Gruppo F Francesco Facchinelli Alessandro Gazzoli Gianluca Mariottini Francesco Masiero Lorenzo Valbusa Giorgio Valerin Tutor: Carlos Rossi Alvarez Liliana Mou Virginia Strati Sommario y Introduzione alla radioattività y Tipi di misurazione y Rivelatori a semiconduttore (HPGe) y Preparazione dei campioni di rocce y Analisi degli spettri dei campioni y Rivelatore a scintillazione (NaI) y Acquisizione misure in situ y Analisi degli spettri acquisiti in situ y Conclusioni Perché proprio la radioattività? La radioattività naturale (natural background) si può classificare secondo l’origine in due categorie generali: PRIMORDIALE COSMOGENICA Si origina continuamente dai raggi cosmici provenienti dallo spazio Orginatasi con la formazione della Terra U K Th C H Be Radon 13% 1% Cibo e acqua potabile 43% 20% Terra Medicina 15% Raggi cosmici 8% Attività nucleari umane Gli elementi che ci interessa misurare sono 40K, 232Th e 238U poichè caratterizzano la maggior parte del fondo radioattivo naturale La radioattività è attorno a noi! Decadimento Alfa La radioattività è un fenomeno fisico naturale che si verifica quando il nucleo di un atomo instabile raggiunge un nuovo stato di equilibrio emettendo radiazioni. Decadimento Beta Decadimento Gamma La radioattività viene quantificata in termini di disintegrazioni per unità di tempo 1 Bq = 1 decadimento al secondo Principali interazioni dei fotoni con la materia Per poter essere rivelati i raggi gamma devono prima creare una particella carica e/o trasferire energia alle particelle cariche. 1) Effetto fotoelettrico 2) Effetto Compton Nel caso di fotoni di energia più grande di 1.02MeV, occorre la produzione di coppie dove l’energia elettromagnetica viene trasformata in massa. I meccanismi di assorbimento Fotoelettrico e Compton includono soltanto l’interazioni con gli elettroni orbitali. 3) Produzione di coppie annichilazione Catene di decadimento (U e Th) A differenza del potassio che è un emettitori gamma, ricaviamo le concentrazioni di uranio e torio a partire dai decadimenti di alcuni nuclei figli delle loro catene di decadimento È necessario assumere l’equilibrio secolare Spettroscopia gamma a diverse scale … in laboratorio ~ 0.1 m … in situ ~ 10 m ~ 10 m … in volo ~ 100 m RIVELATORI A SEMICONDUTTORE I rivelatori al germanio Le bande di energia nei solidi cristallini Nei solidi cristallini la struttura dei livelli energetici più esterni degli atomi viene modificata, raggruppandosi in fasce chiamate bande. Banda di conduzione: costituita da livelli energetici vuoti, disponibili ad essere occupati da elettroni provenienti dalla banda di valenza. Banda proibita: insieme di valori di energia che un elettrone non può possedere. Banda di valenza: insieme di valori di energia che possiede un elettrone legato all’atomo. Isolanti, semiconduttori e metalli E gap ≈ 5 ÷ 10eV E gap ≈ 1eV A temperature prossime allo zero assoluto il semiconduttore si comporta da isolante. All’aumentare della temperatura alcuni elettroni migrano nella banda di conduzione e la conduttività del materiale aumenta Elettroni e lacune Ogni volta che un elettrone abbandona la banda di valenza lascia dietro di sé uno stato di vuoto chiamato lacuna, che si comporta come una particella di carica positiva. In assenza di un campo elettrico l’ultimo stadio del processo di eccitazione è la ricombinazione degli elettroni con le lacune e il ritorno ad uno stato neutro del cristallo. Giunzioni p-n Il funzionamento dei detector a semiconduttore si basa quindi sulle proprietà della giunzione p‐n. ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ + + + + + p n ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ + + + + + + p Cariche libere n ‐ Regione di svuotamento Una radiazione incidente sulla zona attiva del rivelatore (zona di svuotamento) produrrà delle coppie ione‐lacuna che sotto l’influenza del campo elettrico esterno si sposteranno creando una corrente che può essere così rivelata. Misure con Rivelatore HPGe Il rivelatore deve essere mantenuto alla temperatura dell’azoto liquido (‐195.80 °C), per evitare che il calore dell’ambiente ecciti gli elettroni facendoli passare dalla banda di valenza a quella di conduzione. IL SISTEMA MCA_RAD Con i 2 rivelatori al germanio sono stati misurati campioni preparati con rocce raccolte sul territorio della Regione Veneto Ubicazione dei punti di raccolta 54 CAMPIONI DI ROCCIA Preparazione dei campioni 1) FRANTUMAZIONE DEI CAMPIONI DI ROCCIA 2) RIEMPIMENTO DELLE SCATOLETTE (200 cc) Preparazione dei campioni… 3) PESATURA ED ETICHETTAMENTO DELLE SCATOLETTE CON CODICE A BARRE …la loro misura 3) DISPOSIZIONE DEI CAMPIONI NEL SISTEMA MCA_RAD 4) INSERIMENTO DEI DATI NEL PROGRAMMA CHE GESTISCE LA MISURA Avviare la misura ed aspettare… Analisi dei dati L’analisi dati viene eseguita in automatico dal computer avendo a disposizione l’informazione della calibrazione energetica dei due rivelatori. 40K 206Tl 40K 206Tl I risultati ottenuti dall’analisi dei dati vengono salvati ed elaborati usando il programma Excel. Elenco Dati I risultati ottenuti sono stati messi in relazione con delle informazioni geologiche quali la litologia e la formazione geologica del singolo campione. Il Potassio è misurato in %, Uranio e Torio in ppm …e dopo una lunga e penosa analisi dei risultati siamo riusciti costruire dei grafici molto interessanti…. Analisi di tutti i campioni 30 K [%] 18 eU [ppm] 16 25 20 Frequenza Frequenza 14 15 10 12 10 8 6 4 5 2 0 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,5 3 4 1 7,5 2 3 4 5 6 7 8 9 10 14 Classe ‐ eU [ppm] Classe ‐ K [%] eTh [ppm] 16 Frequenza 14 12 10 8 6 4 2 0 1 2 3 4 5 10 Classe ‐ eTh [ppm] 20 65 E’ necessario confrontare i risultati delle abbondanze con i dati relativi alle informazioni geologiche raccolte nel database Ma come classifichiamo le rocce? La classificazione delle rocce Le rocce vengono classificate in base alla propria origine: 1) ROCCE MAGMATICHE: si originano dalla solidificazione del magma + • ACIDE Contenuto di silice (SiO2 ) • BASICHE ‐ 2) ROCCE SEDIMENTARIE: si formano dalla deposizione e litificazione dei sedimenti • TERRIGENE [SiO2 ] • CARBONATICHE [ calcite CaCO3] 3) ROCCE METAMORFICHE: le rocce vengono sottoposte a metamorfismo: le condizioni ambientali cambiano profondamente CALCARE MARMO ROCCE SEDIMENTARIE PARTICOLARI…. La matrice composizionale CARBONATICHE TERRIGENE SiO2 CaCO3 ROCCE SEDIMENTARIE PARTICOLARI…. La DOLOMIA è un particolare tipo di roccia carbonatica. I CALCARI sono costituiti essenzialmente da calcite (carbonato di calcio). Le DOLOMIE sono rocce calcaree contenenti anche una determinata percentuale di magnesio; il loro minerale costituente è la dolomite (doppio carbonato di calcio e magnesio). La radioattività naturale nelle rocce K + U + Th + ‐ Le diverse classi di roccia hanno diverse affinità con gli elementi radioattivi VULCANICHE ACIDE RIOLITI + Silice (SiO2 ) GRANITI VULCANICHE BASICHE BASALTI ‐ Silice (SiO2 ) SEDIMENTARIE TERRIGENE ARENARIE SEDIMENTARIE CARBONATICHE CALCARI DOLOMIE SILTITI La radioattività delle rocce metamorfiche dipende fortemente dalla roccia originaria (protolito). ANALIZZIAMO LE NOSTRE ROCCE…. Concentrazione di Potassio 7,5 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 K [%] 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Dolomia Calcari Marne Sedimentarie Metamorfiche Metamorfiche terrigene terrigene vulcaniche Vulcaniche basiche Vulcaniche acide Concentrazione di Uranio 14 12 10 eU [ppm] 8 6 4 2 0 Marne Sedimentarie terrigene Calcari Metamorfiche terrigene Vulcaniche basiche Metamorfiche vulcaniche Dolomia Vulcaniche acide Concentrazione di Torio 60 50 eTh [ppm] 40 30 20 10 0 Calcari Dolomia Marne Sedimentarie terrigene Vulcaniche basiche Metamorfiche Metamorfiche vulcaniche terrigene Vulcaniche acide I RIVELATORI A SCINTILLAZIONE: I rivelatori a ioduro di sodio (NaI) Rivelatori a Scintillazione Interazione della radiazione (ionizzazione e eccitazione) Processi di diseccitazione (emissione di luce) Raccolta della luce di scintillazione Conversione dei fotoni luminosi in elettroni (segnale elettrico) Amplificazione e processamento del segnale elettrico } Scintillatore } Guida di luce } Foto-rivelatore Caratteristiche degli scintillatori VANTAGGI • Gli scintillatori possono essere utilizzati a temperatura ambiente, perciò sono molto utili per effettuare misure in situ in quanto sono facilmente trasportabili. • Le misure effettuate con gli scintillatori sono molto rapide (circa 5 minuti per misura). SVANTAGGI • Gli scintillatori hanno una bassa risoluzione rispetto ai rivelatori al Germanio • Le misure sono influenzate dalla geometria del sito analizzato • È necessario utilizzare un coefficiente di correzione per il Radon presente nell’aria per determinare la concentrazione dell’Uranio NaI HPGe Confronto fra uno spettro ottenuto con un rivelatore HPGe e NaI FASI DELLE MISURAZIONI IN SITU • • • • • Posizionare lo zaino distante da edifici o infrastrutture Fornire tensione al rivelatore attraverso il computer Avviare la misurazione e allontanarsi per non contaminare i risultati Ripetere la misura ad 1 metro da terra Registrare le coordinate GPS del luogo analizzato Sono state effettuate 14 misure in 7 punti differenti Ubicazione delle misure in situ ANALISI DELLE MISURE IN SITU: Analisi e calibrazione degli spettri jRadView: analisi degli spettri 40K 1460 keV 232Th 2614 keV Metodologia di analisi degli spettri acquisiti con NaI 4000 Thorium 3500 3000 Counts 2500 2000 1500 1000 500 2808 2640 2472 2304 2136 1968 1800 1632 1464 1296 1128 960 Energy (keV) Uranium Counts Potassium8000 1800 20000 6000 4000 Energy (keV 15000 2000 10000 Energy (keV) 2808 2640 2472 2304 2136 1968 1800 1632 1464 1296 1128 960 792 Energy (keV) 2808 2640 2472 2304 2136 1968 1800 1632 1464 1296 1128 0 960 456 0 792 Potassium 5000 624 1632 Counts 1464 1296 1128 25000 960 0 792 30000 624 100 624 200 456 300 456 Counts 400 792 456 Lo spettro misurato viene Cesium ricostruito con la combinazione degli spettri fondamentali di 12000 potassio, uranio, torio, cesio e 10000 background. 35000 500 624 0 600 Calibrazione e rebinning 40K y La calibrazione energetica fa si che il sistema associ ad ogni canale il corretto valore di energia 1460 keV 232Th 2614 keV 40K 1460 keV 232Th 2614 keV • Il rebinning invece serve ad adattare lo spettro sperimentale a quelli standard,rendendo uguale il rapporto keV/Ch ANALISI MISURE IN SITU Studio dell’attenuazione dell’aria 4 y = 0,9956x 2,5 eU [ppm] ‐ 1m y = 0,952x 2,3 1,9 1,7 1,5 1,3 1,1 3,5 3 2,5 0,9 0,7 2 0,5 0,5 1 1,5 2 2 2,5 k [%] ‐ 0m 2,5 3 3,5 4 eU [ppm] ‐ 0m 1,6 13 y = 0,6282x 1,4 y = 0,9739x 12 Cs [c/s] ‐ 1m eTh [ppm] ‐ 1m k [%] ‐ 1m 2,1 11 10 9 8 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 7 7 8 9 10 11 eTh [ppm] ‐ 0m 12 13 0 0,5 1 1,5 Cs [c/s] ‐ 0m 2 2,5 CONCLUSIONI • Abbiamo misurato la radioattività ambientale sia analizzando campioni di roccia che acquisendo spettri con un rivelatore portatile. • Abbiamo analizzato le rocce prelevate sul territorio della Regione Veneto. • Per l’analisi dei dati i campioni sono stati raggruppati secondo un criterio geologico notando dei comportamenti simili per le varie litologie analizzate. • Le rocce più radioattive sono le rocce vulcaniche e in particolare quelle acide • Le rocce carbonatiche e in particolare le dolomie sono le rocce meno radioattive analizzate. • Nelle misure da 1 metro si ha un’attenuazione della radiazione osservata dal rivelatore rispetto alle misurazioni effettuate da terra. Grazie per l’attenzione!