SODALITAS VICTORIA SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE 2016 STAMPATO IN PROPRIO “PROGETTO VITA” “PROGETTO CASA APERTA” per una migliore qualità della vita Andrea Giordan Coordinatore FESTA A SORPRESA IN CASA FAMIGLIA PER IL DECENNALE DI DON STEFANO STRADA Nel segno di una piena collaborazione con il tessuto sociale cittadino Nei giorni scorsi la nostra Casa è stata prota- cioccolato”. gonista di una festa a sorpresa per il decen- “Questa piacevole occasione d’incontro – nale del parroco di Busnago don Stefano come ha rimarcato il Direttore Generale Strada. Si tratta di un’iniziativa che si collo- Franceschina nel Suo discorso al termine ca all’interno del ‘Progetto Vita’ (mantene- della celebrazione – conferma la felice colre saldi, costanti ed aggiornati i legami con laborazione tra la Parrocchia di Busnago e il mondo che ci circonda) e che ribadisce la nostra Casa Famiglia”. “Si può dire – ha una volta di più la proficua collaborazione commentato ancora il sacerdote – che siatra la nostra Casa Famiglia, la comunità par- mo cresciuti insieme. Dopo cinque mesi dal mio arrivo, infatti, è stata aperta questa strutrocchiale e il territorio. “Come tutti i lunedì – ha raccontato un emo- tura”. “E’ questo un esempio tangibile – ha zionato don Stefano in un Suo scritto inviatoci concluso il dott. Franceschina – di come si alcuni giorni dopo – mi sono recato in Casa declina nel quotidiano il “Progetto Vita”, ovFamiglia per celebrare la Santa Messa. Se vero, l’apertura al territorio facendo in modo non che, al termine della celebrazione, mi che le nostre Case Famiglia siano dei luoghi sono trovato letteralmente avvolto dai fe- di vita a trecentosessanta gradi”. steggiamenti che erano stati preparati da tempo per il sottoscritto. All’iniziativa era presente anche il Direttore Generale dott. Michele Franceschina insieme a tutto il personale, agli ospiti e ai volontari della Casa Famiglia. Un dono al festeggiato, quindi, un rinfresco e una torta con tanto di dedica speciale ‘ricamata’ con il 1 busnago1216.indd 1 I BAGAI DE L'ALTER DI' 21/12/2016 14:33:29 ... LA PAGINA DELLA SALUTE ... DELLO SPIRITO Monsignor Sergio Salvini NATALE FESTA DEL DONO Buon Natale, carissimi amici, ospite delle nostre case. Ancora, un’altra volta, è Natale: la festa dell’Amore! Fare Natale è entrare nella dimensione della semplicità, per rigenerare il cuore, cercando l’essenzialità, andando oltre. E’ un tempo in cui se stiamo un po’ attenti, il Signore ci dice: ”Tu mi fai felice”, perché ognuno di noi è “festa di Dio”. Ecco il bisogno di far festa e di essere festa e ancora una volta ci spinge a rinnovare dei gesti natalizi: il presepio, l’albero, fare un regalo. Il Natale da sempre parla in maniera misteriosa, ma parla al cuore. Il verbo con il quale il Natale parla a tutti è: DARE. E’ il verbo che traduce il verbo AMARE: C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Se Natale è la festa del dono, prestiamo attenzione affinché i doni secondari non ci facciano dimenticare il vero dono: Gesù. Il presepi allestito nelle nostre case Vi invitano a questa riflessione. Natale non è una occasione di spreco di sentimenti, ma deve dimostrare la nostra vita. Se Natale è l’incarnazione del Figlio di Dio nella storia, bisogna credere nella nostra storia di vita; e Voi siete maestri nel testimoniarla la storia, poiché siete stati autori ed attori di molte pagine. Le prime persone alle quali fu data notizia della presenza di Gesù Bambino venuto nel mondo, furono dei pastori, una classe sociale che non aveva nessun valore nella società del tempo. Nella considerazione degli uomini erano meno di niente. Sono loro che avvolti di luce, hanno generato la consapevolezza della dignità sublime della persona. I BAGAI DE L'ALTER DI' busnago1216.indd 2 Certamente nella loro vita esteriore non cambiava nulla. Ma qualcosa di assolutamente nuovo era accaduto dentro di loro: sentivano che Dio stesso si interessava di loro. Così di Voi! Se per il mondo l’anziano conta poco, perché non più produttivo, un anziano è come uno scrigno ricco di preziosi tesori: emozioni, storie, esperienze, acquisizioni. Uno scrigno che si arricchisce con il passare del tempo e che deve essere condiviso, donato e trasmesso, per aiutare anche altri ad arricchirsi interiormente; inevitabilmente, se trattenuto, si trasformerà nel tempo in metallo ossidato, rappresentando un potenziale non espresso, un’energia destinata ad implodere. Del resto, non solo l’anziano, ma ciascun essere umano, si completa solo nello scambio con l’altro, nella relazione, nel contatto, ritrovando così quella unità interiore, che fornisce senso alla nostra esistenza. Auguri amici carissimi, buon Natale…per Voi il più bello. 2 21/12/2016 14:33:29 ... LA PAGINA DELLA SALUTE ... 21/9 XXIII GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER Le Terapie non Farmacologiche Dr. Ivo Cilesi Psicopedagogista La Negli ultimi anni stiamo assistendo, da • stimolazione cognitiva parte di chi si occupa dei servizi alla persona, • terapie sensoriali a richieste sempre più numerose di interventi • terapie del viaggio che impieghino le terapie espressive, le te- Avere a che fare con una persona affetrapie non farmacologiche, nelle loro diverse ta da una patologia, sia essa psichica, fisimodalità, in progetti preventivi, riabilitativi e ca o entrambe le cose, vuol dire entrare in terapeutici. Le terapie non farmacologiche, contatto con una diversa maniera di vivere. come dice la parola stessa, favoriscono sensi- Questi individui, hanno innanzitutto bisogno bili diminuzioni del carico farmacologico che che li si ascolti e che li si comprenda. viene somministrato al malato e migliorano in Per poter fare questo, le persone che li vomodo concreto la qualità di vita dei pazienti. gliono aiutare, devono affacciarsi, sporgersi È importante considerare che l’utilizzo delle fuori dalla finestra della propria condizione terapie non farmacologiche in situazioni di di normalità e cercare di entrare nel mondo deficit cognitivo e importanti problematiche della diversità. comportamentali deve essere di supporto e TNF inserite nelle Case Famiglia di Fondazionon sostituire le terapie farmacologiche. La ne Mantovani e Sodalitas cura inizia dal saper ascoltare. Le TNF (tera- La Terapia della Bambola pie non farmacologiche) sono utili se tutte le La valenza terapeutica nell’utilizzo della componenti operative (area socio assisten- bambola con pazienti affetti da demenza ziale, area sanitaria) collaborano in modo si- senile che presentano disturbi comportanergico, inoltre assumono una forte valenza mentali importanti, assume significati simdi intervento preventivo. Le TNF, oltre a ridur- bolici. La bambola è uno strumento che re il rischio per il malato di sovradosaggio di favorisce l’attivazione di memorie favofarmaci che vanno a influire sugli stati depres- rendo l’accudimento soprattutto materno. sivi e ansiogeni, favoriscono una stimolazione L’utilizzo della bambola terapeutica evoca delle residue capacità cognitive dei pazienti dinamiche relazionali significative e nella come ad esempio i processi della memoria, progressiva perdita delle capacità e abilità o in altre situazioni incidono sulle problemati- nelle persone affette da demenze imporche comportamentali dei pazienti affetti ad tanti, la bambola diviene uno strumento esempio da demenza senile. Le TNF sono at- simbolico contenitore dei vissuti materni e tive in queste 2 aree: area cognitiva - area paterni. La bambola è il bambino da accucomportamentale - una terza area riguarda dire, da curare, da accarezzare, >> l’ambiente che in questo caso ha una forte incidenza per la gestione dei disturbi cognitivi e comportamentali. Sono state inserite in fase sperimentale: • musicoterapia recettiva • musicoterapia ambientale • terapia della bambola 3 busnago1216.indd 3 I BAGAI DE L'ALTER DI' 21/12/2016 14:33:29 ... LA PAGINA DELLA SALUTE ... Dr. Ivo Cilesi Psicopedagogista Le Terapie non Farmacologiche >> da guardare, da stringere e in questa alternanza, stimolando emozioni arcaiche i pazienti riconoscono vero l’oggetto inanimato e la cura della bambola favorisce la diminuzione di gravi disturbi comportamentali. Musicoterapia recettiva Sarà attivato un percorso terapeutico di musicoterapia recettiva sia da realizzare in uno spazio dedicato, o nello spazio della quotidianità. Dopo una valutazione sonoro musicale si inseriranno in ascolto musiche e suoni significativi per la persona dal punto di vista emotivo relazionale. Si utilizzano per l’attivazione di questa terapia delle cuffie da usare nei diversi momenti della giornata. Le diverse stimolazioni potranno essere proposte sia con sedute individuali collegate ad interventi mirati ad affrontare specifici disturbi comportamentali o con interventi al bisogno, anche in collegamento con gli interventi sanitari e socio- assistenziali. Questi interventi potranno essere effettuati durante la giornata o nelle fasi notturne se ne viene rilevata l’esigenza. Musicoterapia ambientale L’obiettivo di tale intervento è svolgere un’azione di supporto e facilitazione indiretta attraverso il contesto, ambiente sonoro, atto a: I BAGAI DE L'ALTER DI' busnago1216.indd 4 • favorire alcune attività o compiti specifici di precisi momenti della giornata (risveglio, pasti, riposo); • contribuire ad alleviare tensioni o dolori e a sostenere il tono dell’umore. Saranno attivati momenti di “ascolti terapeutici”, in modo da favorire l’orientamento temporale e cadenzare i diversi tempi della giornata. È prevista l’attivazione di un protocollo di osservazione con periodiche verifiche rispetto all’applicazione dello strumento e agli effetti osservabili, sia attraverso momenti di osservazione diretta degli ospiti, sia attraverso la raccolta di osservazioni effettuate dagli operatori o dai familiari: gli stessi saranno preventivamente sensibilizzati e formati a tali rilevazioni che seguiranno criteri di semplice applicabilità all’interno delle procedure e compiti quotidiani. È prevedibile una variazione nel tempo delle proposte musicali in base alle rilevazioni effettuate. Stanza Multisensoriale Un particolare e specialistico aspetto di questo metodo è rappresentato dall’attivazione di una stanza di stimolazione multisensoriale per gli ospiti dei Nuclei Alzheimer e del CDI. Questo metodo, all’estero, rappresenta una realtà scientificamente riconosciuta. La prospettiva è quella di attivare una stanza multisensoriale per la riabilitazione cognitiva e utile per attivare dinamiche di rilassamento. I sensi dei pazienti possono essere diretti, coordinati e stimolati, ottenendo benefici. Tramite l’utilizzo di un letto sensoriale posizionato nella stanza. L’integrazione sensitiva è molto importante perché coinvolge lo stimolo e l’interpretazione di tutti gli imput sensoriali (vista, suono, odore, gusto e tatto): di conseguenza è possibile fornire al paziente con demenza senile una esperienza unica per migliorare la sua qualità di vita. >> 4 21/12/2016 14:33:29 ... LA PAGINA DELLA SALUTE ... Le Terapie non Farmacologiche >> La Terapia del Viaggio Un autobus, un viaggio organizzato all’interno di uno spazio. È importante, direi fondamentale, l’organizzazione dell’ambiente collegato ad una precisa metodologia. Ci sono disturbi comportamentali difficilmente gestibili all’interno di uno spazio. Questo accade quando si accentua il decadimento delle funzioni cognitive, il tutto collegato a difficoltà di riconoscimento della realtà vissuta. Un distacco del paziente dalla realtà associato spesso a diffi- Dr. Ivo Cilesi Psicopedagogista coltà di accettazione dello spazio chiuso, e allo stesso tempo rinforzato dal desiderio di fuga. Agitazione, ansia, aggressività, affaccendamento wandering, irritabilità vengono contenuti e distolgono dalla volontà di fuga. L’idea del viaggio è da considerare come momento di vita, il viaggio diventa opportunità di relazione un momento di fuga, viaggio come cura nell’attimo di accettazione di una realtà che non esiste, ma che è profondamente dentro ogni persona; da questa premessa nasce l’idea di un percorso di cura lontano dalla realtà, ma profondamente vero e radicato nell’ottica delle persone fragili che giornalmente si accudiscono, creando una situazione strutturata ma virtuale che veicoli l’impulso del viaggio verso “casa”. Gli Ambienti Terapeutici Questo processo metodologico e terapeutico prevede delle reazioni o non reazioni conseguente alla somministrazione di stimoli di fronte ad interazioni in spazi quotidiani appositamente predisposti. Questo processo si costruisce progressivamente nei diversi ambiti dedicati. • Nicchie sensoriali • Colori specifici • Stimoli sensoriali • Spazi che si trasformano • Strumenti terapeutici. Tutte queste caratteristiche sono presenti da tempo nei percorsi di cura dei pazienti affetti da demenza, la novità è una organizzazione metodologica e terapeutica dei diversi percorsi. 5 busnago1216.indd 5 I BAGAI DE L'ALTER DI' 21/12/2016 14:33:30 VIVERE IN CASA FAMIGLIA... Nonna Annunciata residente in Casa Famiglia RI CETTE REGI O NALI TI PI CH E CO NSI GLIATE IL CASTAGNACCIO Eccoci come di consueto con la nostra rubrica di cucina. Per questo numero del giornalino abbiamo scelto di proporVi il “castagnaccio” dolce povero, ma gustoso tipico della nostra tradizione culinaria. In autunno, soprattutto i primi giorni di novembre, quando si commemorano i defunti, era per noi tradizione tornare a casa, al termine della messa al cimitero, e mangiare le castagne che le nostre nonne o le nostre mamme ci cuocevano sulla stufa. Quelle avanzate venivano in parte mangiate nel latte alla sera per cena e una parte veniva macinata e con la farina, che se ne ricavava, veniva preparato appunto questo dolce. La ricetta che Vi suggeriamo è arricchita con uvetta e pinoli che non usavamo ai nostri tempi, ma che, a nostro avviso, contribuisce a dare un gusto ancora piu’ gradevole a questo dolce sano, proteico e semplice da realizzare. ORIGINI: Il castagnaccio, o baldino o pattona, è un dolce tipico toscano preparato con la farina di castagna e arricchito con uvetta, pinoli, noci e rosmarino. Poiché la castagna, elemento principe del castagnaccio, è molto diffusa in regioni quali il Veneto, il Piemonte, la Lombardia e la Toscana, è un po’ difficile stabilire quale sia veramente la patria del castagnaccio anche perché ogni regione ne propone una sua versione buona quanto tutte le altre. Nel corso del tempo, però, il castagnaccio è diventato sempre più un dolce tipico Toscano anche per la sua storia legata strettamente a questa regione e in particolar modo alla città di Siena. Il castagnaccio nasce inizialmente, come la maggior parte delle ricette tradizionali, come pietanza per i poveri contadini ottenuta appunto dalla castagna, molto diffusa nelle campagne. Certo è che questo dolce affondi le sue origini in un passato davvero remoto: basti pensare che già nel ‘500 era molto conosciuto e apprezzato tanto che un padre agostiniano lo cita in un suo scritto. In ogni caso, sembra che l’ideatore del castagnaccio sia stato proprio il toscano Pilade da Lucca. Fu però a partire dall’800 che i toscani esportarono il castagnaccio nel resto d’Italia e proprio in questo periodo venne arricchito con uvetta, pinoli e rosmarino. Anche questo piatto presenta un risvolto curioso: si diceva che le foglioline di rosmarino usate nel castagnaccio fossero un filtro d’amore: il ragazzo che avesse mangiato il dolce offertogli da una fanciulla si sarebbe innamorato di lei e l’avrebbe sposata. I BAGAI DE L'ALTER DI' busnago1216.indd 6 6 21/12/2016 14:33:30 VIVERE IN CASA FAMIGLIA... RI CETTE REGI O NALI TI PI CH E CO NSI GLIATE Nonna Annunciata residente in Casa Famiglia INGREDIENTI - 500 g di farina di castagne - 750 ml di acqua - 100 g di uvetta - 60 g di pinoli - 2 cucchiai di foglie di rosmarino - 50 ml di olio extravergine di oliva - Sale PREPARAZIONE Mettere in ammollo l’uvetta in acqua per 10 minuti, quindi scolare e asciugare con un canovaccio. Nel frattempo in una ciotola versare la farina setacciata (così non si formano grumi), un pizzico di sale e aggiungere l’acqua poco alla volta mescolando col cucchiaio fino ad ottenere un impasto omogeneo; lasciar riposare per un paio di ore. A questo punto ungere la teglia con l’olio, versare l’impasto e cospargere con uvetta, pinoli e rosmarino. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 30 minuti. Il castagnaccio può essere servito sia caldo che freddo, magari accompagnato da un bicchierino di vin santo. 7 busnago1216.indd 7 I BAGAI DE L'ALTER DI' 21/12/2016 14:33:31 ... DI TUTTO UN PO' ... Online sul sito www.grupposodalitas.it L'ANGOLO DELLA POESIA TANTI AUGURI A... GLI OSPITI DI CASA FAMIGLIA E PAOLA La poesia che Vi proponiamo, e che a noi piace particolarmente perché semplice e ricca di sentimento, è stata scritta da una nostra volontaria la cui mamma è ospite della nostra struttura. La signora MariaRosa, che cogliamo l’occasione per ringraziare. Collabora da tempo con la nostra redazione del giornalino ed è Presidente e Fondatrice dell’ “Associazione Culturale Poeti Giovanni da Busnago”. COLAZIONE DI NATALE MariaRosa Mauri Questa mattina è una festa particolare, e per la colazione di Natale elaborerò una ricetta speciale, la gusterò con infinito amore nel caldo del mio cuore. In una grande ciotola mescolo con una coccola: la preghiera di ogni giorno amore sincero per chi ho intorno aggiungo molta dolcezza unisco altrettanta tenerezza tanti baci color cremisi rimesto il tutto con sorrisi, mischio granelli di perdono la promessa d’esser buono faccio fondere la carità anche tanta disponibilità, insaporisco con la pazienza per far tutto con coscienza, e per dare più sapore ci metto un pizzico di passione, mescolo il tutto con la bontà, e tanta… tanta forza di volontà. Pensando ai “fratelli” lontani con cura, modello con le mani perle preziose d’inestimabile valore e dispongo sul piatto della colazione. Per il giorno di Natale ho fatto una ricetta salutare mentre mangio le perle a volontà, la mia anima si salverà. SETTEMBRE SALA LUCIA VILLA RENATO CAPUZZO SILVIA VERGANI ARMIDA DESIDERATI GERMANA RAVANELLI RACHELE USUELLI EUGENIO CATARINICCHIA MARIA BOTTESI VIRGINIA OTTOBRE CASTELLAZZI CLEMENTINA SOTTOCORNO ALESSANDRINA VIGANO' FERMO COLOMBO MARINA DOSSO FIORINA ROTA ROSA LUSIARDI BRUNA VALAGUSSA CARLA NOVEMBRE BRAMBILLA GIUSEPPINA MERONI BRUSIANA MAZZOLA NADIA SALA ROSA FRIGERIO LUIGIA AMBROGIA DICEMBRE COLOMBO FRANCO POSSENTI LUCIANA QUADRI ALBERTO VERTEMATI TERESA MARSANGO DORA BRAMBILLA CESARE COMOTTI ENRICO Alla realizzazione di “I BAGAI DE L’ALTER DI” hanno collaborato: i residenti di Casa Famiglia, il coordinatore Andrea Giordan, Monsignor Sergio Salvini, la signora Marinella Restelli, il dott. Cilesi, Nonna Annunciata, la volontaria Maria Rosa Mauri e l’animatrice Paola Baldrighi. Casa Famiglia - Via Gramsci n. 31 - Busnago (MI) Tel. 039-6885559 Fax. 039-6823350 I BAGAI DE L'ALTER DI' busnago1216.indd 8 8 21/12/2016 14:33:31