Rischio Paese Scheda rischio Paese: Romania di Martino Conserva Indice della Graduatoria Rischio Paese di Fiscalità e Commercio Internazionale (rischio min. 100 - max. 0): indiscriminato di misure economiche espansive, con ripercussioni negative sui programmi di riduzione del deficit fiscale. Ancora peggiori sono le prospettive sul fronte della lotta alla corruzione: i primi progetti di legge del nuovo governo sono un chiaro passo indietro e hanno già suscitato ampie proteste nel Paese. Profilo politico Valutazione di rischio L’economia rumena si trova in una fase ciclica ascendente, sostenuta dalla robusta domanda interna. Aumenti delle retribuzioni minime e del settore pubblico, riduzione dell’IVA e tassi di interesse al minimo storico hanno stimolato i consumi privati, mentre gli investimenti del settore statale hanno beneficiato dall’eliminazione dei ritardi nell’assorbimento dei fondi UE. Si ritiene che la crescita nel 2016 abbia raggiunto il 5% in termini reali per poi decelerare a partire dal 2017. Oltre al difficile contesto economico e politico internazionale, il principale fattore di rischio dello scenario è legato al quadro politico interno. L’affermazione del PSD alle elezioni di dicembre ha posto fine alla crisi apertasi con la caduta del governo Ponta, ma gli interrogativi sono molteplici. In uno scenario elettorale mutevole come è quello rumeno, la necessità di garantirsi il consenso rischia di comportare un uso 68 n. 3/2017 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE Fragilità e volatilità continuano a caratterizzare il quadro politico rumeno. Nel novembre 2015 il premier Victor Ponta ha infine deciso di rassegnare le dimissioni in seguito al suo diretto coinvolgimento in un’ampia inchiesta su corruzione e abusi di potere che in marzo era già costata l’incarico al ministro delle finanze Darius Valcov. Il presidente Klaus Iohannis ha nominato alla carica di primo ministro Dacian Julien Ciolos, ex ministro dell’agricoltura e commissario europeo (2010-14). L’esecutivo di tecnici diretto da Ciolos, composto di 21 membri, ha guidato il Paese fino alle elezioni politiche del dicembre 2016. Il Partito socialdemocratico che aveva già ottenuto un buon successo nelle municipali di giugno - è così tornato al governo nel gennaio scorso, dopo un laborioso e controverso processo di scelta del primo ministro. La Romania indipendente si è trovata in una fase di incertezza in merito al proprio orientamento geopolitico: Paese ortodosso ed etnicamente per metà balcanico (componente moldavovalacca), la Romania non ha tuttavia smesso di rivendicare la propria “latinità” e appartenenza all’Europa occidentale. Tale indirizzo ha trovato conferma nella duplice aspirazione di accedere all’UE e alla NATO. La nuova Romania ha perseguito una politica di rafforzamento dei Rischio Paese legami con l’Occidente, più specificamente con gli USA e con l’Unione Europea, appoggiando la NATO nella campagna del Kosovo e più recentemente allineandosi alla “campagna antiterrorismo” degli USA culminata negli interventi militari in Afghanistan e Irak. La Romania è stato il primo Paese ad aderire al programma Partnership for Peace della NATO. È membro della NATO (dal marzo 2004), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e del Consiglio di Cooperazione Nord-Atlantico. L’accesso all’UE, insieme con la Bulgaria, avvenuto il 1° gennaio 2007. Il proposito di riassorbire la Moldavia divenuta indipendente è stato ufficialmente abbandonato, e il problema delle minoranze ungheresi viene negoziato con Budapest. Relazioni internazionali Economicamente l’orientamento verso l’UE è sempre più netto. Importanti relazioni sono al tempo stesso quelle con Serbia e Grecia nell’ambito della Cooperazione economica del Mar Nero. Elementi di tensione latente sono costituiti dall’atteggiamento di Bucarest nei confronti della Transnistria (Regione appartenente alla Moldavia) e delle minoranze ungheresi della Transilvania. La crisi ucraina contiene un potenziale di rischio per la Romania, in termini di caduta dell’interscambio commerciale e aumento dell’afflusso di immigrati. Le tensioni con Mosca risentono anche dell’appoggio del Cremlino alle pretese territoriali della Moldavia. La Romania dal 2011 è tecnicamente in grado di accedere alla zona Schengen, ma gli scarsi risultati di Bucarest nella lotta contro corruzione e criminalità hanno qui bloccato ogni decisione. La Romania non ha subito un impatto significativo dalla crisi migratoria apertasi con le generose concessioni del governo tedesco. La diplomazia rumena sta tentando di usare la crisi come strumento per accelerare l’accesso alla zona Schengen. Politica economica, congiuntura e prospettive La ripresa dalla recessione del 2009-10 è stata in una prima fase discontinua, per poi lasciare il posto ad una perfomance più convincente. Dal 2013 in avanti la crescita è stata stabilmente superiore al 3% annuo. Nel 2015 aumenti delle retribuzioni, tagli alle imposte e azzeramento dell’inflazione hanno favorito i consumi interni, mentre il maggiore assorbimento di fondi UE ha sostenuto gli investimenti. La congiuntura favorevole è proseguita nel 2016, con un’espansione stimata al 5% in termini reali - la più rapida a livello europeo, Il saggio di disoccupazione è in moderato calo (da 6,9% nell’ottobre 2015 al 5,7% circa al novembre scorso) e dovrebbe mantenere un corso discendente anche nel 2017. L’inflazione media annua è scesa all’1,4% nel 2014, grazie alla riduzione dell’IVA, al buon raccolto agricolo e alla caduta dei prezzi petroliferi a livello mondiale. A partire dal maggio 2015 l’inflazione tendenziale è stabilmente negativa anche per effetto della riduzione dell’IVA su prodotti alimentari e bevande. La tendenza sembrava attenuarsi a fine anno ma nel 2016 la deflazione è tornata ad accelerare: la variazione negativa dell’indice dei prezzi ha raggiunto un massimo di -3,5% in maggio per poi stabilizzarsi al di sotto dell’1% fra giugno e dicembre. Il 2017 dovrebbe vedere la dinamica dei prezzi tornare positiva in media annua. La politica economica ha operato per anni nell’ambito dell’accordo fra governo, UE e FMI, che prevede interventi strutturali a risanamento dei conti pubblici: riforma del settore statale e parastatale, riforma del mercato del lavoro, riduzione degli ostacoli burocratici, maggiore efficienza nell’utilizzo dei fondi UE. I relativi provvedimenti hanno incontrato tuttavia una crescente resistenza da parte della popolazione, fino alla crisi di governo del 2012. Il nuovo esecutivo socialdemocratico presenta un programma espansivo sul piano fiscale, con un mix di tagli alle imposte FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 3/2017 69 Rischio Paese e aumenti di spesa mirati a stimolare la domanda interna e sostenere la crescita. La recessione globale ha imposto dal 2009 una svolta restrittiva della politica fiscale. Nonostante alcuni ritardi sulla tabella di marcia, l’azione del governo si è dimostrata efficace e nel giugno 2013 l’UE ha cancellato la Romania dalla lista dei Paesi soggetti a procedura speciale per eccesso di deficit. Anche nel 2014 il risultato è stato migliore dell’obiettivo (deficit pari al 2,2% del PIL) grazie all’incremento delle accise sui combustibili e all’introduzione di un’imposta speciale sulle costruzioni, che hanno annullato l’impatto del taglio ai contributi sociali (-5% da ottobre) e lo sgravio fiscale sugli utili reinvestiti. Nel settembre 2015 è stata approvata una graduale riduzione dell’IVA, dal 24% al 19% nell’arco di due anni. L’allentamento della politica fiscale nello scorso anno è stato compensato dall’incremento delle entrate e questo ha consentito una riduzione del deficit allo 0,7% del PIL. Fra il 2016 e il 2017 sgravi fiscali e aumento delle spese tendono a riportare il disavanzo oltre la soglia del 3%. Preoccupante è il deterioramento del deficit strutturale che secondo le proiezioni della CE - dovrebbe aumentare dall’1,5% circa nel 2015 a 3,5% del PIL. A fine 2011 e nel 2012 successivi interventi hanno portato il tasso di interesse di riferimento al 5,25%. La crisi politica interna e l’instabilità finanziaria in Europa hanno poi imposto una pausa fino al luglio 2013. Successivi tagli hanno ridotto il costo del denaro al 3,5% nel febbraio 2014; il ciclo delle riduzioni è ripreso in agosto grazie al rallentamento dell’inflazione e ulteriori interventi hanno fatto scendere il tasso al minimo storico del 1,75% nel maggio 2015. Da allora la BNR si è astenuta dall’intervenire, citando le numerose incertezze dello scenario in fatto di inflazione, politiche fiscali e avanzamento delle riforme. La politica della BNR ha continuato a fornire supporto alla moneta rumena, che a fine 2014 era quotato a circa euro 1: RON4,45. Nel corso del 2015 il tasso di cambio ha subito pressioni al 70 n. 3/2017 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE ribasso in concomitanza con il riaccendersi delle tensioni politiche interne. Fra dicembre e gli inizi del marzo 2016 la moneta rumena ha recuperato in parte terreno, risalendo da euro 1: RON4,49 a 4,46. il periodo pre-elettorale è coinciso con una nuova fase di debolezza, superata da ottobre in avanti. Bilancia dei pagamenti e situazione finanziaria esterna La bilancia dei pagamenti correnti è strutturalmente in deficit. Le entrate per trasferimenti correnti (per lo più assistenza economica da parte dell’UE) superano il deficit delle partite invisibili, ma il fattore determinante resta il passivo commerciale. Fra il 2013 e i 2015 il buon andamento dell’export e la flessione del prezzo del petrolio hanno consentito un vistoso aggiustamento dello squilibrio corrente, sceso all’1% del PIL. Questa fase è tuttavia conclusa e il rilancio delle importazioni, alimentato dalla crescita, si è tradotto in un graduale peggioramento dei conti esteri, iniziato già nell’anno passato. Investimenti diretti esteri (IDE), fondi UE e capitali privati sono stati per anni sufficienti alla copertura dello squilibrio corrente e all’accrescimento delle riserve valutarie; ma il ruolo degli IDE ha teso a ridursi nettamente rispetto a quello dei flussi creatori di passività. Dal 2009 la Romania è dovuta ricorrere a finanziamenti straordinari da parte del FMI e dell’UE. Nel 2009 è stato concordato un pacchetto di euro 20 mld a copertura del disavanzo fiscale e di bilancia dei pagamenti. Nel marzo 2011 euro 1,2 mld sono stati erogati dall’UE nell’ambito della Balance of payments facility. In giugno il FMI ha iniziato il rilascio delle tranches (ciascuna di euro 500 mln circa) del credito precauzionale di US$ 5 mld concordato assieme all’UE. Nel luglio 2013 è stato siglato un nuovo accordo precauzionale di durata biennale del valore di euro 3,6 mld. L’accordo non è stato rinnovato, anche a causa delle critiche del FMI al previsto rilassamento fiscale. Rischio Paese Tavola n. 1 - Principali indicatori macroeconomici Principali indicatori macroeconomici 2012 2013 2014 2015 2016s 2017p 0,6 3,5 3,0 3,8 5,0 3,6 Saldo bilancio pubblico / PIL (%) -3,0 -2,2 -0,9 -0,7 -2,8 -3,4 Debito pubblico / PIL (%) 37,3 38,0 38,7 39,8 38,4 38,7 Prezzi al consumo (var. %) 3,3 4,0 1,1 -0,6 -1,5 1,7 Tasso di cambio medio (per US$) 3,46 3,32 3,42 4,13 4,02 3,88 Tasso di cambio medio (per €) 4,46 4,42 4,44 4,42 4,42 4,42 Bilancia commerciale (mld.$) -9,5 -4,5 -7,5 -9,0 -9,7 -12,0 Bilancia corrente (mld.$) -8,2 -2,0 -0,9 -2,0 -3,7 -5,5 Bilancia corrente / PIL (%) -4,8 -1,1 -0,5 -1,1 -2,0 -2,8 40 43 48 39 43 47 Riserve / importazioni (%) 52,0 53,2 51,7 44,6 51,0 53,0 Indebitamento totale (mld.$) 126 102 127 98 108 114 Debito / PIL (%) 73,0 53,4 62,5 56,3 58,7 57,5 Attività verso banche estere (mld.$) 5 6 8 8 Passività verso banche estere (mld.$) 50 46 38 31 PIL (var. %) Riserve (mld.$, oro escl.) s = stima p = previsioni ND = dato non disponibile FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 3/2017 71 Rischio Paese Scheda informativa: Romania di Martino Conserva Informazioni generali Forma di governo: repubblica Capo di Stato: presidente Klaus Iohannis (dal 21 dicembre 2014) Capo del governo: primo ministro Sorin Grindeanu (dal 4 gennaio 2017) Elezioni presidenziali: 2 e 16 novembre 2014 (prossime: novembre 2019) Elezioni politiche: 11 dicembre 2016 (prossime: dicembre 2020) Governo attuale: Partito socialdemocratico, 222 seggi su 466 Superficie: 238.391 kmq Popolazione: 21,6 mln ab. Aspettativa di vita alla nascita: 75,1 anni Tasso di alfabetizzazione: 98,8% Gruppi etnici: rumeni 83,4, ungheresi 6,1%, rom 3,1% Lingue: rumeno (ufficiale) Anno fiscale: anno solare Fuso orario: GMT +2. Comunicazioni telefoniche: IDD disponibile. Codice Paese: 40. Codice internazionale in uscita: 00. Accordi di roaming con le principali compagnie internazionali. Orari di lavoro: lun-ven 09: 00-17: 00. Banche lunven 09: 00-13: 00. Struttura economica Classificazione della World Bank Paese a reddito basso Indicatori macroeconomici (2015) Prodotto interno lordo (mld US$) 177 Reddito pro capite (US$, ppp) 20800 Struttura del PIL per settori (%) – settore primario 4,8 – industria 41,3 – servizi 53,9 Popolazione (mln.) 21,7 72 n. 3/2017 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE Popolazione attiva (mln.) 9,3 Saggio di disoccupazione (%) 6,7 Formazione di capitale / PIL (%) 24,5 Valuta nazionale leu (RON) Anno fiscale anno solare Ristrutturazione del debito estero – verso creditori pubblici no – verso creditori privati no Giudizio delle agenzie di rating Moody’s Baa3 positivo Standard & Poor’s BBB- stabile Fitch Ratings BBB- stabile Indicatori di business climate World Bank, Government Effectiveness 53 su 100 World Bank, Doing Business 2015 36° su 189 Paesi Transparency International, Corruption Perceptions Index 58° su 178 Paesi Categoria OCSE 4 Valutazioni SACE Export opportunity index 67 / 100 Investment opportunity index 70 / 100 Media rischio politico 40 / 100 Media rischio di credito 60 / 100 Il potenziale economico della Romania è notevole: un’ampia disponibilità di terreno agricolo, fonti energetiche diversificate che riducono la dipendenza dall’estero, una buona base manifatturiera, un settore turistico in sviluppo e un vasto mercato interno сon una classe media in crescita e con un livello di reddito relativamente elevato. Con l’adozione dell’euro è stato eliminato anche il rischio di instabilità valutaria. Non sono tuttavia da sottovalutare i numerosi punti deboli, che hanno sin qui limitato l’espansione. Oltre al declino Rischio Paese demografico e ai ritardi nello sviluppo sociale (ivi inclusa la difficile integrazione delle minoranze ungheresi e rom) la struttura economica risente di un settore informale ancora di dimensioni significative (stimato al 28% del reddito nazionale), di una rete di trasporti obsoleta e della scarsa produttività del settore agricolo. In anni recenti una politica fiscale espansiva, sommandosi all’evasione fiscale, ha causato un preoccupante deterioramento dei conti pubblici. Risorse energetiche Bilancia energetica Energia elettrica, produzione (mld Kwh, 2014) 62 Energia elettrica, consumo (mld Kwh, 2014) 51 Gas naturale, produzione (mmc, 2015) 11 Gas naturale, consumo (mmc, 2015) 12 Petrolio, produzione (mbg, 2014) 0,08 Petrolio, consumo (mbg, 2013) 0,19 Petrolio, riserve (mld b, 2015) 0,6 La Romania punta ad un equilibrio fra fonti interne ed esterne di energia, combinando importazione e produzione domestica di idrocarburi, energie rinnovabili (già stimata al 37% dell’output totale), nucleare e shale gas; la dipendenza da fonti estere è ormai inferiore al 23% del totale. Possiede i maggiori impianti di raffinazione petrolifera dell’Europa orientale e riserve di greggio al quarto posto in Europa. La produzione petrolifera è da anni in diminuzione e gli impianti funzionano al di sotto del potenziale, ma l’output è sufficiente a consentire la copertura del fabbisogno interno e l’esportazione dell’eccedente. Lo stesso vale per il gas naturale, le cui riserve sono al quinto posto in Europa. Lo sviluppo della produzione di gas di scisti (shale gas) è visto come un obiettivo strategico al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas russo. Profilo commerciale Adesione alla WTO 1995 Aree e accordi di libero scambio EU (membro) Grado di apertura commerciale (export + import / PIL%, 20132015) 81,8 Quota dell’export mondiale (2015) 0,4 Quota dell’import mondiale (2015) 0,4 Quote di mercato: Export (%, 2015) Profilo valutario Valuta nazionale La moneta nazionale è il leu (plur. lei), unica valuta consentita per le transazioni interne fra residenti e non residenti, salvo diversa disposizione di legge. La Banca centrale (Banca Naţională a României) applica una politica di fluttuazione controllata al fine di ridurre le oscillazioni del cambio. In vista dell’adesione all’Unione Europea la Romania aveva già avviato un processo di liberalizzazione della normativa sulla circolazione dei capitali. Oggi le transazioni valutarie sono pressoché esenti da restrizioni; il leu è pienamente convertibile per le transazioni di capitali e non esistono limitazioni al rimpatrio di utili netti, rimborso di prestiti, commissioni, rimesse di dividendi e interessi e royalties attraverso i canali bancari autorizzati. Le sole obbligazioni in materia di comunicazione alla Banca centrale sono di natura statistica e riguardano l’accensione di prestiti e medio-lungo termine da parte di persone fisiche e giuridiche. Quasi tutte le operazioni sono ormai esenti anche dall’obbligo di preventiva autorizzazione. La Romania ha aderito agli Articles of Agreement del Fondo Monetario Internazionale, in particolare alla norma che prevede l’astensione del Paese membro dall’imporre restrizioni sui pagamenti da e verso l’estero e dalla partecipazione in accordi valutari internazionali discriminatori o pratiche valutarie multi-divisa in assenza di approvazione del FMI stesso. leu (RON) – UE 73,7 – Turchia 3,9 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 3/2017 73 Rischio Paese – USA 1,9 – Russia 1,8 Quote di mercato: Import (%, 2015) – UE 77,1 – Cina 4,6 – Turchia 3,6 – Russia 3,2 Export, composizione merceologica (%, 2015) preliminari alla spedizione o arrivo di merci devono richiedere all’autorità doganale un numero identificativo (numero di registrazione ed identificazione, EORI). Alla richiesta devono essere allegati certificato di iscrizione nel Registro commerciale rumeno, documento comprovante il domicilio fiscale, certificato di registrazione IVA e (per le persone fisiche) copia del documento di identità. – prodotti agricoli 12,7 Profilo degli investimenti esteri – combustibili e minerali 7,1 – manufatti 79,6 Gli investimenti diretti esteri (IDE) in Romania hanno assunto una proporzione significativa solo con il nuovo millennio, a causa dei ritardi nell’avvio delle riforme. In seguito essi hanno conosciuto una dinamica vivace ed a fine 2015 il loro stock era pari a US$ 67,2 mld. Fra il gennaio e l’ottobre 2016 l’afflusso di nuovi IDE è stato pari a US% 3,7 mld, in lieve aumento rispetto al dato (US$ 3,4 mld) del corrispondente periodo del 2015 (fonte: Banca centrale). La ripartizione degli IDE per provenienza geografica vede al primo posto l’Olanda (24% dello stock complessivo), seguita da Austria (16%), Germania (12%), Cipro e Francia (entrambe 7%). La Romania incoraggia gli investimenti esteri e presenta numerosi fattori di interesse per gli operatori stranieri: un mercato interno relativamente ampio, una manodopera qualificata, risorse naturali abbondanti e una localizzazione geografica strategica. I successivi governi hanno intrapreso misure mirate a migliorare il clima degli investimenti, dal rafforzamento dell’amministrazione fiscale all’aumento della trasparenza, dagli incentivi alla concorrenza alla creazione delle strutture giuridiche per la risoluzione delle dispute. Permangono tuttavia punti deboli legati all’imprevedibilità della legislazione e regolamentazione, alla complessità delle procedure nel caso di progetti che coinvolgono il settore pubblico rumeno, al sostanziale arresto del processo di privatizzazione fra il 2015 e il 2016 e alla diffusa corruzione. Import, composizione merceologica (%, 2015) – prodotti agricoli 10,9 – combustibili e minerali 9,1 – manufatti 79,7 La distribuzione geografica dell’interscambio estero vede una ovvia forte concentrazione nell’area dell’UE. L’Italia è al secondo posto, dopo la Germania, quale principale partner sia come destinazione delle esportazioni (12,5% nel 2015) che come provenienza dell’import (10,9%). Poco meno dell’80% dell’export rumeno è rappresentato da manufatti, ma la componente agricola è tuttora rilevante. La Romania è parte di tutti i trattati commerciali siglati dall’UE, fra cui accordo GSP, Partnership euro-Mediterranea, accordo UE-MERCOSUR, accordo ACP. La Romania è membro dell’Unione Europea dal 1° gennaio 2007 e da quella data il Paese è da considerarsi territorio comunitario sotto il profilo doganale. Nei confronti dei Paesi terzi applica integralmente la normativa comunitaria in fatto di classificazione doganale, origine dei prodotti, documentazione richiesta, standardizzazione e certificazione. Dal luglio 2009 gli operatori con sede in Romania che svolgono attività import-export, transito merci, rappresentanza e operazioni 74 n. 3/2017 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE Rischio Paese Interscambio Italia - Romania Export Italia mln.$ 8367 7202 Import Italia 8225 7852 7614 6463 6728 7617 7413 7124 Quote del Paese nell’interscambio dell’Italia 2011 2012 2013 2014 2015 Esportazioni (%) Importazioni (%) 1,60 1,29 1,52 1,32 1,52 1,40 1,56 1,61 1,62 1,73 Fonte: ONU, Comtrade La normativa stabilisce il trattamento paritario rispetto agli operatori domestici ed è formalmente allineata a quella dell’UE, sebbene nella pratica la sua applicazione sia talora incoerente. Non esiste un processo di selezione degli investimenti né esistono requisiti di performance. Sono previsti incentivi fiscali per i progetti con un impatto economico significativo, il cui completamento avvenga entro un limite di 30 mesi dalla registrazione e compatibili con sicurezza nazionale, ordine pubblico e tutela dell’ambiente. Gli operatori in possesso di tali qualifiche beneficiano esenzione dal pagamento di dazi doganali ed eventuali ulteriori incentivi da parte delle autorità locali. Un’altra serie di incentivi, sempre di natura fiscale è prevista dalla legge sulla creazione e sviluppo delle PMI; in questo caso le condizioni sono il fatturato annuo (non superiore a RON 8 mln), gli utili annui (non superiori a RON 5 mln), il limite massimo di 250 dipendenti e l’assenza di partecipazione nel capitale sociale di società non qualificabili come PMI. Indirizzi utili Banca Naţională a României 25 Lipscani Street, Bucharest 3, 030031 Romania - Hartă Tel: (+4 021) 313 04 10, 315 27 50 - Sito Internet: www.bnro.ro Romanian Customs Authority Str. Alexandru Ivasiuc nr. 34-40, bl. 5, sector 6, Bucureşti, C.P. 60305 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 3/2017 75 Rischio Paese Tel: (+40 21) 315 58 58 - Fax: (+40 21) 313 82 51 - Email: [email protected]; vama@ customs.ro - Sito Internet: www.customs.ro InvestRomania 152 Calea Victoriei street, sector 1, Bucharest, postal code 010096 Sito Internet: investromania.gov.ro/web/ Secretary of State: Tel: (+40 21) 202 54 41 - Fax: (+40 21) 316 31 58 - Email: office@investromania. gov.ro Foreign Direct Investment Department 76 n. 3/2017 FISCALITÀ & COMMERCIO INTERNAZIONALE Tel: (+40 21) 316 31 29 (int 106/107) - Fax: (+40 21) 316 31 58 - Email: investromania@ investromania.gov.ro The Chamber of Commerce and Industry of Romania CCIR Business Center, Bulevardul Octavian Goga 2, București 030982 General Secretary: Traian Caramanian - Tel: (+40 21) 3182573 Fax: (+40 21) 3190092 - Email: [email protected] Sito Internet: ccir.ro/en