Lezioni sulla Musica del Novecento

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Contemporanea
«Lezioni sulla Musica del Novecento»
Nelle Sale Apollinee della Fenice l’iniziativa del Fai
sostenuta dalla Fondazione di Venezia
N
ell’ambito della promozione della cultura e dell’arte, il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) di Venezia propone un «Ciclo di lezioni sulla Musica del
Novecento». Tenuto da specialisti e docenti di varie università e istituzioni culturali italiane, il corso è curato da Mario
Messinis con l’intento di far conoscere le più significative
espressioni della musica di quel periodo, attraverso la presentazione di temi e personalità rilevanti.
che ha lavorato molto con Luigi Nono, anche al Prometeo, e
per un decennio è stata la persona più vicina alle sue ricerche sperimentali, il 3 aprile si occuperà di Stockhausen, con
un occhio di riguardo alla musica elettronica. Carlo De Pirro, che oltre a essere compositore insegna al Conservatorio
di Rovigo ed è il critico musicale del Mattino di Padova, ha
una particolare predilezione per la musica di Nono e Maderna, dei quali parlerà il 10 aprile. Veniero Rizzardi, che
recentemente ha
portato alla luce il Requiem di
Maderna, una
partitura monumentale del 1946
(cfr. VeneziaMusica e dintorni, n. 13, p.37),
nel contempo è
molto interessato al jazz, alla musica americana. Nella Sala
Tommaseo dell’Ateneo Veneto
parlerà di «Jazz
tra evento e documento sonoro», toccando le
figure di Duke
Ellington, LenFrank Zappa
nie Tristano e
Miles Davis. Jo
Alaimo, il critico del Gazzettino per quel che riguarda la musica pop e
rock, è lui stesso compositore di quest’ultimo genere e il
29 aprile presenterà un lavoro sui «Beatles e i Rolling Stones». Enzo Restagno, invitato per l’8 maggio, ha curato una
quindicina di volumi dedicati ai maggiori compositori contemporanei, in coincidenza con le monografie che ha organizzato per «Settembre musica», importante organizzazione poli-disciplinare che recentemente si è estesa a Milano
per il progetto «Mito». Indubbiamente molto vicino a Luciano Berio, è una delle figure più rilevanti per quanto concerne la musica contemporanea, sia nei panni di studioso
che in quelli di organizzatore. Sarà lui a occuparsi di Berio
e Boulez, presi in considerazione come autori che camminano lungo vie parallele. Adriano Castaldini, pianista, che
sarà alla Fenice il 15 maggio, da qualche anno insegna allo
Iuav privilegiando l’avanguardia americana, John Cage in
particolare, e la ricerca elettronica. A chiudere il ciclo, l’intervento di Paolo Petazzi, critico d’avanguardia che si è occupato molto del Novecento storico viennese e delle ultime avanguardie: illustrerà le più recenti ricerche relative alla composizione del suono con particolare riguardo a Salvatore Sciarrino. (i.p.)
Edgard Varèse
negli studi Philips prepara Poème Electronique (1958)
Si tratta di un percorso di tredici lezioni – come lo stesso Messinis ci dice – che da Debussy arrivano alle ultime
avanguardie. Il 14 febbraio Adriana Guarnieri, docente di
Storia della musica a Ca’ Foscari, è intervenuta proprio su
Debussy e sulla musica francese. Il 22 febbraio il direttore
artistico della Fenice Fortunato Ortombina ha presentato un approfondito lavoro su Strauss e Puccini, e il 27 dello
stesso mese Alberto Caprioli, compositore, direttore d’orchestra e germanista, ha parlato della «Scuola di Vienna».
Luca Mosca, compositore e pianista, il 6 marzo darà poi voce a «Stravinskij e il Neoclassicismo». Il calendario propone il 13 marzo Paolo Pinamonti. Docente a Ca’ Foscari, fino a qualche mese fa sovrintendente del Teatro San Carlo
di Lisbona, ha anche collaborato molto col settore musica
della Biennale. Presenterà uno spaccato sulla musica ungherese, da Bartók a Ligeti e Kurtag, tra i protagonisti della musica nuova del nostro tempo. Il 27 marzo Giovanni
Mancuso affiancherà la figura di Varèse a quella di Frank
Zappa, che del primo subì molto l’influenza soprattutto per
quel che concerne l’uso delle percussioni, e di cui il giovane musicista veneziano si era già occupato in Obra maestra
(cfr. VeneziaMusica e dintorni n. 19, p. 34). Alvise Vidolin,
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Contemporanea
Le declinazioni di musica e immagine:
torna «Impara l’arte»
Da Martone a Herzog,
la primavera della rassegna patavina
di Veniero Rizzardi
È
giunta all’ottava edizione e si è ormai affermata come una vera e propria stagione parallela alla
programmazione musicale cittadina. Impara l’arte è nata a Padova per iniziativa diretta dell’Università,
che nel 2000 invitava tre associazioni musicali, gli Amici
della Musica, l’Orchestra di Padova e del Veneto, il Centro d’Arte, a produrre un cartellone congiunto di iniziative musicali di taglio didattico pensate per un pubblico
di Mario Martone viene introdotta e commentata da Michele Campanella al quale Martone affidò il commento
musicale.
La figura tormentata del madrigalista seicentesco Carlo Gesualdo, principe di Venosa, la sua musica e la sua
tragica vicenda umana uniscono il concerto della Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci alla proiezione
del film che Werner Herzog ha dedicato a Gesualdo, e al-
Werner Herzog con Klaus Kinski
Mario Martone
di studenti. Ma a partire da questo spunto Impara l’arte ha
saputo ampliare negli anni lo scopo iniziale fino ad affermare una sua specifica e forte «personalità», che è stata
puntualmente premiata da un successo di pubblico persino insperato. L’accordo con la gestione della multisala MPX, avvenuto tre anni or sono, ha dato alla rassegna non soltanto una sede stabile nel centro della città, a
due passi dalle piazze, ma ha contribuito a definirne la fisionomia, che è ora quella di un festival impegnato a documentare tutte le possibili declinazioni del comporre la
musica in rapporto all’immagine, e viceversa.
Il cartellone allinea sedici diverse proposte, in gran parte appositamente commissionate: non vi è nessuno spettacolo «di giro», e le riprese di serate già ideate altrove sono presentate per la prima volta in Italia.
Diversi sono i nuclei tematici attorno ai quali si organizza la rassegna 2008, che è già in pieno svolgimento e
di cui si segnalano qui in particolare gli appuntamenti dei
prossimi mesi.
Dopo la proiezione del monumentale Parsifal wagneriano di Syberberg (19 marzo), il 2 aprile Pietro Tonolo e
Paolo Birro sovrappongono il linguaggio del jazz a quello di due classici del cinema russo degli anni 20, Primavera
di Kaufman e La febbre degli scacchi di Pudovkin. Il 9 aprile, la proiezione di Morte di un matematico napoletano (1992)
la conversazione con lo scrittore Giuseppe Iudica, autore
del Principe dei musici (22 e 23 aprile).
Seguiranno le serate con la musica elettronica dell’Edison Studio di Milano ad accompagnare Gli ultimi giorni di
Pompei (1913) di Eleuterio Ridolfi e Überfall (1928) di Erno Metzner. Seguiranno le serate dedicate a Walter Ruttmann (14 maggio), a Richard Wagner (un film biografico
del 1913 con accompagnamento d’orchestra, il 21 maggio)
e, il 28 maggio, una serata Edgar Allan Poe con le musiche composte nel 1995 da Ivan Fedele per il film La chute
de la maison Usher di Jean Epstein (1928). A dirigerle è Paolo Furlani che presenta nella stessa serata anche musiche
di giovani compositori studenti del biennio specialistico
in Composizione musicale per l’immagine del Conservatorio di Musica «A. Steffani» di Castelfranco Veneto.
In conclusione, il 21 giugno, un nuovissimo progetto
ideato dal chitarrista Marco Cappelli, un musicista inclassificabile che si divide tra Napoli e New York, il quale ha
concepito, insieme al gruppo italiano Syntax Error, una
partitura che si accompagna alle immagini di un video
che «movimenta» una storia in origine disegnata su tavole a colori: il fumetto In the Shadow Of No Towers, una riflessione di Art Spiegelman (Maus) sull’attentato al World
Trade Center di New York del 2001.
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Contemporanea
Al Centro Candiani
è di scena Uli Fussenegger
Il direttore del Klangforum Wien
terrà un laboratorio e un concerto
L’
ensemble Klangforum Wien è stato fondato nel
L’attenta selezione dei direttori artistici di Klangforum, il
1985 da Beat Furrer con l’intenzione di riunire in
più importante dei quali è il contrabbassista Uli Fussenegger,
gruppo solisti dediti alla musica contemporanea.
ha portato in più di trent’anni di attività a costituire due gruppi base di dimensioni complementari e coniugabili in formaL’ensemble di ventiquattro interpreti si radunò e crebbe attorno a un preciso ideale di democrazia e confronto costrutzioni diverse, dal solo alla grande orchestra in grado di protivo. La cooperazione tra interpreti, direttori e compositori
durre più di 100 concerti annui. Klangforum Wien partecinon solo venne fin dai primi anni incoraggiata e nutrita, ma
pa regolarmente a produzioni televisive, cinematografiche e
profondamente perseguita per riuscire a creare un’alternateatrali, e ha realizzato più di 200 cd prodotti da etichette cotiva reale alla struttura tradizionale, gerarme Accord, Cpo, Durian, Grammont, Muchica e a volta tirannica della magsikszene Schweiz, Pan classics, Wergior parte dei gruppi appartego e Kairos.
nenti al circuito concertisti«Intrasonus», grazie al
co internazionale. A una
contributo del Casinò di
musica che stava proVenezia, presenterà un
fondamente cambianlaboratorio con Fussenegger (26-28 mardo non solo le proprie
strutture grammaticazo) seguito da un conli e formali ma lo stescerto all’Auditorium
so concetto di perceCandiani (29 marzione e fruizione, si senzo), nel quale verrà pretiva la necessità di affiansentato un programma
care un’altrettanto innovatiche dalla Gambensonate di
va e propositiva compagine di
Johann Sebastian Bach giunge
musicisti «ricercatori». Il Foai lavori di autori contemporarum del Suono voleva essere
nei italiani, austriaci e cecosloin grado di comprendere adevacchi. Nel dettaglio, duranguatamente le richieste sempre
te la serata Roberto Rusconi e
«diverse» e a volta «stravaganPaolo Squarzon proporranno
ti» dei nuovi compositori, e di
in anteprima delle esecuzioni
porsi come organismo simbioche attraverso l’utilizzo di softico in grado di stimolare, critware come Max e Jitter non
ticare e selezionare il materiasolo spazializzeranno i suoni
le sonoro da affrontare e svicreando delle situazioni sug+
luppare. Questo approccio ingestive di multidimesionalinovativo nei confronti dell’entà sonora e percettiva, ma trattità musicale stessa, unito alla
terranno il materiale sonoro in
comprensione di tutte le sfacalchemici percorsi di sdoppia+
cettature estetiche del panoramento, trasfigurazione e suma musicale contemporaneo,
blimazione acustica e visiva.
permise al Klangforum di reaAnan D’Errico, unica italiana
lizzare fin dall’inizio esecuzioprescelta come pianista princini autentiche e profondamente
pale della Lucerna Accademy
motivate di partiture contemporanee più o meno conosciudi Pierre Boulez, accompagnerà poi Fussenegger in una trate. I musicisti del Forum, selezionati fin da subito tra i miglioscrizione della Gambensonate di Bach per pianoforte (Basso
ri solisti europei, si proposero come interpreti di un repertoContinuo) e contrabbasso a 5 corde, e si cimenterà in un’evorio che partendo dalla Seconda Scuola di Vienna si spingecativa opera prima ancora di Rusconi chiamata Raga «Inva fino ai compositori più attuali. Attraverso iniziative coner Urge» e composta in onore dell’anniversario del famoso
me Impulse, che si tiene a Graz ogni
esperimento di musica classica colta
due anni, l’ensemble esegue una veindiana che Ravi Shankar, Jeudi Mera e propria operazione di scouting pernuhin e Jean Pierre Rampal realizzaL’appuntamento, realizzato grazie
mettendo a molti nuovi talenti, rerono per la Emi Records e che fu seal contributo del Casinò,
gretamente prodotto dai Beatles neclutati tra interpreti e compositori, di
fa parte del progetto «Intrasonus»
confrontarsi, informarsi, proporsi e
gli anni sessanta. Per maggiori inforproporre.
di Roberto Rusconi
mazioni: www.intrasonus.eu (l.m.)
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var speed player
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*
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time pointer
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5924 ms random + var_offset
highp
*
Reverb
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cut off: 950 Hz
46
decay: 3.08 sec
ch 1 ÷ 4
Contemporanea
Il quartetto d’archi Paul Klee
in residenza a Parigi
Dai Conservatori del Veneto tra musica e arti figurative
di Carlo De Pirro
A
Mosca! A Mosca! A Mosca!» gridavano tre sorelle di
provincia. «A Parigi!» esultano quattro musici. Di
provincia? Sì, stando alle statistiche figlie del conformismo, quelle che non
consigliano ai giovani
musici di approfondire
il repertorio contemporaneo. Eppure un sano
equilibrio fra tradizione
e repertorio farebbe bene a entrambe le sensibilità sonore, lo diciamo
alla casta degli insegnanti pigri, e qui chiudiamo
la polemica. Per parlare del Quartetto d’archi
Paul Klee (Alessandro
Fagiuoli, Stefano Antonello, Andrea Amendola, Luca Paccagnella),
che attualmente gode
Quartetto Paul Klee
di una residenza presso
l’Università di Evry a Parigi. Filiazione nel 1996
dall’Ensemble Paul Klee, prime esperienze al Festival dell’Interensemble a Padova nel segno di una multidisciplinarietà strutturale, arrivano poi le esibizioni per il Festival Internazionale di Santander (Spagna), per il Galway Arts Festival (Irlanda), per il Teatro La Fenice, Cantiere d’Arte di Montepulciano, Nuovi Spazi Musicali a Roma, e ancora alla National Concert Hall di Dublino, all’Auditorium Nacional de Madrid, a Istanbul, Lisbona, Amburgo, Salisburgo, Ljubljana e al Festival «Under
Construction» di New
York. Nel 2004-2005
diviene quartetto residente
presso l’ Abbaye Royale
de Fontevraud in Francia, sviluppando in una
serie di concerti nei Castelli della Loira il connubio fra Arte della Fuga
di Bach, i compositori
di «Terezin» (tristemente noto campo di concentramento) e la musica polacca del XX secolo. Della residenza presso l’Università di Evry si è detto, per
completare il curriculum basta ricordare le incisioni precedenti (Stradivarius, Niccolò, New World Records di New York),
mentre di prossima pubblicazione è l’integrale dei quartetti di
«
Philip Glass per l’etichetta Blue Serge, una monografia dedicata al compositore veneziano Ugo Amendola nonché un cd di
musica francese realizzato con il pianista J.P. Armengaud comprendente La Création du
Monde di Milhaud, Quatuor pour la Fin du Temps e
Fantasia per violino e pianoforte di Messian. I componenti del Quartetto sono docenti presso i
Conservatori di Rovigo,
Vicenza e Trieste, e qui
si raccordano il resto dei
discorsi. Perché proprio
all’interno dei Conservatori più sensibili possono
capitolare le inerti barriere fra mondo produttivo
e contemporaneità. Luca Paccagnella, di recente riconfermato direttore di Rovigo, ricorda una
bella gita a Parigi. Gita
per modo di dire, quando si tratta di muovere quasi cento persone. L’opera di Giancarlo Menotti Amahl and the night visitors, prodotta in collaborazione con il Teatro Sociale, è giunta lo scorso anno a Parigi come
riprova che un Conservatorio possa produrre, trovar soldi ed
esportare prodotti di qualità. L’esperienza dei bienni in questi
anni sta producendo un significativo svecchiamento di repertorio, e in un certo senso si riprende una sintesi confermata dallo stesso Paccagnella: «Quando sviluppammo l’esperienza de L’arte della Fuga
potemmo affrontare Bach non solo attraverso le
strette maglie della filologia, ma spendendo conoscenze ed esperienza
accumulate nel dialogo
con la forte esperienza
sonora del Novecento.
La stessa esperienza che
ci permette di affrontare, nei corsi parigini e nel
nostro percorso interpretativo, il “suono” del
quartetto non solo attraverso i suoi esempi più classici (pensiamo ovviamente, per affinità storica, al suono del Quartetto Italiano) ma attraverso
una ricerca sonora libera, in grado di attingere da più tavolozze storico-stilistiche».
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Contemporanea
La «musica libera»
di Nello Da Pont
di Andrea Oddone Martin
L
a pioggia scende imperterrita menfosse vera dovremmo considerare
tre si staglia l’antica abbazia benel’individuo in tenera età primitivo e
Con Nello Da Pont continuano
dettina di Follina; giriamo a destra
bisognevole di maturare. In realtà api «Ritratti» dei maggiori compositori del nostro
verso Gai, frazione di Cison di Valmariprofonditi studi relativamente recenti
no nella pedemontana trevigiana. Il paesiterritorio, che hanno nei numeri precedenti
testimoniano la completezza dell’inno ospita Nello Da Pont, musicista di alto
visto protagonisti Pierangelo Valtinoni e
teriorità psichica di ciascun individuo
profilo professionale e intellettuale, che da olGianandrea Pauletta
già nella prima infanzia, delle sue protre un trentennio lavora nel territorio, affianpensioni e delle sue originali vocaziocando al concertismo la sua spiccata vocazioni. Questa interiorità si manterrà prene didattica. Il pensiero musicale portante che distingue la sua attività è
cisamente nel tempo e frutterà in maniera salubre, se non viedefinito con il termine, fonte di mille ambiguità, di «musica libera». In
ne avvilita da educazioni irrispettose.
ambito didattico, come potremo definirlo chiaramente?
Nelle sue produzioni viene perseguita questa soggettività musicale?
Quando un musicista va a scuola di musica, metaforicaNella mia ormai lunga carriera ho esperito larga parte del
mente si immette in un contenitore, del quale gradualmente
panorama musicale, a ogni livello. Vi è stata una selezione,
farà conoscenza delle modalità che lo caratterizzano. Nei fatper la mia vocazione musicale, legata alle origini montane.
ti, nel contenitore viene recisa la possibilità di comunicare fra
Non in senso retorico oppure per introdurre elementi «esoun pensiero (e ciò che rappresenta) e il nostro inconscio, le notici», ma perché, come discutevo con l’amico Pietro Leveratstre esigenze biologiche. Questa «diversità», all’inizio, chi la
to, io sento di essere nel mio studio nel bosco, mentre lui ha bideve riconoscere? Nella prassi consolidata del contenitore le
sogno della metropoli, del centro città, per sentirsi. Delle mie
«stranezze» man mano vengono eliminate, perché non corriproduzioni, forse la più rappresentativa e portatrice, se si può
spondono al canone. In questo modo un allievo percorre una
dir così, di un messaggio pienamente autentico è sicuramenstrada che lo allontana sempre più dalla propria interiorità.
te Le Biorche. Un cd dove, senza compromessi, ho elaborato
La cosiddetta musica «libera» contravviene alla condizione
e concretizzato gli elementi del mio linguaggio e del mio stiappena descritta e mantiene
le. È stato recensito con delibera, appunto, e non sconciso favore dalle testate natata la comunicazione tra il
zionali specializzate, anche
pensiero intellettuale delse è manchevole in qualche
la manifestazione sonora
dettaglio, ma ciò è dovuto
e quello che definiamo inalla povertà dei mezzi con
conscio. I classici dell’insecui l’ho prodotto. Invece, la
gnamento, il metodo Orff
qualità della musica trovo
oppure il Kodály, pur validi
sia finalmente limpida.
hanno fatto il loro tempo; i
Tornando alla definizione
miei odierni riferimenti per
di musica libera: libertà e caso
la didattica sono, fra gli altri,
coincidono?
le teorie sulla biologia, muNon esiste la possibilità
sica ed educazione di Midi suonare a caso. Oppuchael Imberty, già rettore
re, esiste nel momento in
dell’Università di Nanterre
cui il musicista sia mendanonché musicologo, psicoce, e blufferebbe comunque
logo e filosofo, che ho co(e forse con più agio) anche
nosciuto nel 2004; il pensieeseguendo delle partiture.
ro sull’intelligenza musicale
Se l’atteggiamento è corretdi Harward Gardner; la orto e animato dalla più sinmai consueta frequentaziocera volontà, non si corrone personale con Donatelno pericoli. Una persona
la Caprioglio, punto di rifenon vive a caso e, se la murimento nell’attuale ricerca
sica è la sua vita, non coincinella pedagogia e nelle moderà col caso ma con la prodalità dell’ascolto, presso la
pria identità sonora. Chi ha
veneziana Università di Ca’
imparato ad ascoltare veraFoscari.
mente, lo percepisce in maMa non si incorre nel rischio di
niera molto chiara.
un certo primitivismo musicale?
Se questa affermazione
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