www.servizisocialionline.it Sezione “Articoli” Donne e violenza di Sonia Pasini L’aggressione verso le donne non ha soltanto una componente sessuale. È lo strumento con cui da sempre l'uomo consolida la sua posizione di supremazia. In questo senso appartiene a tutte le epoche e a tutte le civiltà, da quella pre-industriale a quella occidentale contemporanea Corre un brivido lungo la schiena nel constatare che la violenza sulle donne non ha confini né di tempo né di luogo; tristemente è una realtà che colpisce donne di ogni nazione e razza, in paesi industrializzati o poveri, dove alla violenza istintiva si mischiano spesso i danni prodotti da cultura, religione o stratificazione sociale. Spesso vittime e aggressori vivono a stretto contatto. Il più delle volte la violenza avviene in ambito familiare; a seguire troviamo la cerchia amicale e di lavoro come ambito in cui si perpetrano con maggiore facilità questi atti infami. Secondo l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), una donna su cinque ha subito, nella sua vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo. Nell' elenco che riportiamo, l'Oms esamina esclusivamente la violenza da parte del partner, indicando le possibili conseguenze sulla salute delle donne. Questa dolorosa elencazione ci ricorda i vari volti che la violenza ha avuto e ha: attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, stupri, stupri collettivi o "correttivi" (nel caso di lesbiche), stupri di guerra o etnici, delitti d'onore, uxoricidi, incesti, schiavitù sessuale, mutilazioni dei genitali femminili, o altri tipi di mutilazioni come in passato le fasciature dei piedi, le "dowry death" ovvero "morte a causa della dote", o l'uso dell'acido per sfigurare. Citiamo l'introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne del 1993, nell'art 1, dove si specifica cosa s'intende per violenza contro le donne: «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata». Si capisce, quindi, che violenza a donne e minori non comporta soltanto un movente "sessuato", ma rappresenta anche la manifestazione di uno stato di diseguaglianza che ha visto storicamente gli uomini prevaricare, spesso usando la violenza come strumento decisivo (nonché tacitamente accolto dagli altri uomini) nel costringere le donne a posizione subordinata. Fisiche Lesioni addominali Lividi e frustate Sindromi da dolore cronico Disabilità Fibromialgie Fratture Disturbi gastrointestinali Sindrome dell'intestino irritabile Lacerazioni e abrasioni Danni oculari Funzione fisica ridotta Sessuali e riproduttive Disturbi ginecologici Sterilità Malattia infiammatoria pelvica Complicazioni della gravidanza/aborto spontaneo Disfunzioni sessuali Malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS Aborto in condizioni di rischio Gravidanze indesiderate Psicologiche e comportamentali Abuso di alcool e droghe Depressione e ansia Disturbi dell'alimentazione e del sonno Sensi di vergogna e di colpa Fobie e attacchi di panico Inattività fisica Scarsa autostima Disturbo da stress post-traumatico Disturbi psicosomatici Fumo Comportamento suicida e autolesionista Comportamenti sessuali a risch io Conseguenze mortali • • • • Mortalità legata all'AIDS Mortalità materna Omicidio Suicidio Un crimine contro la persona Ma che uomo è quello che scrive la carta dei diritti umani e poi compie di questi atti? Ad oggi, nel nostro paese, si tutela la presunzione di innocenza (dello stupratore), senza considerare il bisogno di sicurezza delle vittime. Com'è possibile? È giustizia questa? Come può una vittima trovare la forza e il coraggio di denunciare il proprio aggressore? Ci sembra che nel tempo, anziché progredire, si siano fatti dei passi indietro, dimenticando che la violenza non è attentato alla morale ma alla persona. Quindi sarebbe doverosa l'applicazione della misura prevent~a del carcere, norma che peraltro avrebbe lo scopo di evitare il rischio d'altri abusi. Pensiamo che non si debba confidare nella benevolenza del singolo (giudice) e a maggior ragione l'approccio non può essere solo giuridico ma dev' essere, innanzitutto, culturale. Ogni anno il 25 novembre è La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne indetta dall' Assemblea generale delle Nazioni Unite: speriamo diventi presto memoria di conquiste di libertà personali della donna e arricchimento della civiltà tutta.