UNIONE EUROPEA VERTICE AMERICA LATINA E

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Bruxelles, 17 maggio 2002
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Noi, Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea, dell’America latina e dei Caraibi, riuniti a Madrid, ci
impegniamo a far progredire il nostro partenariato strategico biregionale basato sulla dichiarazione e sul
piano d’azione adottati al primo vertice tenutosi a Rio de Janeiro nel giugno 1999. La nostra storia e la nostra
cultura, insieme ai valori e ai principi che condividiamo, sono alla base di questa relazione privilegiata e del
nostro approccio comune alle principali questioni internazionali.
Dobbiamo affrontare insieme le importanti sfide e cogliere le opportunità del ventunesimo secolo. In uno
spirito di rispetto, eguaglianza e solidarietà reciproci, rafforzeremo le nostre istituzioni democratiche ed
incentiveremo i processi di modernizzazione delle nostre società tenendo conto dell'importanza dello
sviluppo sostenibile, dell'eliminazione della povertà, della diversità culturale, della giustizia e
dell'uguaglianza sociale. Crediamo che la promozione dei nostri processi di integrazione e l'aumento degli
scambi e degli investimenti siano mezzi importanti per migliorare l'accesso ai benefici della globalizzazione.
Pertanto, per sviluppare un solido partenariato strategico biregionale e a seguito delle nostre discussioni
odierne, assumiamo i seguenti impegni:
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1.
Rafforzare il sistema multilaterale in base agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e
al diritto internazionale.
2.
Per rafforzare le nostre istituzioni democratiche e lo stato di diritto, rafforzeremo i sistemi giudiziari
garantendo la parità di trattamento in base alla legge e promuovendo e proteggendo il rispetto dei
diritti umani.
3.
Accogliere con favore l'imminente istituzione e l'efficace funzionamento della Corte penale
internazionale e perseguire l'adesione universale allo statuto di Roma.
4.
Combattere in tutte le sue forme e manifestazioni, il terrorismo, - che minaccia i nostri sistemi
democratici, le libertà e lo sviluppo, nonché la pace e la sicurezza internazionali- conformemente alla
Carta delle Nazioni Unite e nel pieno rispetto del diritto internazionale, ivi comprese le disposizioni
sui diritti umani e di diritto umanitario. Ci impegniamo a rafforzare i nostri meccanismi di
cooperazione politica, giuridica e operativa, a promuovere la conclusione di tutte le convenzioni
internazionali relative al terrorismo, e l'adesione alle medesime, nonché l'attuazione delle risoluzioni
delle Nazioni Unite in materia.
5.
Rafforzare la nostra cooperazione per combattere il flagello delle droghe illegali e dei reati connessi,
la corruzione e la criminalità organizzata, potenziando i meccanismi di coordinamento, combattendo
le fonti di finanziamento della produzione e del traffico di droga ed impedendo che vengano utilizzate
per il finanziamento del terrorismo e della criminalità a livello mondiale.
http://ue.eu.int/Newsroom
[email protected]
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6.
Eliminare il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza connessa a tali
fenomeni e collaborare in questo campo per la realizzazione degli impegni assunti nella dichiarazione
di Durban e nel programma d’azione adottato alla conferenza mondiale del 2001.
7.
Promuovere la parità di genere e l'emancipazione femminile come politica generale e come mezzo
efficace per combattere la povertà e conseguire uno sviluppo equo e sostenibile.
8.
Promuovere e tutelare il benessere di ogni bambino conformemente al documento "Un mondo adatto
ai bambini" convenuto durante la sessione straordinaria delle Nazioni Unite dedicata ai bambini (New
York, 8-10 maggio 2002).
9.
Rafforzare il dialogo politico biregionale nelle sedi internazionali e le consultazioni nell'ambito del
sistema delle Nazioni Unite e delle principali conferenze dell'ONU sulle questioni preminenti
dell'agenda internazionale.
10.
Respingiamo le ripetute violazioni dei diritti dell'uomo e del diritto umanitario internazionale
perpetrate da gruppi illegali in Colombia e condanniamo gli attentati terroristici e i sequestri di
persona, compresi quelli compiuti recentemente. Sosteniamo altresì la ricerca di una soluzione
negoziata al conflitto in Colombia.
11.
Incoraggiare con ogni mezzo il Guatemala e il Belize nel loro operato per una risoluzione pacifica,
dignitosa e definitiva della loro controversia territoriale attraverso il processo di facilitazione condotto
sotto l'egida dell'OSA.
12.
Invitare tutte le parti interessate dalla crisi politica a Haiti a aumentare i loro sforzi tesi a rafforzare la
democrazia e a creare le condizioni propizie a una pronta e totale ripresa della cooperazione tra Haiti e
la Comunità internazionale, al fine di porre termine al deterioramento delle condizioni di vita della
popolazione haitiana.
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13.
Aumentare gli sforzi nell'ambito della nostra cooperazione biregionale e promuovere la crescita
economica al fine di combattere la povertà mediante, tra l'altro, il rafforzamento delle nostre
istituzioni democratiche, la stabilità macroeconomica, l'eliminazione del divario tecnologico, un più
ampio accesso all'istruzione e una migliore qualità della medesima, nonché all'assistenza sanitaria e
alla protezione sociale. A tale riguardo intendiamo cooperare in campi quali il miglioramento
dell'efficienza delle istituzioni pubbliche, l'intensificazione dei processi di integrazione regionale,
l'incoraggiamento del dinamismo nel settore delle piccole e medie imprese e la promozione dello
sviluppo delle infrastrutture. Incoraggiamo la Commissione europea, la Banca europea per gli
investimenti e la Banca interamericana di sviluppo a presentare iniziative ed informare i meccanismi
biregionali.
14.
Affrontare le sfide con cui si devono misurare le piccole economie e in particolare i piccoli Stati
insulari in via di sviluppo.
15.
Promuovere gli scambi commerciali e i flussi degli investimenti per una crescita economica
sostenibile e l'equa distribuzione dei relativi benefici attraverso un contesto giuridico e
imprenditoriale più aperto, sicuro, non discriminatorio e trasparente.
16.
Esprimiamo la nostra soddisfazione per la conclusione dei negoziati per un accordo di associazione
tra l'Unione europea e il Cile. Questo nuovo risultato si aggiunge al primo accordo di associazione tra
le nostre due regioni, che ha impresso un netto slancio alle relazioni politiche, commerciali nonché in
materia di investimenti e di cooperazione tra l'Unione europea e il Messico.
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Sottolineiamo il nostro impegno nei negoziati in corso tra l’UE e il MERCOSUR e prendiamo atto in
tale contesto che il capitolo politico nonché quelli relativi alle istituzioni e alla cooperazione sono
virtualmente conclusi. Accogliamo favorevolmente i progressi sinora realizzati nei capitoli relativi
agli scambi e al commercio nonché l'adozione del pacchetto di misure per l'agevolazione degli scambi
e siamo fiduciosi che entrambe le parti continueranno a compiere ulteriori sostanziali progressi
nell'ottica di concludere positivamente il processo di negoziato il più presto possibile.
17.
Accogliamo con favore la decisione degli Stati caraibici insieme agli altri Stati membri del Gruppo
degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico di avviare formalmente nel settembre 2002 negoziati
per un accordo di partenariato economico con l'Unione europea nel quadro dell'accordo di Cotonou.
Accogliamo con favore la nuova iniziativa e volta a negoziare accordi politici e di cooperazione tra
l'UE ed i paesi dell'America centrale e tra l'UE e la Comunità andina, come pure la decisione di
rafforzare la cooperazione in materia di commercio, investimenti e relazioni economiche. Il
conseguimento degli obiettivi di tali accordi e il rafforzamento della cooperazione dovrebbero creare
condizioni in cui, in base ai risultati del programma di lavoro di Doha, che ci siamo impegnati a
completare entro la fine del 2004, accordi di associazione, inclusa una zona di libero scambio, fattibili
e mutualmente vantaggiosi potrebbero essere negoziati tra l'UE e l'America centrale e tra l'UE e la
Comunità andina
18.
Apprezziamo e sosteniamo gli sforzi attualmente compiuti dalle autorità argentine per completare un
programma economico solido e globale che permetterà di condurre negoziati positivi con il Fondo
monetario internazionale ed altre organizzazioni finanziarie. Le autorità argentine hanno il nostro
sostegno per conseguire questo obiettivo al fine di superare l'attuale situazione del paese.
19.
Lavorare alacremente al programma di lavoro di Doha al fine di ottenere un'ulteriore liberalizzazione
degli scambi nonché il chiarimento, il miglioramento e il rafforzamento delle norme multilaterali a
seconda dei casi, onde assicurare che la V Conferenza ministeriale che si terrà in Messico spiani la via
al successo dei negoziati previsti dalla dichiarazione di Doha entro la fine del 2004. Sottolineiamo al
riguardo l'importanza delle disposizioni sullo sviluppo della dichiarazione di Doha, compresa
l'attuazione del programma di lavoro sul trattamento speciale e differenziato, per agevolare
l'integrazione dei paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale.
20.
Lavorare congiuntamente per contribuire al successo del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile
che si terrà a Johannesburg nell'agosto 2002. Auspichiamo un risultato orientato all'azione che
contenga sia impegni globali verso lo sviluppo sostenibile sia un partenariato tra governi, società
civile e settore privato, e che riaffermi gli impegni presi alla Conferenza di Rio del 1992 e l'attuazione
dell'Agenda 21.
21.
Lavorare congiuntamente per proteggere l'ambiente prestando particolare attenzione alla modifica di
modelli di produzione e di consumo insostenibili, alla conservazione della diversità biologica,
all'ecosistema globale e all'uso sostenibile delle risorse naturali. Lavoreremo per ottenere l'universale
ratifica e l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto il più presto possibile.
22.
Agire in base agli impegni sottoscritti nella conferenza di Monterrey sul finanziamento allo sviluppo,
in particolare mobilitando le risorse internazionali e nazionali, creando condizioni interne ed
internazionali favorevoli alla riduzione della povertà, aumentando in modo sostanziale la
cooperazione allo sviluppo e proseguendo nelle misure di sgravio per affrontare il problema del debito
esterno insostenibile dei paesi in via di sviluppo. Solleciteremo inoltre la piena applicazione del
consenso di Monterrey .
23.
Migliorare il funzionamento del sistema finanziario mondiale tenendo conto delle preoccupazioni dei
paesi in via di sviluppo e partecipare attivamente alle azioni internazionali in corso per la riforma del
sistema finanziario internazionale.
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24.
Promuovere la rapida ed efficace attuazione dell’iniziativa rafforzata per il debito dei paesi poveri
fortemente indebitati, tenendo conto del fatto che alcuni paesi in via di sviluppo sono anche creditori.
25.
Accogliere con favore l’introduzione dell’euro, il cui contributo alla maggiore trasparenza delle nostre
relazioni economiche è pienamente riconosciuto: riconoscere il potenziale contributo dell'euro al fine
di stimolare ulteriormente la crescita degli scambi e degli investimenti tra le due regioni.
26.
Respingere fermamente tutte le misure di natura unilaterale e con effetto extraterritoriale, che siano
contrarie al diritto internazionale e alle norme di libero scambio comunemente accettate. Conveniamo
che questo tipo di pratica pone una seria minaccia al multilateralismo.
27.
Collaborare allo sviluppo della società dell'informazione, potenziando l'accesso alle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione e cogliere le opportunità offerte da queste tecnologie in
settori prioritari quali la loro applicazione nelle amministrazioni pubbliche.
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28.
Preservare le nostre capacità di sviluppare, promuovere e rispettare la diversità culturale.
29.
Per creare maggiori opportunità nelle nostre regioni per l'istruzione, la cultura e l'accesso al sapere
quali chiavi per il successo nel ventunesimo secolo. Incoraggiamo il rafforzamento dell'attuale
programma Alfa per la cooperazione istituzionale nel settore dell'istruzione superiore. Accogliamo
altresì favorevolmente il programma @LIS per lo sviluppo della società dell'informazione, nonché un
nuovo analogo programma interconnesso per i Caraibi, e il nuovo programma di borse di studio
dell'UE con l'America latina.
30.
Raccomandare lo sviluppo, l'approvazione e la promozione del piano d'azione 2002-2004 per la
costituzione di un'area comune di istruzione superiore tra l'Unione europea e l'America latina e i
Caraibi.
31.
Svolgere un'analisi integrata sulle differenti questioni della migrazione tra le nostre regioni, che ha
apportato e continua ad apportare notevoli vantaggi ad entrambe, al fine di attuare soluzioni e
garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori migranti e dei loro familiari,
conformemente con il diritto internazionale e la legislazione nazionale.
32.
Combattere l'HIV/AIDS mediante programmi di prevenzione, cure e sostegno, in particolare nei paesi
maggiormente colpiti, tenendo presente il diritto a un livello adeguato di assistenza sanitaria e
l'esigenza di promuovere un più ampio accesso ai farmaci necessari.
33.
Cooperare alla promozione della preparazione per le calamità naturali e la limitazione delle loro
conseguenze.
Accogliamo con favore i risultati e le proposte soddisfacenti delle riunioni ministeriali UE-ALC in materia
di istruzione superiore (Parigi, 3-4 novembre 2000), Scienze e tecnologie (Brasilia, 21-22 marzo 2002),
Società dell'informazione (Siviglia, 26-27 aprile 2002) e Sicurezza sociale (Valencia, 14-15 maggio 2002),
che offrono un contributo importante alla creazione del partenariato strategico biregionale.
Approviamo la relazione di valutazione e adottiamo il documento sui valori e le posizioni comuni.
Incarichiamo i meccanismi biregionali di continuare a sorvegliare il follow-up dei vertici con il supporto,
ove si presti, delle istituzioni finanziarie internazionali coinvolte nei programmi di cooperazione biregionale.
In tale contesto, nel secondo semestre del 2002 si terrà una riunione di Alti funzionari per discutere il
follow-up del Vertice di Madrid. La riunione dovrebbe comprendere tra l'altro una discussione sugli obiettivi
e i risultati attesi della riunione biregionale sulla cooperazione che si terrà in Costa Rica entro il 2002.
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Accettiamo con piacere l’invito a svolgere il terzo vertice UE-ALC in Messico nel 2004.
Esprimiamo la nostra profonda gratitudine al governo e al popolo spagnolo per la loro cortesia e il loro
sostegno, che hanno consentito di concludere con successo il Vertice di Madrid.
Madrid, 17 maggio 2002
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1.
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3.
In occasione del secondo vertice tenuto a Madrid il 17 maggio 2002, noi, Capi di Stato e di Governo
dell'Unione europea, dell'America latina e dei Caraibi, confermiamo la nostra volontà politica di
consolidare il partenariato strategico deciso al primo Vertice tenuto a Rio de Janeiro nel 1999, fondato
su valori e posizioni che sono comuni a entrambe le regioni. Le nostre relazioni si basano su molteplici
interessi condivisi, nonché sui legami d'amicizia tra i nostri popoli. Il Vertice di Madrid ci ha fornito
l'opportunità di concretizzare e consolidare il partenariato strategico biregionale attraverso strumenti
giuridici e istituzionali, sulla base di accordi di associazione, accordi di partenariato e altri
meccanismi, di un fruttuoso dialogo politico, di solide relazioni economiche e finanziarie sostenute da
una liberalizzazione degli scambi e dei flussi di capitali progressiva, equa ed equilibrata nonché di una
dinamica e costruttiva cooperazione nei settori educativo, scientifico, tecnologico, culturale, umano e
sociale nell'intento di dare alla nostra relazione biregionale una nuova dimensione per il XXI secolo e
cogliere le opportunità offerte da un mondo sempre più globalizzato affrontando al tempo stesso le
relative sfide.
Noi, Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea, dell'America latina e dei Caraibi confermiamo il
nostro rispetto per i diritti dell'uomo. Siamo determinati a perseverare nel portare avanti i processi
democratici, la giustizia e l'equità sul piano sociale, la liberalizzazione degli scambi, gli sforzi di
modernizzazione, le riforme strutturali, nonché un'equa condivisione dei benefici prodotti dalla
globalizzazione economica e dalle nuove tecnologie. Confermiamo inoltre la nostra intenzione di
continuare a favorire lo sviluppo sostenibile e i progressi compiuti dai processi di integrazione in
entrambe le regioni.
Sottolineiamo il nostro attaccamento al pieno rispetto del diritto internazionale, nonché alle finalità e
ai principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite: i principi di non intervento e di
autodeterminazione, il rispetto della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'uguaglianza tra Stati, che
insieme con il rispetto dei diritti dell'uomo, la promozione della democrazia e la cooperazione per lo
sviluppo economico e sociale costituiscono la base delle relazioni tra le nostre regioni.
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5.
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7.
Il nostro partenariato strategico biregionale è rafforzato dall'approfondimento e dall'ampliamento del
nostro dialogo nelle sedi internazionali, in particolare attraverso consultazioni politiche nelle istanze
delle Nazioni Unite e nelle principali conferenze dell'ONU.
Consideriamo importante continuare a rafforzare la democrazia e consolidare le istituzioni
democratiche che, fra l'altro, garantiscono processi elettorali liberi, leali e aperti alla partecipazione,
basati sul suffragio universale e sul rispetto dello stato di diritto. Sosteniamo con forza il principio che
i sistemi giudiziari nazionali debbano essere indipendenti e imparziali. Riteniamo che la democrazia,
lo stato di diritto e lo sviluppo economico e sociale siano elementi di fondamentale importanza per la
pace e la stabilità.
Confermiamo il nostro impegno a favore di tutti i diritti umani, civili, politici, economici, sociali e
culturali, compreso il diritto allo sviluppo, e delle libertà fondamentali, tenendo presente il loro
carattere universale, interdipendente e indivisibile conformemente alla Carta dell'ONU e agli strumenti
approvati a livello internazionale sui diritti dell'uomo, unitamente alla dichiarazione di Vienna
del 1993 sui diritti umani e il programma d'azione.
Ci impegniamo a sviluppare ulteriormente le politiche dirette a promuovere il rispetto per la dignità e
il benessere dei migranti e assicurare la tutela dei loro diritti e di quelli delle loro famiglie. Inoltre
insistiamo sulla necessità di tutelare i diritti di tutti i membri dei gruppi vulnerabili della nostra
società: bambini, giovani, anziani, portatori di handicap, sfollati, popolazioni indigene e minoranze
etniche e religiose. Confermiamo inoltre la necessità di realizzare l'uguaglianza dei sessi, tenendo
presente in particolare la dichiarazione di Pechino e la piattaforma d'azione della IV Conferenza
mondiale sulle donne del 1995, nonché le nuove azioni adottate dalla sessione speciale dell'Assemblea
generale dell'ONU nel 2000.
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Accogliamo con favore l’adozione della dichiarazione e del programma d’azione della Conferenza
mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza tenuta a Durban,
Sudafrica, dal 31 agosto all’8 settembre 2001, atti nei confronti dei quali esprimiamo il nostro
impegno, e confermiamo lo spirito di rinnovata volontà politica e la determinazione a lottare contro i
flagelli del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e dell'intolleranza e a favore dei
diritti degli individui e dei membri di gruppi che subiscono maggiormente il rischio di
discriminazione.
Sottolineiamo l'importanza e il contributo della società civile e la partecipazione dei cittadini quali
elementi per il rafforzamento della democrazia, lo sviluppo economico e sociale e il rispetto, la
promozione e la tutela dei diritti dell'uomo. Sia nell'UE che in America latina e nei Caraibi le
organizzazioni non governative e altri rappresentanti della società civile acquistano un'influenza
sempre maggiore nei processi decisionali. Al riguardo ci impegniamo a incentivare l'interesse e la
partecipazione dei rappresentanti della società civile nei processi politici, economici e sociali dei nostri
paesi, nei rispettivi raggruppamenti regionali e nella nostra relazione biregionale.
Riconosciamo l'importanza di migliorare la capacità di reazione della comunità internazionale alle
principali crisi umanitarie, in coerenza con gli scopi e i principi contenuti nella Carta della Nazioni
Unite.
Consideriamo la collaborazione tra i nostri governi di vitale importanza per lottare contro la
corruzione in tutte le sue forme, poiché questo grave problema mina la legittimità e il funzionamento
delle istituzioni e rappresenta una minaccia per la democrazia, la società, lo stato di diritto e lo
sviluppo. Confermiamo inoltre il nostro sostegno a futuri negoziati diretti a concludere una
convenzione globale in sede ONU per lottare contro la corruzione.
Sosteniamo i processi di riconciliazione nazionale e gli sforzi compiuti a tal fine.
Condanniamo tutti i crimini contro l'umanità. Consideriamo importante rafforzare la cooperazione
diretta a identificare, detenere, estradare e punire le persone che sono colpevoli di questi crimini
odiosi. Al riguardo riconosciamo la grande importanza delle norme internazionali in materia di
responsabilità penale di chi commette atti di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra,
che sono crimini gravi che preoccupano la comunità internazionale nel suo insieme. Ci congratuliamo
con gli Stati firmatari dello statuto di Roma della Corte penale internazionale per gli sforzi compiuti
per consentirne l'entrata in vigore e sottolineiamo l'importanza di un'adesione universale a tale
strumento.
Conveniamo di rafforzare le politiche che favoriscono la pubblica sicurezza delle persone, attribuendo
una priorità elevata alla lotta contro le attività delittuose nelle nostre società e la distribuzione, il
traffico e l'uso di armi ed esplosivi illegali e all'eliminazione di tutte le forme di criminalità
organizzata. Dobbiamo unire le forze per lottare contro ogni forma di criminalità organizzata
transnazionale e le attività ad essa collegate, come la tratta di esseri umani, in particolare donne e
bambini; la tratta di bambini piccoli, la prostituzione e la pornografia; nonché la produzione e il
commercio illegali di armi da fuoco, munizioni e altri materiali correlati e il traffico di stupefacenti.
Auspichiamo una prossima entrata in vigore della Convenzione delle Nazioni Unite contro la
criminalità organizzata transnazionale e dei relativi protocolli.
Confermiamo la nostra condanna delle attività di istigazione, finanziamento, organizzazione,
esecuzione e, in generale, di tutti i tipi di partecipazione ad atti di terrorismo, che costituiscono un
attacco contro la sicurezza delle persone e minacciano la pace e la sicurezza internazionali. Riteniamo
che il terrorismo costituisca un grave fenomeno criminale che compromette il pieno godimento dei
diritti umani, le libertà fondamentali e i valori democratici e minaccia la sicurezza dello Stato,
indebolisce le fondamenta della società civile e compromette lo sviluppo economico e sociale.
Siamo determinati a rafforzare le azioni unilaterali e comuni contro tutte le forme e manifestazioni del
terrorismo, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite e nel rispetto dei pertinenti strumenti relativi
ai diritti dell'uomo. Siamo determinati altresì a aderire e a dare effettiva applicazione a tutti i pertinenti
strumenti internazionali compresa la Convenzione dell'ONU sulla repressione del finanziamento del
terrorismo. Riconosciamo che intensificare la cooperazione è necessario per prevenire ed eliminare
questo flagello, in particolare attraverso la firma e la ratifica delle dodici convenzioni internazionali
relative al terrorismo. Si dovrà compiere ogni sforzo per giungere a una sollecita conclusione dei
negoziati relativi a un progetto di convenzione globale sul terrorismo.
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Confermiamo la nostra piena convinzione che la lotta contro il terrorismo debba essere condotta nel
rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto.
Sottolineiamo inoltre la necessità di lottare contro il finanziamento del terrorismo e rafforzare gli
strumenti multilaterali esistenti nel settore del disarmo, del controllo degli armamenti e della non
proliferazione, che possono apportare un contributo fondamentale alla lotta contro il terrorismo.
Esprimiamo la nostra ferma volontà di compiere tutti i passi necessari per assicurare l'attuazione delle
pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite sulla lotta contro il terrorismo internazionale, in particolare
le risoluzioni UNGAR 49/60 del 17 febbraio 1995 e UNSCR 1373 del 28 settembre 2001.
Ci impegniamo a lavorare insieme nella lotta contro il bioterrorismo, rafforzando la capacità dei nostri
paesi di essere preparati e prendere provvedimenti nel caso di emergenze risultanti da atti terroristici di
carattere biologico, radiologico o chimico, al fine di proteggere la salute delle nostre popolazioni.
Riconosciamo la portata mondiale del problema della droga, alimentato dai vantaggi economici che ne
derivano, e conveniamo di unire gli sforzi per smantellarne tutte le componenti, tra cui il controllo
della domanda e dell'offerta, i precursori, il traffico di stupefacenti (compresi quelli sintetici), il
riciclaggio di capitali, il traffico di armi e i delitti connessi.
Nel quadro del nostro partenariato strategico ci impegniamo ad affrontare il problema globale della
droga secondo il principio della responsabilità comune e condivisa in base ad un approccio globale,
ampio ed equilibrato nella piena osservanza delle finalità e dei principi della Carta delle Nazioni
Unite, della dichiarazione politica della sessione speciale dell'Assemblea generale sugli stupefacenti
dell'8-10 giugno 1998 e del diritto internazionale. Il meccanismo di cooperazione e di coordinamento
tra l'Unione europea, l'America latina e i Caraibi, di cui fanno parte i piani d'azione delle Barbados e di
Panama, dovrà essere usato per gli scopi summenzionati.
Appoggiamo la decisione di effettuare un'analisi e una valutazione dei risultati conseguiti, adottata
nella quarta riunione ad alto livello del meccanismo di cooperazione e di coordinamento UE-ALC
contro "la droga", tenuta a Madrid il 7 e 8 marzo 2002.
Siamo d'accordo circa la necessità di avere una politica di sviluppo economico e sociale per le regioni
interessate, al fine di ricostruire le comunità che si dedicano a coltivazioni illegali e assicurare che,
attraverso la loro partecipazione a uno sviluppo alternativo sostenibile tali comunità possano
raggiungere livelli di vita dignitosi.
Appoggiamo la ricerca di un'effettiva cooperazione per evitare la comparsa, la ricomparsa e il
trasferimento di coltivazioni illegali in regioni ecologicamente fragili o in altre non ancora prese di
mira.
Sottolineiamo l'importanza di rafforzare a livello multilaterale gli strumenti internazionali legalmente
vincolanti e politici diretti a prevenire la proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei relativi
vettori. Ci adopereremo altresì per rafforzare gli strumenti relativi al disarmo in questo settore.
Continueremo a lavorare insieme per il completo smantellamento delle armi chimiche e biologiche.
Sottolineiamo l'importanza di rafforzare il rispetto e la promozione dell'applicazione universale della
Convenzione sulle armi chimiche e della Convenzione sulle armi biologiche e tossiniche nonché delle
altre disposizioni internazionali contro l'uso di armi chimiche, biologiche e tossiniche. Sottolineiamo
che è nostra convinzione che quest'ultima convenzione sia applicabile con maggiore efficacia
mediante l'adozione di uno strumento legalmente vincolante per controllare l'interdizione della messa a
punto, produzione e immagazzinamento delle armi biologiche e tossiniche e la loro distruzione.
Continuiamo ad appoggiare l'obiettivo del raggiungimento di un regime che accresca la fiducia nel
rispetto della Convenzione sulle armi biologiche conformemente al mandato del Gruppo ad hoc
istituito nel quadro di detta convenzione.
Continueremo ad adoperarci per la promozione del processo di disarmo nucleare, che deve condurre
alla completa eliminazione delle armi nucleari, e di un disarmo generale e completo sotto uno stretto
ed efficace controllo internazionale. Il trattato contro la proliferazione delle armi nucleari (TNP) è
l'elemento fondamentale del regime internazionale di non proliferazione e del proseguimento del
disarmo nucleare. Anche il Trattato di Tlatelolco è uno strumento regionale essenziale che
contribuisce alla realizzazione degli obiettivi della non proliferazione e del disarmo. Noi, Stati parti,
confermiamo la nostra determinazione a proseguire l'effettiva attuazione del documento finale della
Conferenza di revisione del TNP del 2000 adottato per consenso, e delle decisioni e risoluzioni della
Conferenza del 1995 per la revisione e la proroga, e ad adoperarci per la loro attuazione durante il
processo che condurrà alla conferenza di revisione del 2005.
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Sottolineiamo l’importanza del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT),
che è uno strumento significativo per la non proliferazione nucleare e un passo importante verso il
disarmo nucleare. Appoggiamo gli sforzi per una sua prossima entrata in vigore, come è stato ribadito
dalla 2a conferenza per promuovere l'entrata in vigore del CTBT tenuta a New York dall'11 al
13 novembre 2001. Rivolgiamo un appello a chi non ha ancora firmato/ratificato il CTBT affinché
proceda alla firma o alla ratifica, in particolare gli Stati la cui ratifica è necessaria per la sua entrata in
vigore, e appoggiamo una moratoria degli esperimenti nucleari in attesa dell'entrata in vigore del
CTBT.
Riteniamo che gli sforzi per contrastare la proliferazione dei missili balistici debbano essere compiuti
attraverso un approccio globale e multilaterale. In tale contesto prendiamo nota della riunione
internazionale convocata per discutere il progetto di codice di condotta internazionale che si è tenuta a
Parigi in data 7 e 8 febbraio 2002 e accogliamo con favore ulteriori scambi di opinioni su questo
importante argomento. Accogliamo inoltre con favore il lavoro del panel di esperti governativi delle
Nazioni Unite sui missili, nonché altre iniziative in questo settore.
Opereremo congiuntamente per promuovere l’adesione universale alla convenzione su alcune armi
convenzionali e ai relativi protocolli. Siamo compiaciuti dei risultati della seconda Conferenza di
revisione del suddetto strumento, tenutasi a Ginevra nel dicembre 2001, in occasione della quale è
stato affermato che le disposizioni della convenzione si applicano ad ogni tipo di conflitto armato. Ci
rallegriamo della decisione di istituire un gruppo di esperti governativi incaricato di affrontare con
urgenza il problema degli ordigni bellici esplosivi e di esaminare ulteriormente il problema delle mine
diverse dalle mine antipersona.
Noi, Stati parti, esprimiamo soddisfazione per il successo della convenzione sul divieto d’impiego, di
stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione
("convenzione di Ottawa"), come pure della seconda e della terza riunione degli Stati parti della
convenzione, che si sono svolte rispettivamente a Ginevra e a Managua nel settembre 2000 e nel
settembre 2001. Continueremo ad operare congiuntamente per eliminare le sofferenze causate dalle
mine terrestri antipersona e per sostenere i programmi di riabilitazione. Noi, Stati parti, sottolineiamo
l’importanza di aderire alla convenzione e di ratificarla, ed esortiamo tutti gli Stati ad unirsi agli sforzi
per giungere all'eliminazione totale delle mine terrestri antipersona. Condanniamo inoltre l’impiego di
tali mine da parte di tutti gli attori non governativi.
Ci impegniamo a prevenire, combattere ed eliminare il commercio illegale di armi leggere e di piccolo
calibro a livello regionale, nazionale e internazionale, attraverso misure che garantiscano la
cooperazione e l’assistenza sul piano internazionale. Incoraggiamo pertanto l’attuazione tempestiva
del Piano d’azione approvato dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio illegale di armi
leggere e di piccolo calibro in tutti i suoi aspetti, svoltasi a New York nel luglio 2001.
Siamo profondamente preoccupati degli effetti che i conflitti armati che divampano in molte parti del
mondo hanno sulle popolazioni civili e sullo sviluppo della società e sottolineiamo l’importanza di
rafforzare la capacità della comunità internazionale, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite ed
ai principi del diritto internazionale, per quanto riguarda la prevenzione dei conflitti, il regolamento
pacifico delle controversie, il mantenimento della pace e il consolidamento della pace nel periodo
postbellico nonché l’assistenza umanitaria per i settori vulnerabili della popolazione. Siamo
determinati a rafforzare la nostra cooperazione in questi settori, tenendo conto delle attività degli
organi e delle istituzioni principali delle Nazioni Unite.
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34.
Il contesto internazionale è caratterizzato da una globalizzazione e da un’interdipendenza sempre più
crescenti e accelerate. Il nostro partenariato strategico deve manifestarsi come un esempio di forte
cooperazione politica, economica e sociale che si concreterà in azioni tempestive, efficaci e
differenziate per affrontare le sfide e cogliere le opportunità del XXI Secolo, nonché per reagire
dinanzi alle nuove questioni che figurano nell’agenda internazionale.
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La globalizzazione economica può offrire possibilità di crescita e di sviluppo, ma si riconosce che
pone sfide segnatamente ai paesi in via di sviluppo. Conveniamo che occorre realizzare una migliore
distribuzione dei vantaggi che ne derivano, lottare contro la povertà e l’esclusione sociale e mirare al
progresso economico e sociale nonché alla qualità dell’occupazione, dell’istruzione, degli alloggi e dei
servizi sanitari integrati, specialmente per i gruppi più bisognosi. A tal fine, ci si dovrebbe adoperare,
tra l’altro, per aumentare l’accesso ai mercati e alle nuove tecnologie, rafforzando la cooperazione
internazionale allo sviluppo in relazione all’obiettivo dello sviluppo sostenibile.
Ci rendiamo conto, tuttavia, che per contrastare le attuali difficoltà economiche internazionali,
caratterizzate da un declino generale della crescita economica mondiale e da un contenimento della
crescita degli scambi e degli investimenti, occorre unirsi agli sforzi in cui sono impegnate in prima
linea le economie industrializzate, che svolgeranno un ruolo centrale nel promuovere il rinnovo della
crescita economica mondiale e nel facilitare la piena partecipazione dei paesi in via di sviluppo al
sistema finanziario e al sistema commerciale.
Riconosciamo che nelle relazioni economiche e commerciali internazionali continuano a sussistere
ineguaglianze, come pure divari di sviluppo. Per porvi rimedio è necessario migliorare le regole, il
funzionamento e le possibilità effettive di accesso al mercato offerte dal sistema commerciale
multilaterale e dal sistema finanziario internazionale. Riconosciamo, in particolare, che in alcuni paesi
in via di sviluppo esistono vincoli che ne ostacolano l’integrazione nel sistema commerciale ed
economico internazionale e sottolineiamo la necessità di un’assistenza tecnica collegata agli scambi e
di altre misure atte a sviluppare la capacità al fine di contribuire ad una migliore integrazione.
La globalizzazione economica richiede una maggiore cooperazione internazionale in particolare nel
settore finanziario e della fiscalità. Le attività economiche internazionali sane e produttive traggono
vantaggio dallo stato di diritto e da condizioni eque di concorrenza. Combatteremo tutte le forme di
riciclaggio di capitali, frode fiscale e altre fattispecie di criminalità economica attraverso la
cooperazione internazionale e la legislazione nazionale.
Per quanto riguarda l’ambito finanziario riconosciamo, da un lato, che occorre avvalersi meglio
dell’attuale capacità delle istituzioni previste dal sistema di Bretton Woods e, dall’altro, che occorre
migliorare il processo decisionale e il funzionamento di tali istituzioni e le loro politiche, affinché esse
possano rispondere meglio alle nuove sfide del sistema economico internazionale, che negli ultimi
anni ha dovuto affrontare cambiamenti fondamentali. Riconosciamo che è necessario, a questo
riguardo, rafforzare la partecipazione e la cooperazione attiva per quanto concerne il processo
decisionale e la definizione di regole aventi un'incidenza su questioni economiche che interessano
l’intera comunità internazionale, quale mezzo per approfondire il concetto di governo mondiale. Ci
impegneremo a rafforzare il sistema finanziario internazionale nonché i nostri sistemi finanziari
rispettivi per far fronte ad eventuali crisi future che costituiscono una minaccia per la stabilità a livello
nazionale, regionale o internazionale e per garantire che l’integrazione dei mercati dei capitali sia
pienamente vantaggiosa e per ridurre i rischi connessi con la loro volatilità.
Consapevoli che il debito estero costituisce un ostacolo importante allo sviluppo economico e sociale
di molti paesi, siamo favorevoli a tal fine alla piena utilizzazione di tutti i meccanismi esistenti allo
scopo di pervenire ad una soluzione più efficace, equa e duratura per rispondere a questa sfida.
Occorrerebbe esaminare e attuare condizioni e misure di finanziamento favorevoli affinché sia
riservato un trattamento equo e adeguato ai paesi poveri fortemente indebitati (HIPC) nelle sedi
pertinenti e competenti tenendo presente che alcuni paesi in via di sviluppo sono anche creditori. A
questo riguardo, esprimiamo soddisfazione per gli accordi raggiunti a Genova nel 2001 dal Gruppo dei
Sette per operare allo scopo di alleviare il debito estero dei paesi HICP che soddisfano i requisiti
richiesti e per sostenere la lotta dei paesi contro la povertà e la miseria, segnatamente attraverso una
cooperazione accresciuta in forma di aiuto non rimborsabile, nonché finanziando più progetti in aree
critiche.
Riaffermiamo la nostra convinzione che un’integrazione regionale aperta svolga un ruolo importante
nella promozione della crescita, nella liberalizzazione degli scambi, nello sviluppo economico e
sociale, nella stabilità democratica e in un più equo inserimento nel processo di globalizzazione
economica. Siamo pertanto determinati a sostenere il processo di integrazione regionale in corso in
entrambe le nostre regioni.
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Ci rallegriamo dell’attuazione dell’accordo di associazione tra il Messico e l’UE e della conclusione
dei negoziati per un accordo di associazione con il Cile. Raccomandiamo una tempestiva conclusione
dei negoziati per accordi di associazione con il Mercosur. Accogliamo con soddisfazione le nuove
iniziative volte a negoziare accordi politici e di cooperazione con i paesi dell’America centrale e
andini come pure la decisione di rafforzare la cooperazione in materia di commercio, investimenti e
relazioni economiche. Il conseguimento degli obiettivi di tali accordi e il rafforzamento della
cooperazione dovrebbero creare condizioni in cui, in base ai risultati del programma di lavoro di Doha,
che ci siamo impegnati a completare entro la fine del 2004, accordi di associazione inclusa una zona di
libero scambio, fattibili e mutualmente vantaggiosi potrebbero essere negoziati tra l'UE e l'America
centrale e tra l'UE e la Comunità andina.
Prendiamo atto inoltre che, nel quadro dell’accordo di Cotonou, i paesi dei Caraibi, unitamente agli
altri paesi del Gruppo degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, avvieranno nel settembre 2002
negoziati formali per accordi di partenariato economico.
Sosteniamo un sistema commerciale multilaterale non discriminatorio, aperto e trasparente, in cui
l’apertura progressiva dei mercati e la rimozione degli ostacoli agli scambi, sulla base di regole
multilaterali più rigorose e trasparenti, consenta a ciascuno di beneficiare dei vantaggi comparati delle
rispettive economie, promuova l’integrazione competitiva nel commercio mondiale e riduca le
possibilità di protezionismo. A questo proposito, mettiamo in risalto l’importanza dell’OMC quale
principale consesso per promuovere la liberalizzazione degli scambi e definire le norme e le discipline
basilari per la necessaria regolamentazione del sistema commerciale internazionale. Ci rallegriamo
della decisione presa alla quarta Conferenza ministeriale dell’OMC di avviare nuovi negoziati sulla
base del programma di lavoro di Doha. Questi negoziati dovrebbero essere vantaggiosi per tutti i
membri dell’OMC, sviluppando il commercio internazionale e la crescita economica. Il nuovo ciclo di
negoziati dovrebbe contribuire ad integrare i paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale, anche
con disposizioni specifiche e differenziate in materia di trattamento, tenendo pienamente conto delle
priorità e delle preoccupazioni dei nostri cittadini, nonché a promuovere uno sviluppo sostenibile.
Sottolineiamo la necessità di misure di assistenza tecnica bilaterale e multilaterale e di misure atte a
sviluppare le capacità per aiutare i paesi in via di sviluppo e, in particolare, i paesi meno sviluppati a
condurre e concludere i negoziati e ad attuarne i risultati. Poniamo in risalto inoltre l’importanza di
tener conto in modo soddisfacente delle preoccupazioni dei paesi in via di sviluppo riguardo
all’attuazione degli impegni assunti nell’ambito dell’Uruguay Round. Mettiamo in rilievo il
programma di lavoro per le economie di dimensioni ridotte convenuto a Doha e, accogliendo con
soddisfazione il recente avvio di tale programma, esortiamo alla completa e rapida attuazione dello
stesso. I negoziati dovrebbero anche assicurare che ai paesi in via di sviluppo sia garantita una quota
nella crescita del commercio mondiale commisurata alle necessità del loro sviluppo economico.
Confermiamo la nostra intenzione di operare strettamente insieme per giungere, entro il quadro
triennale convenuto, ad un risultato dei negoziati equilibrato e ambizioso in merito a tutti i punti, che
tenga conto delle preoccupazioni di tutti i membri dell’OMC.
Ribadiamo il nostro fermo rifiuto nei confronti di tutte le misure di carattere unilaterale e con effetto
extraterritoriale che sono contrarie al diritto internazionale e alle regole comunemente accettate del
commercio internazionale. Concordiamo sul fatto che pratiche siffatte costituiscono una grave
minaccia per il multilateralismo.
Nel contesto della globalizzazione economica e del progresso della società dell’informazione
occorrerebbe promuovere gli scambi di servizi. Nuove forme di cooperazione in questo settore
costituiscono fattori importanti per rendere più stretti i vincoli economici tra le due regioni e
favorirebbero uno sviluppo libero e ordinato, la liberalizzazione e la stabilizzazione.
Ci impegniamo a promuovere i diritti di proprietà intellettuale, conformemente agli accordi
internazionali sulla proprietà intellettuale dei quali siamo parte.
Ribadiamo la convinzione che la promozione dell’investimento diretto all’interno di entrambe le
nostre regioni sia un obiettivo fondamentale delle nostre relazioni e conveniamo quindi d’incoraggiare
lo sviluppo d’iniziative intese ad aumentare i flussi interregionali degli investimenti. Riteniamo che i
flussi finanziari e gli investimenti produttivi debbano riguardare soprattutto i progetti volti a
promuovere lo sviluppo sostenibile e l’integrazione delle infrastrutture regionali in America Latina e
nei Caraibi e ad incoraggiare i flussi commerciali UE-ALC.
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A tal fine le due regioni devono cooperare strettamente con la Banca europea per gli investimenti
(BEI), la Banca interamericana di sviluppo (BIS), la Banca di sviluppo dei Caraibi (CARIBANK), la
Società di sviluppo andina (CAF), la Banca centroamericana d’integrazione economica (BCIE) e altre
banche regionali. Promuoveremo un clima favorevole allo sviluppo delle piccole e medie imprese, che
hanno una funzione importante nel miglioramento delle condizioni sociali, e la cooperazione fra le due
regioni al fine d'incentivare la creazione di eventuali società miste.
Riconosciamo l’importanza di promuovere un turismo nazionale ed internazionale sostenibile,
compreso l'ecoturismo, quale strumento efficace dello sviluppo economico e culturale a livello locale,
regionale e internazionale.
Riteniamo prioritario sviluppare e rafforzare tra le nostre regioni e i nostri paesi il dialogo e la
cooperazione in materia energetica per conseguire quella sicurezza energetica che favorirà uno
sviluppo socioeconomico sostenibile e reciprocamente vantaggioso.
Sottolineiamo l'importanza dei mercati dell'energia e della riforma regolamentare del settore
energetico, migliorando l’efficienza, promuovendo gli investimenti, sostenendo lo sviluppo e il
trasferimento delle tecnologie e incentivando uno sfruttamento sostenibile di tutte le risorse.
Continueremo a perseguire gli obiettivi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici. Plaudiamo alla recente approvazione dell’accordo di Bonn sull’attuazione del
piano d’azione di Buenos Aires e agli accordi di Marrakesh relativi al protocollo di Kyoto. È nostro
auspicio che essi contribuiscano alla riduzione e all’attenuazione dell’effetto serra dovuto alle
emissioni di gas, in base al principio delle responsabilità comuni ma differenziate e secondo le
capacità dei diversi paesi. Ci rallegriamo che l’UE abbia deciso di ratificare il protocollo di Kyoto
anteriormente al 1° giugno 2002 e siamo determinati ad operare assieme affinché il protocollo sia
ratificato ed entri in vigore al più presto.
Riteniamo che sia vitale rafforzare la nostra azione e la nostra cooperazione in caso di calamità
naturali in modo da aumentare l'efficacia dell'assistenza e ridurre la vulnerabilità dei paesi
dell'America latina e dei Caraibi nei confronti di siffatti fenomeni, che pregiudicano gravemente gli
sforzi di sviluppo nazionali e regionali. Inoltre, le iniziative in questo campo dovrebbero tener conto
dei legami tra l'aiuto d'urgenza immediato, la riabilitazione e la ricostruzione, osservando nel
contempo criteri per uno sviluppo sostenibile a lungo termine.
Incoraggeremo la cooperazione scientifica e tecnologica al fine di potenziare le capacità nazionali,
affrontare insieme le sfide globali, stimolare gli investimenti e promuovere partenariati d'affari che
implichino il trasferimento di tecnologie e di conoscenze, contribuendo in tal modo allo sviluppo
sostenibile specialmente attraverso il piano d'azione e l'accordo di cooperazione decisi dai Ministri
della scienza e della tecnologia nella riunione di Brasilia del marzo 2002.
Sottolineiamo l'importanza dello sviluppo e della creazione di infrastrutture efficienti, ponendo in
particolare rilievo i trasporti, dello sviluppo delle tecnologie dell'informazione, della modernizzazione
delle telecomunicazioni e delle procedure amministrative, della liberalizzazione degli scambi e
dell'intensificazione della integrazione e cooperazione economica. Poniamo altresì in rilievo
l'importanza di promuovere l'efficace cooperazione per il trasferimento di tecnologie di punta con i
paesi dell'America latina e dei Caraibi, allo scopo di sviluppare le tecnologie dell'informazione, la
modernizzazione dei sistemi di telecomunicazione e le procedure amministrative, tenendo presenti le
esigenze dello sviluppo degli scambi, del rafforzamento della cooperazione e dell'integrazione
economica. Riteniamo che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione abbiano un
importante ruolo da svolgere per promuovere il buon governo e lo sviluppo economico. In linea con le
conclusioni della conferenza internazionale sull'e–Governo per lo sviluppo, tenutasi a Palermo il
10-11 aprile 2002 ci impegniamo a modernizzare le procedure della nostra amministrazione pubblica,
al fine di offrire ai cittadini e al mondo degli affari servizi più trasparenti ed efficaci.
Apprezziamo l'esito della Conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento dello sviluppo, svoltasi a
Monterrey, Messico, dal 18 al 22 marzo 2002, che rappresenta un incoraggiante passo avanti negli
sforzi per risolvere i problemi tipici della economia internazionale, mobilitando in particolare le
risorse finanziarie necessarie per conseguire gli obiettivi della Dichiarazione del Millennio e gli altri
obiettivi di sviluppo internazionalmente concordati. Ci dichiariamo determinati a collaborare per
attuarne rapidamente e pienamente i risultati.
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In questo contesto plaudiamo all’impegno assunto dall’UE di raggiungere collettivamente lo
0,39% dell’APS/PIL per il 2006 contribuendo in tal modo a invertire l’attuale tendenza verso la
riduzione del flusso globale dell’aiuto allo sviluppo quale passo verso il conseguimento dell’obiettivo
dello 0,7% dell'APS/PIL. Esprimiamo l'auspicio che la tendenza di assegnare più risorse all'aiuto allo
sviluppo sarà confermata.
Il nostro partenariato di cooperazione allo sviluppo offre un'importante occasione per porre in pratica i
nostri valori e ideali comuni e per raggiungere una più equa ripartizione dei benefici derivati dalla
globalizzazione economica.
Il nostro partenariato di cooperazione allo sviluppo mira a promuovere lo sviluppo sostenibile nelle
sue molteplici dimensioni (in particolare sociale, economica e ambientale) attraverso programmi ed
azioni concertati che contemplano numerosi problemi e settori della cooperazione delineati nel
presente documento. Condividiamo l'interesse per una migliore integrazione nazionale e regionale e
per il rafforzamento dell'efficacia dei programmi di cooperazione allo sviluppo UE/ALC. La
cooperazione allo sviluppo offre un'importante occasione per porre in pratica i nostri valori e ideali
comuni e per distribuire ulteriormente i benefici derivanti dalla globalizzazione compensandone gli
effetti negativi.
Lo sviluppo sostenibile può essere raggiunto soltanto se se ne affrontano tutti gli aspetti: sviluppo
economico, protezione ambientale e sviluppo sociale. Per promuovere lo sviluppo sostenibile,
consideriamo prioritario porre fine al problema della povertà, della fame nel mondo,
dell'emarginazione e della esclusione sociale, così come modificare i modelli di produzione e di
consumo che contribuiscono all'impoverimento dello strato di ozono e all'aumento dell'effetto serra,
promuovere la conservazione della diversità biologica e l'ecosistema mondiale, l'uso sostenibile delle
risorse naturali, in special modo delle risorse idriche e delle risorse energetiche rinnovabili. È
necessario impedire e invertire il degrado ambientale, soprattutto quello proveniente da eccessive
concentrazioni industriali e da modelli di consumo non sostenibili, scoraggiare l'inquinamento degli
oceani e dei mari e il depauperamento delle sue risorse biologiche, l'uso non sostenibile delle risorse
forestali e l'erosione dei suoli che minacciano il clima mondiale, attenendosi ai principi della
responsabilità condivisa ma differenziata.
Auspichiamo che il comitato preparatorio, che si riunirà per la quarta volta a Bali nel mese di maggio,
sia costruttivo e possa completare i preparativi per un Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, che
avrà luogo a Johannesburg il prossimo mese di settembre, coronato da successo.
Siamo persuasi che il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile offra una opportunità unica per
valutare l'attuazione dell'Agenda 21 e per rinnovare gli impegni politici a livello locale, nazionale,
regionale e internazionale volti a promuovere lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo.
Siamo determinati a realizzare l'obiettivo del piano d'azione del Vertice mondiale sull'alimentazione
del 1996. In tale contesto accogliamo con favore l'idea di una "Coalizione internazionale contro la
fame", che sarà dibattuta durante il "Vertice mondiale sull'alimentazione: cinque anni dopo" che si
terrà a Roma dal 10 al 13 giugno 2002.
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Ribadiamo il nostro impegno nei confronti di un partenariato durevole tra l'America latina e i Caraibi e
l'Unione europea nel settore dell'istruzione, della sanità, della cultura e dell'uomo, basato su valori
condivisi e sul riconoscimento dell'importanza dell'istruzione e del progresso scientifico e tecnologico,
per consolidare le fondamenta della coincidenza delle nostre concezioni.
Ci impegniamo a che le nostre relazioni siano basate sui principi dell'uguaglianza e del rispetto della
pluralità e della diversità, senza distinzione di razza, religione o sesso, principi che costituiscono il
mezzo ideale per conseguire una società aperta, tollerante e senza esclusioni in cui sia sancito il diritto
del singolo alla libertà e al rispetto reciproco mediante un accesso equo alla capacità produttiva, alla
salute, all'istruzione e alla protezione civile.
Ci impegniamo a dedicare più risorse alla realizzazione di programmi sociali, ponendo in particolare
rilievo l'istruzione, la salute, la nutrizione, l'alloggio, l'integrazione sociale e l'occupazione, così come
alla ricerca scientifica, allo sviluppo tecnologico e alla cultura, quale mezzo per migliorare le
condizioni dello sviluppo umano.
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A questo riguardo, ricordiamo i principi e le misure adottate nell’ambito del Vertice mondiale per lo
sviluppo sociale svoltosi a Copenaghen nel 1995, e i nuovi orientamenti per il futuro concordati
durante la sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite svoltasi a Ginevra nel 2000.
A tal fine è necessario attuare politiche e prevedere riforme dei regimi fiscali per generare risorse volte
a promuovere lo sviluppo economico e la giustizia sociale.
Sottolineiamo l'importanza della creazione di occupazione sufficiente, adeguatamente retribuita e
produttiva nei nostri paesi. A questo fine è essenziale l'istruzione e la formazione professionale dei
lavoratori.
Manifestiamo grande preoccupazione per le gravi conseguenze sociali ed economiche delle epidemie
di HIV/AIDS ed altre che colpiscono in particolare i paesi in via di sviluppo. Riaffermiamo il diritto
degli esseri umani di ottenere cure sanitarie adeguate. Riconosciamo la necessità di promuovere un
maggiore accesso ai medicinali conformemente alla dichiarazione sull'accordo TRIPS e la salute
pubblica, adottata alla conferenza dell'OMC di Doha. Riconosciamo altresì la necessità di una strategia
globale di prevenzione e trattamento grazie alla cooperazione tra gli Stati, le organizzazioni
internazionali, la società civile e il settore privato nella lotta contro tali epidemie. Accogliamo con
favore a questo proposito i progressi compiuti al riguardo dalla Commissione dei diritti dell'uomo,
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla quarta Conferenza ministeriale dell'Organizzazione
mondiale del commercio e dalla sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
dedicata all'HIV/AIDS.
Riteniamo che la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnico siano elementi fondamentali per le nostre
relazioni e una condizione essenziale per un positivo inserimento dei paesi in un mondo globalizzato
che richiede conoscenze scientifiche avanzate, che devono essere dominate e adattate ad una
tecnologia in costante evoluzione. Siamo favorevoli all'attuazione del piano d'azione adottato dai
Ministri della scienza e della tecnologia nella riunione dello scorso mese di marzo 2002.
Riconosciamo il potenziale per lo sviluppo della democrazia ed il progresso economico e sociale [che
le tecnologie dell'informazione e della comunicazione rappresentano.] Siamo d'accordo che occorre
condividere conoscenze, tecnologia e informazione approfittando della connettività dell'infrastruttura,
e incoraggiare tutti i popoli ad ottenere un accesso universale alle medesime. Sottolineiamo che l'uso
integrale delle tecnologie e delle reti digitali a favore dello sviluppo e del progresso sociale, pur
rappresentando una sfida tecnica, è anzitutto una sfida politica, istituzionale, sociale e culturale che
richiede una visione e una meta che estenda lo spazio di cooperazione tra i nostri paesi e tra i settori
pubblico e privato, con il sostegno delle istituzioni finanziarie e altre entità internazionali.
Condividiamo l'opinione secondo cui occorrerebbe rafforzare la cooperazione in materia di istruzione,
particolarmente nell'istruzione di base, la formazione professionale e la cooperazione tra istituti di
insegnamento superiore, tra cui le università, i centri di ricerca e di sviluppo tecnologico e l'istruzione
a distanza, tenendo conto delle esigenze particolari delle nostre società. A questo riguardo ricordiamo i
vigenti programmi di cooperazione che hanno già dato esito positivo e siamo favorevoli all'attuazione
delle iniziative decise nella riunione dei Ministri dell'insegnamento secondario svoltasi a Parigi il
3 novembre 2000.
Siamo d'accordo che l'accesso universale all'istruzione e alla formazione professionale costituisce un
fattore determinante per dare un impulso allo sviluppo economico e sociale, ridurre la povertà e
conseguire un'occupazione adeguatamente retribuita, garantendo una istruzione di base completa per
tutti gli individui in età scolare e il diritto dei popoli di conservare la loro identità culturale e
linguistica; poniamo in rilievo il diritto all'istruzione stessa, basato sulla responsabilità nazionale
specifica di ciascun paese di fornire un'istruzione adeguata e di promuovere l'apprendimento nell'arco
della vita di tutti i suoi cittadini.
Concordiamo sul fatto che la missione dell'insegnamento secondario è di contribuire allo sviluppo
sostenibile e al miglioramento della società nella sua prospettiva globale: istruire e preparare diplomati
qualificati in grado di svolgere l'attività umana in tutti i suoi aspetti; promuovere, gestire e diffondere
la conoscenza attraverso la ricerca; interpretare, salvaguardare e promuovere il settore culturale nel
contesto della sua diversità pluralistica e culturale; offrire possibilità di apprendimento lungo tutto
l'arco della vita; contribuire allo sviluppo e al miglioramento di tutti i gradi dell'istruzione; proteggere
e promuovere la società civile, educando i giovani conformemente ai valori della cittadinanza
democratica e competenti a fornire prospettive critiche e indipendenti a tutti i dibattiti delle opzioni
strategiche per il rafforzamento delle prospettive umanistiche.
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Siamo d’accordo che gli scambi interregionali tra soggetti educativi e culturali di ambe le regioni
costituiscono uno dei più efficienti ed efficaci mezzi per promuovere la comprensione reciproca,
l'istruzione artistica, l'apprendistato e la produzione culturale. Stretti contatti tra artisti e organizzazioni
in tutti i settori culturali incoraggiano il rispetto per la diversità culturale e linguistica, garantendo
dignità umana e sviluppo sociale.
Siamo determinati ad incoraggiare ancor più la cooperazione e gli scambi tra le industrie della cultura,
compreso il settore degli audiovisivi, in modo da salvaguardare la nostra diversità culturale.
Concordiamo sul fatto che il recupero, la conservazione e la migliore conoscenza dei nostri vasti
patrimoni culturali e della nostra diversità come legame fondamentale di integrazione biregionale
permetterebbe rapporti più stretti e più durevoli tra i nostri popoli e promuoverebbe la creatività
culturale come base della pace e della tolleranza. Siamo del parere che debbano essere favorite le
iniziative, in entrambe le regioni e in sedi multilaterali, intese a promuovere, rispettare e diffondere la
diversità e il pluralismo culturale nel mondo, tenendo conto tra l'altro della Dichiarazione sulla
diversità culturale adottata alla 31ª sessione della conferenza generale dell'UNESCO nel
novembre 2001.
Riconosciamo l'importanza della conoscenza tradizionale, che costituisce un bene culturale ed
economico strettamente collegato alle comunità autoctone, e di conseguenza i diritti di tali comunità
nei confronti di siffatte conoscenze devono essere riconosciuti e ottenere la debita protezione
internazionale.
Osserviamo che il mondo è immerso in un processo di mutamento che ha profondamente modificato il
modo di interagire delle persone, l'organizzazione imprenditoriale e la produttività, così come lo
sviluppo economico, sociale e culturale dei paesi. Analogamente, siamo d'accordo che, in ampia
misura, la causa di siffatti mutamenti risieda in gran parte negli importanti progressi tecnologici
compiuti, particolarmente nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Tutti
questi processi di trasformazione hanno dato origine alla cosiddetta "società dell'informazione".
Osserviamo che, nell'ambito di questo processo, vi è una tendenza a diminuire l'importanza relativa dei
fattori di produzione classici, quali le risorse naturali e la mano d'opera a basso costo, e che stanno
facendosi luce nuove forme di concorrenza e un nuovo tessuto sociale ed economico (la Società
dell'informazione) in cui la generazione, il trattamento e la distribuzione della conoscenza e
dell'informazione costituiscono la principale fonte di produttività, benessere e potere.
Riconosciamo che il divario digitale è una nuova dimensione delle fratture economiche e sociali che
limita l'accesso universale alla conoscenza e all'informazione nelle nostre lingue proprie. Alla
riduzione del divario digitale verrà attribuita una speciale attenzione nel quadro della cooperazione
biregionale e multilaterale.
Per poter approfittare pienamente del potenziale della società dell'informazione, condividiamo il
parere secondo cui gli Stati devono considerare la possibilità di predisporre strategie informatiche
nazionali al termine di un processo consultivo cui partecipino tutte le parti interessate. Dette strategie
dovrebbero comprendere la creazione di quadri operativi, orientativi e normativi pro concorrenza e
incoraggiare l'uso di norme aperte e internazionali per aprire la strada all'armonizzazione regionale,
oltre a mirare a contribuire a settori chiave dello sviluppo quali la pubblica amministrazione on line,
l'educazione elettronica, l'assistenza sanitaria on line e il commercio elettronico. Gli Stati dovranno
inoltre esaminare l'opportunità di adottare misure intese a promuovere la tutela della dignità umana e
la privacy dell'informazione, garantendo un'adeguata sicurezza delle reti nel campo del ciberspazio, e
proibire l'uso di internet a fini illeciti.
A questo riguardo accogliamo con favore la dichiarazione della riunione ministeriale sulla Società
dell'informazione tenuta lo scorso mese di aprile a Siviglia, e esprimiamo la nostra soddisfazione per il
varo del programma "@lis" come concreto follow-up del vertice di Rio, allo scopo di rafforzare le
nostre relazioni in questo settore strategico. Incoraggeremo l'azione congiunta dei nostri paesi al
Vertice mondiale sulla Società dell'informazione che si terrà nell'anno 2003.
Questi valori e posizioni comuni, così come quelli contenuti nella dichiarazione politica e nel piano
d'azione di Rio de Janeiro, dovrebbero guidare il nostro dialogo e collaborazione attuali nelle sedi
interregionali e internazionali. Allo stesso tempo contribuiranno a far sì che il rafforzamento e
l'ampliamento del nostro partenariato strategico siano coronati da successo.
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,7
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5$332572',9$/87$=,21(
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1.
I cambiamenti verificatisi in entrambe le regioni durante gli anni ’90 e un reciproco interesse nel creare
un quadro generale per le relazioni biregionali hanno condotto al primo vertice tra gli Stati
dell’America latina e dei Caraibi e l’Unione europea (28 e 29 giugno 1999). Al termine del vertice i
capi di Stato o di Governo hanno emesso due documenti: la dichiarazione di Rio de Janeiro e le
priorità d'azione. Nel primo documento, una dichiarazione in 69 punti, si definiscono i principi
generali delle relazioni tra Europa e Stati dell'America latina e dei Caraibi; nel secondo si individuano
55 priorità in campo politico, economico, culturale, educativo, scientifico, tecnologico, sociale e
umano.
I capi di Stato e di Governo hanno deciso anche di creare un gruppo biregionale a livello di Alti
funzionari. Il gruppo, che "si incontrerà regolarmente", è stato chiamato a " controllare e promuovere
l'attuazione delle priorità d'azione da un punto di vista politico e con l'obiettivo di contribuire, sulla
base dei meccanismi esistenti, ad un dialogo globale al fine di rafforzare il partenariato strategico
biregionale" in tutte le sue dimensioni.
L'America latina e i Caraibi hanno in comune con l'Europa profonde radici storiche, culturali e
politiche che agevolano lo sviluppo di un autentico partenariato strategico.
Tali radici e valori condivisi hanno creato significativi legami di identità e solidarietà, ed hanno
incoraggiato la promozione di un maggiore scambio di esperienze e di sinergie intese a fronteggiare
problemi comuni. L'esigenza di modernizzare i sistemi di istruzione, di creare un clima favorevole allo
sviluppo sostenibile e globale e di incoraggiare efficaci meccanismi di coordinamento e di
"governance" internazionale sono esempi di alcuni motivi di preoccupazione che si pongono sia
all'America latina e ai Caraibi, sia all'Unione europea. La promozione di un partenariato strategico non
si basa unicamente su un'identità storica, culturale e politica, ma è anche il risultato di un interesse
comune nel trasformare principi, valori e obiettivi in concreti meccanismi di dialogo e di
cooperazione, in modo che ambedue le regioni possano meglio affrontare le notevoli sfide del nuovo
secolo.
L'entrata in vigore dell'accordo di associazione con il Messico ad ottobre del 2000, la conclusione dei
negoziati per un accordo di associazione con il Cile e il progresso dei negoziati per un accordo di
associazione con il Mercosur, costituiscono una parte degli sforzi intesi a costruire un'associazione
strategica. Un ulteriore elemento significativo è stata la nuova iniziativa UE volta a negoziare accordi
politici e di cooperazione con i paesi dell'America centrale e andini, come pure la decisione di
rafforzare la cooperazione in materia di commercio, investimenti e relazioni economiche. Il
conseguimento degli obiettivi di tali accordi e il rafforzamento della cooperazione dovrebbero creare
condizioni in cui, in base ai risultati del programma di lavoro di Doha, che ci siamo impegnati a
completare entro la fine del 2004, accordi di associazione inclusa una zona di libero scambio, fattibili
e mutualmente vantaggiosi potrebbero essere negoziati tra l'UE e l'America centrale e tra l'UE e la
Comunità andina. Nel quadro dell'accordo di Cotonou firmato con i paesi ACP, l'Unione europea e gli
Stati dei Caraibi si sono impegnati in un rinnovato partenariato. Il nuovo partenariato riguarderà il
settore della politica, degli scambi e della cooperazione, e mirerà a promuovere uno sviluppo
sostenibile e la graduale integrazione di questi paesi nell'economia mondiale. In tal senso si prevede
che i negoziati degli accordi di partenariato economico inizino da settembre 2002.
Queste iniziative dimostrano la profondità e la portata delle relazioni tra America latina, Caraibi ed
Unione europea e i rispettivi sforzi per focalizzarsi su aspetti politici, economici e sociali che per i
cittadini costituiscono oggetto di preoccupazione.
2.
3.
4.
5.
6.
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,7
,,
6LWXD]LRQHDWWXDOH
7.
Ambedue le regioni hanno realizzato importanti riforme politiche ed economiche negli ultimi decenni.
Nell'America latina e nei Caraibi si è proseguito il consolidamento di processi di democratizzazione,
tuttavia esistono ancora problemi economici, vulnerabilità alle crisi esterne, crescita della povertà e
delle disuguaglianze sociali. La regione ha compiuto notevoli riforme economiche, consistenti
principalmente nell'adeguamento delle finanze pubbliche, nella liberalizzazione unilaterale del
commercio con l'estero e del sistema finanziario, nella privatizzazione delle imprese pubbliche e nella
promozione degli investimenti esteri diretti (IED), nonché in sforzi per la modernizzazione
dell'amministrazione pubblica e del sistema giudiziario. Quanto all'UE, gli stati membri hanno attuato
politiche fiscali e monetarie intese a ridurre i disavanzi di bilancio e l'inflazione. Queste politiche
hanno portato ad un periodo di crescita economica e di creazione di occupazione. L'introduzione
dell'euro, la moneta comune entrata in circolazione alcuni mesi fa, è una dimostrazione significativa e
tangibile della cooperazione economica europea. Si sono altresì compiuti importanti progressi verso il
completamento dell'attuale processo di allargamento, che rimane una delle priorità dell'UE negli anni
venturi. Il Consiglio europeo di Laeken (Belgio) ha commissionato una convenzione sul futuro
dell'Unione europea per proporre i cambiamenti istituzionali necessari a far fronte alle conseguenze
dell'allargamento. L'UE ha pure rafforzato la propria politica estera e di sicurezza comune, in
particolare elaborando una politica europea in materia di sicurezza e di difesa, che adesso è operativa.
Il processo d'integrazione degli Stati parti contraenti del Mercosur ha compiuto progressi sia
all'interno, attraverso il coordinamento politico e sociale, l'integrazione infrastrutturale e la
continuazione della sua dinamica commerciale, come pure attraverso negoziati esterni. Di recente, le
parti contraenti hanno confermato la volontà di approfondire in loro processo di integrazione,
specialmente tramite un coordinamento macroeconomico per la stabilità economica e finanziaria della
regione, ed una convergenza verso obiettivi stabiliti. Il quadro istituzionale è stato migliorato con la
firma del protocollo di Olivos (Argentina) per la composizione delle controversie, che istituisce in
primo luogo un Tribunale permanente del riesame ad Asuncion (Paraguay).
La Comunità andina ha compiuto notevoli progressi nel suo processo di integrazione. Il recente vertice
di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia) ha ribadito gli impegni di dar vita ad un mercato unico con una
zona di libero scambio che entrerà in funzione dal 1º giugno 2002 ed una tariffa esterna comune
applicabile dal 31 dicembre 2003. La Comunità andina ha pure concordato di consolidare una politica
estera comune che comprende un piano di cooperazione andina nella lotta alla droga illecita,
l'attuazione immediata di una politica agricola comune, l'armonizzazione delle politiche
macroeconomiche entro un biennio ed una strategia comune per il calendario sociale e politico
approvato nel corso di quest'anno.
Negli Stati dei Caraibi si è data priorità anche ad accelerare l'integrazione delle economie con la
creazione di un mercato e di un'economia unici tra i paesi della Comunità dei Caraibi (CARICOM),
con la conclusione di accordi bilaterali di cooperazione commerciale ed economica e il
consolidamento dello spazio geopolitico della regione dei Caraibi attraverso l'Associazione degli Stati
dei Caraibi.
Un'integrazione regionale basata sul consolidamento dei sistemi democratici, su un'apertura
economica sostenibile e sullo sviluppo umano della popolazione, rappresenta una priorità per i paesi
dell'America centrale. Tra i principali risultati raggiunti si possono sottolineare i seguenti: la creazione
di organismi di integrazione istituzionalizzati; il rafforzamento della sicurezza regionale;
l'approfondimento dell'integrazione economica, i progressi verso una zona regionale di libero scambio
e l'istituzione di un'unione doganale; il coordinamento delle politiche macroeconomiche e la creazione
di un meccanismo di composizione delle controversie commerciali.
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,7
Tutti questi sistemi di integrazione hanno dato inizio a numerose relazioni dinamiche sia tra i paesi
stessi, sia tra paesi diversi della regione, con un conseguente ulteriore rafforzamento del dialogo e
della cooperazione in America latina e nei Caraibi. Ad esempio, il vertice presidenziale tra Mercosur,
Bolivia e Cile, tenutosi ad Olivos (Argentina) il 18 febbraio 2002, ha rammentato l’interesse delle parti
a concludere negoziati tra il Mercosur e la Comunità andina per la creazione di una zona di libero
scambio tra i due blocchi regionali entro giugno 2002.
8.
9.
10.
L'UE e l'ALC sono regioni con caratteristiche economiche e sociali diverse. La popolazione dei paesi
ALC è quasi doppia rispetto a quella dell'UE ed è costituita in prevalenza da giovani. Il PIL medio pro
capite dei paesi ALC si attesta a circa 3.000 USD contro gli oltre 20.000 USD dell'UE.
Il mercato biregionale continua ad offrire molte opportunità per il commercio. Da un canto, le
esportazioni dell'UE verso i paesi ALC sono cresciute da 17 miliardi di euro circa nel 1990 a 54
miliardi di euro nel 2000, sebbene la sua quota di mercato sia scesa durante lo stesso periodo dal
21,4% al 13%. Le esportazioni dei paesi ALC verso l'UE, d'altro canto, sono aumentate da 27 miliardi
di euro circa nel 1990 a 48 miliardi di euro nel 2000, sebbene ciò rappresenti il 12,1% del totale delle
esportazioni dei paesi ALC nel 2000 rispetto al 24% nel 1990.
Inoltre, il totale accumulato degli investimenti esteri diretti da parte dell'UE, primo investitore della
regione, è salito da circa 66 miliardi di euro nel 1997 a 122 miliardi nel 1999, il che rappresenta quasi
l'11% degli investimenti esteri diretti dell'UE, e l'UE sta contribuendo intensamente all'attività
economica e alla creazione di posti di lavoro nei paesi ALC. Ciò rispecchia l'impegno e la fiducia delle
imprese comunitarie nei confronti di detti paesi. Tuttavia, la situazione di questi paesi non è uniforme.
Quindi, sebbene vi sia stato un significativo incremento globale degli investimenti esteri diretti, resta
un margine per ulteriori miglioramenti sia nelle economie grandi che in quelle piccole dei paesi ALC.
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&RRSHUD]LRQHYHUWLFHGL5LRYHUWLFHGL0DGULG
11.
Le 55 priorità convenute al vertice di Rio rimangono valide. Il gruppo di Alti funzionari, nella riunione
di Tuusula (Finlandia) del novembre 1999, ha circoscritto 11 aree di azione essenziali. Ciò non
significa che in un qualunque momento le priorità possano non essere necessarie o possano anche
aumentare a seconda delle circostanze e degli interessi contingenti che si presentano in ambedue le
regioni e tenuto conto del piano d'azione del vertice di Rio. Un passo positivo nelle relazioni tra i paesi
dell'America latina, dei Caraibi e l'Unione europea è stato la creazione di una struttura flessibile che
non restringe le azioni o i programmi di cooperazione ad alcuni settori, lasciando invece un margine di
manovra sufficientemente ampio, imprimendo alle relazioni un carattere autenticamente biregionale.
La natura "biregionale" delle azioni è flessibile per definizione in modo da determinare le modalità
con cui creare contatti tra le nostre regioni. Nel quadro del vertice UE-ALC con attività biregionali si
intendono quelle aventi origine in uno o in vari Stati membri dell'UE o presso la Commissione europea
oppure in uno o in vari paesi ALC o ancora presso una delle loro organizzazioni attive in materia di
integrazione con la partecipazione di vari paesi (più di uno) di ambedue le regioni. Queste attività
contribuiranno al rafforzamento del partenariato strategico biregionale. Le azioni che occorre
promuovere sono essenzialmente quelle che hanno un effetto moltiplicatore in altre regioni o subregioni.
Sono state lanciate già numerose iniziative, comprese iniziative politiche, attività di formazione,
conferenze e seminari. Altre iniziative e attività sono in attesa di soluzioni di carattere operativo o
finanziario. Molte di queste iniziative sono state intraprese da organismi della società civile, spesso
con finanziamenti pubblici, e i loro risultati sono trasmessi al vertice e rappresentano
Si sono registrati progressi nelle 11 aree essenziali convenute a Tuusula (Finlandia) e a Vilamoura
(Portogallo). In talune aree si sono creati meccanismi di coordinamento e di monitoraggio e si sono
organizzate riunioni ad alto livello con la partecipazione di ambo le parti. Le principali azioni
intraprese nell'ambito di tali priorità sono le seguenti (per maggiori dettagli sulle 11 priorità, cfr.
l'allegato del presente documento).
12.
13.
14.
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•
'LDORJRSROLWLFR
Ambedue le regioni hanno proseguito il loro proficuo dialogo politico nel quadro dei
meccanismi esistenti.
In aggiunta, l’UE e i paesi ALC hanno convenuto di rafforzare il dialogo politico presso
consessi internazionali ed hanno deciso di intensificare le consultazioni a livello biregionale
nella compagine dell’ONU a cominciare dagli organi delle Nazioni Unite presenti a New York,
a Ginevra e a Vienna e presso le principali conferenze dell’ONU, come pure a Bruxelles.
•
3URPR]LRQHGHLGLULWWLXPDQL
Si sono svolte numerose riunioni a livello biregionale con la partecipazione di istituzioni e di
organizzazioni di difesa di diritti umani, allo scopo di scambiare esperienze in materia di
promozione e protezione di tali diritti. Vanno citate in special modo le seguenti iniziative: la
conferenza biregionale sull'attività e la cooperazione del Mediatore e le istituzioni nazionali di
difesa dei diritti umani, tenutasi a Copenaghen il 24 e 25 settembre 2001; un seminario sulle
origini storiche della dottrina dei diritti umani, svoltosi a Roma il 22 e 23 febbraio 2002; e un
forum sui diritti umani tenutosi a Madrid il 23 e 24 aprile 2002.
Alla conferenza di Copenaghen sul Mediatore è stato proposto di presentare al vertice di Madrid
la relazione della conferenza ed uno studio comparativo sull'attività del Mediatore e delle
istituzioni nazionali di difesa dei diritti umani. Inoltre, è stato proposto di istituire un fondo
speciale a sostegno dello scambio di esperienze tra istituzioni dell'UE e dei paesi ALC, che
tenga conto della cooperazione in corso in questo settore e che associ i paesi di entrambe le
regioni che desiderano parteciparvi.
•
$PELHQWHHFDODPLWjQDWXUDOL
In tutto il mondo sono stati compiuti progressi notevoli nell’adozione di misure per la
protezione dell’ambiente; tuttavia la situazione mondiale permane fragile e le misure di
protezione dello sviluppo sostenibile sono lungi dall’essere sufficienti. Benché l’UE e i suoi
Stati membri e gli Stati dell’America latina e dei Caraibi siano tra i principali protagonisti nella
promozione della consapevolezza ambientale a livello internazionale, nella protezione dello
sviluppo sostenibile e negli interventi in caso di calamità naturali, molto rimane da fare, in
entrambe le regioni.
Gli Stati di entrambe le regioni forniscono i contributi tra i più innovativi e costanti al processo
di preparazione che sfocerà nel vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, nel
corso di quest’anno. Essi forniscono altresì i contributi più sostanziali ai programmi per la
protezione e la gestione sostenibile delle foreste pluviali amazzoniche. I paesi europei e
dell’America latina e dei Caraibi sono riusciti e raggiungere un’intesa biregionale effettiva, che
si è rivelata fondamentale per l'impulso dato nella conferenza di Bonn sui cambiamenti climatici
internazionali e che sta rilanciando il processo di ratifica del protocollo di Kyoto.
Analogamente, l’Unione europea e i suoi Stati membri e gli Stati dell’America latina e dei
Caraibi hanno dimostrato solidarietà, nella forma più concreta, dapprima quando El Niño ha
colpito successivamente con il verificarsi dell’uragano Mitch e del devastante terremoto a El
Salvador. I primi interventi in seguito alle calamità si sono focalizzati sull’attenuazione delle
calamità stesse e successivamente sono stati rivolti alla loro prevenzione e alla ricostruzione.
Tra le proposte presentate in questo settore occorre menzionare soprattutto:
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•
l’istituzione di un consiglio di organi pubblici responsabili della protezione civile e di un
inventario delle risorse esistenti, nonché la preparazione di orientamenti per la
cooperazione internazionale in caso di calamità naturali;
l’avvio di un progetto regionale per lo sviluppo di un sistema meteorologico nei Caraibi,
insieme con i piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Ciò migliorerà la rete di
osservazioni climatiche, il sistema di comunicazione tra i piccoli Stati insulari in via di
sviluppo e le capacità tecniche e scientifiche nella regione.
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Il piano d’azione di Panama, adottato a Città di Panama nell’aprile del 1999 e ratificato nel
vertice di Rio nel giugno del 1999, ha istituito il quadro del meccanismo di cooperazione e
coordinamento tra l’UE, l’America latina e i Caraibi. Il meccanismo opera secondo i principi
della responsabilità condivisa, dell’approccio globale e della non interferenza nella sovranità
degli stati. Tra i settori di attività del piano d’azione figurano: riduzione della domanda;
riduzione della fornitura; cooperazione di polizia, doganale e giudiziaria e traffico di armi
connesso al traffico illecito di droga; riciclaggio di denaro, organizzazione giudiziaria e
legislazione in materia di droga; nonché sviluppo di capacità istituzionale. Il meccanismo si
riunisce a livello politico con cadenza annuale.
Nella quarta riunione ad alto livello del meccanismo di cooperazione e coordinamento
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convenuto sull’importanza di rafforzare le azioni di cooperazione e di coordinamento all’interno
del meccanismo. È stata inoltre approvata una valutazione tecnica di orientamento politico del
meccanismo biregionale. Sono stati sottolineati il legame tra terrorismo e traffico di droga,
nonché la necessità di un rafforzamento istituzionale che consenta lo sviluppo adeguato di
politiche nazionali in materia di droga.
Il piano d’azione di Barbados è stato avviato nel 1996, quale strumento di cooperazione tra
l’Unione europea e la regione caraibica in materia di droga. Nel dicembre 2001 sono stati
esaminati i progressi compiuti in questo ambito di cooperazione e le modalità per proseguirla in
futuro. Un importante risultato dell’azione coordinata in questo settore è costituito dal progetto
di accordo sulla cooperazione marittima nei Caraibi.
•
3URPR]LRQHGHOFRPPHUFLRFRPSUHVHOH30,HDOWULIRUXPLPSUHQGLWRULDOL
È stato rafforzato il dialogo su questioni connesse al commercio. Vi è un’ampia convergenza di
opinioni sulla necessità di rafforzare il sistema commerciale multilaterale e di progredire
nell’ambito dell’OMC attraverso la conclusione della tornata sul commercio avviata a Doha. Il
primo vertice imprenditoriale ALC/UE si è tenuto a Madrid il 20 e 21 novembre 2000. Il
secondo si è tenuto in Messico il 25 e 26 aprile 2002; le conclusioni sono state trasmesse al
vertice. Queste riunioni di imprese coadiuvano le azioni avviate dai Governi per promuovere il
commercio. Entrambe le regioni riconoscono la necessità di mantenere un dialogo strutturato e
costante sulle questioni riguardanti il commercio multilaterale.
Sono stati organizzati due forum su "Sviluppo delle PMI, politiche e strumenti per la
promozione delle PMI". Il primo si è riunito a Verona dal 31 gennaio al 2 febbraio 2000, il
secondo a Guadalajara, Messico, il 6 e 7 maggio 2002; le relative conclusioni sono state
presentate al vertice.
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&RRSHUD]LRQHQHOO¶LVWUX]LRQHHQHJOLVWXGLXQLYHUVLWDUL
Nel vertice di Rio i capi di Stato o di Governo hanno dichiarato che la cooperazione in materia
di istruzione superiore deve costituire una delle priorità dell’azione, al fine di intensificare le
eccellenti relazioni tra le due regioni. Per rispettare tale mandato si è tenuta a Parigi, il 3 e 4
novembre 2000 la prima Conferenza ministeriale America Latina e Caraibi/UE sull’istruzione
superiore. È stato convenuto che la Francia, paese che in quel momento esercitava la Presidenza
del Consiglio dell’UE, e la Spagna avrebbero coordinato i lavori della parte europea per un
quinquennio, mentre il Brasile, il Messico e St. Cristoforo e Nevis avrebbero assicurato il
coordinamento per i paesi dell’America latina e dei Caraibi; congiuntamente tali paesi
avrebbero costituito un comitato di follow-up.
In seguito ai lavori di tale comitato è stato presentato un ambizioso piano d’azione 2002-2004
per la costituzione di un’area comune Unione europea – America latina e Caraibi nel settore
dell’istruzione superiore. Il piano stabilisce due obiettivi principali: i) valutazione della qualità e
ii) della mobilità, e propone varie iniziative concrete che saranno sviluppate con la
partecipazione volontaria dei paesi interessati. Per la conferenza ministeriale del 2004 sarà
elaborata una relazione di valutazione e di riesame di tali azioni.
•
6FLHQ]DHWHFQRORJLD
Nella riunione degli alti funzionari della cooperazione dell’America latina e dei Caraibi con
l’UE nel settore della scienza e della tecnologia tenutasi a Lisbona il 5 e 6 giugno 2000, è stato
istituito un gruppo biregionale di lavoro nel settore della ricerca scientifica e della tecnologia
(S/T).Tale gruppo ha convenuto di organizzare sei workshop per consentire alla comunità S/T di
entrambe le regioni di definire le priorità tematiche della cooperazione nei seguenti settori: i)
Società sane e qualità della vita, ii) Crescita competitiva nel contesto globale, iii) Sviluppo
sostenibile e urbanizzazione, iv) Patrimonio culturale, v) Società dell’informazione, vi)
Questioni trasversali. I sei workshop si sono svolti nella regione dell’America latina e dei
Caraibi nel novembre del 2001 e nel gennaio del 2002 e ad essi hanno partecipato oltre 130
scienziati e responsabili politici di entrambe le regioni. I principali risultati emersi dai
workshop, e i documenti – documento sulla visione comune dell’ALCUE e piano d’azione
dell’ALCUE – elaborati dal gruppo di alti funzionari riunitosi a Bruges (Belgio) nel dicembre
2001 e a Brasilia (Brasile) il 21 e 22 marzo 2002, sono stati approvati dai Ministri delle scienze
e della tecnologia dell’ALCUE nella riunione tenutasi a Brasilia (Brasile) il 21 e 22 marzo 2002.
•
6RFLHWjGHOO¶LQIRUPD]LRQH
La riunione ministeriale tra l’UE e i paesi dell’America latina e dei Caraibi sulla società
dell’informazione si è svolta dal 25 al 27 aprile 2002 a Siviglia (Spagna). Tale riunione, cui
hanno partecipato rappresentanti dei governi e delle autorità di regolamentazione, del settore
privato e della società civile, ha proseguito il dialogo biregionale in questo settore e ha
formalmente avviato il nuovo programma di cooperazione con l’America latina @LIS (Alleanza
per la società dell’informazione), quale seguito del vertice di Rio de Janeiro. La riunione ha
altresì elaborato un contributo per il vertice di Madrid. A Rio de Janeiro inoltre, il 21 e 22
novembre 2001, si è tenuto un "Forum @LIS" tecnico, in cui sono stati convenuti, nei dettagli,
le priorità, i metodi di cooperazione e gli obiettivi. La parte caraibica ha affermato di voler
partecipare a @LIS.
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&RRSHUD]LRQHUHJLRQDOHHLQWHJUD]LRQHQHL&DUDLEL
Benché non scaturiscano direttamente dall’iniziativa UE-ALC, alcuni programmi di
cooperazione biregionale nei settori d’azione chiave definiti a Tuusula nel novembre del 1999,
sono stati sviluppati nell’ambito del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione di
Lomé con la regione caraibica. In questo ambito sono stati finanziati programmi per l’istruzione
di livello terziario, il controllo delle droghe, lo sviluppo degli scambi e la sanità, soprattutto per
quanto concerne l’AIDS. Un terzo seminario è previsto il prossimo autunno a Roma (Italia), a
seguito del seminario "E-government, tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella
gestione del settore pubblico", tenutosi nel dicembre 2001 a Montego Bay (Giamaica).
•
6LFXUH]]DVRFLDOH
Per consentire uno scambio di esperienze nel settore dei sistemi di sicurezza sociale, si è tenuta
all'Aia (Paesi Bassi) una conferenza tecnica e a Valenza (Spagna) una conferenza ministeriale.
Da tali riunioni è emerso che sistemi di protezione sociale ben concepiti, funzionanti e durevoli
possono costituire risorse produttive in grado di contribuire allo sviluppo economico e alla
coesione sociale. Inoltre è stata riconosciuta la necessità di un ulteriore scambio di conoscenze e
di esperienze, al fine di rafforzare approcci nuovi e innovativi che consentano di adeguarsi alle
condizioni sociali, demografiche e economiche in continua evoluzione.
15.
Entrambe le regioni dovranno avere presente la necessità di assumere maggiori impegni, per far sì che
il partenariato strategico bioregionale possa essere attuato nella pratica, anche ricorrendo a meccanismi
di coordinamento concreti. Sono necessarie ulteriori azioni volte a rafforzare il dialogo politico, gli
scambi economici e la cooperazione allo sviluppo, secondo quanto definito nel piano d’azione del
vertice di Rio e nelle undici priorità di Tuusula.
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16.
17.
18.
19.
20.
I valori comuni che uniscono le due regioni e i forti legami culturali e politici esistenti devono
permettere di progredire verso un partenariato strategico più forte e dinamico tra l’UE e l’America
latina e i Caraibi. Un settore che offre un enorme potenziale è rappresentato dal rafforzamento del
dialogo politico nelle sedi internazionali.
A tale riguardo i progetti presentati in relazione alle priorità definite a Rio e a Tuusula dovrebbero
preferibilmente essere di natura biregionale, secondo quanto definito al punto 12. Tali progetti
dovrebbero altresì avere un impatto effettivo sulla situazione economica e sociale dell’America latina
e dei Caraibi. Ciò, inoltre, non dovrebbe impedire di compiere progressi nei progetti subregionali o
anche bilaterali.
Il partenariato strategico biregionale dovrà elaborare un’agenda che consenta lo sviluppo del dialogo
tra le due regioni in aree di interesse reciproco, ad es. rafforzamento della democrazia e rispetto dei
diritti umani, ambiente, negoziati commerciali multilaterali, riforma dell’ONU e del sistema
finanziario internazionale, inclusa la promozione del finanziamento allo sviluppo, eliminazione della
povertà, disarmo, lotta alla droga e ai reati connessi, nonché al traffico illecito di armi di piccolo
calibro, alla corruzione e al terrorismo, prevenzione dei conflitti, abolizione della pena di morte e
promozione della Corte penale internazionale, nonché nuove tecnologie.
Nel settore economico e commerciale e della cooperazione è importante promuovere, e proseguire con
successo, i negoziati in corso sugli accordi di associazione e attuare effettivamente gli accordi già
conclusi nonché rafforzare la cooperazione negli scambi, negli investimenti e nelle relazioni
economiche.
Entrambe le regioni dovranno cooperare nei settori connessi agli scambi, in linea con la dichiarazione
della conferenza ministeriale dell’OMC adottata a Doha nel novembre del 2001.
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21.
22.
La progressiva liberalizzazione del commercio biregionale, tenendo conto delle necessità specifiche e
diverse delle economie meno vigorose e di quelle di altri paesi in via di sviluppo, pur senza suggerire
la creazione di una nuova sottocategoria di paesi, costituisce un passo importante nel rafforzamento
del partenariato UE-ALC.
Il vertice UE-ALC ha introdotto una nuova nozione di cooperazione biregionale tra i nostri paesi. Ciò
implica la sfida di integrare vari paesi (più di uno) di ciascuna regione in ogni nuova iniziativa, ma
altresì di adeguare tali iniziative alle priorità stabilite nell’ambito del vertice. Occorre che gli importi
destinati alla cooperazione da ciascuno dei nostri Governi e/o istituzioni consentano di finanziare le
azioni che soddisfano i criteri della nuova cooperazione biregionale. È altresì necessario ricercare
nuove fonti di finanziamento presso istituzioni finanziarie di entrambe le regioni, in particolare presso
la BIS e la BEI. Inoltre l’esperienza dell’ultimo triennio ha evidenziato la necessità di un controllo
costante della nostra cooperazione biregionale, compito che potrà essere assolto mediante riunioni
periodiche a livello tecnico.
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,7
(9(1761
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(9(17
25*$1,6(5
35,25,7<
28-29.06.99 Summit of EU-LAC Heads of State and Government
2-4.11.99 Tuusula. Experts Meeting "Cultural Integration? Cultural Heritage and EU-Latin American and Caribbean Co-operation"
Finland
31.1-2.02.00 Verona. Italy-LAC Forum: "Development and SME’s. Politics and Instruments for SME’s Promotion"
Italy
22-23.05.00 Lisbon. Second High-level meeting on drugs
EU-LAC
operation
9
7
coand
5
co-
ordination
mechanism on Drugs
5-6.06.00 Lisbon. Senior Officials Meeting on Scientific and Technical Co-operation
23.06.00 The Hague. EU-LAC experts meeting on social security
1-2.10.00 Rome. Caribbean Forum on best practices and innovative experiences in capacity building and development co-operation
3.11.00 Paris. Ministerial Conference on Higher Education
20-21.11.00 Madrid. Europe and Latin America Business Summit
ALCUE
8
Netherlands
5
Italy
7, 10
France
8
Spain
7
11.00 Curacao. Co-ordination of maritime co-operation in the framework of the Barbados Plan of Action
19-25.03.01 Wilton Park. Strategic Policy Forum on "using knowledge for development"
4-6.04.01 London. "Riding the wild horse: a Foreign and Commonwealth Office seminar on e-government"
11-12.06.01 Cochabamba. Third High-level meeting on drugs
5
United Kingdom
10
United Kingdom
10
EU-LAC
operation
coand
5
co-
ordination
mechanism on Drugs
8-11.07.01 Buenos Aires. I International AIDS Society Conference on HIV Pathogenesis and Treatment
United Kingdom
8
13-14.09.01 Rio de Janeiro. Expert meeting on Science and Technology
ALCUE
10
17-23.09.01 Networking Central-Eastern Europe and Latin America
Austria
6
24-25.09.01 Copenhagen. "EU-Latin America and Caribbean Conference on the work and co-operation of Ombudsman Institutions"
Denmark/ Bolivia +
2
Commission
For each event reference is made to:
- date: when event took place;
- event: tittle of the event;
- organiser: country (ies) where event took place;
- priority: as defined by the organiser.
8802/02 (Presse 133 - G)
24
,7
Cofinancing
4-8.11.01 San Jose. Conference to negotiate on a regional maritime counter narcotics agreement in the wider Caribbean
Costa
Rica/The
5
Netherlands
7-10.11.01 Rio de Janeiro. ALCUE - Workshop on Competitive growth in a global environment
Brazil
10
7-10.11.01 Rio de Janeiro. ALCUE - Workshop on health and quality of life
Greece/Cuba
10
14-17.11.01 Oaxaca. ALCUE - Workshop on Sustainable development and Urbanism
Mexico
10
19-20.11.01 Rio de Janeiro. ALCUE - Workshop on Information Society
Brazil
10
19-20.11.01 Oaxaca. ALCUE - Workshop on Cultural Heritage
Mexico
9
Peru/Finland/France
9
11,01 Lima. Seminar on Cultural Heritage
10-13.12.01 Montego Bay: Caribbean Regional Ministerial consultations and High-Level Workshop on "E-Government and Information Technology Italy/Caribbean
countries
in Public Sector Management"
10
13-14.12.01 Bruge. Senior Officials meeting on Science and Technology
ALCUE/Belgium
8
21-24.01.02 Cartagena de Indias. ALCUE - Workshop on cross-cutting issues
Portugal/Brazil
10
05-06.02 International Convention on "Latin American migration towards Europe"
Italy
2
11
21-22.02.02 Rome. Seminar "From Rome to Rome. From the tribuno della plebe to the defensor del pueblo"
Italy, cosponsored
by the Venezuelan
Embassy in Rome
Italy/Rome
26-27.02.02 Buenos Aires. Seminar on prevention and mitigation of natural disasters in Latin America especially on hidrogeological risks
Italy
4
5
19-20.03.02 Brasilia. ALCUE - III Senior Officials Meeting
EU-LAC
cooperation and coordination
mechanism on Drugs
COPARMEX/CON
CAMIN/UNICE +
cofinancing
Commission
Brazil
10
21-22.03.02 Brasilia. ALCUE - Ministerial Conference on Science and Technology
Brazil
10
06.02 Rome. Seminar on Andean Community of Nations (C.A.N. - Comunidad Andina de Naciones
6-8.03.02 Spain. 2002 Fourth High-level meeting on drugs
7-8.03.02 Mexico. II EU-LAC Business Forum
19-21.03.02 Connect Italia 2002: the Industrial District in the Future
Italy/EU
Commission
Amalfi/Roma
03.02 Barcelona. EU-LAC Academic Forum. Meeting of EU-LAC research institutes to reflect on matters related to social equity
RECAL
+
cofinancing
Commission
3-5.04.02 Alcobendas. EU-LAC Civil Society and NGO Forum: "International agreements and social equity, a proposal for the EU-LAC Heads of ALOP + cofinancing
State and Government"
Commission
8802/02 (Presse 133 - G)
2
7
7
25
,7
15-17.04.02 Madrid. II EU-LAC meeting of civil society
23-24.04.02 Madrid : Intercontinental meeting (EU/LAC) on Human Rights
Economic and Social
Committee
+
cofinancing
Commission
Spain + Commission
2
23-24.04.02 Milan. International Convention: "Trilateral co-operation EU-PECO-LAC from the Alps to the Atlantic"
Italy
6
25-27.04.02 Séville. Ministerial Meeting EU-LAC on the Information Society
Spain + Commission
06-07.05.02 Salta (Argentina). Seminar on "Hydro geological risk and prevention measures"
Italy
4
13-15.05.02 Valencia. EU-LAC Ministerial Conference on Social Security "The European social model and the social security reform processes in Spain
Latin America"
16.05.02 Madrid. Cultural Forum
6
Spain
9
(9(176,135(3$5$7,21
'$7(
05-06.02
11.02
(9(17
Florence. International Convention: "Latin America as the largest world’s food reserve: the globalisation of agriculture and
food security"
Chile. "EU-LAC Conference on women perspectives in the peace process"
25*$1,6(5
Italy
35,25,7<
7
Chile and Denmark
1+3
352*5$0621*2,1*2
352*5$0
25*$1,6(5
35,25,7<
"Poder Crecer". Implementation in Latin America of the Convention of the Rights of the Child.
Commission
2
Regional Programme of support to Ombudsman in Latin America
Commission
2
Pluri-annual Programme Democracy and Human Rights in Central America
Commission
2
Pluriannual Programme Democracy and Human Rights in the Andean countries
Commission
2
Programme for improving meteorological early warning systems in the Caribbean
Finland + 18 Caribbean Countries
4
IPPG7 - International Programme for the Protection of the rain forest
Finland
4
DIPECHO - Disaster Prevention Programme
Commission
4
Caribbean regional tourism and environment programmes (8th EDF)
Commission
4
Caribbean regional epidemiological surveillance programme (8th DF)
Commission
5
2000-2001 Youth anti drugs mobilisation and Community development project in San Juan de Lurigancho
Peru/Greece
5
Caribbean anti-money laundering programme (8th EDF)
Commission
6
For each program reference is made to:
- program: tittle of program;
- organiser: country (ies) or institutions organising the program;
- priority: as defined by the organiser.
8802/02 (Presse 133 - G)
26
,7
ALINVEST Program
Commission
7
ATLAS - EU-LAC Chambers of Commerce
Commission
7
INCO development research
Commission
7
Caribbean regional trade development programmes (7th and 8th EDF)
Commission
7
Post Graduate University programme
Commission
8
Caribbean regional 3rd level education programmes (7th and 8th EDF)
Commission
8
ALFA - Program
Commission
8
Caribbean regional health programmes (health, AIDS) (8th EDF)
Commission
8
Extension of the ALFA programme
Commission
8-9
Caribbean cultural centres programme (7th EDF)
Commission
9
ALIS: EU-LAC Alliance for an Information Society
Commission
10
EUROLAT-IS Programme
Commission
10
Caribbean telecommunications union programme (7th EDF)
Commission
Research and development of a network of expertise in the EU/Mercosur relationship across organisations and institutions in the public, private and United Kingdom/Mercosur
academic sectors, with the aim of supporting the inter-regional dialogue
8802/02 (Presse 133 - G)
10
11
27
,7
352*5$06,135(3$5$7,21
352*5$0
25*$1,6(5
35,25,7<
Gender capacity to promote equity through co-operation among developing countries
Cuba
3
Women in the framework of globalisation projects and economic prioritisation
Bolivia
International Convention on Latin American Migration towards Europe
Italy
Technical co-operation for the prevention and attention of natural disasters
Mexico
5
Bolivian anti-drugs observatory
Bolivia
5
Project for the control of primary resources, active principles and precursors in the elaboration of medicines under special control
Colombia
5
Information system for drug control
Colombia
5
Framework project on globalisation, information society and international business
Peru
Information Society: one-week seminar and development of a web site offering an ongoing knowledge and experience exchange facility
United Kingdom/Finland/Greece
7
Programme of post-graduate university studies and research network in the field of regional integration studies
Belgium/Italy
11
3
2-3
- Directory of civil protection organisations
- Inventory of existing resources
8802/02 (Presse 133 - G)
7-8-9
28
,7