5 Proprietà dielettriche dei tessuti biologici Introduzione Negli ultimi anni le società industrializzate hanno assistito ad un aumento senza precedenti, per numero e varietà, di sorgenti di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici usati per scopi individuali, industriali e commerciali. Queste sorgenti comprendono televisione, radio, computer, elettrodotti, telefoni cellulari, forni a microonde, radar, ed apparati per uso industriale, domestico, medico e commerciale. Tutte queste tecnologie hanno reso la nostra vita più ricca e più facile ma, nello stesso tempo, hanno creato un aumento dell’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenze che va da 0 Hz a 300 GHz (radiazione non ionizzante). Di conseguenza, le problematiche associate all’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici costituiscono un tema ampiamente dibattuto dall’opinione pubblica e dal mondo scientifico a causa dell’impatto sulla salute individuale e collettiva. Le radiazioni elettromagnetiche che incidono su un tessuto biologico subiscono fenomeni di riflessione e trasmissione causati dalle differenze esistenti tra la costante dielettrica e la conducibilità dell’aria e del tessuto biologico. A livello macroscopico, la circolazione di correnti indotte dalla penetrazione del campo elettrico all’interno del corpo biologico è direttamente collegata al valore non nullo della conducibilità elettrica. Le caratteristiche di tali correnti dipendono dalla frequenza, intensità, polarizzazione e modulazione del campo elettromagnetico, dalla forma, dimensioni e caratteristiche elettriche del tessuto biologico, e dalla configurazione dell’ambiente circostante. Tali correnti, in virtù del fatto che un corpo biologico può essere assimilato a un dielettrico con perdite, producono calore il quale induce generalmente effetti a breve termine che cessano di esistere non appena la sorgente di campo viene meno, salvo danni permanenti dovuti a esposizioni molto prolungate e ad elevata intensità. La circolazione di corrente associata al campo magnetico è invece associata all’induzione di forze elettromotrici generata dalla variazione temporale del flusso concatenato con un possibile percorso chiuso all’interno del corpo biologico. Per frequenze fino a circa 10 kHz la direzione del campo esterno è praticamente normale alla superficie che separa il tessuto biologico dall’aria, ed il tessuto stesso è in grado di schermare molto bene il campo elettrico esterno in quanto i valori di conducibilità elettrica e permettività sono superiori a quelli dell’aria. Nei confronti del campo magnetico il tessuto biologico non introduce nessuna discontinuità. Infatti, visto che la sua permeabilità magnetica è uguale a quella dell’aria, il campo magnetico esterno non subisce alcuna rifrazione e riflessione e pertanto non è attenuato. Di conseguenza, alle basse frequenze la densità di corrente indotta è dovuta principalmente al campo magnetico. All’aumentare della frequenza aumenta anche la potenza dissipata all’interno dei tessuti 152 5.1. Permettività elettrica 153 biologici con conseguente innalzamento della temperatura. Infatti, la riduzione della costante dielettrica dei tessuti biologici all’aumentare della frequenza consente una maggiore penetrazione del campo elettrico all’interno dei tessuti stessi e quindi un aumento della potenza assorbita. Inoltre, all’aumentare della frequenza aumenta anche la conducibilità e quindi le perdite dielettriche. Infine, per frequenze superiori a qualche decina di megahertz si può verificare un assorbimento risonante da parte del corpo umano. E’ chiaro che lo studio dell’interazione tra campo elettromagnetico e tessuti biologici richiede la conoscenza dei meccanismi alla base della propagazione dei campi elettromagnetici alle varie frequenze ed è basato sulla disponibilità delle proprietà elettriche e magnetiche dei vari tessuti che costituiscono gli esseri viventi. Inoltre, la conoscenza di tali proprietà è di ausilio per la determinazione delle ‘vie’ del flusso di corrente all’interno del corpo umano ed è di fondamentale importanza per la misura dei parametri fisiologici, lo studio degli effetti biologici dei campi elettromagnetici, dell’elettrocardiografia, dell’elettrofisiologia, della contrazione muscolare e della trasmissione di segnali elettrici all’interno del sistema nervoso. Un approccio dal punto di vista microscopico risulta essere alquanto complesso visto che è indispensabile tener conto dell’enorme varietà della forma delle cellule e della loro distribuzione all’interno del tessuto, cosı̀ come delle differenti proprietà del mezzo extracellulare. Allo scopo di superare tali complicazioni, molto spesso la caratterizzazione della distribuzione del campo elettromagnetico all’interno del tessuto biologico è effettuata seguendo un approccio di tipo macroscopico. In questo contesto, il problema può essere ricondotto alla soluzione numerica delle equazioni di Maxwell nello spazio fuori e dentro il corpo biologico, tenendo conto delle condizioni di continuità per i campi alla superficie dello stesso e che sia noto il valore della costante dielettrica complessa alla frequenza di lavoro. Nonostante tutto, anche la trattazione macroscopica può presentare notevoli difficoltà in quanto le caratteristiche elettriche del tessuto biologico possono essere assimilate a funzioni complesse dello spazio e del tempo che tra l’altro dipendono dall’orientazione del corpo biologico rispetto al campo elettromagnetico applicato, e dalla frequenza del campo. 5.1 Permettività elettrica Le equazioni che unificano la teoria dell’elettricità e magnetismo e che quindi descrivono ogni fenomeno dell’elettromagnetismo classico sono da attribuire a James Clerk Maxwell e nella materia assumono la forma ∂B(r, t) (5.1) ∇ × E(r, t) = − ∂t ∂D(r, t) ∇ × H(r, t) = J0 (r, t) + Jc (r, t) + (5.2) ∂t ∇ · D(r, t) = ρ(r, t) (5.3) ∇ · B(r, t) = 0 (5.4) dove E è il campo elettrico, H il campo magnetico, B l’induzione magnetica, D l’induzione elettrica, ρ la densità di carica elettrica, r e t le coordinate spaziali e temporale. Ing. Luciano Mescia 5.1. Permettività elettrica 154 Jc è la densità di corrente di conduzione e dipende dall’azione del campo sulle eventuali cariche libere presenti all’interno del mezzo, mentre J0 è generalmente un dato del problema in quanto dovuta al movimento di cariche esterne al mezzo. E’ quindi evidente che, a differenza di J0 che è indipendente dal campo che si vuole studiare, Jc dipende dal campo elettrico e magnetico attraverso una equazione costitutiva la cui struttura dipende dal particolare fenomeno fisico che determina la conduzione del mezzo come ad esempio il moto degli ioni nelle soluzioni elettrolitiche, di elettroni liberi nei metalli, di elettroni e lacune nei semiconduttori. La definizione di costante dielettrica relativa complessa può essere derivata dalla seconda equazione di Maxwell ∂D ∂t In particolare ponendosi nelle seguenti ipotesi restrittive: ∇ × H = J0 + Jc + (5.5) • il materiale è un dielettrico con perdite (condizione verificata da tutti i tessuti biologici); • non esistono correnti elettriche impresse; • si considera il regime sinusoidale; • campi stazionari o lentamente variabili; • mezzi lineari, omogenei, isotropi e non dispersivi si ha che la densità di corrente di cariche libere e il vettore spostamento di Maxwell sono legati al campo elettrico per mezzo delle relazioni costitutive Jc = σE (5.6) D = ϵ0 E + P (5.7) dove σ è la conducibilità elettrica e P è la polarizzazione elettrica. Sostituendo le (5.6)– (5.7) nella (5.5) e ricordando che in regime sinusoidale bisogna applicare la sostituzione ∂t/∂t → jω, si ricava ∇ × H = σE + jω (ϵ0 E + P) (5.8) Dalla (5.8) si osserva che è possibile studiare separatamente differenti casi. Materiali senza perdite Questi materiali hanno una conducibilità elettrica nulla (σ = 0) e una polarizzazione P proporzionale e diretta nella stessa direzione del campo elettrico P = ϵ0 χE da cui ϵ0 E + P = ϵ0 (1 + χ) E = ϵ0 ϵE (5.9) dove ϵ = 1 + χ. Sostituendo la (5.9) nella (5.8) si ottiene ∇ × H = jωϵ0e ϵE da cui si osserva che e ϵ=ϵ Ing. Luciano Mescia (5.10) 5.1. Permettività elettrica 155 Materiali con perdite ohmiche Le pertdite ohmiche sono legate all’interazione tra il campo elettrico e le cariche libere presenti all’interno del materiale. Pertanto, questi materiali sono caratterizzati da una conducibilità non nulla e da una polarizzazione proporzionale e diretta nella stessa direzione del campo elettrico. In queste ipotesi si ricava ( ) σ σE + jω (ϵ0 E + P) = (σ + jωϵ0 ϵ) E = jωϵ0 ϵ − j E ωϵ0 che sostituita nella (5.8) fornisce la relazione e ϵ=ϵ−j σ ωϵ0 (5.11) Materiali con perdite dielettriche Le pertdite dielettriche sono legate all’interazione tra il campo elettrico e i bipoli elettrici presenti all’interno del materiale. Come visto in precedenza, in un materiale con questo tipo di perdite la permittività dielettrica è un numero complesso e di conseguenza la polarizzazione non è in fase con il campo elettrico. In particolare, se δ è lo sfasamento tra i vettori P ed E si può scrivere P = ϵ0 χe−jδ E = ϵ0 χ (cos δ − j sin δ) E da cui ( ) ϵ0 E + P = ϵ0 [1 + χ (cos δ − j sin δ)] E = ϵ0 ϵ′ − jϵ′′ E (5.12) ϵ′ = 1 + χ cos δ (5.13) ′′ (5.14) dove ϵ = χ sin δ Anche in questo caso ci si può riportare ad una relazione simile alla (5.10) dove la permittività dielettrica complessa è fornita dalla relazione e ϵ = ϵ′ − jϵ′′ (5.15) La presenza di perdite dielettriche è causa di dissipazione di energia. Infatti, se il campo elettrico è scritto nella forma E = Emax sin ωt, la polarizzazione è P = Pmax sin (ωt − δ). Di conseguenza, la corrente associata alle variazioni temporali della polarizzazione è ∂P = ωPmax cos (ωt − δ) ∂t mentre la potenza dissipata nel dielettrico vale E ∂P = ωEmax Pmax sin ωt cos (ωt − δ) ∂t Osservando che sin ωt cos (ωt − δ) = sin ωt cos ωt cos δ + sin2 Ing. Luciano Mescia 2ωt 1 1 − cos 2ωt sin δ = sin 2ωt cos δ + sin δ 2 2 2 5.1. Permettività elettrica 156 si ottiene ∂P 1 = ωEmax Pmax [sin 2ωt cos δ + (1 − cos 2ωt) sin δ] ∂t 2 e perciò la potenza media dissipata è [ ] ∫ ∫ ∫ cos δ T 1 T ∂P 1 sin δ T Pm = dt = ωEmax Pmax E sin 2ωtdt + sin δ − cos 2ωtdt T 0 ∂t 2 T T 0 0 1 1 = ωEmax Pmax sin δ = ωEmax Pmax cos θ0 2 2 E dove cos θ0 è il fattore di potenza. Da quanto ottenuto si osserva che nei dielettrici reali sarà dissipata una certa quantità di potenza in quanto vale sempre la relazione δ ̸= 0. Materiali con perdite ohmiche e dielettriche La maggior parte dei tessuti biologici possono essere considerati come materiali aventi tali caratteristiche. In particolare, per questa categoria di dielettrici si può scrivere ( ) ∇ × H = σE + jωϵ0 ϵ′ − jϵ′′ E = jωϵ0e ϵ E = Jtot (5.16) dove ) ( σ e ϵ = ϵ′ − j ϵ′′ + ωϵ0 (5.17) Dalla (5.16) si osserva che la densità di corrente totale Jtot è costituita da una componente in fase con il campo elettrico ( ) σ ′′ J1 = ωϵ0 ϵ + E ωϵ0 e una in quadratura J2 = ωϵ0 ϵ′ E In definitiva, da quanto appena detto si può affermare che l’effetto primario dell’interazione del campo elettrico con un oggetto materiale consiste nella generazione di una densità di corrente elettrica Jtot in cui possono essere distinte una componente in fase e una in quadratura. La componente in fase è detta anche corrente di conduzione ed è legata direttamente agli urti tra cariche e molecole (interazioni dissipative). Essa provoca il riscaldamento del materiale. La componente in quadratura è detta corrente di polarizzazione in quanto diretta conseguenza della presenza di dipoli. Questa corrente induce un aumento dell’energia immagazzinata nel mezzo e conseguentemente una riduzione della velocità di propagazione dell’onda elettromagnetica. Da un punto di vista sperimentale non è possibile distinguere le perdite dielettriche da quelle ohmiche. Però, in funzione dell’effettivo comportamento fisico del materiale si può decidere se evidenziare il carattere dielettrico o quello ohmico. Nel primo caso, è possibile scrivere la densità totale di corrente come: ( ) Jtot = jωϵ0 ϵ′ − jb ϵ E (5.18) Ing. Luciano Mescia 5.2. Propagazione dei campi elettromagnetici nei mezzi biologici 157 con ϵ′ = ℜ{e ϵ} (5.19) b ϵ = ℑ{e ϵ} (5.20) ( ) Jtot = σeq + jωϵ0 ϵ′ E (5.21) Nel secondo caso si ha invece con ϵ′ = ℜ{e ϵ} (5.22) σeq = −ωϵ0 ℑ{e ϵ} (5.23) Confrontando le (5.20) e (5.23) con la (5.17) si ricava σeq = σ + ωϵ0 ϵ′′ ′ (5.24) ϵ =ϵ (5.25) σ b ϵ = ϵ′′ + ωϵ0 (5.26) σeq ωϵ0 (5.27) Infine dalle (5.17) e (5.24) si ottiene: e ϵ = ϵ′ − j 5.2 Propagazione dei campi elettromagnetici nei mezzi biologici La propagazione delle onde elettromagnetiche all’interno di un tessuto biologico può essere studiata analiticamente risolvendo le equazioni di Maxwell con le opportune condizioni al contorno. In particolare, combinando le equazioni (5.1) e (5.2) ed utilizzando la (5.9) si ricava ∂ (∇ × H) ∂t ( ) ∂ ∂E = −µ0 σE + ϵ0 ϵ ∂t ∂t ∂E ∂2E = −µ0 σ − µ0 ϵ0 ϵ 2 ∂t ∂t ∇ × ∇ × E = −µ0 (5.28) Usando l’identità vettoriale ∇ × ∇ × E = ∇ (∇ · E) − ∇2 E e ipotizzando l’assenza di cariche impresse, ∇ · E = 0, si ottiene: ∇2 E − µ0 σ Ing. Luciano Mescia ∂2E ∂E − µ 0 ϵ0 ϵ 2 = 0 ∂t ∂t (5.29) 5.2. Propagazione dei campi elettromagnetici nei mezzi biologici 158 Procedendo in modo analogo è possibile ottenere anche l’equazione per il campo magnetico ∂H ∂2H ∇2 H − µ0 σ − µ0 ϵ0 ϵ 2 = 0 (5.30) ∂t ∂t e combinando le (5.29) e (5.30) si può scrivere in definitiva )( ) ( ) ( ∂ ∂2 E 0 2 = (5.31) ∇ − µ0 σ − µ0 ϵ0 ϵ 2 H 0 ∂t ∂t Considerando che il campo elettromagnetico sia di tipo sinusoidale e ricordando che in tale regime di funzionamento è possibile applicare la sostituzione ∂/∂t → jω e ∂ 2 /∂t2 → −ω 2 , ed ottenere in definitiva [ ( )] σ ′ ′′ 2 2 ∇ E + ω µ0 ϵ0 ϵ − j ϵ + E=0 ωϵ0 e cioé ∇2 E + k 2 E = 0 (5.32) dove, utilizzando la (5.27), è stata definita la costante di propagazione k 2 = ω 2 µ0 ϵ0e ϵ (5.33) Supponendo che il campo elettrico si propaghi lungo l’asse z e che sia polarizzato lungo l’asse x si ottiene d2 Ex + k 2 Ex = 0 (5.34) dz 2 di cui una possibile soluzione può essere espressa nella forma Ex (z) = E0 e±jkz (5.35) Essendo jk un numero complesso, esso può essere definito dalla relazione jk = α + jβ (5.36) k = β − jα (5.37) da cui Di conseguenza la (5.35) si può scrivere come Ex (z) = E0 e±jβz e±αz (5.38) Dalla (5.37) si ottiene [ ( )] σ ′ ′′ k = (β − jα) = β − α − 2jαβ = ω µ0 ϵ0 ϵ − j ϵ + = a − jb ωϵ0 2 2 2 2 2 da cui, ugualiando parte reale e immaginaria di ambo i membri, si ricava il sistema di equazioni { β 2 − α2 = a 2αβ = b Ing. Luciano Mescia 5.2. Propagazione dei campi elettromagnetici nei mezzi biologici 159 Eliminando α e ponendo β 2 = t si ottiene l’equazione 4t2 − 4ta − b2 = 0 √ a2 + b 2 t1,2 = 2 Osservando che la propagazione del campo elettromagnetico si ha quando β è un numero reale, è necessario considerare solo la soluzione positiva (quella con il segno ’+’) e perciò √√ a2 + b2 + a β= 2 che ha come soluzioni a± da cui si ricava α =β −a= 2 2 e quindi a+ √ √ a2 + b2 a2 + b2 − a −a= 2 2 √√ a2 + b2 − a α= 2 Osservando che ω2 ′ ϵ c2 ( ) σeq ω 2 ′′ σ 2 b = ω µ o ϵ0 = 2 ϵ + ωϵ0 c ωϵ0 a = ω 2 µ o ϵ0 ϵ′ = √ dove c = 1/ µ0 ϵ0 è la velocità della luce nel vuoto, si ricava in definitiva v √ u ) ( u ω2 v σ 2 ω2 ′ u √ u ′ 2 ′′ − 2ϵ u 2 (ϵ ) + ϵ + ( ′′ )2 u ′ tc ωϵ0 c ω uϵ ϵ σ α= = t 1+ + − 1 (5.39) ′ 2 c 2 ϵ ωϵ0 ϵ′ e β= v √ u ( ) u ω2 σ 2 ω2 ′ u ′ 2 ′′ + 2ϵ u 2 (ϵ ) + ϵ + tc ωϵ0 c 2 v √ u ( ′′ )2 u ω u ϵ′ ϵ σ = t 1+ + + 1 (5.40) c 2 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ Passando nel dominio del tempo si ha che l’espressione del campo elettrico che si propaga nel verso positivo dell’asse z assume a forma Ex (z) = E0 e−jβz ejωt e−αz = ej(ωt−βz) e−αz Ing. Luciano Mescia (5.41) 5.2. Propagazione dei campi elettromagnetici nei mezzi biologici 160 In base alla (5.41) è possibile definire la lunghezza d’onda λ e la profondità di penetrazione δ 2π β 1 δ= α λ= (5.42) (5.43) e cioé λ0 λ = v √ u )2 ( ′′ u ′ σ ϵ uϵ + + 1 1+ t 2 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ δ= c v √ u ( ′′ )2 u ′ ϵ σ uϵ ωt 1 + + − 1 2 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ (5.44) (5.45) dove λ0 = c/f è la lunghezza d’onda nello spazio vuoto. Da un punto di vista fisico, la profondità di penetrazione è strettamente legata alla parte di potenza che il campo elettromagnetico cede al mezzo materiale durante la sua propagazione. Infatti, osservando dalla (5.41) che l’attenuazione è tenuta in conto dal termine exp (−αz), si vede che essa indica la distanza a cui corrisponde una attenuazione di circa il 37% del campo elettrico e magnetico rispetto ai valori all’interfaccia. Inoltre, dalla (5.45) è evidente la dipendenza della profondità di penetrazione dalle caratteristiche elettriche del mezzo biologico (σeq , ϵ′ ) e dalla frequenza dell’onda elettromagnetica. Dalla (5.44) si deduce invece che nell’interazione con il materiale biologico il campo elettromagnetico, oltre ad attenuarsi, riduce la propria velocità di propagazione. Infatti, la lunghezza d’onda è sempre inferiore a λ0 e dipende sia dalle proprietà del campo elettromagnetico sia dalle caratteristiche elettriche del mezzo biologico. Buon conduttore elettrico In questo caso si ha σ ϵ′′ + ≫1 ′ ϵ ωϵ0 ϵ′ le espressioni (5.44) e (5.45) si semplificano notevolmente e risultano 1 δ=√ πµ0 f σ 2π λ= √ = 2πδ πµ0 f σ Ing. Luciano Mescia (5.46) (5.47) 5.3. Modello parametrico Buon dielettrico 161 In questo caso si ha ϵ′′ σ + ≪1 ′ ϵ ωϵ0 ϵ′ è possibile scrivere con buona approssimazione √ ( ′′ )2 ( )2 ϵ σ 1 ϵ′′ σ ∼ 1+ + + =1+ ϵ′ ωϵ0 ϵ′ 2 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ Di conseguenza la (5.39) diventa √ ( ) ω µ0 ϵ0 ϵ′ ϵ′′ σ ∼ α= + 2 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ (5.48) mentre la (5.40) si trasforma in √ [ ( [ ( ′′ )]2 )2 ] √ √ σ σ ω 1 ϵ 1 ϵ′′ ′ ′ ∼ + + β= ϵ 1+ ≈ ω µ0 ϵ0 ϵ 1 + c 2 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ 8 ϵ′ ωϵ0 ϵ′ √ (5.49) ≈ ω µ0 ϵ0 ϵ′ Pertanto, per un buon dielettrico si ottiene √ 2c ϵ′ ) δ= ( σ ′′ ω ϵ + ωϵ0 λ0 λ= √ ϵ′ (5.50) (5.51) Generalmente, nei materiali biologici non è possibile effettuare nessuna delle due approssimazioni illustrate in quanto σeq è dello stesso ordine di grandezza di ωϵ0 ϵ′ . Infatti, essi possono essere assimilati a dielettrici con elevate perdite e pertanto sia δ sia λ sono da calcolare senza ricorrere a nessuna approssimazione. 5.3 Modello parametrico Rispetto ai materiali utilizzati nei convenzionali sistemi elettromagnetici, il corpo umano è di gran lunga molto più complesso in quanto è costituito da svariati tessuti biologici aventi proprietà elettriche differenti e caratteristiche dispersive che coprono un ampio intervallo di frequenza. Tali proprietà, tra l’altro i) non sono ben conosciute, ii) sono strettamente legate alla geometria complessa e non uniforme del tessuto biologico, iii) dipendono dall’ambiente in cui è immerso il corpo umano e dai differenti meccanismi d’interazione che generano il fenomeno della dispersione. Inoltre, è importante non trascurare il fatto che il materiale di cui è composto il tessuto biologico è attivo da un Ing. Luciano Mescia 5.3. Modello parametrico 162 punto di vista cellulare e che in molti casi il problema deve essere affrontato considerando sia gli effetti termici sia le possibili perturbazioni generate dalla circolazione del sangue. La permittività dei tessuti biologici include, da un punto di vista macroscopico, il contributo legato ai vari fenomeni di rilassamento causati da molecole, cellule e strati ionici che circondano molecole, e il contributo di conducibilità legato al fenomeno del movimento degli ioni. Essa è stata estensivamente studiata da molti ricercatori nell’intervallo di frequenza che va da alcuni Hz ai centinaia di GHz. In particolare, C. Gabriel e collaboratori, partendo da una gran mole di dati sperimentali, hanno proposto un originale modello parametrico per la valutazione delle proprietà dielettriche di molti tessuti biologici nell’intervallo di frequenza che va da 10 Hz a 100 GHz. Esso è basato sulla sovrapposizione di quattro dispersioni Cole–Cole e di un termine che rappresenta il fenomeno della conducibilità ∑ bn σ0 + e ϵ = ϵ∞ − j ωϵ0 1 + (jωτn )1−dn 4 (5.52) n=1 dove ϵ∞ , σ0 , bn , τn e dn rappresentano i 14 parametri da determinare per ciascun tessuto biologico. Dalla (5.52) si ricava [ ] 4 ∑ bn ϵ = ℜ{e ϵ} = ϵ∞ + ℜ (5.53) 1 + (jωτn )1−dn i=1 [ ] 4 ∑ bn σ = −ωϵ0 ℑ{e ϵ} = σ0 − ωϵ0 ℑ (5.54) 1 + (jωτn )1−dn i=1 e perciò il problema è ricondotto al calcolo della parte reale e immaginaria del numero complesso bn Γn = 1 + (jωτn )1−dn In particolare, ripercorrendo i passaggi algebrici sviluppati a proposito dell’equazione di Cole–Cole e ponendo Rn = (ωτn )1−dn π Pn = cos (1 − dn ) 2 π Qn = sin (1 − dn ) 2 An = Rn Pn Bn = Rn Qn si ricava (1 + An ) bn (1 + An )2 + Bn2 Bn bn ℑ{Γn } = − (1 + An )2 + Bn2 ℜ{Γn } = Ing. Luciano Mescia (5.55) (5.56) 5.3. Modello parametrico 163 e quindi in definitiva ϵ = ϵ∞ + 4 ∑ i=1 σ = σ0 − ωϵ0 (1 + An ) bn (1 + An )2 + Bn2 4 ∑ i=1 Bn bn (1 + An )2 + Bn2 (5.57) (5.58) In Figura 5.1 sono rappresentati gli andamenti in funzione della frequenza della permittività ϵ e della conducibilità σ per (a) cervello, (b) sangue, (c) osso. Da tali figure si può osservare che i materiali biologici presentano caratteristiche di dispersione differenti su un ampio intervallo di frequenze. In particolare, si osserva che la permittività tende a decrescere di alcuni ordini di grandezza con l’aumentare della frequenza, e che il suo andamento presenta brusche variazioni localizzate all’interno di particolari intervalli di frequenza. La conducibilità è invece relativamente bassa e cresce con l’aumentare della frequenza. Una interpretazione di quest’ultima proprietà può essere data osservando che il materiale biologico è generalmente composto da una grande percentuale di acqua contenente ioni (calcio, potassio) in soluzione, nonché molecole neutre molte lunghe, come ad esempio le proteine, aventi alle estremità carica si segno opposto (ioni doppi). Di conseguenza, la conduzione è dovuta prevalentemente a questi portatori mobili di carica. E’ da precisare che il numero di ioni in un centimetro cubo di tessuto biologico è molto minore del numero di elettroni presenti in un centimetro cubo di metallo. Gli ioni biologoci, hanno tra l’altro in valore assoluto la stessa carica di un elettrone (a volte doppia o tripla) e perciò il campo elettrico esercita su di essi la stessa forza che eserciterebbe su un elettrone libero. Considerando però che lo ione ha una massa migliaia di volte più grande di quella di un elettrone, ne risulta che la velocità di moto collettivo acquistata dagli ioni è molto minore di quella degli elettroni liberi, e perciò anche la conducibilità è alquanto bassa. In figura 5.2 è rappresentato l’andamento della profondità di penetrazione al variare della frequenza per i tessuti biologici (−−) osso, (· · · ) cervello, (—) sangue. L’importanza delle caratteristiche di dispersione della permittività e conducibilità per la determinazione delle proprietà dielettriche dei tessuti biologici può essere compresa se si considera il rapporto tra le correnti di spostamento e di conduzione Id /Ic = ωϵ/σ. A tal proposito, in figura 5.3 sono rappresentati gli andamenti di tale rapporto al variare della frequenza per osso, cervello e sangue. Si osserva che per frequenze al di sotto del MHz, tale rapporto è molto basso, anche se la permittività è molto elevata. Di conseguenza, a bassa frequenza la corrente di conduzione è molto maggiore di quella di spostamento e perciò il tessuto biologico presenta essenzialmente un comportamento di natura conduttiva. La tabella 5.1 contiene i 14 parametri da inserire nel modello parametrico (5.52), che C. Gabriel e collaboratori hanno ricavato da misure sperimentali fatte su un gran numero di tessuti biologici. Ing. Luciano Mescia 5.3. Modello parametrico 164 8 2 10 10 7 10 6 1 10 5 Permittività ε 10 ε 4 σ 10 Conducibilità σeq [S/m] 10 0 10 eq 3 10 2 -1 10 10 1 10 0 10 1 10 -2 2 10 3 10 4 5 10 10 6 10 7 10 Frequenza [Hz] 8 10 9 10 10 10 10 11 10 (a) 4 2 10 10 ε Conducibilità σeq [S/m] 3 10 1 Permittività ε 10 2 10 σ 0 10 eq 1 10 0 10 1 10 -1 2 10 3 10 4 5 10 10 6 10 7 10 Frequenza [Hz] 8 10 9 10 10 10 10 11 10 (b) 5 1 10 10 4 10 Permittività ε 10 ε 2 10 Conducibilità σeq [S/m] 0 10 3 -1 10 1 10 σ eq 0 10 1 10 -2 2 10 3 10 4 10 5 6 7 10 10 10 Frequenza [Hz] 8 10 9 10 10 10 10 11 10 (c) Figura 5.1: Permittività ϵ e conduttività σ al variare della frequenza per (a) cervello, (b) sangue e (c) osso. Ing. Luciano Mescia 5.3. Modello parametrico 165 4 10 3 Profondità di penetrazione δ [m] 10 osso cervello sangue 2 10 1 10 0 10 -1 10 -2 10 -3 10 -4 10 10 1 10 2 10 3 10 4 5 6 7 10 10 10 Frequenza [Hz] 10 8 10 9 10 10 10 11 Figura 5.2: Profondità di penetrazione δ in funzione della frequenza per (−−) osso, (· · · ) cervello, (—) sangue. 4.5 4 3.5 osso cervello sangue ωε /σ 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 1 10 10 2 10 3 10 4 5 6 10 10 10 Frequenza [Hz] 7 10 8 10 9 10 10 10 11 Figura 5.3: Andamento del rapporto ωϵ/σ al variare della frequenza per (−−) osso, (· · · ) cervello, (—) sangue. Ing. Luciano Mescia 5.4. Effetto Maxwell-Wagner 166 Tabella 5.1: Tabella dei parametri da utilizzare nell’equazione (5.52) per differenti tessuti biologici. Tipo tessuto Aorta Bladder Blood Bone (Cancellous) Bone (Cortical) Bone marrow (Infiltrated) Bone marrow (Not infiltrated) Brain (Grey matter) Brain (White matter) Breast fat Cartilage Cerebellum Cerebrospinal fluid Cervix Colon Cornea Dura Eye Tissues (Sclera) Flat (Average infiltrated) Flat (Not infiltrated) Gall bladder Gall bladder bile Heart Kidney Lens cortex Lens nucleus Liver Lung (Deflated) Lung (Inflated) Muscle Nerve Ovary Skin (Dry) Skin (Wet) Small intestine Spleen Stomach Tendon Testis Thyroid Tongue Trachea Uterus Vitreous humor ϵ∞ b1 τ1 ps 8.842 8.842 8.377 13.263 d1 τ2 ns 0.100 50 3.183 0.100 400 159.155 0.100 5200 132.629 0.220 300 79.577 4.00 2.50 4.00 2.50 40.0 16.0 56.0 18.0 2.50 10.0 13.263 0.200 2.50 9.0 14.469 0.200 b2 180 80 d2 0.250 0.200 0.700 0.007 10 105 0 2 × 104 τ3 µs 159.155 159.155 159.155 159.155 79.577 0.200 0.002 5 × 103 159.155 0.200 0.100 0.100 0.100 0.250 σ0 15.915 0.100 0.100 b3 5 4 10 d3 0.200 0.200 0.200 0.200 1591.549 0.100 3 b4 7 10 107 0 2 × 107 105 τ4 ms 1.592 15.915 15.915 15.915 d4 0.000 0.000 0.000 0.000 15.915 0.000 2 × 10 6 15.915 0.100 2 × 10 6 15.915 0.100 2.50 3.0 7.958 0.200 25 15.915 0.100 0.001 5 × 10 4.00 45.0 7.958 0.100 400 15.915 0.150 0.002 2 × 105 106.103 0.220 4.5 × 107 5.305 0.000 4 7 7.958 0.020 13.260 15.915 5.305 15.915 1.592 1.592 15.915 15.915 15.915 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 4.00 2.50 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 2.50 32.0 7.958 0.100 7.958 0.100 0.002 4 × 10 4 3.0 17.680 0.100 15 63.660 0.100 0.001 5 × 10 38.0 13.263 0.150 2500 144.686 0.150 0.150 105 40.0 7.958 0.100 700 15.915 0.150 0.050 2 × 105 65.0 7.958 0.100 40 1.592 0.000 2.000 0 45.0 7.958 0.100 200 15.915 0.100 0.300 1.5 × 105 50.0 7.958 0.100 3000 159.155 0.200 0.010 105 48.0 7.958 0.100 4000 159.155 0.050 0.400 105 40.0 7.958 0.150 200 7.958 0.100 0.500 104 50.0 7.958 0.100 4000 159.155 0.100 0.500 105 9.0 7.958 0.200 2.50 3.0 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 3.00 4.00 4.00 55.0 66.0 50.0 47.0 42.0 32.0 39.0 45.0 7.579 7.579 7.958 7.958 7.958 8.842 8.842 7.958 2.50 18.0 7.958 0.100 7.958 0.200 0.050 0.050 0.100 0.100 0.100 0.100 0.100 0.100 35 15.915 0.100 0.035 3.3 × 104 15 4 40 50 1200 3500 1500 100 6000 1000 500 15.915 0.100 0.01 3.3 × 10 1.592 1.592 159.155 198.944 79.577 10.610 530.516 159.155 0.000 0.000 0.050 0.220 0.100 0.200 0.200 0.100 0.900 103 1.400 0 0.050 4 × 105 0.050 2.5 × 105 0.300 2 × 105 0.200 103 0.020 5 × 104 0.200 5 × 105 63.662 0.100 0.030 2.5 × 105 6 0.100 7000 353.678 0.100 0.200 1.2 × 10 0.100 500 106.103 0.150 0.006 7 × 104 0.150 400 15.915 0.250 0.300 105 0.000 1100 32.481 0.200 0.000 0 4.00 4.00 4.00 4.00 50.0 26.0 40.0 32.0 7.234 7.958 8.842 7.234 4.00 39.0 7.958 0.100 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 4.00 2.50 4.00 4.00 100 79.577 0.000 0.000 3 × 104 50.0 7.958 0.100 10000 159.155 0.100 0.500 48.0 7.958 0.100 2500 63.662 0.150 0.003 60.0 7.958 0.100 2000 79.577 0.100 0.500 42.0 12.243 0.100 60 6.366 0.100 0.250 55.0 7.958 0.100 5000 159.155 0.100 0.400 55.0 7.958 0.100 2500 159.155 0.100 0.500 50.0 7.958 0.100 4000 159.155 0.100 0.250 38.0 7.958 0.100 400 63.662 0.100 0.300 55.0 7.958 0.100 800 31.831 0.100 0.200 65.0 7.234 0.000 30 159.155 0.100 1.500 5 280 5 × 10 2 × 105 105 6 × 104 105 105 105 5 × 104 3 × 105 0 1591.549 0.100 53.052 454.700 318.310 106.103 159.155 106.103 159.155 15.915 159.155 159.155 0.300 3.5 × 10 7 0.100 2 × 10 0.100 4 × 107 0.220 4.5 × 107 0.000 0 0.180 4 × 107 0.200 4 × 107 0.200 4 × 107 0.200 106 0.200 5 × 106 159.155 0.050 107 159.155 0.050 7 159.155 159.155 72.343 79.577 159.155 15.915 22.736 159.155 0.200 104 0.200 0 0.220 2.5 × 107 0.220 3 × 107 0.100 4 × 107 0.200 5 × 103 0.200 3 × 107 0.200 107 159.155 0.200 318.310 15.915 159.155 159.155 1.592 159.155 265.258 159.155 318.310 159.155 159.155 159.155 15.915 159.155 159.155 10 15.915 0.010 4 × 107 7 0.100 2.5 × 10 0.200 4 × 107 0.270 4 × 107 0.200 0 0.160 3 × 104 7 0.200 4 × 10 0.250 5 × 107 0.200 4 × 107 0.220 2 × 107 0.200 4 × 107 0.200 4 × 107 0.200 4 × 107 0.200 106 0.200 3.5 × 107 0.000 0 7.958 0.010 15.915 15.915 4.547 4.547 15.915 15.915 15.915 15.915 0.000 0.200 0.000 0.000 0.000 0.000 0.050 0.000 7.958 0.000 2.274 15.915 15.915 15.915 0.050 0.000 0.000 0.200 1.592 0.200 15.915 6.366 15.915 1.326 15.915 15.915 15.915 15.915 1.061 15.915 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 5.4 Effetto Maxwell-Wagner In molti sistemi reali e in particolare in sistemi complessi come i biomateriali, le proprietà elettriche oltre a dipendere dai ben noti fenomeni di rilassameno dipolare e di conducibilità elettrica, sono legate anche a processi di interfaccia come la polarizzazione di interfaccia o effetto Maxwell-Wagner. Tale fenomeno si instaura quando sono presenti delle transizioni tra due materiali aventi differenti proprietà elettriche. Ing. Luciano Mescia 5.4. Effetto Maxwell-Wagner 167 0 ε1, σ1 d1 ε2, σ2 d2 d x C1 R1 C2 R2 Figura 5.4: Circuito equivalente dell’effetto Maxwell-Wagner Come detto in precedenza, la polarizzazione di interfaccia è generalmente prodotta dalla separazione di cariche mobili positive e negative indotta dall’applicazione di un campo elettrico esterno. Tale fenomeno, ha come conseguenza la formazione di distinte regioni di carica spaziale positiva e negativa o all’interno di un materiale non omogeneo o all’interfaccia tra due materiali omogenei differenti. L’effetto Maxwell-Wagner è un processo di rilassamento di interfaccia che si instaura quando la corrente elettrica deve attraversare un’interfaccia tra due differenti dielettrici; esso è, pertanto, una conseguenza delle differenti condizioni al contorno del campo elettrico sull’interfaccia di separazione. Tale fenomeno, è generalmente la causa dominante delle proprietà dielettriche di emulsioni e colloidi. Lo studio della polarizzazione di interfaccia è parte di una teoria generale che analizza le proprietà di trasporto all’interno di miscele, e perciò la valutazione delle proprietà dielettriche della miscela è strettamente legata al modo con cui si ha la miscelazione. Di conseguenza, è alquanto difficile derivare le equazioni generali che descrivono la dispersione dielettrica prodotta da tale eterogeneità. Per semplificare il problema, è comunque possibile considerare il modello a doppio strato che considera un sistema composto da un condensatore a faccie piane parallele avente tra le sue armature due differenti materiali dielettrici omogenei. In figura 5.4 è rappresentato il circuito equivalente. I parametri C1 , C2 , R1 , R2 dipendono dalle caratteristiche fisiche (ϵ1 , ϵ2 ), (σ1 , σ2 ) e geometriche (d1 , d2 ) dei dielettrici nonché dalla frequenza del campo elettrico applicato. Inizialmente si ipotizzi di applicare alle armature del condensatore un potenziale costante pari a V . Essendo il condensatore a faccie piane e parallele infinitamente estese lungo una direzione, il potenziale elettrostatico ϕ(x) soddisfa l’equazione di Laplace d2 ϕ(x) =0 dx2 che ha come soluzione ϕi (x) = ai + bi x i = 1, 2 (5.59) e da cui si ricava l’espressione del campo elettrico Ei (x) = − Ing. Luciano Mescia dϕ(x) = −bi dx i = 1, 2 (5.60) 5.4. Effetto Maxwell-Wagner 168 Dovendo essere soddisfatta per ogni strato la legge di Ohm, si ricava J = σ1 E1 = σ2 E2 da cui si ottiene la relazione b2 = σ1 b1 σ2 (5.61) Inoltre, in x = 0 il potenziale deve soddisfare la relazione ϕ1 (0) = V e quindi dalla (5.59) a1 = V (5.62) Ma in x = d il potenziale deve soddisfare la relazione ϕ2 (d) = 0 e quindi, sempre dalla (5.59), si ricava a2 = −b2 d da cui, tramite la (5.61), si ottiene a2 = −d σ1 b1 σ2 (5.63) Infine, in x = d1 deve essere verificata la condizione di continuità del potenziale ϕ1 (d1 ) = ϕ2 (d1 ), e cioé a1 + b1 d1 = a2 + b2 d1 da cui utilizzando le (5.61)–(5.63) si ottiene in definitiva [ ] σ1 σ1 σ1 (d − d1 ) + d1 b1 V = −d1 b1 − d b1 + d1 b1 = − σ2 σ2 σ2 ( ) σ1 =− d2 + d1 b 1 σ2 e di conseguenza σ2 V σ 1 d2 + σ 2 d1 In virtù di quanto ottenuto, l’induzione elettrica in ogni dielettrico è b1 = − (5.64) D1 = ϵ1 E1 = −ϵ1 b1 D2 = ϵ2 E2 = −ϵ2 b2 = −ϵ2 σ1 b1 σ2 e quindi ( ) σ1 σ1 b1 D2 − D1 = σl = −ϵ2 b1 + ϵ1 b1 = ϵ1 − ϵ2 σ2 σ2 ( ) σ 2 ϵ1 − σ 1 ϵ2 σ2 =− V σ2 σ1 d2 + σ2 d1 ( ) σ1 ϵ2 − σ2 ϵ1 = V σ1 d2 + σ2 d1 (5.65) Dalla (5.65) si osserva che se σ1 ϵ2 = σ2 ϵ1 si ottiene D1 = D2 e perciò l’interfaccia ha una densità di cariche libere nulla. Quando invece σ1 ϵ2 ̸= σ2 ϵ1 l’interfaccia è caricata da una carica libera con densità superficiale data dalla (5.65). Ing. Luciano Mescia 5.4. Effetto Maxwell-Wagner 169 Applicando un campo elettrico alternato e ipotizzando che le caratteristiche elettriche dei materiali siano indipendenti dalla frequenza, l’ammettenza del circuito equivalente può essere espressa dalla relazione Y = Y1 Y2 Y1 + Y2 (5.66) dove 1 + jωC1 R1 1 Y2 = + jωC2 R2 Y1 = (5.67) (5.68) Sostituendo (5.67) e (5.68) nella (5.66) si ricava Y = (1 + jωτ1 ) (1 + jωτ2 ) R1 + R2 + jωR1 R2 (C1 + C2 ) (5.69) dove τ1 = R1 C1 (5.70) τ2 = R2 C2 (5.71) Ponendo inoltre R1 R2 (C1 + C2 ) R1 + R2 e sostituendo la (5.72) nella (5.69) si ricava τ= 1 (1 + jωτ1 ) (1 + jωτ2 ) R1 + R2 1 + jωτ )] [ ] [ ( 2 1 − ω τ1 τ2 + ω 2 τ (τ1 + τ2 ) + j ω (τ1 + τ2 ) − ωτ 1 − ω 2 τ1 τ2 1 = R1 + R2 1 + ω2τ 2 (5.72) Y = (5.73) La capacità per unità di superficie di un condensatore a faccie piane e parallele infinitamente estese, avente tra le sue armature un dielettrico con perdite è data dalla relazione ) ( ) ϵ0 ( ′ ϵ − jϵ′′ = C0 ϵ′ − jϵ′′ C= d dove d è la distanza tra le armature e C0 = ϵ0 /d è la capatità dello stesso condensatore avente il vuoto come dielettrico. L’ammettenza del condensatore è quindi esprimibile per mezzo della relazione ( ) Y = jωC0 ϵ′ − jϵ′′ (5.74) e confrontando la (5.74) con la (5.73) si ottiene [ ( )] 2τ τ (τ + τ ) − τ 1 − ω 1 1 2 1 2 ϵ′ = C0 (R1 + R2 ) 1 + ω2τ 2 1 1 − ω 2 τ1 τ2 + ω 2 τ (τ1 + τ2 ) ϵ′′ = ωC0 (R1 + R2 ) 1 + ω2τ 2 Ing. Luciano Mescia (5.75) (5.76) 5.4. Effetto Maxwell-Wagner 170 Quando ω = 0 la (5.75) diventa τ1 + τ2 − τ C0 (R1 + R2 ) (5.77) τ1 τ2 1 τ C0 (R1 + R2 ) (5.78) ϵ′ = ϵs = mentre quando ω = ∞ si ottiene ϵ′ = ϵ∞ = Sostituendo le (5.77) e (5.78) nella (5.75) si ha ϵ∞ ω 2 τ 2 ϵ∞ ϵ∞ ϵs + − + 2 2 2 2 2 2 1+ω τ 1+ω τ 1+ω τ 1 + ω2τ 2 ϵs − ϵ∞ = ϵ∞ + 1 + ω2τ 2 ϵ′ = (5.79) mentre sostituendo le (5.77) e (5.78) nella (5.76) si ottiene 1 1 − ω 2 τ ϵ∞ C0 (R1 + R2 ) + ω 2 τ [τ + ϵs C0 (R1 + R2 )] ωC0 (R1 + R2 ) 1 + ω2τ 2 1 + ω 2 τ C0 (R1 + R2 ) (ϵs − ϵ∞ ) + ω 2 τ 2 1 = ωC0 (R1 + R2 ) 1 + ω2τ 2 [ ] 2 1 ω τ C0 (R1 + R2 ) (ϵs − ϵ∞ ) = 1+ ωC0 (R1 + R2 ) 1 + ω2τ 2 ωτ (ϵs − ϵ∞ ) 1 + = ωC0 (R1 + R2 ) 1 + ω2τ 2 ϵ′′ = (5.80) Dalla (5.79) e la (5.80) si vede che le caratteristiche di dispersione della polarizzazione di interfaccia sono formalmente identiche a quelle della dispersione dipolare, in quando descritte da una equazione di Debye. Pertanto, è difficile discriminare da un punto di vista sperimentale i due fenomeni. In particolare, potrebbero insorgere dei problemi nel momento in cui i dati sperimentali devono essere utilizzati per effettuare considerazioni sulla struttura molecolare e l’interazione tra ioni e molecole in vari materiali. Per il condensatore a faccie piane parallele con dielettrico reale si ha d1 σ1 d2 R2 = σ2 ϵ0 ϵ1 C1 = d1 ϵ0 ϵ2 C2 = d2 R1 = Ing. Luciano Mescia 5.4. Effetto Maxwell-Wagner 171 che sostituite nelle (5.70)–(5.72) forniscono le relazioni ϵ1 σ1 ϵ2 τ2 = ϵ0 σ2 ϵ1 d2 + ϵ2 d1 τ = ϵ0 σ1 d2 + σ2 d1 τ1 = ϵ0 (5.81) (5.82) (5.83) Infine, dalla sostituzione delle (5.81)–(5.83) nella (5.77) e (5.78) si ricava ( ) (d1 + d2 ) σ12 ϵ2 d2 + σ22 ϵ1 d1 ϵs = (σ1 d2 + σ2 d1 )2 d1 + d2 ϵ∞ = d1 d2 + ϵ1 ϵ2 (5.84) (5.85) Esprimendo invece l’ammettenza in una forma simile alle (5.67) e (5.68) Y = ϵ0 ϵ σ + jω d d (5.86) e confrontando la (5.86) con la (5.74), si ottiene σ = ωdϵ′′ C0 da cui d 1 − ω 2 τ1 τ2 + ω 2 τ (τ1 + τ2 ) σ= = R1 + R2 1 + ω2τ 2 ( σ1 σ2 d σ1 d2 + σ2 d1 ) 1 − ω 2 τ1 τ2 + ω 2 τ (τ1 + τ2 ) 1 + ω2τ 2 (5.87) Quando ω = 0 la (5.87) diventa σ(0) = σs = σ1 σ2 (d1 + d2 ) σ1 d2 + σ2 d1 (5.88) mentre quando ω = ∞ si ottiene σ(∞) = σ∞ = σs τ (τ1 + τ2 ) − τ1 τ2 d1 + d2 =( ) τ2 d1 d2 2 + ϵ1 ϵ2 ( d1 σ1 d2 σ2 + 2 ϵ21 ϵ2 ) (5.89) Pertanto sostituendo (5.88) e (5.89) in (5.87) si ricava in definitiva σ(ω) = Ing. Luciano Mescia σs + σ∞ τ 2 ω 2 1 + ω2τ 2 (5.90) 5.5. Effetto di rilassamento dei controioni 172 5.5 Effetto di rilassamento dei controioni Una classe di fenomeni elettrici molto importante per la comprensione delle proprietà dielettriche dei tessuti biologici a bassa frequenza è quella che comprende la diffusione degli ioni situati nelle immediate vicinanze di superfici cariche (diffusione di controione) e la conseguente formazione di un controione o doppio strato elettrico adiacente a tali superfici. Gli effetti di polarizzazione di controione sono stati osservati in svariati sistemi contenenti superfici cariche: emulsioni, sospensioni di sfere di polistirene cariche, microorganismi e lunghe catene macromolecolari come il DNA. Una semplice ma efficace interpretazione fisica del fenomeno di polarizzazione di controione fa riferimento al moto di uno ione all’interno dell’elettrolita che si trova nelle immediate vicinanze della particella. In particolare, ioni aventi carica dello stesso segno di quella del controione possono penetrare nello strato di controione e trasferire velocemente la loro carica sul lato opposto della particella. In questo caso, la particella si comporta come un conduttore. Al contrario, quando gli ioni hanno carica di segno opposto a quella del controione sono costretti a muoversi intorno alla particella all’interno dell’elettrolita che circonda la particella stessa. In questo caso, la particella agisce come un isolante. In questo modo, una nuvola di cariche si può accumulare nell’elettrolita nelle vicinanze della particella, generando di conseguenza un incremento del momento di dipolo indotto o equivalentemente della capacità del sistema, che a sua volta da luogo ad una elevata dispersione della permittività della sospensione. I fenomeni che regolano la diffusione di controione sono molto complicati da analizzare in quanto, coinvolgendo contemporaneamente l’accoppiamento di meccanismi elettrodinamici e idrodinamici, richiedono la risoluzione di equazioni non lineari. Un primo modello approssimato proposto da Schwarz considera il caso di una sfera macroscopica di raggio R avente una densità di carica superficiale di controione δ0 in cui lo spessore del doppio strato elettrico è molto minore del diametro della particella. Nel modello, la variazione in frequenza della conducibilità superficiale è valutata risolvendo l’equazione di elettrodiffusione. In generale, la distribuzione di ioni nelle vicinanze di interfaccie cariche è determinata sia dai gradienti di concentrazione sia dal campo elettrico. A equilibrio raggiunto, gli ioni si distribuiscono in maniera opportuna all’interno della soluzione elettrolitica. Applicando un campo elettrico esterno il sistema viene polarizzato e i controioni si ridispongono sulla particella. Il ristabilirsi dei controioni, quando si cessa l’applicazione del campo elettrico, causa una diffusione controllata il cui effetto è una dispersione a bassa frequenza della permittività data dalla relazione ϵ(ω) = ϵb + 1 e20 δ02 R ϵ0 KT 1 + jωτ (5.91) dove ϵb è la permittività del materiale che ospita le particelle, e0 è la carica del controione e K è la costante di Boltzman. Il tempo di rilassamento è invece fornito dalla relazione τ= Ing. Luciano Mescia e0 R 2 2µKT (5.92) 5.6. Effetto della conducibilità superficiale 173 dove µ è la mobilità superficiale dei controioni. Recentemente, sono stati proposti nuovi modelli matematici in cui la distribuzione degli ioni nel sistema è causata sia dall’applicazione del campo elettrico sia dal processo di diffusione. In particolare, il comportamento dinamico è governato da un sistema di equazioni differenziali accoppiate per la concentrazione ionica e la densità di corrente, e dalla loro soluzione è possibile ricavare una equazione di dispersione della permittività che è asimmetrica a bassa frequenza. Più precisamente, la costante di tempo è esprimibile tramite l’equazione R2 τ= (5.93) D dove D è il coefficiente di diffusione degli ioni nell’elettrolita. Inoltre, a bassa frequenza è possibile definire un parametro χ dato da χ2 ≈ 2σ ϵ0 ϵD (5.94) dove σ e ϵ sono rispettivamente la conducibilità e permittività dell’elettrolita. Infine, per particelle caratterizzate da una elevata conducibilità superficiale, l’ampiezza della dispersione è approssimativamente 9χ2 R2 ϵs − ϵ∞ = p ϵm 16 (5.95) In generale, data la complessità del tessuto biologico è difficile applicare direttamente tale teoria. E’ stato comunque verificato che le superfici di membrane e proteine sono fortemente caricate e perciò se ne deduce che la polarizzazione di controione è predominante. Infine, tali teorie conducono a curve di permittività molto lontane da quelle relative alla semplice sfera dielettrica carica all’interno di un elettrolita. 5.6 Effetto della conducibilità superficiale Un ulteriore meccanismo di rilassamento dielettrico che può diventare significativo a livello cellulare è legato alla dipendenza dalla frequenza della conducibilità superficiale. Questo problema è stato ampiamente studiato da Schwan e Chizmadzhey e può essere trattato analiticamente per mezzo della relazione ∗ ∗ σcell = σ ∗ + 2σshell Y∗ d = σ ∗ + 2 shell R R (5.96) ∗ = Gshell + jωCshell è l’ammettenza superficiale, e Gshell e Cshell sono rispetdove Yshell tivamente la conduttanza e la capacità superficiale. E’ quindi evidente che ogni genere ∗ si ripercuote sulla dispersione della permittività effettiva delle di dispersione in Yshell cellula e della sospensione. Tipicamente, la densità di carica superficiale delle membrane cellulari è abbastanza alta e questo ha come conseguenza una forte variazione in frequenza dell’ammettenza Ing. Luciano Mescia 5.7. Dispersione dielettrica dei tessuti biologici 174 superficiale. In definitiva, alla membrana cellulare possono essere associate due tipi di dispersione: una causata dalla variazione della capacità di membrana e l’altra associata alla dipendenza dalla frequenza dell’ammettenza di superficie. Inoltre, il contributo dovuto alla conduttanza superficiale è molto più pronunciato in cellule di piccole dimensioni. 5.7 Dispersione dielettrica dei tessuti biologici Le proprietà di dispersione dei tessuti biologici sono molto importanti in quanto consentono la valutazione del percorso del flusso di corrente all’interno del corpo biologico. Inoltre, esse assumuno un ruolo di fondamentale importanza nello studio degli effetti biologici dei campi e.m, nella misura dei parametri fisiologici, nel campo dell’elettrocardiografia, della contrazione muscolare e trasmissione nervosa. Un tessuto biologico è in generale un materiale eterogeneo composto da acqua, molecole organiche dissolte, macromolecole, ioni e materiale insolubile. I vari costituenti sono inoltre organizzati in strutture cellulari e subcellulari per formare elementi macroscopici, tessuti molli e tessuti duri. Di conseguenza, le proprietà elettriche dei tessuti biologici sono determinate dal comportamento elettro-chimico delle cellule, dalla struttura cellulare, dal fluido intracellulare in cui le cellule sono sospese, dal materiale all’interno della cellula compreso il nucleo. Come è stato più volte ribadito, i dipoli intergiscono con il campo elettrico. Non bisogna però trascurare che anche gli ioni possono interagire con il campo elettrico e contribuire di conseguenza alla conduzione ionica e agli effetti di polarizzazione. Infatti, il moto degli ioni, oltre a dar luogo a una corrente di conduzione, può attivare meccanismi di polarizzazione tramite l’accumulo di carica alle interfaccie strutturali esistenti ai differenti livelli di organizzazione. Pertanto, le proprietà di dispersione possono essere interpretate facendo riferimento ai fenomeni fisici di orientamento dei dipoli e del moto dei portatori di carica. In generale, l’attivazione o meno di un certo fenomeno di spostamento di carica ad una certa frequenza dipende dal suo tempo di rilassamento, e cioè dalla facilità con cui i dipoli possono invertire la loro orientazione quando il campo si inverte. Infatti, quando la frequenza del campo applicato supera quella di rilassamento di un particolare processo di polarizzazione, i dipoli non possono riorientarsi abbastanza velocemente e quel particolare processo si disattiva. Alle basse frequenze, per esempio, i bipoli riescono facilmente a seguire le variazioni temporali del campo elettrico applicato, ed inoltre i portatori di carica, potendo percorrere lunghe distanze, possono essere intrappolati con maggiore probabilità in corrispondenza di difetti e interfaccie. Di conseguenza, in tale regime di funzionamento la permittività è abbastanza elevata e la conducibilità è relativamente bassa. Man mano che la frequenza aumenta alcuni meccanismi di polarizzazione non permettono un’inversione sufficientemente rapida nell’orientazione dei dipoli e di conseguenza la corrispondente polarizzazione tende a disattivarsi. I portatori di carica hanno, al contrario, una minore probabilità di essere intrappolati visto che si riduce la distanza che essi percorrono in metà ciclo. Pertanto, all’aumentare della frequenza la permittività si riduce mentre la conducibilità aumenta. Ing. Luciano Mescia 5.7. Dispersione dielettrica dei tessuti biologici 175 8 2 10 10 7 10 Polarizzazione di interfaccia 6 α 1 10 Permittività ε 5 10 4 10 Diffusione di controione + + +++ + 3 + 10 +++ ++ β 0 10 Conduttività σ [S/m] 10 2 10 γ 1 Polarizzazione per orientamento H2O 10 0 10 1 10 -1 2 10 3 10 4 10 5 10 6 7 8 10 10 10 Frequenza [Hz] 9 10 10 10 11 10 10 12 10 Figura 5.5: Principali fenomeni di polarizzazione dei tessuti biologici Nei materiali eterogenei come i tessuti biologici è possibile osservare differenti tipologie di dispersione. Un tipico andamento della costante dielettrica di un tessuto biologico al variare della frequenza è riportato nella figura 5.5. Da una analisi di tale figura, è possibile identificare tre regioni di rapida discesa, corrispondenti alla disattivazione di un mecccanismo di dispersione, contraddistinte come dispersione α, β e γ. Si osserva inoltre che le corrispondenti frequenze di rilassamento sono rispettivamente dell’ordine di alcuni kHz, centinaia di kHz e alcuni GHz. Inoltre, come è evidente nella figura 5.1(a), per alcuni tessuti le regioni di dispersione si sovrappongono tra loro e danno come risultato una curva di permittività continua che decresce monotonicamente all’aumentare della frequenza. Dispersione α. La dispersione α è predominante per frequenze minori di 10 kHz. Il meccanismo che rilassa in questa zona non è stato ancora ben chiarito, però i valori estremamente alti della permittività potrebbero essere interpretati come il risultato di fenomeni di intrappolamento di cariche anzicché di un orientamento dei bipoli. Di conseguenza, c’è chi ipotizza che questo tipo di dispersione sia in parte causato dagli effetti di diffusione di controione e in particolare che essa possa essere associata alla diffusione di ioni attraverso lo strato elettrico superficiale di membrane o di grosse molecole, oppure alla migrazione di ioni attraverso fori della membrana cellulare. Si ipotizza inoltre che altri fenomeni potrebbero contribuire, in modo secondario, alla dispersione α ed in particolare, la conduttanza di membrana e la dipendenza in frequenza dell’impedenza di membrana. Le incertezze nelle interpretazioni sono comunque giustificate dall’insufficiente disponibilità, in questo intervallo di frequenze, di dati dielettrici accurati. Ing. Luciano Mescia 5.7. Dispersione dielettrica dei tessuti biologici 176 La dispersione α è rilevante per quanto riguarda la permittività ma è scarsamente evidente nella curva di conducibilità. Infatti, assumendo un aumento di permittività di 106 e una frequenza di rilassamento di 100 Hz, le relazioni di Kramers–Kronig predicono un incremento di conduttività di circa 0.005 S/m. Da un confronto, risulta che la conducibilità ionica di molti tessuti biologici è circa 200 volte più alta. Di conseguenza, a bassa frequenza i tessuti biologici, a causa degli elevati valori di permittività, possono essere assimilati a un materiale puramente resistivo. In ogni caso è importante precisare che non esiste ancora un quadro chiaro del significato biologico della dispersione α. Dispersione β. La dispersione β è presente alle radiofrequenze (0.1 ÷ 10 MHz) e trae origine dal fenomeno di polarizzazione di interfaccia in corrispondenza delle membrane cellulari: esse agiscono come una barriera nei confronti del trasporto passivo di ioni tra l’interno e l’esterno del mezzo cellulare. Generalmente, la membrana cellulare può essere modellata per mezzo di un condensatore e un resistore collegati in parallelo. Con questo modello, la polarizzazione β si verifica nell’intervallo di frequenze in corrispondenza delle quali la reattanza della capacità di membrana cortocircuita la resistenza di membrana e di conseguenza il campo elettrico esterno inizia a penetrare all’interno della cellula. Infatti, è stato stabilito sperimentalmente che un danneggiamento della membrana cellulare cambia le caratteristiche della dispersione β. Inoltre, numerose applicazioni biomediche sono basate sulla variazione dei parametri che regolano tale dispersione come conseguenza della variazione della fisiologia e morfologia cellulare. Ulteriori contributi a questo tipo di dispersione possono essere introdotti dalla orientazione dipolare di proteine e altre macromolecole organiche. Per avere un ordine di grandezza degli effetti dovuti a questo tipo di dispersione, basta considerare che il sangue ha un incremento di permittività pari a 2000 e una frequenza di rilassamento β di 3 MHz; il relativo incremento di conduttività è di circa 0.4 S/m. Per altri tessuti biologici, la variazione totale di permittività, rispetto a quella dello spazio libero, associata alla dispersione β, è 102 ± 104 e la frequenza di rilassamento di circa 500 kHz. Le variazioni rispetto a quelle del sangue sono da atttribuire alla maggiore dimensione delle cellule dei tessuti biologici. Dispersione γ. La dispersione γ è causata principalmente dagli elettroliti intra–cellulari di cui l’acqua costituisce circa l’80% in volume. Di conseguenza, essa è legata alle proprietà di polarizzazione del grosso bipolo permanente di cui è dotato la molecola di acqua. La dispersione γ è caratteristica dell’intervallo di frequenza delle microonde (frequenze maggiori di 1 GHz) e ha una frequenza centrale intorno ai 25 GHz. Tale dispersione, induce un incremento di permittività di 50 e una frequenza di rilassamento di 25 GHz per un aumento totale di conducibilità di circa 70 S/m. Dispersione δ. I tessuti e altri materiali biologici possono presentare anche una piccola dispersione tra 0.1 e 3 GHz che è indicata come dispersione δ. I meccanismi responsabili di questo tipo di fenomeno sono il rilassamento rotazionale dell’acqua legata con la superficie delle proteine (che ha una frequenza di rilassamento da 50 a 100 volte minore Ing. Luciano Mescia 5.7. Dispersione dielettrica dei tessuti biologici 177 di quella dell’acqua libera), il rilassamento rotazionale degli amminoacidi polari, l’effetto Maxwell-Wagner e la diffusione di controione in corrispondenza di piccole regioni di carica superficiale. L’assenza di un meccanismo dominante rende difficoltosa l’interpretazione di questa regione di dispersione e conduce ad una larga dispersione dielettrica. Ing. Luciano Mescia