interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 5 SOMMARIO INTRODUZIONE 9 CAPITOLO I Protagonisti della propria vita l Il destino non è un “copione” l La felicità è già dentro di noi 12 13 16 CAPITOLO II Raggiungere gli obiettivi non è una gara l Amore: arriva per smentirci La famiglia: uno spazio senza barriere l Il lavoro: la propria vocazione l Lo sport: unità di corpo e mente l I bilanci: giudizi improduttivi l 19 21 23 25 28 30 CAPITOLO III Vizi, peccati e passioni l Superbia: ricerca, vana, di certezze l Avarizia del denaro, di sé, di emozioni l Gola, l’incontro col piacere a tavola l Invidia, un portavoce dell’inconscio l Ira: liberazione dai tormenti interiori l Pigrizia, illusione di sicurezza l Lussuria, estasi creativa 33 34 37 39 42 44 47 49 interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 6 CAPITOLO IV Le paure: freno e acceleratore l Il dubbio di sbagliare l Il buio del mistero l I fantasmi dei cattivi pensieri l Pessimismo: sfuggire alla vita l L’angoscia della morte l Il timore della malattia l Lo spauracchio della vecchiaia 53 54 57 59 62 64 67 70 CAPITOLO V Le crisi: occasioni da cogliere l Attacchi di panico: occorre rimettersi in gioco l Depressione: bisogna tornare a giocare le proprie carte l Solitudine: opportunità di rigenerazione l Senso di colpa: il tribunale della falsa educazione l Tradimento: momento per ripartire l Abbandono: un trampolino di lancio l Bugie: difesa, fantasia, scoperta 73 74 76 79 81 84 86 89 CAPITOLO VI Amore e sesso 92 Innamorarsi: la forza travolgente della spontaneità l Erotismo e seduzione: due alleati l Il partner ideale... non si sceglie l La ricerca spasmodica di un rapporto 93 96 99 101 l interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 7 l Il calo del desiderio Omosessualità: la libido si auto-orienta l La passione non è questione di età l 104 109 112 CAPITOLO VII I legami affettivi l I figli: un grande amore difficile l Essere genitore: avere presenza e discrezione l Amicizia, un rapporto libero 115 117 119 122 CAPITOLO VIII Autostima: il segreto è non volersi cambiare Il carattere ci rende irripetibili l Prendersi cura di sé l Vedersi negli occhi degli altri l Le lusinghe della bellezza l Vivere nel proprio corpo l Recuperare l’anima infantile l Realizzare il progetto interiore 125 127 129 132 134 137 139 141 FONTI DELLE CITAZIONI 145 l interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 9 INTRODUZIONE La saggezza crea salute, rende liberi, sereni e giovani Un’esperienza frequente per un filosofo è quella di sentirsi chiedere, qualche volta con un pizzico di ironia: “Ma a che cosa serve la filosofia? Non potremmo vivere anche facendone a meno?”. Questo e simili interrogativi non sono estranei al filosofo. Egli conosce molto bene questo pregiudizio: vi è abituato e non arriccia certo il naso. Hume racconta, un po’ divertito, di averlo udito una volta così formulato: “Le riflessioni filosofiche sono troppo sottili e distanti per prendere posto nella vita comune o sradicare qualche passione. L’aria della filosofia è troppo fine per poterci respirare, poiché è sopra i venti e le nubi dell’atmosfera”. Insomma, la filosofia sembra così astratta ed esposta in un linguaggio difficile che non può servire per affrontare i problemi di ogni giorno. La stessa immagine dei filosofi soffre di questo preconcetto. Di solito ce li immaginiamo come persone austere, serie, di un certa età, chiuse nella loro torre d’avorio. Ma è proprio così? Pascal non lo crede affatto. E ce lo dice chiaramente: “Non si immaginano Platone e Aristotele se non con ampie toghe da pedanti. Erano persone di mondo che, come le altre, ridevano con i loro amici e, quando si sono divertite a stendere le loro Leggi e le loro Politiche, l’hanno fatto per gioco: era la parte meno filosofica e meno seria della loro vita, la più filosofica era di vivere in semplicità e in tranquillità”. 9 interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 10 Vivere con filosofia Perché “per gioco”? Perché la filosofia è, come il gioco dei bambini, animata dalla gioia di vivere. E, fin dai suoi antichi esordi, vuole comunicare questa gioia offrendo, in un linguaggio semplice e accessibile a tutti, dei suggerimenti per condurre al meglio la nostra esistenza. Per dare delle risposte agli interrogativi che ognuno di noi si è posto o si pone: “che senso ha la vita?”, “perché sono qui?”, “che cosa mi riserva il futuro?”, “perché mi accade questo o quello?”. Lasciar andare ansia e preoccupazioni La filosofia, in effetti, mira a farci stare bene con noi stessi e con gli altri, a non farci travolgere dall’ansia, dal dolore, dalle preoccupazioni. E quindi punta a realizzare serenamente il nostro essere, le nostre più profonde disposizioni al fine di raggiungere la tranquillità interiore. Novalis riassume questo punto di vista in poche, semplici parole: “L’autentico principio della filosofia deve essere il principio che crea salute, il principio che rende liberi, sereni e giovani”. Ciò che dice Novalis potrebbe essere riassunto in un solo termine: saggezza. Saggezza intesa quale un saper vivere quotidiano nell’incontro continuo con noi stessi. Aperti all’imprevedibile È questa un’idea che guida tutta la filosofia occidentale e orientale fin dalle sue più lontane origini. La saggezza non si basa su principi morali astratti, difficili da applicare in concreto. Non mira neppure ad appiattirci su regole e convenzioni morali che ci sono state imposte dall’esterno. Essa, infatti, non muove mai da certezze assolute. È piuttosto uno stile di vita applicato al quotidiano, a un quotidiano dove il caso, l’imprevedibile, l’impensabile sono di casa. La saggezza trae la sua linfa dalla nostra interiorità: da quell’energia interiore che preme perché il talento nascosto che è 10 interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 11 Introduzione in noi possa realizzarsi nel modo più soddisfacente e piacevole. Cicerone è assai esplicito in proposito: “Vediamo qual è l’efficacia dei rimedi che la filosofia offre per i mali dell’anima. Una medicina esiste di sicuro: la natura non può essere stata così maligna, così avversa al genere umano da non aver fatto nulla per l’anima dopo aver trovato tanti mezzi di guarigione per il corpo. Anzi con l’anima essa è stata ancor più generosa: per il corpo i rimedi vengono dal di fuori; nell’anima la salute dipende dall’anima stessa”. Nietzsche ribadisce questo punto di vista con il suo solito stile un po’ aspro e polemico: “Il saggio non conosce una moralità oltre quella che trae le sue leggi da lui stesso, anzi, già la parola ‘moralità’ non gli si addice. Egli infatti è diventato assolutamente scostumato, in quanto non riconosce costumi, tradizioni, bensì soltanto nuove domande della vita e nuove risposte”. La saggezza vive dunque nei nostri gesti ordinari, nelle nostre cose di ogni giorno. Questa è la saggezza che la filosofia vuole aiutarci a realizzare. E questa è la saggezza che, con l’aiuto della filosofia, il presente volume desidera comunicare al lettore per aiutarlo ad affrontare le piccole come le grandi questioni quotidiane. 11 interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 122 Capitolo VII “La situazione è questa: se a te che hai udito e sai in che cosa consiste la filosofia, tuo padre, senza invece saperne nulla, impedisse di studiarla, si dovrebbe forse dargli retta, o non bisognerebbe piuttosto istruirlo mostrandogli che non ti dà buone prescrizioni?” Musonio Rufo Amicizia, un rapporto libero L’amicizia, insieme all’amore, configura uno di quei rapporti umani che alimentano la nostra ricchezza interiore: dà senso alla vita. Nell’amicizia rifiorisce il fanciullo che è in noi, quello che ripone nell’amico tutto se stesso, senza secondi fini, in piena spontaneità. Nell’amicizia rivive quel bimbo che attraverso le confidenze al coetaneo scopre per la prima volta un canale di comunicazione affettiva diverso da quello dei genitori e crea così la propria autonomia. Insomma, l’amicizia costituisce una di quelle risorse interiori che permette alla nostra anima di valorizzare il potenziale di creatività e di gioia che giace in noi fin dalla nascita. E che ci spinge a godere di tanti momenti della vita che, forse, ci scivolerebbero via. Essa, infatti, come sottolinea Pena-Ruiz, “La si gusta insieme. Ha il sapore di una vita comune, di una condivisione che rivela la sua ricchezza potenziale e si declina nei grandi registri della presenza nel mondo. Vedere e gustare insieme le bellezze naturali, come nelle passeggiate comuni. Dialogare, pensare ad alta voce, progredire insieme nelle conoscenze delle cose e degli esseri, e provare quel giubilo unico di due coscienze che per un po’ si mescolano”. L’amicizia non impone obblighi o vincoli: chiede solo di lasciarsi andare senza remore e aspettative. Stimola ad accet- 122 interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 123 I legami affettivi tarsi a vicenda con lealtà pur con i propri difetti e le proprie debolezze. Pertanto non pretende identità di punti di vista o di sensibilità. Anzi, la più solida è forse proprio quella in cui fra due amici sussistono importanti diversità di carattere. Feuerbach si mostra di questo avviso quando afferma che: “Fra due amici non vi può essere perfetta identità, bensì devono sussistere delle diversità, poiché l’amicizia riposa su un’inclinazione a completarsi reciprocamente. L’amico riceve dall’altro ciò che egli stesso non ha”. In un rapporto amicale, inoltre, ci si sostiene a vicenda nella buona come nella cattiva sorte. Si forniscono reciprocamente consigli e anche aiuti materiali. “L’amico – sottolinea Geymonat – è colui che può contare su di noi, che in qualunque momento può far ricorso alla nostra solidarietà. E, viceversa, è colui sul quale noi possiamo far affidamento nelle circostanze più difficili della nostra vita”. Nell’amicizia perfetta, comunque, gli amici si amano per quello che sono, non per i servigi che possono rendersi. Secondo Cicerone, sarebbe solo un rapporto di mero interesse quello che volesse “Ridurre l’amicizia a conti troppo gretti e meschini, per vedere se il bilancio è in pari! La vera amicizia, secondo me, è più ricca, più generosa e non bada con pignoleria a non rendere più di quanto abbia ricevuto”. È questo un tratto che l’amicizia condivide con l’amore al quale assomiglia: entrambi stimolano alla scoperta dell’interiorità perché fanno emergere aspetti inediti del nostro essere. Entrambi sollecitano l’invenzione di sempre nuove formule di scambi affettivi. E possono accompagnarci durante tutto l’arco della vita oppure concludersi d’un tratto. Insomma, tutti e due si offrono come una fonte continua di reciproca rigenerazione. Ma non rappresentano la stessa cosa: l’amicizia raramente è travolgente e non coinvolge la sessualità. Sarebbe comunque un errore basare sul rapporto con gli 123 interni.qxd 23-11-2010 15:14 Pagina 124 Capitolo VII amici le fondamenta della nostra felicità. Equivarrebbe a consegnare agli altri la definizione della nostra identità. Schopenhauer ci mette in guardia dal farlo quando asserisce: “Da come gli altri si comportano con noi non dobbiamo desumere e apprendere chi siamo noi, bensì chi sono loro”. Si tratta di uno sbaglio che potenzia la sofferenza derivante dall’eventuale tradimento di un amico, dall’infedeltà di chi ha condiviso i nostri segreti. In questo modo ci esponiamo al dubbio sulle nostre effettive capacità di amare e incriniamo la nostra autostima. Non colpevolizziamoci. Consideriamo che il moltiplicarsi delle occasioni di incontro nella nostra società complessa rende talora difficile distinguere tra vera amicizia e pura conoscenza. Comunque, per meglio difenderci da possibili delusioni, quando sembra germogliare un’amicizia, prima di ogni valutazione, fermiamoci un attimo, nel presente. Poniamoci in ascolto della voce interiore che dal profondo della nostra intimità cerca di farsi sentire. Non potrà certo diagnosticare l’esito futuro. Ma ci darà la consapevolezza che, qualsiasi cosa possa accadere, il nostro essere spirituale non verrà intaccato. “Fra due amici non vi può essere perfetta identità, bensì devono sussistere delle diversità, poiché l’amicizia riposa su un’inclinazione a completarsi reciprocamente. L’amico riceve dall’altro ciò che egli stesso non ha” Feuerbach 124