A PIEDI NUDI NEL PARCO IL CORPO E LA DANZA IMMERSI NELLA NATURA II EDIZIONE NAPOLI, VILLA FLORIDIANA, 22-24 GIUGNO 2012 SPETTACOLI E ARTISTI WASHI Uno spettacolo di e con Caterina Genta Musica dal vivo di Marco Schiavoni Washi è il nome dell'antica carta giapponese, ricavata dalle fibre di una pianta delicata, il gampi, che richiede tecniche sofisticate per essere trasformata in carta. Ma il prodotto finito è allo stesso tempo bellissimo e durevole. La carta realizzata dal gampi è forte e lucida come una perla, morbida al tocco e odorosa di fieno, resiste al'umidità e agli insetti dannosi. Trasparente, chiara, adatta a far filtrare la luce, può essere utilizzata per scrivere caratteri piccoli e sottili oppure per la pittura. Così questa danza, allo stesso tempo delicata scrittura e carta forte e lucida come una perla. Caterina Genta, autrice e interprete di coreografie, spettacoli e performance. Ha studiato alla Folkwang Hochschule diretta da Pina Bausch diplomandosi in danza e composizione coreografica. Ha danzato in coreografie di Susanne Linke, Jose Limon, Jean Cebron, Vivien Bridson. Ha partecipato al Performing Arts Research and Training Studio di Bruxelles, all’European Student Dance Conference di Amsterdam ed è stata ospite della compagnia Ultima Vez di Wim Vandekeibus, collaborando, in seguito, con alcune compagnie in Francia e in Belgio. A Berlino ha conosciuto il Buto di Yumiko Yoschioka e a Roma ha collaborato con i danzatori giapponesi Tetsuro Fukuhara e Tombo Kanda. Lavora come attrice, svolgendo parallelamente attività didattica per danzatori e attori professionisti in scuole e università in Italia e all'estero. Dal 2006 collabora con Marco Schiavoni realizzando gli spettacoli: “Myo-Ho la danza delle ossa”, selezionata come finalista per il Premio Equilibrio (Auditorium di Roma) edizione 2008; lo spettacolo multimediale "Di qui a cinque anni"nel 2009 ospite della Real Academia di Spagna a Roma. Marco Schiavoni, figlio di Fidia, esperto di musica classica e collezionista di dischi, cresce in un ambiente dove la musica è quotidianamente presente. Scrive musiche di scena per danza, prosa, mostre d’arte, radio, televisione, cinema dal 1979. Il cortometraggio “Senza Parole” di Antonello De Leo, di cui ha composto la colonna sonora, è stato candidato all’Oscar nel 1996. Ha collaborato -con Enti Lirici, Festival, Network nazionali ed europei. Sono oltre settecento le produzioni artistiche di cui ha curato le musiche. E' il riferimento costante di diverse compagnie italiane di danza classica e contemporanea, tra cui Balletto di Roma, Aton Dino Verga Danza, Compagnia Nazionale Raffaele Paganini, Spellbound Dance Company, Fondazione Teatro Nuovo di Torino, Balletto di Milano ed altre. Parallelamente all’attività di compositore, dal 1995 si occupa di immagini e tecnologie digitali per la realizzazione di cortometraggi, videoclip, videoinstallazioni e video-scenografie (Cenerentola, Livermore, Fondazione Petruzzelli 2002). Nel 2006, grazie a Caterina Genta, un nuovo impulso creativo lo spinge ad approfondire la ricerca di una immagine digitale poetica UZUME’ CHE DANZA Uno spettacolo di Maria Grazia Sarandrea Musica di Barbara Eramo e Laura Inserra Interpreti: Annalisa Borella, Emanuela Mastandrea, Cristina Pensiero, Maria Grazia Sarandrea, Basia Wajs Uzumè che danza prende ispirazione da una storia narrata nell’antico testo giapponese kojiki. La dea del sole Amaterasu, offesa dal fratello, si rinchiude nella caverna rocciosa e le divinità del cielo, preoccupate per il buio improvviso, affidano ad Uzumè, danzatrice sacra, il compito di riportare il sole sulla terra. La danza di Uzumè suscita l’ilarità delle divinità e la curiosità di Amaterasu, che dischiude la porta della caverna, così che i suoi raggi tornano ad illuminare il cielo. La danza, secondo il racconto, ristabilisce l’equilibrio cosmico e consente di percepire il necessario incontro con le energie dell’universo. Accompagnata dal canto e dalla musica è uno strumento rituale e cerimoniale, esperienza liturgica capace di disperdere le illusioni e tutto ciò che ostacola il cammino nell’eterna lotta contro l’oscurità. Hitsuki, la danza del sole e della luna, Mayur, la danza del pavone di remota origine indiana, le percussioni giapponesi dal vivo. Uzumè che danza è un omaggio all’energia femminile, alla simbologia solare dal Medio all’Estremo Oriente, dall’Africa all’Australia. Maria Grazia Sarandrea Danzatrice e coreografa è ideatrice del Tribal Jazz, una danza che nasce dall'incontro di ritmi e movenze tribali con il nostro mondo espressivo, la nostra cultura. Studiosa di danze etniche, la Sarandrea, ha svolto ricerche sul campo in India e Indonesia, dialogando con maestri di fama internazionale. Lavora sia per il teatro che per la televisione (Uno mattina, Dove osano le Quaglie, Alle Falde del Kilimangiaro). Tra le sue produzioni teatrali gli spettacoli: 'Funi, 2 ma non 2', 'Uzumè che danza', 'Trib Hop!', 'Syrene', 'Yoga Tales'. Cura le Rassegne 'Estasi e Possessione nella Musica e nella Danza' e 'La Danza e la Preghiera' per il Teatro Vascello di Roma. E' coreografa per la moda, per il circo e per il pattinaggio artistico. Insegna Tribal Jazz in Italia e all'estero. REQUIEM K626 di e con Simona Lisi musica Requiem KV626 di W.A.Mozart versione diretta da Carlo Maria Giulini creazione Biennale Giovani Artisti Torino-Outoff Musica per occhi. Questo è il tentativo di Requiem. L’evocazione suscitata dalla composizione di Mozart come ispirazione per un lavoro sul corpo prettamente musicale. Solo raccontare ed essere la musica. Io posso solo una trasposizione tutta insieme, senza filtri, mi travolge. Questo lavoro è un tributo alla felicità del corpo che incontra Mozart. Simona Lisi, danzatrice contemporanea, attrice e autrice, ha studiato in Italia, Belgio ed Inghilterra. PG Degree in Contemporary Dance alla LCDS di Londra. Si è formata, tra gli altri, con Carolyn Carlson, Alwin Nikolais, William Forsythe, Wim Vandekeybus, A.Therese De Keerschmaker, Yoshi Oida, Thierry Salmon, Alain Platel, Pippo del Bono e Pepe Robledo. E’ interprete per molti autori della scena contemporanea (Del Bono, Martone, Van Hoecke, Comencini, Bellocchio) e autrice di spettacoli, performance e opere video in cui lavora sulla contaminazione tra musica, voce e gestualità, di cui spesso compone le musiche originali. Svolge un’intensa attività pedagogica collaborando con istituzioni pubbliche e private, università, Asl territoriali, associazioni di impegno sociale. Dal 2008 è la docente di corporeità e drammaturgia corporea presso la Scuola del Teatro Stabile delle Marche. RAM (Random-Access Memory) una performance di e con Giacomo Calabrese musica dal vivo di Arcangelo Michele Caso L’improvvisazione come atto creativo consapevole, capace di creare un tutt’uno tra chi crea e l’ambiente circostante, in rapporto agli spazi e ai soggetti che li abitano, tra proprio immaginario e realtà contingente, reinterpretando i luoghi per consegnare nuova memoria agli spazi condivisi. “Il corpo è il punto zero del mondo; laddove le vie e gli spazi si incrociano, il corpo non è da nessuna parte: è al centro del mondo questo piccolo nucleo utopico a partire dal quale sogno, parlo, procedo, immagino, percepisco le cose al loro posto e anche le nego attraverso il potere infinito delle utopie che immagino. Il mio corpo è come la Città del Sole, non ha luogo, ma è da lui che nascono e si irradiano tutti i luoghi possibili, reali o utopici.” Michel Foucault Giacomo Calabrese, danzatore campano, studia danza classica, modern dance e danza contemporanea in Italia, Inghilterra, Stati Uniti e Francia. Borsa di studio alla State University di Purchase a New York, con la José Limòn Dance Company. Laurea con Lode presso l’A.N.D. di Roma. Ha lavorato come coreografo/interprete per varie Compagnie in Italia e all’estero: fondamentali sono stati gli incontri con il musicista Sylvano Bussotti, Adriana Borriello, Ornella D’Agostino ed il regista Cesare Ronconi per il Teatro Valdoca. Dal 2001 inizia la sua attività di performer creando diversi lavori originali di danza-voce-video per teatri e spazi non convenzionali, ricevendo ottimi riscontri sia da parte del pubblico che della critica. Ha danzato in Italia, Portogallo, Francia, Irlanda, Inghilterra, Iraq, Bosnia, Spagna, Germania, Olanda, Stati Uniti e Cina. Arcangelo Michele Caso, proveniente da una famiglia di musicisti e prestigiosi liutai si appresta allo studio della musica all’età di 8 anni. Dopo un primo approccio pianistico si dedica allo studio del violoncello sotto la guida del M° Pietro di Somma e successivamente, in Conservatorio, sotto la guida del M° Luca Signorini Contribuisce infine alla sua formazione musicale il M° Mario Centurione. Contemporaneamente inizia lo studio del mandoloncello con il M° Leonardo Massa ed entra poi a far parte dell’Accademia Mandolinistica Napoletana. Appassionatosi a diversi generi musicali amplia le sue conoscenze attraverso lo studio di strumenti etnici come: il bouzouki, l’oud e l’erhu. Arcangelo Michele Caso è soprattutto un musicista-polistrumentista e compositore. Attualmente collabora con: Lino Cannavacciuolo, Lucariello, EPO, Mbarka Ben Taleb, Pino De Maio, Alan Wuzburger, Salvatore Gatto, Soul Vibes e Luca Signorini con il quale collabora a un progetto musicale sperimentale che fonde il gusto violoncellistico classico e moderno. Di recente ha collaborato con grandi musicisti per lavori discografici, teatrali e live come: Claudio Baglioni, Raiz, Gianni Guarracino, Carlo Faiello, Enzo Gragnaniello, Eugenio Bennato, Vito Ranucci, Sasà Mendoza, Marzouk Mejri, Ciro Tuzzi, Mimì De Maio, Accademia Mandolinistica Napoletana, Francesco Villani, Urciuolo Smith Duo, Monica Fiorillo, Giosi Cincotti, Galo Cadena, Bruno Fiengo. Ha svolto inoltre il ruolo di produttore artistico, arrangiatore ed esecutore nei lavori discografici di diversi artisti internazionali.