Copia di 5fdd5a98e5b49079ef5c1edab50a6195 Le Idee MARTEDÌ 22 NOVEMBRE 2016 LA CITTÀ RICOSTRUZIONI di MASSIMILIANO AMATO A sinistra Paolo Franchi, curatore con Maria Vittoria Tomassi dei Diari del leader socialista, che saranno presentati oggi all’Università A destra Nenni e Togliatti ‘‘D Il suo cruccio fu la mancata unità del partito contro la quale dovette arrendersi i tutti i leader della sinistra italiana, da Turati ai giorni nostri, Pietro Nenni è stato con ogni probabilità l’unico a cui sia riuscito non solo e non tanto di incidere nel vissuto politico quotidiano di milioni di militanti socialisti, ma di penetrare significativamente nel loro immaginario individuale e collettivo, nella loro visione del mondo e della vita. Al punto di creare un’antropologia specifica, un “unicum” nella storia del socialismo europeo che tuttora attraversa i sentimenti di ciò che resta di quel popolo disperso. Diversa antropologia, si diceva. Almeno su questo terreno, Togliatti, l’algido Togliatti, il cerebrale Togliatti, il sussiegoso LA FERREA FEDE SOCIALISTA DEL VECCHIO PATRIARCA intellettuale che dava del “lei” ai compagni, ha perso la partita con il vecchio Pietro. E forse giusto l’ultimo Berlinguer avrebbe potuto reggere il confronto. Ma quando il berlinguerismo si affermò come nuova categoria dello spirito a sinistra, Nenni già non c’era più, e problematica andava rivelandosi la gestione della sua ingombrante eredità. L’identificazione tra il socialismo italiano e Nenni è stata, dunque, to- diCARLOFUSARO M sti per “sottrarre ai comunisti l’egemonia sulle classi lavoratrici”: un cruccio che attraversa buona parte dell’ultima fase della sua esistenza, raccontata nei Diari che vanno dal 1973 al 1979 e che, curati da Paolo Franchi, storico notista politico del Corriere della Sera, e dalla nipote di Nenni, Maria Vittoria Tomassi, Marsilio ha mandato in libreria da qualche mese. Pietro guardava lontano, ave- no”, dove gli ultimi due termini – tendenzialmente antitetici – mettono a fuoco la cifra saliente della diversa antropologia di cui si parlava prima. Libertario perché nel socialismo nenniano la libertà è sempre, inossidabilmente, “in re ipsa”, non essendoci dicotomia tra “liberi di” e “liberi da”; giacobino perché mai, nemmeno per un minuto della sua vita, egli congeda i giovanili furori radicali. I diari che riscostruiscono gli ultimi sette anni della sua vita, che colmano una lacuna storica trascinatasi per molto tempo, attraversano un tempo che sembra dilatato, in cui la Storia, italiana, europea e mondiale, si frantuma. Davanti agli occhi del vecchio patriarca, che nel ’71 è stato a un passo dal Quirinale, riportando una bruciante delusione per il voltafaccia di Saragat e La Malfa, passano lo choc petrolifero e la crisi economica che mette fine al ventennio del benessere italiano, il golpe di Santiago del Cile e il referendum sul divorzio (ultima battaglia condotta in prima persona e vinta), gli anni di piombo e le stragi fasciste, il rapimento e l’uccisione di Moro, il declino, elettorale e culturale dei socialisti e l’avvento alla segreteria di un vecchio pupillo, Bettino Craxi. I giudizi sono puntuti, con sintesi giornalistica Nenni annota, racconta, puntualizza. Ma, soprattutto, milita. Non smetterà mai, tanto forte rimarrà il rapporto empatico che lo legherà al suo popolo fino alla fine. E anche oltre. ©RIPRODUZIONE RISERVATA ILRIFIUTODELLARIFORMA PREOCCUPA GLI INVESTITORI IL COMMENTO ercati in allarme, fibrillazione in aumento, avvertimenti della Banca d’Italia: si avvicina il referendum e l’attenzione sull’Italia (fa o non fa le riforme? Si stabilizza o torna nel caos?) torna pressante. Le avvisaglie s’erano viste qualche settimana fa, quando reduce dal suo road show per “vendere” il piano Monte dei Paschi, il nuovo amministratore delegato Morelli se n’era tornato a casa con molto interesse, diverse aperture ma una risposta interlocutoria: i potenziali finanziatori e soci non si sarebbero mossi fino a dopo il 4 dicembre. Qui si dovrebbe piantarla di fare gli ipocriti. Il nostro paese convalescente deve farsi finanziare circa il 10% del debito pubblico del mondo e produce circa il 2,4% del Pil mon- tale, nonostante il Psi sia stato a lungo il paradigma negativo di cosa dovrebbe essere un partito: perennemente lacerato al proprio interno, vittima di numerose scissioni, a partire da quella di Saragat del ’47, l’unica (non quella del ’21, quindi, che diede inizio ad altra e diversa storia, e nemmeno quella dei carristi del Psiup nel ‘64) della quale Nenni si sia doluto per tutta la vita, fin sul letto di morte. La mancata unità dei sociali- va riferimenti europei, sapeva che l’unità dei socialisti nel campo del riformismo era l’unica chiave di sblocco dell’anomalia italiana, costruita sulla prevalenza, culturale e elettorale, di due forze potenzialmente antisistema. E però il suo boulot del militante restava quello del ragazzo che aveva partecipato alla Settimana Rossa, quando aveva deciso irrevocabilmente di schierarsi dalla parte di quelli che, “nati indietro”, andavano “portati avanti”: un “militante della classe operaia e del movimento socialista”. Di qui il titolo del volume, che sintetizza una biografia politica, umana e sentimentale complessa e affascinante: “Socialista, libertario, giacobi- 11 diale. Un dato raccapricciante. Attenzione: il 2.4% del Pil mondiale è tanto, è da grande Paese; ma è il rapporto col debito a far paura, tanto più che diversamente dal Giappone è un debito per il 40% in mani di stranieri. E non basta: come sanno anche i liceali, siamo fra i Paesi demograficamente più anziani del mondo e la nostra produttività non cresce da anni. Ci vuole allora una bella faccia tosta a (far finta di) sorprendersi se i vari investitori istituzionali stranieri si domandano: ce la faranno gli italiani a ripagarci? E magari a piagnucolare contro i mercati cattivi. Non solo: alla nostra capacità di ripagare, producendo di più, il debito accumulato, molti legano anche il futuro dell’euro. Anche questa è cosa detta e ridetta: altro è la Grecia, che se “fallisce” è un problema, ma non mette a repentaglio la moneta unica; altra l’Italia, uno dei grandi d’Europa. Allora sì che tutto può saltare. Torno a noi e al nostro referendum sulla riforma della Costituzione. Il suo contenuto, al netto di dettagli e imperfezioni che certo ci sono, piace a chi vuole un’Italia più stabile che continui a riformarsi come da programmi infinite volte annunciati e solo di recente avviati (pubblica amministrazione, scuola, mercato del lavoro). La riforma costituzionale promette (specie se unita ad appropriata legge elettorale: per ora c’è!) governi di legislatura e per ciò stesso (chiunque li guidi) più autorevoli, processo legislativo più rapido, semplificazioni istituzionali; in ‘‘ Mercati in allarme e fibrillazione in aumento Si avvicina il referendum e l’attenzione sull’Italia torna pressante una parola, istituzioni più efficienti. Perciò in tanti, anche nel mondo dell’impresa, del lavoro e della finanza (interna e internazionale) fanno il tifo perché la riforma sia approvata. Il timore per il No, nel breve e medio periodo, è poi rafforzato, al di là del merito, dall’idea che sarebbe un segnale che l’Italia rifiuta la riforma più importante (dalla quale dipendono quelle future), nonché dalle conseguenze politiche a breve. Al di là di qualsiasi intenzione di Renzi (che del resto è stato chiaro) è evidente che il No si porta dietro una fase di (maggiore) incertezza politica e rilancia la possibilità che alle successive elezioni politiche (siano esse nel 2017 o alla scadenza del 2018) si ponga questa alternativa: vittoria di forze che moltiplicano le incertezze (per il solo fatto di apparire così nuove da sfiorare l’incompetenza, il Movimento 5 Stelle: il caso Roma non aiuta) o addirittura le paure (per il fatto di essere antieuro, antieuropeiste e sovraniste: la Lega di Salvini o una coalizione di destra intorno ad essa); oppure, per evitare tutto ciò, magari con l’aiuto di un siste- ma elettorale a prevalenza proporzionale, ricorso a coalizioni rabberciate fra moderati di centro-destra o di centro-sinistra che riproducano gli schemi della cosiddetta Prima Repubblica. Insomma il rischio percepito è di un possibile balzo all’indietro verso coalizioni raccogliticce e governi deboli: per di più con l’appesantimento delle riforme istituzionali non fatte, doppio rapporto fiduciario con due Camere diverse e processo legislativo teoricamente senza fine. Una ricetta per il disastro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA OROSCOPO ARIETE QUOTIDIANO DI SALERNO E PROVINCIA direttore responsabile: ANDREA MANZI caporedattore: MAURIZIO D’ELIA Editore: Edizioni Salernitane srl Sede legale: Via San Leonardo 51 Salerno Concessionaria pubblicità: A. 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Questo vi eviterà errori e ritardi nell’ottenere ciò che volete. Buon umore. GEMELLI 21/5 - 20/6 Sarà una giornata piacevole e movimentata, nel corso della quale vi appassionerete a molte cose. Avrete l’occasione di fare conoscenze interessanti e anche utili. CANCRO 21/6 - 22/7 La mattinata vi offre buone possibilità di recupero, cercate di riprendere in mano alcuni impegni di lavoro. Sarete determinati nel liquidarli. Molta l’intraprendenza. LEONE 23/7 - 22/8 Un grande desiderio di rinnovamento si impadronirà di voi: cambiare il vostro stile di vita, le amicizie e il modo di vestire appagherà le vostre esigenze. Cambiamenti anche in amore? VERGINE 23/8 - 22/9 Con una buona organizzazione riuscirete a concentrare il lavoro nell’arco della mattinata. Le ore libere pomeridiane le potrete dedicare a voi stessi e allo svago. bilancia CAPRICORNO 23/9 - 22/10 Nel lavoro la vostra pazienza sarà messa a dura prova. Controllatevi se volete ottenere un buon vantaggio. Non avrete molto tempo da dedicare all’amore. Capiteranno delle buone occasioni. 22/12 - 19/1 Ci sono vari fattori molto positivi, situazioni interessanti da valorizzare subito. Colloqui persuadenti, progressi sul piano pratico. Buoni progressi anche con i progetti di vasta portata. SCORPIONE ACQUARIO 23/10 - 22/11 Aspirazioni, prospettive agevolate: approfittate del momento favorevole per tentare la fortuna. Siete un po’ troppo riservati e questo non piace a chi amate. Fantasia. SAGITTARIO 23/11 - 21/12 Impegni professionali urgenti vi sottrarranno per un certo periodo il tempo da dedicare all’amore e alle sue gioie. Il rapporto sentimentale ne risentirà un po’. Riposo. 20/1 - 19/2 Non si apre per voi uno spiraglio di buon umore nemmeno in questa giornata. Oberati di lavoro, siete troppo innervositi per valutare lucidamente la situazione. Relax. PESCI 20/2 - 20/3 La giornata si presenta ricca di svariate sorprese, alcune delle quali molto interessanti. Non fatevi prendere in contropiede ed approfittatene immediatamente. Un incontro.