Trasformare le frecce in fiori:
la pratica della trasformazione
interiore
La violenza è sempre vicina. I semi della violenza sono individuabili nei nostri pensieri,
nei nostri discorsi e nelle nostre azioni, ogni giorno: li possiamo trovare nella nostra mente,
negli atteggiamenti che assumiamo, nelle paure e ansie che nutriamo riguardo a noi stessi e
agli altri.
I pensieri stessi possono essere violenti, e i pensieri violenti possono portarci a parlare
e ad agire con violenza. In questo modo la violenza che si trova nella nostra mente si
manifesta nel mondo.
Le guerre che si combattono ogni giorno fra i nostri pensieri o all'interno della nostra
stessa famiglia sono strettamente collegate con le guerre che si combattono in tutto il
mondo fra popoli e nazioni.
La nostra convinzione di essere i depositari della verità e che siano in torto quelli che
non condividono le nostre stesse certezze ha provocato moltissimi danni. Se crediamo
fermamente che qualcosa sia la verità assoluta vuol dire che siamo rimasti prigionieri dei
nostri stessi punti di vista. Per esempio, se crediamo che il buddhismo sia l'unica via verso
la felicità esercitiamo una sorta di violenza, visto che discriminiamo ed escludiamo coloro
che seguono altri sentieri spirituali. Quando siamo intrappolati nelle nostre opinioni
personali non vediamo e non capiamo le cose in modo armonico con la realtà: lasciare che
accada può essere molto pericoloso e ci impedisce di cogliere l'opportunità di acquisire
una saggezza più profonda.
Di solito pensiamo alla violenza e alla guerra come ad atti o eventi che iniziano in un
dato momento e finiscono in un altro; se osserviamo la vera natura della guerra, però,
vediamo che i suoi semi ci sono già da prima, a prescindere dal fatto che essa scoppi
oppure no.
Non dobbiamo aspettare che la guerra sia dichiarata ufficialmente per riconoscerne
la presenza. E ancora, una volta che gli eserciti contendenti hanno abbandonato i campi di
battaglia e sono tornati a casa, si direbbe che la guerra non esista p iù, ma forse in realtà
non è così: può darsi che ci sia ancora; anche se i combattimenti sono cessati, l'odio e la
paura sono ancora presenti nel cuore e nella mente dei soldati e dei loro concittadini. La
guerra dunque c'è, e se ci guardiamo attorno ne riconosceremo le molte facce:
intolleranza religiosa, odio etnico, infanzia trascurata, discriminazione razziale,
sfruttamento delle risorse del mondo. Ma sappiamo anche che sono presenti i semi della
pace, della comprensione e dell'amore; e sappiamo che cresceranno, se li coltiveremo.
Quando riconosciamo la violenza che ha messo radici dentro di noi, nel nostro modo
quotidiano di pensare, parlare e agire, possiamo risvegliarci e vivere in un'altra maniera:
possiamo impegnarci a fondo a vivere in presenza mentale, a vive re in pace. Se facciamo
risplendere la luce della consapevolezza sulla violenza che abbiamo nel cuore e nei
pensieri, possiamo fermare la guerra proprio là dove nasce, nella nostra mente; e se
fermiamo la guerra nella nostra niente e nel nostro cuore, sapremo di certo come fermarla
al di fuori di noi.
Thay