Il Parere dell ingegnere
ANTONIO VIVALDI e le origini lucane
ANTONIO VIVALDI e le origini lucane
Si chiamava Camilla Cavicchio la madre del grande musicista e compositore
veneziano Antonio Vivaldi. Recenti ricerche conducono sulle origini della madre fino in Basilicata, a Pomarico, vicino a
Matera. Era, infatti, la figlia di un sarto alquanto conosciuto nella pur povera regione materana di quel tempo, che si
trasferì quindi nel Veneto. Emigrazioni dal Sud al Nord, già dal Seicento. Dunque, l’autore delle “Quattro
stagioni” conserva gocce di Basilicata nel suo albero genealogico. Vivaldi era nato a Venezia nel 1678, il giorno
in cui (era il 4 marzo) si registrò un potente terremoto nel Veneto. Suo padre era un sarto bresciano, Giovanni Battista,
che da Brescia si era trasferito a Venezia. Sua madre (dicevamo) era figlia di un sarto lucano ma che da diversi anni
esercitava la propria professione in laguna. Antonio era il primogenito di una famiglia di nove figli.
Gli fu impartito un battesimo provvisorio a casa, poiché era in gravi condizioni di salute. Quei problemi li porterà avanti
per tutta la vita, probabilmente correlati a ciò che lui stesso definirà “strettezza di petto”, forse si trattava di
asma bronchiale. Il battesimo ufficiale avverrà il 6 maggio, nella chiesa di San Giovanni in Bragora, non lontano
dall'abitazione dei Vivaldi, alla Ca' Salomon nel sestiere Castello. Fu per l’intuizione di suo padre che per Antonio
Vivaldi si aprirono le porte della musica, e il suo talento si fece subito avanti. La prima apparizione in pubblico come
violinista arriverà nel 1696 presso la Basilica di San Marco durante le funzioni natalizie. Nel 1703 venne ordinato
sacerdote. Lo studioso anglo-tedesco Emil Paul, a conclusione delle sue ricerche, comunicò i risultati delle sue scoperte,
unitamente alle notizie relative alla famiglia Vivaldi. Molte di esse sono state rivelate durante il primo Seminario
Internazionale su Vivaldi, che si tenne a Bruxelles il 16 dicembre 1963. Vivaldi lasciò un numero imponente di
composizioni, attualmente custodite nella Biblioteca di Dresda, altre sono a Bologna, Parigi, Washington mentre il grosso
plico del Fondo Foà-Giordano viene conservato alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Osservando
l'andamento della fama vivaldiana, a partire dalla sua nascita fino ai giorni nostri, ci si accorge che essa disegna una
linea assai incoerente: dall'ascesa della giovinezza, al declino della vecchiaia, fino al silenzio post-mortem e infine alla
vertiginosa riscoperta durane il Novecento. Pochi altri compositori hanno avuto una fortuna così altalenante, e se molti
hanno condiviso l'esperienza del veder il proprio successo nell'ultima parte della vita, forse nessuno ha subito la
sventura d'esser dimenticato così a lungo dopo la morte. E Pomarico, patria della famiglia materna di Antonio Vivaldi,
celebra la “Settimana musicale Vivaldiana”, con l’esecuzione di opere perlopiù inedite, facendo
coincidere gli anniversari della morte, avvenuta a Vienna tra la notte di giovedì 27 e il mattino di venerdì 28 luglio 1741.
Armando Lostaglio
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