Tipologia esercizio A: sottolinea i connettori, indicane il valore sintattico e logico, dividi in paragrafi e metti le glosse La “zanzara tigre” È una zanzara di origine asiatica, nome scientifico Aedes albopictus, rinvenuta per la prima volta nel 1990 in Italia dove è stata probabilmente introdotta attraverso il commercio dei pneumatici usati. È di piccole dimensioni (circa 5 millimetri di lunghezza, escluse le zampe), di colore nero, fatta eccezione per una banda longitudinale bianca sul dorso e per numerose bande bianche disposte ad anello lungo le zampe. Il netto contrasto tra i due colori la rende facilmente riconoscibile. Nel nostro Paese l’adulto vola da maggio a ottobre; è attivo e punge durante il giorno, a differenza delle zanzare comuni, che hanno di solito abitudini crepuscolari o notturne. Riposa sulla vegetazione circostante i luoghi di riproduzione. Le femmine depongono le uova sulla parete interna di contenitori in cui è presente l’acqua; le uova si schiudono quando vengono sommerse dall’acqua. Ne fuoriescono larve che crescono rapidamente, diventando adulti. Le uova deposte in autunno sono in grado di sopravvivere alla stagione invernale, e di schiudersi, se sommerse nell’acqua, alla fine del successivo mese di aprile. I luoghi dove la zanzara tigre depone le uova sono costituiti da qualsiasi tipo di oggetto in grado di contenere acqua (tombini e griglie di raccolta delle acque, pneumatici, bottiglie, barattoli, annaffiatoi, secchi, sottovasi delle piante, bidoni, vasche, teli di nylon, abbeveratoi di animali, grondaie otturate ecc.). L’alto numero di contenitori dispersi negli ambienti urbani costituisce il punto critico per la diffusione dell’Aedes albopictus. Le femmine pungono uomini e animali in pieno giorno e ripetutamente; sono molto aggressive. La puntura è causa della comparsa di pomfi assai pruriginosi. In Italia la puntura non comporta attualmente un rischio concreto di trasmissione di malattie infettive; in altri Paesi, soprattutto tropicali e subtropicali, la specie trasmette alcuni agenti infettivi che sono causa di patologie anche gravi. (Dall’opuscolo La zanzara tigre, pubblicato a cura del Comune di Bologna, con modifiche) Tipologia esercizio B: inserisci la paragrafazione e gli elementi di connessione (congiunzioni, avverbi, formule di raccordo) La diffusione della schiavitù La società romana faceva tradizionalmente ampio uso della schiavitù, secondo metodi di sfruttamento sostanzialmente identici a quelli delle città greche. Nell’età delle grandi conquiste mediterranee il sistema schiavistico romano subì profonde trasformazioni, connesse all’enorme numero di schiavi che allora affluì in Italia e in Sicilia e alle forme della loro utilizzazione. Il rifornimento degli schiavi era assicurato dalla cattura di prigionieri di guerra, uomini, donne e bambini. 20000 Sardi e 5600 Istriani vennero venduti nel 177 a.C., 150000 Epiroti nel 167, 10000 Spagnoli nel 147. Questi prigionieri diventavano bottino dei soldati o venivano venduti all’asta dalle autorità pubbliche. Nell’Italia del II secolo, e anche in province come la Sicilia, c’erano individui che possedevano centinaia di schiavi; ogni cittadino libero che non fosse in condizioni di assoluta povertà possedeva almeno uno schiavo. Un’altra fonte di approvvigionamento era il mercato libero. Sembra che nel principale luogo di smercio, l’isola greca di Delo, fossero venduti fino a 10000 schiavi al giorno. Si trattava soprattutto di individui catturati e rivenduti dai pirati oppure di prigionieri di re o di capi tribù barabare situate fuori del dominio romano. Altre fonti erano rappresentate dall’allevamento degli schiavi (dai bambini nati da genitori schiavi) o dall’esposizione degli infanti. (Andrea Giardina, con adattamenti) Il sorriso perfetto? Secondo gli psicologi, testa chinata dal lato di chi ci osserva e sorriso che spunta sul volto in mezzo secondo. È il sorriso che ci fa apparire sinceri, attraenti e poco prevaricatori agli occhi degli altri. Testa chinata nella direzione opposta all'interlocutore e volto che si illumina in un decimo di secondo potrebbero scatenare dubbi sulla nostra sincerità. È questo il risultato di un esperimento condotto da tre psicologi (Krumhuber, Manstead & Kappas) su 50 uomini e 50 donne, a cui è stato chiesto di osservare i sorrisi su alcuni volti ricostruiti al computer. Già nel 2005, in un altro contesto, i tre studiosi erano arrivati alla conclusione che la velocità con cui si manifesta un sorriso dicesse molto sulla sua sincerità. Ora hanno scoperto che pochi decimi di secondo contribuiscono a rendere un sorriso più (o meno) attraente, prevaricatore e affidabile. L'inclinazione della testa ha la sua importanza. L'esperimento ha dimostrato come una donna che sorride appaia meno sincera di un uomo. Ciò sarebbe dovuto al fatto che le donne tendono a sorridere di più. Le donne, a differenza degli uomini, sarebbero più capaci di captare la velocità di un sorriso e dunque valutare le reali intenzioni dell'interlocutore. Gli uomini sono più propensi a trovare seduttivi anche i sorrisi che non lo sono. Focus, maggio 2007 Tipologia esercizio C (frasi-fiume e frasi involute): riscrivi il testo secondo la regola “un concetto per frase”, aggiungendo, dove ti pare necessario, delle formule di connessione o riducendo il testo Purtroppo quella di oggi non si può considerare come la mia giornata tipo: frenetica, ricca di attività e molto intensa, in cui devo cercare di dividere il mio tempo tra studio, lavoro, lezioni, amici, casa, famiglia e così via, oggi ho deciso di dare la priorità ad uno dei miei impegni (il principale) e lasciare gli altri al margine, l’ho fatto seguendo il consiglio che lo psichiatra mi ha dato, secondo il quale è meglio che io cerchi di assolvere a meno compiti ma in maniera discreta, piuttosto che tentare di fare i salti mortali per far fronte a tutti i miei impegni e accontentare tutti coloro che credo abbiano bisogno di me, rischiando di fare tutto in fretta e furia e quindi male, il che mi farebbe accumulare ansia, stress, senso di colpa che certo non mi aiutano per tenere sotto controllo i miei disturbi psicosomatici. (A. C. studentessa universitaria) Questo Ente ritiene che in linea di massima si possano ottenere delle semplificazioni nella maniera di formulare i testi della corrispondenza interna ed esterna, senza compromettere le esigenze di riservatezza implicite nel carattere confidenziale di una parte non indifferente della corrispondenza stessa. (circolare emessa da un ente pubblico) Tipologia esercizo D: scrivi un testo ben coeso di almeno tre paragrafi in cui - descrivi la tua giornata tipo (obbligatorio l’uso di una volta, talora, ogni volta che, dunque, infatti)