Vita da kintsugi “Ti sei mai sentito come una busta di plastica?” … probabilmente è una delle peggiori metafore usate per una canzone, ma non è questo il punto … allora, ti sei mai sentito così? Magari non proprio una busta di plastica, forse un più elegante vaso … un vaso rotto? Ogni sabato distribuiamo pasti ai migranti e cerco di parlare col maggior numero di persone possibile. Non ho facilità nell’attaccare bottone e iniziare una conversazione dal nulla. Cosa ho in comune con queste persone, stipate in una stanza, e che stanno vivendo uno dei momenti più difficili di tutta la loro vita? Niente, vero? Non abbiamo nessun punto in comune, no? Di cosa potremmo mai parlare? Anche lo scorso sabato abbiamo distribuito pasti caldi e, come ogni sabato, abbiamo iniziato con una piccola riflessione di incoraggiamento, qualcosa per confortarli, metterli a proprio agio … e proprio sabato scorso era il mio turno. Inizio con una domanda, che da un paio di settimane mi ronza in testa: “Vi siete mai sentiti come vasi rotti?”. Molti di loro hanno risposto “si”. Ecco il punto in comune! Cosa si fa con i vasi rotti? Qualcuno ha risposto: “Li butti via”, molti degli altri erano d’accordo. Così ho cominciato a parlare di qualcosa che ho scoperto alcuni anni fa, quando ho iniziato a incontrare donne maltrattate e trafficate nel quartiere a luci rosse di Salonicco. C’è qualcosa di profondamente deprimente e frustrante nello stare seduti su un divano sporco accanto ad una ragazza che ha una pausa di dieci minuti fra un cliente e l’altro, una ragazza che, dopo ripetute violenze e maltrattamenti, ha come unica difesa quella di cambiare il proprio nome ad ogni nuovo rapporto sessuale e definisce se stessa come un oggetto rotto, usato, accantonato in un angolo, gettato nella spazzatura. Così ho cercato un‘immagine che le ragazze potessero tenere con se, un rifugio dai continui abusi, un luogo segreto nel quale lasciar andare la propria mente, e il mio amore per il Giappone mi ha portato al kintsugi. Kintsugi è “una pratica giapponese che consiste nell’utilizzo di oro o argento per la riparazione di oggetti in ceramica: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico e, ovviamente, irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore” (wikipedia). Il vaso non è solo riparato, è reso più bello, prezioso, viene trasformato, da vaso anonimo e di poco valore, in un’opera d’arte dal valore inestimabile. Le crepe sono ancora visibili, ma ognuna di esse rende il vaso ancora più bello, ognuna di esse brilla riflettendo la luce. Non è un’immagine meravigliosa per noi, piccoli vasi rotti? Il nostro destino non è essere gettati via, ma diventare splendide opere d’arte. Oggetti unici proprio in virtù delle crepe che li segnano. Un amico un giorno mi ha chiesto perché credo in Dio. Gli ho risposto che il mio Dio è il maestro del kintsugi. Egli trasforma qualcosa che è rotto, in pezzi, e pronto per la spazzatura, in un prezioso oggetto da ammi- DICHIARAZIONE DI INTENTI Il Grido di Guerra - contro il male e l’ingiustizia - è l’organo ufficiale dell’Esercito della Salvezza. Esso è l’espressione del pensiero del nostro movimento. Pertanto, esso ha tre obiettivi principali: evangelizzaIL GRIDO DI GUERRA zione, informazione sulle Organo ufficiale dell’Esercito della Salvezza attività e l’Opera in Italia, Dir. Responsabile: ten. col. Massimo Tursi informazione a livello interTeam editoriale: magg. V. Pavoni Longo, nazionale. ten. F. Longo, Paolo Consentino Questi obiettivi saranno conseguiti mediante la pubblicaReg. Trib. N. 8143 del 26/06/1961 CCP n. 85651826 - IIBAN IT 67 S 02008 03284 000102712418 zione di brevi articoli attuali e rispondenti alla nostra culStampato presso: Tip. Bellastampa srl tura. Via Collatina, 41 - 00177 Roma Dicembre 2015 rare. Egli guarda ai nostri pezzi rotti con amore e misericordia, sa scorgere la bellezza dove c’è la miseria del dolore, ha un sogno, una visione per quei pezzi e allora usa la sua colla speciale, quella colla che li renderà opere d’arte, che li riporterà alla vita. Le mie cicatrici sono diverse dalle tue, come le tue sono diverse da quelle di un altro. Eppure è proprio il fatto di essere segnati da queste cicatrici che, invece di allontanarci gli uni dagli altri, ci avvicinano. Ecco il punto in comune. Sto bene con le mie cicatrici. Alcune sono più profonde di altre. Alcune hanno bruciato molto più di altre. Ma ognuna di esse contribuisce a fare di me “me”. Grazie a queste cicatrici, ho costruito un ponte con molte persone che ho incontrato nella mia vita e con le quali mai non avrei mai pensato di avere qualcosa in comune. Sarebbe bello se, viaggiando attraverso la nostra vita, avessimo la possibilità di uscirne indenni, senza essere più né graffiati né feriti dalle circostanze. Ma questo non è possibile, almeno per ora. Trovo però confortante sapere che c’è “qualcuno” che può farci sentire di nuovo integri, che può rimettere insieme i nostri pezzi, che può trasformare quelle ferite e farle brillare. Non è una buona notizia per tutti noi, piccoli vasi rotti o incrinati? Christine Tursi Ufficio Giustizia Sociale Colonia - Germania Mentre andiamo in stampa fervono i preparativi per la Tavola Rotonda del 25 novembre sui temi: - Violenza sulle donne - Prostituzione - Tratta Umana In che modo sono collegate? Come possiamo combatterle? Ulteriori informazioni sul numero di gennaio. ESERCITO DELLA SALVEZZA QUARTIERE GENERALE NAZIONALE Via degli Apuli, 39 - 00185 Roma Tel. 06.44740630 Fax 06.44740640 www.esercitodellasalvezza.org QUARTIERE GENERALE INTERNAZIONALE 101 Queen Victoria Street, London EC4P 4EP Fondatore: William Booth Generale: André Cox Capo del Comando, Italia e Grecia ten. colonnello Massimo Tursi INDIRIZZI LOCALI Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Periodico dell’Esercito della Salvezza Anno LIV Numero 774 Dicembre 2015 Aspettando l’arrivo Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma Nel villaggio dei piccoli pescatori c’era un’atmosfera quasi surreale. L’avvenimento si avvicinava a grandi passi. Quest’anno, però, sarebbe stato diverso, quindi unico. Qualcosa di sorprendente avrebbe travolto tutta la baia. Le imbarcazioni erano tutte allineate per essere tirate a lucido. Colori sgargianti caratterizzavano le loro fiancate. Le reti cariche di rammendi erano disposte ordinatamente lungo le banchine. Il porto, carico di luminarie e festoni, si specchiava in un mare increspato da morbide onde. Anche le colline erano state ripulite dalle sterpaglie, che da troppo tempo avevano occupato campi riservati alla coltivazione di ortaggi. L’aria era quella delle grandi attese, delle grandi feste. Tutti aspettavano, nulla sarebbe stato più come prima, i destini degli uomini sarebbero cambiati. Tutti liberi. Tutti uguali, tutti figli. Le autorità locali erano prese dall’organizzazione: la pubblicità, le pubbliche relazioni, i comitati d’accoglienza. Grandi risorse erano state stanziate. Fiumi di parole si rincorrevano tra i vicoli dei quartieri più poveri. Un cartellone campeggiava fiero sulla piazza del paese con una scritta che i bambini ripetevano in coro: …Tutto il mondo saprà … la stella cometa indicherà il luogo… i pastori sono invitati a non dormire la notte per non distrarsi … si raccomanda agli angeli di lucidare le trombe e pettinare le ali a dovere … i falegnami seguiranno corsi di perfezionamento per la costruzione di culle ergonomiche … gli asinelli saranno allenati a riscaldare ambienti freddi … I re che arriveranno da oriente sono pregati di confermare la loro presenza. Le greggi non occuperanno tutti gli spazi disponibili … si prega di essere puntuali … Il cielo brillava di una luce calma e serena, invitando le nuvole a trattenere la pioggia in segno di rispetto. I fotoreporter, con le loro macchine scintillanti, erano pronti a fissare lo scatto del secolo, lo scoop che avrebbe fatto il giro del mondo: Una fotografia speciale che nar- rava di una luce diversa, tanto diversa da essere celestiale. Le locande del paese avevano esaurito tutti i posti letto disponibili: gli affari andavano proprio alla grande. Il “tutto esaurito” era proprio il segnale che si aspettava. Si poteva cominciare. Tutto è pronto, tutto è al posto giusto. Sono tutti lì, intorno a quel paesino ad aspettare, a sognare, a tifare per un futuro migliore. La musica può partire. Il sipario si può aprire. Le luci si possono abbassare per inginocchiarsi davanti a quel Re che diventerà il mio Salvatore. Franco Paone Designed by Freepik.com Dicembre 2015 Messagio di Natale 2015 del Generale Una Nuova Prospettiva Dovremmo entrare in questa stagione natalizia con un cuore pieno di gratitudine e lode a Dio. Spero che tutti avrete tempo per riflettere e contemplare l’amore e il piano di salvezza che Dio ha preparato, fin dall’inizio dei tempi, per tutta l’umanità. Nel corso del 2015, la celebrazione dell’anniversario dei 150 anni dell’Esercito della Salvezza dai suoi inizi è stata un’occasione per riconoscere l’amore senza confini che Dio ha mostrato al nostro movimento. In prossimità del Natale, abbiamo la possibilità di riflettere sull’amore speciale che Dio ci ha mostrato, facendoci il dono più grande di tutti, nonostante sapesse che molti non ne avrebbero compreso pienamente il valore. Isaia ha scritto: “Non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. (Isaia 53: 2-3). “Un nome, un diritto?” Quanti pensieri affollano la mente di una donna quando scopre di essere incinta! Nel migliore dei casi, il bambino che si sta formando nel suo grembo è stato sognato e desiderato da tempo. Che grande cambiamento porterà nella vita della futura mamma! Sarà un maschietto o una femminuccia? Avrà gli occhi del papà, della mamma… o forse quelli del nonno? E come lo chiameremo? I pensieri tornano e ritornano su questo soggetto come un continuo martellio: che grande responsabilità è quella di scegliere il nome di un bambino! Per quella mamma di nome Maria, una Dicembre 2015 Nonostante tutto, Dio ha proseguito con il suo piano di salvezza per il mondo! Ecco perché quello di Natale è un momento tanto speciale. La notizia straordinaria è che Dio vede le cose in modo diverso dal nostro. Una delle prime cose che Maria dice nel suo canto di ringraziamento a Dio è: “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva” (Luca 1: 46- 48). Quanto è diversa la scala di valori di Dio rispetto alla nostra. Dio è pronto a dare tutto per salvare uomini e donne, per salvare te e me. Dio è il Dio dell’eternità, l’Onnipotente, e tuttavia ha amore e cura per i deboli, per questa umanità tanto imperfetta. Vogliamo condividere la stessa gioia di Maria, che continua affermando: “Perché grandi cose mi ha fatte il Potente”(Luca 01:49). Uno degli elementi della storia di Natale che non smette mai di stupirmi è pensare che un Essere grande e potente come Dio possa interessarsi a noi. È per questo, che Maria gioisce e per lo stesso motivo anche noi dovremmo rallegrarci mentre attendiamo di poter celebrare la venuta di Cristo, che ha cambiato il corso della storia umana. Dio è pronto a scendere fino a noi e a utilizzare uomini e donne, parte di queste domande aveva già una risposta: il bambino atteso era un maschietto e lo avrebbe dovuto chiamare Gesù, che in ebraico vuol dire “Yahweh è salvezza”. Il suo destino era segnato, infatti, di lui parlavano già gli antichi profeti e Isaia, uno di essi, lo chiamava “Emmanuele, “Dio con noi”; per esteso: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della Pace”! Anche il profeta Michea aveva scritto di lui: “Sarà un dominatore in Israele … che pascerà il suo gregge con la forza del Signore” (Michea 5:1-3). Sarebbe stato un bambino unico! Eppure, non si può fare a meno di chiedersi spontaneamente come possa, un esserino così fragile e indifeso, essere “Dio con noi” e “Padre eterno”? Siamo in grado di comprendere questa irruzione del Divino nella storia dell’umanità, afferrare il vero significato del Suo ruolo salvifico? La sola risposta che si possa dare a un tale mistero è il raccoglimento e la contemplazione, il ginocchio piegato, il desiderio di of- Per riflettere nonostante le loro imperfezioni, per realizzare il suo piano. Nonostante il suo potere, Dio è felice di mostrare misericordia verso persone piccole, limitate e imperfette quali noi siamo. La gente dà onore e gloria a ciò che sembra essere potente e ricco in questo mondo. Dio fa esattamente l’opposto. Dio guarda l’umanità con amore e misericordia: questa è la storia di Natale. Dio capovolge la scala dei valori e mostra il suo amore per il minimo, l’umile e apparentemente insignificante. Mentre ci prepariamo al Natale, abbiamo bisogno di esaminare il nostro cuore, in modo da poterci liberare dall’orgoglio e dal materialismo, perché la verità è che se siamo poveri o ricchi, Generale dell’Esercito della Salvezza o no, siamo insignificanti! Il Natale riguarda proprio il fatto che Dio è venuto di proposito per ristabilire un rapporto proprio con noi, e manifestare la sua gloria nella vita della gente comune e umile. Natale, è un momento di grande gioia e di pace per tutta l’umanità. Prego affinché potremo sperimentare la meraviglia di quella realtà nella nostra vita in questo tempo di Natale, e che la mostreremo ovunque ci troveremo! André Cox, Generale frire un dono; non è forse proprio questo che hanno fatto quelli che sono venuti in quell’umile dimora, per vedere con i propri occhi quanto era stato annunciato? E noi? Troveremo il modo di fermarci davanti al mistero del Natale, per riflettere al suo significato per noi personalmente? “È venuto in casa sua – ma i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio …” (Giov.1:12). In un’epoca in cui si parla tanto dei diritti dell’uomo, urge rendere noto a tutti quanti, che il diritto più fondamentale per ogni uomo, ogni donna, ogni bambino e ogni bambina, è quello di essere adottati nella famiglia di Dio e poter chiamare Dio “Padre”. Gesù, Dio-salva, è venuto e ha offerto la sua vita per far sì che questo diritto diventi una realtà per tutti. E tu, hai già beneficiato di questo tuo diritto? Il carattere immutabile del Natale Il nostro mondo cambia rapidamente. Anche molte tradizioni del Natale sono cambiate: ad esempio, sempre più persone usano l’albero di Natale artificiale; le candele vere sono state sostituite dalla lucine elettriche o da luci a fibre ottiche. In un mondo che cambia, è rassicurante sapere che ci sono cose immutabili, e una di queste è sicuramente il carattere del Natale. Paolo ha scritto della venuta di Gesù, affermando che aveva avuto luogo al momento giusto. Dio ha mandato suo figlio secondo un piano preciso: “Quando giunse la pienezza dei tempi” Il sistema dei trasporti nell’Impero Romano aveva permesso una rapida espansione. In Giudea l’economia era in crisi e ovunque c’era povertà. Le persone erano pronte a un cambiamento. Tutto il mondo era scivolato nel paganesimo ed era necessaria una riforma religiosa. Questo era il mondo nel quale Gesù venne; un mondo pieno di problemi. Quello era il momento giusto. Natale viene sempre al momento giusto … se glielo permettiamo. Nella sua lettera ai Galati Paolo scriveva: “ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione” (4:4-5) Gesù è venuto per redimerci affinché potessimo essere adottati da Dio. La parola redenzione significa essere liberati e la parola adottato significa prendere legalmente un figlio di altri per farlo diventare figlio proprio. Prima di essere “presi” da Dio, noi eravamo figli delle tenebre, ma Dio ci ha presi nella sua famiglia e ha restaurato la relazione Virginia Longo, maggiore L’oasi dei bambini a Brienza! - Un sogno diventato realtà Tutto parte da un sogno, vecchio di qualche anno: aprire un luogo nel quale offrire a bambini fino a 3 anni un ambiente sano per crescere e interagire con gli altri. A Brienza, il sogno ha incontrato il bisogno: nei paesi limitrofi nulla del genere! Ad aiutarci sono presenti anche dei potenziali volontari. Condividiamo allora il sogno con i membri della comunità salutista locale i quali, dopo qualche dubbio iniziale, si mostrano entusiasti e partecipano attivamente ai lavori per i preparativi. Finalmente il progetto è lanciato, l’attività inizia! I bambini vengono da famiglie nelle quali entrambi i genitori lavorano o desiderano sviluppare le competenze sociali dei loro figli perduta, facendo di noi gli eredi del suo Regno. Ho letto la storia di un professore benestante che morì senza lasciare testamento. Il tribunale però scoprì che c’erano 6 eredi. Ne furono rintracciati solo 5, ma si continuarono per anni le ricerche fino a quando anche quello che mancava all’appello non fu rintracciato. Era un senzatetto, che viveva per le strade di Chicago. Gli fu consegnata la sua cospicua eredità, ma questi rimase alla sua stessa vita di solitudine e di stenti. Gli era stato dato un grande dono, ma non sapeva come usarlo. Spesso è così anche con il più grande dono che riceviamo a Natale – Gesù Cristo! Che cosa ne facciamo? Come reclamiamo la nostra eredità? Nel nostro mondo alcune cose cambiano, altre no. Il carattere del Natale è sempre lo stesso. Vogliamo accettare questo dono sempre nuovo. “Ieri, oggi e per sempre, è Gesù lo stesso, noi cambiamo, lui giammai, giammai non cambierà!” già prima della scuola materna. Il metodo adottato è quello Montessori, che rispetta lo sviluppo naturale del bambino e ne facilita l’autonomia. L’adulto non insegna, ma accompagna nelle scoperte fatte in modo naturale dal bambino grazie al materiale specifico “Montessori”. I’Oasi ha la capacità di accogliere fino a 24 bambini. Attualmente, gli iscritti sono dieci, ma sempre più genitori ci chiedono informazioni e le iscrizioni sono in aumento! Chiediamo le preghiere di tutti per sostenere quest’opera a favore dei bambini e delle loro famiglie! Massimo & Anne-Florence Tursi, Ten. Colonnelli Emmanuel Gau, capitano POESIA È la notte di vigilia la festa è intorno a noi, una stella indica la via verso il luogo di una preghiera d’amore per colui che verrà dall’alto dei cieli. Come accadde millenni fa... un altra stella indicò la via verso un luogo umile, una grotta dove apparve in una culla di fascine e sterpi un piccolo corpo che si muove. È mezzanotte, adesso come allora il Salvatore è nato: Gesù per liberarci dai nostri peccati per condurci alla vita eterna. E per portare noi gente umile sul sentiero dell’amore; Gesù benvenuto fra noi e resta con noi così piccolo così grande, Gesù è nato alleluia, alleluia! Roberto Festuccia Designed by Freepik.com Dicembre 2015