
tema
“M’illumino di Meno” l’iniziativa,
promossa dalla trasmissione radiofonica di Rai – radio 2
“Caterpillar”a cui aderisce il Comune di Pordenone,
finalizzata
a sensibilizzare la collettività
sui temi
dell’efficienza e della sostenibilità energetica. Il Comune
pertanto per venerdì 17 invita la cittadinanza a spegnere le
luci non indispensabili in particolare dalle 18.00 alle 19.00
mentre per quanto riguarda gli edifici pubblici
si è
stabilito che restino
al buio la loggia municipale, il
campanile di San Marco e piazza XX Settembre. Il logo della
manifestazione verrà proiettato sulla facciata del Teatro
Verdi per “ricordare “ di seguire la buone pratiche e
assumere comportamenti virtuosi per risparmiare energia. A
tal proposito agli utenti degli sportelli comunali aperti al
pubblico (biblioteca, ufficio relazioni con il pubblico,
anagrafe, informa giovani, politiche sociali), verrà
distribuito il decalogo delle “Buone abitudini per la giornata
di M’illumino di Meno (e anche dopo!)”. Tra gli altri consigli
si suggerisce di spegnere e non lasciare in stand-by gli
apparecchi elettronici, di mettere il coperchio sulle pentole
ed evitare che la fiamma sia più ampia del fondo
della
pentola,
di
usare accorgimenti
semplici in casa per
contenere gli sprechi energetici.
Inoltre verranno
posizionati alcuni totem informativi
in punti della città
particolarmente frequentati e saranno messi a disposizione
anche gli adesivi “spegni la luce se non serve”,
da
collocare accanto agli interruttori della luce, un ulteriore
accorgimento formativo. Questa iniziativa – commenta
l’assessore all’ambiente Nicola Conficoni – segue gli
interventi recentemente realizzati dal comune di Pordenone sul
versante della promozione delle energie rinnovabili e del
risparmio energetico.
Infatti nelle scuole cittadine sono
state montate valvole termostatiche e nella scuola materna di
via Beata Domicilla è stato
installato
un impianto
fotovoltaico da 16,32 kwp .
Impianti di illuminazione a
led sono stati realizzati nei parchi di via Murri e via
Gemelli, al “Parcobaleno” e nel parcheggio “Licinio” e nuove
lanterne a led
sostituiscono le obsolete
lampade ad
incandescenza dei semafori che regolano il traffico in viale
Treviso e presso la località “Paradiso”. L’obiettivo degli
organizzatori e degli aderenti a M’illumino di Meno dunque
è quello di promuovere azioni virtuose per razionalizzare
i consumi e
ridurre
sprechi.
PN:
Domenica
8
gennaio,
Teatro
Comunale
Giuseppe
Verdi: Favole in Festa
Si chiude con un evento tutto dedicato ai bambini il Natale in Città del
Comune di Pordenone: “Favole in festa”, la manifestazione che vede il
Teatro Verdi trasformarsi per una giornata in un contenitore di storie,
fantasia ed emozioni, organizzata in collaborazione con il Comune e anche
grazie al sostegno di uno degli Amici del Teatro, la Tipografia Sartor,
del main sponsor Yoga e di Latterie Friulane e Acqua Dolomia.
Un evento che fin dal primo anno ha riscosso il gradimento del pubblico,
testimoniato da numeri da record: basti dire che anche l’anno scorso
hanno partecipato più di 2 mila bambini! Liberi di scorrazzare su e giù
tra i foyer, dove sarà davvero difficile scegliere tra le tante proposte
di questa nuova edizione.
“Un appuntamento magico per stare assieme, divertirsi, immaginare,
inventare – sottolinea la curatrice della manifestazione, Emanuela
Furlan, direttore del Comunale - e, nello stesso tempo, per giocare,
pensare, ascoltare: il Teatro apre nuovamente il suo “scrigno” ai più
piccoli perché, con i genitori, possano fruire in modo ludico di ciò che
è insito del teatro: la creatività”. Il tema principale della nuova
edizione di Favole in Festa è quello dei “mondi fantastici”, un viaggio
nella fantasia più sfrenata pensato per il piccolo/grande esploratore che
c’è in ogni bambino.
Entrando nel dettaglio del programma, cominciamo con Arlecchinata, teatro
di burattini di e con Paolo Papparotto, dove, nella tradizionale baracca
in stile veneziano, tre storie si ripetono: durano il tempo di uno
scherzo, di una burla o di una “arlecchinata”. E ogni storia ogni volta
sarà comunque diversa… Storie di sabbia é un angolo magico per la
creatività: attraverso le sapienti mani di Massimo Ottoni prende vita un
viaggio emozionale nel mondo fantastico di Salari: la tela è una montagna
di sabbia e i pennelli sono le sue mani.
Sentieri di carta, folletti nascosti e alberi in armadio è la mostra a
tecnica mista a cura di Caterina Santambrogio e Arianna Russo, artiste
pordenonesi che da anni si dedicano all’illustrazione per l’infanzia e
all’artigianato artistico con entusiasmo ed allegria. In questa occasione
danno vita ad un fantastico mondo d’immagini, piccole scenografie, segni
e colori.
L’acqua e il mistero di Maripura fará da sfondo alle letture di Chiara
Carminati, che racconterà di una fonte da proteggere, una bimba
coraggiosa, uno spirito dei fiumi, una notte di ombra e luna. Le Storie
dell’ inventor Inventa Storie (un irresistibile Ramiro Besa, ovvero la
“metà” dei Papu) offriranno ai bambini la possibilità di giocare con
l’originale macchina sforna favole in stile rodariano: girando un
semplice ingranaggio prenderanno forma migliaia di storie.
Universi immaginari e mondi bizzarri è invece il titolo del laboratorio
creativo a cura di Julia Artico, una sorta di fabbrica magica in cui ci
sono tutti gli ingredienti che servono: stoffa, cartone, legno e
materiali di riciclo per creare i propri mondi fantastici.
E poi le letture a cura della Biblioteca di Pordenone, tra Storie di
angoli, viuzze e
nascondigli, il ritorno del Giardino incantato, uno spazio per i
piccolissimi dove poter liberamente giocare, guardare e riposare e
l’immancabile Angolo dei libri
a cura di Alfredo Stoppa.
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