Sulle orme della Guerra civile spagnol la “lezione

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n. 4, aprile 2013
Sulle orme della Guerra civile spagnol
la “lezione” della storia nella letteratu
Dal 21 al 23 marzo si è tenuto il seminario internazionale
“La guerra civile spagnola. La lezione della storia nella
le eratura e nel cinema”, organizzato dal professor Diego Símini, docente di Le eratura spagnola, in collaborazione con l’associazione studentesca Link UdU. Il seminario ha visto la partecipazione di docen provenien da
università italiane e spagnole.
Un avvenimento storico come la guerra civile in Spagna
merita di essere interpretato innanzitu o dal punto di
vista temporale, ha spiegato in apertura la professoressa Anna Lucia De Ni o, dell’Università del Salento,
come presupposto per ricostruire la situazione poli ca
messa poi in a o. Dal 1924 al 1930 la Spagna è governata dalla di atura di Primo de Rivera. L’esperienza re30
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la:
ura e nel cinema
“Dos Españas”), e, nello stesso tempo, internazionale tra
fascismo e an fascismo. Ma la forte mobilitazione che la
guerra civile provocò (si formarono le “Brigate internazionali”, volontari giun in Spagna dai più dispara paesi, pron a comba ere per la difesa dei principi democra ci), dimostra quanto fosse sen ta l’importanza del
confli o in tu o il mondo.
Fu un mo vo di risca o contro il fascismo, anche per gli
ebrei, vista la loro considerevole partecipazione, come
ha dimostrato l’intervento del professor Furio Biagini,
dell’Università del Salento. Ma una delle ques oni centrali da affrontare è: in che modo la le eratura è riuscita
a idealizzare questa guerra, renderla eterna, quasi fino a
farne un evento mis co? È con il risca o della memoria,
per ridar voce agli orrori vissu e farli conoscere anche a
chi non c’era. Tu o è invaso dalla memoria, i ges , le parole, la lingua, una lingua di ribellione e denuncia, come
tes monianza pura della verità. La memoria si trasforma
in un momento comprensione, in cui possiamo provare
la sofferenza di una tragedia simile, ripercorrendo il passato, facendolo rivivere nel presente, fino a mantenerlo
nel futuro. Questa è, una possibile chiave di le ura di
quelle opere che avevano l’intenzione di denunciare e
di non dimen care; opere tra cui romanzi e poesie, ma
anche i raccon divulga dai mass media, dove la parola
era spesso silenziata per lasciare spazio alle immagini e
ai suoni.
In questo contesto, il professor Marco Cipolloni, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha ricordato il cinema come proto po di strumento audio visuale, dove i
rumori riecheggiavano gli orrori e la paura, anche a scopi
propagandis ci. Ed ecco allora molte opere scri e da chi
ha vissuto quel confli o, come nel caso di Teresa Pàmies,
di cui ci è giunta tes monianza dal figlio, il professor Antonio Pamies, dell’Università di Granada. La scri rice fu
sorpresa dalla guerra poco più che adolescente e ricorda
quei momen e il suo esilio in opere scri e 30 anni più
tardi in catalano, la lingua della sua memoria e della sua
ribellione.
In questo contesto sono principalmente tre i pi di narrazioni che troviamo: ideologiche, realiste e umoris che. Quale modo migliore di eludere la censura se non
l’umorismo, affrontando un tema di così tanto valore
a raverso ricorsi bizzarri: mascherare la realtà con parodie, fare la caricatura di personaggi e luoghi reali tanto
pubblicana del 1931, segnata dall’instabilità, sfociò nel
terribile scontro iniziato nel 1936. Da una parte la democrazia, presto ostaggio dei rivoluzionari comunis e
anarchici, dall’altra i franchis , che avevano per modelli
l’Italia fascista e la Germania nazista. Il confli o fu perciò
nazionale per lo scontro interno tra una parte di popolazione conservatrice e una progressista (le cosidde e
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da farli sembrare magici, u lizzare
un sarcasmo e un’ironia pungente e
aggressiva per so ntendere un significato vero e, in questo caso, profondamente tragico.
Così possiamo menzionare gli scrittori umoris appartenen alla cosidde a “Altra Generazione del ‘27”,
tra i quali Miguel Mihura, di cui si è
occupato il professor José Manuel
Alonso Feito, dell’Università del Salento. Mihura, che raggiunse il successo come drammaturgo nel dopoguerra, è a de a di mol precursore
del teatro dell’assurdo per aver sa-
puto combinare elemen tragici e
ridicoli in uno schema irrazionale e
contraddi orio. Troviamo poi autori costre all’esilio che decidono di
non tacere e contribuire al racconto
della realtà a raverso i loro ricordi;
di ques abbiamo ripercorso la vita
e il pensiero grazie agli interven dei
professori Julián Sauquillo, dell’Università Autonoma di Madrid, José
Carlos Rovira, dell’Università di Alicante e Diego Símini. Sauquillo ha
evocato la figura di José Bergamín,
diviso tra i suoi ideali comunis e cattolici e i princípi dell’alta borghesia in
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cui è cresciuto. Bergamín si presenta come un autore contraddi orio,
bizzarro e allegorico, il cui s le è
profondamente segnato da iperboli
e paradossi che nascondono la fragilità dell’uomo in una realtà gro esca. Símini ha ricordato uno scri ore
poco noto, Manuel Lamana, il quale, dopo aver vissuto la guerra civile
da adolescente ed essere andato in
esilio, racconta la sua esperienza da
clandes no. Rovira invece ha parlato
della poesia “comba ente”, osservando come tra quei componimen ,
effimeri per definizione, si ritrovino
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brani molto emo vi, specie di autori
magnifici come Luis Cernuda, poeta
nostalgico e tormentato che vede
il confli o civile come il culmine di
uno scontro tra una Spagna eterna,
immortale, medievale da una parte,
e dall’altra una Spagna nuova e moderna; presenta così una poesia però
umana e riflessiva, Antonio Machado, autore di una lirica in ricordo di
García Lorca, e Miguel Hernández, il
“poeta bambino”, morto a trent’anni
nelle carceri franchiste.
Le tes monianze della guerra non si
concludono qui, considerando che
molte opere sono ancora nascoste.
L’idea comunque che ci sia qualcosa
da far rivivere e da raccontare mette in relazione storia e poli ca con
la le eratura. Tu o ciò è la prova
di quanto quest’ul ma sia uno dei
modi migliori per documentare e
raccontare la guerra civile. Un modo
u le tu ora per rifle ere, capire e
ricordare.
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