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Su quali computer gira Linux?
Praticamente "su tutti", a partire da vecchi 386 fino ai moderni multiprocessori. Chiaramente
su computer vecchi molti programmi faticano a girare e il supporto grafico è precluso, a
meno di non utilizzarli come workstation diskless.
Come posso provare Linux senza dover comprare un nuovo computer?
Il modo più semplice, "senza impegno", per provare è cominciare con una distribuzione che
non si installa: tutto sta su cdrom, i programmi necessari vengono caricati in memoria e,
riavviato il computer, tutto torna come prima.
Chi ha già Windows installato e ha abbastanza spazio su disco, o un nuovo disco da dedicare
a Linux, può utilizzare la cosiddetta tecnica del "dual-boot". Ad ogni riavvio si può scegliere
il sistema da utilizzare. L'installazione richiede un po' di attenzione per non distruggere il
vecchio sistema operativo, ma oramai è una tecnica standard, e si può trovare molto
materiale in rete. Ad esempio, una ricerca su Google di "windows linux dual boot istruzioni"
fornisce alcune centinaia di siti italiani. Un buon libro che spiega in dettaglio la transizione
da Windows a Linux è "Da Windows a Linux", di Paolo Attivissimo.
Si noti che, usando la tecnica del dual-boot, lavorando sotto Linux è possibile accedere ai
file di Windows. Si può quindi continuare a sentire i propri mp3, vedere foto e accedere a
documenti (anche Word, Excel, Powerpoint, etc) senza doverli trasportare sul nuovo sistema
operativo. Non è vero il contrario.
È possibile condividere le risorse fra computer Windows e Linux?
Mediante "Samba", sistemi Windows a Linux in rete locale possono condividere risorse su
disco e stampanti.
Come funziona il diskless?
Un computer funge da server (terminal server). Ha tipicamente molto spazio su disco,
meglio ancora se i dischi sono due (non è necessario, dipende da quanto spazio di lavoro si
vuole dare a ciascun utente e, soprattutto, se si vuole usare un altro disco per backup per
salvaguardarsi da eventuali avarie), CPU abbastanza potente (ma per piccoli cluster
corrisponde qualsi al minimo acquistabile oggigiorno...), CDrom, masterizzatore, modem di
connessione ad internet, modem fax/segreteria (se si ha l'ADSL, internet e fax/segreteria
sono indipendenti) varie stampanti e scanner (niente paura: gestire bene il traffico è un
compito che i sistemi di tipo Unix/Linux sanno svolgere egregiamante). Sul server gira il
sistema operativo completo e fra i vari servizi c'è il "Server X", in grado di inviare
applicazioni grafiche ai "client", costituiti in questo caso, ma non necessariamante, dai
computer diskless. Ovviamante il server può essere dotato di monitor, mouse e tastiera e può
essere lui stesso una postazione di lavoro (workstation).
Ci sono poi tante altre workstation costituite da computer connessi in rete al server, sui quali
gira un sistema operativo "minimale", scaricato dal server alla partenza. Per essere più
chiari, alla partenza la workstation diskless ha bisogno soltanto di un piccolissimo
programma (residente su floppy o su una EPROM: ecco perché non serve il disco rigido!)
che gli impartisce le istruzioni per cercarsi sulla rete un server dal quale scaricarsi il mini
sistema operativo e vari programmi di stretta necessità. Fra i vari programmi c'e' il "client"
in grado di comunicare con il Server X. Quindi il client si connette al Server X e accetta
quello che il server gli manda, ovvero, per dirlo alla buona, le "varie schermate"
(ovviamente questo è fatto in modo intelligente, in quanto il trasferimento di intere
schermate sulla rete sarebbe troppo pesante). La prima schermata è quella di benvenuto. Da
questo momento è come se, a tutti gli effetti pratici, si lavorasse direttamente sul server.
Posso usare come workstation diskless un mio vecchio PC?
Certo, se è almeno un 486 con 8-16 MB di RAM, una scheda video decente e una scheda di
rete. Anzi, per questa applicazione vecchi PC hanno dei vantaggi pratici (a parte il prezzo)
rispetto ai computer moderni (il più economico dei quali è già troppo potente per questo
uso): consumano di meno e fanno meno rumore.
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Il terminal server può fungere anche da server web?
Per piccole applicazioni senz'altro. Mentre il server gestisce le workstation, esso è in anche
grado di far girare il server web (tipicamente Apache), il server della posta e molti altri
servizi. È raccomandabile, comunque, qualora il budget lo permetta, di utilizzare un
computer da interfaccia verso l'esterno, con i servizi che comunicano verso l'internet (web,
posta, ftp, ssh, etc) e l'intranet e che faccia da istradamento ("router") per i computer della
rete locale. Il server-router sarà quindi più stabile e snello nel funzionamento e la rete locale
sicura da sguardi indiscreti.
Quante workstation diskless si possono collegare ad un server?
"Dipende" è, come al solito, la risposta di rito a tale domanda. Dipende dal tipo di lavoro,
dalla rete e dalla potenza del server. Non abbiamo esperienza diretta su istallazioni di
moltissimi computer, ma cifre dell'ordine di 30-50, o addirittura 100, non sembrano di
fantasia. Chiaramente, per grandi carichi il server deve essere decisamente potente, meglio
se multi-CPU, tanta RAM, dischi SCSI e la rete deve essere ben progettata per evitare
strozzature. Per alcune applicazioni si può anche distribuire il carico su più server.
PC con Windows possono far parte del cluster?
Raccomandiamo di prevedere almeno un computer che funga, a seconda delle necessità, da
workstation "diskless" (anche se il disco ce l'ha...) e da PC Windows a sé stante. Infatti,
nonostante ci siano programmi Linux che permettano di fare moltissime cose, in alcuni
ambienti si può essere vincolati a qualche applicazione XYXTWZX di cui esiste solo la
versione Windows. Oppure, si ha necessità di usare (o non si sa resistere alla tentazione di
acquistare...) l'ultimo gadget informatico per il quale non esistono ancora driver Linux.
Quindi almeno una stazione Windows va prevista. Essa può condividere risorse con Linux
(vedi sopra) e, nei momenti in cui non serve come tale, può essere usata come una
workstation diskless, nel senso che, anche se il disco c'è, esso non viene minimamante
utilizzato.
È possibile distribuire il carico di calcolo sulle CPU delle worstation, invece di
concentrarlo sul server?
Anche questo è fattibile. Si può addirittura configurare la rete per una funzionalità opposta a
quella descritta precedentemente: il server smista il lavoro ai computer diskless e ne
raccoglie i risultati. Questa configurazione richiede computer diskless con una discreta CPU
e sufficiente memoria. Si realizzano così potentissime "computer-farm" a prezzi bassissimi.
Troppi utenti sullo stesso server non rischiano di rovinare il sistema operativo?
Dipende dal sistema operativo. Questo è senz'altro falso per Unix/Linux, in cui gli utenti
hanno privilegi limitati e spazio preassegnato deciso dell'amministratore. Al contrario, la
centralizzazione degli utenti su un unico server agevola l'amministrazione, come è
facilmente intuibile.
Quanto costa un cluster con un server e una decina di workstation?
"Dipende" e, comunque, per preventivi preferiamo essere contattati. Siamo certi che chi ha
letto attentamente questa pagina saprà farsi un rapido calcolo dell'enorme risparmio, rispetto
a cluster convenzionali, sulle seguenti voci:
o hardware;
o software;
o gestione;
o stabilità;
Le ultime due tendono ad essere trascurate, ma alla lunga possono procurare costi di
manodopera e perdite legate a interruzioni di servizio confrontabili o addirittura superiori al
costo iniziale di hardware e software.