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a cura della Sezione di Scienze delle Professioni Sanitarie del Dipartimento
Foglio di informazione professionale per gli Infermieri
di Pediatria dell’Università di Firenze e del Gruppo EBN del Meyer
numero 20, Maggio 2007
LA TECNICA ASETTICA “NO“NO-TOUCH”
Ethel Trigg, Toby A. Mohammed, Practices in Children’s Nursing Guidelines for Hospital and Community, 2006
Secondo i dati dell’OMS l’8,7% dei pazienti ospedalizzati di tutto il mondo presenta
un’infezione nosocomiale. Nel nostro Paese non meno di 500.000 pazienti sviluppano
ogni anno infezioni nosocomiali, responsabili di circa 15.000 decessi (http://www.
ospfe.it/index.phtml?id=1967). Molte di queste infezioni sono dovute all’inadeguato uso
di tecniche asettiche. La tecnica asettica “no-touch” è una tecnica asettica che si
basa su evidenze scientifiche sviluppatasi in ambito pediatrico per fornire agli operatori
sanitari una guida pratica per una tecnica asettica sicura. I principi della tecnica “notouch” possono essere applicati a tutte le procedure come le medicazioni, la
cateterizzazione vescicale e la terapia endovenosa. Soprattutto quest’ultima è di
particolare rilievo in quanto è la procedura più comunemente svolta in asepsi in ambito
ospedaliero e perché spesso porta al maggior rischio diretto di infezione per il
paziente. Che cos’è la tecnica asettica “no-touch”? La tecnica “no-touch” previene
la contaminazione diretta ed indiretta delle componenti essenziali di ciascuna
procedura per mezzo di un metodo consistente nel non toccare (no touch) tali parti,
associato ad altre precauzioni appropriate. Le componenti essenziali in una
procedura sono quelle parti che se contaminate determinano il rischio di infezione per
il paziente. Nella terapia EV ad esempio sono le parti che vengono a contatto in modo
diretto con i liquidi infusionali come l’ago usato per l’aspirazione del farmaco, l’interno
della siringa, il raccordo della siringa e la parte interna del raccordo del deflussore e
del catetere. Non sono componenti essenziali, ad esempio, la parte esterna del
deflussore o il cappuccio dell’agocannula.Gli operatori devono quindi: in primo luogo,
saper individuare le componenti essenziali di ogni procedura; svolgere una corretta
igiene delle mani; utilizzare solo le precauzioni antinfettive necessarie; agire secondo
una sequenza logica; agire senza toccare le componenti essenziali. Le precauzioni
antinfettive sono strumenti/metodi di barriera utilizzati per mantenere l’asepsi come
guanti, camici monouso, telini sterili, ecc. Valutare il rischio è il primo passo da
compiere. Occorre chiedersi se è possibile eseguire la procedura senza contaminare
le componenti essenziali. La maggior parte delle procedure in asepsi possono essere
eseguite senza toccare alcuno dei materiali che verranno in contatto con il paziente,
ossia le componenti essenziali. Nel caso non sia possibile portare a termine una
procedura senza toccare una delle componenti essenziali a causa della complessità
della procedura o della sua durata, sarà necessario includere anche precauzioni
antinfettive come ad esempio l’uso di guanti sterili. È da notare che questo tipo di
procedure sono rare nel caso della terapia EV; perciò l’utilizzo di guanti sterili non deve
essere un alibi per tralasciare un’accurata igiene delle mani. Nel caso che una
componente essenziale venga inavvertitamente contaminata è possibile rimediare in
alcuni casi disinfettando le parti con i disinfettanti appropriati, in altri casi usando del
materiale nuovo.In tutte le procedure che richiedono asepsi ritroviamo 5 fasi principali.
Ciascuna fase richiede un’azione specifica o una scelta riguardo le precauzioni da
utilizzare. Di queste 5 fasi, 3 sono sempre obbligatorie: il lavaggio delle mani prima e
dopo l’esecuzione della tecnica e l’utilizzo della tecnica no-touch; le altre due fasi
richiedono una scelta: se indossare guanti sterili o guanti non sterili e se preparare un
campo sterile e come (vedi schema a pagina 2). In base alla decisione presa riguardo
a queste due fasi, si deciderà quale materiale è necessario.
NON fate cadere il materiale sul campo sterile.
Vi è il rischio che alcune delle componenti essenziali vengano
a contatto con il telino o altro materiale.
Le componenti essenziali non devono mai venire a contatto
con altro all’infuori di altre componenti essenziali !
Tempo di lettura 4’
Sterilità, asepsi e
tecnica no-touch
La sterilità non esiste:
la parola sterile significa
“privo di microrganismi”
quindi data la naturale
moltitudine di
microrganismi
nell’atmosfera non è
possibile ottenere una
tecnica veramente sterile
per procedure svolte in
reparto o a domicilio.
Esistono invece le
tecniche asettiche:
affinché si sviluppino
delle sepsi (terapia EV) o
delle infezioni a livello
locale (medicazioni), le
componenti essenziali o i
siti devono essere
contaminati da un
numero sufficiente di
organismi patogeni
virulenti. Quindi, una
tecnica che previene una
contaminazione a questo
livello è una tecnica
sicura. Una tecnica di
questo tipo viene definita
tecnica asettica dato che
la parola asepsi significa
“senza infezione” o
materiale infetto
(patogeno).
Le tecniche no-touch
sono di fondamentale
importanza!
I patogeni non sempre
possono essere rimossi
tramite un accurata
igiene delle mani. Inoltre,
il lavaggio delle mani non
sempre è efficace.
Quindi, la tecnica notouch è forse la
componente più
importante di una
procedura svolta in
asepsi.
Ti piacerebbe collaborare a questo Foglio ? Hai dei quesiti riguardanti la pratica professionale che vorresti fossero approfonditi ? Contattaci ! email: [email protected] oppure tel. 2577
Cosa fare
e cosa non fare
1
Lavaggio delle mani
obbligatorio
Non complicatevi la vita!
Ad esempio, non
cercate di tenere una
mano pulita e l’altra
sporca dato che questo
renderà tutto solo più
difficile e compilato.
Maneggiate con
tranquillità le parti che
non sono componenti
essenziali della
procedura -questo
renderà più facile
eseguire la procedura.
Concentratevi sulle
componenti essenziali
della procedura. Fino a
che non vengono
toccate/contaminate da
voi o da qualsiasi altra
cosa, state procedendo
in modo sicuro.
Prendetevi tempo per
sviluppare la vostra
tecnica di manualità. Se
risponde ai concetti della
tecnica asettica
no-touch state lavorando
in modo sicuro ed
efficiente.
Pulite le ferite con
movimenti centrifughi:
devono venire a contatto
con la ferita solo garze,
pinze e guanti non
contaminati.
Ricordatevi
dell’importanza di lavarvi
le mani
Non utilizzate
precauzioni non
necessarie ed inefficaci
dato che sono un inutile
spreco di tempo e
risorse.
2
Guanti
scelta
guanti sterili
oppure
guanti non sterili
3
Campo sterile
scelta
4
tecnica no-touch
obbligatoria
5
Lavaggio delle mani
obbligatorio
un telo sterile
oppure
l’interno di una confezione
sterile
oppure
una vassoio disinfettato
LA TECNICA ASETTICA NO-TOUCH
PER SOMMINISTRARE UN FARMACO ATTRAVERSO L’AGOCANNULA
Scopo: preparare e somministrare un farmaco EV tramite catetere venoso periferico
Luogo: medicheria di un ospedale pediatrico o stanza del bambino
AZIONI
• Lavatevi le mani
• Preparate il piano di lavoro: invece di un telino
sterile è possibile utilizzare un vassoio appena
disinfettato
• Preparate tutto il materiale occorrente e
disponetelo accanto al campo di lavoro.
• Lavatevi le mani con gel alcolico o acqua e
sapone ed indossate guanti puliti
• Preparate i farmaci e il materiale necessario con
tecnica no-touch
• Non toccate nessuna delle componenti
essenziali ma toccate le parti non essenziali con
tranquillità.
• Toglietevi i guanti e lavatevi le mani
• Quando siete pronti avvicinatevi subito al
paziente e verificate le 5 G
• Preparate il paziente e spiegate la procedura al
bambino e coinvolgete il genitore in questo
processo di rassicurazione e consenso
• Scoprite il sito del CVP (eventualmente
rimuovendo bendaggi)
• Assicuratevi che il sito di inserzione del CVP non
mostri segni di infezione o stravaso.
• Indossate un paio di guanti puliti
• Disinfettate le componenti essenziali (in questo
caso il tappino del CVP) e aspettate che
asciughi (20 secondi).
• Somministrate il farmaco secondo protocollo
• Smaltite tutti i taglienti e altro materiale in modo
sicuro
• Toglietevi i guanti e lavatevi le mani
• Documentate l’avvenuta somministrazione.
Rispondi al quesito e vinci un i-Pod
NOTE
• Un campo sterile delle giuste
dimensioni vi aiuterà a proteggere le
componenti essenziali; un vassoio ha
il v antaggio di p ote r ess ere
trasportato
• Prima di lavarvi nuovamente le mani
dovrete aver svolto le attività
“sporche”. I guanti in questo caso
vengono indossati dall’infermiere per
proteggerlo dalle ripetute esposizioni
ai farmaci.
• Mantenete l’asepsi
• Toccare le componenti non essenziali
con tranquillità permette all’infermiere
di agire in modo sicuro e appropriato.
• Per fare si che il giusto farmaco
venga somministrato al giusto
paziente
• Un componente essenziale non è
asettico finché non è asciutto
Tra tutti coloro che invieranno entro il 12.6.06 la risposta corretta all’indirizzo:
[email protected] verrà estratto a sorte un i-Pod
In un bambino con diagnosi di infezione urinaria quale deve essere la priorità dell’infermiere?
1) assicurare un apporto nutritivo adeguato per prevenire la disidratazione
2) prevenire l’enuresi
3) somministrare l’antibioticoterapia prescritta
4) ridurre l’apporto di liquidi per far riposare i reni
Child Health Nursing Reviews & Rationales, pag.174
Il quesito di aprile: “Per valutare la respirazione e misurare la frequenza respiratoria in un bambino di 4 anni che si presenta al
Pronto Soccorso per tosse persistente, quali gruppi di muscoli osservate?
1) toracici
2) addominali 3) accessori 4) intercostali
La risposta esatta è la 2: i bambini e i lattanti usano il diaframma e i muscoli addominali per respirare. Quindi l’infermiere
osserverà il movimento dell’addome per contare gli atti respiratori. L’utilizzo dei muscoli accessori o intercostali può essere
osservato in situazioni di distress respiratorio.
Child Health Nursing Reviews & Rationales, pag.55
Hanno risposto 14 colleghi, con 8 risposte esatte e 6 non corrette. Tra i colleghi che hanno dato risposta esatta sono stati
sorteggiati i colleghi Susanna Giovannini (Poliambulatorio) e Nicoletta Semeraro (Chir 2°) che vincono una copia di
“Assessment Infermieristico”
http:\\azienda.meyer.it -> cliccare su Gli Infermieri dei bambini. Stella Neri e Filippo Festini Università di Firenze, Dipartimento di Pediatria,
Sezione di Scienze delle Professioni Sanitarie