Intimità e sublimazione Intensità emozionali

ESZnews
70
giugno2016
Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale
Intensità emozionali
Ivan Fedele è stato insignito del Prix International Arthur
Ivan Fedele
Honegger 2016 per l’insieme della sua opera di
compositore. La giuria gli ha attribuito all’unanimità il
premio istituito dalla famiglia Honegger sotto l’egida
della Fondation de France e assegnato in passato a
Luigi Dallapiccola, György Ligeti, Krzysztof Penderecki e
Luis de Pablo. Questa primavera sono quattro le prime
in cartellone per il compositore. Ha inaugurato la serie,
il 3 maggio scorso, Metal East-Journey per un
percussionista, proposto al Concert Hall Shizuoka,
presso la Shizuoka City Cultural Promotion Foundation
di Shizuoka (Giappone), da Thierry Miroglio. Spiega
l’Autore: «Metal East-Journey è una composizione per
percussioni di metallo, articolata in cinque parti chiamate
rispettivamente Ritual 1, 2, 3, 4 e 5. Le percussioni sono
raggruppate in cinque “stazioni” disposte a cerchio che
l’esecutore occuperà facendo un percorso in senso
orario, ovvero compiendo una rotazione, metafora di “un
viaggio verso est”. La prima stazione (in cui il
percussionista si troverà spalle al pubblico) consiste in 3
campane a lastra e 3 tam-tam; la seconda prevede 6
piatti sospesi di vario genere disposti “ad albero”; la
terza, invece, è composta da uno steel-drum tenore, 8
cencerros e una coppia di agogo; nella quarta (frontale
rispetto al pubblico) troviamo un vibrafono, 8 cow-bells
intonati, un glockenspiel e due ottave di crotali;
nell’ultima stazione, invece, sono allocate percussioni
di origine orientale come i 7 gong cinesi e gli 8 dobaci.
Il titolo ci parla della disposizione degli strumenti e del
“percorso” dell’esecutore. I sottotitoli (Ritual) ci
suggeriscono invece il modo in cui sono state concepite
e dovrebbero essere percepite le cinque parti in cui
si articola la composizione. Il “carattere” rituale si
evidenzia attraverso processi di iterazione,
addensamento/rarefazione e accumulazione/sottrazione
del materiale, che ci conducono in una dimensione
temporale non narrativa bensì contemplativo-apollinea o
orgiastico-dionisiaca di forte impatto emotivo. Il pezzo è
dedicato a Thierry Miroglio che ne ha suscitato la
scrittura con encomiabile tenacia». Entro il mese di
giugno il duo formato da Andrea Rebaudengo e Simone
Beneventi registrerà Duals, novità di Ivan Fedele per
pianoforte e un percussionista derivata da Metal EastJourney, per un imminente Cd Stradivarius. Il 7 maggio
l’oboista Paolo Grazia ha presentato alla Lunenburg
Academy of Music Performance (LAMP) di Lunenburg
(Nuova Scozia, Canada) Lunenburg Sonata per oboe
e pianoforte. Racconta Fedele: «Lunenburg Sonata
nasce da una richiesta di Paolo Grazia, un musicista
straordinario, un amico. E agli amici raramente si può dir
di no, soprattutto quando ti propongono sfide intriganti,
e per me scrivere per oboe e pianoforte lo è stata.
Lunenburg è una bellissima cittadina canadese, sede
di una prestigiosa accademia musicale dove è stata
programmata la prima del pezzo. Il termine Sonata
è un vago riferimento alla forma tripartita poiché la
composizione è prevista in tre movimenti. Attualmente
solo due sono stati completati. Nel primo ho optato per
un processo di “mimesi” tra i due strumenti, i quali si
sovrappongono generando figure omogenee
Intimità e sublimazione
Due le novità di Stefano Gervasoni in cartellone in
Stefano Gervasoni
questi mesi. Il 26 maggio l’Istituto Italiano di Cultura di
Parigi ha proposto Fu verso o forse fu inverno, liriche di
Lorenzo Calogero per voce femminile, pianoforte e live
electronics nell’interpretazione del mezzosoprano Monica
Bacelli, del pianista Giulio Biddau e di Alvise Vidolin e
Marco Liuni al live electronics. Questa prima ha avuto
luogo nel contesto della serata inaugurale di Viale dei
canti, opera multimediale realizzata dall’artista murale
Giuseppe Caccavale, rappresentante dell’Italia alla 56°
Biennale di Venezia, e da Gervasoni stesso. L’opera,
promossa dalla direttrice dell’Istituto Marina Valensise,
consiste in un cantiere sonoro e visivo di cinquanta metri
installato sul muro esterno della sede dell’Istituto, l’Hôtel
Gallifret. Così il compositore presenta il nuovo progetto:
«Fu verso o forse fu inverno è un omaggio alla poesia di
Lorenzo Calogero (1910-1961), poeta italiano purtroppo
ignoto ai più, a cui mi sono avvicinato grazie a Giuseppe
Caccavale e a Marina Valensise. Affascina a una prima
lettura la bellezza e la musica(bi)lità dei suoi versi, quasi
anestetizzanti la sofferenza dello sguardo profondamente
introspettivo con il quale Calogero analizza attentamente
emozioni, sentimenti e percezioni e cerca
scrupolosamente le parole e le corrispondenze di suono
per trasfigurarle. È dunque una poesia intimista, ma che
non si richiude su se stessa in auscultazioni compiaciute
e solipsistiche. Nelle sue costruzioni sonore, Calogero
Premio Honegger 2016,
propone in diverse prime gli
esiti d’una ricerca incentrata
prevalentemente sulle
percussioni
continua a pag. 2
crea labirinti che portano a liberare e a trascendere il
dolore di una condizione personale attraverso la quale
egli esprime la sua viva conoscenza delle cose, e non a
imprigionarle in un universo autistico e autoreferenziale.
Visioni fantastiche eppure plausibili, associazioni
improbabili, parole che in virtù della loro collocazione
reciproca e della loro posizione nel verso, corrispondente
o meno al suo ritmo naturale, sembrano suonare
diversamente o significare diversamente, pur essendo da
sempre scolpite nella familiarità dell’apparente senso
comune. Nella sua realizzazione questo ciclo vocale,
forse destinato ad avere un prolungamento, si presenta
in una maniera del tutto convenzionale: una serie di
liriche accompagnate dal pianoforte e “straniate”
dall’elettronica che, diffusa sia all’interno del pianoforte
stesso tramite degli eccitatori posti sulla tavola armonica,
sia nello spazio della sala da concerto in maniera
trasparente o spazializzata, si occupa proprio di
trasfigurare la scrittura musicale e l’espressione poetica
che essa contiene, in piena adesione al testo
calogeriano. Così agendo, proprio come la poesia di
Calogero, compie un percorso che va dall’intimità delle
emozioni sentitamente descritte alla loro sublimazione in
metafore di pensiero. Per questo motivo il primo Lied
comincia in maniera del tutto rovesciata rispetto a quanto
ci si possa aspettare: il pianista lancia alcune schegge di
suono, le lascia risuonare passivamente; all’interno
continua a pag. 3
Due novità indagano la
poesia antica e moderna
tra Parigi e il Giappone
Luis de Pablo
Leggero-Pesante da Retratos y
Transcripciones (IV serie) per
pianoforte è stato proposto l’8
maggio alla Sala Berlanga della
Fundación SGAE di Madrid per
il ciclo “Formas del Silencio”,
nell’interpretazione di Horacio
Lavandera. Per fagotto verrà
eseguito il 4 giugno a Lucca per
il Cluster Compositori Europei
da Paolo Carlini. Pensieri,
rapsodia per flauto e orchestra
è stato presentato in prima
italiana il 19 maggio all’Opera
di Firenze per il Maggio
Musicale Fiorentino,
nell’interpretazione di Roberto
Fabbriciani e dell’Orchestra del
Maggio Musicale Fiorentino
diretta da José Ramón Encinar,
e verrà riproposto il 28 giugno a
Madrid, nella Sala Sinfónica
dell’Auditorio Nacional sempre
da Fabbriciani e Encinar,
quest’ultimo alla testa
dell’Orquesta de la Comunidad
de Madrid.
Christophe Bertrand
La chute du rouge per
clarinetto, violoncello,
pianoforte e vibrafono viene
eseguito dall’ensemble
Accroche Note il 29 settembre
alla Salle de la Bourse di
Strasburgo per il Festival
Musica. Si apre con Sanh per
clarinetto basso, violoncello e
pianoforte il nuovo Cd (col
legno WWE 1CD 20431) inciso
dal Trio Catch (Boglárka Pecze,
Eva Boesch e Sun-Young
Nam). La stessa formazione
porterà il pezzo in tournée il 17
settembre a Schwaz (Austria)
per il Festival Klangspuren, il
23 settembre a Worpswede
(Germania) per il Worpsweder
Musikherbst e il 2 ottobre al
Festival Musica di Strasburgo.
segue da pag. 1 (Fedele: Intensità emozionali)
leggermente diffratte da eterofonie più o meno evidenti.
Il tutto dà luogo a un accumulo progressivo di materiale
che si manifesta, nella parte centrale, in un continuum
ritmico-dinamico che a sua volta si frammenta in schegge
di pulsazione che richiamano l’inizio del pezzo. Nel
secondo movimento i profili lineari discendenti, segmenti
quasi mai curvilinei dell’oboe, richiamano suggestioni
visive: Mondrian, soprattutto. I “colori primari”, invece,
sono suggeriti dal contrappunto figurale del pianoforte
che ora distilla perle di armonici come condensazione di
note provenienti dal profilo dell’oboe, ora annuncia, con
fugaci arpeggi “cloches”, le regioni armoniche di
appartenenza di quei profili. Il tutto in un’atmosfera di
estrema astrazione e, al tempo stesso, intensità
emozionale». Un concerto monografico dedicato a Ivan
Fedele ospiterà il 1° giugno, all’Auditorium Pollini di
Padova, Two Moons per due pianoforti e elettronica,
nell’interpretazione di Mariagrazia Bellocchio e Aldo
Orvieto, pianoforti, e Alvise Vidolin (SaMPL, Padova),
informatica musicale, la prima esecuzione assoluta di
Wood-Skin Tracks per due percussionisti e elettronica,
affidata a Simone Beneventi e Dario Savron, nonché la
prima esecuzione italiana di Phasing per due pianoforti
e due percussionisti, interpreti Bellocchio, Orvieto,
Beneventi e Savron. Così l’Autore presenta il nuovo
progetto: «Tra il 2015 e il 2016 ho composto due pezzi
per percussioni: Wood-Skin Tracks per due esecutori
e live-electronics, e Metal East-Journey per un solo
esecutore e “light” electronics. Nella prima composizione
vengono usati due set simmetrici di percussioni di legno
(wood-blocks, temple-blocks e marimba) e di pelle
(grancassa e roto-toms). Nella seconda l’esecutore
suona esclusivamente strumenti di metallo. Questo
feeling con le percussioni è scattato con Phasing (2012),
per due pianoforti e due set simmetrici di percussioni,
e credo che continuerà in futuro perché è un universo
sonoro di straordinaria ricchezza al quale mi sono
avvicinato con interesse soltanto recentemente.
Wood-Skin Tracks è una composizione che si basa
sulla relazione spaziale tra i due set di strumenti,
eminentemente stereofonica. Ma all’interno di questa
stereofonia esiste anche una lettura diagonale dello
spazio (avanti/dietro) che dà ulteriore profondità al gioco
di rinvii, traiettorie e prospettive che la partitura
suggerisce con la complicità del mezzo elettronico. La
spazializzazione enfatizza, nella sala, il gioco dialettico
tra i due esecutori sulla scena. Il live electronics, invece,
moltiplica le potenzialità dinamiche, timbriche e
d’articolazione, proprie della tecnica percussiva,
elevandole a una dimensione “aumentata” che congiunge
il semplice gesto che produce il suono acustico alla sua
enfasi estrema di “ragione” (ma non “causa”) della sua
trasformazione e moltiplicazione elettroacustica.
Carlos Roqué Alsina
Virtuosismi strumentali
Due le prime esecuzioni assolute per Carlos Roqué
2
Ancestrale, primitiva, tecnologica, innovativa: questi
alcuni possibili e giustificati aggettivi per descrivere
l’atmosfera che riescono a suggerire questi strumenti,
che si perdono nella notte dei tempi e al tempo stesso
sono testimoni brillanti della contemporaneità». Chiude la
primavera di Ivan Fedele la prima esecuzione di Threnos
“in memoriam Henri Dutilleux” per violoncello solo,
commissione del Festival de Violoncelle de Beauvais che
la propone alla Maladrerie Saint-Lazare il 4 giugno
nell’interpretazione di Silvia Chiesa. Spiega il
compositore: «È il mio omaggio alla memoria di Henri
Dutilleux, distillatore di suoni e forme della consistenza
del sublime. Artista dal fascino discreto dell’esploratore di
sogni, ho pensato che meritasse un ringraziamento, ma
anche un rimpianto. Il rimpianto per un uomo di una
natura ormai in via di estinzione. Ecco perché ho scelto la
trenodia – morolòja si direbbe in grico salentino – l’antico
lamento funebre che è doloroso e eroico al tempo stesso.
Il violoncello parla, geme, sospira. Una voce di suono
avvolge il ricordo in una spirale che, lentamente, ci
conduce al senso ultimo e profondo della nostra
esistenza». Tra le altre esecuzioni di musica di Ivan
Fedele si segnalano le riprese di Bias per oboe e chitarra
il 7 maggio alla Timucua White House di Orlando
(Florida), per l’Accidental Music Festival, Marathon AMF,
interpreti Beatriz Ramirez e Chris Belt; Dedica per flauto
solo, sempre il 7 maggio all’Auditorium Celesti di
Desenzano del Garda per il Festival del Ned Ensemble,
con Chiara Picchi, solista del Ned Ensemble; Suite
francese V per arpa il 12 maggio nella Chiesa di Santo
Spirito a Gemona del Friuli (Udine), solista Emanuela
Battigelli; Thrilling Wings per violino solo, lo stesso 12
maggio al Konzerthaus di Friburgo in Brisgovia
(Germania), interprete Melise Mellinger, solista
dell’Ensemble Recherche; Études boréales, nn. 1, 2 e 5,
per pianoforte, il 2 giugno alla Galleria di Mantova per
“Trame Sonore”, Mantova Chamber Music Festival, con
Martin Malmgren; Epitaffio per voce recitante e orchestra,
in prima esecuzione italiana, e Morolòja kè erotikà per
voce femminile, un percussionista e orchestra d’archi il 4
giugno all’Auditorium del Parco dell’Aquila, nella cornice
del Festival “L’Aquila Contemporanea Plurale”, con
Valentina Coladonato, soprano, e Fabio Maestri alla testa
dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese; Cadenze per
pianoforte il 17 settembre all’Orangerie de Bagatelle di
Parigi, per la rassegna “Les Solistes à Bagatelle”,
interprete Vittorio Forte; Études boréales per pianoforte il
20 settembre all’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo,
solista Emanuele Torquati; infine Mudra per tredici
strumenti e Mosaïque per violino e orchestra da camera
il 27 settembre al Rachmaninov Hall di Mosca
nell’interpretazione di Francesco D’Orazio e dello Studio
for New Music Ensemble diretto da Igor Dronov.
Alsina nei prossimi mesi. Il 14 giugno la Cité
Universitaire de Paris propone 3 Hommages Brefs per
flauto, tromba e viola, nell’interpretazione dell’ensemble
Le Pli (Amélie Feihl, Noé Nillni e Antonin Lefaure), con
replica il 18 giugno al Conservatoire National (CRR) de
Paris. Spiega l’Autore: «3 Hommages brefs (omaggio
alla tromba, alla viola e al flauto) è una serie di tre pezzi
nei quali ciascuno strumento assume di volta in volta un
ruolo solistico dominante, con reminiscenze sonore
prossime al percorso musicale che ognuno di essi ebbe
nella storia. Una breve coda (“ensemble”) termina l’opera
con una sezione virtuosistica in cui tutti gli strumenti
suonano ritmi complessi rigorosamente insieme». Il 4
agosto sarà invece la Salle Campra di Aix-en-Provence
a ospitare il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra, con
l’Autore in veste di solista e l’Orchestre de Toulon sotto la
direzione di Yeruham Scharovsky. Così il compositore
Due Novità indagano i rapporti
tra solisti nella musica da
camera e con orchestra
descrive il nuovo lavoro: «Commissione della città di Aixen-Provence per il Festival International de Piano “Les
Nuits Pianistiques”, è in un unico movimento articolato in
tre sezioni ben differenziate che vanno suonate senza
soluzione di continuità. La scrittura è virtuosistica per il
solista e spesso anche per l’orchestra. Il concetto di
“musica da camera” riveste un ruolo importante nella
strumentazione e nell’orchestrazione di questo lavoro.
Passaggi di diversa densità convergono in un percorso in
seno al quale la frontiera tra musica da camera e
orchestra scompare grazie a strutture armoniche
precise». Il 27 maggio Éloignements per sei
percussionisti è stato ripreso al Théâtre de Hautepierre di
Strasburgo, nell’interpretazione delle Percussions de
Strasbourg; il 20 giugno sarà la volta di Klavierstück 7
per pianoforte, che il solista Xavier Aymonod eseguirà a
Fort Worth (Texas).
Aureliano Cattaneo
Trompe-l’oreille
A
ureliano Cattaneo è stato insignito dall’Associazione
Nazionale Critici Musicali del XXXV Premio “Franco
Abbiati” 2016, sezione “Novità per l’Italia”, ex aequo con
Alessandro Solbiati, per due suoi lavori: Parole di
settembre, in prima italiana alla scorsa Biennale di
Venezia, e Insieme, in prima esecuzione assoluta al
Festival di Milano Musica. Queste le motivazioni
dichiarate dalla giuria del Premio: «Insieme (2015),
commissione di Milano Musica e del Mdi Ensemble, e
Parole di settembre (2012-13), proposto in apertura della
Biennale Musica 2015, presentano sfaccettature diverse
della musica di Aureliano Cattaneo (1974) e della sua
originale ricerca sul suono. Nei tre libri di Parole di
settembre, per controtenore, soprano, baritono e
strumenti, le “parole” di Sanguineti offrono una grande
varietà di stimoli che Cattaneo coglie e trasfigura con
estrosa ironia, con raffinata e sapiente scrittura
strumentale e con mobile scrittura vocale». Cattaneo
propone nei prossimi mesi due prime esecuzioni
assolute. Il 10 giugno il Festival ManiFeste ospita alla
Philharmonie de Paris Corda per pianoforte preparato e
elettronica, affidato a Sébastien Vichard, pianoforte, e
Thomas Goepfer, informatica musicale Ircam. Il pezzo
sarà ripreso dai medesimi interpreti in prima esecuzione
italiana il 29 agosto al Museion di Bolzano per il Festival
Busoni. Spiega l’Autore: «Corda è un lavoro per
pianoforte e elettronica. L’idea principale è l’integrazione
dello strumento acustico con l’elettronica, realizzata
segue da pag. 1 (Gervasoni: Intimità e sublimazione)
prendono corpo le prime voci della poesia, non cantate
ma diffuse nel pianoforte dall’elettronica, con le quali la
voce dal vivo della cantante si confronta, come in uno
specchio. Si scruta, comincia a intessere un dialogo, quasi
a interrogare se stessa; si “stacca” dalle immagini che
essa stessa descriveva quasi fondendovisi (è il caso di
alcuni rumori naturali di pioggia che si ascoltano in
maniera iperrealista, mimetizzati con la risonanza del
pianoforte e della voce nel pianoforte). Nel Lied seguente
la voce e il pianoforte si fanno strumenti attivi della poesia,
ne portano sempre più l’espressione a emergere, fino al
terzo Lied nel quale la voce cantata diventa finalmente
protagonista, quasi esibendosi virtuosisticamente, in uno
stile recitativo portato all’estremo. Nei tre Lieder seguenti
assistiamo al percorso inverso: benché abbiano trovato il
tono, assunto il ruolo di voce dell’espressione poetica,
sublimato il rapporto con le cose dapprima sentite
introspettivamente, il canto e il suo alter ego pianistico
ripiegano in una sorta di visione malinconica: il mondo,
anche se cosmicamente trasferito al mondo delle idee,
conserva il suo mistero inafferrabile che il poeta credeva
di potere cogliere in un rapporto intimamente percettivo
con le cose. L’elettronica torna a farsi “naturale”: l’interno
del corpo risonatore del pianoforte nel quale si proietta la
voce e il corpo acustico della sala fanno un tutt’uno. E
persino l’esterno si fonde con l’interno: i rumori e le parole
del muro del Viale dei canti con il coro errante dei suoi
poeti, tutti all’inseguimento del senso sfuggente delle
cose, entrano nella sala fondendosi con l’elettronica e
accompagnano le ultime note del canto di Lorenzo
Calogero in una sorta di omaggio collettivo». Nel mese di
settembre Stefano Gervasoni soggiornerà in Giappone,
tra Tokyo e Takefu. Il 1° settembre l’Istituto Italiano di
Cultura ospiterà un concerto promosso dall’Arts Council
Tokyo in cui saranno proposti Ravine per flauto, solista
Mario Caroli, Clamour, terzo quartetto per archi, interprete
il Quatuor Diotima, e la prima esecuzione assoluta di una
novità per cantante Noh e quartetto d’archi, affidata a
Ryoko Aoki e al Quatuor Diotima. Il nuovo lavoro si ispira
ad alcuni testi tratti dall’opera poetica di Saigyô (11181190), il poeta più illustre del Giappone antico, autore di
114 poemi tradizionalmente conosciuti con il titolo I canti
dell’eremo di montagna, opera quasi millenaria ancora
oggi molto popolare. I versi composti dal figlio d’una
grande famiglia guerriera, diventato monaco a 23 anni per
attraverso l’uso di trasduttori applicati direttamente sulla
cassa di risonanza del pianoforte in modo che lo stesso
pianoforte funzioni da altoparlante. Tutti i suoni escono
quindi direttamente dallo strumento, creando una
sensazione di trompe-l’oreille per cui a volte è difficile
distinguere il suono originale da quello elettronico».
Il 24 settembre sarà invece proposta alla Warsaw
Philharmonic, nel contesto del Warsaw Autumn Festival,
la prima esecuzione assoluta della nuova versione del
Violinkonzert per violino e orchestra. La solista Sophie
Schafleitner sarà coadiuvata dalla National Polish Radio
Symphony Orchestra diretta da Emilio Pomarico.
Precisa Cattaneo: «Questa nuova versione rivista del
mio Violinkonzert per violino e orchestra, composto
originariamente nel 2006-2008, segue l’adattamento per
ensemble da camera che ho realizzato recentemente,
nel 2013. Il concerto è stato il mio primissimo pezzo
sinfonico, occasione per affrontare al tempo stesso il
problema di scrivere per l’orchestra e il rapporto tra
solista e gruppo strumentale. Risposi con un lavoro che
da un lato tentava di dialogare con la tradizione del
genere e con l’essenza del concerto, dall’altro trattava
il gruppo orchestrale come un ensemble cameristico
allargato. Questa tensione tra solista, musica da camera
e musica sinfonica è il punto focale del Violinkonzert e il
nucleo di un gioco di scritture incrociate in cui il mondo
costruito attorno alla parte del violino assume colori
distinti».
consacrarsi alla poesia, fanno risuonare il timbro delicato
di questa poesia del corpo, dello spirito e del cuore.
Dal 4 all’11 settembre Gervasoni è invitato al Takefu
International Composition Workshop come Assistant
Faculty nella masterclass di composizione di Toshio
Hosokawa. Nel corso del Festival saranno ripresi al
Bunka Center di Takefu Ravine, il 4 settembre,
nell’interpretazione di Mario Caroli, il 9 settembre la
novità per cantante Noh e quartetto d’archi presentata la
settimana prima a Tokyo, con Ryoko Aoki e il Quatuor
Diotima, Due poesie francesi di Luca per voce femminile
e ensemble su poesie di Ghérasim Luca, interprete
l’Ensemble del Takefu International Music Festival sotto la
direzione di Rüdiger Bohn, e Clamour, terzo quartetto per
archi, sempre nell’interpretazione del Quatuor Diotima.
Dal 2 al 6 agosto Stefano Gervasoni sarà Composer in
Residence alla Yellow Barn’s 2016 Summer Season,
a Putney (Vermont), dove è previsto un concerto
monografico (“Composer Portrait”) a lui dedicato il 2
agosto. In quell’occasione e complessivamente nel corso
della residenza saranno eseguiti Aster Lieder per voce,
violino, viola e violoncello, Sviete Tihi. Capriccio dopo la
fantasia per due pianoforti e due percussionisti, Six lettres
à l’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto d’archi,
Sonatinexpressive per violino e pianoforte, Phanes per
flauto solo, Strepito e garbuglio per contrabbasso solo,
Adagio ghiacciato per toy-piano (o celesta) e violino
ammutolito da W.A. Mozart, KV 356, e Luce ignota della
sera da R. Schumann, Zwölf vierhändige Klavierstücke für
kleine und große Kinder op. 85 n. 12, per pianoforte e live
electronics. Il 3 luglio Luigi Gaggero esegue Pas perdu
per cimbalom al Theaterhaus di Stoccarda, nell’ambito
della rassegna “Der Sommer in Stuttgart”. Il Quatuor
Diotima ripropone Clamour anche il 23 luglio al Festival
Pontino di Musica, Incontri Internazionali di Musica
Contemporanea. Infine, il 17 settembre avrà luogo al
Conservatorio di Torino, nel quadro del Festival MITO
Settembre Musica, la prima esecuzione italiana di Fado
errático per voce femminile, grande ensemble e live
electronics da Amália Rodriguez, nell’interpretazione di
Cristina Branco, del Divertimento Ensemble,
dell’Ensemble Sentieri Selvaggi e del Mdi Ensemble
diretti da Eduardo Leandro. Il concerto, realizzato in
collaborazione con l’Ircam di Parigi, sarà ripreso il 18
settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Il pianoforte, il violino e
l’orchestra al centro della
ricerca di due prime esecuzioni
Malika Kishino
Sensitive Chaos per ensemble
è stato proposto dal PESM
Bourgogne il 13 maggio alla
Salle des Fêtes di Vandoeuvreles-Nancy per il Centre Culturel
André Malraux; Vagues des
passions per due percussionisti
è stato presentato il 16 maggio
alla Fondation Camargo di
Cassis (Marsiglia) per il Festival
Les Musiques/GMEM,
nell’interpretazione delle
Percussions de Strasbourg.
Monochromer Garten VI per
viola sarà eseguito da Maria
Pache il 4 giugno al Forum
Neue Musik in der
Christianskirche di Amburgo
Ottensen. La prima esecuzione
di una novità per flauto, oboe e
clarinetto è in programma
il 23 settembre al VII Hörfest
Neue Musik di Detmold,
nell’interpretazione
dell’Ensemble Horizonte che
ha commissionato l’opera.
Henri Pousseur
La Litanie du miel matinal per
flauto solo è stata proposta il 19
maggio all’Opera di Firenze per
il Maggio Musicale Fiorentino
da Roberto Fabbriciani.
3
Premio Abbiati, tre novità (con
omaggio a Ravel) e un concerto
monografico al Festival del Ned
Ensemble
Michele dall’Ongaro
Nella cornice del Festival
“L’Aquila Contemporanea
Plurale”, il 6 giugno l’Orchestra
Sinfonica Abruzzese diretta da
Tonino Battista esegue
all’Auditorium del Parco di
L’Aquila Checkpoint per
orchestra e, integrata dall’Ars
Trio, Freddo per violino,
violoncello, pianoforte e
orchestra. La musica di E.Z.
per violino solo sarà proposta
nel mese di luglio da Franco
Mezzena a Sapporo (Hokkaido)
nel corso di una tournée. Mise
en abyme per ensemble è in
cartellone il 23 settembre al
Festival Traiettorie di Parma
nell’interpretazione
dell’Ensemble Prometeo.
Pasquale Corrado
I solisti e gli strumentisti del
Cantiere Donizetti e il Coro
Donizetti preparato da Fabio
Tartari propongono l’11 giugno
alla Domus Magna di Bergamo,
per la Fondazione Donizetti, la
ripresa di Donizetti Alive,
opera diffusa sulla vita e
l’arte di Gaetano Donizetti,
drammaturgia e regia di Ugo
Giacomazzi e Luigi Di Gangi.
Autoritratto con quartetto per
quartetto d’archi, registrato lo
scorso febbraio al Festival
Présences, è stato portato da
Radio France al Rostrum (la
Tribuna Internazionale dei
Compositori), dove ha ottenuto
la segnalazione della giuria e di
conseguenza un programma di
diffusione radiofonica europea.
4
Alessandro Solbiati
Lo specchio e il canto
Alessandro Solbiati è stato insignito del XXXV Premio
della critica musicale “Franco Abbiati” 2016, sezione
“Novità per l’Italia”, ex aequo con Aureliano Cattaneo,
per Il suono giallo con le seguenti motivazioni: «Anche
se non è la prima volta che il visionario Der gelbe Klang
di Kandinskij viene trasformato in un’opera, Il suono
giallo di Alessandro Solbiati, concepito come una sorta
di sinfonia scenica, ha colpito il pubblico del Comunale
di Bologna per la finezza e la densità della scrittura
musicale (curatissima nella direzione di Marco Angius),
ricca di atmosfere, di umori contrastanti, di continue
metamorfosi armoniche, per la concentrazione
espressiva degli intermezzi, per il raffinato gioco di
“madrigalismi” nelle parti vocali, reso ottimamente dalla
prova dei due cori e dei cinque solisti». Tre le prime
esecuzioni assolute previste nei prossimi mesi per
Alessandro Solbiati. Il 1° giugno il Fast Forward Festival
propone a Roma, al Teatro di Villa Torlonia, La nuit de
Maurice (d’après “Noctuelles”) per pianoforte, interprete
Francesco Prode. Spiega l’Autore: «Francesco Prode ha
lanciato un progetto affascinante, definibile “specchi al
quadrato”. Ha chiesto ad alcuni compositori di
“specchiarsi in uno degli Specchi”, cioè in uno dei cinque
brani che compongono i Miroirs di Maurice Ravel, e
comporre un proprio brano in qualche modo legato a
quello. Se il progetto è affascinante, per un compositore
si tratta però di una sfida inquietante: confrontarsi con la
più bella scrittura pianistica del mondo, quella di Ravel,
è impensabile. Bisognava riferirsi al modello, ma poi
dimenticarsene durante l’atto compositivo. Il mio La nuit
de Maurice si riferisce, come dice il sottotitolo, “d’après
Noctuelles”, al primo dei Miroirs. E anche il mio titolo è
un po’ uno specchio, giocato com’è su una sorta di
retrogrado di Gaspard de la nuit, irraggiungibile icona
pianistica. In particolare, ho preso due elementi di
Noctuelles: il nucleo cromatico delle cinque note
comprese tra mi e sol diesis, che Ravel presenta proprio
all’inizio del brano, e la nota pedale sib grave, sulla
quale è basato il suo episodio B; dopo di che ho
costruito un vero e proprio arco narrativo, immaginando
una notte di quella piccola farfalla notturna che è
appunto Noctuelle. Si parte dalle cinque note date in
modo assai sfumato, con armonici deboli del pianoforte;
poi le si fa via via risuonare, stoppate con patafix, nella
regione centrale dello strumento, e da quel centro, via
via, la farfalla prende vita attraverso una serie di
variazioni sulle cinque note che guadagnano
progressivamente registro e figura. Al culmine di questo
percorso si palesa una trappola, un accordo oscuro
costruito sul sib grave, tenuto dal pedale tonale,
che si ripete ossessivamente e sempre più forte,
“imprigionando” la precedente tendenza alla libertà (in
corrispondenza della parte B di Noctuelles). Ma quella
libertà viene “drammaticamente” riconquistata, e la si
festeggia con un canto disperso a tutto registro, basato
sulle cinque note, che si ripiega poi sulle note stoppate e
sugli iniziali armonici, chiudendo una parabola vitale
notturna che potrebbe anche essere stata un sogno di
Maurice. O di Alessandro». Il 23 luglio il Quatuor
Diotima propone al Festival Pontino di Musica, Incontri
Internazionali di Musica Contemporanea, la prima
esecuzione parziale della nuova versione del Terzo
Quartetto per archi. Infine, Antonio Politano interpreta il
22 settembre a Losanna, in prima esecuzione assoluta,
Conductus per flauto dolce contralto solo. Racconta
Solbiati: «Pochi anni fa ho composto per il gruppo di
flauti dolci Petzold di Antonio Politano, Prime, un brano
intitolato Il cammino di Elia. E in quella occasione sono
nate un’amicizia e una stima che mi hanno condotto a
una seconda collaborazione, per un solo flauto dolce
contralto. Antonio mi ha chiesto che il brano potesse
essere lento, un Adagio, per contrapporlo alla serie
sconfinata di brani molto inquieti a lui dedicati, e io ne ho
subito tratto lo spunto per costruire quasi un’invenzione
a due voci, sfruttando dei bellissimi bicordi dello
strumento e la possibilità di sommare la voce dello
strumentista al suono del flauto, aprendo poi, in taluni
punti, uno spazio monodico e melodico». Il New Made
Ensemble ha proposto il 21 maggio all’Auditorium
Celesti di Desenzano, nel corso del Festival del Ned
Ensemble, un concerto monografico dedicato a
Alessandro Solbiati e Franco Donatoni. Di Solbiati sono
stati eseguiti As If To Land per flauto solo, Variazioni
Felix per violoncello e pianoforte, Dedica per fisarmonica
e Flos (Omaggio a Francesco Pennisi), per flauto,
clarinetto, violoncello, pianoforte e percussioni,
nell’interpretazione dei solisti e dell’intero New Made
Ensemble diretto da Alessandro Calcagnile. Numerose
in questi mesi le riprese di lavori di Alessandro Solbiati:
Dawn II per quartetto di saxofoni il 13 maggio al
Conservatorio S. Cecilia per I Venerdì Musicali della
Real Academia de España en Roma, affidato al
Modulabile Saxophone Ensemble; Path per clarinetto
solo il 28 maggio, ancora all’Auditorium Celesti di
Desenzano per il Festival del Ned Ensemble, con
Gabriele Galvani, solista del Ned Ensemble; Guernica
per flauto, violino, viola e violoncello il 7 giugno a
Versailles, per il Festival Le Mois Molière, interpreti
Christel Rayneau e l’Hélios Ensemble; Fête e Interludi
per pianoforte il 18 giugno per la Festa della Musica di
Mantova, nell’esecuzione dei pianisti selezionati dal
progetto “Call for young performers”, masterclass di
Maria Grazia Bellocchio; Tre pezzi per chitarra il 21
giugno al Museo del Novecento di Milano, solista
Andrea Monarda; A tEma per flauto e trio d’archi il 9
luglio all’International Workshop for Young Composers
di Bobbio, nell’interpretazione del Divertimento
Ensemble diretto da Sandro Gorli; Am Fuß des Gebirgs
per flauto, clarinetto basso e pianoforte e Con l’antico
canto per flauto (ottavino) e clarinetto basso il 28 luglio
al Centro Nacional de las Artes CENART di Mexico City,
affidato ai solisti del Dynamis Ensemble Birgit Nolte,
Rocco Parisi e Candida Felici; una selezione dei Sette
pezzi per orchestra d’archi il 7 agosto alla Mariahilfer
Kirche di Vienna, con interpreti gli studenti e i docenti
della Orpheus Academy. Alessandro Solbiati è stato
insignito del premio “Chitarra d’oro per la Composizione”
dal Comitato Scientifico del 21° Convegno
Internazionale di Chitarra “in omaggio alla prestigiosa e
autorevole attività artistica e professionale” del
compositore. Il premio – conferito nel passato a Bruno
Bettinelli, Vittorio Fellegara, Goffredo Petrassi, Hans
Werner Henze e Ennio Morricone – sarà conferito il
1° ottobre presso il Conservatorio “Antonio Vivaldi”
di Alessandria; in quell’occasione Luigi Attademo
interpreterà un lavoro di Solbiati per chitarra. Un titolo
di questa produzione del compositore lombardo, Studio
n. 1, compare infine nel Cd Stradivarius per chitarra sola
di Andrea Monarda (Dieci minuti all’alba. Omaggio a
Giorgio Gaslini).
È disponibile on line il catalogo delle Edizioni Suvini Zerboni.
Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.
Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo
e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.
Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,
notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.
Vittorio Montalti
Raccontare storie
Vittorio Montalti è stato insignito della IV edizione del
Premio speciale “Una vita nella musica giovani”,
categoria compositori, consegnato il 22 aprile alle
Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Il prestigioso
riconoscimento è stato attribuito dalla giuria, presieduta
da Mario Messinis, con le seguenti motivazioni: «La
musica di Vittorio Montalti si distingue per la naturale
tendenza a sperimentare nuove forme espressive,
in maniera originale e avulsa dalle convenzioni
accademiche. La ricerca di Montalti si serve di una
felice mescolanza di mezzi acustici e
elettronici. Raggiunge un interessante
equilibrio tra tradizione e innovazione.
La spiccata gestualità delle sue
partiture spinge la sua musica verso il
mondo del teatro, dove ha già raccolto
significativi consensi con la sua prima
opera L’arte e la maniera di affrontare
il proprio capo per chiedergli un
aumento, su libretto di Giuliano
Compagno ispirato a un testo di
Georges Perec, commissionata nel
2013 dalla Biennale Musica. La
conferma di questo spontaneo talento
per l’espressione scenica, venata
d’ironia e d’umorismo, viene dalla
recente vittoria al concorso bandito dal
Teatro dell’Opera di Roma, che allestirà nel 2017 la
nuova opera di Montalti Un romano a Marte. I suoi
lavori, sia di natura teatrale, sia di genere strumentale,
mescolano senza eccessive remore puristiche sonorità
grezze, immagine video, espressione corporea, vocalità
eterogenea, momenti d’improvvisazione, il tutto fuso
all’interno di una scrittura formalmente ricercata e
costantemente sottoposta al controllo dell’autore».
Tre sono le prime esecuzioni assolute di Montalti in
programma nei prossimi mesi. Il 1° giugno il Fast
Forward Festival di Roma propone al Teatro di Villa
Torlonia Verticale (d’après “La Vallée des Cloches”)
per pianoforte solo, nell’interpretazione del solista
Francesco Prode. Scrive l’Autore: «Verticale è un brano
scritto per Francesco Prode e per il suo progetto di
“teatro musicale dell’ascolto” Miroirs. Il lavoro si ispira
all’ultimo dei Miroirs di Ravel, Vallée des Cloches.
Ho immaginato un’ipotetica partitura che incrocia
perpendicolarmente la partitura di Ravel e racconta
un’altra storia dal carattere affine». Sarà invece il Teatro
Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto a ospitare il 9,
10 e 11 settembre Ehi Giò. Vivere e sentire del grande
Rossini, opera per un attore, un performer, tre voci
(soprano, tenore, baritono), ensemble ed elettronica su
libretto di Giuliano Compagno. Ne saranno interpreti
Emanuele Salce, attore e l’Ensemble del Teatro Lirico
Sperimentale “A. Belli” diretto da Enrico Marocchini;
Montalti stesso siederà all’elettronica, mentre la regia è
affidata ad Alessio Pizzech. Racconta il compositore:
«Da qualche anno a questa parte mi sono interessato
sempre più a progetti di teatro musicale o che, in
generale, implicassero il contatto con forme d’arte
diverse dalla musica. Sono infatti attratto dall’idea di
poter creare un’opera che coinvolga tanti mezzi diversi
immergendosi in un lavoro di équipe e dal fatto che si
possa sviluppare il pensiero teatrale su diversi piani,
veicolandolo attraverso modalità artistiche diverse. Per
dirla con Luciano Berio, opera è il plurale di opus
(lavoro): il suo significato profondo rimanda quindi a una
grande macchina entro la quale coabitano differenti
lavori (la musica, il testo, i costumi, le scenografie, le
luci, il video...). Tutti mirano a un medesimo, comune
obiettivo e insieme concorrono alla creazione di un
unico organismo. Così, quando il Teatro Lirico
Sperimentale di Spoleto mi ha chiesto di immaginare un
nuovo progetto d’opera, assieme a Giuliano Compagno
abbiamo pensato a un lavoro di teatro musicale che
rappresentasse un omaggio a Gioacchino Rossini, tra i
musicisti più venerati di ogni tempo. La nostra piccola
impresa stava dunque nel ricercare quelle verità, per noi
fondamentali, che in qualche modo potessero ancor
meglio delineare un profilo tanto significativo per la
storia del teatro d’opera italiano, così da connotare più
profondamente – sebbene ciò appaia impossibile – una
personalità la cui vita privata si sarebbe piuttosto
rivelata in quella sorta di narrazione aneddotica che lo
stesso Rossini non disdegnava, forse per celarsi meglio
al mondo». Infine, è in cartellone il 24
e 25 settembre al Teatro Cavallerizza
di Reggio Emilia, per la Fondazione
I Teatri, Aperto/Rec Festival, la prima
esecuzione della nuova versione di
L’arte e la maniera di affrontare il
proprio capo per chiedergli un
aumento, opera da camera per un
performer, due voci, un attore,
ensemble e elettronica.
L’interpreteranno Jo Bulitt, attoreperformer, Ljuba Bergamelli, soprano,
Nicholas Isherwood, basso, l’Icarus
Ensemble diretto da Yoichi Sugiyama,
l’Autore stesso e Simone Conforti,
all’elettronica; la regia sarà di Claudia
Sorace (Muta Imago). Spiega
Montalti: «Si tratta di una nuova versione della mia
prima opera da camera. Avevo in mente da tempo di
farne una nuova versione dalla durata più estesa,
rivedendone l’orchestrazione e l’elettronica di alcuni
passaggi. L’occasione per realizzare questo progetto
si è presentata quando Il Festival Aperto dei Teatri di
Reggio Emilia ha commissionato a me, Giuliano
Compagno e Claudia Sorace (che lavorerà con la sua
compagnia Muta Imago) la versione definitiva
dell’opera. Al progetto prenderanno parte anche Ljuba
Bergamelli, Jo Bulitt e Nicholas Isherwood, artisti con
cui sto lavorando da diverso tempo su progetti di teatro
musicale e con cui si è venuto a creare un rapporto di
intesa e stima reciproca. Il testo parla di una delle
situazioni più scomode che possano esistere per un
impiegato, ossia presentarsi al proprio superiore
chiedendo un aumento di paga. L’azione è semplice,
ma provoca numerosi dubbi e incertezze in chi la deve
compiere: tutta una serie di interrogativi che diventano
un forte spunto immaginativo per lo scrittore francese
che, anziché scegliere una delle possibili situazioni,
decide di rappresentarle tutte, mettendo così in scena
l’incertezza del povero impiegato. L’idea molto
affascinante di Perec è stata quella di basare la struttura
del racconto su un diagramma di flusso che contempla
tutte le possibili soluzioni, scegliendo di percorrerle
tutte. Il concetto di vincolo diventa così motore creativo:
un procedimento che presenta una forte affinità con
il mio modo di lavorare. Perec era infatti uno dei
rappresentanti di spicco dell’Oulipo, gruppo di letterati e
matematici francesi fondato nel 1960, il cui credo partiva
dal presupposto che colui che “obbedisce a regole
rigide ed arbitrarie, ma a lui perfettamente note, è molto
più libero di colui che si crede libero perché ignora le
regole a cui obbedisce”. Da sempre ho sentito un forte
bisogno di formalizzare i processi compositivi, di non
lasciare nulla al caso nella scrittura. Organizzo così
il mio lavoro costruendo dei meccanismi che mi
permettano di avanzare nella scrittura. Scrivere per la
voce diventa una sorta di “analisi”. Una volta isolati
frammenti più significativi, passo a una scomposizione
del testo in cui la comprensibilità del testo viene meno.
Quello che m’interessa è che il vero significato si possa
al limite intravedere ma che non sia mai esplicito.
Il senso delle parole sarà incarnato da un organismo
musicale di cui le macerie dell’elemento verbale
saranno il seme».
Premio “Una vita nella musica
Giovani 2016”, il compositore
ritorna per due volte sulle
scene
Luigi Dallapiccola
Le Quattro liriche di Antonio
Machado per voce e pianoforte
sono state eseguite al Festival
del Ned Ensemble il 7 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano nell’interpretazione
di Chiara Milini, soprano, e
Andrea Mannucci, pianoforte,
solisti del Ned Ensemble.
Due liriche di Anacreonte per
soprano e strumenti sono in
programma il 23 giugno alla
Sala del Buonumore del
Conservatorio “L. Cherubini”
di Firenze con l’Ensemble di
musica contemporanea dello
stesso conservatorio istruito da
Luciano Garosi. Tartiniana,
divertimento per violino e
orchestra su temi di Giuseppe
Tartini, è in programma il 13
agosto al Fisher Center for
the Performing Arts del Bard
College ad Annandale-onHudson, New York, nel
contesto del Bard Music
Festival, nell’interpretazione di
Jesse Mills e dell’Orchestra
Now diretta da Zachary
Schwartzman. Nella stessa
sede sarà possibile ascoltare
il giorno dopo, 14 agosto,
il Quaderno musicale di
Annalibera per pianoforte,
affidato alla solista
Anna Polonsky.
Giovanni Verrando
Animismus per clarinetto
basso, flauto, violino e
violoncello è stato eseguito il
19 maggio all’Espace des Arts
sans Frontière di Parigi, per la
rassegna “Infuse Présente”,
dall’Ensemble Soundinitiative.
Fourth Born Unicorn (Rounded
Version) per viola d’amore e
Fourth Born Unicorn (Angular
Version) per viola sono stati
presentati in prima esecuzione
assoluta il 25 maggio all’Istituto
Italiano di Cultura di Parigi da
Marco Fusi; il concerto viene
replicato il 9 giugno all’Istituto
Italiano di Cultura di
Strasburgo.
5
Camillo Togni
È uscito per Naxos (8.573430)
il Cd Camillo Togni. Complete
Piano Music 3, in cui Aldo
Orvieto, coadiuvato in due
occasioni da Fausto Bongelli,
propone in prima registrazione
mondiale sette lavori pianistici
di grande varietà risalenti al
periodo 1926-1967: le Serenate
n. 3 op. 13 (1941), n. 6 p. 19a
(1943), n. 7 op. 20 (1943/44),
la Sonatina op. 26 (1945),
l’Omaggio a Bach op. 32
(1950/51) per due pianoforti,
l’Allegretto gioviale (1926)
per pianoforte a 4 mani,
trascrizione del primo
movimento della Lyrische Suite
di Berg, per concludere con
le Tre fantasie scherzose
(parafrasi di musica leggera)
(1967).
Luca Mosca
Canzoni trasfigurate
Una selezione di brani (i nn. XX, XXIII, XXV, XXXI) da
Canzoni crudeli per voce e pianoforte su testi del Conte di
Lautréamont è stata proposta in prima esecuzione assoluta
il 30 maggio per il Festival Risuonanze 2016 alla Villa De
Rubeis Florit di Tarcento (Udine) da Akiko Kozato,
mezzosoprano, e Adele D’Aronzo, pianoforte.
Il 29 settembre è invece in programma per il
Bologna Festival all’Oratorio San Filippo Neri la
prima esecuzione assoluta di Fly Songs, dodici
canzoni per voce e quattordici strumenti su testi
di Gianluigi Melega. Ne saranno interpreti
Cristina Zavalloni e l’Ensemble da Camera
del Conservatorio “A. Boito” di Parma diretto
da Pierpaolo Maurizzi. La serie Fly Songs,
eseguibile anche autonomamente, appartiene al
più ampio ciclo American Songs, ventitré canzoni
per voce e quattordici strumenti, di cui costituisce
i numeri dispari; i numeri pari, canzoni tradizionali
americane, formano la sezione intitolata 11
Canzoni americane, anch’essa fruibile anche
autonomamente. In questi termini il compositore presenta il
nuovo progetto: «Un anno fa Mario Messinis mi ha chiesto di
comporre un grande ciclo di canzoni per Cristina Zavalloni e
il gruppo di Pierpaolo Maurizzi. Le canzoni dovevano essere
per metà mie e per metà standard americani degli anni dal
’30 al ’50. Ne è scaturito un recital per voce e 14 strumenti di
23 canzoni, le dispari mie, le pari americane, accompagnate
da un variegato ensemble strumentale composto, tra gli altri,
da un pianoforte verticale preparato, dalla chitarra elettrica e
da una tastiera elettronica. La suggestione dei magici film
hollywoodiani di quegli anni in cui attrici come Rita Hayworth,
Gloria Grahame, Lizabeth Scott o Barbara Stanwyck
cantavano in locali fumosi e poco raccomandabili è qui
Nicola Sani
Luigi Manfrin
B(l)ack Light… Down Inside
the Memory per pianoforte a
quattro mani è in cartellone, in
prima esecuzione italiana e
integrale, il 5 giugno alla
Galleria del Palazzo Ducale di
Mantova per la rassegna Trame
Sonore, Mantova Chamber
Music Festival, interpreti Maria
Ala-Hannula e Leonardo
Zunica. Per la presentazione di
questa novità cfr. ESZ News
n. 69.
Roberto Fabbriciani
Primavera per cinque strumenti
verrà eseguito dall’Ensemble
Suono Giallo il 10 giugno al
Grande Ferro di Burri di
Ravenna per il Ravenna
Festival.
6
trasfigurata come in un sogno. In questo lavoro mi sono
trovato pienamente a mio agio poiché già in certe opere
come Mr. Me, Signor Goldoni o L’Italia del destino, e in
alcuni cicli liederistici quali Words to Score a Rhyme
avevo scritto dei veri e propri songs ispirati alla canzone
americana, sia pure rivisitata. In questo caso però
l’alternanza di canzoni mie e di originali americani
acquista tutto un altro senso, poiché di volta in volta
il rapporto fra loro può essere non solo di vicinanza
o richiamo, ma anche di lontananza e contrasto.
La stessa scelta della strumentazione riflette questo
aspetto con la presenza atipica nell’ensemble della
chitarra elettrica e della tastiera elettronica insieme
alla presenza di strumenti acustici come due
clarinetti, tromba, trombone, vibrafono, chitarra
classica, pianoforte verticale preparato, pianoforte
a mezza coda, violino, violoncello e contrabbasso,
a testimonianza della mia volontà di creare
un’illusione sonora del tutto nuova. Il risultato
di questa mescolanza è teso a sorprendere: le canzoni
americane sono a volte strumentate come uno si
aspetterebbe, ma altre volte sono state trasformate in
maniera timbricamente inusitata. Le mie canzoni, al
contrario, talvolta invertono la naturale tensione sonora
per avvicinarsi e amalgamarsi a quelle che man mano le
precedono e le seguono. Di grande stimolo mentre le
scrivevo mi è stato pensare alla voce multiforme e alla
formidabile presenza scenica di Cristina Zavalloni. Il ciclo
di American Songs è dedicato a Paola e Mario Messinis».
Si segnala infine la ripresa di Tre canzoni veneziane per
chitarra, proposte il 28 maggio all’Auditorium Celesti di
Desenzano nel quadro del Festival del Ned Ensemble dal
solista del gruppo Michele De Vincenti.
Drammaturgia del suono
P
rima esecuzione italiana per Nicola Sani il 7 giugno
all’Auditorium del Parco di L’Aquila: Manuel Zurria e
l’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Tonino Battista
interpreteranno Seascapes IV “Haifa” per flauto contralto e
orchestra. In questi termini il compositore presenta il lavoro:
«Il rapporto con l’immagine visiva è una delle dimensioni che
più mi affascinano nella ricerca sonora. Non una
corrispondenza descrittiva, ma un libero rapporto
di relazioni timbriche e percettive. In una musica
in cui prevale l’aspetto “materico” del suono, è
determinante la componente comunicativa del
messaggio sonoro, la sua “drammaturgia”. La
ricerca all’interno del suono naturale,
l’esplorazione delle sue componenti è il punto di
congiunzione con l’elaborazione acustica dello
“spazio timbrico”. Elaborazione che diventa
elemento determinante della composizione e della
drammaturgia sonora, attraverso l’analisi e l’articolazione dei
parametri costitutivi del suono. Seascapes IV “Haifa” è un
tableau sinfonico di forte impatto espressivo che parte dalla
necessità di far convivere il suono strumentale con la sua
immagine timbrica elaborata e proiettata nello spazio, in un
insieme di contrasti e riflessioni. A guidarmi in questa
trasfigurazione sono state le immagini fotografiche di Hiroshi
Sugimoto, uno dei principali artisti giapponesi contemporanei
e in particolare i suoi paesaggi marini. Sono immagini
intense, coinvolgenti e folgoranti nella loro contemplativa
staticità in cui, analogamente al mio lavoro sul suono,
l’artista giapponese elabora istantanee del mare fotografato
a perdita d’orizzonte. L’acqua e l’aria definiscono zone di
colore, nella gradazione dei grigi e del bianco e nero, che a
volte si confondono e a volte sono in profondo contrasto. In
alcuni dei Seascapes di Sugimoto compare tra i due campi
una terza componente quasi impercettibile, come una linea
di luce trasparente, quella della superficie dell’acqua. Sono
immagini di grande potenza emotiva, che ricordano le pitture
di un artista che mi ha sempre profondamente affascinato,
Mark Rothko, altro riferimento importante nella mia musica.
Vede la luce un vasto ciclo
di canzoni ispirato al cinema
americano
Un capitolo del ciclo
“Seascapes” in prima
italiana a L’Aquila
Seascapes IV “Haifa” nasce dall’osservazione e
dall’interiorizzazione di queste immagini, nel tentativo di
trasferirle nella dimensione temporale e spaziale
dell’immaterialità sonora e nell’impressione visiva del
paesaggio di Haifa, impresso nel ricordo, dove avvenne la
prima esecuzione del brano. Le superfici timbriche
dell’orchestra generate dagli stessi suoni strumentali
si specchiano per affinità e contrasto; all’interno
dell’orchestra si scatena un’ulteriore dimensione di
contrasto, costituita dalle stratificazioni dei suoni dei
fiati e da quelle degli strumenti ad arco. Le
percussioni affiorano e a volte emergono con forza
sottolineando la linea di congiunzione e divisione tra
questi campi sonori, costituendone il limite,
l’orizzonte e la superficie ruvida e liquida. In questo
contesto, il rapporto con lo strumento solista non è di
natura concertante, ma ne integra il suono come generatore
e sintesi dello spazio timbrico che lo circonda. Non c’è
dialogo tra il flauto e l’orchestra; il solista “illumina” alcune
traiettorie del paesaggio sonoro, ne mette in evidenza
determinati piani e livelli, come una lente di ingrandimento
che accompagna il nostro sguardo sul suono, scoprendo
nuovi orizzonti interiori. Il flauto contralto, strumento
misterioso e ricco di nuances, diventa la voce dello sguardo,
una lacerante prospettiva interiore lanciata oltre l’orizzonte».
Il 4 giugno Paolo Carlini riprende a Lucca, per il Cluster
Compositori Europei, AchaB per fagotto solo. L’Ensemble
Suono Giallo porta Verso un altro occidente II per flauto,
clarinetto, saxofono contralto, pianoforte e percussioni il 5
giugno all’Auditorium del Parco di L’Aquila, per il Festival
“L’Aquila Contemporanea Plurale” e il 10 giugno al Grande
Ferro di Burri di Ravenna, per il Ravenna Festival.
L’Accademia Musicale Chigiana propone a Siena il 28 luglio
More is Different per flauto iperbasso, supporto digitale a 8
canali, motion capture e live electronics, con Roberto
Fabbriciani e Alvise Vidolin, e il 29 luglio Come una specie
di infinito per violoncello e pianoforte, con David Geringas e
Ian Fountain.
Javier Torres Maldonado
Residenza messicana
Javier Torres Maldonado sarà compositore in residence
presso il Centro Nazionale delle Arti
(CENART) di Città del Messico, con il
sostegno di Ibermusicas dell’organizzazione
di Stati Iberoamericani, dal 12 al 31 luglio.
La residenza comporta la commissione di un
nuovo brano per Jake Arditti e il Quartetto
Arditti e una serie di seminari e conferenze
incentrati sulle opere del compositore e
sull’estetica musicale che le caratterizza.
Alcuni di questi eventi prevedono esecuzioni
dal vivo da parte dei musicisti dei due
ensemble in residence: il Dynamis Ensemble di Milano
e l’Ensemble Taller Sonoro di Siviglia. Conferenze,
seminari e lectiones magistrales si terranno presso l’Aula
Magna del Centro Nazionale delle Arti. Come parte delle
attività legate alla residenza, il CENART ha dato vita a
un nuovo “Ciclo Internacional de Música Laberintos
Sonoros”, durante il quale saranno eseguiti presso
l’Auditorio “Blas Galindo” del CENART, affidati al Taller
Sonoro, il 27 luglio Tiento per violoncello solo e i Tres
Estudios para violín; il 28 luglio Interstizi per violino e
violoncello, e la prima esecuzione messicana di De
ignoto cantu, versione per clarinetto basso, percussioni e
violoncello; il 29 luglio Orior per pianoforte e Primer libro
del canto alado per ottavino, flauto, flauto in sol e flauto
basso; il 30 luglio, in questo caso
nell’interpretazione del Dynamis Ensemble, in
prima esecuzione assoluta una novità per
flauto, clarinetto e pianoforte, e Desde el
instante, versione per clarinetto basso, e, di
nuovo affidati al Taller Sonoro, Figuralmusik I,
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e
pianoforte, Hemisferios artificiales per due
gruppi strumentali e Iridiscente per pianoforte,
percussioni e sistema elettroacustico
interattivo. Torres Maldonado terrà un
seminario per dieci giovani compositori i cui lavori
saranno eseguiti sia durante la residenza che nel 2017
a Siviglia dall’Ensemble Taller Sonoro. L’11 giugno i
violinisti Paulina Derbez e Umberto Lopez eseguiranno
Montuno y canto al Festival “Mexico Contemporaneo” di
Toronto (Canada). Il 17 aprile Tania Sikelianou ha
interpretato Tres Estudios para violín e Invención per
violino solo. Il 27 e 28 maggio Torres Maldonado ha
tenuto una masterclass di composizione presso
Musikene (la Scuola Superiore di Musica dei Paesi
Baschi), a San Sebastián; e il 13 e 14 aprile un
seminario di composizione presso il Real Conservatorio
Superior di Málaga, Spagna.
Rassegna
Rassegna
stampa stampa
Sul Cuarteto de cuerdas n. 2 per quartetto d’archi all’Église SaintMerri di Parigi, 15 aprile 2016
Michèle Tosi, «Anaclase», 19 aprile 2016:
Per il Cuarteto de cuerdas n. 2 del messicano Javier Torres
Maldonado gli interpreti occupano il palco principale, all’incrocio tra la
navata e il transetto. L’opera, strutturata in tre movimenti, inizia con un
flusso energetico che trasporta una materia dalla densità talvolta al
limite della saturazione, esplorando i diversi registri degli strumenti.
Per questo viaggio di andamento ondulatorio, gli archetti eseguono un
movimento rotatorio sulla corda, colpita sia col legno che con le corde.
Il secondo movimento – Nella nuvola di seta e di cristallo – contrasta
per via d’una scrittura più solistica e cesellata, prima d’una nuova
investigazione all’interno dei sedici archi attorno a differenti tecniche
di pizzicato. Nell’acustica generosa della chiesa, la proiezione ha un
effetto splendido. Magnificamente eseguito dai musicisti, il terzo
movimento rinnova l’energia con una potenza espressiva nuova (testi
di Vicente Huidobro sono in filigrana all’ispirazione del compositore)
fino al gesto finale, molto rapito.
Valerio Sannicandro
Prospettive cangianti
Il 1° luglio sarà presentata a Stoccarda al Festival “Der
Sommer in Stuttgart” la prima esecuzione assoluta di
Finesterrae per cinque voci soliste, viola (e-viola, viola
d’amore) e live electronics, affidata al solista Gart Knox,
ai Neue Vocalsolisten Stuttgart e all’Experimentalstudio
Freiburg des SWR (Reinhold Braig, Thomas Hummel e
lo stesso Sannicandro) al live electronics. Così il
compositore spiega la concezione del nuovo lavoro:
«Finesterrae (neologismo che indica la fine delle terre
o della Terra), basato su frammenti di Tommaso
Campanella (1568-1639), è concepito come
introduzione a una composizione per 32 voci,
Anteterrae, composto nel 2005 sempre su testi di
Campanella. In questo lavoro momenti col live
electronics e/o l’amplificazione sono alternati a sezioni
acustiche, dando l’impressione di un costante
mutamento di spazio, di prospettive (fonti sonore più o
meno vicine, mobili o immobili). Due parti principali in
forma di successione di movimenti brevi (Finis I e II,
Didattica, conferenze,
molte esecuzioni e una
prima assoluta nel carnet
della residenza
Franco Donatoni
Algo per chitarra è in cartellone
il 21 giugno alla Sala Arte
Povera del Museo del
Novecento di Milano
nell’interpretazione di Andrea
Monarda. Lumen per sei
strumenti è in programma il
23 giugno alla Sala del
Buonumore del Conservatorio
“L. Cherubini” di Firenze con
l’Ensemble di musica
contemporanea dello stesso
conservatorio, istruito da
Luciano Garosi.
Pedro-Octavio Díaz, «Classiquenews», 20 maggio 2016:
Prima esecuzione in Francia del Cuarteto de cuerdas n. 2 del
compositore messicano Javier Torres Maldonado. Splendidamente
interpretato dai solisti dell’Ensemble Sillages, questo quartetto per
archi è un esempio tipo d’un linguaggio nuovo e appassionato nella
scrittura della musica contemporanea. Esaltando il lirismo e
abbandonando la glossa sempiterna dello spettrale, l’ancoraggio
melodico di ogni movimento è un piacere che fiorisce di trovate e
sorprese che dà gioia scoprire. Senza cadere nella fatuità spoglia dei
quartetti estenuanti di Dusapin, Javier Torres Maldonado dispiega una
palette ricca e precisa al tempo stesso, sviluppa da maestro del
genere dei respiri che aprono le frasi e nutrono l’interpretazione.
Con una visione più organica e sensibile, Javier Torres Maldonado
riprende la fiaccola di Haydn e Brahms nella concezione del quartetto
per archi e apre una nuova strada a questo genere.
formate da suoni e gesti molto diversi) sono seguite da
una sezione in cui le voci producono rumori, idealmente
come singole parole distese nel tempo. All’interno di
questa parte, tre sezioni acustiche per viola d’amore e
controtenore proiettano in modo brusco l’atmosfera in un
mondo irreale, fatto di timbri e voci arcaici. La parte
estrema del lavoro (Lumina) apre a un mondo effimero,
sospeso, in cui piccoli suoni vocali, che imitano suoni di
natura come il vento o l’acqua, scorrono paralleli alle
risonanze dell’ultimo rimbalzo della viola». Tra le riprese
di lavori di Valerio Sannicandro si segnalano quelle di
Mare logos per flauto basso e dodici voci, proposto il 27
maggio all’Auditorium dell’Hotel Minerva di Arezzo da
Roberto Fabbriciani e dall’ensemble Vox Cordis diretto
da Lorenzo Donati, e Trois Chants Noh per voce
femminile e flauto, in programma il 1° settembre
all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, nell’interpretazione
di Ryoko Aoki e Mario Caroli.
Tommaso Campanella ispira un
progetto complesso in prima a
Stoccarda
7
Molta musica, un libro e un Cd
celebrano il talento poliedrico
del compositore agli Amici del
Loggione
Luciano Berio
Chamber Music per voce
femminile, clarinetto, violoncello
e arpa su poesie di James
Joyce è in programma il 14
agosto al Fisher Center for the
Performing Arts del Bard
College ad Annandale-onHudson (New York), nel
contesto del Bard Music
Festival, nell’interpretazione dei
Bard Festival Chamber Players.
La ricerca di un’architettura
sonora essenziale ispira una
novità cameristica
8
Giorgio Gaslini
Due giorni per Giorgio
Gli Amici del Loggione del Teatro alla Scala di Milano,
in collaborazione con l’Associazione “Pietro Mongini”,
hanno dedicato un weekend di musica e memorie a
Giorgio Gaslini. Dalle 16 alle 23 di sabato 28 e
domenica 29 maggio un nutrito gruppo di artisti si è
cimentato in un ricco carnet di interpretazioni e
rievocazioni della figura del compositore. La kermesse,
ideata da Adriano Bassi, ha proposto tra l’altro, della
produzione cameristica di Gaslini, Les carillons fou per
flauto e pianoforte, nell’interpretazione di Roberto
Fabbriciani e Massimiliano Damerini, Aria con figure per
flauto e pianoforte (medesimi interpreti), Traiettorie per
flauto, flauto in sol e flauto basso (Fabbriciani), ChantsSongs (Fabbriciani e Damerini), Myanmar Suite per
quartetto di flauti (Les Flutes Joyeuses), la Sonata per
violino e pianoforte, quasi una fantasia per violino e
pianoforte (Emy Bernecoli e Monica Cattarossi), Cosa
dicevano le tue labbra e Forse sei tu da Songbook per
voce e pianoforte (Dyana Bovolo e Maurizio Carnelli),
Artemisia e Speronella da Fiori musicali per pianoforte
(Carnelli), Fiori musicali per pianoforte (Andrea
Perugini), Seven Epiphanies for Piano per pianoforte
(Alfonso Alberti), Nella foresta degli alberi sonanti per
pianoforte (Alberti), Dieci minuti all’alba per chitarra
(Andrea Monarda), Libras per due chitarre, in prima
esecuzione assoluta (Andrea Monarda e François
Stride), La grande madre da Ritual, nella versione per
pianoforte a quattro mani (Paola Biondi e Debora
Brunialti), Forse sei tu, Tiger, Canzone d’ottobre, A fool
is love e Pose de la voix da Songbook per voce e
pianoforte (Simona Severini e Alfonso Alberti), Moto
velocetto perpetuo per flauto e chitarra (Andrea
Monarda e Sergio Bonetti), Cosa dicevano le tue labbra,
La canzone di Xianlan e E così da Songbook per voce e
pianoforte (Ludmila Ignatova e Heejin Byeon). In quel
contesto sono stati inoltre presentati il libro di Adriano
Bassi Giorgio Gaslini. Non solo jazz, edizione
aggiornata e ampliata della monografia del 1986, e il
Cd Stradivarius Murales Promenade (STR 37038),
interpretato da Alfonso Alberti e dalla Haydn Orchestra
of Bolzano and Trento diretta da Yoichi Sugiyama.
Il programma del Cd include Murales Promenade per
pianoforte e orchestra, Adagio is Beautiful per archi e il
Federico Gardella
Concerto per pianoforte e orchestra. Nelle note
d’accompagnamento Alfonso Alberti, dedicatario del
Concerto, ricorda come «composizione classica e jazz
sono stati per Gaslini sentieri paralleli, perennemente
intrecciati. Uno splendido esempio è la maniera in cui da
Murales, sua cruciale esperienza jazz, vien fuori più di
trent’anni dopo Murales Promenade, composizione
sinfonica per pianoforte e orchestra dedicata a
Massimiliano Damerini. [...] Nulla è più improvvisato (o
composto estemporaneamente, espressione che Gaslini
preferiva), tutto viene riordinato con sapienza di
affabulatore. Freschezza ed entusiasmo si trasformano
soltanto; e fra le vie nuove da percorrere vi è lo squarcio
imprevisto dell’Andante; colore doloroso che sconvolge
la trama e ridisegna le immagini». Il Concerto, tra «gli
ultimi e più sentiti lasciti spirituali di Giorgio Gaslini» e
unica partitura del compositore a rifarsi esplicitamente
al genere classico del concerto per pianoforte, benché
preceduto da diverse composizioni concertanti per lo
strumento e l’orchestra, si articola in quattro tempi,
ciascuno connotato da suggestioni narrative pregnanti
espresse senza ambiguità dai titoli anteposti ai singoli
movimenti. Coda a queste celebrazioni, è stato
proiettato il 31 maggio allo Spazio Oberdan, in
collaborazione con la Cineteca Italiana sede di Milano,
il video di Francesco Leprino Viaggio al termine de
“La Notte” di M. Antonioni, pellicola per la quale Gaslini
scrisse la colonna sonora. Si segnala inoltre una nutrita
serie di esecuzioni: il 10 maggio Paolo Carlini e Fabrizio
Datteri hanno eseguito Koralfandango per fagotto e
pianoforte all’Auditorium del Suffragio dell’Istituto
Superiore di Studi Musicali “Luigi Boccherini” di Lucca
per la rassegna “Boccherini Open 2016”. Il 29 maggio
Andrea Monarda ha interpretato al MaMu Magazzino
Musica di Milano da solo Dieci minuti all’alba, insieme a
François Stride Libras per due chitarre e con Sergio
Bonetti Moto velocetto perpetuo. Lo stesso Monarda
riprenderà infine Dieci minuti all’alba – brano d’apertura
del Cd omonimo, “omaggio a Giorgio Gaslini”,
interpretato dal chitarrista e in uscita per Stradivarius –
il 21 giugno alla Sala Arte Povera del Museo del
Novecento di Milano.
Quasi un commento
Dal 4 all’11 settembre Federico Gardella sarà invitato
al Takefu International Composition Workshop, in
Giappone, come Assistant Faculty nella masterclass di
composizione tenuta da Toshio Hosokawa. Nel corso del
Festival saranno proposti diversi suoi lavori e una prima
esecuzione. Kanami Araki, oboe, e Kenichi Nakagawa,
pianoforte, interpreteranno infatti il 9 settembre al
Bunka Center di Takefu D’autres arabesques per oboe e
pianoforte. Così l’Autore presenta il nuovo lavoro: «Nel
2010, componendo Livre d’arabesques per oboe e
ensemble, immaginavo una struttura capace di generare
percorsi differenti a partire da un identico gesto sonoro.
Organizzai, così, una forma ad arco dove uno stesso
incipit strumentale originava “storie” diverse. In questi
anni ho cercato di mettere a fuoco un’idea sempre più
essenziale di architettura sonora, in cui la forma non si
definisca attraverso la cronologia dei gesti, ma venga
pensata come una simultaneità che si declina nel
tempo; sul bordo di queste riflessioni è nato D’autres
arabesques per oboe e pianoforte: quasi un commento
a Livre d’arabesques, questo lavoro, concepito in un
unico movimento, prende forma a partire da un accordo
ripetuto nel tempo che articola la struttura, definendo la
metrica dell’intera composizione attraverso una serie di
“microstorie”, ognuna caratterizzata da un proprio
percorso formale». All’interno del Takefu International
Music Festival 2016 verranno ripresi il 10 settembre
Memorie di tempesta per violoncello e pianoforte,
nell’interpretazione di Tomoki Tai e Junko Yamamoto, e
Passacaglia detta d’oltreterre per viola sola, affidata a
Tomoko Akasaka, viola. Der letzte Mann, musica
elettronica per il film omonimo di F.W. Murnau è stato
proposto il 6 maggio alla Sala Visconti del
Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia
nell’ambito della rassegna “Segnali 2016”, con la
realizzazione informatica musicale di Carmine
Emanuele Cella. Cinque notturni da braccio per viola
d’amore è stato eseguito da Marco Fusi il 23 maggio al
Collège Franco-Britannique di Parigi. Il medesimo
solista ha in repertorio Estroso/Innerlich per violino solo,
in programma il 25 maggio all’Istituto Italiano di Cultura
di Parigi e il 9 giugno in quello di Strasburgo. Nebbiae
per flauto, clarinetto, violino, viola e violoncello è stato
interpretato il 31 maggio alla Slovenian Philharmonic di
Lubiana dai Solisti dell’Ensemble Slowind e del Kairos
Quartet diretti da Metod Tomac. Architetture del canto e
del silenzio per flauto, clarinetto, violino, violoncello e
pianoforte è invece in cartellone il 18 luglio al
Festspielhaus di Erl, per i Tiroler Festspiele Erl Sommer,
nell’interpretazione di Tito Ceccherini alla testa
dell’Ensemble Risognanze. Infine Ryoko Aoki e Mario
Caroli eseguiranno il 1° settembre all’Istituto Italiano di
Cultura di Tokyo Voice of Wind per voce femminile (utai)
e flauto basso.
Giorgio Colombo Taccani
Ritorni caleidoscopici
Il 28 maggio, all’Auditorium della Casa della Musica di
Trieste, nell’ambito della rassegna Risuonanze 2016,
Verena Rojc e Stefano Furini presenteranno in prima
assoluta Giardini d’inverno per due violini. Dice Colombo
Taccani: «Una pagina raccolta e meditativa, in netta
antitesi con l’estroversa aggressività che caratterizza molti
miei lavori recenti. Un numero ristretto di gesti e di figure
si alterna senza una precisa direzione, mantenendo il
panorama complessivo entro limiti dinamici estremamente
contenuti, dove ogni energia appare congelata, latente ma
inespressa esplicitamente. I pochi frammenti che riescono
a forare questo strato gelido e che s’impongono
momentaneamente con forza e ferocia vengono subito
neutralizzati, risultando incapaci di determinare un cambio
di direzione del percorso. Già avviato da tempo, prosegue
il tentativo di semplificazione di ogni aspetto, a cominciare
dai ritorni caleidoscopici dei vari elementi costitutivi che
tendono a ripresentarsi, riducendo al minimo le modifiche
e puntando invece a una pronta riconoscibilità; anche
l’aspetto armonico risulta compresso entro un numero
ridotto di elementi di estrema chiarezza, in modo da
aiutarne ulteriormente la leggibilità delle ripresentazioni e
delle leggere trasformazioni. D’altro canto anche ogni
singola gestualità, almeno nelle intenzioni, è stata lavorata
con grande cura soprattutto dal punto di vista timbrico, in
modo da caratterizzarne al massimo la fisionomia e,
anche in questo caso, la chiara memorizzazione. Può
essere infine curioso segnalare come per questo lavoro io
abbia utilizzato per la determinazione di ogni aspetto, da
quello strutturale complessivo alla definizione di armonie e
durate, un breve spunto già sfruttato in altri lavori a partire
dal lontano Chant d’hiver per violino e elettronica del 1995
e ritrovato recentemente in Croce di ghiaccio per flauto e
trio d’archi, avendo ottenuto ogni volta come risultato
percorsi assolutamente diversi e indipendenti fin dal
momento della progettazione iniziale». Al Teatro di Villa
Torlonia, per il Fast Forward Festival di Roma, il 1°
giugno Francesco Prode eseguirà per la prima volta
Océan (d’après “Une Barque sur l’Océan”) per pianoforte
solo. Dice il compositore: «Océan si inserisce nel progetto
Miroirs ideato da Francesco Prode e rappresenta una
nuova tappa nella nostra collaborazione iniziata nel 2014
con Controra. Il sottotitolo del brano lascia sicuramente
intuire le caratteristiche dell’intero progetto: a cinque
compositori è stato chiesto di realizzare altrettante nuove
pagine che si ricollegassero ai Miroirs raveliani, ai quali
verranno alternate in concerto, avendo comunque ognuno
di noi la massima libertà su come intendere il rapporto con
un antecedente di tale grandezza. Escluso nel mio caso
qualsiasi ammiccamento stilistico, i rimandi si svolgono su
due diversi piani: a un livello generale (e senza alcun
timore per la prevedibilità della decisione) viene ripresa
Martino Traversa
l’estrema, liquida mobilità dell’originale raveliano, con la
creazione di gesti ondosamente risuonanti e con
un’attenta ricerca timbrica volta a creare relazioni
immaginifiche con l’illustre antecedente su un piano
emotivo e non di derivazione letterale. Solo in un numero
limitatissimo di battute al centro del percorso alcune
figurazioni arpeggiate potrebbero apparire come lontane
citazioni, ma è una suggestione presto riassorbita dal
fluire degli eventi successivi. A un livello più sotterraneo,
da alcuni passaggi raveliani vengono ricavate le regole
intervallari che determinano le scelte armoniche e
melodiche, comunque assai limitate, come mio solito
anche rispetto alle gestualità presentate, a un numero
ristretto di elementi a favore di una loro facile
riconoscibilità nel corso dello svolgimento del brano.
Assente è invece una vera direzione nello svolgersi
degli eventi, sia pure in presenza di alcune isole attorno
alle quali l’energia si addensa e il discorso si fa
improvvisamente più teso. Vi è piuttosto un alternarsi
ciclico e irregolare degli eventi, nel quale i ritorni del gesto
e delle armonie iniziali, con la loro ripresentazione più
frequente, svolgono il ruolo di vere e proprie pietre miliari,
giustificando nella memoria dell’ascolto (almeno nelle
intenzioni) ogni digressione e ogni parentesi». Ricordiamo
inoltre che il 23 marzo Stefano Agostini ha riproposto al
Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno Eyeless Dark per
flauto basso, mentre il 23 aprile Memoriale per chitarra è
stato ripreso da Edoardo Dadone presso la Chiesa
Parrocchiale di Roburent (Cuneo) nell’ambito dei concerti
collegati al Concorso Nazionale di Chitarra “Ansaldi” di
Mondovì. Due nuove esecuzioni per Piazzaforte per
violino: il 4 maggio Elia Mariani, in un concerto affidato
all’Ensemble Eutopia, ha riproposto il brano al Teatro
Puccini di Merano, mentre sarà il dedicatario Piercarlo
Sacco a riprenderlo l’8 luglio alla Fondation Gianadda di
Martigny (Svizzera) nell’ambito delle manifestazioni
collegate ai corsi di perfezionamento chitarristico e
violinistico di Etroubles (Aosta). Il 7 maggio Einsam per
flauto solo è stato riproposto all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nel quadro del Festival del Ned Ensemble,
da Chiara Picchi, solista dell’ensemble. Il 13 maggio il
Conservatorio di Milano “G. Verdi” ha ospitato una lezione
dimostrativa sul flauto contrabbasso per il corso di Analisi
Compositiva per i Bienni di Composizione tenuto da Paolo
Tortiglione. Durante la lezione Antonella Bini ha eseguito
Brace per flauto contrabbasso solo. Segnaliamo infine
l’uscita, per la casa discografica Stradivarius, del Cd Dieci
minuti all’alba, all’interno del quale è presente Erma per
chitarra nell’esecuzione di Andrea Monarda, per il quale il
lavoro è stato scritto. In occasione della presentazione
milanese del Cd il 21 giugno lo stesso Andrea Monarda
eseguirà Erma al Museo del Novecento.
Musica senza parole
Al Teatro di Villa Torlonia, nell’ambito del Fast Forward
Festival di Roma, il 1° giugno Francesco Prode proporrà
in prima esecuzione assoluta Oiseaux tristes per
pianoforte, dal secondo dei Miroirs di Maurice Ravel.
Ne scrive il compositore: «Ho sempre dubitato della reale
efficacia di un testo a corredo di una partitura musicale.
L’utilità appare ancor più dubbia se a scrivere il testo è
proprio il compositore, l’autore della partitura, colui
che attraverso la scrittura musicale dà forma alla
composizione, a una condotta comunicativa in grado di
trasmettere messaggi e informazioni chiare in uno degli
innumerevoli tipi, stili e generi di cui l’intera storia della
musica è ricchissima. Viceversa, ho avuto l’impressione
che la verità nell’opera d’arte, quando è presente, di per
sé liberi l’autore dal fornire seppur minime “note a
margine”. Facilitare il processo d’interpretazione di un
mondo sonoro che un particolare pezzo musicale è in
grado di rappresentare attraverso una serie di elementi
dimostrativi per un possibile ascolto semplificato introduce
il rischio di influenzare l’ascolto soggettivo in modo
sostanziale. È quanto ho voluto evitare nel caso specifico
di questo mio Oiseaux tristes, scritto espressamente per
il grande pianista e amico Francesco Prode nell’ambito
del suo progetto raveliano sui Miroirs. Il pezzo che ho
composto, il cui titolo inalterato si rifà al secondo dei
Miroirs, è una sentita dedica a Maurice Ravel: una
composizione nella quale è facile scorgere riflessi,
frammenti e paesaggi di quell’universo sonoro creato dal
grande genio francese, la cui musica, bella e formalmente
perfetta, non ha mai avuto necessità di essere spiegata».
Di Martino Traversa sono state riprese il 12 maggio
al Konzerthaus di Friburgo in Brisgovia (Germania) le
6 Annotazioni per pianoforte nell’interpretazione di JeanPierre Collot, solista dell’Ensemble Recherche.
Due novità cameristiche
sviluppano un’importante
ricerca timbrica
Andrea Monarda
È uscito per Stradivarius il Cd
Dieci minuti all’alba. Omaggio a
Giorgio Gaslini, in cui Andrea
Monarda ha raccolto un
florilegio di composizioni
contemporanee per chitarra
sola. La selezione comprende
Dieci minuti all’alba di Giorgio
Gaslini, Aspectos di Luis
Bacalov, Fantasia (alla
Passacaglia) di Gilberto Bosco,
Erma di Giorgio Colombo
Taccani, Studio n. 1 di
Alessandro Solbiati e Turris
Eburnea di Luis de Pablo.
La presentazione del Cd è
avvenuta il 28 e 29 maggio agli
Amici del Loggione nel corso
delle giornate dedicate a
Giorgio Gaslini e verrà
riproposta il 21 giugno al
Museo del Novecento con un
concerto in cui verranno
eseguiti Dieci minuti all’alba di
Giorgio Gaslini, Algo di Franco
Donatoni, Fantasia (alla
Passacaglia) di Gilberto Bosco,
Erma di Giorgio Colombo
Taccani e Tre pezzi di
Alessandro Solbiati.
Novità pianistica per il progetto
di Francesco Prode sui
“Miroirs” di Ravel
9
Due prime eterogenee
di scena a Strasburgo
Bruno Maderna
Il Divertimento in due tempi
per flauto e pianoforte è stato
eseguito al Festival del Ned
Ensemble il 14 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
di Tommaso Benciolini e
Adriano Ambrosini; la
medesima sede ha ospitato il
28 maggio l’esecuzione di
Per Caterina e Serenade für
Claudia per violino e pianoforte,
affidati a Miranda e Andrea
Mannucci. La Serenata n. 2 per
undici strumenti verrà portata in
tournée dalla Basel Sinfonietta
il 5 giugno allo Stadtcasino di
Basilea, l’8 giugno al
Konzerthaus di Vienna e il 5
agosto ai Ferienkurse für neue
Musik di Darmstadt. Duo pour
Bruno per orchestra è in
cartellone l’8 agosto al
Festspielhaus di Bregenz, per i
Bregenzer Festspiele, interpreti
i Wiener Symphoniker diretti da
Enrique Mazzola.
Gian Francesco Malipiero
Volker Messerknecht e
l’Orchestergesellschaft
Winterthur diretta da Paul
Wegman Taylor eseguiranno il
Concerto per violoncello e
orchestra il 25 giugno a
Winterthur e il successivo 26
giugno a Embrach.
Proust e una finalista del
Campiello Giovani ispirano
le due novità in cartellone
10
Maurilio Cacciatore
Spazi di mezzo
L’Espace K di Strasburgo ospiterà il 17 e 18 giugno la
prima esecuzione assoluta di La vallée des merveilles per
flauto, clarinetto, percussioni, due danzatori-performer,
stage setup, video e elettronica in tempo
reale, nell’interpretazione dell’Ensemble
Hanatsu Miroir. Spiega il compositore:
«Quando nel 2012 insegnai per un anno al
Conservatorio di Cuneo, andai a visitare il
Museo delle Meraviglie di Tenda, paese
subito alla frontiera francese. Il territorio di
confine tra Piemonte e Provenza/Alpi/Costa
Azzurra è stato di volta in volta sia italiano sia
francese; solo dal 1947 la geografia politica
dei territori si è stabilizzata. Terra lontana e
difficile da cristianizzare per entrambi gli Stati,
la Valle delle Meraviglie è divenuta nel tempo
la terra “di mezzo” per briganti, streghe e cercatori di
fortuna di ogni tipo; i pastori dei villaggi erano in perenne
lotta tra loro per il controllo dei pascoli e delle risorse.
Ma sono soprattutto i personaggi esoterici a riempire le
leggende dei paesi di questa valle, per cui la qualifica di
“Meraviglie” sta per “Sortilegi”. Abitate sin dai tempi
preistorici, le montagne della Valle sono ricche di graffiti
risalenti all’età del rame (III millennio a.C.). Tutta questa
ricchezza di cultura pagana ha alimentato racconti e
leggende raccolti in un libro di Jacques Druin; su questi
testi ho basato la mia suite da camera per trio,
danzatori/performer ed elettronica in tempo reale. Una
serie di pezzi per organici diversi racconta in maniera più
o meno astratta i personaggi che animano i racconti della
Valle; una voce fuori campo narra i testi, a volte per intero,
a volte solo accennati, per dare più spazio alla messa
in scena. Il collettivo Hanatsu Miroir ha la sua cifra
caratteristica nel connubio tra musica strumentale,
elettronica e risorse plastiche, dal video alle luci fino alla
danza e la pittura dal vivo. Questa ricchezza espressiva,
unica nel panorama musicale odierno, permette di
abbordare una scrittura musicale che non è quella
dell’opera né quella del teatro musicale; è una scrittura a
metà tra musica da camera e teatro che segna a mio
avviso uno spazio nuovo nella creazione contemporanea.
Basata sugli anamorfismi (proiezioni dei corpi modificate
a tal punto da rendere gli stessi irriconoscibili), la
scenografia consta di un dispositivo su cui il video si
confonde con i riflessi veri dei performer, e tramite un
gioco di luci ad hoc la pittura dal vivo sarà moltiplicata
insieme a tali riflessi sino a riempire l’intero spazio. Un
Giovanni Bertelli
dispositivo di captazione rende la scenografia anch’essa
uno strumento musicale che contribuisce in alcuni
momenti all’elettronica in tempo reale. Il pezzo è
sostenuto dalla Fondazione Salabert e dalla
Sacem; una parte dell’elettronica è stata
realizzata all’Ircam. Per questo lavoro riscopro
modelli fisici usati così tanto in passato; una pelle
grezza di gran cassa sul palco è trattata con
l’elettronica, così da restituire per mezzo
dell’elaborazione digitale il corpo di risonanza
mancante, reso in ascolto enorme, tribale,
rituale». Clic Clac on Pattern per flauto contralto
e clarinetto basso amplificati e live electronics,
uno dei brani che compongono la suite La Vallée
des Merveilles, è stato presentato in anteprima il
22 aprile scorso, sempre all’Espace K di
Strasburgo, affidato ad Ayako Okubo e Thomas Monod,
solisti dell’Ensemble Hanatsu Miroir, con l’Autore al live
electronics, in un concerto che ha visto la ripresa del
Concertino per clarinetto e live electronics in otto
micromovimenti, eseguito sempre da Monod e
Cacciatore. Strasburgo sarà il palcoscenico d’una
ulteriore prima il 20 settembre, quando Emanuele
Torquati interpreterà all’Istituto Italiano di Cultura
IV Studio per pianoforte. Così lo presenta il compositore:
«Il IV Studio è dedicato ai cluster e all’uso dell’osso
metacarpale distinto dalle falangi. Da tempo cerco di
adoperare linee costituite da entità più complesse rispetto
alle note singole, senza voler prestare la scrittura a un
contrappunto polifonico. Questa volta cerco di usare i
registri del pianoforte per sovrapporre più linee complesse
e controllare le armonie che, involontariamente, si creano
per sovrapposizione. Ritorno alla profondità armonica
gradualmente dopo tre anni di permanenza “in superficie”,
cioè facendomi bastare l’interesse del timbro per trainare
una forma. Un processo di controllo a posteriori della
variabile armonica obbliga a una “riscrittura” dopo la prima
stesura di un’opera. I tempi della composizione si
allungano mentre quelli della forma si comprimono,
escludendo ciò che è ridondante o poco informativo». Dal
16 al 21 maggio Rai Radio3 ha presentato Meccanica dei
riflessi ovvero dell’amore (Valdrada) per orchestra al
Rostrum of Composers, la Tribuna Internazionale dei
Compositori organizzata dalla rete di Euroradio,
nell’interpretazione dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali
diretta da Alessandro Cadario registrata al Teatro Dal
Verme di Milano lo scorso 4 febbraio.
Coreografia onirica
Due le prime esecuzioni imminenti per Giovanni Bertelli.
Il 6 giugno il Teatro Litta di Milano ospita, nell’ambito della
rassegna “Rondò”, la commissione del Divertimento
Ensemble Forse son proprio vermi per soprano
e ensemble, affidata ad Alda Caiello e allo
stesso Divertimento Ensemble diretto da Sandro
Gorli. Spiega l’Autore: «Il pezzo è il frutto della
mia residenza nella stagione del Divertimento
Ensemble ed è il risultato delle mie recenti
ricerche sulla gestualità degli strumentisti così
come della stretta collaborazione con i musicisti
dell’ensemble. Per la stesura del testo mi sono
affidato a Raffaella Petrosino, giovane scrittrice
veronese, finalista al concorso Campiello
Giovani del 2010. Il testo della Petrosino, di cui
per ora ho realizzato la prima parte, segue una
ragazza imprigionata nel sonno, che scivola nei
suoi ricordi come in una sorta di rito iniziatico –
ovviamente destinato a fallire nel momento del risveglio.
In questa atmosfera onirica e stralunata, i movimenti degli
strumentisti si animeranno di vita propria, creando
un’azione coreografica parallela che metterà in scena il
testo stesso». Il 1° luglio saranno invece i Neue
Vocalsolisten Stuttgart a presentare al Theaterhaus di
Stoccarda, nell’ambito della rassegna “Der Sommer in
Stuttgart”, Le premier jour per sei voci, su
frammenti tratti da À la recherche du temps
perdu di Marcel Proust, commissione di
Musik der Jahrhunderte 2015. In questi
termini il compositore introduce questa
novità: «Le premier jour è un’esplorazione
di quell’oceano che sono i libri della
Recherche di Proust, a partire da alcuni
frammenti posti al centro di una delle opere
più straordinarie del novecento italiano:
il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini,
un’enciclopedia che illustra un mondo
immaginario in un linguaggio sconosciuto.
Attraverso il viaggio fra la prosa di Proust, i
sei cantanti mettono in scena l’atto stesso di fare musica,
per giungere alla fonte dell’unica enigmatica citazione che
compare nel Codex: “fille orgiaque, surgie et dévinée le
premier jour, sur la digue de Balbec”».
Gabriele Cosmi
Rapporti ossimorici
Diverse prime esecuzioni per Gabriele Cosmi nei mesi
centrali di quest’anno. Il 13 maggio ha avuto luogo al
Théâtre de Liège la prima esecuzione in Belgio di
Geghard II per flauto e ensemble, interpreti Sofia Gantois
e l’Ensemble Hopper diretto da Guillaume Auvray. Spiega
l’Autore: «Geghard è un monastero situato in Armenia
nella provincia di Kotayk. Parte del complesso è stata
realizzata scavando e scolpendo la roccia del monte
adiacente al monastero. In altri lavori successivi a
Geghard II, come Vardzia per orchestra o Petra per
grande ensemble, architetture di questo tipo hanno
ispirato le strutture formali delle mie composizioni.
Il rapporto ossimorico fra la componente materica della
roccia e la componente spirituale del monastero ha da
sempre attirato la mia attenzione. Da eventi sonori
massivi, densi, materici per l’appunto, derivano filamenti
sonori trasparenti che galleggiano nello spazio sonoro,
quasi senza peso. Queste relazioni vengono tradotte nella
scrittura solistica che irradia il proprio dinamismo e le
proprie articolazioni all’ensemble, creando rapporti
molteplici tra le due fonti sonore. La forma diviene
occasione di speculazione fra tutti i livelli intermedi
esistenti fra i due poli estremi. Il tempo musicale è
concepito dunque con lo scopo di svelare un percorso,
uno dei tanti percorsi possibili, di scoperta del monastero.
Come attraversando le stanze del monastero, da
eventi sonori saturi e laceranti, emergono evocative
riverberazioni che portano con sé tensioni sotterranee che
attendono di riemergere ancora. Geghard II è un lavoro
del 2013, eseguito in prima esecuzione da Felix Renggli e
dall’Ensemble Contrechamps a Ginevra. Rappresenta il
secondo lavoro appartenente a un ciclo di composizioni
concluso nel 2016 che vede il flauto come protagonista:
Geghard I per flauto e elettronica, Geghard III per flauto
solo, Geghard IV, concerto per flauto e orchestra». Il 10
settembre il pianista Emanuele Stracchi interpreterà al
Teatro della Concordia di Venaria Reale (Torino) Guadix II
e, in prima esecuzione assoluta, Guadix IV per pianoforte,
commissione degli Amici della Musica di Venaria Reale.
Nelle parole di Cosmi, «il nuovo lavoro si inserisce
all’interno di un ciclo di intermezzi pianistici intitolato
Guadix. La musica pianistica, sin dall’inizio dei miei studi,
Jean-Luc Hervé
Giardini risonanti
Jean-Luc Hervé propone in prima esecuzione assoluta il
9 luglio al Jardin Mérimée di La Charité-sur-Loire, per il
Festival Farmat Raisins, La Cité du Mot, Éloge de la
plante (La finta giardiniera) per voce femminile e
elettronica, affidato al soprano Jeanne Crousaud e, per la
realizzazione dell’informatica musicale al Grame di Lione,
con Max Bruckert in veste di assistente musicale. Così
l’Autore presenta il nuovo progetto: «Utilizzando le
sonorità molteplici della sua voce (parlato, cantato, rumori
ecc.) il soprano percorre una lista di nomi di piante in
latino così come alcune descrizioni botaniche e di
proprietà delle piante in francese. La cantante è una sorta
di “guida naturalistica” che invita il pubblico a prestare
attenzione alla natura che ci circonda, alle piante e ai
suoni. Come gli ornitologi che emettono diversi suoni con
la voce, rumori, soffi, schiocchi, ecc., per attirare gli uccelli
e poterli osservare, così la cantante risveglia poco a poco
il dispositivo sonoro del giardino, nascosto al pubblico.
Gli altoparlanti multipli dell’installazione rispondono al
soprano. L’orecchio è in allerta, diventa curioso verso i
suoni invisibili ma anche verso tutto ciò che ci circonda».
Il concerto sarà preceduto dall’inaugurazione
dell’installazione sonora acusmatica Carré magique, attiva
dal 14 maggio al 7 agosto nel Jardin Mérimée. Nato dalla
passione di Hervé per i giardini come spazi intermedi tra la
mi ha portato a svolgere uno studio analitico di pagine
risalenti a epoche passate, sino a quelle composte in
tempi recenti. Due compositori hanno rappresentato poli
di fondamentale importanza per la composizione dei vari
Guadix: Domenico Scarlatti e Pascal Dusapin. Nelle
pagine per pianoforte solo dei due compositori viene
raggiunto un livello di altissima raffinatezza sonora,
raggiunta attraverso la ricerca della natura profonda dello
strumento; ciò avviene con la composizione di eventi
sonori che risultano essere naturale estensione delle
possibilità tastieristiche del pianoforte. In entrambi gli
autori, pur distanti secoli l’uno dall’altro, ho ritrovato una
comune ricerca dell’essenza più profonda e intima dello
strumento. L’asciuttezza della scrittura, la coerenza tra
armonia e figura, e tra figura e forma, sono caratteristiche
che ho ritrovato nelle pagine dei due autori sopra citati e
che ho ricercato nella composizione dei Guadix. Come in
altri miei lavori, brani per strumento solo diventano punto
di partenza per composizioni di più ampio respiro;
passaggi, frammenti e articolazioni appartenenti ai vari
Guadix verranno irradiati in altri due lavori in cui il
pianoforte svolge un ruolo solistico: nel Concerto per
pianoforte e strumenti, commissionatomi dalla società del
Quartetto di Milano, e in un nuovo lavoro per ensemble,
che verrà eseguito al Festival Musica di Strasburgo in
autunno, nel quale due pianoforti rappresentano il centro
focale della composizione. Il rapporto intercorrente tra la
ricerca di continuità nella storia e tra la costruzione
graduale di una mia personale storia compositiva, è
divenuto in questi ultimi anni una riflessione costante nel
mio lavoro». Il 9 aprile il soprano Lisa La Pietra ha
proposto per la Fiera Made in Italy, a Villa Farsetti di
Santa Maria di Sala (Venezia), Gli altri non muoiono mai
per voce femminile, e, in prima esecuzione assoluta,
I Begin to Hear Voices per voce femminile. Repliche del
concerto sono in programma il 28 maggio al Teatro
Toniolo di Mestre, il 4 giugno a Villa Orsini, Salerno, e il
25 giugno all’Hilton Molino Stucky di Venezia. La stessa
cantante ha interpretato Gli altri non muoiono mai nel
video Argia 2 di Igor Imhoff, proiettato il 14 e 17 marzo al
Teatro Patologico di Roma durante il Festival
Internazionale del Cinema Patologico.
città e la natura selvaggia, suggestione dei viaggi compiuti
in Oriente, il progetto vede nel Jardin Mérimée un
interlocutore, osservato ma che osserva a sua volta, quasi
un compagno di gioco, al cui cuore è collocato un erbario
profumato delle erbe più diverse. Il 27 agosto
l’installazione Carré magique sarà portata alla Fondation
Royaumont, dove sarà inaugurata con la manifestazione
“Les jardins de l’écoute”, che prevede la proiezione di un
documentario sull’ascolto e il suono realizzato da Laurent
Salters e dal compositore, che sarà presente insieme alla
filosofa Anne Cauquelin; il giorno dopo 28 agosto avranno
luogo uno spettacolo musicale e la deambulazione attorno
all’installazione. Recenti riprese di lavori di Hervé
includono Horizons inclinés (Ciaccona) per violino e
dispositivo acusmatico, eseguito dal solista dell’Ensemble
Sillages Lyonel Schmit il 15 aprile all’Église de SaintMerry di Parigi per “Les Rendez-Vous Contemporains de
Saint-Mery, Germination per ensemble e elettronica in
tempo reale, proposto il 21 maggio dall’Ensemble
Intercontemporain diretto da Guillaume Bourgogne al Red
Hall del National Forum of Music di Breslavia (Polonia),
per la 6a edizione del Musica Electronica Nova Festival, e
Rêve de vol per clarinetto e viola, eseguito sempre il 21
maggio dai Solisti dell’Ensemble Cairn al Musée des
Beaux-arts di Orléans.
Luoghi e figure della storia
della musica e della spiritualità
alla base di nuovi lavori
Luca Antignani
Il canto della pietra per
violoncello solo è stato eseguito
al Festival del Ned Ensemble
il 7 maggio all’Auditorium
Celesti di Desenzano,
nell’interpretazione di Afra
Mannucci, solista del Ned
Ensemble.
Maurizio Ferrari
La Sonata per vibrafono è
stata proposta in prima
assoluta il 6 maggio al
Padiglione Amati del Museo
del Violino di Cremona per la
rassegna Spazionovecento,
interpretata da Simone
Beneventi.
Installazione sonora acusmatica
e una prima esecuzione in due
suggestive località francesi
11
Due prime in Svizzera indagano
spazi interiori e planetari
Sándor Veress
La Sonatina per pianoforte è
stata eseguita per il Festival del
Ned Ensemble il 28 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
di Alexandra Stradella, solista
del Ned Ensemble. Threnos
(In memoriam Béla Bartók) per
orchestra è in cartellone il 1°, 2
e 3 luglio alla Dampfzentrale di
Berna, nell’interpretazione della
Variation Projektorchester Bern
diretta da Droujelub Yanakiev,
che la porterà poi in tournée in
Bulgaria dal 6 al 10 luglio.
Francesco Hoch
ArCADiA 15 per orchestra è in
programma in prima
esecuzione assoluta il 28
maggio alla Chiesa di San
Nicolao a Lugano, con repliche
il 29 maggio al Centro
Presenza Sud di Mendrisio e il
4 giugno alla Chiesa Collegio
Papio di Ascona,
nell’interpretazione
dell’Orchestra Arcadia,
committente del lavoro, diretta
da Matthias Müller. Per la
presentazione di questa novità
cfr. ESZ News n. 69.
Ispirazione letteraria per
una novità in tour veneto
Ennio Morricone
Totem 3 (segnali) per fagotto e
pianoforte è stato proposto il
10 maggio all’Auditorium del
Suffragio dell’Istituto Superiore
di Studi Musicali di Lucca per
il Boccherini Open 2016,
interpreti Paolo Carlini e
Fabrizio Datteri.
12
Carlo Ciceri
Viaggi, spazi, ricordi
Due prime esecuzioni assolute per Carlo Ciceri nel
prossimo settembre. Il 4 settembre sarà presentato al
Lucerne Hall per il Festival di Lucerna Tiers paysage
per ensemble, commissione della Swiss
Composers’ Society, interpretato
dall’Ensemble of Lucerne Festival Alumni
diretto da Lin Liao. Spiega l’Autore: «Tiers
paysage è un brano per un ensemble in
cui ognuno dei 10 musicisti suona anche
un secondo strumento alternativo e usa la
propria voce come un’estensione integrata
del suono strumentale. La particolare
disposizione degli strumentisti mira a
creare un unico suono compatto, al
contempo umano, metallico e legnoso.
Il brano riflette sul Manifeste du Tiers paysage di Gilles
Clémen. Prendendo a prestito le parole dell’autore, il
“Terzo paesaggio” è un concetto che designa tutti
quegli spazi, trascurati o non sfruttati, senza scala, che
hanno una grande ricchezza naturale in termini di
biodiversità e che per questo possono essere
considerati come il serbatoio genetico del pianeta, lo
spazio del futuro caratterizzato da un’evoluzione
globalmente incostante e dall’invenzione biologica.
Il suo territorio di appartenenza è rappresentabile
attraverso l’imprecisione e la profondità ed è costituito
da frammenti di paesaggio senza somiglianza di forma,
spazi indecisi, privi di funzione, sui quali è difficile
posare un nome. Per il suo contenuto, per le questioni
poste dalla diversità, per la necessità di conservarla, o
di favorirne la dinamica, il “Terzo Paesaggio” acquisisce
una dimensione politica». L’11 settembre sarà invece
la Chiesa di San Biagio a Bellinzona a ospitare la prima
di Ins Wasser per mezzosoprano e ensemble, affidata
alle voci di Anna Piroli e Barbara Brandi sotto la
direzione di Francesco Bossaglia. Con queste parole
Ciceri presenta la novità: «Ins Wasser è un ciclo
composto da sette brani per mezzosoprano e
ensemble. Il materiale di riferimento sono altrettanti
Lieder di Schubert che vengono reinterpretati,
orchestrati, trasfigurati e riorchestrati per sviluppare una
Andrea Mannucci
drammaturgia attorno al protagonista e al suo viaggio
per mare verso la ricerca di un luogo dove possa
dimenticare il suo passato. Ogni brano diventa così un
testo nuovo su cui costruire delle scene che da un
lato sono contraddistinte da una caratterizzazione
timbrica precisa e dall’altro rimandano a un teatro
musicale distillato, in cui coesistono atmosfere
intense e oniriche. In particolare il ciclo è
incastonato da due Lieder, Nacht und Träume e
Am Flusse (un verso del quale ha dato il titolo al
ciclo). Il primo ha funzione di prologo e declina la
storia che seguirà come un sogno notturno; il
secondo è un commiato cantato in maniera quasi
inconsapevole e fanciullesca che alleggerisce e
cancella con la sua ingenuità il dramma della
storia. Die Stadt e Meeres Stille sviluppano il tema del
mare, elemento di avvicinamento e al contempo di
immobilità, luogo di premonizioni e solitudine estrema.
L’allontanamento dal ricordo avviene attraverso due fasi
diverse: la prima, descritta in Auflösung, è ancora
appassionata, drammatica; la seconda, in Daß du hier
gewesen, si fa glaciale, distaccata, quasi inebetita e
prelude alla fine del viaggio. Der Doppelgänger
costituisce al contempo il cuore del ciclo e il momento
in cui sono convogliati tutti i temi: il protagonista arriva
di fronte alla casa in cui un tempo viveva l’amata e da
una finestra riconosce un se stesso passato che
stigmatizza il suo antico dolore. Il dramma si sposta
dunque dal ricordo dell’amata al ricordo della propria
sofferenza e il ciclo si chiude nell’ambiguità di questa
apparizione. L’organico strumentale riprende quello
delle Folk Songs di Luciano Berio, in un esplicito
dialogo intorno al tema della canzone, e ne arricchisce
le possibilità timbriche attraverso l’uso di strumenti
evocativi come un toy-piano, un flauto dolce, una
piccola armonica a bicchieri, una melodica soprano».
Il duo Hélène Fauchère, soprano, e Uli Fussenegger,
contrabbasso, porta Šìr per soprano e contrabbasso il
29 giugno a Ljubljana, per l’Imago Sloveniae, e il 9
luglio alla Charité-sur-Loire per Format Raisins.
Tre sguardi sull’amore
Prima esecuzione assoluta per Andrea Mannucci il
16 giugno alla Chiesa di Santa Caterina di Padova
dove, I Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone
presenteranno, nell’ambito del Veneto Festival 2016,
Ai piedi dell’Eden per orchestra d’archi. Spiega l’Autore:
«Ai piedi dell’Eden è stato scritto e dedicato a mia
moglie Claudia per il nostro 30° anniversario
di matrimonio. È una sorta di autobiografia sul
lungo cammino di due persone che da
adolescenti sono cresciute insieme
condividendo un progetto di vita fatto di
passioni e gelosie, gioie e dolori, nascite e
lutti, amandosi e qualche volta odiandosi,
sorreggendosi a vicenda nei momenti più
difficili che la vita riserva a ogni essere umano.
Alla base del lavoro ci sono tre componimenti
letterari, tre sguardi sull’amore, attraverso una
metaforica descrizione del giardino, inteso da
Leopardi come dolore e sofferenza (Il giardino
ospitale), dal visionario William Blake come censura e
proibizionismo (The Garden of Love) e infine da Aurora
Cantini, in uno sguardo oltre la curva del tramonto, con
immenso amore verso la natura (Ai piedi dell’Eden).
Sentimenti, parole, versi che musicalmente si
traducono in suoni, timbri, armonie, temi musicali che
prendono vita attraverso fugaci melodie, sonorità dal
sapore antico, attraverso una tecnica compositiva in cui
ogni singola sillaba genera una nota, una parola una
melodia, una frase un agglomerato armonico. Su
questo materiale si lascia che la suggestione letteraria
eserciti la sua influenza sulla musica: dall’essere al
conoscere, dall’invisibile al visibile, dal suono alla
struttura». Ai piedi dell’Eden sarà ripreso il 9 luglio
presso la Cattedrale di Asolo nell’ambito del XX Festival
Malipiero Concerti 2016 e il 12 luglio a Verona nel
Cortile di Sant’Anastasia per la rassegna
I Concerti Estivi dalla Ned Orchestra d’Archi
diretta da Andrea Mannucci. Il 12 maggio
scorso Emanuela Battigelli ha interpretato
Ninna nanna per arpa nella Chiesa di Santo
Spirito a Gemona del Friuli (Udine). Il 14
maggio Tommaso Benciolini e Adriano
Ambrosini hanno proposto all’Auditorium
Celesti di Desenzano, per il Festival del Ned
Ensemble, la prima esecuzione assoluta
di 4 Aforismi per flauto e pianoforte.
Il 23 maggio l’attore Filippo Tonon,
accompagnato dal pianista Claudio
Bonfiglio, ha interpretato all’Auditorio Montemezzi del
Conservatorio di Verona Novembre dei vivi, melologo
per voce narrante e pianoforte su testo di Marco
Ongaro. Il 22 giugno Fausto Bongelli eseguirà 2 Pezzi
per pianoforte a Pechino, presso l’istituto Italiano di
Cultura. La composizione sarà riproposta il 24 ottobre
nell’ambito della XXXVII edizione del Festival “Nuovi
Spazi Musicali” presso il Teatro “V. Basso” di Ascoli
Piceno dal pianista armeno Hayk Melikyan.
Riccardo Panfili
Specchi e domande
Due le novità per Riccardo Panfili in questi mesi. Al
Teatro di Villa Torlonia, nell’ambito del Fast Forward
Festival di Roma, il 1° giugno Francesco Prode proporrà
Les mots de la tribu (d’après “Alborada del gracioso”) per
pianoforte solo. Ne scrive il compositore: «Un gioco di
specchi con i Miroirs di Ravel; porsi di fronte ad Alborada
del gracioso come a una superficie riflettente, opaca,
scintillante, enigmatica; scrivere di riflesso; detto in
termini da romanzo di appendice, per fanciulle in fiore:
scrivere un pezzo per pianoforte “ispirandosi a uno dei
Miroirs di Ravel”, questa è stata la richiesta di Francesco
Prode per il suo (visionario) progetto sugli specchi. Sono
andato alle origini di quel periodo effervescente che è
stato l’ultimo Ottocento e il primo Novecento francese, al
maître à penser (mitologico) che ha ispirato un’intera
generazione di artisti: Stephane Mallarmé, il grande
ostico. Mi ha sempre inquietato un verso del sonetto Le
Tombeau d’Edgar Poe: “Donner un sens plus pur aux
mots de la tribu” (“dare un senso più puro alle parole della
tribù”). Un verso che non riesco a pensare se non scisso,
troncato in due: da una parte “il senso più puro”, dall’altra
(parte della barricata) “le parole della tribù”. Ne è venuto
fuori (musicalmente) un dittico in miniatura: la prima parte
(“dare un senso più puro”) come un puro gioco di cristalli,
minuzia calligrafica, mitologia della purezza; nella
seconda parte l’irruzione del corpo della tribù, con tutto
il sudore, la pelle erosa dalla polvere, in una danza
progressivamente più violenta e aggressiva: “beati gli
impuri di spirito…”». Il 19 settembre è in cartellone
Andrea Manzoli
Dialogo fitto
Prima esecuzione italiana per Andrea Manzoli il 4 giugno
all’Auditorium del Parco di L’Aquila per il Festival
“L’Aquila Contemporanea Plurale”: Fernando
Caida Greco e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese
diretta da Fabio Maestri interpreteranno Abstract
Extension per violoncello e orchestra. In questi
termini il compositore presenta il lavoro: «Abstract
Extension è stato scritto con la volontà di
sostenere la ricerca del violoncellista Fernando
Caida Greco rispetto a una nuova idea di
violoncello. Uno strumento moderno (un C.A.
Miremont del 1880) ma ricondotto allo stato
originale (monta corde di budello nudo, accessori
e arco d’epoca, ed è senza puntale), per permettere a
pieno l’utilizzo della tecnica degli antichi maestri, ultimo e
Caterina Di Cecca
all’Internationale Kammermusifestival di Norimberga la
prima rappresentazione assoluta di Antigone, opera da
camera per mezzosoprano, attore, flauto, chitarra,
violoncello e percussioni su testo di Michael Kerstan;
interpreti Frances Pappas, mezzosoprano, e El Cimarrón
Ensemble, committente del progetto. Così Panfili
presenta il nuovo lavoro: «Le domande di base che
Antigone è costretta a porsi vengono confrontate con
gli attuali temi del mondo moderno: guerra fratricida,
antinomia di legge e giustizia, quesiti sulla pietà e
legittimità delle emozioni. A che punto le leggi distruggono
una civiltà, gli individui? Che cosa ci autorizza a
trasgredirle? Fin dove arrivano i limiti del governante, e
quali mezzi gli sono permessi? Cosa succederebbe se
l’amore non vincesse e gli amanti restassero uniti
soltanto nella morte? Tutte queste domande le avevano
già sollevate Sofocle nella sua tragedia e molti altri fino
ad oggi. Ovviamente esistono tante versioni moderne del
testo, da Anouilh a Brecht a Hochhut, versioni che
restano però, sempre e in qualche maniera, datate,
radicate nei loro tempi. Noi ci poniamo di nuovo davanti a
questi problemi eterni e li esaminiamo dal nostro attuale
punto di vista. Nel nuovo pezzo i musicisti sono integrati
nella scena; inoltre agiscono come una specie di “coro
greco”, con commenti sugli avvenimenti o creando
atmosfera. Il pezzo consiste di cinque scene (I. Antigone,
II. La sorella, III. Il re, IV. Il fidanzato, V. Antigone) e un
epilogo, collegati dal “coro greco” e solcati da oniriche
reminiscenze di semplici canzoni infantili».
più importante dei quali fu Carlo Alfredo Piatti, legata a
quella barocca e abbandonata agli inizi del
Novecento. Lo scopo della ricerca dunque, non
è ritrovare il suono del passato, ma riprendere
quel filo rosso da dove si era interrotto per
trovare un suono del futuro, che abbia le
fondamenta nell’origine del violoncello stesso.
Da questa forte sollecitazione, un brano
interamente pensato per uno strumento
estremamente sensibile e predisposto alle
fluttuazioni sonore derivate dalle varie pressioni
e transizioni d’arco sulle corde, in cui
armonicità e inarmonicità (secondo l’accezione
spettralista) si fondono in un tutt’uno e diventano la base
strutturale per il fitto dialogo con l’orchestra».
Primavera di progetti
A prile fitto di impegni per Caterina Di Cecca. Il 29 aprile
Oscuro pintado per otto strumentisti è stato presentato alla
Casa del Suono di Parma per “Labirinti
Sonori”. Nell’occasione è stata ascoltata la
registrazione dell’esecuzione proposta
dall’Ensemble Mosaik il 16 maggio 2015 alla
Fondazione Spinola Banna per l’Arte di
Poirino (Torino). Il 22 aprile ha avuto luogo al
Festival Mixtur 2016 di Barcellona la prima
esecuzione assoluta di Sinopia per violino e
violoncello, affidata ai solisti dell’Ensemble
BCN 216. Il 20 aprile Oscuro pintado è stato
ripreso al Teatro Litta di Milano, nell’ambito
della rassegna “Rondò”, da Michele Gamba alla testa del
Divertimento Ensemble. Filigrane scarlatte per pianoforte
solo è stato proposto da Vitaliy Kyanytsia il 18 aprile
all’Accademia Ucraina delle Arti di Kiev, nell’ambito del XIV
IMYF (International Forum Music of Youth 2016), “The
Solo Piano Project”. È inoltre in programma il 28 luglio
all’interno della prima edizione del nuovo Ciclo
Internacional de Música “Laberintos Sonoros” presso il
Centro Nazionale delle Arti (CENART) di Città del
Messico: l’interpreterà il pianista Ignacio Torner in
un concerto dell’Ensemble Taller Sonoro di Siviglia
all’auditorium “Blas Galindo”. Caterina Di Cecca ha
ottenuto numerose commissioni: due nell’ambito
del V International Master Classes of New Music
Course, in vista del “Contrasts Festival 2017”; la
commissione di un’opera lirica (titolo provvisorio
Funeral Play ) in programma per la Biennale di
Venezia 2016; di un’opera per ensemble vocale e
strumentale (Neue Vocalsolisten di Stoccarda e
Divertimento Ensemble di Milano), in cartellone nella
Stagione “Rondò 2017”. Ha vinto infine il Concorso
internazionale di composizione “The Biennale College Music Project 2016” e il Concorso internazionale di
composizione “Franco Donatoni” International Meeting
for Young Composers - IV Edizione.
Il pianoforte e l’opera da
camera: i due poli remoti
della ricerca di questi mesi
Paolo Arcà
Blitz per orchestra è in
cartellone al Teatro Petruzzelli
di Bari il 21 settembre,
nell’interpretazione
dell’orchestra dell’ente diretta
da Roman Brogli-Sacher.
Prima d’un lavoro
concertante all’Auditorium
del Parco di L’Aquila
Marco Momi
Almost Pure for E.P. per
quartetto d’archi è in cartellone
il 12 luglio per il Tzlil Meudcan
2016 di Tel Aviv, interprete
il Quartetto Maurice, che
porterà il pezzo anche agli
Internationale Ferienkurse für
neue Musik di Darmstadt, tra
il 29 luglio e il 14 agosto.
Esecuzioni importanti e
commissioni prestigiose
per la prossima stagione
Goffredo Petrassi
Romanzetta per flauto e
pianoforte è stata eseguita al
Festival del Ned Ensemble il 14
maggio all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
di Tommaso Benciolini e
Adriano Ambrosini.
13
Daniela Terranova
Oggetto opaco
P
rima esecuzione assoluta per Daniela Terranova il 17
giugno al Teatro Malibran di Venezia: l’Orchestra del Teatro
La Fenice diretta da John Axelrod vi interpreterà Haiku per
orchestra, commissione “Nuova Musica alla Fenice” con il
sostegno della Fondazione Amici della Fenice. Spiega
l’Autrice: «Dietro l’intelligibilità apparente degli haiku
si nasconde la profondità e il mistero del simbolo e
dell’ineffabile. Il senso è ostruito, e l’atto stesso del
significare risulta, oltre che superfluo, inaccessibile. Nella
scrittura di questo Haiku per orchestra ciò che viene
enunciato è “opaco”: non viene sottoposto a uno sviluppo
secondo i canoni della tradizione occidentale, bensì ripetuto
e osservato. L’immagine è unitaria e molteplice allo stesso
Gilberto Bosco
Prima sinfonica commissione
del Teatro La Fenice
tempo, poiché tende a ripresentarsi assumendo forme
diverse nelle quali si riconosce tuttavia un principio unitario.
La volontà dell’atto compositivo è anti-descrittiva, tendendo
piuttosto a catturare l’impressione attraverso alcune fragili
“istantanee” che sono, per definizione stessa, “intrattenibili”.
Lo spazio si riempie di puri frammenti che, pur sfuggendo a
un sistema di significazione, suggeriscono alla percezione
dell’ascoltatore una circolarità di eventi possibili. Tali
frammenti sono come “un reticolo di gemme, nel quale
ciascuna gemma rispecchia tutte le altre e così via,
all’infinito, senza che mai si possa afferrare un centro, un
nucleo primario” (Roland Barthes, L’impero dei segni )».
Assenze e presenze
Il Festival Risuonanze ha ospitato il 29 maggio alla
Villa Miotti De Braida di Tricesimo la prima esecuzione
assoluta di Essercizio (con parentesi) per due flauti
nell’interpretazione di Tiziano Cantoni e Fosca Briante.
In questi termini l’Autore presenta il nuovo pezzo: «Poco
tempo fa scrissi un lavoro, intitolandolo Essercizio: titolo che
ovviamente rimandava ad Alessandro Scarlatti, presente ma
forse anche assente. Fin dalla prima esecuzione pensai che
il brano avrebbe dovuto essere “tagliato” da delle inserzioni
più ritmiche, quasi danzate: ecco quindi la versione “con
parentesi”, con ritmi forse chiari solo all’autore e agli
esecutori. Alla base di tutto una serie di emissioni diverse,
di combinazioni ottotoniche, di incontri contrappuntistici,
Aldo Clementi
di “melodie” rese poco o tanto esplicite, di ricordi e nostalgie.
Un omaggio (di nuovo, forse più per assenza che per
presenza!) a un lavoro di Goffredo Petrassi». Il 14 maggio è
stato ripreso all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’ambito
del Festival del Ned Ensemble, …c’est la clarté vibrante…
per flauto e pianoforte, interpreti Tommaso Benciolini e
Adriano Ambrosini. Infine, è in programma il 21 giugno nella
Sala Arte Povera del Museo del Novecento di Milano
Fantasia (alla passacaglia) per chitarra, solista Andrea
Monarda. Il pezzo compare anche nel Cd Dieci minuti
all’alba. Omaggio a Giorgio Gaslini appena pubblicato dal
chitarrista per Stradivarius.
Caleidoscopio per archi
È fresco di stampa il Cd monografico Aldo Clementi:
Momento (Collection QB, CQB 1615) che il Quatuor Bozzini
(Clemens Merkel, Erik Carlson, Stéphanie e Isabelle
Bozzini) ha dedicato alla produzione del compositore
siciliano per quartetto d’archi, nell’ampio arco cronologico tra
il 1968 e il 2005. Promosso e prodotto da Björn Nilsson, che
parla della «bellezza caleidoscopica» di questa produzione
clementina, il Cd propone nell’ordine Satz (1998), Satz 2
(2001), due versioni di Canone (1997), Tribute (1988),
Momento (2005), Reticolo: 4 (1968) e Otto frammenti
(Canoni 1-8, 33-40, 1978-1997). Il 19 maggio si è tenuto al
Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma il seminario “Aldo
Clementi compositore e didatta: il pensiero e la musica”, in
occasione del quale è stato proiettato il documentario di
Patrizio Esposito Collage. Blues per Aldo. Il seminario è
culminato in un concerto nella Sala Medaglioni in cui sono
Giovanni Battista Martini
Turchi e ripieni
E scono in edizione critica per le ESZ il Concerto a quattro
14
pieno in Re maggiore per archi, basso ripieno e basso
continuo (HH 27 n. 10) e il Ballo da Turco in Re maggiore
per due oboi, archi e basso continuo (HH 35 n. 1) di
Giovanni Battista Martini. Entrambe a cura di Federico Ferri
e Daniele Proni, le due edizioni appartengono alla collana
dedicata all’opera strumentale del compositore, teorico e
storico bolognese, di cui sono usciti già altri quattro titoli: la
Sinfonia a 4 strumenti (HH. 27 n. 8), la Sinfonia a 4 con corni
da caccia (HH. 30 n. 1), la Sinfonia con violino e cembalo
obbligati (HH. 32 n. 10) e la Sinfonia con violoncello e violino
obbligato (HH 27 n. 3). Il primo dei due lavori freschi di
stampa risale al 1754 ed è custodito autografo presso il
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna.
La fonte non si pronuncia né sull’organico né sull’agogica
Novità cameristica al
Festival Risuonanze
Un Cd monografico abbraccia
oltre trent’anni di produzione
cameristica
stati eseguiti B.A.C.H. per pianoforte, Sonatina per flauto e
pianoforte, Duetto per flauto, clarinetto e due strumenti in
eco, Barcarola per pianoforte a 4 mani, 2 x 6 per pianoforte
e vibrafono, e i Tre ricercari per pianoforte, percussioni e
saxofono contralto. Il Festival “L’Aquila Contemporanea
Plurale” propone all’Auditorium del Parco di L’Aquila il 4
giugno Scherzo per flauto, clarinetto, violino e viola,
nell’interpretazione dei Solisti Aquilani diretti da Marco
Attura, e il 6 giugno LuCiAno Berio per flauto e violino,
nell’esecuzione di membri dei Solisti Aquilani e del Freon
Ensemble. L’8 giugno l’Accademia Filarmonica Romana ha
in cartellone, eseguite da Alessandro Viale, una serie di
pagine per pianoforte solo: Variazioni, Loure e Blues. Infine,
l’Accademia Musicale Chigiana propone a Siena il 28 luglio
Passacaglia per flauto e flauto registrato, solista Roberto
Fabbriciani, con Alvise Vidolin alla regia del suono.
Prosegue l’edizione critica della
produzione strumentale del
grande musicista e intellettuale
dei tre tempi, che i curatori suggeriscono di eseguire, in
analogia con altri lavori martiniani, come Allegro, Andante,
Allegro. Interessante l’indicazione, sulla fonte stessa, delle
feste liturgiche in occasione delle quali la composizione
venne ripresa, quasi ogni anno per oltre trent’anni, fino al
1786. Il Ballo da Turco è opera del giovane Martini, risalendo
al 1734, ed è parimenti custodito come manoscritto
autografo presso il Museo Internazionale e Biblioteca della
Musica di Bologna. Articolato in quattro tempi (Allegro,
Andante, Allegretto, Allegro e vivace), l’organico non vi è
prescritto in modo vincolante, ma è ricostruito dai curatori.
Gli archi non prevedono le viole, secondo un uso diffuso
nell’Italia del Settecento. Entrambe le edizioni sono
corredate, come di consueto, da un essenziale, accurato
apparato critico.
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
as
Prime esecuzioni
assoluteassolute
GIUGNO
Alessandro Solbiati
LA NUIT DE MAURICE
(d’après “Noctuelles”)
per pianoforte
Roma, Fast Forward Festival, Teatro di Villa
Torlonia, 1 giugno
Francesco Prode, pianoforte
Martino Traversa
OISEAUX TRISTES
per pianoforte
Roma, Fast Forward Festival, Teatro di Villa
Torlonia, 1 giugno
Francesco Prode, pianoforte
Giorgio Colombo Taccani
OCÉAN
(d’après “Une barque sur l’océan”)
per pianoforte
Roma, Fast Forward Festival, Teatro di Villa
Torlonia, 1 giugno
Francesco Prode, pianoforte
Riccardo Panfili
LES MOTS DE LA TRIBU
(d’après “Alborada del gracioso”)
per pianoforte
Roma, Fast Forward Festival, Teatro di Villa
Torlonia, 1 giugno
Francesco Prode, pianoforte
Vittorio Montalti
VERTICALE
(d’après “La vallée des cloches”)
per pianoforte
Roma, Fast Forward Festival, Teatro di Villa
Torlonia, 1 giugno
Francesco Prode, pianoforte
Ivan Fedele
PHASING
per due pianoforti e due percussionisti
(Prima esecuzione italiana)
Padova, Auditorium Pollini, 1 giugno
Mariagrazia Bellocchio e Aldo Orvieto, pianoforti
Simone Beneventi e Dario Savron, percussioni
Ivan Fedele
WOOD-SKIN TRACKS
per due percussionisti e elettronica
Padova, Auditorium Pollini, 1 giugno
Simone Beneventi e Dario Savron, percussioni
Alvise Vidolin (SaMPL, Padova), elettronica
Ivan Fedele
THRENOS in memoriam Henri Dutilleux
per violoncello solo
(Commissione del Festival de Violoncelle
de Beauvais)
Festival de Violoncelle de Beauvais, Maladrerie
Saint-Lazare, 4 giugno
Silvia Chiesa, violoncello
ESZ
Andrea Manzoli
ABSTRACT EXTENSION
per violoncello e orchestra
L’Aquila, Festival L’Aquila Contemporanea
Plurale, Auditorium del Parco, 4 giugno
Fernando Caida Greco, violoncello
Orchestra Sinfonica Abruzzese
dir.: Fabio Maestri
Ivan Fedele
EPITAFFIO
per voce recitante e orchestra
(Prima esecuzione italiana)
L’Aquila, Festival L’Aquila Contemporanea
Plurale, Auditorium del Parco, 4 giugno
Brizio Montinaro, voce recitante
Orchestra Sinfonica Abruzzese
dir.: Fabio Maestri
Luigi Manfrin
B(L)ACK LIGHT… DOWN INSIDE THE
MEMORY
per pianoforte a quattro mani
(Prima esecuzione integrale)
Mantova, Trame Sonore, Mantova Chamber
Music Festival, Palazzo Ducale, La Galleria, 5
giugno
Maria Ala-Hannula e Leonardo Zunica, pianoforte
Giovanni Bertelli
FORSE SON PROPRIO VERMI
per soprano e ensemble
(Commissione Divertimento Ensemble)
Milano, Rondò, Teatro Litta, 6 giugno
Alda Caiello, soprano
Divertimento Ensemble
dir.: Sandro Gorli
Aureliano Cattaneo
CORDA
per pianoforte e live electronics
Paris, Festival ManiFeste, Philharmonie
de Paris, 10 giugno
Sébastien Viochard, pianoforte
Thomas Goepfer, informatica musicale Ircam
Carlos Roqué Alsina
3 HOMMAGES BREFS
per flauto, tromba e viola
Paris, Cité Universitaire, 14 giugno
Ensemble Le Pli:
Amélie Feihl, flauto
Noé Nillni, tromba
Antonin Lefaure, viola
Andrea Mannucci
AI PIEDI DELL’EDEN
per orchestra d’archi
Padova, Chiesa di Santa Caterina, 16 giugno
I Solisti Veneti
dir.: Claudio Scimone
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Daniela Terranova
HAIKU
per orchestra
(Commissione “Nuova Musica alla Fenice” con il
sostegno della Fondazione Amici della Fenice)
Venezia, Teatro Malibran, 17 giugno
Orchestra del Teatro La Fenice
dir.: John Axelrod
Maurilio Cacciatore
LA VALLÉE DES MERVEILLES
per flauto, clarinetto, percussioni, due
danzatori-performer, stage setup, video
e elettronica in tempo reale
Strasbourg, Espace K, 17 giugno
Ensemble Hanatsu Miroir
LUGLIO
Valerio Sannicandro
FINESTERRAE
per cinque voci soliste, viola (e-viola,
viola d’amore) e live electronics
Stuttgart, Der Sommer in Stuttgart, Theaterhaus, 1
luglio
Gart Knox, viola, e-viola, viola d’amore
Neue Vocalsolisten Stuttgart
Experimentalstudio Freiburg des SWR:
Reinhold Braig, Thomas Hummel,
Valerio Sannicandro, live electronics
Giovanni Bertelli
LE PREMIER JOUR
per sei voci su frammenti tratti da “À la
recherche du temps perdu” di Marcel Proust
Stuttgart, Der Sommer in Stuttgart, Theaterhaus ,
1 luglio
Neue Vocalsolisten Stuttgart
Jean-Luc Hervé
ÉLOGE DE LA PLANTE
(La finta giardiniera)
per voce femminile e elettronica
La Charité-sur-Loire, La Cité du Mot,
Jardin Mérimée, 9 luglio
Jeanne Crousaud, soprano
Alessandro Solbiati
TERZO QUARTETTO
per archi
(Prima esecuzione parziale della nuova versione)
Festival Pontino di Musica, Incontri Internazionali
di Musica Contemporanea,
23 luglio
Quatuor Diotima
Havier Torres Maldonado
Novità
per flauto, clarinetto e pianoforte
Città del Messico, CENART, Auditorio “Blas
Galindo”, 30 luglio
Dynamis Ensemble
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
as
Prime esecuzioni
assoluteassolute
AGOSTO
Carlos Roqué Alsina
CONCERTO N. 2
per pianoforte e orchestra
Aix-en-Provence, Auditorium Campra,
4 agosto
Carlos Roqué Alsina, pianoforte
Orchestre de Toulon
dir.: Yeruham Scharovsky
SETTEMBRE
Stefano Gervasoni
Novità
per una cantante Noh e quartetto d’archi
Tokyo, Arts Council Tokyo, Italian Cultural Institute,
1 settembre
Ryoko Aoki, canto Noh
Quator Diotima
Carlo Ciceri
TIERS PAYSAGE
per ensemble
(Commissione Swiss Composers’ Society)
Lucerna (Svizzera), Lucerne Festival, KKL
Lucerne, Lucerne Hall, 4 settembre
Ensemble of Lucerne Festival Alumni
dir.: Lin Liao
Vittorio Montalti
EHI GIÓ
Vivere e sentire del grande Rossini
Opera per un attore, un performer, tre voci,
ensemble e elettronica su libretto
di Giuliano Compagno
Spoleto, Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli”,
9 settembre
Emanuele Salce, attore
Ensemble del Teatro Lirico Sperimentale
“A. Belli”
dir.: Enrico Marocchini
Vittorio Montalti, elettronica
Regia: Alessio Pizzech
Federico Gardella
D’AUTRES ARABESQUES
per oboe e pianoforte
Takefu (Giappone), Takefu International Music
Festival 2016, Bunka Center,
9 settembre
Kanami Araki, oboe
Kenichi Nakagawa, pianoforte
ESZ
Gabriele Cosmi
GUADIX IV
per pianoforte
Torino, Teatro della Concordia di Venaria Reale,
10 settembre
Emanuele Stracchi, pianoforte
Carlo Ciceri
INS WASSER
per mezzosoprano e ensemble
Bellinzona (Svizzera) Chiesa di San Biagio,
11 settembre
Anna Piroli e Barbara Brandi, voci
dir.: Francesco Bossaglia
Stefano Gervasoni
FADO ERRÁTICO
A song concert upon fados by Amália
Rodriguez
per voce femminile, grande ensemble e live
electronics
(Prima esecuzione italiana)
Torino, Festival MITO Settembre Musica,
Conservatorio, 17 settembre
Cristina Branco, voce
Divertimento Ensemble
Ensemble Sentieri selvaggi
Mdi Ensemble
dir.: Eduardo Leandro
In collaborazione con Ircam, Parigi
Riccardo Panifili
ANTIGONE
Opera da camera per mezzosoprano, attore,
flauto, chitarra, violoncello e percussioni su
testo di Michael Kerstan
Nürnberg, Internationale Kammermusifestival, 19
settembre
Frances Pappas, mezzosoprano
El Cimarrón Ensemble
Maurilio Cacciatore
IV STUDIO
per pianoforte
Strasbourg, Istituto Italiano di Cultura,
20 settembre
Emanuele Torquati, pianoforte
Alessandro Solbiati
CONDUCTUS
per flauto dolce contralto solo
Losanna, 22 settembre
Antonio Politano, flauto dolce
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Malika Kishino
Novità
per flauto, oboe e clarinetto
(Commissione Ensemble Horizonte)
Detmold, 7. Hörfest Neue Musik,
23 settembre
Ensemble Horizonte
Vittorio Montalti
L’ARTE E LA MANIERA DI AFFRONTARE IL
PROPRIO CAPO PER CHIEDERGLI
UN AUMENTO
Opera da camera per un performer, due voci,
un attore, ensemble e elettronica
da un testo di Georges Perec
Libretto di Giuliano Compagno
(Prima esecuzione della nuova versione)
Reggio Emilia, Fondazione I Teatri, Aperto/Rec
Festival, Teatro Cavallerizza,
24 settembre
Jo Bulitt, attore performer
Ljuba Bergamelli, soprano
Nicholas Isherwood, basso
Icarus Ensemble
dir.: Yoichi Sugiyama
Vittorio Montalti e Simone Conforti, elettronica
Regia: Claudia Sorace/Muta Imago
Aureliano Cattaneo
VIOLINKONZERT
per violino e orchestra
(Prima esecuzione assoluta della nuova
versione)
Warsaw (Polonia), Warsaw Autumn Festival,
Warsaw Philharmonic,
24 settembre
Sophie Schafleitner, violino
National Polish Radio Symphony Orchestra
dir.: Emilio Pomarico
Luca Mosca
FLY SONGS
Dodici Canzoni per voce e quattordici
strumenti su testi di Gianluigi Melega
Bologna, Bologna Festival, Oratorio San Filippo
Neri, 29 settembre
Cristina Zavalloni, voce
Ensemble da Camera del Conservatorio
“A. Boito” di Parma
dir.: Pierpaolo Maurizzi
Il calendario completo delle
esecuzioni, costantemente
aggiornato, può essere consultato
all’indirizzo internet:
www.esz.it
Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it
Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta
Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb
Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991