caryophyllaceae - Museo Botanico UNIVPM

Corso 2° livello
Riconoscimento delle erbe spontanee
CARYOPHYLLACEAE
Caryophyllaceae
Consistenza
Diversità: circa 2.200 specie a livello mondiale, di cui
circa 250 appartenenti alla flora italiana, suddivise in
una trentina di generi
Distribuzione: sono distribuite su tutta la Terra, con
prevalenza nelle zone boreali fredde e temperate, in
ogni piano di vegetazione.
Morfologia
Portamento generale: quasi unicamente specie
erbacee, raramente suffrutici.
Struttura del fiore: fiori ermafroditi oppure unisessuali
su piante dioiche, attinomorfi, stami 5, 6 oppure 10, stili
2 oppure 5.
Corolla con 5 petali liberi, talvolta ridotti a 4, talvolta
apetala. Calice con 4 oppure 5 sepali liberi oppure
concresciuti. Ovario supero.
Struttura del frutto: frutto a capsula, raramente a
bacca (Cucubalus).
Struttura delle foglie: foglie semplici, opposte, con
presenza di stipole basali in alcuni generi. Raramente
alterne o verticillate (Spergula).
Diffuse soprattutto nelle
zone temperate e fredde,
sono piante annue o
perenni,
raramente
legnose alla base,
Foglie opposte a lembo
intero, inserite ai nodi
ingrossati del fusto
Fiore
Fiori dialipetali, ermafroditi, talora unisessuali:
- calice gamosepalo o dialisepalo, formato da 5
elementi
- corolla di 5 petali sempre liberi
- androceo normalmente formato da 2 verticilli, di
5 stami,
- gineceo supero con un numero di carpelli
variabile da 5 a 2, uniloculare e contenente da 1
a molti ovuli.
I fiori hanno un’ampia variabilità (può mancare del tutto
la corolla, può essere presente soltanto 1 verticillo di
stami e questi possono essere soltanto in numero di 3)
sono comunque sempre attinomorfi e riuniti, in genere,
in infiorescenze costituite da cime bipare.
L'impollinazione è entomogama e avviene mediante
ditteri nelle prime due sottofamiglie e mediante
lepidotteri nella terza, più evoluta e specializzata,
che comprende specie provviste di corolle allungate
e di coronule per limitare l'accesso ai nettari.
Frutto
Il frutto è generalmente una capsula
polisperma
con
deiscenza
apicale,
sormontata da denti in numero uguale o
doppio al numero dei carpelli, raramente
una bacca; in fiori ridotti l'ovulo può essere
unico e il frutto è una noce monosperma
(Scleranthus, Herniaria). I semi, reniformi,
contengono un embrione curvo a forma di
ferro di cavallo.
Tassonomia
Si distinguono 3 sottofamiglie:
Paronychioideae, primitive, con foglie
stipolate e fiori poco evidenti (Spergula,
Paronychia, Herniaria)
Alsinoideae, con calice dialisepalo
(Scleranthus, Cerastium, Arenaria)
Silenoideae, con calice gamosepalo
(Silene, Dianthus, Saponaria)
Herniaria
Dianthus
Arenaria
Interesse
Alcune specie vengono coltivate per ornamento, come ad esempio il garofano,
Dianthus caryophyllus, nelle sue diverse cultivar, e altre ancora come piante
officinali, come la saponaria, Saponaria officinalis.
Dianthus caryophyllus
Saponaria ocymoides
Saponaria officinalis
Riconoscimento
Gli elementi fondamentali utili per il
riconoscimento sono prioritariamente il calice
e la struttura dei sepali, quindi la morfologia
delle foglie con l'eventuale presenza di stipole
fogliari, infine il numero di stili nel fiore
Immagini
Il modo utile per documentare una
Cariofillacea, ai fini di documentare i caratteri
necessari per il riconoscimento è il seguente:
1. immagine della pianta nel suo insieme
2. immagine del calice fiorale (con eventuale
presenza di calicetti)
3. immagine del fiore (che consenta di
contare il numero di stili presenti)
4. immagine delle foglie (con particolare
riguardo alla presenza di stipole fogliari)
Erbario
Il modo più sicuro per documentare una
Cariofillacea è quello di raccogliere qualche
esemplare completo e prepararne un
campione d’erbario
2
calice e
calicetti
(genere
Dianthus)
3
Fiore con
stami ben
visibili
(genere
Arenaria)
4
Fusto con
presenza
di stipole
(genere
Silene)
Le Cariofillacee commensali
Stellaria
media
Agrostemma
gythago
Agrostemma githago L.
gittaione
Distribuzione in Europa e in Italia
Habitat Il gittaione era comune un tempo come
infestante nei campi di cereali. I semi maturi
venivano trasportati e sovente macinati insieme a
quelli del grano, e spesso, quando erano in
quantità rilevanti, causavano avvelenamenti in
quanto tossici. Negli ultimi decenni, il massiccio
uso di diserbanti chimici ne ha notevolmente ridotto
la presenza.
Proprietà farmaceutiche Diuretico; Espettorante.
È stato trovato utile nel trattamento della paralisi e
della gastrite.
I semi di questa pianta sono tossici: contengono un
glucoside saponinico (agrostemina).
Le cariofillacee rupicole
Paronichia
kapela
Moeringia
papulosa
Silene
quadridentata
Silene
acaulis
Le cariofillacee dei ghiaioni
Cerastium
tomentosum
Drypis
spinosa
Le cariofillacee delle spiagge
Silene colorata
Silene conica
Le cariofillacee delle praterie
Silene italica
Lycnis flos-cuculi
Le cariofillacee dei
calpestii
Sagina apetala
Polycarpon tetraphyllum
Le cariofillacee dei boschi
Stellaria nemorum
Stellaria holostea
Diverse cariofillacee hanno una diffusione legata agli ambienti nemorali (Silene
viridiflora, Stellaria nemorum, S. holostea, Moehringia trinervia) e spesso sono
indicatrici di suoli profondi e freschi
Le cariofillacee alimentari
Stellaria media
centocchi
paperina
budellina
Comune in ogni ambiente
erboso, sia ai margini dei
campi che nelle aiuole in città
Oltre agli usi officinali (decotto tonico e
depurativo, infuso per le infiammazioni renali,
impacchi antinfiammatori, foglie e steli
cicatrizzanti) la pianta cruda viene utilizzata
come insalata primaverile
Le cariofillacee alimentari
Silene vulgaris
strigoli
bubbolini
consigli
scorcelli
Diffusa negli ambienti erbosi ben
conservati, sia ai bordi dei campi che
nei prati, anche in condizioni di aridità
Il nome del genere deriva da Sileno, accompagnatore
ebbro di Bacco, dal ventre rigonfio come il singolare e
caratteristico calice di queste piante
Oltre agli usi officinali (di tipo antinfiammatorio e
antireumatico) le giovani piantine vengono utilizzate
cotte in numerose ricette, oppure crude in insalata
Uso alimentare degli strigoli (Silene vulgaris)
E’ una delle erbe spontanee più prelibate, dal sapore
delicato. I teneri germogli che si asportano in primavera a
una lunghezza di 5-6 cm, si fanno bollire per qualche
minuto nell'acqua e si consumano come contorno a uova o
altre pietanze, al pari dei più diffusi spinaci. Con gli stessi si
preparano risotti, ma possono pure venire mescolati a
frittate e minestre di stagione.
Per apprezzare la bontà degli strigoli bisogna coglierli per
tempo, ossia prima che il germoglio prenda a indurire.
Nel caso intendessimo utilizzarli per risotti, si consiglia di
cuocere il riso nell'acqua di bollitura del vegetale stesso.
Se si desidera impiegare gli strigoli come verdura cotta, si
possono condire con olio, pochissimo sale e niente aceto
per non soffocarne il sapore.
A scopo alimentare, in primavera, si utilizzano le giovani
cimette; queste, strofinate delicatamente, producono un
caratteristico stridío.
La spiccatura non rovina la piantina che rigermoglia con
facilità e in continuazione. Trovata la giusta fonte per i
propri rifornimenti, è bene ricordare il luogo e non estirparla
in modo di avere sempre verdura fresca.
Le cariofillacee alimentari
Silene latifolia (S. alba)
silene bianca
silene a foglie larghe
Comune negli ambienti erbosi
soggetti a rimaneggiamento e
nei prati concimati
Con le giovani foglie si possono preparare ottime
zuppe, oppure si possono consumare bollite e saltate in
padella.
L’intera pianta viene utilizzata nella preparazione della
“minestrella”, zuppa antica e poverissima composta da
numerose erbe che viene solitamente accompagnata
da focaccette di granoturco (Garfagnana)
Le cariofillacee alimentari
Cucubalus baccifer
(Silene baccifera)
erba cucco
cucubalo
Diffusa in Italia centro-nord
negli ambienti antropizzati
presso i corsi d’acqua, siepi,
luoghi umidi, alvei fluviali
Le foglie cotte, hanno un gusto simile a quello degli
spinaci e vengono utilizzate in ricette analoghe