La poesia d`amore (1) - sorsi di cielo e stelle

La poesia d’amore (1)
Il Dolce Stil Novo
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È un movimento poetico che nasce a Bologna alla fine del XIII secolo per opera di Guido
Guinizzelli, trasferendosi successivamente a Firenze, dove trova i suoi massimi rappresentanti in
Guido Cavalcanti e Dante giovane.
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Il nome a questo movimento viene dato da Dante: in un passo della Commedia (Purg. XXIV),
infatti, Dante attribuisce ad un suo personaggio, il poeta Bonagiunta Orbicciani, proprio le parole
“dolce stil novo”. Attraverso questa espressione, Bonagiunta vuole mettere in contrasto il nuovo
modo di fare poesia di Dante, di Guinizzelli e di Cavalcanti con lo stile utilizzato da lui stesso e da
altri poeti del suo tempo che percepisce come vecchio, sorpassato, riconoscendo la novità della
poesia dolce dei nuovi poeti.
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Tra i poeti “stilnovisti” esistevano dei denominatori comuni, degli ideali affini, uno stretto legame
di amicizia: su queste basi nacque la consapevolezza di una identità di intenti che determinò la
maturazione e la definizione di una poetica (modo di fare poesia, stile poetico) comune. Ciò diede
un’impronta unitaria alla produzione del gruppo, contribuendo a creare un vero e proprio
modello letterario.
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NOVITÀ TEMATICHE dello Stilnovo:
centralità ed esclusività della tematica amorosa;
la tematica amorosa viene presentata come esperienza personale: attraverso una
profonda analisi psicologica, verranno indagati i moti più intimi dell’animo innamorato;
per questo motivo, il poeta stilnovista compone poesie unicamente ispirato dall’amore
che diventa, così, un sentimento ispiratore;
la donna-angelo: la donna, nella concezione stilnovistica, diventa al pari degli angeli,
intermediaria tra Dio e l’uomo poiché, per mezzo dell’amore, avvia il desiderio maschile
alla sublimazione, conciliandolo con la legge morale;
l’identità amore-cuore gentile: la sublimazione del desiderio maschile può avvenire solo
a condizione che nel cuore dell’uomo esista un potenziale di gentilezza, cioè di nobiltà
d’animo, che la donna possa attivare. Si afferma, così, il principio secondo cui l’amore si
origina esclusivamente in un cuore gentile, ma anche il principio inverso: ogni cuore
gentile contiene in sé una naturale predisposizione all’amore;
il rovesciamento del concetto di nobiltà: la vera nobiltà, per gli stilnovisti, non risiede in
un titolo o nella ricchezza, ma nella naturale propensione al bene, alla perfezione etica; è,
dunque, una qualità riguardante la sfera spirituale e non più quella sociale.
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NOVITÀ CONTENUTISTICHE dello Stilnovo:
legata alla concezione della donna-angelo, è la sua rappresentazione come una figura
eterea, che emana luce e splendore e la cui bellezza è proiezione della sua virtù interiore;
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Prof.ssa Tamola a.s.2011-2012 2ª Liceo “Mary Ward”
sempre legata alla concezione della donna-angelo, è la descrizione del poeta in
atteggiamento di contemplazione dell’amata e l’incapacità di esprimere a parole la
perfezione della donna;
poesia della “loda”: nella poesia viene celebrato il potere benefico che la donna esercita
sull’innamorato e su quanti l’avvicinano;
questo influsso salvifico proviene, soprattutto, dallo sguardo, ma, più ancora, dal saluto
che la donna, passando per via rivolge agli astanti e che è inteso come salutifero,
portatore di salvezza. Di conseguenza, gli stilnovisti alternano i termini “saluto” e “salute”,
giocando sull’ambivalenza del loro significato (entrambe le forme, infatti, risalgono al
latino salus che equivaleva sia a “saluto” sia a “salute, salvezza”);
nonostante tutte queste novità rispetto alla poesia precedente, gli stilnovisti utilizzano
ancora metafore e immagini convenzionali per descrivere l’innamoramento: il dio
d’amore in figura di arciere, il dardo d’amore che penetra attraverso gli occhi, l’amore
come fuoco. Una nota di originalità risiede nella tendenza a personificare il cuore, la
mente, gli occhi, le emozioni.
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NOVITÀ STILISTICHE dello Stilnovo:
sul piano linguistico, si persegue un ideale di volgare illustre, adeguando ai più alti livelli
il dialetto fiorentino, depurato da elementi municipali;
nello stile si ricerca la dolcezza che risulta da un’armonia tra la componente sintattica,
lessicale e musicale: la struttura sintattica è sorvegliata, rifinita e semplice, l’uso delle
figure retoriche è contenuto, la scelta dei termini è fatta in funzione della loro carica
semantica e della loro musicalità;
la forma poetica maggiormente utilizzata dagli stilnovisti è il sonetto.
Guido Guinizzelli
Io voglio del ver la mia laudare
Io voglio del ver la mia donna laudare
ed asembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella dïana splende e pare,
e ciò ch' è lassù bello a lei somiglio.
Verde river' a lei rasembro e l'âre,
tutti color di fior', giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.
Passa per via adorna, e sì gentile
ch' abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa 'l de nostra fé se non la crede;
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e no lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dico c'ha maggior vertute:
null'om pò mal pensar fin che la vede.
Parafrasi: “Io voglio lodare la mia donna come veramente è e paragonare a lei la rosa e il giglio:
risplende e si mostra più luminosa della stella che annuncia il giorno e a lei paragono ciò che in cielo è
bello. Trovo simili a lei una campagna verdeggiante e l’aria, tutti i colori dei fiori, il giallo e il rosso, l’oro
e i lapislazzuli e i preziosi gioielli da regalo: attraverso di lei lo stesso Amore diventa più perfetto. Passa
per la via elegante e così gentile (qualità morale) che abbassa l’orgoglio di colui a cui dona il saluto e, se
non è cristiano, lo converte alla nostra fede; a lei non si può avvicinare un uomo meschino; vi dico che
ha un potere ancora maggiore: nessun uomo, finché la vede, può avere pensieri malvagi.
Metro: sonetto
Schema rimico: ABAB, ABAB, CDE, CDE (rime alternate nelle quartine, rime replicate nelle terzine)
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