In corso d‘Opera…
B o l l e t t i n o
d ‘ i n f o r m a z i o n e
d e l l e
a t t i v i t à
d e l
C e n t r o
Numero 2 — Giugno 2011
Il Teatro delle marionette
di Gianni e Cosetta Colla
Il Centro ha da poco acquisito in comodato
l‘archivio storico del Teatro delle marionette
di Gianni e Cosetta Colla.
La compagnia di Gianni e Cosetta Colla è un
ramo di una delle famiglie più importanti della
tradizione marionettistica italiana, la cui attività
è documentata già a partire dai primi anni
dell‘Ottocento: Giuseppe Colla (1805—1861)
rappresenta spettacoli in Lombardia, Piemonte
ed Emilia, mentre suo figlio Giacomo (18601948) è titolare di un’importante compagnia
marionettistica ―di giro‖, la cui maschera è Famiola.
Ultimo figlio di Giacomo è Gianni (1906-1998)
che rivoluziona il modo di intendere l‘arte
delle marionette: non più rivolte agli adulti,
bensì ai ragazzi.
Pinocchio e Geppetto nella pancia della balena,
bozzetto anonimo
La trasformazione ha inizio negli anni Quaranta e, nell‘immediato dopoguerra, Gianni impone la sua
innovativa visione: nasce così la Primaria Compagnia del Teatro Italiano delle Marionette Fratelli Colla. Nel 1946 Le avventure di Pinocchio
vengono inserite nel repertorio della compagnia
ed il successo dell‘iniziativa è formidabile ed
immediato.
Nel 1948 muore Giacomo Colla.
Nel 1949 la compagnia si trasferisce stabilmente a Milano e nasce il
Teatro della Fiaba, con sede a
Palazzo Litta. Il repertorio dei
fratelli Colla attinge alla tradizione
delle fiabe classiche, da Pinocchio
a Cenerentola, da Cappuccetto
Piercloruro de‘ Lambicchi, marionetta
disegnata da Giovanni Manca
Sommario:
Eventi
3
Studi e ricerche
4
Spigolature
6
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Rosso al Gatto con gli stivali.
Nel 1959 il teatro deve abbandonare la
sede di Palazzo Litta e questo sarà solo
il primo di numerosi sfratti e traslochi
che, nei decenni seguenti, metteranno a
serio rischio l‘attività teatrale.
Particolare di copione antico con la parte della maschera Famiola
Il 1960 è un anno di importanti cambiamenti: i fratelli Colla approdano al Teatro
dell‘Arte, portando in scena il Macbeth di
William Shakespeare, e per la prima volta nel teatro delle marionette salgono sul
palco anche attori in carne ed ossa: va in
scena Pluft, piccolo fantasma di Maria
Clara Machado e, l‘anno successivo, è la
volta delle Avventure di Pinocchio.
Così Gianni Colla racconta questo passo:
―Un giorno, come folgorato, me ne avvidi. Mi chiesi persino come avessi potuto essere così ingenuo: Geppetto marionetta! E come lui Mastro Ciliegia, Mangiafuoco, la Fatina e quanti altri affiancano quell‘autentica marionetta creata dalla genialità di Collodi. Un errore madornale e imperdonabile. Da allora non mi diedi pace, bisognava risolvere‖.
Gli anni Sessanta vedono anche la collaborazione artistica con autori di primo piano
quali Dino Buzzati (La famosa invasione degli orsi in Sicilia) e Gianni Rodari
(Gelsomino nel paese dei bugiardi).
Tra il 1972 e il 1973 muoiono gli ultimi fratelli di Gianni – Antonio e Alessandro – e nasce
―Il Teatro di Gianni e Cosetta Colla - Compagnia di Marionette e Attori‖.
La compagnia di Gianni e della figlia Cosetta è costretta nuovamente a trasferirsi: nel
1974 viene sfrattata dal Teatro dell’Arte e solo due anni dopo riesce a trovare una nuova sede presso il cinema - teatro parrocchiale di via degli Olivetani.
Da questo momento la compagnia assiste ad un graduale ma costante aumento degli
spettacoli per stagione, fino al boom che caratterizza gli anni Novanta (con picchi di
33.000 spettatori all’anno). Si passa così ad un impianto da vero teatro stabile.
Dopo essersi ritirato dalle scene da alcuni anni, nel 1998 Gianni
Colla muore. La figlia Cosetta e la nipote Stefania proseguono
sulle orme del grande marionettista.
Nel 2003 il teatro viene sfrattato anche da via degli Olivetani e si
trasferisce al Teatro della Quattordicesima di via Oglio, dove
ancor oggi si trova.
L‘archivio custodito presso il Centro si compone di molteplici
materiali che ripercorrono l‘attività del Teatro dalle sue origini ai
giorni nostri, dall‘ideazione di uno spettacolo alla sua messa in
scena finale. Si trovano quindi copioni antichi e recenti, corrispondenza, fotografie, bozzetti, locandine, rassegne stampa,
―archivi delle stagioni‖ (pieghevoli e volantini pubblicitari), diapositive e video.
Ai documenti sopra descritti si aggiungono 30 marionette rappresentative del percorso storico del teatro, tra cui qualche creazione di Luigi Veronesi.
Marionetta antica di Famiola (1889)
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EVENTI: A l d o C a r p i . I l s o g n o , u n ‘ a r i a d i f a m i g l i a
Fino al 4 settembre la sala focus del nuovo
Museo del Novecento di Milano è dedicata al
grande quadro di Aldo Carpi, La mia famiglia,
esposto alla Biennale di Venezia nel 1930 e
acquistato dal Comune di Milano nel 1933.
Aldo Carpi in abito da pittore (Centro Apice,
Fondo Carpi, Foto Sommariva 1926)
A
partire
dal
dipinto,
dove il pittore si autoritrae con la
moglie Maria Arpesani e i sei figli, è
stata ricostruita in sintesi la vicenda di una famiglia che alla cultura
artistica
ha dato altri ingegni: il
compositore Fiorenzo che contribuirà in modo decisivo alla stagione della canzone d‘autore, musicando tra gli altri Strehler e Fo; l‘illustratore e scrittore per l‘infanzia
Pinin e l‘artista concettuale e film
maker Cioni.
In mostra i dipinti di Aldo dialogano con
storiche fotografie di famiglia ma anche
con spartiti e brani musicali, tavole illustrate originali e film d‘artista, restituendo una
certa aria di famiglia.
La mia famiglia (Centro Apice, Fondo Carpi, riproduzione
dell‘opera)
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S TUDI E RICERCHE SUI NOSTRI FONDI
Gina Lagorio, Parlavamo del futuro, a cura di Simonetta Lagorio, Milano,
Melampo Editore, 2011
Le pagine di una scrittrice perennemente schierata.
Non con un partito ma con un‘idea di società, di civiltà
e di giustizia. Il volume abbraccia quarant‘anni di attività, dal 1965 al 2005, e riunisce materiali meno noti e
di non sempre facile reperibilità tratti da riviste e quotidiani; da interventi a incontri e convegni; da interviste
rilasciate a radio e giornali; infine, passi di un libro
finora inedito che raccoglie il diario di due anni
dell‘esperienza parlamentare nella X legislatura. Molti
i temi affrontati: l‘impegno degli intellettuali e la loro
responsabilità, la condizione femminile e la politica, la
cultura e l‘attualità, in un intreccio strettissimo di vita e
cultura.
Un libro che consente di avvicinare Gina Lagorio oltre
la prospettiva letteraria e di approfondire così la
conoscenza di una tra le grandi scrittrici del Novecento italiano.
Gli archivi degli editori:
fonti e prospettive di ricerca
Si è concluso il 16 maggio 2011 presso il Centro Apice,
con la consegna degli elaborati finali da parte degli studenti che vi hanno partecipato, il Laboratorio di Bibliografia (Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Bibliografia,
Prof. Giorgio Montecchi) dal titolo ―Gli archivi degli editori: fonti e prospettive di ricerca‖ tenuto dalla dott.ssa Roberta Cesana. Il Laboratorio ha visto la partecipazione di
15 studenti impegnati per 20 ore in una ricerca condotta
su una selezione di documenti provenienti dagli archivi
editoriali e culturali custoditi presso il Centro. L‘attenzione dei partecipanti al Laboratorio si è concentrata su
diversi temi di ricerca: i libri con dedica di Eugenio Montale custoditi nel Fondo Scheiwiller, la biblioteca di Antonello Gerbi come autobiografia di uno studioso e di un
Libro di Eugenio Montale (Archivio
collezionista, lo studio delle opere non selezionate da
Scheiwiller)
Elio Vittorini per la casa editrice Einaudi, il carteggio tra
Gina Lagorio e Italo Calvino per le edizioni scolastiche del Barone rampante e della Casa in
collina, la genesi di un’edizione preziosa del Viandante invisibile di Italo Calvino illustrata da
Franca Ghitti e pubblicata da Vanni Scheiwiller e l‘analisi dei volumi di storia e di storiografia
pubblicati dalla Riccardo Ricciardi Editore. Le problematiche e i temi affrontati dagli studenti,
insieme a nuove prospettive di studio e di ricerca sui fondi del Centro Apice, sono stati
discussi collettivamente nel corso dell‘ultima lezione del Laboratorio.
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Tesi di laurea e di dottorato
Luigi Ernesto Arrigoni, La metrica di Alfonso Gatto. Strutture formali e paradigmi artistici ,
Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Scienze Umanistiche, tesi di dottorato di
ricerca in Teoria e Analisi del Testo, a.a. 2008-2009, supervisore prof. Luca Carlo Rossi.
La tesi approfondisce gli aspetti metrici della produzione poetica di Alfonso Gatto. Sono
in particolare indagate le interazioni fra la letteratura e il mondo delle arti visive, nelle sue
molteplici declinazioni (pittura, scultura, cinema, televisione, architettura). Presso il
Centro Apice, nella Collezione ‘900 Sergio Reggi, sono conservati alcuni rari volumi
dell‘autore (Morto ai paesi, Allegretto, La madre e la morte, La storia delle vittime) che
consentono uno studio delle varianti rispetto alle redazioni finali e un‘analisi dei paratesti
visivi realizzati in collaborazione con alcuni artisti (Fulvio Bianconi, Lino Paolo Suppressa, Graziana Pentich).
Oscar Francesco Cattaneo, L'illustrazione di fantascienza in Italia. I casi di Caesar e
Thole, Università degli Sudi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, tesi di laurea
magistrale in Storia e Critica dell'Arte, a.a. 2008-2009, relatore prof. Paolo Rusconi.
Al Centro Apice, che conserva il fondo Darko Suvin, sono stati consultati libri inerenti alla
critica letteraria di fantascienza utili per inquadrare la problematica dell'illustrazione di
fantascienza. Il lavoro ha lo scopo di ricostruire il percorso artistico di Kurt Caesar (19081972) e Karel Thole (1014-2000) sulle copertine di Urania: la prima rivista di fantascienza
italiana. Vengono ricostruite le biografie personali e lavorative di entrambi gli artisti e i
rapporti che intercorrono tra curatori della rivista e illustratori. Viene dato risalto, inoltre,
alle diverse poetiche sviluppate da Caesar e Thole. Nella tesi ci si è soffermati, infine, su
determinati argomenti collaterali: si è analizzata la storia editoriale di Urania sotto Giorgio
Monicelli (il primo curatore della rivista), si è ricostruito lo sviluppo critico della
fantascienza dalla sua prima definizione nel 1926 su Amazing Stories fino alle riflessioni
di Darko Suvin e ci si è soffermati infine su alcuni temi ricorrenti nell'illustrazione di fantascienza come l'iconografia del mostro, l'immagine del robot e il tema del viaggio.
Francesca Pesce, ―Il Giornalone‖ di Giovanni Gandini (1973-1975), Università degli studi
di Milano, Facoltà di lettere e filosofia, Corso di laurea specialistica in Storia e Critica
dell‘Arte, a.a. 2008-2009, relatore prof. Antonello Negri
―Il Giornalone‖, periodico per ragazzi ideato da Giovanni Gandini e pubblicato dall‘aprile
del 1973 al settembre del 1975 in seguito alla cessione di ―Linus‖ alla Rizzoli, fu una
testata assolutamente originale, sia per quanto riguarda il formato simile a quello dei
quotidiani, 58,7 cm di altezza per 43,2 cm di larghezza, sia nella scelta degli illustratori,
grandi firme italiane ed internazionali che legittimano il costo elevato di questa pubblicazione raffinata. La tesi, strutturata in tre capitoli che prendono in esame l‘intera parabola
del giornale, dalla fondazione alla sua fine prematura, fino al progetto di rifondazione del
periodico ipotizzato da Gandini nel 1992, è stata realizzata partendo da un‘osservazione
degli originali dei sei numeri editi, i disegni originali, le prove di stampa, i documenti
amministrativi, gli inediti ed i contratti conservati nel Fondo Gandini presso il Centro Apice.
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S PIGOLATURE D‘ARCHIVIO. . .
In alto e a destra: Il manuale di Bond, o
come essere un vero 007, del Col. William (‗Bill‘) Tanner, con copertina ribaltabile utile nella professione, Milano,
Milano Libri, 1966
In basso: la copertina .…‘sotto copertura‘
Fondo Gandini
Bollettino
d‘informazione delle
attività del Centro
Apice
via Noto, 6
20141 Milano
tel. 02.50332051-53-54
fax 02.50332052
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Redazione a cura di:
Claudia Piergigli (direttore)
Raffaella Gobbo
Gaia Riitano
Valentina Zanchin