PSICOLOGIA di COMUNITÁ
Piero Amerio
Cenni storici
1960/ 1970 Stati Uniti  JFK Kennedy, rivendicazione diritti dei neri, Vietnam, povertà, assenza di
tutele sociali e di assistenza sanitaria per gran parte della popolazione
Psicologia e psicologia sociale ancora pregne di behaviorismo se ne distaccano faticosamente.
Ancora lontane dal mondo sociale
Primavera 1965 convegno e fondazione  riforme nel campo della salute mentale sostenute dalle
politiche di JFK e di Johnsonriportare il malato alla comunità. Incentivi alle comunità locali proposta
di riaprire al sociale la psicologia.
richiesta di forti innovazioni:
 Rottura con il setting clinico di distanza tra operatore e pazienteagire concretamente andando
incontro ai problemi e agendo concretamente sulla situazione di base per riattivare le risorse, le
reti sociali, la dimensione supportiva comunitaria
 Critica della gestione della salute mentale come metodo repressivo per mantenere il predominio di
classe, colpevolizzazione delle vittime(blame)
 Rappaportla Psicologia di Comunità non deve essere salute mentale della comunità ma mirare
anche al miglioramento stesso del sistema, dell’ordine della comunità la psicologia deve
incrementare le possibilità di azione di individui e gruppi attraverso l’incremento e la riattivazione
delle risorse individuali e sociali = empowerment
L’ottica ecologica (non come specifica metodologia, le cui interpretazioni sono sempre state
riduttive nei confronti della psiche umana e troppo deterministichevedi Barker e la sua ‘ecologia
umana’ in cui ritiene setting fisici predittivi del comportamento) ma come programma di intenti
generali in cui sono ribaditi il carattere sociale dei problemi umani e la concezione sociale della
persona
Levine e Perkins e l’analogia ecologica
o Influenza dell’ambiente fisico e sociale sul comportamento
o Interdipendenza tra gli individui nell’ambito di specifici gruppi sociali intesi come comunità
o Prospettiva di ricerca ed intervento che si indirizza ad unità più ampie che gli individui
o Ricerca che tende a svolgersi in contesti naturali
o Contesto di ricerca ed intervento volto a promuovere una collaborazione attiva e partecipativa tra
ricercatore e residenti.
Contesto Europeo
Meno influenzata dall’individualismo che pervade la cultura statunitense
Aperture all’interpsichico anche nel versante psicanalitico
Tavistock Clinic aprì filoni di ricerca sull’organizzazione sociale (come interazione tra i sistemi sociotecnici e l’insieme delle componenti umane ricordare il lavoro di Bion , Elliot Jacque ...
Scuole sistemiche di derivazione dalla californiana Scuola di Palo Alto
La psicologia di comunità è un’area di ricerca e di intervento sui problemi umani che si rivolge alla loro
interfaccia tra la sfera individuale e quella collettiva
.
Connotazione soggettivasono vissuti ed interpretati attraverso il filtro dell’attività percettivo - cognitiva
che ne attribuisce il significato. È il soggetto che li subisce e che vi deve far fronte
Connotazione socialeSpesso è nel sociale che nascono le problematiche(sia in una sfera microsociale di
relazioni sia nel macrosociale cioè nelle relazioni con le istituzioni e le organizzazioni) ma è anche nel
sociale che spesso si trovano gli strumenti per affrontare il problema. In più ci sono problemi
specificatamente collettivi a cui è adibita la parte strutturale e gestionale della società.
La psicologia di comunità si pone come strumento per analizzare le forze ed i poteri prodotti socialmente
che agiscono sull’individuo limitandone ed indirizzandone le possibilità di azione, attraverso la ricerca e
l’intervento effettuato con l’applicazione di specifici programmi diretti a promuovere competenze, cambiare
le relazioni di potere, favorire migliori scambi tra le reti sociali che inglobano le varie persone.
Ricerca - azione
Traduzione in chiave operativa di due principi basici:
1) Quella di un soggetto attivo capace di fare sia nella dimensione psicologica che in quella sociale
2) Quella di un procedimento scientifico che connette il fare all’analisi effettuata.
Articolazione psicosociale del soggetto attivo
Grandi masse non più solo passive (servi della gleba, schiavi...) ma
 nuovo soggetto politico grazie a scioperi e proteste
 nuovi soggetti in città, periferie, rottura con il mondo contadino tradizionale
 emigrazione nelle americhe
 accanto alle richieste di emancipazione materiale si fanno strada le richieste di emancipazione
psicologica (richiesta di identità personale, dignità e rispetto del privato...) rivendicazione di
individualità da parte della base, non come privilegio nobiliare.
Miglioramento individuale ed emancipazione collettiva insieme
Nelle Scienze sociali la Psicologia e la Sociologia erano dominate da un clima culturale oggettivistico
scientista di predeterminazione in cui il soggetto è passivo. I primi spazi si aprono nella Psicologia Sociale
Kurt Lewinriconoscere che i fattori oggettivi e quelli soggettivi sono ugualmente importanti e sono in una
situazione interattiva data dall’azione concreta umana
Il soggetto attivo è l’elemento dinamico tra sfera psicologica e sfera sociale. Il mondo sociale in cui si trova
a nascere ed a vivere lo influenza ma non lo determina in quanto egli ha la possibilità di agire nel mondo
sociale stesso e di modificarlo attraverso le sue azioni.
L’azione è realisticamente limitata poiché non deriva dall’incontro tra le intenzioni soggettive con i fattori
oggettivi delle risorse disponibili, e con fattori sociali, circostanze, normative, pressioni del potere di altri
uomini.
Psicologia clinica
La psicologia di comunità non rinuncia alla centralità della persona nella sua unicità ed ad una finalità che
non è puramente conoscitiva ma volta a prendersi cura dell’altro
Ottica individualisticaprocessi psicologici puramente interni, individuo come unità a se
stante,riduzionismo organico
Ottica naturalisticasocietà ed umanità come fenomeni determinati da leggi intrinsecamente dotate dalla
natura che sottostanno a tutti quei caratteri meno essenziali che possono dipendere da una qualche
interazione. Contesto sociale fisso ed immutabile.
Concetto di comunità(parz)
Insieme di persone connotato da un particolare tipo di rapporto tra i membri di organizzazioni sociali in cui
c’è la prospettiva di un bene comune, criteri di solidarietà e di senso positivo dello stare insieme.
Individualità e società in breve CAP 2
Percorsi dell’individualità
Mondo greco città stato che garantiscono l’identità sociale e la libertà del cittadino
Medioevototale dominio di un ordine superiore . I gruppi e le categorie hanno possibilità di esprimersi
non gli individui. Gli isolati dalla società sono pericolosi.
Rinascimento italiano autodeterminazione come caratteristica specie specificaPico della Mirandola
Nasce l’individuo. L’impero è lontano la Chiesa è una signoria temporale,spazio alla valorizzazione
dell’azionemercanti,artigiani,artisti. Politica come lotta per il potereil Principe di Machiavelli la
fortuna determina solo per metà il corso effettivo degli eventi, il resto lo fa la virtù(capacità e decisioni)
Cartesiorivendicazione del soggetto non sul fare ma per la capacità di pensare e di pensarsiinizio della
modernità con coscienza di individuo non come maschera nè uno come tanti ma come ‘cosa
pensante’esistente nella sua specificità
Kantresponsabilità e condotta moralesoggetto attivo della sua conoscenza ed azione. Io come soggetto
non isolato dal mondo sociale perché legato al riconoscimento da parte dell’altro e dal mondo con cui mi
relaziono
Lock  SELF esperienziale
Idealismoil soggetto è il centro di un mondo in cui la cosa in sé non esiste più. Poco spazio per l’individuo
concreto.
Marx, Nietzsche , Freud mondo sociale no come estrinsecazione di una Idea ma come regno di lotte di
potere e soprusi . Storica spaccatura del soggetto,morte delle antiche convinzioni e dell’antico ordine
precostituito, ridimensionamento della coscienza, del libero arbitrio.
Il soggetto per la psicologia
Tentativo di superare il dualismo cartesianono riduzionismo fisiologico per Wundt però
 elementismo
 ricerca di un’oggettività che tende ad escludere l’apporto della soggettività
 uomo come essere che per propria natura ha determinati processi psicologici. Staccato dalla società
essa lo può influenzare ma non concorre a determinarlo nei suoi aspetti basici.
Behaviourismo uomo come insieme di comportamenti dettati da cicli di condizionamento operate che si
autorinforzano
Cognitivismo mente informazioni bias
Crisi e ritrovamento del soggetto
Fenomenologial’essenza del mondo oggettuale si coglie attraverso l’intuizione che nasce dall’esperienza
vissuta del soggettoandata verso il reale, il concreto, l’esperienzaDilthey psicologia analitica
descrittiva dove osservazione e sperimentazione si affiancano alla comprensione per indagare l’esperienza
come dimensione esterna e come dimensione interna di vissuto.
Difficoltà a considerare la concretezza e la dimensione storica nell’indagine dell’uomo e della società.
Psicologia di comunità
Idea dell’individuo tra il primato della relazione e quello della pratica ed in stretta articolazione con il
sociale.
Libertà individuale ed istituzioni sociali
Come conciliare la libertà individuale con uno stato che si elevi a garante degli individui?
Hobbes(tempo assolutismo)stato di natura con individui isolati e nemici di tuttileviatano con potere
assoluto
Lock(tempo monarchia costituzionale) contratto fondato sul consenso di uno stato garante della propria
vita,libertà e proprietà,ovvero i diritti naturali dell’uomo
Rivoluzione francese…
Liberalismo teoria politica che fa proprio il principio etico della libertà individuale e che affida allo stato
il dovere di tutelarla come libertà personale, politica ed economica.
Lavoro e società: nuovi valori, nuovi problemi
Mondo anticodisprezzo. Attività degne per il cittadino solo guerra, pensiero e governo.
Rinascimentomondo cittadino ascesa delle arti e dell’artigianato. Disdegno nobiliare
Rivoluzione industrialeil lavoro passa in primo piano e fonda l’ordine socialecapitalismo, mercato
,merce, plusvalore, salario, proletariato.
Weberl’etica protestante e lo spirito del capitalismo
 esaltazione della motivazione economica sulle condotte umane
 Concetto di libertà che trova le sue basi non su coscienza e pensiero ma sul perseguimento della
felicità e sul benessere
Utilitarismo principio di utilità che guida la condotta umana (sfuggire al dolore ,cercare il piacere)e
principio di utile comune massima felicità per il maggior numero di persone (J.S.Mill)
L’idea socialista tra utopia marxismo e democrazia moooolto in breve
Utopisti Moore, Fourier
Società Fabianasocialisti riformistipartito laburista britannico
Marx
Bernstein critica al marxismo programma riformista della socialdemocrazia socialismo
democraticospaccatura finale con il socialismo marxista nella rivoluzione d’Ottobre(e creazione
dell’URSS),avvicinamento ali sviluppi dell’utilitarismo,dell’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’individualismo
democratico americano e delle spinte del cristianesimo comunitario.
Sulla scena contemporanea
L’esperienza dell’ex URSS ci ha mostrato come i diritti sociali non possano mai esser disarticolati dalle
libertà civili e politiche.
Con l’idea del welfare state si è allargata un’idea di libertà civili all’inizio troppo individualistica.
Necessità di uno stato e di autorità super statali che garantiscano gli individui ma pressioni di mercato in un
sistema societario fondato sul capitalismo. Problema della povertàforbice sociale nei Paesi ricchi e tra
Paesi (terzo mondo)
Globalizzazione, influenza di informazioni e meccanismi sovranazionali in cui sembra di non aver il minimo
pesoscarsa partecipazione e fuga nella vita e negli interessi privati.
Individualismo lontano dalle aspirazioni di libertà illuministiche. Chiusura nella propria normalità che
diventa razzismo.
Può esistere la democrazia senza partecipazione?
$L’idea di comunità tra scienze sociali e ragioni etico - politiche CAP 3
“Comunità” termine polisemico di difficile utilizzo scientifico ma forza indicativa
L’idea di comunità nel pensiero europeo
Hegel-->idealismo tedesco. Uomo ha il suo senso non se considerato come atomo solo ma come parte di
un’entità sovra individuale che è lo Stato.
Romanticismoopposizione alle idee illuministe di tipo cosmopolitapatriottismo e rivendicazione delle
unità nazionali come espressione dell’anima profonda di un popolo. Mentre esalta l’idea dell’eroe ne
costituisce una anche quella di un collettivo sociale forte contraddistinto da solidarietà ed uno speciale
legame tra i membri,ricco di sentimenti ed unito da uno scopo comune.
Comtepositivismo,ideali di oggettività e quantificabilifisica sociale, società come un organismo
collettivo
Durkheimfondat sociologia moderna considera però il sociale come organismo che esiste e trascende i
singoli. Fatti sociali.
Toonniescomunità ≠società
Comunità come espressione della volontà organica degli individui che genera la relazione sociale in modo
spontaneo e naturale. Proviene dall’uomo e dalle sue relazioni, è fondata sulla dignità e sulla comprensione
nell’ambito di una volontà collettiva espressione di unità
Società come espressione di una volontà arbitraria che nasce dal ragionamento freddo sul rapporto tra fini
e mezzi. Associazioni macchinose prodotte dall’utilitarismo di soggetti essenzialmente separati.
Il concetto di comunità di Toonnies va poi in larga parte ad incarnarsi nell’idea di comunità locale.
Webercomunità ≠ associazione
Società come concreto luogo di associazioni, scambi, conflitti, plasmato dalle idee e dalle azioni dei soggetti
individuali e collettivi. Idea di soggetto attivo e di senso soggettivo dell’azione
Comunità quando l’orientamento all’azione poggia su una comune appartenenza soggettivamente sentita
(≠associazione identità di interessi motivati razionalmente).
L’esperienza americana
Padri fondatori della costituzione americana si illuministi ma caratterizzati
 Non da un mondo da abbattere ma da costruire dove esistono reali possibilità di cambiamento e
felicità. . I concetti di progresso e speranza hanno un senso
 Rispetto dell’importanza delle azioni e dell’attività pratica
 Visione individualistica e libertaria proveniente dal protestantesimo
In generale momento culturale caratterizzato da
 Fenomeno associazionistico associazionismo dettato dalle dure esigenze della realtà quotidiana e
dalla carenza istituzionale.
 Frontiera del far west che si dissolve e spirito di conquista ed intraprendenza che si riversa
nell’economia capitalistica. Possibilità di scalata al benessere individuale per ognuno.
 Tesi dell’utilitarismo Milleriano in cui i temi dell’importanza delle motivazioni individuali ed una
visione etica fondata sulla conseguenza delle proprie azioni anziché sulle intenzioni influenzano
direttamente pragmatismo e funzionalismo.
 Darwinismo concetti di relazione uomo-ambiente e di adattamento . Spencerconcetto di
evoluzione associato a quello di progresso. Ottimismo.
PragmatismoPeirce la verifica della validità di un’idea in base alle sue conseguenze. Insistendo
sull’esperienza individuale, sulla responsabilità personale all’interno di un mondo privo di certezze
aprioristiche, è anche un’esaltazione della ricerca, della sperimentazione, della verifica.
James e Dewey elaborano un pensiero che proietta la conoscenza scientifica sull’impegno sociale
sottolineando la capacità attiva del soggetto che trova il suo fondamento nella comunità (a sua volta nutrita
dalla partecipazione anche psicologia dei singoli). L’individualismo democratico è qui spogliato dalla
concezione possessiva ed economicista per esser invece un fattore spirituale atto a far crescere la comunità
come attiva ,capace di correggere il suo operato attraverso la partecipazione reale di ciascuno.
Identità personale
Self per James
Unitarietà della persona in quanto il pensiero è sempre di qlkuno ed in quanto i feelings di calore ed intimità
che legano ciò che sentiamo “nostro” permangono nel tempo. Nell’esperienza si dà a noi l’unità della
persona. La nostra visione delle cose e di noi stessi è essenzialmente relazionale il che implica la loro
considerazione come un unico qualcosa. Noi abbiamo una sola idea alla volta non tutte nello stesso
momento, abbiamo una sorta di sintesi soggettiva che detta il nostro rapporto con la realtà attraverso un
atto psichico unitario, il pensiero presente giudicante. Il self concepito da James è sì in parte l’attività
autoriflessiva già delineata con lo stesso termine da Locke ma non solo quello. A questa parte (detta Io
conoscente ) si aggiunge il Me empirico cioè ciò che viene conosciuto, la quantità di elementi che attraverso
il flusso costante del pensiero,vengono sentiti come propri. Su questa base si collocano le dimensioni
materiali, sociali e spirituali del self. Dimensioni materiali tutto ciò che si connette agli interessi pratici(il
proprio corpo, la propria famiglia,abiti,casa. Dimensioni sociali sono legate al riconoscimento
altrui(presenza dell’altro e del suo giudizio come possibile fonte di auto giudizio). Dimensioni spirituali le
caratteristiche di ordine intellettuale e morale.
Cooley concezione che enfatizza l’apporto sociale. Egli sottolinea il carattere sociale dell’esperienza e
dell’esistenza umana. Descrive poi la società non solo come pratica mentale ma come interazione concreta
tra le persone che forma un insieme coeso e trova le sue matrici nei gruppi primari.
Gruppi primari: quelli che sono caratterizzati da un’associazione e cooperazione intima, faccia a faccia e
formano la natura sociale ed i valori dell’individuo.
Morenosociodramma per esplorare le reti sociali, psicodramma come psicoterapia attiva gruppale
Meadil self è una struttura sociale e sorge nell’esperienza sociale come oggettivazione che l’individuo fa
di se stesso assumendo gli atteggiamenti che nei suoi confronti tengono gli altri individui che con lui
condividono l’ambiente sociale o contesto di esperienza.
Play(spontaneo isolato)gamedi ruoloorganizzato (squadra piccola comunitàegli percepisce se
stesso come qlksa di globale che riflette l’unità sociale, l’atteggiamento dell’intera comunità, lo spirito che
la contraddistingue, l’altro generalizzato)
Problemi umani in comunità locali
Mentre in Europa le scienze sociali si organizzano attorno al lavoro di Emile Durkheim, negli Stati Uniti
l’influenza di James e delle scuole idealistiche tedesche si incentrano su una ricerca sociale empirica aperta
ai problemi di ordine psicologico. Mentre la psicologia cada quasi interamente nel behaviourismo le scienze
sociali si imbevono di elementi psicologici.
Uno dei centri più importanti della ricerca empirica con connessioni di dati sociali e psicologici è
l’università di Chicago.Il suo dipartimento di sociologia meglio esprime le aperture al progresso ed al
benessere in chiave ottimistica nonché le preoccupazioni per la difficile integrazione di così tante culture
diverse.
Thomas  il contadino polacco in Europa e in America
Coniugi Lynd middletown
Il metodo dell’analisi empirica sul terreno era nato anni prima in Gran Bretagna come strumento
conoscitivo a sostegno della lotta condotta dalla “sinistra” verso il degrado e la povertà negli slums
(periferie industriali) delle grandi città. Trova però negli Stati uniti una fondata consistenza concettuale.
Park considera la città, i quartieri, la comunità, la regione come una specie di “organismi sociali”. La
comunità umana è un insieme correlato di unità che “simbioticamente”(come piante ed animali nello stesso
habitat)stanno insieme.
 interdipendenza tra i membri di una comunità e importanza del territorio che accomuna e lega le
persone sono i due concetti che hanno fortemente influenzato il pensiero americano ed hanno portato
all’elaborazione del concetto di “comunità locale”
Interesse sul fattore del territorio comune sottolineato da veri autori
 Comunità come condizione basica della vita quotidiana quindi implicitamente collegata ad un luogo
≠ associazione cioè vita sociale stabilita per fini parziali (MacIver)
 Comunità localistica dove l’individuo si riferisce ad essa come il “suo”gruppo ed i rapporti sono
stretti e faccia a faccia c'è una base geografica compatta, poco incline al cambiamento ≠ comunità
cosmopolita con scarse relazioni faccia a faccia, vicinato ed amicizia, tradizioni e valori deboli,
spinta all’individualismo ed al cambiamento visto come positivo. (Zimmermann)
 Tema del passaggio a differenti forme di vita collettiva in seguito a cambiamenti socio-economico
culturali. Poli del folk e dello urban. Momenti della transizione:
I.1. disorganizzazione culturale con regole complesse e forme tradizionali che entrano in conflitto con
le nuove possibilità
I.2. secolarizzazione di usi, costumi, modi di vivere, attività tradizionalmente legate all’ambito religioso
si laicizzano
I.3. crescita dell’individualismo che si esprime di fronte al gruppo ed alla famiglia
(Redfield)
 confronto tra organizzazioni formali costituitesi per specifici fini (es comunità terapeutiche ) ed
organizzazioni comunali costituite da gente che vive insieme essendo nata su quel territorio. Non ci
sono somiglianze a parte il fatto di essere dei sistemi localizzati integrati per mezzo delle famiglie e
della cooperazione (Millery)
Una comunità per la psicologia di comunità
Fondamentalmente è stato formulato questo concetto per esprimere il senso di una vita collettiva fondata su
rapporti più spontanei, che incidono sulla propria identità mediante i sentimenti di appartenenza e che non
rispondono solo ad organizzazioni utilitaristiche di ordine economico.
Il soggetto attivo che si delinea in questo quadro non si limita a reagire alle cose o alle situazioni ma è in
grado di trasformarle o crearne nuove. Il problema è contemporaneamente psicologico sociale e politico
sociale. Il pragmatismo di James e Dewey diviene base di una ricerca scientifica che è anche impegno
sociale e si concretizza in una tensione politica al modello di individualismo democratico nonché in una
concezione della comunità orientata alla giustizia sociale. La scuola di Chicago approfondisce il tema della
comunità locale come luogo non solo geografico ma anche umano.
Dimensioni del concetto di comunità:



locale-territoriale : dato distintivo rispetto ad altri sistemi sociali esso è un rimando alla
concentrazione della comunità su un territorio specifico e delimitato. Come ‘comunità locale’
intendiamo un organizzazione e livello politico-amministrativo collocato dentro ad uno stato più
ampio (es territori baschi, Catalunya, occitania...)e sono definiti da confini umani culturali.
La dimensione locale incide sul nostro modo di vivere e sul nostro mondo relazionale, anche
attraverso le istituzioni,la famiglia, la scuola, i servizi
di relazione : è un tipo di convivenza che richiama il rapporto inter-umano al di là delle sue valenze
funzionali specifiche. Se è solido permette alla comunità tuta di mantenere un certo grado di
coesione e di normalità anche in momenti critici a livello istituzionale. Si esprime in condivisione e
solidarietà dal basso in momenti difficili o in feste aggreganti. Essa aiuta a mantenere l’identità
culturale integrando gli immigrati senza sentirli come minaccia .
di partecipazione: essa allarga il senso della relazione all’intera comunità poiché il dialogo viene
utilizzato per creare mondi possibili e condivisi. Con essa si trova la modalità di sottrarsi a
concezioni individualistiche atomiste di isolamento come da quelle in cui il sociale schiaccia la
dimensione privata e psicologia del singolo leggendo invece la condizione umana come continua
transazione e negoziazione con le cose e con gli altri. La partecipazione dev’esser attiva ed estesa
anche alle fasce disempowered e questo è interesse ed obiettivo primario della psicologia di
comunità.
Bene comune e sfera privata
Communitarians intendono la comunità come depositaria in sé di un bene comune che porta allo sviluppo
di una condizione collettiva più giusta, morale ed in grado di ripristinare l’importanza delle relazioni umane
venuta meno con l’individualismo. Estendono la loro critica anche all’individualismo democratico in quanto
una società che non abbia alle sue radici il bene comune non può esser giusta e la giustizia è un concetto
che nasconde determinate posizioni di valore.
La loro concezione di bene comune come condizione e non come continua conquista partecipata dai membri
della comunità è discutibile e pericolosa.
Non partecipazione sempre più estesa nelle nostre democrazie moderne e ritiro nella vita privata
illusoria perché
-è ampiamente costruita dall’invadenza mediatica
-è facilmente lacerabile da parte degli eventi socio-strutturali
Il soggetto sociale in psicologia di comunità CAP4
Persone, situazioni, teorie
La dimensione attiva dell’essere umano
Essere umano come soggetto attivoidea del mondo modernoUmanesimo, Cartesio e Kant =dimensione
attiva della conoscenza, del pensiero, della parola, dell’azione = presa di responsabilità.
Non più essere chiuso in un mondo intrapsichico autoprodottoil soggetto si costruisce nel sociale, ogni
processo psichico presuppone un oggetto con cui rapportarsi
Attraverso quali sets teorici la psicologia riesce a farsi carico dell’individuo nella sua interezza?
Soggetto attivo sia nella sua attività mentale che nella pratica.
Questo ultimo fronte è stato più difficile per la psicologia da includere e pur avendoci esplicitamente
provato con l’ottica behaviorista essa è stata così riduttivistica nel suo concetto base di comportamento
come reazione automatica e stimoli che finì per esser antinomica alla concezione di soggetto attivo.
Nel cognitivismo la mente si è considerata come insieme organizzato di raccolta d elaborazione e
trasformazione di dati, identificando negli atti mentali degli atti costruttivi della realtà attraverso il concetto
di schema cognitivo(processo funzionale attraverso cui si organizzano i dati dell’esperienza che accetta le
informazioni nuove e le utilizza per modificarsi e per guidare le attività esplorative alla ricerca di nuove
informazioni(schema driving)i. Gli schemi possono essere variabilmente composti e variabilmente connessi
con molti altri).La selezione degli schemi che il soggetto applica all’informazione primaria ha a che fare con
meccanismi al di fuori del suo controllo:
1)vivezza degli stimoli
 interesse emozionale risvegliato
 capacità di suscitare immagini concrete
 prossimità nel tempo e nello spazio
2)salienza che gli permette di emergere rispetto al contesto
3)accessibilità dovuta a quanto lo stimolo sia rapportabile con uno schema già presente
(Nisbett e Ross)
Caratteristiche dello stimolo ed attivazione automatica di schemi di riferimento mentale seguono le regole di
priming in quanto tra gli schemi possibilmente attivabili viene scelto quello usato di più e più di frequente.
Questo conservatorismo mentale continua anche in processi successivi nell’elaborazione dell’informazione
con le euristiche ovvero scorciatoie di pensiero che guidano il ragionamento senza basarsi né sui principi
della logica né su quelli del calcolo probabilistico ma su categorie prototipiche, pregiudizi, immagini.
Si sono evidenziati anche degli errori tipici (bias Fiske e Taylor) che costellano il ragionamento dovuti
proprio a questi processamenti abbreviati dell’informazione o all’attivazione di schemi conservativi inadatti
ed alla loro potenza direzionale di schema driving.
Il cognitivismo a dispetto di una iniziale apertura e plasticità dell’essere umano intravedibile nella
costituzione degli schemi fa poi luce su un processo di ragionamento che riduce sensibilmente l’autonomia
del soggetto, riconducendo alla normalità umana meccanismi distorti come stereotipi, gli effetti self-serving,
sbilanciate attribuzioni causali, giudizi di valore e streotipi di cui ci si serve per interpretare ed agire nella
realtà sociale.
Fortunatamente questi studi mantengono un sesgo dell’ottica scientista oggettivistica ed intrapsichica di cui
la psicologia non si è totalmente spogliata. Quando il soggetto è sottratto all’isolamento sperimentale e
viene messa in gioco
o l’interesse delle persone per i risultati del loro giudizio
o il loro senso di responsabilità
o il giudizio che gli altri possono dare di loro
o la valutazione delle loro capacità
o l’interazione tra persone
egli stesso diviene più aderente alla realtà e più capace di considerarne i dati senza esser cieca preda di
meccanismi di risparmio.
Individui in situazione e teorie psicologiche
La dimensione attiva del soggetto può quindi esser colta quando esso viene considerato nel suo contesto in
cui è chiamato a risolvere problemi e mettersi in relazione con gli altri ed è perciò sempre mosso da
motivazioni, scopi che non si aggiungono ‘dopo’ la cognizione ma la influenzano fortementestudio su un
‘soggetto epistemico’ ≠ individui in situazione
Punto di vista nomotetico (leggi generali) ≠ ideografico( caso particolare) come coniugarli?
La psicologia ha sempre privilegiato più l’approccio nomotetico, nonché una visione oggettivistica,
naturalistica, causalistica.
Teoria lewiniana
 relazione tra l’oggetto di studio e l’ambiente in cui è postoessenziali sia le caratteristiche
dell’oggetto sia quelle della situazione in cui è inserito
 concretezza del caso individuale e della situazione specificail riferimento alla situazione concreta
considerata nel suo insieme deve prendere il posto del riferimento alla raccolta più vasta possibile
di eventi che si sono ripetuti con frequenza
Procedimento lewiniano
 centrare l’analisi su situazioni concrete della vita reale
 non considerarle fini a se stesse e concluse ma inserirle in un quadro più vasto di strutture e
processi
 analizzare problemi specifici di dipendenza da situazioni specifiche
 passare via via a formulazioni di leggi più generali
Elementi di articolazione psicosociale
Il soggetto attivo utilizza l’intenzionalità...
Wundt e espressione di una volontà di ordine idealistico e non analizzabile.
Ach  operazionalizza come’ tendenza dominante’ che vale ad attuare una specifica azione.
Brentano  come espressione di costante interazione col mondo.
Lewin  come modulazione e direzione verso oggetti esterni del costante stato di tensione creato dalla loro
carica attrattiva.
La valenza degli elementi del contesto è connessa a
-la loro possibilità di attrazione in quanto mete
-la tensione interna presente in quel momento
-la distanza psicologica tra il soggetto e la meta (dovuta a fattori soggettivi ed oggettivi)
La teoria di campo
Campo la totalità dei fatti coesistenti nella loro interdipendenza in un momento dato
Fatto psichico
 Spazio di vita mondo personale di percezioni, rappresentazioni, emozioni, conoscenze, che
costituisce l’attività psichica del soggetto. Anche gli aspetti ambientali qui contenuti sono filtrati dai
processi psicologici.
 Zona di frontiera fatti che si collocano tra lo spazio di vita e l’ambiente esterno fisico e sociale.
Percezione, rappresentazione, azione che mette in interscambio mondo soggettivo e quello fisicosociale.
 Fatti esterni pur presenti non sono assunti in quel momento dall’attività psichica della persona.
Rappresentazione topologica
Il campo è diviso in regioni separate da frontiere di diversa stabilità e consistenza. Le regioni possono
cambiare estensione, posizione, possono sorgere o scomparire e si riferiscono a stati psicologici o attività
materiali, valutazioni... Una serie di regioni più centrali costituisce la persona ed esse sono separate da una
frontiera da quelle più periferiche.
Il campo è dinamico e dipende dalle situazioni in cui il soggetto è immerso.
La valenza è il valore positivo o negativo che una regione acquista in un certo momento influenzando una
locomozione dell’attività fisica o mentale lontano o meno da lei.
La forza è un risultante dall’incontro di tutte le diverse forze che si determinano a causa delle diverse
valenze regionali e determina la locomozione.
Dimensione temporale
Il campo è una analisi di un momento dato. I dati storici vi entrano solo per il loro incidere nella situazione
presente empiricamente definita. Del passato e delle prospettive future entrano nel campo quegli elementi
ricordi, considerazioni, emozioni, che concorrono nel determinare il presente psicologico.
Relazione tra i dati ambientali e quelli psicologici
La caratteristica del campo è l’interdipendenza dei fatti. L’elaborazione cognitiva, emotiva, interna non è un
dato personale solo ma si specifica nell’ambito della situazione singola nella misura in cui in essa si
collega con il mondo ambientale e simbolico valoriale esterno. Le proprietà di ogni fatto derivano dalla
relazione con tutti gli altri presenti e trovano la loro spiegazione e la loro funzione nel concorrere alla
dinamica del sistema.
In questa interrelazione è collocata anche l’azione umana. Essa si ritrova soprattutto nella zona di frontiera
ed è implicata nello scambio tra spazio di vita e fatti esterni e nel cambiamento. L’azione promossa dal
soggetto attivo infatti presenta risultati che modificano la situazione in senso sociale, materiale, psicologico
ed influenzano quindi l’azione.
Il gruppo
Il gruppo è un fenomeno non è una somma di membri né dei fenomeni rappresentati dal loro agire o pensare
Esso è da considerare come un’unità.
Il gruppo è luogo della partecipazione e dell’autogestione democratica
Esperimento Lewin, Lipitt e White conduzione gruppi
o A partecipazione democratica creatività produttività a lungo termine
o Permissiva, laissez-faire aggressività, produttività a breve termine, apatia
o Autoritaria aggressività, produttività a breve termine, apatia
Research Center for Groups Dynamics
 Indagare le forze soggiacenti alla vita di gruppo, che influenzano le relazioni tra i gruppi,
che agiscono sullo sviluppo della personalità e l’adattamento dell’individuo
 Ridurre lo scarto tra le conoscenze delle scienze sociali e la pratica dell’azione sociale
Gruppo di formazione o T-Group (training group)
Gruppo di base, autocentrato, di analisi ed interazione finalizzato alla comprensione del senso della
relazione con se stessi e con gli altri.
L’azione come processo socio-cognitivo
Conoscere ed agire
L’azione è un processo socio-cognitivo in quanto collega in modo attivo la dimensione soggettiva e quella
oggettiva, pur essendo innescata ed instrinsecamente connessa con il sistema cognitivo è espressione di un
rapporto con il mondo diverso:
 Non può essere realizzata indipendentemente da fattori oggettivi di abilità e risorse
 Ha sempre un effetto sull’esterno del soggetto produrre cambiamento o evitarlo
Esso è un prodotto sociale o è comunque mediato da significati sociali.
Modello TOTE
Unità operativa che collega azione-controllo-progettazione.
Test per controllare se la situazione è rispondente a ciò che si è progettatono corrispondenzaazione x
modificarlaritest do controlloexit se corrisponde.
Modello che comprende ad un tempo attività, informazione e controllo cognitivo.
Schema del Livello di Aspirazione(Lewin)
Si centra sullo studio della dinamica tra aspirazioni del soggetto, reali capacità di prestazione, di percezione
e valutazione dei risultati dell’azione.
 Compito famigliare, giudicabile quantitativamente ma non molto usuale
 Prima iniziale previsione con opportune penalizzazioni perché non sia campata in aria
 A prestazione avvenuta gli si chiede di quantificarla e gli si fornisce il dato reale
 Gli si richiede una nuova aspirazione per la seconda prova che è uguale alla prima
Gli studi in ambienti naturali evidenziano
 Che le operazioni di scelta dell’intenzione (goal setting) sono regolate non solo dalla
valenza della meta e dalla distanza psicologica da essa ma anche da una valutazione di sé e
delle risorse disponibili.
 La meta stabilita ha una funzione di guida (goal striving) nel mantenimento dell’azione
 Esiste una specifica sensibilità all’insuccesso che si manifesta
-provocando un adeguamento cognitivo ai dati di realtà
-conducendo ad atteggiamenti difensivi tale da compromettere la costruzione delle mete
Khul  strategie cognitive volte a proteggere l’azione
1) Attenzione selettiva di supporto all’intenzione
2) Controllo dell’encoding cioè facilità nella codifica delle info collegate all’intenzione
3) Controllo emotivo cioè inibisce stati che potrebbero distrarre
4) Controllo motivazionale che accentua l’importanza degli incentivi
5) Controllo ambientale che protegge da interferenze
6) Riduzione dell’elaborazione delle informazioni,rinuncia a percorsi alternativi
Il controllo dell’azione
Esso avviene con un meccanismo bottom-up che influenza con i dati rilevati post-azione non solo i
procedimenti mentre si stanno mettendo in atto ma anche i piani stessi che li guidano.
Nella pianificazione e nel controllo dell’azione si intrecciano conoscenze dichiarative e procedurali.
Pianificare significa anticipare della situazione generale come dell’esecuzione a livello simulatorio. Essere
esperti nel campo di indagine interagisce molto con quest’attività ma non sempre in senso positivo.
Il piano d’azione si modifica anche a causa della retroazione ed in senso ottimale dovrebbe costituire un
equilibrio tra accomodamento ed assimilazione.
Se il piano d’azione non è definito in senso stretto può essere solo una ipotesi di lavoro.
Solitamente le azioni sono collegate tra loro e promosse da uno scopo generale che sovrasta altri scopi
multipli. In questo caso la semplice pianificazione viene definita meta pianificazione atta a superare i
conflitti tra scopi o la scarsità di mezzi o le varie problematiche che possono sorgere.
Il ruolo cognitivo dell’azione:razionalità e meta cognizione
Il mondo dell’azione ci presenta un essere umano fondamentalmente razionale nonostante i suoi limiti
o Cercare possibilità, esser inventivi
o Fare scelte di fronte alle limitazioni materiali
o Prospettarsi e valutare situazioni future
o Puntare a risultati positivi quando si agisce
La razionalità umana ha i suoi limiti però è possibile cercare di rimediare agli errori ed imparare da essi.
Cognizione, azione, emozione
L’azione comporta una presa di coscienza di ciò che si fa
La conoscenza di una persona sui propri processi e stati cognitivi si definisce meta cognizione ed implica
 Esistenzala persona sa che esistono pensieri suoi
 Distinzionetra i diversi processi
 Integrazionedei diversi processi nel concetto di mente
 Variabiliconosciamo il loro incidere sulle nostre funzioni
 Controllo cognitivosappiamo quando comprendiamo o quando no
Altra forma essenziale di partecipazione sociale, relazione con il mondo e conoscenza è l’emozione in cui
confluiscono cognizione ed azione creando però una cosa diversa.
Arausalcambiamenti determinati dal sistema nervoso autonomo nella sfera biologica viscerale funzionali
al creare uno stato di attivazione.
Jamesteoria periferica dell’emozione: è la percezione dell’arausal e delle modificazioni motorie e
psicologiche che danno consistenza e creano l’esperienza emotiva.
Mandlerl’arausal e la valutazione cognitiva sono due processi diversi ed indipendenti che si occupano di
cose diverse:arausalintensità ; valutazione cognitivaqualità
Anche se indipendenti causalmente tra loro potrebbero avere una causa comune quando un’azione abituale
e ben organizzata fallisce.
Cannonteoria centrale dell’emozione: l’arausal è aspecifico rispetto al tipo di emozione e si può non
presentare anche in stati emotivi. L’arausal è quindi causato da un tipo di elaborazione dello stimolo
emotivo. Studi successivi hanno sottolineato l’importante ruolo dell’elaborazione dell’emozione d strati
sempre più alti dall’ipotalamo e le strutture limbiche ,ai collegamenti neocorticali specie nelle zone
prefrontalitestimonianza anatomica delle reciproche interazioni tra emozioni e cognizione.
Oatleyemozioni permettono la coordinazione di aspetti altrimenti divergenti grazie ad un’attività
dall’attività di controllo e di gestione che integra i vari piani d’azione e le condizioni esterne.
Funzione adattiva dell’emozione.
Arnoldl’evento emotivo racchiude in sé una valutazione immediata dei due poli di buono e cattivo
(appraisal) delle situazioni e per questo le emozioni hanno una intrinseca tendenza all’azione che porta al
distacco o all’avvicinamento.
Lazarusl’appraisal è configurato sia dagli stimoli ambientali che da caratteristiche personali. Esso non
precede l’emozione ma è parte della sua dinamica. L’appraisal essendo una valutazione imprime un
significato alla relazione persona ambiente ed esprime perciò la valenza relazionale - sociale dell’emozione.
L’emozione nel suo insieme è una continua rivalutazione quindi è in continuo cambiamento.
Frijidal’emozione ha una base biologica in comune con il regno animale ma anche un aspetto specie
specifico che riguarda le norme, i valori, la cultura, le modalità di interazione proprie dell’uomo.
L’aspetto funzionale è strettamente collegato alla consapevolezza che ci lascia dell’urgenza ed importanza
di certe situazioni, dall’attivazione innescata e dalla conseguente preparazione all’azione.
Emozione come verifica verso le reali possibilità attrattive e soddisfatorie dell’interesse.
Il soggetto e il sociale dell’azione
Nessuno nasce solo
L’azione si concretizza con il fare cioè con quella caratteristica di agire con intenzionalità ed un certo grado
di coscienza nel mondo esterno, sia materiale che sociale, per affrontare i problemi e le sfide che esso pone
all’uomo. L’azione racchiude già in se anche il mondo esterno culturale in quanto viene modulata attraverso
codici, simboli e norme costruite socialmente e nell’interazione. Il linguaggio è la prerogativa speciespecifica che connette inscindibilmente la soggettività e la socialità nell’essere umano. La normatività in cui
l’agire umano è inserito ci consente di essere operativi e di non dover risignificare ogni cosa subentrando
invece nel campo dei significati socialmente condivisi e lì strutturando la nostra affettività, cognizione,
progettualità ecc.
Il sociale soggettivizzato nell’interazione
Posizioni di costruzionismo sociale pervasivo:
 microsociologia interazionista (applicazione alla sociologia dell’interazionismo simbolico)
 interazionismo simbolico( Chicago 1940-50, Blumer) il soggetto produce significati nella costante
interazione con l’altro. Viene messa talmente tanta enfasi in questa attività che il soggetto stesso di
per se perde della sua dimensione psicologica: l’uomo agisce in base al significati che ha per lui
l’azione. I significati sono il modo in cui gli altri agiscono in relazione a lui in merito all’azione. Il
sociale è ristretto all’interazione, non esistono significati esterni ad essa che i soggetti interpretano.
Finisce con l’essere la situazione stessa che dà luogo all’agire.
Parti positive dell’interazionismo simbolico:
 impatto sulla psicologia behaviourista dell’epoca con una critica all’oggettività esterna e
meccanicista
 importante analisi di quanto i comportamenti devianti e la psicopatologia siano segnati
profondamente da interazioni sociali che ne designano il soggetto come portatore e
rafforzano in esso alcune modalità disadattive (label theory)
Parti negative dell’ottica interazionista
 ambito sociologico il sociale è totalmente frutto di co-costruzione soggettiva e
negoziazione tra attori interpreti ma questo implica che non sono presenti dati
strutturali di fondo, relazioni di potere, condizioni materiali. Teoria drammaturgica
fondata sui soli rituali dell’interazione.
 ambito psicologico il soggetto su cui si poggia questa visione soggettivista della
realtà non viene poi considerato se nei suoi processi psicologici ma solo come un muto
interprete di una situazione. Il mondo relazionale in cui si co-costruisce la realtà è visto
come rituale di rappresentazione teatrale da parte del soggetto di ciò che si pensa
stiano pensando altri.

Modello antropomorfico di uomo ( Harrè e Secord 1972)che sottolinea l’unicità dell’essere umano
 Linguaggio uso di simboli
 Autocontrollo ed autocorrezione
 Consapevole di sé
In cui però l’azione è determinata da regole e convenzioni che guidano i rituali sociali

Etnometodologia
 Schutz gli uomini non stanno nella realtà sociale come i dati oggettivi, essi ne
sono interpreti costituendola. Essa infatti è una comune esperienza vissuta dagli
individui e la nostra conoscenza di lei è fin dall’inizio intersoggettiva e socializzata.
 Garfinkel non solo la realtà sociale è una costruzione umana ma non esistono dati
al di fuori di essa. essa stessa non possiede né architetture strutturali né altri
principi di spiegazione, si fonda solo sul tacito consenso con cui gli attori sociali
accettano i sistemi di convenzioni in cui sono immersi.
Per questi filoni di pensiero socio-costruttivisti la comunicazione viene esaltata come etnometodo principale
da noi utilizzato per spiegarci il mondo e costruirlo. Ad essa si fanno anche risalire l’esistenza dell’insieme
dei fenomeni psicologici della persona. Non esistono altri tipi di processi né di stati mentali né di
organizzazione dell’informazione.
In questo rifiuto di qualsiasi dato non intersoggettivo scompaiono anche le finalità pratiche dell’azione(solo
espressione del mantenimento dell’immagine di sé)nonché una qualsiasi determinatezza nel mondo sociale.
Atti di linguaggio, persone e valori
In ambito europeo l’analisi conversazionale si è spostata nel campo più complesso dell’analisi del discorso.
In essa si può analizzare mentre avviene la co-costuttività del discorso, motivata dal principio di
cooperazione (Grice) nonché il principio di competizione (data la posta in gioco sempre presente in uno
scambio comunicativo)
Parlare è fare (Austin)
 Allocuzione: il senso di ciò che viene detto
 Illocuzione: un livello del fare che coinvolge l’interlocutore (sia concreto che presunto)
Tra parola e sociale c’è una relazione costitutiva a doppia entrata
La conversazione ha il pregio di permetterci di cogliere in atto il suo apporto alla costruzione del mondo
sociale ( rapporti di potere, costruzione dell’identità individuale e collettiva. ..)tuttavia essa risente
contemporaneamente delle condizioni sociali o psicosociali in cui avviene . Vi è una reciproca influenza in
cui il discorso ci permette di negoziare ruoli sociali ma le sue stesse possibilità sono incanalate da essi.
Individui concreti tra risorse e poteri
L’azione non porta con sé solo l’idea di un individuo non passivo e che trova la maniera di adattarsi
rispondendo ai compiti dell’esistenza ma porta intrinsecamente anche l’idea di un potere di innovazione, del
sentirsi autodeterminati (vita activa Hannah Arendt) che fa si che ci sia una tensione verso un obiettivo più
alto. Nell’analisi dell’essere umano non lo si può quindi ritenere direttamente determinato dalla condizione
sociale senza dare uno spazio alla decisionalità, alle aspirazioni ed alle scelte da lui fatte.
Tenendo conto di ciò è necessario staccarsi dalla tradizionale visione del sociale come ordine resistente al
cambiamento considerato come unica realtà, e riconoscerlo come un prodotto che l’agire di soggetti
individuali e collettivi contribuisce a costruire.
Il cambiamento è dunque qualcosa che si può promuovere, indirizzare, fomentare ma ovviamente le
possibilità di riuscita sono strettamente legate alle risorse a disposizione.
Risorse
 Parte concreta (avere a disposizione risorse materiali, economiche, sociali, personali...)
 Parte psicologica percezione e valutazione delle risorse (sovrastimate, sottovalutate...)e della
relazione mezzi-fini.
Considerare nel soggetto la sua capacità di azione crea un oggetto di studio diverso dal soggetto epistemico
dei primi esperimenti della psicologia, che ingloba la sua dimensione più reale dell’essere immerso
costantemente in un mondo di strumenti datigli dalla sua cultura e dalla sua esperienza che utilizza per
analizzare la situazione in cui è. Si tratta di un soggetto storicizzato immerso nel suo contesto di rapporti di
potere caratteristici di ogni società, nelle rappresentazioni che egli si costruisce sopra di essi e che riporta
dentro di sé.
Elementi per una teoria della pratica (CAP5)
Psicologia di comunità:disciplina che si indirizza ai problemi umani e sociali nell’interfaccia tra la sfera
individuale e sociale problema umano?situazione critica?Levine e Perkins:il vivere situazioni critiche non
è un’eccezione ma una norma. Non tutte e non nello stesso modo le situazioni critiche dell’esistenza
individuale e collettiva sono state considerate un problema cioè una situazione che necessariamente
abbisogna di un’analisi e di una soluzione almeno provvisoria. Qual è la soglia della criticità?
I problemi umani a cui ci rivolgiamo sono quelli a cui lo stato democratico con le sue indicazioni di welfare
cerca di affrontare e che sono entrati nella coscienza della collettività come deviazioni della norma(Boas)
che di fatto mettevano in pericolo la governabilità stessa nelle varie forme precedenti di organizzazione
della società (principati,feudi,comuni,monarchie e prime città industriali).
Questo tipo di problemi pur avendo al loro centro la persona, si sono originati come situazioni critiche
nell’ambito della convivenza umana perché sono i modi di relazione sociale che hanno trasformato le
situazioni in problemi. Si prestano quindi a diversi tipi di ottiche di indagine in cui la psicologia di comunità
ne propone uno di peculiare connessione tra sfere macro e micro con due obiettivi:
 Il lavoro di ricerca, volto a far emergere le cerniere empiricamente analizzabili tra lo psichico ed il
sociale in cui includere prospettive multidisciplinari finalizzate a suscitare forme di partecipazione e
di gestione dei problemi
 Operare concretamente tra l’attività psichica e pratica nelle specifiche situazioni di cui si va
occupando e di verificare la portata del suo intervento.
La psicologia clinica ad oggi è abbastanza sintonica con il modello bio-psico-sociale a cui si ispira
l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed è più aperta al confronto anche interno tra le più svariate forme
che ha assunto. Questo ne ha determinato una notevole apertura alla considerazione dei fattori sociali ed un
allontanamento da ottiche totalmente intrapsichiche.
La psicologia di comunità pur conservando da quella clinica l’atteggiamento di aiuto volto al cambiamento
e l’attenzione specifica al caso particolare, se ne differenzia in base alla concezione di essere umano come
soggetto attivo incostante transizione con il mondo. Grazie all’attività pratica il soggetto è fortemente
articolato con il contesto sociale e storicamente,socialmente,storicamente situato.
I problemi umani vengono dunque affrontati in una dimensione non esclusivamente personale e soggettiva
ma sociale ed oggettiva su vincoli e risorse della situazione globale in cui essa inserita. Per questo
 Le situazioni critiche vengono affrontate anche e soprattutto a livello di prevenzione intesa come
analisi ed intervento anche a monte o lungo il processo che ne dà luogo
 Al sociale viene attribuito un ruolo eziologico forteinterventi di empowerment
 Interesse che trascende anche l’area della salute e si indirizza alla gestione dei problemi sociali
della comunità organizzata sul piano nazionale.
Punti procedurali della psicologia di comunità in sintesi:
 Il caso particolare è costituito dalla situazione globale comprensiva della persona e dell’ambiente
 Si rivolge anche alle dimensioni oggettive ed alle dinamiche sociali
 Vede la situazione critica in atto come una condizione transitoria più o meno lunga e grave dalla
quale la persona può uscire qualora recepisca risorse idonee e sufficienti
 Mira all’attivazione di risorse di ordine personale e sociale
 In particolare alle risorse sociali ed al quadro sociale in cui la situazione si colloca
 Analisi ampia delle relazioni materiali e simboliche della situazione
 Far emergere consapevolezza ed attivare compartecipazione tra le persone coinvolte
 Sollecitare la dimensione attiva del soggetto ed il suo agire pratico
Un modello integrato per la ricerca e per l’intervento
Linee teorico metodologiche operative:
a) Teoria dello stress
b) Lavori sull’epidemiologia sociale delle turbe psichiche
c) Lavori sui processi di coping
Stress
Termine utilizzato per indicare prima lo stato di costrizione e successivamente anche l’evento scatenante,
trova una prima teorizzazione in Seyle e nella sua Sindrome Generale di Adattamento.
In essa si richiama alla costante interazione tra organismo ed ambiente strettamente connessa ai livelli di
attivazione del sistema nervoso ed alla dinamica dei processi biochimici che l’accompagnano sottolineando
quindi l’interpretazione del soggetto dell’evento stressante(stressor). In questa transazione le variazioni di
attivazione possono essere anche positive e dar vita anziché ad un fenomeno di stress ad un eustress.
Sempre in un ottica relazionale si pone anche Lazarus che considera lo stress come reazione non di un
organismo ma di un essere pensante che valuta le situazioni, le risorse di cui dispone e come può farvi
fronte.
Modello cognitivo-relazionale dei tre fattori che entrano nella transazione:
 La richiesta imposta all’individuo
 La costrizione che ne deriva
 Le risorse disponibili
Tutto però è mediato
 Dall’appraisal iniziale
 Dalle valutazioni anche successive di sé e della situazione
 Coping pratico ed emozionale
Coping insieme di processi psicologici e delle attività pratiche con cui la persona affronta un evento
particolarmente impegnativo per lei cercando di risolvere il problema o di limitarne eventuali conseguenze
negative. Può agire verso il problema in sé come verso la propria coorte emozionale attivatasi.
Le risorse utilizzate per il coping secondo Lazarus sono
 Lo stato di salute della persona quindi la sua energia disponibile
 L’insieme delle sue capacità cognitive( per valutare, analizzare e risolvere)
 Il livello di autostima
Si possono altresì distinguere
 Risorse materiali e socialiquelle che può offrire il contesto, in particolare
la rete sociale di supporto(La rete sociale è un elemento che congiunge
spesso le risorse personali e quelle sociali che possono esser materiali o
simboliche)
 Risorse personali e psicologiche derivano dalla persona e dalla sua
storia personale,dai tratti caratteriologici e soprattutto dalla fiducia nelle
proprie capacità e possibilità:self-efficacy
 Risorse che agiscono indipendentemente dalla percezione, valutazione ed
utilizzo che ne fa la persona
 Risorse che devono essere percepite e valutate in quanto tali per essere
fruite
Tipologie di coping
 Diretto al problema concreto, di ordine pratico attivo
 Diretto all’aspetto psicologico, emozionale difensivo
Il coping diretto a fronteggiare l’evento sul piano pratico è di natura diversa, tutt’altro che automatico mette
in gioco le capacità razionali di analizzare la situazione, programmare e pianificare azioni e relazioni,
cercare i mezzi adeguati ai suoi scopi. È un processo che si snoda nei meccanismi di feedback: si mettono in
atto attività mentali e fisico-motoriele attività modificano il quadro fisiologico,mentale,pratico della
situazionei risultati controllati mettono in atto altre attività
L’interazione tra i due tipi di coping è complessa. L’impegno sul problema pratico richiede un’impegno di
energie notevole, attivazione del SNC e dell’SNA che va ad aggiungersi all’attività mentale ed all’arousal
già messo in atto a fronte dell’evento. Tutto ciò può a volte avere effetti discordanti.
Il coping può avere esito positivo su entrambi i versanti, su nessuno o su uno solo
 Positivo coping pratico risoluz del problema, fine completa o parziale delle coorte
emotiva associata
 Positivo coping psichico quali costi sull’energia disponibile per l’azione concreta?peso
costante della situazione irrisolta con l’aggravante del tempo.
 Negativo l’andamento del percorso di valutazioni e strategie di coping inizia ad influire
su come essi vengono condotti. In questa fase di continue frustrazioni l’investimento può
calare e lasciar spazio a stati depressivi. Stato psicologico peggiore rispetto a quello
inizialepossibile necessario lavoro clinico e di recupero delle persone disempowered
 Positivo coorte emozionale sedata, autostima consolidata, senso di crescita psicologica
dovuto all’allargamento delle proprie prospettive
Dohrenwend mediazione( fattori personali + fattori situazionali sociali)
 Gli eventi si collocano in un quadro più ampio di contesto sociale povertà
 Senso temporale della sequenza di eventi e rinforzi possibilità intervento anche preventivo
Tipologia dell’evento stressante:
 Pungenti ma limitati nel tempo
 Che implicano una durata nel tempo
 Intermittenti che compaiono per periodi lunghi
 Cronici


Improvvisi ed imprevedibili
Prevedibili possibilità di coping proattivo (prevenire l’evento o
attenuarne la portata)
Il modello
Presupposti:
evento problematico che agisce su una persona in situazione definita da aspetti oggettivi(cambiamenti
materiali importanza degli interventi non psicologici) e soggettivi (importanza dell’appraisal e della
mediazione della percezione delle cose)
che avviene in un contesto (da geografico - fisico ad affettivo)in cui ogni elemento vede una dimensione
materiale connessa con una umano-sociale
forme di intervento
-volontariato
-politico
-di natura psicologica procedimenti atti a promuovere le competenze attive delle persone ed in genere a
rinforzare la capacità di analisi dei problemi e quella di azione sugli eventi( action research e
empowerment)
Dalla prevenzione alla psicologia nella comunità
Le pratiche preventive sono generalmente condotte a tre livelli:
 Prevenzione primariainterventi prima che la malattia insorga
 Prevenzione secondariadurante il periodo di latenza della malattia es accertamento diagnostico
tempestivo
 Prevenzione terziariadurante la malattia conclamata per prevenire ulteriori disagi
Oltre all’interveto diretto sull’uomo la prevenzione può effettuarsi anche attraverso interventi sull’ambiente
facendo in modo di interrompere il contatto con agenti patogeni per il maggior numero di persone.
L’ambiente può non essere solo quello fisico geografico ma anche quello relazionale, sociale.
L’influenza dell’insieme delle relazioni tra persona e contesto sociale da prendere in considerazione
soprattutto nel momento della prevenzione si può suddividere in diversi livelli:
Bronfenbrenner “ecologia dello sviluppo”




Microsistema rapporti interpersonali diretti
Mesositema rapporti tra microsistemi
Esosistema l’individuo non vi partecipa direttamente ma esso lo influenza
Macrosistema culture, ideologie, politiche...
Ed è proprio sulle relazionalità anche a livelli macrosociali (es tra i servizi e le istituzioni politiche)che pone
la sua attenzione la psicologia di comunità.
Portata a livelli molto a monte del problema la prevenzione in psicologia di comunità diventa ricerca e può
diventare contemporaneamente intervento seguendo il peculiare metodo della ricerca-azione.
Perché tutto ciò sia concretizzabile è fondamentale mirare a punti giusti di cerniera tra il mondo privato e
quello sociale( es problema della sicurezza, della disoccupazione giovanile, del calo della partecipazione
sociale nelle moderne democrazie...)
Individuo, Territorio, Comunità CAP6
Il territorio ha sempre mostrato la sua importanza. Le caratteristiche ambientali fanno parte di quei dati non
psicologici che Lewin riteneva di necessaria preliminare analisi come ecologia psicologica .
Gli psicologi e gli antropologi sociali degli anni 30-50 hanno fatto del dato ambientale e territoriale una
delle dimensioni fondanti del concetto di comunità.
Nonostante le ampliate possibilità di spostamenti e contatti è pur sempre vero che una comunità concreta si
radica fortemente in un territorio che è uno degli strumenti che attualizza la vita delle persone.
Gli ambienti in cui viviamo ci pongono limiti e risorse specifiche.
Studi della scuola di Chicago e di Lewin sono stati i più interessanti per la psicologia di comunità in quanto
infocati nel crinale dei dati oggettivi e soggettivi però sempre sottolineando l’insieme di relazioni circolari
di influenza che non permettono un mero determinismo ambientale come causa lineare di comportamenti
umani.
Come il territorio può influenzare l’agire umano dipende da:
 La sfera oggettiva (vincoli e risorse presenti)
 La sfera soggettiva (il modo in cui le persone che lo abitano lo percepiscono)
 L’interazione tra le due (norme e valori sociali, rappresentazioni collettive...)
Analisi del territorio umano
perché le pratiche umane contribuiscono a formarlo
perché è importante il significato che assume il territorio per persone e gruppi
L’analisi del territorio deve necessariamente fondarsi su un approccio multidisciplinare.
La ricerca è solitamente commissionata. Importante dunque il momento di analisi della domanda per
individuarne i reali scopi ed impostare la ricerca. Una strategia utile è fondare la ricerca territoriale su
problematiche specifiche del territorio.
Le origini dell’analisi del territorio:il social survey e la scuola di Chicago
Ecologia umana
Gran Bretagna, fine del 19esimo secolo. Tramonto dell’età vittoriana,grande contrasto sociale con la
povertà ed il degrado crescenti negli slums
Social Surveyanalisi scientifica della realtà sociale e dei bisogni sociali di una comunità condotta allo
scopo di intervenire per modificarla, presentando un programma costruttivo di progresso sociale. Questo
metodo trova più fondata consistenza negli USA nel corso degli anni venti , in particolare ’20 ’30 nella
scuola di Chicago.
Chicago città dal più alto incremento della popolazione ,meta di flussi migratori nel 1920 sono presenti 35
gruppi etnici differenti.
Park e colleghianalogia uomo-pianta
 Enfasi sulla competizione come forma elementare, inconsapevole, elementare, continua





La società segue leggi di natura cioè la lotta di ogni essere per l’esistenza: adattamento, selezione
naturale
La competizione nella società umana si associa a tre forme di interazione:
- il conflitto:è personale ed intermittente. In essa i competitori si trasformano in nemici.
Rivalità e guerre instaurano a lungo andare le gerarchie di posizioni nell’ordine
del’economia mondiale o gli status di individui e gruppi
- l’accomodamento:è un adattamento finalizzato a ridurre le spinte conflittuali in modo da
consentire a gruppi e persone diverse di svolgere insieme le rispettive attività
- l’assimilazione: compenetrazione di gruppi ed individui attraverso cui può nascere un’unità
di esperienze ed una concordanza di orientamenti comuni
complessità della società umana data dall’interazione tra l’ordine BIOTICO regolato da ciechi
meccanismi di lotta per l’esistenza, e l’ordine SOCIALE influenzato anche dalla comunicazione, dal
consenso, dall’azione collettiva, dagli ideali comuni. Differenza dei due ordini rimasta solo nella
primaria teorizzazione ma poi non considerata.
Area naturaleporzione geografica delimitata da elementi naturali o artificiali che costituisce
un’unità sociale omogenea entro un più grande contesto eterogeneo. Prodotto non pianificato della
crescita di una città vede all’opera un processo di distribuzione che classifica individui e gruppi e
crea aree con caratteristiche peculiari.
Problematica scarsa influenza delle dinamiche sociali storiche economiche e culturali.
Correnti di ecologia umana che si distaccano da quella di Park mettendo in evidenza i fattori socioculturali
sopra quelli biotici:
Analisi dell’Area sociale studia il fenomeno urbano attraverso la correlazione di tre variabili:
- lo status socioeconomico della popolazione
- l’urbanizzazione della zona
- la segregazione cioè la composizione di censo
Persone e comunità nell’analisi empirica
Ricerche importanti
accomunate per l’interesse verso l’articolazione fra le dinamiche sociali dei territori quelle personali delle
popolazioni che vivono o agiscono in essi:
Thomas Znaniecki “Il contadino polacco in Europa ed in America”
 comportamenti devianti derivati dall’esperienza soggettiva di gruppi di persone che sentono
allentarsi i vincoli normativi prima imposti dalla società d’origine.
 Uso massiccio dell’analisi dei documenti personali (diari, lettere…)
Anderson “The Hobo”
 Sulla vita dei lavoratori stagionali, temporanei (300000/50000 di passaggio ogni anno) che
si distribuivano in tre zone vicino al centro dei trasporti e degli affari creando un’area
culturale isolata: Hoboemia
 Tecnica dell’osservazione partecipante(!!!)
Thrasher “The Gang”
 Delinquenza urbana di bande giovanili che si collocano negli interstizi isolati tra i settori più
strutturati stabili ed organizzati.
Wirth “The Ghetto: A study in Isolation” sui ghetti ebraici in Europa ed in America
Robert ed Helene Lynd “Middletown”importante disconferma del mito della mobilità sociale
americana(classe operaia/buisness class o upper class)
metodi quantitativi e statistici integrati a quelli qualitativi e di osservazione partecipante
Lloyd Warner “Yenkee City Series”tema della stratificazione sociale. Statuscreato
dall’interrelazione
di tutte le strutture sociali nel loro insieme. Metodologia di ricerca complesse ed integrate tra i dati
qualitativi e quantitativi. Precisa filosofia di ricerca sul campo.
Scuola di Chicago
 Merito teorico dell’aver riconosciuto la novità del “fatto urbano”peculiarità delle nuove
città statunitensi come nuova organizzazione umana. Nuovo ambito di studi:la metropoli.
 Esagerata enfasi posta sull’ordine biotico
 Eredità di un’ottica ambientalista, riformista, egualitaria, democratica, dell’integrazione
tra i metodi di ricerca e di intervento, attenzione ai problemi reali.
 Forte influenza sulle Scienze Sociali
La psicologia dell’ambiente
Viviamo tutti nella stessa città? ambiente geografico/ ambiente psicologico=l’ambiente che è
percepito e rappresentato nella nostra mente attraverso il flusso dell’esperienza. La psicologia
ambientale è diretta ad analizzare le relazioni tra le caratteristiche dell’ambiente e la nostra
rappresentazione di esso e come questi due ambiti si intreccino ed influenzino vicendevolmente.
I problemi umani come l’esistenza stessa si svolgono in un ambiente anche fisico - geografico,in cui
stanno gli oggetti e che gli oggetti stessi contribuiscono a creare. Gli oggetti entrano nel nostro
campo percettivo. Ricordando quanto la nostra percezione ci ponga un vissuto fenomenico già
frutto di organizzazione e ricostruzione attiva , molte ottiche (gestaltista, cognitivista...) richiamano
a come l’ambiente stesso non sia solo dato di conoscenza ma un luogo di attività.
Dati strutturali dell’ambiente+percezione+attenzione+motivazione
Transazione soggetto-ambiente
Transazione: rapporto tra due entità in cui ciascuna delle quali nel rapporto stesso trova la sua
definizione
I due esponenti più importanti di questo filone della psicologia ambientale sono Ittelson e
Proshansky.
Concetto già usato per studiare la percezione in Dewey ed in Ames, la transazione è ora utilizzata
per una psicologia dell’ambiente che prende in considerazione un soggetto reale, capace di
adattare se stesso ma anche di adattare l’ambiente a sé. L’ambiente viene considerato come un
dato di ordine non solo sensoriale ma dotato di qualità simboliche, significati, conferitegli
dall’attività umana. L’ambiente completo è un processo attivo e continuo,caratterizzato da
cambiamenti che ne evidenziano le caratteristiche specifiche e legato alla temporalità.
La conoscenza dell’ambiente e la vita nell’ambiente
Lynch: “L’immagine della città” ricerca sulle possibili immagini mentali che la gente si
costruisce della cittàInaugurato nuovo filone di ricerche.
Egli individuò 5 elementi essenziali:

Percorsi

Margini

Quartieri

Nodi (da cui parte/a cui arriva)

Riferimenti (elementi che rimangono esterni)
Le conoscenze ambientali posso esser analizzate sotto forma di schemi che anno la funzione di

Organizzare i dati dell’esperienza in maniera funzionale meno rigida rispetto alle
categorie logiche

Come guida alle esperienze future
Schema ambientale: rappresentazioni astratte organizzate gerarchicamente che hanno per oggetto
il contesto fisico-sociale che ci circonda. Essi contengono:

Informazioni di tipo cognitivo(identificazione e categorizzazione)
-
contenuti dell’ambiente attesi o compatibili

info comportamentali relative alla funzione degli ambienti(scriptcopione o
sequenza di eventi coerente attesa dal soggetto in qualità di attore o osservatore.
Schank e Abelson)

Valutazione implicita emozionale
Gli approcci recenti tendono ad articolare tre ordini di fattori
 Le caratteristiche dell’ambiente
 Le azioni ed i comportamenti che vi si svolgono
 Le rappresentazioni e valutazioni di tali comportamenti e dell’ambiente stesso
 Stokols e Shumaker significati condivisi del luogo, rappresentazioni sociali.
Luogo: unità ambientale costituita da aspetti percettivo - cognitivi e da aspetti socio-fisici modulati
dall’attività che si svolge in un ambiente specifico
Identità
-
del luogo o place Identity = Senso di appartenenza che lega le persone al territorio,
loro riferimento significativo nei processi di costruzione identitaria (Proshansky)
-
attaccamento al luogo = aspetti emotivi della relazione tra la persona e l’ambiente
studiati in parallelo con quelli individuati dalla teoria di Bowlby
Stress ambientaleesposizione prolungata a stressor quali il rumore, il traffico, l’inquinamento, la
densità,la possibilità di aggressioni, che può avere effetti su diversi piani

cognitivo: elaborazione dell’info più veloce e meno accurata, meno
concentrazione

affettivo: tensione e nervosismo

relazionale : ripiegamento su se stessi, aggressività
L’analisi empirica del territorio
Principi metodologici

utilizzare come unità di analisi la persona-nel-contesto articolando dati personali e
dinamiche sociali evitando obiettivismo ingenuo e soggettivismo radicale

essere fondata e diretta alla partecipazione

mirata ad una modificazione del contesto: ricerca-intervento che promuove risorse
per l’azione

identificare risorse e problemi in stretta relazione con la situazione contingente
chiedendosi nel momento dell’analisi quali siano o possano diventare problemi o
risorse e parallelamente riconoscendo ai soggetti la capacità di fare

promuovere ed allargare la sfera delle possibilità di ordine psicologico, sociale e
materiale
tipi di analisi secondo il sociologo Guidicini

socio-psicologico:condotte umane e contesto interazionale in un dato spazio

socio-antropologico:culture locali e comunità

socio-economico:es middle town

socio-ecologico:organizzazione spaziale es scuola di Chicago

schema che prende in considerazione anziché un territorio un ambiente di
Mela,Belloni e Davico su due assi

distinzione tra i fattori ambientali naturali ed ambientali culturali

gradualità dimensionale dei livelli di realtà della natura dall’individuo alle
entità aggregate.
Otto ambiti a cui guardare dall’articolazione di questi due assi

ambiente interno individualedimensione biopsicologica degli individui

ambiente interno collettivobiopsichica collettiva discipline che si occupano di
popolazioni

ambiente ecologicoinfluenze dai sistemi naturali a quelli sociali. discipline
biologia,ecologia

ambiente esterno naturaleinfluenze della natura inanimata ai sistemi sociali
discipline geografia, geologia, scienze fisico-chimiche

ambiente socio-culturale interiorizzatoa livello individuale interiorizzazione delle
influenze socio-culturali. Discipline psicologia sociale, pedagogia, antropologia...

ambiente socio-culturale del sistemavalori e norme condivisi socialmente.
Discipline semiotica,antropologia, economia e diritto...

ambiente esterno antropicoumanizzazione della natura,addomesticamento di
specie...

ambiente esterno antropizzatomodifiche umane all’ambiente
esterno:inquinamento,deforestazione,dissesto idrogeologico...discipline fisiconaturali
Non si possono considerare tutti i fattori, tutte le possibili cause di tutti i problemi ma si dà un
taglio alla ricerca.
La ricerca sull’ambiente e l’utilizzo di dati secondari

Dati secondariderivati
Vantaggio:economici.
da
documentazione
non
raccolta
direttamente.
Svantaggi:

possono esser stati raccolti in aggregazioni territoriali che non collimano con quella che
prendiamo in esame

possibile inadeguatezza del contenuto

possibile inadeguatezza del processo di ricerca effettuato
per accedervi è dunque consigliabile rivolgersi ad organismi di ricerca rinomati nazionali o meno
come es l’ISTAT,il CENSIS...
 Se il territorio in analisi è urbano può essere utile un piano regolatore per avere una
prospettiva evolutiva degli scenari di sviluppo ipotizzati e promossi.
 Aspetto fisico-geografico del territorio (confini, clima, urbanizzazione o meno,
ubicazione,isolamento...)
 L’influenze umane sul territorio:opere di urbanizzazione, di comunicazione, livello
di degrado ambientale, possibili fonti di stress urbani...)
 Presenza di risorse e servizi pubblici o privati (ricreativo - culturali, socio-sanitari,
le forze dell’ordine...
 Informazioni sulla situazione economica e lavorativa
 Informazioni sulle persone,caratteristiche socio-demografiche della popolazione
 La stratificazione,la mobilità e le disuguaglianze sociali
 Gli indicatori sociali che forniscono informazioni su alcuni aspetti della vita delle
persone come il tempo libero, le abitudini, il tipo di consumi...ed in particolar modo il
rapporto che hanno con il proprio territorio
Con questi indicatori si possono costruire delle mappe del territorio tanto più utili quanto più
integrano gli aspetti obiettivi e quelli soggettivi.
Le persone e l’interrogazione diretta
Per conoscere dati soggettivi è indispensabile avere dati primari cioè raccolti ad hoc per la
ricerca. Si accertano così credenze e valutazioni arrivando ai problemi veri ed alla partecipazione
nella costruzione di una mappa sociale ed umana.
Questioni importanti
 Indagare le condotte messe in atto in zone specifiche  strumenti: colloquio, intervista
individuale e/o di gruppo. Si possono individuare testimoni privilegiati per caratteristiche
demografiche o lavorative ed istituzionali. l’intervista a gruppo può essere condotta a gruppi
appositamente formati o meno per indagare fenomeni che si svolgono prevalentemente in
gruppo. Il focus group è un metodo particolare che cerca di coniugare l’aspetto della ricerca
e dell’intervento indagando le rappresentazioni presenti su un evento e creandone di nuove
condivise.
 Indagare gli schemi ambientali, che pur essendo cognitivi sono intrisi di elementi emotivi, le
valutazioni e gli atteggiamenti strumenti: descrizioni e resoconti verbali, questionario ed
intervista, e per quanto riguarda informazioni meno concie le tecniche grafiche, i metodi
sociometrici moreniani.
In particolare indagare i dati psicologici che sostengono un certo comportamento e le condotte
legate ad un certo territorio non è facile. È necessario ricordarsi che lo strumento dell’intervista
arriva a produrre dati più oggettivi solo quando con l’esperienza si impara a condurla abbastanza
bene.
Un metodo particolare per avere informazioni è poi l’osservazione. Le tecniche utilizzabili sono
molte e variano per il grado di strutturazione,di partecipazione,dei supporti tecnologici. Può essere
molto utile in ogni caso per identificare sul territorio dei punti focali della comunità accessibile
alla maggior parte dei diversi gruppi e favoriscono l’aggregazione ed il senso di comunità. essi
possono essere individuati ad esempio dalla rappresentazione grafica di percorsi in cui sono
registrati gli spostamenti di vari soggetti nel corso del tempo.
I territori assumono una vera e propria identità ed una maniera di esprimersi in cultura locale.
L’analisi di questi aspetti è molto difficoltosa dato anche il doverne considerare l’aspetto evolutivo.
Alcune tecniche derivano dall’antropologia culturale: osservazione etnografica, intervista a
testimoni privilegiati, ma anche analisi dei testi scritti.
La ricerca-azione come articolazione di teoria e pratica( CAP7)
Principi e problemi
Lewinricerca azione in versante psicosociale. Generale ottica di interdipendenza ed
articolazione circolare tra gli elementi della situazione, tra elementi soggettivi ed oggettivi, tra la
teoria e la pratica,la coscienza ed il cambiamento. Ma non formalizzazione teorica come via sicura
di metodo.
Sfida che rovescia i canoni di relazione con il mondo dell’essere umano:
 Coscienza e pensierocomprensione
 Azioneintervento e cambiamento
Entrambi ricostituiscono il mondo e sono tipi di relazione attiva con esso. La ricerca in senso
tradizionale si risolve in se stessa senza necessariamente produrre cambiamenti se non
strettamente funzionali e momentanei.
Abbandonare vecchi schemi di pensiero e ricordarsi l’unitarietà del soggetto attivo

Senso comuneimparare(conoscenza) facendo(azione),

esperienza come base della scienza moderna, esperimento, no speculativo

Epistemologicamente lontana dall’ottica positivista, con pari dignità a diversi modelli
metodologici

Pragmatismoagire come test di verifica della verità scientifica

Teoria critica della società della scuola di Francoforteconnessione marxiana di teoria e
pratica e approccio critico ed interpretativoteoria consensuale della conoscenza

Dewey ogni processo conoscitivo è impegno di trasformazione della realtà
Ricerca classica

Indirizzata alla teoria, alla generalità, modelli universalistici

Normata perché guidata da norme che la rendono ripetibile e controllabile

Uomo razionale e freddopositivismoCompte fisica delle scienze sociali
Azione classica

Indirizzata alla pratica, legata al particolare

Storicizzata ed imprevedibile

Uomo passionaleromanticismoDilthey(intenzionalità),Helmoltz,Mach,Piaget
Action reserch
 Considerata poco scientifica e controllata soprattutto ideologicamenteottica
oggettivista che non considera l’Io soggetto in grado di volgersi all’Io oggetto come
attivoottica riduttivista e mistificatoria che
-viene perduta quella coscienza che sono nell’azione si esprime e non è coglibile
dall’esterno che è invece uno dei punti specifici su cui la ricerca azione riflette per
prefigurare più proficue alternative
-perdita del ruolo cognitivo della correzione che l’azione porta alla cognizione
 Caratteristiche essenziali che la distinguono dalla ricerca comune:
-
la partecipazione
-
la cooperazione
metodi di ricerca ma anche valori etici che qui la legano ad una visione politica
-cambio nella figura di potere dello psicologosullo stesso piano dei soggetti e che con
loro comparte, non impone verità
 punto imprescindibile della psicologia di comunità che prevede il cambiamento come
fenomeno prodotto o controllato dall’agire umano. Il cambiamento è un fine ma
anche il riflettere su esso lo è, socializzarlo, condividerlo.
La ricerca azione nella prospettiva Lewiniana
Dalla ricerca alla ricerca-azione
Tentativo di rifondare a ricerca scientifica in un ottica dinamica che analizza la società nel livello
dell’interdipendenza dei fattori che vi agiscono. Il meccanicismo con la casualità lineare
sopravvaluta la natura dell’evento fino a negare l’importanza della situazione.
Concezione dinamica galileianasitua ambientale importante quanto quella dell’oggetto
spostamento della dinamica dallo studio della sostanza a quello della relazione(da Cassirer)
Oggetto:problemi sociali reali colti nel loro proprio contesto senza trasformarli in unità di azioni e
reazioni. No separazione tra teoria e pratica no ricerca teorica o applicata soprattutto nella
dinamica di gruppo e nella psicologia sociale e di comunità. Importanza di cogliere problemi reali
e non semplificati sperimentalmente, importanza di sperimentare eventi sociali non solo attraverso
i gruppiper non studiare una singola variabile in un sistema ma l’intero sistema nel suo ambiente
naturale”esperimento sul campo”: manipolazione intenzionali di certi elementi del campo per
comprenderne le interazioni
(( studio sperimentale in ambito naturale in cui il ricercatore si basa sull’osservazione sistematica
delle dimensioni rilevanti manipola 2 o più variabili sulla base di precise ipotesi con l’obiettivo di
trarre conclusioni di natura casuale. Ricerca “quasi sperimentale”perché il gruppo non è costruito
ad hoc e perché è impossibile controllare ogni variabile.))Fine di portare l’attenzione sulle
relazioni tra gli elementi del campo, portando al centro dell’analisi la dinamica del campo sociale.
Metodo di analisi di rapporti causali

circolare (relazione di tutti i fattori)

tener conto di tutti i fattori essenziali anche quelli che non si possono analizzare
soddisfacentemente

la sperimentazione in gruppi richiede l’implementazione con i fattori delle scienze sociali

gruppo come luogo psicosociale in cui i soggetti agiscono nonché strumento che facilita i
processi di cambiamento. Gruppo come totalità dinamica(un cambiamento di stato di un
fattore cambia quello di tutti gli altri)portatore di problematiche specifiche(diverse da
quelle individuali), costituito da una struttura di ruoli,di canali comunicativi e di potere
molto intricata che dev’essere riportata alla relazione di caratteri soggettivi ed oggettivi di
un contesto unitario.

Concetto di campo come sistema dinamico di forze, definito dall’interdipendenza degli
elementi,che quando è in equilibrio non è statico ma prodotto dalla contrapposizione delle
varie forze. La rottura dell’equilibrio a causa di un nuovo ingresso nel campo coinvolge
tutte le componenti. Punti focali: forze, cambiamento, resistenza al cambiamento. Equilibrio
sociale come ‘quasi stazionario’ cioè caratterizzato da un’oscillazione intorno ad una linea
di equilibrio provocate da forze eguali e contrarie tendenti o all’innalzamento o
all’abbassamento dello standard di vita sociale. Il mutamento può avvenire o aggiungendo
forze nella direz desiderata o inibendo quelle contrarie. Gli effetti secondari dei due
processi però sono diversi perché il primo caso implica una più alta tensione(maggior
aggressività minor costuttività) e nel secondo una bassa tensione. D’altra parte ogni
mutamento deve tener conto di resistenze interne iniziali dovute ad abitudini cristallizzate x
una modifica duratura
-
fase di rottura dell’equilibrio ottenuta agendo sui fattori di resistenza ed adesione
alle norme sociali
-
fase di spostamento in cui gli elementi già presenti e quelli nuovi seguono le
direzioni dettate dalle forze che agiscono all’interno del campo
-
fase di ricostruzione in cui la nuova situazione si stabilizza attorno ad un nuovo
equilibrio(integrare le novità nel resto del sistema)

l’indagine scientifica è messa a disposizione per affrontare problemi sociali pratici

problema del “potere di controllo” dello sperimentatore sulla situazione sperimentale
poiché in quanto al di fuori del laboratorio e sui gruppi naturali non può controllare ogni
variabile. Deve tuttavia creare costellazioni e variazioni necessarie per produrre il
cambiamento e questo è possibile solo ottenendo la collaborazione attiva dal gruppo di
indagine(interesse anche per l’organizzazione studiata e ricadute pratiche, coinvolgimento
ed informazione per condivisione di metodi)
il modello classico della ricerca-azione
sorveglianza della situazione +esperimenti d’azione informati dalla ricerca
spirale di cicli di:

pianificazioneidea generale che prefigge un certo obiettivo,elaborazione di un piano
globale in cui viene fissata la prima azione

esecuzione

ricognizioneinchiesta che
-
dia una valutazione dell’azione stabilendo se corrisponde alle aspettative
-
dia una valutazione dell’efficacia di determinate armi utilizzate
-
faccia fronte alle necessità di un eventuale piano generale rivisitato
Dopo ogni ciclo ne segue un altro che valuti l’andamento del precedente e ne tenga in
considerazione risultati ed i nuovi elementi emersi.
È prevista anche un team che curi il costante monitoraggio della ricercazione testando gli effetti
del cambiamento,valutando i risultati e riformulando il problema all’interno del sistema finché il
problema inizialmente identificato non viene esaurito in una continua ottica di collaborazione ed
implemento tra azione ed analisi.
La ricercazione è dialettica e circolare perché propone interpretazioni provvisorie continuamente
rimaneggiate permettono piani d’azione flessibili ed adattati all’ambiente.
Per Lewin il cambiamento e l’apprendimento sono fortemente connessi
L’apprendimento è cambiamento della struttura cognitiva ed in una situazione sociale ogni
cambiamento è frutto nonché causa di apprendimenti individuali e sociali.
Ciclo di ricerca azione nello specifico:

identificazione di un problema in un contesto specifico

raccolta dei dati ritenuti pertinentipossibilità di utilizzare diverse metodologie di
cui però si suggerisce l’affidabilità statistica o la possibilità di pre-test

analisi dei dati ed ipotesi sulle possibili soluzioni

restituzione all’organizzazione dell’interpretazione dei dati raccolti

azioni di promozione del cambiamento

necessità che i partecipanti alla ricerca ne condividano le finalità. Elemento
necessario per ottenere la cooperazione dei soggetti e risposta alle necessità di
familiarizzare con gli aspetti scientifici implicati crea una fase di “addestramento”e
passaggio di competenze utili che toglie i soggetti dalla passività, incoraggia in loro il
coinvolgimento nel cambiamento promosso e rende più fedeli i dati rilevati.
La ricerca azione dopo Lewin conoscere per cambiare
Conoscenza e partecipazione
Fattori che incidono sulla psicologia sociale negli anni ’50-‘70
 la svolta cognitivistaapparato che tende ad elaborare informazioni e non ad instaurare
relazioni sociali
 tendenza formalista che considera scientifico solo ciò che è puramente sperimentale e la
causalità lineare
 persistenza di un concetto di comportamento che non considera il soggetto come attivo
l’action research riemerge poi
 nelle pratiche di lavoro sociale (promozione welfare e salute)ed interventi di sostegno
allo sviluppo nei paesi poveri (educazione degli adulti)
 il lavoro di ricerca ed intervento mirava al rapporto tra i problemi umani e
l’organizzazione industriale sia a livello macro( nelle politiche nazionali volti
all’emancipazione ed alla liberazione) sia a livello di specifiche organizzazioni .
in entrambi i contesti vengono mantenuti gli aspetti di fondo
 ricerca-azione finalizzata a promuovere il cambiamento ma anche a produrre conoscenza
 azione come portatrice di una specifica conoscenza non raggiungibile con altri mezzi
 ottica democratica che considera indispensabile il coinvolgimento collaborativo anche a
livello delle finalità che la dirigono quindi potere emancipativo rispetto a situazioni esistenti.
La ricerca partecipante
Nel settore emancipativo la ricerca azione è influenzata dalla figura di Paulo Freire pedagogista e
sociologo brasiliano “pedagogia degli oppressi” e “L’educazione come pratica della libertà”.
 Le persone oppresse come leader del cambiamento sociale
 Emancipazione attraverso lo sviluppo di una coscienza critica
 Dialogo ed interazione come strumenti per stimolare apprendimenti e far nascere conoscenze
 Azione partecipantecoinvolgimento del ricercatore nell’esperienza della gente locale
 Coscientizzazione che attraverso cicli di azione e riflessione conduce a generare conoscenza
 Impowerment volto a disindottrinare e far apprender strumenti di analisi e strategie d’azione
Dall’esperienza Tavistock ad oggi
Rinascita dell’action-research sul versante delle organizzazionirielaborazione da ricercatori del
Tavostock Institute of Human Relation legato ad ottiche clinico-psicanaliticheWilfred Bion
(gruppi di lavoro ed assunti di base) ed Elliot Jaques(socioanalisi).
Studio Trist e Bamforth sulle miniere di carbonesistemi sociotecnici e componenti umane
considerati in interazione. Saldatura tra la dimensione dell’azione produttiva e quella dell’azione
umana.
Punti chiave dell’ottica Tavistock:
 organizzazione come sistema socio-tecnico. Aspetto formale e tecnico(apparati tecnologici e
modelli organizzativi) e informale e psicosociale (rapporti interpersonali tra membri nei/tra
i gruppi,desideri...)
 organizzazione come sistema aperto ed in interazione continua con l’ambiente sociale
 il concetto di compito primario ossia l’obiettivo dell’organizzazione
 il principio della scelta organizzativa, ovvero l’esistenza di modelli alternativi applicabili
alle medesime condizioni
 importanza data ai gruppi autonomi di lavoro con discrezionalità e tempi
 approccio all’organizzazione come clinica sociale(Quaglino)
E delle sue modificazioni dell’action research (Greenwood e Levin)
 tenta di mantenere l’ottica democratica di base sviluppando però caratteristiche di rigore
metodologico e standardizzazione dei procedimenti senza perdere il coinvolgimento del
ricercatore nell’azione diretta al cambiamento
 Sempre applicata ai problemi di vita reali di un contesto
 Sempre mantenendo collaborazione tra partecipanti e ricercatori
 I significati costruiti nell’indagine conducono all’azione sociale
 Le riflessioni sull’azione sociale costruiscono nuovi significati
 La validità della conoscenza acquisita è data dalla capacità delle azioni di risolvere il
problema e di aumentare il controllo dei membri della comunità sulla situazione
L’action science
Elegante forma di action research nelle organizzazioni ( Argyris e Schon)analisi della relazione
tra progettazione e realizzazione. Principalmente coinvolta nell’intervento si distingue per la
grande attenzione ai concetti usati per attribuire responsabilità e raggiungere un accordo
intersoggettivo sui dati.
Tecnica del ladder of inference (ricostruzione dell’inferenza)cioè la ricostruzione schematica di
come le persone leggano nelle interazioni quando danno un significato alla loro vita quotidiana. È
un procedimento che aiuta le persone a capire la loro situazione più adeguatamente, identificando
le teorie che guidano i loro comportamenti sia che esse siano

Teorie dichiarate

Teorie in uso, implicite
Modi diversi di affrontare una situazione problematica ed apprendere da essa:

Single-loop (circuito singolo)modalità con cui si altera il proprio comportamento senza
intervenire sulle strategie comportamentali che hanno dato origine al problema, dandolo
per scontato. Si cerca una soluzione anche se temporanea senza affrontare direttamente le
cause.(reazione difensiva)modello 1 basato sul tentativo di controllare in modo
unilaterale gli altrisottomodello Oi1 tentativo di correggere gli errori troppo evidenti
senza minacciarne le cause e gli equilibri sottostanti al gruppo. Strategie di
governo:progetti di vittoria attraverso larga partecipazione e forte espressione emotiva
(limitata analisi della situazione)

Double-loop (circuito complesso)si compie un’analisi retrospettiva cercando di
individuare possibili quadri alternativi in cui collocarlo. Si agisce quindi sul contesto di cui
il problema è parte ed espressione, apprendendo nuove modalità e cambiando.-->modello 2
basato sulla teoria dell’apprendimento reciproco e del controllo congiunto, contraddistinto
da ampia libertà di scelta ed accettazione dei rischi.-->sottomodello O2 gli individui
vogliono formare un collettivo ed è questa caratteristica che unisce emotività e
partecipazione. Si costituiscono comunità d’indagine in cui i conflitti possono essere
affrontati apertamente.
Action Inquiry, Cooperative Inquiry, Human Inquiry
Principi in comuni di queste action research

Valore posto su esperienza e rispetto dell’integrità delle persone

Volontà di liberarsi da ottiche precostituite disconfermate dall’esperienza

Volontà di mettere in gioco la sicurezza per la comprensione

Azione presupposto di esistenza creativa

Riconoscimento delle dimensioni emotive ed etiche nelle relazioni
Reasonpartecipazione non solo come strumento essenziale ma come condizione basilare
dell’essere umano
L’epistemologia sottesa include

Una conoscenza esperienziale frutto dell’incontro con persone e luoghi

Una conoscenza pratica, di competenze

Una conoscenza proposizionale espressa con le teorie
La Cooperative Inquiry è un approccio strutturato in cicli d’azione e riflessione, ognuno composto
di 4 fasi:
1) Il gruppo si accorda sul problema, su quali aspetti del problema analizzare
ricercando competenze specifiche. Si accorda poi sulle procedure da rispettare.
2) Il gruppo applica le idee e le procedure nella vita quotidiana con azioni concrete
registrando gli esiti del proprio e dell’altrui comportamento
3) Immersione nelle azioni. Possibilità di sviluppo di nuovi modi di vedere la propria
esperienza
4) Dopo un periodo di impegno si riesaminano le ipotesi di partenza alla luce
dell’esperienza.
Positiva coscienza sulle possibilità soggettiveda saper fare a sapere su
Ricerca azione in psicologia di comunità
È il metodo che meglio si presta perché
 Coglie i problemi proprio nell’interfaccia tra il sociale(non generico ma specifico di un’area
socio-geografica) e l’individuale
 Anche metodologicamente è rispettato l’interfaccia perché opera su gruppi reali,il
cambiamento è anche individuale e la conoscenza prodotta è sociale cioè co-costruita
 Permette di lavorare in connessione su ricerca ed intervento e cerca di garantire la
partecipazione auspicata dalla psicologia di comunità
Per Lewin la ricerca-azione era profondamente incentrata sul processo del cambiamento fermo
restando la risoluzione dei problemi pratici. Al giorno d’oggi nella pratica si sta avendo uno
scollamento:

Tra ricerca ed intervento

Tra conoscenza locale e teorie generali
Eden e Huxham cercano di sopperire a queste divisioni. Essi propongono una distinzione tra un
ricercatore che interviene nella pratica ed un pratico che si pone in atteggiamento di ricerca.
Attenzione alla tendenza del fare progetti molto operativi e che apportano informazioni limitate
senza neanche tendere alla comprensione del quadro generale del fenomeno. La ricerca azione
deve mostrare di essere più valida ed utile di altri metodi più economici quindi deve far risaltare i
benefici scientifici dell’agire insieme.
Gli interventi che introducono un mutamento nello status-quo tendono a scontrarsi con resistenze,
conflitti e problematiche legate al potere.
Piano esecutivo di un intervento:
 Fase preliminare in cui si pongono le basi scientifiche della ricerca
-costituendo un gruppo di governo del processo che lo coordini e diriga definendo i metodi,gli
strumenti,obiettivi intermedi e finali con funzioni di orientamento e supporto metodologico.
Gruppo costituito da esperti esterni ed interni con incontri periodici.
 L’analisi della situazione condotta con l’ausilio di tecniche classiche (analisi dei
documenti,raccolta dati, interviste...).Il fine è identificare dei criteri con cui scegliere i settori
su cui agire
 Presentazione di un progetto alla classe dirigenziale con cui si vuole condividere una
riflessione sulle problematiche legate al progetto ed a cui si richiede commitment (impegno
organizzativo) che permetta una condivisione di obiettivi e metodi
 La fase attuativa che è molto complessa:
1)organizzazione di focus groupgruppi di discussione centrati sul tema della qualità delle
relazioni(interne,esterne,all’utenza) allo scopo di allargare la partecipazione del personale
coinvolto. NB non solo lamentele ma sguardo tanto critico quanto costruttivo.
2)costituzione di un gruppo di lavoro che porterà avanti la ricerca azione:
costituendo un gruppo di pratictioners con il doppio ruolo di ricercatori e soggetti della
ricerca
il momento di team building dev’essere seguito da un conduttore esterno al reparto. Per
individuare i partecipanti costituendo nello stesso tempo lo spirito di squadra si svolgono
attività in comune. I conduttori forniscono supporto metodologico e diventano sensori del
processo nonché figure di riferimento per le esigenze del gruppo.
3)il gruppo di lavoro esplora le condizioni organizzative, operative e relazionali dei reparti
(con metodi qualitativi e quantitativi). Inoltre inizia la progettazione degli interventi da
condurre (pianificazione sempre soggetta a possibili modificazioni in corso d’opera).
4)il piano operativo previsto viene applicato attraverso Gruppi di miglioramento che
sperimentando nell’attuazione pregi e difetti dell’intervento ricavano osservazioni che saranno
poi base del monitoraggio in corso d’opera.
lungo tutta la fase attuativa viene monitorato continuamente l’andamento del programma e
riassunto in report che descrivono l’intervento nella sua interezza (per permettere di riprodurlo
o accogliere nuove ipotesi di lavoro)
 Fase di valutazione sommativa con questionario finale da confrontare con quello
somministrato all’avvio dei gruppi. Vengono indagati gli indicatori di qualità inseriti nel
piano esecutivo e viene organizzato il materiale raccolto durante tutto il progetto per
permettere la riproducibilità e la divulgazione delle conoscenze acquisite.
Le reti sociali CAP9
Reti, persone, comunità
Il concetto di rete
Rete = insieme di punti collegati tra loro da linee.
Rete sociale: i nodi rappresentano individui, gruppi mentre le linee rappresentano l’insieme di
relazioni.
La differenza essenziale tra il sistema e la rete è il significato dell’interazione. Nel modello
sistemico l’interazione è interdipendenza mentre nel modello a rete l’interazione è comunicazione.
Non è necessario che le unità siano in reciproca interrelazione e quando si verifica questa
condizione non sono mirate al funzionamento della rete stessa. Nella rete le unità non condividono
necessariamente fini, valori o culture specifiche e le loro relazioni sono più che funzionali e legano
direttamente o indirettamente ogni punto con il centro del reticolo.
La rete può essere

A - centratanon c’è un centro né una gerarchia tra i nodi. Ogni nodo equivale all’altro ed
il collegamento può avvenire per lontane connessioni (es internet)
- società attiva in cui il sociale è costruito dalle relazioni delle persone e da esse e su esse viene
a modellarsi e non come un’imposizione esterna superiore alle influenze umane (concezione
strutturalista Durkheim) .

Ego - centratain questo caso il centro è una persona e la rete sociale è l’insieme delle
persone che intrattengono rapporti con ego.
-
temporalefamiglia estesa che ne comprende le diverse generazioni
-
spazialeamici della famiglia, coetanei, vicini
-
totalesomma dei rapporti umani che hanno avuto un’importanza durevole nel
corso della vita di una persona
essa ha una notevole valenza psicologica perché il soggetto è considerato come
-
non isolato
-
non passivo bensì attivo costruttore di relazioni ed interazioni
Il paradigma di rete può favorire la comprensione delle interconnessioni o connessioni circolari a
livello micro e macrosociale.
Randall Collinsscelta dell’amicizia determinata dall’omogeneità di

classe sociale e nicchie occupazionali

gruppo etnico

sesso

età
il livello di attrazione relativa delle persone con cui il soggetto si potrebbe associare viene
plasmato dalla struttura del mercato che fornisce il profilo del capitale culturale e delle energie
emozionali che entrano in gioco nell’incontroInfluenza delle macro strutture sull’esperienza
individuale
Campi sociali e relazioni tra persone
Jacob Morenosociometriastrumento volto ad individuare i modelli di relazione spontanea tra
individui(in maniera non cristallizzata). Qualsiasi unità sociale si caratterizza per il sistema di
attrazioni/repulsioni che corrispondono ad un’operazione di selezione che gli individui compiono
gli uni sugli altri sulla base di valutazioni affettive e funzionali.
Metodo sociometrico.
Versione elementaredue domande ai componenti di un gruppo che ha lavorato assieme:
quale compagno sceglieresti per svolgere di nuovo un’attività analoga?(versante funzionale)
quale compagno sceglieresti per una vacanza in campeggio?(versante affettivo)
rete con criterio sociofunzionale e rete con criterio socioemotivo scelte rappresentate con frecce(a
due punte se reciproche)+tabella numerica di frequenze di scelta.
Kurt Lewin
Tener presente le sue intuizioni per non cadere in interpretazioni troppo deterministiche
strutturaliste né troppo legate ad un soggetto privo di storia e cultura.
Origini e sviluppo del concetto di rete sociale
L’origine del concetto:antropologia britannica nel secondo dopoguerra, studi sulle realtà africane
durante il processo di postcolonialismocontesto che disconferma il paradigma strutturalista di
una società statica divisa in ruoli necessari e sovraintenzionali ma evidenzia mobilità,eterogeneità
e conflittualità, in progressiva urbanizzazione.
Concetti in grado di ritagliare specifiche relazioni e specifici rapporti non rilevabili
nell’eterogeneità che ricadeva all’interno di categorie tradizionali come quella di comunità
locale,zona urbana/non urbana…
Si è andata creando una cornice concettuale non più basata sulle necessità e le funzioni ma sul
conflitto(come introdotto da Gluckman) in cui l’uomo non è considerato all’interno di una
stringente organizzazione morfologica ma come essere sociale interagente capace di manipolare
gli altri e di esser da loro manipolato.
scuola di Manchesterprospettiva analitica che raggruppa studi e correnti anche molto differenti
tra loro che vanno dall’indagine sul campo tradizionale al trovare fondamento su modelli
matematici complessistrumenti qualitativi, prospettiva situazionale, soggetto attivo
scuola americanatecniche quantitative prospettiva sincronica di esigenze funzionali del sistema e
ruoli, condizionamento esterno sull’individuo.
Reti nella comunità e famiglie nella rete
Evoluzione del concetto di rete apportato da Barnes e Bott (scuola di Manchester)
Banrnesanalisi delle relazioni sociali di una società di pescatori per descriverne la
stratificazione sociale. Campi di relazioni considerate:quelle basate sul
territorio(quartieri,vicinatorelazioni più stabili) e quelle basate sul sistema industriale (non
durevoli a causa del sistema).
Divenne necessario delineare un altro tipo di relazioni trasversali ai due campi considerati
precedentemente ed non definite da criteri spaziali,temporali,né legate ad un’organizzazione. Lo
studio di queste relazioni informali si poté affrontare proprio grazie al concetto di rete sociale.
Distinzione tra società contemporanea e tradizionale in base alla diversa configurazione della
rete. Contemporanea=conoscere in proporzione più persone ma avere meno amici a causa di una
conoscenza solo parziale della rete.
Elizabeth Bottricerca incentrata sulla condivisione del lavoro domestico tra i coniugi di alcune
famiglie londinesi ricavandone tre tipologie base:
 famiglie a ruoli segregati, con rigida separazione e svolgimento individuale dei compiti
 livello intermedio di separazione dei ruoli
 famiglie a ruoli congiunti dove c’è intercambiabilità e condivisione dei compiti
e ritrovando in esse l’inserimento a diversi tipi di reti sociali:
 rete a maglie strette,costituita da persone che si conoscono e si frequentano tra lororuoli
segregati
 rete a maglie larghe o aperta,persone che non tutte si conoscono né interagiscono
direttamente tra loro ruoli congiunti
che sono elemento centrali che attraverso l’interiorizzazione di norme e valori, caratterizzano il
processo di socializzazione di una persona incidendo sulla definizione di status e modelli identitari
anche prevaricando altre variabili classicamente studiate come la classe sociale o la zona di
residenza.
Le reti inoltre svolgono una funzione di ‘gruppo’ che l’individuo utilizza per confrontare il proprio
comportamento, la propria posizione , per giustificarsi e sottostà al suo controllo normativo .
Questo studio quindi
 ridefinisce le funzioni della rete non considerandola meramente supportiva ma anche
decisiva nei processi di socializzazione
 permette di avere un quadro della famiglia come non isolata bensì imbrigliata tra
meccanismi di tipo gruppale il rapporto tra contesti urbani e piccole realtà locali in cui
cambia anche l’autonomia dei nuclei famigliari
La Bott ha comunque sempre sottolineato come le influenze derivanti dalla rete sociale non siano
sempre univoche e come un ruolo del soggetto nel muoversi nella propria rete non è trascurabile. Il
ruolo del soggetto e le influenze della rete sono legate in un’interazione circolare che non permette
il prevalere concettuale ed aprioristico di nessuno dei due.
Come definire e descrivere una rete sociale
Il concetto di rete si collega a due idee opposte: quella della costrizione(rete del pescatore) e
quella della potenzialità(rete di internet).
Network analysisprospettiva teorica nell’ambito degli studi sulle reti sociali basata sulla
concezione di struttura sociale come una serie di legami,che più di ogni altra ha lasciato contributi
che rendessero operativi una serie di concetti spesso usati solo in senso metaforico. Ad essa
dobbiamo la descrizione analitica delle caratteristiche strutturali della rete (densità, ampiezza,
direzione, distanza).
Principali innovazioni teoriche apportate:

la mobilità sociale di un individuo viene influenzata più dalla sua posizione nella rete
sociale e dalle caratteristiche strutturali ed interazionali di questa, che dall’atteggiamento
culturale, o l’adesione a norme e valori del sistema in cui è inserito.

Viene riconosciuta l’importanza dei legami non fondati su norme e valori comuni
superando il limite della condivisione culturale e della prossimità spaziale.
Come può essere descritta una rete sociale?esistono diversi modelli. Concetti comuni per le reti
egocentrate:

Si definisce Rete primaria o naturale l’insieme di persone della famiglia di ego, gli
amici, i vicini, i colleghi di lavoro. Questa rete interagisce con le secondarie
formali e non.

Rete secondaria formale sono l’insieme d’istituzioni e delle organizzazioni che
devono fornire determinati servizi all’individuo. I rapporti sono asimmetrici e di tipo
professionale.

Rete secondaria informale sono associazioni di volontariato o privato sociale nato
per far fronte a problemi della comunità
Rete primaria
 Dimensione o numerositàparametro descrittivo di tipo numerico ottenuto facendo una
lista delle persone che quotidianamente incontra ego e classificandole in base al tipo di
contatto aspetti negativi:1)la rete è un concetto teoricamente illimitato in cui rilevare solo la
porzione di interazioni dirette è arbitrario.2)la frequenza delle interazioni non coincide
necessariamente con la loro importanza per ego quindi sarebbe necessario descrivere anche
tipo e qualità delle stesse.
 Matrice socialeconcetto utilizzato da alcuni autori (Speck) che si riferisce alla totalità dei
contatti sociali dell’individuo che include quindi anche le relazioni amorfe ed inespresse ma
proprio per questo risulta meno oggettivo.
 Aspetti strutturalidescrivono la forma grafica del reticolo e sono rappresentabili. La
struttura di una rete sociale viene solitamente rappresentata con una serie di cerchi concentrici
di relazioni (zone) il cui centro è ego. Maggior vicinanza al centro=maggior intimità di
relazione.
1)famiglia nucleare, contatti frequenti, alto livello di scambi non strumentali ed affettivi
2)amici più cari (a volte colleghi, parenti, vicini se)buon livello di scambi ed interazioni
supportive
Secondo Pattison i primi due livelli (intimate social networks) sono fortemente legati alla salute
mentale di ego
3)potenziali risorse di contatti con cui si hanno contatti meno regolari o meno intimi.
4)persone strategicamente importanti le cui relazioni possono essere utili a volte (medici,
professionisti, vicini...)
5)persone che si conoscono casualmente oppure operatori di servizi a cui si ricorre in caso di
necessità
Altra possibilità grafica è quella di assegnare alle diverse tipologie di relazione un settore (una
fetta )in cui quindi è segnalata la differenza graduale di intimità all’interno di ciascuno di essi.
 Aspetti interazionaliriguardano i legami esistenti nella rete ed il suo funzionamento. Le
relazioni vengono descritte in base a diversi criteri:
-
La plessità, cioè l’area di contenutouniplex se interessa un'unica area di
contenuto, multiplex se ne interessano diverse.
-
La reciprocità e la simmetriacioè la bidirezionalità della relazione. NB la non
reciprocità può essere oscura ad ego, c’è discrepanza tra rete reale ed immaginaria
(sovrastimata in questo caso.)
-
Nexus relazioni relativamente continuative che si traducono in contatto tangibile.
-
Densitàmisura del rapporto tra le relazioni realmente esistenti tra un gruppo di
individui e quelle possibili ( che esisterebbero se ognuno fosse in contatto con tutti.)
-
Rangenumero di persone che l’individuo raggiunge con la sua rete. Sono inclusi
in essa anche le persone conosciute indirettamente. Il range di una persona quindi si
amplia notevolmente se le persone da lui conosciute son eterogenee tra loro e se la
rete è a maglie larghe.
-
Clustergruppi di persone particolarmente ricchi di reciproche connessioni cioè
raggruppamenti ad alta densità. Particolarmente evidente in persone che si
trasferiscono o lavorano in un'altra città pur mantenendo gruppi di conoscenze
pregresse a volte persone di diversi cluster di ego non si incontrano mai a meno che
lui non lo decida e lui può ritagliarsi ruoli anche molto diversi in ognuno di loro.
La forza dei legami deboli
Qualità dei legami della rete:forza
In generale gli elementi che determinano la forza del legame appartengono alle due categorie
 Funzionaletutto ciò a cui può servire soprattutto a livello pratico
 Affettivasentimenti e passioni sia positive che non
I legami forti sono importanti

A livello personale perché costituiscono le fonti di sostegno della persona ed il suo
star bene

A livello comunitario creano una coesione in cui si integrano bene i membri e si
risolvono bene i conflitti MA un gruppo troppo coeso rischia di diventare chiuso in
se ed entrare in crisi a fronte di imprevisti. Possono inoltre esercitare un controllo
normativo troppo rigido.
Granovetter 1973 Forza di un legame(TIES) come combinazione di Tempo, Intensità, Emozioni,
intimità e Scambio di servizi.
Obiettivianalizzare come le interazioni di microlivello influenzino e siano influenzate da quelle di
macrolivello(in economia)
Tesi la rimozione di un legame debole più che la rottura di uno forte incide negativamente sulle
possibilità di trasmissione, sulla apertura alle nuove relazioni, alle occasioni di lavoro. I legami
forti se eccessivamente presenti rischiano di frammentare la rete a causa della troppo forte
coesione e coercizione. I legami deboli invece sono indispensabili per le possibilità di integrazione
nella comunità.
Ponte: linea che rappresenta la sola possibilità di contatto tra due persone di due reti differenti. Si
dice ponte quando è uno solo il rapporto presente tra i due gruppi. Detto ciò se questo unico
legame è stretto è facile che si creino altri contatti tra le altre persone vicine alle due interessate e
non essendoci più un unico rapporto non sarebbe più giocato il ruolo di ponte. È molto più
semplice dei ponti siano costituiti da legami deboli.
Studio sul campo:descrizione della comunità italiana di Boston che non riesce ad organizzarsi
contro al progetto di rinnovamento urbano. perchè se così coesa?
Coesione apparente: anche se tutti i legami sono forti essendo che ogni persona ne può mantenere
pochi si sono create delle cricche isolate tra loro per mancanza di ponti. Questo ha portato alla
frammentazione della rete e all’impossibilità di avere un leader in cui tutti potessero porre fiducia.
La comunità non aveva infatti un organizzazione formale e non condivideva luoghi di
lavoroscarsa possibilità di instaurare legami deboli
Cricca:nell’analisi sociometrica è un raggruppamento particolare di alcuni soggetti all’interno di
un gruppo. Gruppo fortemente coeso reagisce alla vita del gruppo allargato opponendogli la
propria.
Punti di forza della teoria:
Questa tesi sull’importanza dei legami deboli e dei rapporti ponte può essere utile anche per
analizzare i rapporti tra gruppi perché rende possibile una previsione dell’organizzazione
reticolare dei gruppi.
Punto debole della teoria:

propone come unica variabile la forza del legame

considera solo i legami positivi

alcuni legami non sono reciproci:chi ne stabilisce la valenza?

Non sono considerati i legami gerarchici

Non sono considerati i cambiamenti nei vissuti spazio-temporali della rete
Le reti nell’intervento psicologico-sociale
Una funzione svolta dalle reti è il sostegno sociale

Funzione protettiva e preventiva in relazione allo stato di salute

Funzione supportiva nell’accettazione di situazioni di difficoltà
Ricerca nella contea di Alameda (California)ruolo della rete sociale correlato a salute ed
aspettativa di vita.
De Nicola

Interpretazione causaleun malato(invalido o con lunga degenza) riduce necessariamente
la sua rete di rapporti

Le reti mediano comportamenti legati alla salute (prevenzione e cura delle malattie)

Le reti svolgono una funzione primaria di rafforzamento dell’identità e della sicurezza
individuale

Più vulnerabilità alle malattie se non si riceve dall’ambiente un adeguato feedback
Questi 4 modelli interpretativi non si escludono a vicenda

bisogna considerarne le limitazioni
-la considerazione di ogni rete primaria come una rete di sostegno
-la tentazione di connettere la rete alla salute con una causalità lineare riduttiva e che non tiene
conto del soggetto

connettere la salute ad un ottica di rete ha permesso di togliersi dalla limitativa
teoria astratta e concretizzare le network di relazioni
Interventi di rete
La rete sociale è anche uno strumento di intervento.
Disagioincapacità/impotenza delle reti supportivecura che prende in carico la problematicità
accettandone una delega solo parziale e tendendo ad includere nel trattamento la rete sociale
totale o parziale del soggetto e cercare di curare la cooperazione e l’armonia di quella che si crea
in una comunità terapeutica o nell’utenza di un servizio.
Ross Speckprimo esploratore della rete sociale per il suo interesse non solo sociale ma anche
psicologico e clinico
Ross Speck: psicoterapia e mobilitazione della rete
Anni 60studio su trattamento in famiglia e senza psicofarmaci di pazienti schizofrenici evitando
ospedalizzazione ed etichettamento sociale4 casi su 5 obiettivi raggiunti più facilmente che in
terapia individuale ambulatoriale. Approccio di talune patologie nell’ambito di una costellazione
di rapporti di ruolo disturbati .
Punti di appoggio per la terapia di rete:studio della Bott e collaborazione con Attneave.
Attneavepsicologa amerindianacercare di comprendere il sistema di significati e le fonti delle
forze sociali naturali e sovrannaturali considerati come risorse in modo da collegare tutto ciò con i
suoi interventi senza isolare gli individui dai loro sistemi di appoggio
Attneave e Speck cercano di fondare un modello di intervento che si adeguasse alle reti estese dei
loro soggetti.
Sintomiridefinizione:rapporto con una struttura non adeguata.
Metodo:
1)ritribalizzazione collegamento con la propria storia di gruppo, cercare di rendere visibile e
vitale la rete riattivandola
2)polarizzazione esternazione delle conflittualità e dei rapporti di potere. Vengono organizzati
contemporaneamente microsetting di sottogruppi in conflitto tra loro(maschi e femmine,
generazioni...) che interagiscono con la famiglia. Compito dell’equipe è applicare tecniche che
rafforzino i legami di rete sfruttando la crescita a livello affettivo che dovrebbe essersi prodotta
nella fase precedente;
3)mobilitazionela rete inizia a mobilitarsi e l’equipe deve esser disponibile per crisi o
consultazioni ed aiutare a focalizzare le problematiche che hanno portato all’intervento.
3)depressione il confronto con un compito nuovo e difficoltoso porterà frustrazione,resistenze e
depressione. L’equipe darà supporto in questa fase finché il gruppo non la superi. Questo avviene
con una seconda mobilitazione in cui alcuni soggetti emergeranno come attivatori.
4)sblocco gli attivatori inizieranno a cercare soluzioni e reclutare gli altri
5)esaurimento/euforia
Essendo un intervento che coinvolge una gran quantità di soggetti non conta solo ciò che avviene
nelle singole sedute ma le azioni, le resistenze, gli scambi tra una seduta e l’altra. Questi vengono
riportati in un bollettino di rete compilato durante i giorni di latenza ed esposto di volta in volta
alla seduta successiva.
Il gruppo in questo metodo diventa agente attivo del proprio cambiamento. L’equipe tecnica non è
depositaria di alcuna soluzione, interpretazione o contenuto, è solo un apporto tecnico partecipante
che aiuta il gruppo ad uscire dalle fasi di stallo o patologiche ed a farsi promotore delle proprie
azioni. Il fine di quest’intervento è scuotere una rete irrigidita e consentire, con la crescita
dell’insight e della conoscenza, di cambiare.
Un modello integrato di intervento psicosociale
Schema generale
Prima fase:
mappatura della rete da parte dell’operatore con l’utente ed eventualmente famigliari ed amici
strumenti:colloquio ed osservazione in contesti naturali
obiettivo: raccolta sistematica di informazioni che permettano la rappresentazione grafica
Elementi presi in considerazione:

dimensione della rete

tipo di legame di ogni membro con ego, qualità e forza del legame e delle interazioni

frequenza dei contatti

reciprocità o meno dei legami

durata dei legami

possibilità della rete di suddividersi

possibili conflittualità tra sottogruppi o tra individui

ipotesi di correlazione tra problema di ego e la sua rete nonché primarie ipotesi di
intervento
in base alla valutazione della rete si possono identificare i punti di forza e le criticità e
contestualizzare i problemi riportati da ego

rete coesa ed omogeneaalta possibilità di supporto, alta velocità di scambio di
informazioni / forte controllo normativo, ostracismo di gruppo, chiusura verso
l’esterno e verso le novità

rete frammentata (sottogruppi relativamente indipendenti) offrono più possibilità
di rivolgersi all’esterno / sostegno sociale più diffuso e meno stabile

rete dispersa(persone che si conoscono e frequentano poco tra loro)no ruolo
attivo sul piano psicosociale
valutati il tipo di rete e la natura del problema occorre definire gli obiettivi dell’intervento. Aspetti
più comuni:

sensibilizzare le risorse ed aumentare la consapevolezza del proprio mondo relazionale (a
volte a causa di attriti con una parte della rete non si vede quanto da essa si potrebbero
ricever aiuti utili)

valorizzare gli elementi positivi della rete e sbloccare gli interventi e le funzioni positive

minimizzare la dispersione delle risorse (spesso intorno al disagio si attivano persone o
gruppi ma possono essere in conflitto tra loro e svalutarsi reciprocamente)

rinforzare e sostenere i legami esistenti e favorirne nuovi (con reti troppo coese o con
rapporti percepiti come formali)

riorganizzare sistemi di supporto

allentare o rompere legami che impediscono l’utilizzo di altre risorse della rete o sono un
problema per ego.

Favorire la risoluzione di problemi accompagnandone il processo senza sostituirsi alla
rete: responsabilità di rete, incentivare la formulazione di ipotesi di soluzione, dare obiettivi
intermedi chiari e semplici che rinforzino la percezione di successo

Costruire o ricostruire una rete sociale se molto compromessa

Contattare gli irraggiungibili (outreach) cioè coloro che avrebbero bisogno di usufruire dei
servizi supportivi ma non lo fanno. Per avvicinarli si usa la rete informale.

Peer education o educazione tra pari. Gli interventi mirano a sensibilizzare e rendere
esperti soggetti appartenenti al target in modo che le persone a rischio siano raggiunte da
un informazione veicolata da loro stessi pari.
La solidarietà come risorsa: volontariato ed auto-aiuto CAP11
Lineamenti dell’azione solidaristica
Le radici della solidarietà
Solidarietà è un termine con caratteristiche di indeterminatezza perché

Ha un forte nesso con la storia delle trasformazioni dell’esperienza sociale
 Vi confluiscono diverse tradizioni culturali e politiche:il pensiero e la pratica del socialismo
operaio, le esperienze del cattolicesimo sociale, i filoni del radicalismo laico borghese
 Ha un carattere polisemico quindi se ne fa un larghissimo uso in contesti anche molto
differenti
L’idea di solidarietà di concretizza tra il 18esimo ed il 19esimo secolo implicando una nuova
rappresentazione del legame sociale e politico.
Spinto dal clima culturale dell’illuminismo con la sua fede nel libero pensiero razionale e nel
valore dell’uomo si è affermata una visione filantropica ed umanistica rivalutando socialmente il
sentimento della compassione come sensibilità alla sofferenza altrui (non più iscritto in un ottica
religiosa) con risvolti di necessità di un nuovo equilibrio sociale e senso civico.
Questa forma di compassione rientra a pieno titolo nella fratellanza che, insieme all’uguaglianza
ed alla libertà diventano cardini della Rivoluzione Francese e della Repubblica. Nella fratellanza
la compassione è però legata con la cittadinanza.
Nel 19esimo secolo si delineano due concezioni fondamentali di solidarietà:
-organicista: è l’interdipendenza oggettiva di ognuno nell’organizzazione sociale di cui
come tutti fa parte (Compte)
-dimensione psicologica che consente di conciliare il sentimento di appartenenza ad una
comunità con l’esigenza di esprimere la propria individualità (Pierre Leroux)
-solidarietà come valore profondo necessario per la rifondazione della società che abbia
come obiettivo la giustizia sociale (concezione socialista)
-solidarismo (Lèon Bourgeois). La solidarietà è condizione stessa dell’esistenza della
società e come tale è accettata come aspetto naturale dell’interdipendenza degli uomini.
-concezione moderna di solidarietà, basata su una concezione di società che giudica la
dignità, la giustizia e l’uguaglianza come fondamentale bene comune.
Il concetto di solidarietà tende ad esser legato a quello di “altruismo”

Studi di filosofia e morale sulla natura buona o egoista dell’uomo

Comptealtruismo atteggiamento sociale fondato sul desiderio di vivere per gli
altri

Spenceregoismo società involuta / altruismo evoluzione morale della società in cui
il proprio bene e quello degli altri coincidono

McDougallbasi nell’istinto simpatetico(più sviluppato nelle donne)

Anni 60apprendimento sociale behaviouristanorme sociali della reciprocità e
della responsabilità sociale

1970 Latanè e Darleyeffetto del passante. Determinante non la norma sociale ma
il potere della situazione. Decision making a 5 stadi (rilevare che sta accadendo
qlksa, interpretare la situazione come emergenza, decidere se si ha la responsabilità
dell’intervento, decidere cosa fare, decidere come farlo)

Studi sullo sviluppo del comportamento prosociale in età evolutiva

Studi sulla motivazione sottostante al comportamento prosociale o altruistico con
particolare attenzione a variabili di ordine cognitivo

Teorie pseudoaltruistiche: motivazione di base vantaggio personaleself-interest
l’ottica di comunità non avvalla queste tesi viziate da una concezione
meccanicista dell’uomo che non prende in considerazione un essere capace di
azioni in maniera intenzionale. Svalutando l’intenzionalità che presiede
all’altruismo ne viene ignorata una caratteristica essenziale.
Quasi tutte le concezioni dell’altruismo analizzate storicamente in psicologia si rifanno
all’assimilazione con il concetto di comportamento prosociale, perciò in un ottica causalisticomeccanicista.
Tre generi di fattori sottesi al comportamento prosociale secondo Krebs e Miller:
 Dimensioni biologiche e culturali a livello più generale (sociobiologiche e socioculturali)
 Dimensioni personali e situazionali a livello più concreto( interazione tra caratteristiche del
soggetto e della situazione)
 Dimensioni cognitive ed affettive
La crisi del welfare state e il sociale come risorsa
A partire dalla metà degli anni 70 cambiamenti sia socio-economici che politico-istituzionali hanno
compromesso le basi degli assetti di welfare edificati negli anni 50 e 60.
Sicuramente hanno inciso notevolmente

I cali di crescita nelle economie occidentali e la comparsa di debiti pubblici e deficit

Il passaggio al paradigma post fordista, caratterizzato sul decentramento produttivo, la
flessibilità del lavoro...

Cambiamenti di carattere sociale come l’aumento della presenza femminile nel mercato del
lavoro, le ripercussioni delle conquiste delle donne sulla stabilità dei matrimoni e delle
famiglie, il declino della fertilità...+ tensioni per gli afflussi di immigrazione
necessità di ridurre la spesa pubblica

Riduzione dell’intervento pubblico e contrazione delle spese per aprire spazi più
ampli alle agenzie assicurative fondi pensione, cliniche e scuole private, delegando
le proprie funzioni al 3 settore

Riorganizzare alcuni elementi fondanti di protezione sociale. Centralità della sfera
pubblica che sappia cooperare e coordinarsi con le risorse presenti per rifondare
una solidarietà di cittadinanza.
Terza dimensione
Attività di produzione senza fini di lucro che si realizzano all’interno dei meccanismi di mercato o
dello stato. Es solidarietà primaria famigliare, mercato volontario, servizi sociali autogestiti…
Privato sociale
Forme sociali di gestione autonoma di produzione e partecipazione come cooperative sociali,
associazioni…
Terzo sistema
Insieme della attività no profit produttrici di gran pare del valore d’uso al di fuori delle istituzioni
pubbliche
Il privato sociale viene ad assumere un carattere strategico nel far fronte a quegli aspetti della
cittadinanza che la modernità non può colmare.
Volontariato ed autoaiuto come realtà sociali
Il volontariato è un fenomeno che in Italia ha avuto un fortissimo sviluppo sia come gente
interessata in prima persona che come ambiti sociali raggiunti andando oltre ai classici temi di
povertà e sanità ed affiancando spesso lo stati.
Una legge italiana definisce attività di volontariato “quella prestata in modo personale, spontaneo
e gratuito tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza scopo di lucro,anche se
indiretto, esclusivamente per fini di solidarietà”
Le definizioni sono le più svariate ma le caratteristiche determinanti sono
 Spontaneità
 Gratuità
 Orientamento solidaristico.
Anche gli ambiti sono i più molteplici ma seguendo Luciano Tavazza possiamo ricavarne compiti
 Di prevenzione (es socializzazione tra ragazzi, sostegno alle famiglie in difficoltà...)
 Di terapia (fisica, sociale, psicologica)
 Di riabilitazione (es comunità per reinserimento sociale...)
 Di socializzazione
Il volontariato al di là delle sue differenze sottende un idea di cittadinanza ed anche di democrazia.
I gruppi di autoaiuto svolgono due mandati fondamentali:
-di carattere individuale, di sostegno
-di carattere sociale, politico, che agisce sul versante della sensibilizzazione e del cambiamento
della comunità in cui si è inseriti.
Gruppi di autoaiuto ed il volontariato sono un elemento

attivo nel sociale

che rinsalda le reti relazionali

Che contribuisce alla promozione della salute

Che accresce le risorse disponibili alle persone in difficoltà al di là dei servizi pubblici

Che valorizza la circolarità tra luoghi di cura istituzionali e non

In cui viene espresso il valore della reciprocità (principio dello scambioeconomia civile)
Il volontariato il Italia
Nello sviluppo storico del volontariato è possibile individuarne tre fasi:
1) Volontariato tradizionale o premoderno
Beneficenza aspetti caritativi e religiosi. Società mutuo soccorsosolidarietà operaia
2) Volontariato attuale
Affermazione del welfare state. Consiglio vaticano 2ndosottolineare la dimensione politica
del volontariato richiamando i fedeli ad un impegno da protagonista nel migliorare il mondo
terreno +68 critica sociale, rinnovata dimensione civilevariano le forme del disagio, il tipo di
bisogni, profondo vuoto istituzionale
3) Soggetto attivo delle politiche sociali
1975 convegno della Caritas: rifiutato il ruolo di tappabuchi e recupero di un ruolo di
vigilanza critica, spostandosi in una visione sociale del disagio. 1991 legge italiana che lo
sancisce soggetto di programmazione delle politiche sociali locali e permette un più forte
radicamento nel territorio.
Il lavoro dei volontari
Senso di solidarietà e valore del dono: la specialità del volontariato
Al giorno d’oggi il volontariato

Occupa un posto nevralgico nel terzo settorela sua crescita infatti non può mai
prescinderne

È un soggetto politico attivo e propositivo

Si è delineato come figura politico-istituzionale sostituendo, integrando ed anticipando
i servizi erogati dallo stato

È fondato su una prospettiva valoriale che deriva anche da una base educativa
Il contributo del volontario si manifesta attraverso tre elementi:
 Diffondere valorisolidarietà sociale
 Essere di stimolo alla revisione dei fini delle organizzazioni
 Definire i rapporti con lo stato ed il mercato
Le motivazioni dei volontari
Jone Peirce  fattori :

Prosocialità (aiuto al prossimo)

Desiderio di far progredire gli obiettivi di una organizzazione consolidare la propria
identità attraverso l’impegno sociale

Desiderio di allargare i propri contatti socialibisogno relazionale
Cesareo: quattro orientamenti di fono che portano all’azione solidaristica

Orientamento espressivopropria realizzazione personale

Orientamento al compitoproprio misurarsi con un obiettivo

Orientamento alla curaattenzione verso gli altri in difficoltà

Orientamento al dovereattenzione verso gli altri x senso del dovere religioso o morale
Ricerca di Amerio condotta a Torino 1996motivazioni riferite a

Dimensioni individuali (autorealizzazione,crescita personale,compimento di attività
costruttive e riempimento del vuoto esistenziale...)

Dimensioni collettive (ruolo attivo nella società, dovere morale e civile del divario
ingiusto e della carenza delle istituzioni...)
In queste motivazioni si distribuiscono in maniera fortemente diversa le donne (individ) e gli
uomini (collett). Inoltre vengono sottolineati gli investimenti fatti in luce di una contropartita di
agio psichico derivante dall’aumento dell’autostima, dal bisogno di filiazione verso la comunità e
dai riconoscimenti esterni. Dalla ricerca emerge inoltre che non c'è un chiaro orientamento
politico rappresentato a livello di partiti ma anzi ce una grossa sfiducia nella attuale
rappresentatività ed utilità di queste forme tradizionali.
Aspetto critico del volontariato rinuncia alla politica (Dario Rey)

Può essere una spinta propulsiva verso nuove modalità di sostegno (welfare mix)

Può inibire o rallentare i contatti con le istituzioni
I gruppi di auto-aiuto
Sviluppo storico dell’auto-aiuto: dalla tutela di sé all’empowerment
Krapotkin primo autore che ha vagliato con prospettiva storica l’argomentogià nelle società
preistoriche (nei clan per potersi difendere o attaccare altri)meccanismo di cooperazione base
per la sopravvivenza e l’evoluzioneistinto sociale come tendenza connaturata nella nostra
speciemedioevo/corporazioni e “gilde”di mercanti ed artigiani “friends societies”associaz di
lavoratori nella rivoluzione industriale 1850 19esimo e 20esimo associaz lavorat in europa,
dibattito ma anche sostegno reciproco; 1930 primi gruppi di autoaiuto: enfatizza la responsabilità
delle persone nel cambiare la propria condizione1935 gruppo alcolisti anonimi (base principi
luterani) non più solo sostegno materiale mutuo ma promozione di cambiamento personale.
Espansione in paesi protestanti. In Italia negli anni 70 iniziano i gruppi di autoaiuto di varie
categorie.
Attualmente grande aumento di gruppi di self-help realtà poco visibile, eterogenea,non censibile.
Tratti distintivi

Natura spontanea, condivisione di un problema

Obiettivo di aiuto reciproco per i problemi comuni e sostegno emotivo

Fonte di aiuto: membri stessi fornitori/fruitori

Tutto dinamico in cui l’azione dei singoli coinvolge tutto il gruppo

Parità tra membri:
-gestione comune dell’attività
-controllo collettivo
-clima informale

Ottica che guarda alla relazione come elemento terapeutico, per attivare risorse e
sviluppare strategie di coping
Tipi di gruppi di self help
Essi sono molto eterogenei ed ogni tentativo di classificazione suscita discussioni.
Levyclassificazione in base agli obiettivi di fondo ed alla composizione

Controllo o riorganizzazione di un comportamento deviante

Sostegno emotivo reciproco e potenziamento delle capacità di coping (no azione sul
problema es genitori di bambini down)

Organizzazione di azioni sociali e civili per la tutela di diritti

Crescita personale, tentativo di migliorare la propria qualità di vita con un potenziamento
delle capacità nella sfera emotiva, sessuale, interpersonale
Levine e Perkinscinque tipologie

Persone considerate “non normali” e stigmatizzate socialmente
-
caratteristiche fisiche non modificabili
-
condizione di malattia
-
problematiche psichiche
-
problematiche legate ad un comportamento

Persone vittime di stigmatizzazione secondariamembri di famiglie con casi stigmatizzati
socialmente

Persone che pur non etichettati socialmente si trovano in una condizione di isolamento
-
vedovi
-
genitori soli

Gruppi di assistenza reciproca tra persone differenti per etnia, religione...

Associazione per tutela di problemi specifici o minacce per la comunità
Schubert e Borkman 1991categorie su due criteri organizzativi:
 Grado di dipendenza dei gruppi rispetto all’esterno (autonomia tot/controllo
professionisti esterni)
 Tipo di autorità interna e peso rispetto
-
al modo di individuare problemi e trovare soluzioni
-
stabilire le regole di vita del gruppo (tutti/leader)
-
origine della leadership (esperienza /formazione specifica)
-
ruolo di un professionista (nullo/max influenza)
tipologie proposte: gruppi di autoaiuto
 autonomi
 federati
 affiliati
gruppi di sostegno
 controllati o gestiti
 ibridi
Autoaiuto ed istituzioni di cura
Self-help è un sistema informale di aiuto spesso nati in contrapposizione ai servizi sociali già
esistenti (≠sistema fomale=aiuti professionali).
-
no burocratizzazione
-
più rapporti emotivi
-
no spersonalizzazione
-
più economici e facilmente accessibili
oggigiorno presenti situazioni di complementarietà ed integrazione.
Il rapporto di questi gruppi con l’organizzazione medico-psicologica è però solitamente
problematico: c'è una latente tentazione dei professionisti di snaturare spontaneità e motivazioni
pratiche facendo prevalere interessi intellettuali.
Dal punto di vista psicologico questi gruppi sono l’importante riprova della centralità
dell’esperienza e dell’azione pratica alla base del pensiero di Dewey. Come l’action reserch il
gruppo di autoaiuto si basa su un problema “locale” specifico, sul cambiamento, sulla
collaborazione gruppale.
L’autogestione del gruppo permette un intervento fondato sulla reciprocità che il professionista
non deve limitare. È infatti importante che i suoi interventi siano liberi dalla posizione di potere e
non interferiscano con il naturale sviluppo del gruppo.
L’intervento professionale di uno psicologo può

in un primo momento fungere da facilitatore e catalizzatore, contribuendo anche a creare
gruppi nuovi.

Può poi favorire il decollo del gruppo delegando il ruolo direttivo e chiarendo la propria
funzione a sostegno dell’autonomia e la presa di decisioni comuni

Quando il gruppo è sufficientemente forte deve favorire il momento del distacco magari
mantenendo su richiesta un ruolo esterno di consulente esperto. Inoltre è necessario che
egli provveda a creare una rete di contatti diretti ed indiretti tra le persone, i sistemi di
aiuto formali ed informali.
Processi e dinamiche dei gruppi di autoaiuto
 Fine ultimo identificabile in un’azione di empowerment ( ≠alla condizione di powerlessness)
in cui il coinvolgimento totale del gruppo agisce sia per aspetti collettivi che individuali
 Altri obiettivi essenziali riguardano la crescita personale ed il miglioramento delle proprie
capacità di coping nonché di gestione autonoma della propria vita
 L’’adesione attiva e volontaria al piccolo gruppo crea un forte legame tra gli appartenenti
 La condizione di reciprocità permette uno sblocco dalla passività, dell’impotenza e dalla
bassa autostima.
 Nel piccolo gruppo la comunicazione è diretta nonché condivisibile tra tutti. Questo facilita
lo scambio di esperienze e porta una riduzione delle difese psicologiche poiché non ci si sente
giudicati come da tutti gli altri
 Viene fornita una filosofia di vita che permette un cambio di prospettiva di fronte ai problemi
ed aiuta a riorganizzare anche praticamente la propria vita
 Dall’esperienza deriva un apprendimento. Essendo il ruolo di aiuto reciproco chi viene
aiutato può vedere nell’altro il suo futuro: il problema può essere una situazione temporanea
e superabile ;chi aiuta ha la possibilità di vedere quelli che sono stati i suoi problemi con una
certa distanza e contemporaneamente fornendo appoggio acquista senso di adeguatezza e
utilità sociale vedendosi in modo diverso e sperimentando nuove modalità relazionali.
 Attraverso la condivisione dei medesimi problemi si crea un senso di appartenenza e di
identificazione
 La solidarietà si concretizza come qualcosa che si costruisce da un problema comune e che
viene costantemente alimentata dalla relazione (no qualità ontogenetica previa dell’uomo)
Skovholt l’efficacia della helper terapy è determinata da:
 L’helper vede che il suo supporto incide sulla vita di un altro quindi percepisce un buon
livello di propria competenza interpersonale
 Solitamente gli scambi sono valutati ricercando un buon equilibrio tra il dare ed il ricevere
 Lavorando con persone che affrontano le stesse difficoltà l’helper impara e fissa le strategie
di cambiamento
 L’helper per il suo ruolo acquisisce riconoscimenti ed approvazione sociale migliorando la
propria autostima e combattendo la propria stigmatizzazione.
Dedicato a chiunque fa mezzo passo in più di ciò che sarebbe necessario per se stesso,
con speciali ringraziamenti a tutto il collettivo di psicologia di Torino, vitale fermento di gente che
il mezzo passo lo fa per salvare il culo di ogni studente di psicologia attuale e futuro.
Vi voglio bene.