L’inflazione è l’aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, o anche la diminuzione progressiva del potere di acquisto ( cioè del valore ) della moneta. Una prima distinzione riguarda le cause dell’inflazione: inflazione da costi, cioè inflazione alimentata e sostenuta da incrementi dei costi di produzione, compresi gli aumenti salariali, indipendentemente dallo stato della domanda; inflazione da domanda, cioè inflazione determinata dall’eccedenza della domanda globale di beni e servizi sull’offerta globale; inflazione indotta, cioè inflazione alimentata dall’aumento dei prezzi dovuto a fattori legati ai rapporti che un Paese ha con l’estero (p.e. l’Italia, paese trasformatore, legato ai prezzi internazionali delle materie prime) oppure derivare dalla svalutazione del cambio che rende più costoso reperire valuta per pagare le importazioni dall’estero e quindi determina un aumento dei costi per le imprese importatrici. Si distinguono poi, secondo l’intensità e le varietà del fenomeno: inflazione strisciante: la moneta perde valore lentamente, ma quasi senza sosta; inflazione palese: si ha quando l’aumento dei prezzi è notevole. In questo caso i compratori cercano di incrementare la domanda di beni, mentre i venditori preferiscono restringere l’offerta per fini speculativi; inflazione galoppante: viene definita un’inflazione di tipo molto rapido, tanto da far perdere al pubblico la fiducia nel sistema monetario del Paese. Diverse sono anche le teorie sulle possibili cause del fenomeno inflazionistico. Una prima teoria, sostenuta dagli economisti della scuola monetarista, dice che l’inflazione è generata da un aumento della quantità di moneta eccessivo rispetto all’aumento della produzione di merci. C’è poi la teoria Keynesiana che sostiene che è l’eccesso della domanda globale sull’offerta globale in una situazione di piena occupazione a generare l’inflazione, a prescindere dalla quantità di moneta immessa nel sistema economico. Altra teoria ( dell’economista inglese Phillips ), è quella che lega l’inflazione al mercato del lavoro. In particolare questa teoria sosteneva che quando vi era nel sistema economico un elevato numero di disoccupati, i salari crescevano lentamente, mentre quando la disoccupazione scendeva i salari crescevano più rapidamente, determinando un aumento nei costi di produzione e quindi nei prezzi di vendita dei prodotti finiti. Quali sono gli effetti dell’inflazione? Poiché il potere d’acquisto della moneta diminuisce a causa dell’aumento dei prezzi delle merci, l’orientamento sarà quello di rivolgersi verso i beni rifugio (oro, immobili, valute estere forti) facendo lievitare il loro prezzo a discapito del risparmio monetario e/o obbligazionario. L’aumento dei prezzi, inoltre, fa diminuire la competitività internazionale delle merci, e quindi le esportazioni. Qualora il Paese i cui prezzi aumentano attui una svalutazione allo scopo di accrescere la competitività delle proprie merci, si può creare una spirale di inflazione galoppante. La politica monetaria ha come primario obiettivo la stabilità dei prezzi; essa contribuisce a rendere le decisioni di investimento e di allocazione del capitale più efficienti e a ridurre il premio per l’inflazione nei tassi di interesse nominali. Lo strumento di controllo della BCE è rappresentato dalla variazione dei tassi di interesse ufficiali che, propagandosi a tutto il sistema economico, rende più o meno costoso prendere a prestito moneta; ciò si traduce, nel primo caso, in una diminuzione della moneta in circolazione e in un decremento della domanda di beni e servizi e di conseguenza del livello dei prezzi; nel caso di calo dei tassi, invece, il meccanismo è inverso. Se da una parte l’inflazione erode il valore della moneta e quindi dei nostri investimenti, dall’altra anche lo strumento utilizzato per combatterla, cioè la manovra del saggio di interesse ufficiale, ha un impatto sui prodotti finanziari in portafoglio. La manovra del tasso ufficiale impatta , ovviamente, anche sul tasso di cambio dell’EURO contro le altre valute. Nell’attuale contesto politico/economico, negli USA la banca centrale (Federal Reserve) continua la sua politica espansiva, lasciando i tassi ufficiali ad un livello basso ed ai minimi storici. Nell’area Euro, dopo l’impennata dell’inflazione che ha costretto il precedente presidente della BCE – Trichet – ad un continuo aumento dei tassi, ora l’avvento del nuovo presidente, Mario Draghi, ha portato ad una riduzione del tasso ufficiale, con la speranza di una ripartenza dell’economia, nonostante i pesanti debiti nazionali di alcuni Stati membri. La quantità di moneta presente all’interno di un’economia è definita come offerta di moneta. Il controllo della quantità di moneta spetta alla Banca Centrale che detiene il monopolio dell’emissione di banconote e monete. Il controllo della quantità di moneta viene realizzato mediante una serie di strumenti raggruppati nell’ambito della politica monetaria. La Banca Centrale è l’istituzione bancaria che controlla l’offerta di moneta e dei mezzi di pagamento, regola il credito e coordina le banche commerciali di concerto con gli obiettivi di politica economica dell’esecutivo. Svolge funzioni di emissione, di banca delle banche e di banca dello Stato, di vigilanza sul sistema bancario, di gestione della riserva di valuta straniera e di controllo del mercato dei cambi. Il compito più importante è quello di attuazione della politica monetaria, tesa al mantenimento del valore della valuta nazionale ( sia nei confronti delle altre valute estere, sia nella stabilità del potere di acquisto della moneta), al finanziamento della spesa pubblica, in particolare per lo sviluppo economico e l’occupazione di un Paese. La Banca Centrale influisce sulla quantità di moneta presente nel sistema attraverso variazioni della base monetaria che si possono attuare: tramite operazioni di mercato aperto, come l’acquisto di titoli di Stato ed emissione di moneta; tramite la variazione del tasso ufficiale di sconto; tramite la variazione della riserva obbligatoria che impone dei limiti al credito bancario. La quantità di moneta dipende, oltre che dalla base monetaria, anche dal moltiplicatore della moneta. Quindi la politica monetaria tende a controllare: - la quantità di moneta quando il mercato dei beni è instabile; - il contenimento dei tassi quando invece la domanda di moneta provoca instabilità nel sistema. In Italia, la banca centrale è la banca d’Italia che, insieme alle altre banche centrali dei Paesi dell’Unione Europea, costituisce il SEBC ( Sistema Europeo Delle Banche Centrali ). È invece la BCE ( Banca Centrale Europea ) che ha il compito di assicurare la stabilità dei prezzi e della moneta nell’area EURO, determina i tassi di interesse ai quali le banche commerciali possono ottenere liquidità dalla banca centrale, attua la politica monetaria. FONTI: Sapere.it Wikipedia Capire l’economia – Sole 24ore Enciclopedia Treccani Enciclopedia Garzanti del diritto e dell’economia Guida ragionata all’economia – Sole 24ore Rivista di ragioneria, diritto, economia - Tramontana