43° CORSO I.A. SAF INTERVENTION ON PIRELLI SKYSCRAPER IN MILAN 43° CORSO ISPETTORI ANTINCENDI INTERNATIONAL FIRE-FIGTHERS’ WORKSHOP FIRE SERVICE COLLEGE Moreton in Marsh-UK 30th September – 2th October 2003 I.A. Silvio Pagano 43° CORSO I.A. 43° CORSO ISPETTORI ANTINCENDI INTERNATIONAL FIRE-FIGTHERS’ WORKSHOP FIRE SERVICE COLLEGE ATTI DEL CONVEGNO 30 Settembre – 2 Ottobre 2003 L’intervento SAF sul grattacielo Pirelli di Milano I.A. Silvio Pagano 43° CORSO I.A. • Silvio Pagano Il fatto Il 18 aprile 2002 verso le ore 17,50 un piccolo aereo del tipo US-Commander 112 si è schiantato all’altezza del 26° piano del grattacielo “Pirelli” di Milano. Il pilota, due persone tra i presenti nell’edificio hanno perso la vita; altre 70 sono rimaste ferite in modo non grave. • Tipo di costruzione e dati dell’edificio Il grattacielo Pirelli con i suoi 127 metri d'altezza é l’edificio più alto di Milano. Inaugurato nel 1959 è sede della Regione Lombardia ed è situato di fronte alla stazione Centrale di Milano nel cuore della città. La struttura di 31 piani è realizzata in cemento armato. Le pareti esterne sono composte da profili in alluminio e vetro, quelle interne con pannelli prefabbricati (vetro–alluminio). Il grattacielo ha una lunghezza di circa 100 m ed una larghezza di13 metri. • Dinamica dell’incidente L’aereo, proveniente da sud, si è schiantato infilandosi esattamente nel 26° piano attraverso i pannelli di vetro e alluminio e lo ha attraversato del tutto senza apportare gravi danni né ai solai né alle pareti portanti. La fusoliera dell’aeromobile con il pilota all’interno è uscita dall’edificio sul lato nord cadendo su un solaio in cemento all’altezza del 1° piano, trascinando con sé una dipendente della Regione Lombardia. Il pilota e la signora sono morti all’istante. Un'altra donna, che si trovava al 26° piano, è stata trovata morta sotto le macerie dai VVF. Un'altra dipendente è rimasta bloccata in uno dei sei ascensori centrali al 4° piano. Nessun’altra persona si trovava al momento dell’incidente al 26° piano (ore 17 chiusura uffici). In seguito alla presenza del carburante nell’aeromobile si è verificata un’esplosione. L’onda d’urto ha danneggiato gravemente il rivestimento esterno, piegando i profilati verso l’esterno e i pannelli interni PAG. 1 43° CORSO I.A. Silvio Pagano divisori sono stati distrutti completamente. Inoltre sono stati danneggiati il piano 27° e i sottostanti 24° e 25°. I sei ascensori centrali sono rimasti bloccati poiché le porte sono state schiacciate e deformate verso il vano ascensore sempre in conseguenza all’onda d’urto. • Ragione dell’intervento “Esplosione nel grattacielo Pirelli”: questa la prima richiesta d’intervento pervenuta alla centrale operativa VVF di Milano in Via Messina. La prima squadra a raggiungere il luogo dell’incidente senza sapere che si trattava di un incidente aereo, è stata quella della sede centrale che dista circa 1 km, Lo scenario che si è presentato alle squadre una volta raggiunta la Piazza Duca D’Aosta è risultato impressionante; a conseguenza dell’esplosione i grandi danni al grattacielo erano visibili da tutta la zona circostante. Grazie alle protezioni attive e passive della costruzione, (relative alle due scale compartimentate sui lati esterni, all’impianto Sprinkler su ogni piano e agli idranti fissi all’interno) i Vigili del Fuoco sono riusciti a controllare l’incendio in breve tempo, raggiungendo i piani interessati tramite le scale compartimentate. In particolare l’impianto automatico di spegnimento Sprinkler ha contenuto l’incendio già nella fase iniziale. La maggior parte delle persone che si trovavano nei piani inferiori durante l’incidente è evacuata in modo calmo ed ordinato. Dettaglio interessante: un mese prima dell’incidente è stata svolta un’esercitazione d’evacuazione dell’edificio! Inoltre, a causa di lavori di ristrutturazione, l’acceso ai piani superiori al 27° risultava essere consentito solo agli operai addetti, che anch’essi lasciavano l’edificio senza problemi. All’esterno, intorno all’edificio regnavano distruzione e caos. Considerato che il grattacielo si trova davanti alla stazione Centrale FS la maggior parte delle 70 persone ferite erano passanti che sono stati colpiti da pezzi d'alluminio, vetri, ed arredamento d’ufficio, proiettati dall’esplosione. PAG. 2 43° CORSO I.A. Silvio Pagano La struttura portante non è stata particolarmente danneggiata e l’allarme per pericolo di crollo è cessato già dopo un ora dall’incidente. Intanto le squadre continuavano le operazioni di soccorso. Considerando che l’isolamento delle tubature nel contro soffitto del 26° piano non mostrava significative bruciature, si può dedurre che non si è sviluppata un’elevata temperatura. A causa dell’onda d’urto dell’esplosione il solaio tra il 25° e il 26° piano ha ceduto abbassandosi di circa 40 cm (al centro). Questo solaio costruito in profili d’acciaio e cemento è stato subito puntellato. É stata istituita una Centrale Operativa Mista (enti, organizzazione del soccorso e protezione civile) nella sala congressi al piano terra nello stesso “Pirellone”. Al 24° piano è stata istallata una Centrale Operativa VVF per il coordinamento e l’elaborazione di tattiche dell’intervento VVF. In questo modo la Centrale Operativa di Milano è stata “liberata” per l’attività normale quotidiana. La rete elettrica e quella telefonica sono state ripristinate escludendo solamente i piani danneggiati. L’utilizzo dei mezzi di comunicazione (PC, fax, telefono) è stato così garantito. Un altro ufficio al 24° piano è stato adibito a deposito e sala Breafing per i gruppi SAF da dove è stato organizzato l’intervento tecnico e organizzato tutto il materiale . • Intervento SAF: Soccorso a persona in ascensore Alle ore 17,45 del 18 aprile 2002, completato il ripristino del materiale tecnico Saf usato durante il corso 1 B che si stava svolgendo presso la sede centrale del Comando di Milano, si udiva uno scoppio e alcuni vigili, ancora sul castello di manovra, videro delle fiamme provenire dal palazzo “ Pirelli ” con una colonna di fumo che avvolgeva i piani alti, nel frattempo, dalla sede, uscirono i primi mezzi di soccorso Resisi conto di quale era la natura dell’incidente si partiva con una squadra di 5 operatori Saf. Raggiunto il Palazzo Pirelli, che dista pochi chilometri dalla sede, ci si rendeva subito conto data l’altezza del grattacielo dell’impossibilità d'operare con i tradizionali automezzi in dotazione al CNVVF, così si prendeva dal furgone Saf il materiale necessario per affrontare soccorsi ed eventuali evacuazioni. Si salivano le scale di sicurezza sul lato sud, con lo scopo di raggiungere il terrazzo, al fine di verificare se persone, dopo l’esplosione, si fossero dirette nei piani alti rimanendo successivamente rimaste bloccate dall’incendio. PAG. 3 43° CORSO I.A. Silvio Pagano Una volta verificato che nessuno impegnava questi piani si decideva di scendere dalle scale d'emergenza, sgombere e prive di fumo, verificando piano per piano se vi fossero persone all’interno, fino al raggiungimento del 26° piano. Lì si è incontrata la squadra della centrale che stava operando per lo spegnimento dell’incendio. Arrivati al 12° piano alcuni vigili già presenti segnalarono che in un ascensore si udiva la voce di una donna che chiedeva soccorso. Si individuava l’ascensore e si costatava che la cabina era deragliata ed era rimasta bloccata tra il 3° ed il 4° piano, coperta da porte di metallo, da fogli di carta e da alcune lamiere cadute dopo l’esplosione. Ai piani inferiori non c’erano accessi poiché quella linea d'ascensori percorreva i primi 12 piani senza possibilità di sbarco; si decideva quindi di raggiungere la cabina, calandosi da quel piano, che era il primo accessibile a disposizione. Mentre si disponeva la manovra di soccorso, ci si assicurava che nessun operatore facesse manovre di sblocco della cabina. Si sfondavano le porte degli ascensori posti frontalmente a quello dell’operazione ed si eseguivano degli ancoraggi per la manovra di calata e recupero. Si calava un operatore che raggiungeva la cabina con tre corde, penetrava all’interno della cabina dalla botola posta sul tetto, imbracava e collegava alle due funi la ragazza, che una volta tranquillizzata, veniva recuperata e affidata al personale del 118. A questo punto si calava la fune di sicura all’operatore rimasto sull’ascensore agganciato alla corda di lavoro e si effettuava il secondo recupero con la medesima tecnica (recupero in paranco semplice con deviatori di tiro) Le operazioni successive furono indirizzate alla rimozione e alla messa in sicurezza delle parti strutturali pericolanti in zone a rischio di caduta. Operazione questa, resa possibile in quanto dalla sede centrale sopraggiungeva il personale del corso 1B in atto e dai Comandi limitrofi, Varese, Lodi, Pavia e Bergamo giungevano i nuclei Saf immediatamente chiamati in rinforzo. • Intervento SAF: Messa in sicurezza delle parti pericolanti Successivamente al primo intervento nel Palazzo Pirelli, avvenuto il 18 Aprile 2002, le squadre Saf regionali, sono state impiegate per l’immediata ricerca di persone disperse e per la rimozione di materiali pericolanti in posizioni esposte ai piani interessati direttamente dall’impatto del velivolo. PAG. 4 43° CORSO I.A. Silvio Pagano Dopo un breafing con il Comandante Provinciale di Milano e con l’Ispettore Regionale, si disponeva la gestione dell’intervento e si coordinavano le squadre Saf impiegate per i lavori di messa in sicurezza e di rimozione delle strutture d’alluminio, dei serramenti, vetri, pezzi d'arredamento e macchinari esposte sulla facciata del grattacielo che minacciavano di cadere nelle zone sottostanti. Organizzazione: Breafing e debreafing giornaliero con Comandante, Funzionario e Responsabile Saf. Risorse: Operatori Saf: presenze giornaliere di n° 20/25 di livello 1 B e 2 A . Operatori VF: presenze giornaliere di n °3 squadre operative complete in supporto. Attrezzature: Cavalletto Stelvio, corde semi statiche e dinamiche, sacchi pompiere, radio, trapano, tasselli, mototroncatrice, rulliere, proteggi corda, cavi d’acciaio. Fulcro dell’intervento SAF: -Salvataggio della persona in ascensore. -Applicazione di corrimano ai piani sventrati contro il pericolo di caduta. -Messa in sicurezza delle parti pericolanti sulle pareti esterne del grattacielo. -Recupero e trasporto al piano terreno delle persone decedute. 19 Aprile 2002 Alla luce del giorno, dopo una ricognizione atta a valutare l’effettiva situazione delle strutture, nell’incontro con il Comandante di Milano dott. ing. Dario D’Ambrosio si decideva di proseguire con squadre Saf nella rimozione delle parti pericolanti, sia all’interno che sulle facciate esterne, garantendo così la sicurezza degli operatori e di tutto l’edificio. Con l’Ispettorato Regionale, si programmava l’avvicendamento di squadre Saf 1B e superiori provenienti da tutti i Comandi Provinciali in ragione di 20/25 unità giornaliere. Interdetto l’accesso alle parti sottostanti l’edificio, si iniziavano le opere di messa in sicurezza con le seguenti priorità d’intervento: da primo si cominciava dal terrazzo al 31° piano, su entrambe le facciate, con la rimozione delle vetrate alte circa cinque metri, danneggiate PAG. 5 43° CORSO I.A. Silvio Pagano dall’esplosione, la rimozione dei vetri, pannelli d’alluminio, parti di radiatori e condizionatori erano eseguite al 29° e al 28° piano. Poi, al 27° piano si recuperava, oltre le parti sopra elencate, una grossa fotocopiatrice del peso di circa 100 Kg. giacché la ditta Merli, chiamata per operare su questa facciata con un’autogrù (Krupp 350 t con braccio da 100 metri), non sarebbe stata pronta prima dell’indomani. Dopo aver individuato i punti d’attacco nel soffitto, sfruttando i passaggi delle condotte elettriche e di condizionamento, si collegavano le funi e calando un operatore, si verificava come e dove fosse appoggiata l’apparecchiatura e se fosse possibile dividerla, poiché composta da più parti. Si decideva di imbracarla tutta intera, in contemporanea si vincolavano delle funi di lavoro al piano inferiore, necessarie per il recupero. Quindi con la tecnica del paranco la si recuperava dall’alto in modo che si disincagliasse dalla struttura e quindi si calava al piano inferiore. 20 Aprile 2002 Una volta radunati gli operatori al 25° piano si faceva il breafing, si divideva il gruppo in squadre di cinque unità, provviste di radio ricetrasmittenti collegate tra loro e con la sala operativa. Quindi ogni squadra faceva riferimento al responsabile Saf e al punto di comando, in modo da avvisare quando iniziavano le operazioni e bloccare le zone sottostanti occupate da operai addetti a lavori di copertura, il cui operato si sovrapponeva spesso con il nostro, ma era reso necessario poiché le autorità avevano deciso di riaprire il palazzo della Regione in breve tempo. Le operazione della giornata erano dedicate alla rimozione delle parti dei serramenti che dopo l’esplosione erano divelte verso l’esterno delle facciate. Tecniche: Si posizionavano dal tetto le funi sulla verticale della facciata precedentemente ripulita. Ci si calava dall’esterno sino al raggiungimento del piano di taglio, PAG. 6 43° CORSO I.A. Silvio Pagano utilizzando la tecnica d'auto calata con due funi, una di lavoro regolata da discensore e una di sicura regolata autonomamente con un bloccante (Schunt). Una volta al piano, le due squadre all’interno, (una al piano superiore e una al piano inferiore) assistevano l’operatore che con cesoie idrauliche effettuava il taglio. La prima al piano sup. assicurava sia l’operatore sia le cesoie idrauliche necessari per il taglio, in un secondo tempo veniva anche assicurata la parte da asportare. La seconda al piano inf. assicurava anch’essa la parte da asportare in modo da poterla recuperare al piano Inferiore. 21/22 Aprile 2002 Le squadre si radunavano per il breafing con il Responsabile Saf, il quale assegnava i lavori concordati precedentemente nel breafing con il Comandante di Milano. Si proseguiva quindi alla rimozione delle strutture pericolanti sulla facciata verso Piazza Duca D’Aosta in quanto sulla Via Filzi la ditta Merli stava smontando la prima gru che non era sufficientemente alta per operare ai piani interessati, poi successivamente sostituita da una gru d’altezza superiore. Questa gru Krups da 400 t, con braccio da 130, metri garantiva il raggiungimento dei piani, avendo la possibilità di operare con un cestello vincolato al gancio dove gli operatori Saf potevano effettuare in sicurezza, tutti i lavori sopra descritti con l’ausilio di una mototroncatrice pneumatica in dotazione al Comando di Milano. 22/23/24 Aprile 2002 Dopo il breafing, indispensabile per fare sapere quali zone dovevano rimanere interdette, due gruppi iniziavano le operazioni in facciata via Fabio Filzi; il primo operava dall’esterno, con l’ausilio dell’autogrù, il secondo assisteva dall’interno del palazzo, posizionandosi al piano di lavoro. Il personale posizionato nel cestello era assicurato direttamente al gancio dell’autogrù ed operava con un gruppo da taglio vincolato all’interno del cestello. PAG. 7 43° CORSO I.A. Silvio Pagano Le operazioni consistevano nel taglio delle parti strutturali degli infissi e nella rimozione dei vetri pericolanti. Data la notevole altezza e la distanza tra il manovratore e gli operatori, gli spostamenti erano concordati con l’ausilio di radio portatili. Contemporaneamente le altre due squadre erano impiegate nell’ancorare le strutture, precedentemente tagliate dalla squadra del cestello, all’interno del palazzo. L’operazione veniva realizzata inserendo dei tasselli (Spit fix) nella soletta al piano di taglio e vincolando le strutture con un grosso filo di ferro. Nei giorni a seguire le squadre facevano una meticolosa verifica delle vetrate nei piani inferiori, rimovendo tutte le parti rotte o lesionate, in modo da lasciare il grattacielo nelle condizioni più sicure possibili. PAG. 8 43° CORSO I.A. Silvio Pagano Considerazioni Pirelli: L’intervento al grattacielo Pirelli, ha dimostrato l’importanza delle conoscenze e dell’applicazione delle tecniche SAF ad integrazione alle squadre nell’espletamento di interventi particolari che rientrano nei compititi istituzionali del CNVVF. Queste squadre hanno lavorato in sicurezza pur operando in situazioni estreme ed in condizioni difficili; questo grazie alle conoscenze acquisite nei corsi di formazione, all’esercitazione di mantenimento obbligatoria, nonché ad un buon stato psicofisico. Inoltre è emersa l’importanza della presenza di una sezione Saf a livello centrale in grado di garantire l’applicazione di Procedure Operative Standard che prevedano l’allertamento del Responsabile Regionale Saf in scenari di propria competenza e in casi di calamità a carattere Nazionale, Regionale e Provinciale, per un coordinamento efficace e competente delle squadre Saf sul territorio. PAG. 9