FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI LOMBARDIA COMUNE DI PAVIA SETTORE CULTURA Biblioteca Bonetta - Sezione ragazzi SCUOLA MEDIA STATALE LEONARDO DA VINCI PAVIA QUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ numero 1 DA LOTARIO A MARIA TERESA Un percorso didattico sull’Università per la scuola media a cura di Gabriella Fusi INCLUSO CD PAVIA QUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ numero 1 progetto di Costantino Leanti della BIBLIOTECA CIVICA BONETTA - SEZIONE RAGAZZI DA LOTARIO A MARIA TERESA Un percorso didattico sull’Università per la scuola media a cura di Gabriella Fusi realizzazione del CD ipermediale Giorgio Beretta si ringrazia Università di Pavia, Antonio Brusa, Alessandra Ferraresi, Donata Vicini Giuseppina Motta, Donata Toma hanno collaborato Patrizia Iannazzo, Michele Sacchetti progetto grafico META comunicazione - Pavia stampa Industria Grafica Pavese - Pavia consegnato alla stampa nell’aprile 2004 in copertina 2 studenti nel cortile di Alessandro Volta PAVIA QUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ numero 1 DA LOTARIO A MARIA TERESA Un percorso didattico sull’Università per la scuola media a cura di Gabriella Fusi Viene proposto in queste pagine un percorso didattico sull’Università di Pavia, pensato per ragazzi di scuola media. Perché l’Università? Innanzitutto per le sue potenzialità didattiche, in quanto il monumento attraversa un lungo periodo di storia, risentendo della alterne vicende di Pavia, secondariamente perché essa costituisce un efficace anello di congiunzione tra storia locale, storia nazionale ed europea; infine perché l’Università è stata ed è tuttora una presenza significativa nel tessuto culturale, sociale ed economico della nostra città. L’attività didattica che viene proposta agli studenti si articola in tre parti. La prima è un approccio giocoso al monumento, una sorta di “caccia al tesoro”, in cui i ragazzi si orientano e prendono confidenza con l’edificio e con la sua storia. La seconda e la terza prevedono un lavoro preliminare in classe, dove verranno affrontati testi storiografici e documenti, ridotti e adattati alle esigenze didattiche. Al termine del lavoro si ritornerà in Università, dove i ragazzi sceglieranno autonomamente un percorso di consolidamento delle conoscenze acquisite o si proporranno come “guide” ai compagni. Sul piano metodologico, i ragazzi sono portati a costruirsi delle conoscenze interagendo attivamente con il monumento e con gli strumenti didattici a disposizione, attraverso esercizi mirati, graduati per difficoltà e per complessità di contenuti. Le tre tappe del percorso si concludono con esercizi di verifica, anch’essi graduati. 3 SCHEDA DI ORIENTAMENTO Pianta della città di Pavia • Inserisci i punti cardinali che ti permetteranno di orientarti meglio nel per corso che stai per iniziare. 1) - S. Salvatore (e per S. Lanfranco) 2) - Palazzetto Grassi 3) - Seminario Vescovile 4) - Palazzo Carminati Bottigella 5) - Palazzo Botta 6) - SS. Gervasio e Protasio 7) - Chiostro di S. Felice 8) - Palazzo Orlandi 9) - S. Maria del Carmine 10) - S. Giovanni Domnarum 11) - Palazzo Folperti 12) - Palazzo Beccaria e Palazzo dei Diversi 13) - Duomo e Torre Civica 14) - S. Teodoro 15) - Palazzetto degli Eustacchi 16) - Chiostro di S. Maiolo 17) - Broletto 18) - Palazzo Malaspina 19) - S. Pietro in Ciel D’Oro 20) - Teatro Fraschini 21) - Castello Visconteo 22) - Università 23) - Cripta di S. Eusebio 24) - Torri di Piazza Leonardo 25) - Collegio Fraccaro 26) - Palazzo del Maino 27) - Palazzo Olevano 28) - S. Michele 29) - Palazzo Bottigella ora Gandini 30) - Palazzo Mezzabarba 31) - S. Maria di Canepanova 32) - Palazzo Cavagna 33) - S. Francesco 34) 35) 36) 37) 38) - 39) 40) 41) 42) 43) 44) - Collegio Cairoli Collegio Castiglioni Collegio Ghislieri Orto Botanico Chiostro di S. Maria alle Cacce Casa del Foscolo S. Primo Collegio Borromeo S. Maria delle Grazie Per S. Lazzaro S. Maria in Betlem • Ora individua l’Università, aiutandoti con l’elenco degli edifici storici posto sotto l’immagine, quindi segna sulla carta la tua posizione. 4 • Riporta la tua posizione sulla pianta dell’Università (…io sono qui • ) Da L. Erba, Guida storico-artistica dell’Università di Pavia, Pavia 1976, p. 97 • Noterai che la forma dell’Università è caratterizzata da un insieme di edifici con cortili quadrangolari. Alla fine della tua indagine ne conoscerai la storia. I numeri inseriti nella pianta corrispondono alle tappe del percorso. 5 PRIMA PARTE L’Università dalle origini al sec. XVII 1a tappa Ti trovi di fronte all’ingresso principale dell’Università. 6 • Osserva i due medaglioni in marmo posti ai lati e leggi le parole incise. Sono raffigurati due personaggi importanti per la storia di Pavia e per la nascita dell’Università. • Deduci dalla scritta il nome dei due personaggi storici. • Trova i due personaggi nella storia di Pavia e dell’Università in allegato, quindi completa le seguenti affermazioni: ............................... fu Re ……………......... Rese ufficiale a Pavia la scuola di studi superiori nel ….…....... ............................... fu Duca di …………… Fondò l’Università di Pavia nel ….…....... • Leggi l’elenco delle prime Università importanti fondate in Italia e in Europa nel Medioevo, mettile in ordine cronologico indicando il posto occupato dall’Università di Pavia. Le più antiche Università d’Italia Le più antiche Università d’Europa ------------------------- ------------------------------------- 1088 1224 1303 1308 1405 1222 1342 …… Bologna Napoli Roma Perugia Torino Padova Pisa Pavia XII sec. XII sec. XII sec. 1209 1242 1364 1385 1388 1455 1347 1364 …… Parigi Montpellier Oxford Cambridge Salamanca Cracovia Heidelberg Colonia Friburgo Praga Vienna Pavia da L. Erba e G. Nidasio, Guida per ragazzi all’Università di Pavia, Pavia 1998, p. 9 7 2a tappa • Ora entra in Università, gira a sinistra e attraversa il cortile fino a raggiungere la parete est, nella quale sono murate numerose lapidi commemorative. Ne prendiamo in considerazione una in particolare. Si tratta di un bassorilievo del 1495, come potrai notare dalla data incisa sulla sinistra. Francesco Corti, giurista pavese (1420 – 1495) e lettore di Diritto Civile dal 1483 al 1491, tiene una lezione ai suoi allievi. 8 • Osserva l’immagine, quindi scegli tra le diverse affermazioni quelle che ritieni corrette: Il professore l l l l fa lezione intorno a un tavolo con pochi allievi è seduto su una cattedra imponente e prestigiosa ha tra le mani, lui solo, un libro, che legge e spiega agli allievi fa leggere gli allievi Gli allievi l l l l sono molto numerosi sono poco numerosi seguono la lezione sui loro testi non hanno libri e sono in atteggiamento di ascolto L’ambiente l è costituito da uno spazio limitato l è costituito da un’aula spaziosa • Sulla base delle tue osservazioni completa il testo seguente. Nell’insegnamento universitario dei primi secoli, il docente sedeva su una ………….. dotata di un leggio dove disponeva il …………….. che lui solo possedeva. Infatti, finché non fu inventata e diffusa la stampa, il testo era un manoscritto spesso molto prezioso e costoso. Gli studenti, che erano poco ……………………., sedevano su panche senza tavoli né leggii, in quanto dovevano solo ………………………… o al massimo discutere le nozioni che venivano loro trasmesse. La lingua usata era il latino. Le lezioni si svolgevano in diversi luoghi, nei conventi, nelle case degli stessi docenti o in sale prese in affitto nelle case private. Per più di cento anni dalla sua fondazione l’Università di Pavia non ebbe una propria sede. 9 3a tappa • Ora sali le scale, prosegui verso Nord, supera il primo cortile (vedrai dall’alto il monumento di A. Volta) e raggiungi il secondo (affacciandoti vedrai il monumento ai Caduti). Portati nella posizione n. 3. Addossati alla parete puoi osservare i resti di una finestra in mattoni a sesto acuto. 10 Doveva trattarsi di una bifora, come risulta dalla ipotesi di ricostruzione che vedi nella figura. La ricostruzione della bifora La finestra come si vede ora (L. Erba, Guida - op. cit. 1976, p. 13) E’ quanto resta di un edificio gotico che occupava l’area dei due cortili dell’Università che hai visto (cortile di Volta e cortile dei Caduti). L’edificio era una casa privata, appartenuta ad Azzone Visconti e ceduta da Ludovico il Moro all’Università affinché fosse adibita a locali per l’insegnamento 1. • Osserva la forma della finestra e indica in quale dei seguenti monumenti pavesi trovi una struttura simile. l S. Michele l Castello Visconteo l Duomo • Leggi la storia dell’edificio riportata in nota e sottolinea l’informazione che può sostenere la tua scelta. Azzone Visconti, figlio di Galeazzo, visse tra il 1369 e il 1381. La casa fu probabilmente costruita dagli architetti dei Visconti nel 1380. Fu danneggiata dall’assedio di Pavia del 1525 o dal saccheggio del 1527. Nel 1533 furono decisi i lavori di ristrutturazione per l’Università. Vennero costruiti i portici inferiori e superiori dei due cortili e, nel 1552 un “teatro anatomico” cioè un’aula per lo studio dell’anatomia legato alla facoltà di medicina. 1 Nel 1655, durante uno scontro tra Francesi e Spagnoli, l’Università venne danneggiata. Nel 1661 venne dato ad Ambogio Pessina l’incarico di restaurarla. Ne seguì una vera e propria ristrutturazione da cui furono risparmiati solo i muri perimetrali, ad eccezione di quello ovest, verso Strada Nuova, e quelli del fabbricato tra i due cortili, come testimoniano le finestre in questione, mentre i cortili stessi assunsero una nuova fisionomia. Cfr. L. Erba, op cit, 1976, pp. 17-32 e S. Zatti, L’architettura a Pavia nel XVII e XVIII secolo, in Storia di Pavia, 1995, vol IV, Tomo II p. 862. D. Vicini, Lineamenti urbanistici dal XII secolo all’età sforzesca, in Storia di Pavia, 1996, vol III, p. 30 11 Osserva ora la figura 1 che rappresenta la città di Pavia all’inizio del secolo XVII, e individua l’edificio dell’Università. Fig. 1 Pianta della città di Pavia che Ottavio Ballada, Prevosto della chiesa di San Giovanni Domnarum e famoso storico e letterato, fece intagliare da Cesare Bonacina nel 1653 e 1654 su un disegno di Ludovico Corte del 1617. La pianta è comunemente detta “Pianta del Ballada” • Prova a localizzare l’Università, avvalendoti degli esercizi di orientamento svolti in precedenza. Lavorerai sugli ingrandimenti di questa pianta, che è molto usata dagli storici della città, perchè è particolareggiata nella descrizione degli edifici. 12 Ora osserva la figura 2, con l’ingrandimento della pianta del Ballada che già conosci. Con la lettera L sono indicati gli edifici dell’Università. Fig. 2 L L Nella figura 3 con la pianta dell’Università sono messi in risalto i primi edifici universitari, quelli nati dalla ristrutturazione della casa di Azzone Visconti. • Segna la tua posizione. Fig. 3 Ora torna indietro, scendi le scale, passa davanti al bassorilievo già esaminato, quindi, girando a destra, verso Est, inoltrati nel primo poi nel secondo cortile, fino a raggiungere la postazione n° 4. 13 4a tappa • Osserva ancora la pianta del Ballada. Noterai che l’Università era attigua a un edificio, a croce greca, con quattro cortili. L’edificio è contrassegnato con la lettera M e indicato come Ospedale San Matteo. M • Leggi la storia dell’ospedale San Matteo, sottolinea tutte le informazioni che puoi verificare sulla pianta del Ballada, assegna ad esse un numero (cfr. es. 1 e 2) e riporta lo stesso sulla pianta. L’ospedale S.Matteo sorse a Pavia nella seconda metà del 1400. Fra Domenico da Catalogna ottenne dal papa Nicolò V nel 1449 l’autorizzazione a istituire la Confraternita di San Matteo. • Fu costruito un edificio a pianta quadrata, articolato in due grandi corridoi a croce greca ( 1 ) sopraelevati rispetto al piano stradale, destinati ad ospitare gli ammalati. • Tra un braccio e l’altro della croce trovavano posto i quattro cortili ( 2 ), chiusi per gli altri due lati da una recinzione esterna di costruzioni che accoglievano locali di servizio ( ). • Nel lato Sud-Est si ergeva la cappella con campanile ( ). • L’ingresso era rivolto a Sud. La facciata si apriva verso l’attuale piazza Leonardo da Vinci ( ). • Il lato Ovest confinava con l’Università ( ). • Il lato Nord dava sull’attuale corso Carlo Alberto ( ). • Il lato Est si affacciava su una strada, oggi scomparsa, che da corso Carlo Alberto sboccava nell’attuale piazza Leonardo da Vinci ( ). • Nell’angolo Sud-Ovest dell’edificio sorgeva una piccola chiesa a pianta centrale, con cupola, detta di Santa Maria del Morone ( ). • Per il cortile Sud-Est, detto “sforzesco” ( ), nel 1484 il decoratore cremonese Rinaldo de Staulis venne incaricato di realizzare le terrecotte dei profili architettonici e dei medaglioni che avrebbero dovuto contenere ciascuna una figura di angelo. 14 Ti trovi proprio in questo cortile. • Segna la tua posizione nella pianta dell’Università dove è stato messo in risalto l’edificio corrispondete all’antico ospedale San Matteo. • Osserva il cortile in tutte le sue parti. • Orientati confrontando la pianta del Ballada con quella dell’Università, quindi riconosci gli elementi che ricordano l’ospedale San Matteo. l l l l La forma del cortile La decorazione in cotto che sottolinea i profili architettonici I tondi in cotto che dovevano contenere figure di angeli La cappella dell’Ospedale 15 Con il passare del tempo la collaborazione tra l’Ospedale e l’Università si fece sempre più stretta con reciproco vantaggio. Il S. Matteo ebbe numerosi successivi interventi. Ne ricordiamo sinteticamente alcuni. Negli anni intorno al 1770-80 furono effettuati, per volontà del governo austriaco, i lavori di rinnovamento dell’Ospedale, parallelamente a quelli dell’Università. Le ristrutturazioni interessarono sia i quattro cortili, sia la crociera, che venne dotata di una cupola centrale, sia l’atrio d’ingresso, sia gli edifici religiosi. Verso la metà dell’Ottocento, per accogliere il Pio Luogo degli Esposti (orfanelli), a est si costruì tutto il fabbricato che va dal cortile grande delle torri a via Defendente Sacchi, raccordandosi con il lungo fronte verso Corso Carlo Alberto. Nel Novecento in seguito alla costruzione del nuovo Ospedale S. Matteo (inaugurato nel 1932), i locali del vecchio ospedale furono destinati all’Università. Tuttavia in un primo momento vi ebbe sede la Scuola Allievi Ufficiali del Genio. Solo dopo il 1951 l’Università occupò e adattò alle proprie esigenze i locali dell’antico ospedale. • Prima di affrontare la seconda parte della tua indagine, esamina la storia di Pavia e dell’Università nei secoli XVI e XVII, quindi scegli tra le seguenti affermazioni quelle che ritieni corrette. l Nei secoli XVI e XVII Pavia divenne una città fiorente. l Nei secoli XVI e XVII Pavia, occupata dagli Spagnoli, visse un periodo di decadenza economica. l L’insegnamento universitario fu sospeso. l L’Università risentì del clima della Controriforma. A Pavia furono costruiti due Collegi Universitari per volontà di importanti personaggi della Chiesa: Il collegio Ghislieri, voluto da papa Pio V Ghislieri, e il collegio Borromeo, voluto da Carlo Borromeo. 16 VERIFICA 1a PARTE • Completa il seguente testo inserendo i termini riportati sotto. L’Università di Pavia è una delle più antiche università italiane ed europee. La città, che conosceva un’antica tradizione di studi giuridici e letterari, già nell’ …......….. vedeva riconosciuta da ……………….........……… una Scuola di Studi Superiori per studenti del Nord Italia. Nel …......….. il Signore di Pavia e Vicario imperiale ……………………………………. istituì uno “Studium Generale” cioè l’Università, con le facoltà di Diritto Civile e Canonico, Filosofia, Medicina e Arti liberali. Tuttavia passò più di un secolo prima che l’Università avesse una propria ……....… ufficiale e stabile. Solo alla fine del sec …......….., infatti, poté acquisire un edificio nel cuore della città, prospiciente su ……………………… e attiguo all’……………………………., sorto anch’esso nella metà del sec …......….. Galeazzo Visconti - Lotario I - 1361 - Ospedale S. Matteo - 825 - sec. XV sec. XV - sede – Strada Nuova 17 SECONDA PARTE Lo sviluppo dell’Università nel Settecento RIFERIMENTI STORICI Nel 1700, a seguito delle guerre di successione, la situazione politica europea subì dei mutamenti. I trattati di pace portarono a continui ritocchi dei confini degli stati maggiori e a passaggi di dinastie negli stati più piccoli. • Leggi attentamente la cronologia che trovi in allegato, relativa al sec. XVIII, quindi completa il seguente testo: Nel 1714, con il trattato di Utrect-Rastat lo Stato di Milano, di cui Pavia faceva parte, passò dagli ………………………….. agli ……………............ sotto la dinastia degli ………………………........ . Nel 1740 ………………………………….., figlia dell’imperatore Carlo VI, morto senza figli maschi, successe al padre sul trono austriaco a Vienna. Maria Teresa, in quanto donna, non venne riconosciuta da Francia e Spagna, che vantavano pretese di successione, mentre fu sostenuta dall’Inghilterra, che mirava ad un equilibrio fra le monarchie europee. Nel 1748, con la pace di ……………………………….. si concluse la guerra di successione austriaca. Maria Teresa ottenne ufficialmente il riconoscimento del titolo imperiale e associò al trono il figlio ………………………………… . La sovrana risollevò le condizioni economiche, sociali e culturali di Pavia e promosse il rinnovamento dell’Università. Nelle pagine seguenti affronterai la storia dell’Università usando documenti e testi storiografici, che verranno indicati indistintamente con la sigla doc. 18 Doc. 1 Un giudizio sorprendentemente lucido sulla situazione politica della Lombardia negli ultimi decenni del Settecento è espresso da Ilario Corte nel 1769, nelle sue “Memorie da servire al pieno benessere dello Stato di Milano” (ASV, Lomb. Korr. fz. 102, 1 ottobre 1769) “Tutto fortunatamente collima ne’ presenti tempi al risorgimento dello Stato di Milano”. Una Imperatrice Regnante [Maria Teresa], mirabilmente illuminata da Dio; spregiudicatamente rivolta tutta e intera ai progressi della vera Religione; nata e fatta per sentirsi grande nei soli atti di umanità; infaticabilmente intenta ognora a cercare le ricchezze de’ suoi Regni nel Sollievo de’ Popoli, e nella migliorazione della lor sorte. Un Imperatore [Giuseppe II] perfettamente medesimato nelle incomparabili prerogative dell’Augusta Madre, il quale profittando de’ giovanili bei giorni, viaggia da filosofo; ma a se stesso sempre presente, niente annoiato dalle leggende e dicerie di chi ascolta, sofferente alle Contradizioni, Sovrano coi prepotenti, Uomo coi deboli, va racogliendo pratiche locali notizie ne’ propri Stati e lumi d’esempio negli altrui. Ecco già preparato a’ Sudditi Milanesi nel loro Sovrano il Ministro informato, e alle estere nazioni il nuovo modello di un vero Capo della Società. Un Supremo Ministro [il principe Kaunitz] fatto per ingeniti principi e lumi sublimi a secondare pienamente nel suo Ministero le sovrane Massime di Religione, di Giustizia, di Clemenza, di Umanità, di Discretezza; e che ha saputo creare sotto di sé al bene della Milanese Provincia un Dipartimento montato con felice successo all’unità, incessantemente laborioso, e perfettamente armonico, colla scelta di Subalterni zelanti e Travagliatori sotto un indefesso Capo, d’onore non meno che di prudenza e di vaste cognizioni ripieno. Un Plenipotenziario in Provincia [il conte Firmian] di purissimo carattere e di lumi non volgari. Non è perciò da stupirsi che nell’attuale Dominazione, e singolarmente a questi ultimi tempi siansi date al bene dello Stato provvidenze tali e tante, che da Posteri non saranno credibili.” In questa felice e irripetibile congiuntura storica anche la città di Pavia vive una stagione particolarmente vivace, soprattutto dal punto di vista culturale e artistico. Le attenzioni del governo asburgico si concentrano sull’Università, con l’intenzione di valorizzarne il ruolo di centro di formazione culturale e insieme di fucina della ricerca scientifica; i sovrani si interessano personalmente al rinnovamento dell’Ateneo, a partire da Maria Teresa che promuove un piano di riforma, che, dopo una lunga elaborazione viene approvato tra il 1771 e il 1773. Testo tratto da: L. Erba, Il neoclassicismo a Pavia dal 1770 al 1792, in Storia di Pavia, IV/2, Milano, Banca del Monte di Lombardia 1995, p. 962. 19 Esercizi Doc. 1 • Sottolinea nel testo e trascrivi i seguenti dati relativi alla situazione politica di Pavia nella seconda metà del Settecento. a) Come si chiamava il territorio al quale politicamente apparteneva la città di Pavia? b) Di quale impero faceva parte? Quale era la capitale dell’impero? c) Chi erano i sovrani regnanti? d) Chi era il primo Ministro a Vienna? Chi lo rappresentava a Milano? • Rileggi il testo, sottolinea le espressioni che accompagnano i nomi dei soggetti politici individuati e trascrivile di fianco al loro nome. • Ora sottolinea e trascrivi le parole con cui lo storico definisce la condizione in cui viene a trovarsi Pavia sotto la dominazione austriaca nella seconda metà del Settecento. • Scrivi un breve testo che riassuma tutte le informazioni ricavate dagli esercizi. 20 Doc. 2 Nel Dispaccio Reale del 31 dicembre 1771 che accompagna il nuovo Piano per la direzione dell’ Università Maria Teresa scrive: “Conoscendo noi quanto sia importante promuovere l’applicazione delle scienze e persuasa che, a misura de’ progressi che quelle fanno in uno Stato, va crescendo la pubblica felicità de’ suoi abitanti, poiché una più illuminata cognizione de’ propri doveri di buon cristiano, cittadino e suddito mantiene e aumenta in ciascuno la premura di soddisfare a’ medesimi e di provvedere più utilmente ai diversi bisogni della vita civile (…) fu nostra sollecitudine di provvedere tanto l’Università di Pavia quanto le scuole Palatine di Milano di molti valenti professori e di accrescere il numero delle cattedre in quelle scienze specialmente delle quali lo studio è più utile”. Vi è quindi da parte del sovrano una volontà illuministica di inserire l’Università nell’organizzazione sociale come agente di trasformazione della società in direzione del benessere e della pubblica felicità. Doc. 3 Kaunitz nel 1783 scrive: “Io ho sempre riguardato come una sterile occupazione lo studio delle scienze di fatto, quando non sia diretto a procurare comodi e vantaggi alla società” (…). Accanto a questo motivo di fondo, si individua nel progetto di riforma il costante richiamo alla osservazione diretta, al fatto, alla sperimentazione. Ciò vale per tutte le materie che vengono insegnate nell’Università, anche per quelle che noi ora definiamo letterarie e per quelle giuridiche: le affermazioni dei professori non possono essere riferite ad una autorità precostituita, ma devono essere controllabili. Si verifica quindi una saldatura tra la didattica e la ricerca: nella ricerca infatti il docente trova i materiali e gli strumenti della didattica, nella didattica comunica e verifica i procedimenti e i risultati dei propri studi. 21 Esercizi Doc. 2 Nel Dispaccio Reale del 31 dic. 1771 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria manifesta la sua volontà di provvedere all’Università di Pavia. • Sottolinea e trascrivi le espressioni relative ai provvedimenti che intende adottare. • Rileggi il testo e riconosci tra le seguenti affermazioni quelle che corrispondono agli obiettivi che si pone la sovrana. l l l l Mantenere la società in condizioni di arretratezza culturale Promuovere lo studio delle discipline “utili” per la società Promuovere l’applicazione della scienza Trasformare la società per un benessere collettivo Lo storico che riporta le volontà della sovrana considera il suo intervento coerente con il pensiero dell’Illuminismo? SI NO Sottolinea nel seguente elenco le parole che esprimono gli obiettivi fondamentali che la “sovrana illuminata” intende raggiungere attraverso la scienza Pace Utilità Democrazia Pubblica felicità Esercizi Doc. 3 • Esamina ora il documento che riporta le parole del Kaunitz; sottolinea e trascrivi la parola che sintetizza la caratteristica del progetto di riforma scientifica da attuare nell’università: • Nel seguente elenco collega i termini di sinistra con quelli di destra per definire come deve essere la ricerca scientifica e l’insegnamento nell’Università rinnovata scienza nozioni didattica aperta alla verifica sperimentale controllabili • Scrivi un breve testo che esponga i contenuti appresi attraverso le operazioni svolte 22 Doc. 4 (…) L’Università, quale ci appare dal Piano di direzione e disciplina e dal Piano scientifico, è strutturata in quattro facoltà: filosofia, legge, teologia, medicina. Secondo il modello delle università di area tedesca, la Facoltà di Filosofia è propedeutica, cioè di preparazione, alle altre tre Facoltà, ma ha anche, sotto il profilo culturale, un ruolo autonomo. Sullo sfondo del tema della “pubblica felicità” ma anche di quello della “pubblica utilità” “l’uomo deve conoscere se stesso, gli altri oggetti, i diversi loro rapporti e le alterazioni che hanno subito”. Tale obiettivo viene realizzato attraverso l’articolazione della filosofia nelle diverse discipline. Essa comprende i seguenti insegnamenti: storia d’Italia, matematica, logica e metafisica, filosofia morale, matematica elementare, fisica generale, fisica sperimentale, storia naturale. Anche la medicina, considerata dal piano scientifico una parte essenziale delle scienze filosofiche, si articola in una serie di discipline, tra loro connesse, che portano alla conoscenza del corpo umano e dei corpi naturali, in funzione del mantenimento del “principale dei beni, la salute”. Tali discipline sono: anatomia e istituzioni chirurgiche, operazioni chirurgiche ed arte ostetricia, istituzioni mediche (cioè fisiologia), medicina teorico-pratica e clinica, chimica, materia medica e botanica. (…) Il Piano prevede anche la realizzazione delle nuove strutture scientifiche e didattiche, e cioè una Biblioteca, un Museo di storia naturale, affidato al professore in questa materia, che dovrà “custodirlo, catalogarlo e aumentarlo annualmente, un Orto botanico, affidato al professore di botanica, con analoghi compiti di conservazione e incremento, un Teatro anatomico, affidato al professore di anatomia (i cadaveri gli saranno forniti dall’Ospedale), un Laboratorio di chimica e un Gabinetto di macchine per la Fisica sperimentale, affidato a un professore della materia, con compiti analoghi a quelli dei colleghi sopra riportati. La riforma universitaria va vista nel quadro di una più ampia politica di promozione e divulgazione del sapere, che ne esalta il ruolo utile “ai diversi bisogni della vita civile”: di qui le disposizioni che mirano a favorire la circolazione delle conoscenze, sino ad allora mancata, stabilendo che “nelle scuole di anatomia, ostetricia, chirurgia, filosofia morale, matematica e fisica sperimentale si sostituisca l’uso della lingua italiana a quello della latina, per rendere più esteso il vantaggio ad ogni classe di persone”. Inoltre si prescrive che i professori di anatomia, botanica, chimica, fisica sperimentale e storia naturale tengano settimanalmente “pubbliche ostensioni” (lezioni con esperimenti aperte a tutti). Questa nuova didattica è la principale finalità della riforma universitaria del governo austriaco, accanto a quella indiretta di promuovere l’immagine dello Stato e dei suoi Sovrani illuminati. Testi dei doc. 2, 3, 4 adattati da: Alessandra Ferraresi, Collezioni e Musei scientifici a Pavia tra Settecento e Ottocento, Informascienza 88, pp. 12-32. Idem, I luoghi della scienza: l’Università di Pavia tra Settecento e Ottocento, in Storia di Pavia, vol.V pp. 323-365 23 • Leggi il documento 4 e completa il seguente schema relativo al Piano scientifico FACOLTÀ INSEGNAMENTI LABORATORI B Storia d’Italia G G I Logica e metafisica B Filosofia morale L I Fisica generale Fisica sperimentale O Storia Naturale T E Anatomia e Ist. chirurgiche C Op. chirurg. e arte ostetricia Istituz. mediche (fisiologia) A Medicina teorico-pratica Chimica Materia medica e botanica • La Biblioteca si inserisce nello schema tra i laboratori e abbraccia i laboratori di tutte le discipline. Per quale ragione? 1 Il nuovo tipo di insegnamento prevedeva che per tutte le discipline le nozioni fossero controllabili attraverso strumenti scientifici e didattici, quali appunto i libri. 2 I libri presenti in grande numero presso l’Università dovevano essere distribuiti tra tutti i laboratori. 3 I laboratori delle diverse discipline dovevano produrre testi per la materia che sperimentavano. 24 Per realizzare il Piano scientifico occorrono nuovi spazi e aule speciali dove fare sperimentazione. L’Università si ingrandisce con la costruzione di un terzo cortile, attiguo ai due più antichi, destinato a ospitare la facoltà di Teologia (attuale cortile delle Statue). A questo scopo, per volontà dell’imperatore Giuseppe II viene concessa l’area del Monastero del Leano, che si trovava a Sud dell’Università. Due importanti strutture vengono realizzate per ospitare l’aula di Anatomia e l’aula di Fisica. • Leggi attentamente le descrizioni riportate sulla colonna di destra, quindi riconosci le rispettive piante a sinistra, indicandole con il numero corrispondente. 1 Teatro di Fisica (Aula Volta) 1785-1787 architetto Leopoldo Pollach. Costruita al piano superiore del cortile Teologico, a forma di emiciclo inscritto in un perimetro rettangolare. La parete curva è scandita da semicolonne ioniche che sorreggono un architrave e che diventano colonne intere in corrispondenza degli angoli di raccordo. In questi vani due scale a chiocciola permettono l’accesso all’aula dall’alto. Infatti i banchi in legno sono disposti a gradinate come gli antichi teatri greci. 2 Primo progetto per l’aula di Anatomia 1785 - modifiche al disegno del Piermarini. La pianta dell’Aula è circolare, mentre la muratura esterna assume una forma ottagonale. Un ingresso principale conduce direttamente all’aula, mentre due scalette laterali consentono l’accesso alla gradinata dei banchi. 3 Teatro di Anatomia 1784 – 1786 Aula a emiciclo entro un profilo rettangolare. La parete curva è in muratura piena. L’accesso alle gradinate è consentito da due porte laterali poste in alto e raggiungibili attraverso scalette poste agli angoli. L’Aula venne realizzata al piano terra, in una nuova area acquistata dall’Università, verso nord, nella Contrada delle Gabbette, corrispondente all’attuale Corso Carlo Alberto. 25 • In base alle descrizioni che hai esaminato e ai progetti in pianta, prova a riconoscere nelle due fotografie il Teatro di Fisica (Aula Volta) e il Teatro di Anatomia (Aula Scarpa) e indicale con lo stesso numero dei rispettivi disegni. Le aule prendono il nome di teatri perchè rispecchiano la forma degli antichi teatri greci. • A quale scopo, secondo te, è stato assunto questo modello? l Perché le aule avessero un’aspetto elegante l Perché tutti gli studenti potessero seguire gli esperimenti che si svolgevano in aula l Perché la disposizione di banchi migliorasse l’acustica dell’ambiente 26 Ti viene ora proposta la fotografia attuale del salone della Biblioteca chiamato “teresiano”, proprio perché voluto da Maria Teresa. • 1754 Maria Teresa d’Austria ordina l’istituzione di una Biblioteca universitaria. • 1763 la Biblioteca si realizza, con una sede provvisoria presso il Collegio Ghislieri. • 1770 Kaunitz dispone che si allestiscano dei locali appositi all’interno dell’Università. • 1772 i lavori sono compiuti. • 1778 la Biblioteca è trasferita in Università in una sala al piano superiore occidentale del Cortile di Volta. • 1788 in seguito alla costruzione del Cortile delle Statue, al piano superiore si effettua il prolungamento del Salone Teresiano verso Sud. • Osserva l’interno della Biblioteca, rifletti sulla sua funzione, quindi scegli tra le seguenti affermazioni quella che ritieni più corretta. a) L’ampio spazio è interamente destinato alla raccolta e conservazione dei libri. b) La sala è prevalentemente occupata da grandi tavoli per lo studio. c) La sala è concepita sia per la raccolta dei libri di tutte le discipline, nelle librerie a tutta parete, sia per la consultazione dei libri stessi, con tavoli e sedie in corrispondenza delle fonti luminose. • Ritieni che l’attuale disposizione della Biblioteca corrisponda idealmente al progetto originario? SI NO • Se sì, da che cosa lo deduci? a) Dallo stile degli arredi. b) Dalla disposizione delle luci. c) Dal principio al quale si ispira la Biblioteca, che le nozioni devono essere controllabili sui testi. 27 AULA DELLE LAUREE (AULA FOSCOLO) (Costruita al piano superiore, nell’edificio che divide il Cortile dei Caduti dal Cortile Volta) Architettura conclusa nel 1775. Grandi ritratti di Maria Teresa e Giuseppe II sulla parete di fondo: 1779. Affreschi alle pareti con i simboli delle Facoltà, Medaglione al soffitto raffigurante Minerva: 1782 - 83. Prima della riforma settecentesca le lauree venivano conferite nel palazzo vescovile. Il Vescovo infatti era la massima autorità fin dalla fondazione dell’Università ed era indicato con il titolo di Cancelliere. Maria Teresa e Giuseppe II intendono ricondurre le cerimonie universitarie all’autorità imperiale, destinando un’aula alle lauree e alle pubbliche funzioni, prestigiosa, come si conviene alla sua funzione. Ugo Foscolo, al quale l’aula venne poi dedicata, qui tenne una famosa prolusione nel 1809. L’aula voluta dai sovrani austriaci rispondeva a più obiettivi. • Scegli tra le seguenti affermazioni quelle che ritieni corrette: 1) 2) 3) 4) 28 Ricondurre il conferimento delle lauree alla istituzione universitaria Confermare l’autorità del governo imperiale sull’Università Dare prestigio all’Università con un edificio elegante per le cerimonie ufficiali Rispondere all’esigenza di un’aula più ampia per le lezioni più frequentate V V V V F F F F • Osserva ora le piante dell’Università come si presentavano alla fine del Settecento. Pollach - Rilievo del piano terreno Pollach - Rilievo del piano terreno Da L. Erba, Guida… op. cit, 1976, pp. 46 e 47 • Rileggi le descrizioni degli edifici esaminati (pp. 23,25,26), sottolinea tutte le espressioni che permettono di localizzarli, individuali nelle due piante e indicali con le sigle sotto riportate. Il Teatro di Fisica (T F) Il Teatro di Anatomia (A) La Biblioteca (B1 = Salone Teresiano; B2 = prolungamento verso Sud nel Cortile delle Statue) L’ Aula Foscoliana (A F) 29 In una stampa del 1897 vengono presentati i disegni di quattro fasi della costruzione della facciata dell’Università, che rispecchiano successive sistemazioni interne. • I quattro disegni sono stati messi in disordine. Avvalendoti dei dati che già conosci, rimettili in ordine cronologico inserendo i numeri progressivi nei cerchietti. Disegni scomposti dalla litografia tratta dall’opuscolo “La strada delle Catene” di P. Pavesi stampato a Pavia dal “Premiato stabilimento tipografico successori Bizzoni” nel 1897. Cfr. C. Sinistri e C. Belloni, Pavia nelle sue antiche stampe, Pavia 1992 p. 203. • Verifica la tua scelta con la storia della costruzione della facciata. La parte più antica dell’Università è quella a Nord, che corrisponde ai due cortili di Volta e dei Caduti. Essa ebbe inizialmente un aspetto quattrocentesco, poi un’intonacatura nel Seicento Nel 1775 cominciarono i lavori di rifacimento sul progetto di Giuseppe Piermarini. A causa di problemi economici il progetto venne semplificato e i lavori si conclusero nel giro di un anno. Nel 1788 la facciata venne prolungata in corrispondenza del Cortile delle Statue ad opera di Leopoldo Pollach. I due edifici, del Piermarini e del Pollach rimasero separati dalla Strada delle Catene fino al 1821. Dal 1821 il Marchesi realizza il quarto lato del Cortile delle Statue e raccorda le due costruzioni per mezzo di una torretta costituita da un grande portale ad arco, sormontato da una finestra, pure ad arco, e conclusa con un attico con orologio. In seguito, mantenendo il disegno di Leopoldo Pollach, Giuseppe Marchesi prosegue la facciata fino all’angolo con la Contrada di San Martino in Pietra Lata, l’attuale via Mentana. Nel 1961 viene rimaneggiato l’ingresso principale, ai lati del quale vengono posti due medaglioni a rilievo, di G. Scapolla, con le effigi di Lotario e di Galeazzo Visconti, le figure di maggior rilievo legate alle origini dell’Università. Testo ridotto e adattato da L. Erba, Guida…, op. cit. pp. 98-104 30 La facciata dell’Università, quale si presenta oggi, è il risultato di più interventi: del Piermarini per la parte Nord, fino all’ingresso principale, e del Pollach, con il prolungamento del Marchesi, per la parte Sud, alla destra dell’ingresso. • Osserva attentamente il disegno che hai individuato come ultimo in ordine di tempo nell’esercizio precedente e trova gli elementi che caratterizzano le due facciate, quindi compila la seguente tabella con i termini riportati sotto. Facciata del Piermarini Facciata del Pollach / Marchesi 1 Facciata a due piani scandita in larghezza da lesene verticali. 2 Facciata a due piani scanditi da una cornice orizzontale che separa i due ordini di finestre. 3 Cornici marcapiano che segnano l’Attico. 4 Due portoni d’ingresso ad arco. 5 Due portoni d’ingresso ad architrave. 6 Portoni sovrastati da architrave con cornice sporgente. 7 Portoni fiancheggiati da quattro paraste che sorreggono un timpano triangolare. • Utilizzando le tue osservazioni prova a descrivere l’intera facciata. Concludi con una valutazione personale sull’accostamento dei due stili. Ti sembra armonioso? 31 VERIFICA 2a PARTE • Il seguente testo contiene informazioni tratte dai documenti presentati all’inizio del capitolo. Inserisci le note al testo, indicando il numero del documento e/o la pagina da cui si ricavano le informazioni. La riforma didattica e scientifica attuata da Maria Teresa d’Austria nel 1771 (1) e destinata a valorizzare l’Università e a promuovere l’immagine dello Stato e dei suoi Sovrani (2), favorisce interventi architettonici, destinati a cambiare in modo sensibile il volto della città. Sul piano scientifico la riforma degli studi è ispirata ai criteri della utilità e del progresso e al conseguente miglioramento della qualità della vita dei cittadini (3). La didattica sperimentale esige la disponibilità di nuovi spazi per i laboratori e per la verifica delle nozioni (4). Gli interventi architettonici, sempre rigorosamente fatti sotto il controllo dei funzionari imperiali, si ispirano a criteri di utilità e di risparmio. Dove è possibile si preferisce utilizzare spazi preesistenti, adattandoli alle nuove esigenze. (5). Il Governo di Vienna spesso interviene nelle scelte e nei progetti, che vengono affidati ad architetti italiani, come il Piermarini, o attivi in Italia, come l’austriaco Pollach (6). Questo fervore edilizio si esprime soprattutto nel palazzo dell’Università, che negli anni 70-80 viene ampliato, inglobando progressivamente gli edifici dell’ex monastero del Leano (7). Vengono realizzati la Biblioteca Universitaria (8), il Teatro di Fisica (9), il Teatro di Anatomia (10), la sala per le pubbliche funzioni (11). Maria Teresa e Giuseppe II intendono far sentire la presenza e l’autorità dello Stato nell’Istituzione universitaria. La Regia università conferisce le lauree nella sala delle pubbliche funzioni dove campeggiano i ritratti di sovrani, sottraendo la cerimonia al Vescovo (12). 1. doc. n°………. pag …….. 2. …………………………..... 3. …………………………..... 4. ………………………...….. 5. …………………………..... 6. …………………………..... 7. …………………………..... 8. ………………………...….. 9. ……………………...…….. 10. ………………………...….. 11. …………………………..... 12. …………………………..... 32 TERZA PARTE L’Università e la città Doc. A Come in altri Stati dell’Impero Asburgico, anche in Lombardia già dal 1767 si manifesta la volontà di Maria Teresa di intervenire sulla struttura del sistema degli ordini religiosi regolari, i monasteri, considerati “inutili”, se non addirittura di intralcio, alle nuove esigenze della società. Per la cura delle anime si preferisce sostituire il clero regolare, con il clero secolare, considerato più dotto e più esemplare nel comportamento. Inoltre la proprietà ecclesiastica è considerata un ostacolo ad una sana economia, l’esenzione dalle tasse risulta intollerabile, il numero del clero eccessivo. Alla Chiesa, ritenuta colma di ricchezze immobilizzate, inutili o sprecate si vuole sottrarre parte di tali ricchezze, e con esse anche una fonte di potere. Il ricavato deve essere utilizzato per la fondazione di ospedali, per sussidi a medici chirurghi ed ostetriche, per l’assistenza agli infermi e alle puerpere, per gli orfanotrofi e per le istituzioni di studio. Testo ridotto e adattato da Paola Vismara Chiappa, La soppressione dei conventi e dei monasteri in Lombardia, in Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa, vol 3 ed Il Mulino, 1980, pp. 481-497 • Quale giudizio esprime il Governo asburgico sui monasteri della Lombardia? a) Sono un’eredità di peso per la società b) Sono di ostacolo allo sviluppo economico c) Devono essere restaurati d) Sono pochi • Secondo Maria Teresa a quali scopi può essere meglio destinata parte della ricchezza dei beni ecclesiastici? a) Istituzioni mediche b) Istituzioni sociali c) Donazioni per i più poveri d) Istruzione 33 Doc. B La Chiesa possedeva a Pavia circa il 31% delle terre (Ordini religiosi, Abbazie, Parrocchie…). Più dei tre quarti di queste risorse erano destinati a Ordini religiosi e Abbazie, e meno di un quarto andava a sostenere le Parrocchie, il clero secolare e la cura di anime. Il Governo asburgico intervenne in profondità su questo assetto. Le Parrocchie della città nel 1788 furono ridotte da 30 a 13 con una più equilibrata ripartizione della popolazione: circa 2000 abitanti per parrocchia. Divennero parrocchie le chiese più ampie e salubri, mentre vennero chiuse o destinate ad altro ruolo alcune delle vecchie parrocchiali. Nel complesso il numero degli edifici di culto pavesi fu ridotto drasticamente. I Conventi e i Monasteri pavesi subirono a loro volta una notevole riduzione. Furono concentrati gli istituti con pochi religiosi e soppressi i conventi “inutili” (contemplativi, non addetti ad opere assistenziali o di insegnamento) e quelli i cui edifici si fossero mostrati particolarmente adatti a ospitare istituti di istruzione o di assistenza che lo Stato intendeva potenziare. La città di Pavia vede così la realizzazione di una città di servizi collocati nei grandi contenitori svuotati dei religiosi: a S. Felice furono collocati gli Orfanotrofi; sull’area del Convento di S. Francesco fu costruito il Collegio Germanico Ungarico per gli universitari di quei due paesi, nel Convento di S. Epifanio fu sistemato l’Orto botanico, nel Convento di S. Tommaso il Seminario generale per la Lombardia austriaca, nel Convento delle Clarisse il Collegio universitario Calchi, nel Monastero del Leano si ampliò l’Università. • Leggi i primi tre paragrafi del testo, quindi scegli tra le seguenti affermazioni quella che li sintetizza correttamente: a) A Pavia e nel suo territorio furono soppressi tutti gli ordini religiosi in quanto inutili alla società. b) Furono soppressi numerosi monasteri e ridotto il numero delle parrocchie in città. c) Furono soppressi i monasteri e risparmiate le parrocchie. • Leggi il paragrafo 4, quindi completa la seguente tabella E DIFICI SOPPRESSI N UOVA U NIVERSITÀ DESTINAZIONE C OLLEGI UNIVERSITARI A LTRI USI • Come viene definita nel doc. B la fisionomia di Pavia dopo la riforma teresiana? Cerca nel testo e trascrivi l’espressione riferita alla città. 34 Doc. C Maria Teresa e Giuseppe II erano decisi non solo a ridurre le ordinazioni religiose ma anche a migliorare la qualità del clero, almeno sotto il profilo culturale e intellettuale. Nel 1772 Maria Teresa, affinchè “l’Università di Pavia sia il modello della disciplina e il mezzo per cui aver prova delli principi e delle massime, segnatamente per quella parte del clero che aspira a’ benefizi”, stabiliva che tutti gli ecclesiastici concorrenti a cariche di rilievo conseguissero la laurea in Teologia. A ciò mirano i due provvedimenti fondamentali del 1786 e 1787, l’istituzione del Seminario generale di Pavia e “l’editto parrocchiale”, che ordina siano conferiti ordini sacerdotali solo a chierici destinati alla cura d’anime e che abbiano compiuto gli studi teologici presso la facoltà di Pavia. In vista di ciò in Pavia, nel Convento di S. Tommaso, da cui vengono allontanati i domenicani, viene allestito un Seminario generale, capace di ospitare quasi 600 chierici. Dal 1786 la città diventa così il centro della formazione sacerdotale per tutta la Lombardia austriaca. Per i doc. B e C testi ridotti e adattati da: X. Toscani, La Chiesa di Pavia in età moderna, in Storia di Pavia, Banca del Monte di Lombardia, vol IV tomo II pp. 379-384 Qual è il progetto dei Sovrani per il Clero? • Leggi attentamente il testo, quindi metti in relazione le espressioni di sinistra con quelle elencate a destra. Finalità Provvedimenti Ridurre le ordinazioni religiose Laurea in Teologia obbligatoria Migliorare l’istruzione del Clero Istituzione di un Seminario generale Favorire la frequenza della facoltà di Teologia Selezione del clero in base all’istruzione Quale ruolo assume Pavia con la sua Università nella formazione del Clero dello Stato di Milano? • Cerca nel testo e trascrivi la risposta. 35 • Osserva le due piante di Pavia che ti vengono proposte per confrontare l’immagine della città prima e dopo gli interventi di riforma del governo asburgico. PRIMA PIANTA: “PLAN DE PAVIE et de son Fauxbourg en 1768” Incisione 22,3 x 33,5 tratta dal volume Voiage en Italie (Tomo 2 tav. 1) di Josef Jerome De Lalande, stampato a Parigi nel 1768. (Pubblicata in: C. Sinistri – C. Belloni, Pavia nelle sue antiche stampe, Pavia 1992, p. 113) La pianta ha 38 richiami a destra che vengono trascritti qui di seguito per consentirne la lettura, mentre risultano illeggibili se non su un originale conservato presso i Musei Civici di Pavia, i riferimenti sulla pianta. A B C D E F G I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII 36 Porta Borgorato Porta Santa Giustina o di Cremona Porta Milano Porta Calcinara Porta Ticino Porta Salera Porta Nuova Baloardo Calcinara Baloardo S.ta Margherita Baloardo Borgoratto Piattaforma Broglio Baluardo Santo Stefano Il Castello Baloardo di S.ta Maria in Pertica Baloardo di S. Epifanio Giardino Baloardo di S.ta Gioustina Baloardo della Darsena Piattaforma Borromea Piattaforma di Porta Nuova Piattaforma di Ponte Ticino 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Il Duomo Regisole Strada Nuova Università Collegio del Papa Piazza del Collegio Collegio Borromeo S. Michele Maggiore S. Giovanni in Borgo Il Carmine S. Pietro in Ciel d’Oro Collegio Nuovo Ospitale Maggiore S. Matteo Palazzo Botta Palazzo Mezzabarba Palazzo del Vescovo Palazzo del Pubblico, e pretorio Palazzo Belisomi SECONDA PIANTA della “CITTA’ DI PAVIA” 1810 Incisione 22,5 x 16,5 di Giovita Garavaglia. La pianta compare nel volumetto “Il Cronologo del Ticino. Almanacco storico dilettevole. Anno II, 1811”, stampato a Pavia da Giovanni Capelli. (Cfr. C. Sinistri C. Belloni, op. cit. p. 130). PARROCCHIE 1 2 3 4 5 Cattedrale S. Maria del Carmine S. Teodoro S. Michele S. Francesco CHIESE SUSSIDIARIE 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 S. Gio. Donato S. Gervaso Gesù S. Giorgio S. Agata S. Primo S. Luca S. Giacomo e Filippo S. Marino Canepanova La pianta ha 54 richiami su 6 colonne che vengono trascritte a lato e sotto l’immagine. 16 Palazzo Vescovile 17 Tribunato di 1a Istanza e Amministraz. Municipato o Carceri 18 Giudicatura di Pace e Commissariato di Polizia 19 Archivio Notarile 20 Orfanotrofio 21 Teatro 22 Collegio Caccia 23 Ufficio del Registro o Posta delle lettere 24 Pio Luogo Pertusati 25 Ra Scuola di Artiglieria 26 Fonderia Reale 27 Arsenale 28 Regia Scuola Militare 29 Congregaz. della Carità 30 Ospedale Civico 31 Pio Luogo degli Esposti 32 R.a Intendenza di Finanza 33 Seminario Vescovile 34 R.a Università 35 Scuole Elementari 36 Orto Botanico 38 Pio Ritiro S.ta Margherita 39 40 41 42 43 44 45 46 Ospitali Militari Casa del Consiglio Collegio Germanico Seminario Generale S. Dalmazio Torchio Collegio Calchi Salimbene 47 48 49 50 51 Ponte Ticino Porta Calcinara Porta Borgorato Porta S. Vito Porta S. Maria in Pertica 52 Porta S.ta Giustina 53 Porta Nuova 54 Porta Salara 37 • Prendi in esame i luoghi della città elencati nelle due piante. Escludendo i riferimenti alle mura, segna negli elenchi con colori diversi le tipologie presenti nella tabella, quindi inserisci i numeri come nell’esempio. TIPOLOGIE DI EDIFICI PIANTA DI PAVIA DEL 1768 PIANTA DI PAVIA DEL TOT. TOT. Chiese 1810 1, 8, 9, 10, 11 15 Palazzi dei Nobili Vie – Piazze 3, 6 2 Università – Collegi Scuole Istituzioni amministrative e giuridiche Servizi sociali Ospedali • Esamina i dati che hai ricavato, rifletti sulla città descritta nella pianta del 1768, prima della Riforma Teresiana, e su quella del 1810, posteriore alla riforma e già in epoca napoleonica, quindi riferisci le seguenti affermazioni alla data che ritieni corrispondente. TIPOLOGIE DI EDIFICI CITTÀ NEL 1768 CITTÀ NEL 1810 L’architettura dei servizi assume nella città una importanza rilevante. Lo Stato gestisce la città con le proprie istituzioni e con servizi destinati a tutti i sudditi. La città è imperniata tradizionalmente su edifici religiosi e palazzi della nobiltà, con l’Ospedale, l’Università e i Collegi di antica istituzione. • Concludi scegliendo nella seguente affermazione i termini corretti: Pavia dopo gli interventi del governo asburgico è una città di concezione antica / moderna, dove gli uffici amministrativi, i servizi, gli ospedali e le scuole sono numerosi / assenti e rivolti solo ai nobili / a tutti. • Confronta la fisionomia della città di allora con quella di oggi, anche ritornando sulla pianta della città attuale, discutendone in classe. Cfr. A. Scotti, L’architettura delle “istituzioni” a Pavia nell’età teresiano-giuseppina, in Annali di storia pavese, 4/5, 1980, p. 257-73 38 VERIFICA 2a E 3a PARTE • Completa la seguente mappa concettuale inserendo opportunamente i termini riportati sotto. Governo asburgico Riforma Università Riorganizzazione Clero Innalzamento culturale Conversione d’uso edifici Aule laboratorio Università Seminario Collegi 1. 2. 3. 4. 5. Didattica sperimentale Istituzione di servizi sociali Obbligo di frequenza alla facoltà di Teologia Rinnovamento edilizio nella città Soppressione di alcuni monasteri 39 QUALCHE CURIOSITA’ La prima donna laureata Nel Cortile Volta, al piano terra, nel muro occidentale, ai lati dell’ingresso all’aula delle studentesse, si trovano due lapidi che ricordano un evento eccezionale per i tempi ai quali si riferiscono. La lapide di sinistra ricorda che l’Università di Pavia conferisce per la prima volta la laurea a una donna: Maria Pellegrina Amoretti, di Oneglia il 25 Giugno 1777 si laurea in legge. E’ una vera rivoluzione di costumi! La novità suscita ancora perplessità tra gli uomini di cultura del tempo: ne abbiamo testimonianza da una lettera che Gregorio Fontana, matematico, figura di rilievo nel panorama culturale del tempo, Prefetto della Biblioteca Teresiana, scrive all’amico Gregorio Amaduzzi, erudito romano:1 Pavia, 16 luglio 1777 “Voi mi parlate della ragazza piemontese Amoretti, laureata qui il 25 giugno in Legge. Che volete che io vi dica? Tutto fu cabala e intrigo. Rifiutata la di lei dimanda dall’Università di Torino, si tentò ogni mezzo per riuscire in questa nostra, e la cabala trionfò di tutti gli ostacoli. La povera ragazza senza la minima cultura di belle lettere e di filosofia (che sarebbe l’unico studio che le fosse potuto convenire come donna) ha mostrato di sapere il cattivo libro delle Istituzioni Civili di Bruni, ed anche questo assai mezzanamente… … Sarà eternamente una gran macchia per la nostra Università!” In realtà si sa che la Amoretti a dodici anni conosceva molto bene la lingua latina e greca e che a 16 sostenne pubblicamente alcune tesi di filosofia. Una voce opposta è quella del poeta Giuseppe Parini che addirittura dedica un’ode al merito della giovane donna. I versi più significativi sono riportati nella seconda lapide esposta in Università. 1 Cfr. Paola Piccinini, Per un epistolario di Gregorio Fontana. Le lettere di Giovanni Cristofano Amaduzzi, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pavia, Anno acc. 1990-91, rel Prof. Xenio Toscani. 40 Il museo dell’Università: Il Gabinetto di Fisica di Alessandro Volta Nell’angolo Nord-Ovest del Cortile dei Caduti si trova l’ingresso al Museo dell’Università. Qui troviamo ricostruito il Gabinetto di Fisica realizzato da Alessandro Volta, con una serie di apparecchi da lui inventati, come l’elettrofono, la pistola elettrica e la pila, che lo ha reso famoso. A. Volta comincia ad insegnare fisica all’Università di Pavia nel 1778. Allora l’insegnamento della fisica faceva parte della facoltà di filosofia, di cui lo stesso Volta divenne Preside. Durante questo periodo Volta si propone di ampliare il gabinetto di fisica, chiedendo al governo asburgico fondi e attrezzature. Il 18 marzo 1779 Volta scrive a Firmian: “… Io per parte mia non mancherò di promuovere l’ingrandimento, e sol che la corte e il real governo mi secondi, in termine di pochi anni spero di poter completare il gabinetto di fisica, che nulla manchi all’istruzione dei giovani e alle curiosità dei forestieri e faccia l’ammirazione di tutti”. Volta ottiene l’approvazione di Firmian, che si interessa al progetto di ampliamento e fornisce fondi e attrezzature necessari. In seguito, Volta chiede al Kaunitz la costruzione di un teatro di fisica, indispensabile per le lezioni. “Manca alla fisica il teatro per le pubbliche esperienze, che si fanno ora dal professore nella sala delle macchine, che pur non basta a tutte contenerle. Annesso al teatro fisico o alla sala delle macchine, ci vorrebbe una stanza come bottega, ossia stanza dove tenere lime, seghe, martelli ed altri utensili necessari per l’istantanea riparazione e accomodamento delle macchine”. Nel 1785 iniziano i lavori per la costruzione del Teatro di Fisica, che sarà completato nel 1788. Alla fine del secolo, quando la Lombardia passa a Napoleone, Volta fa la scoperta che lo renderà famoso: la pila. Cfr. Alessandro Volta. Edizione Nazionale delle Opere e dell’Epistolario, a cura di F. Bevilacqua, G. Bonera e L. Falomo, Milano: Hoepli 2002 41 Gli eventi esposti nelle due pagine precedenti e le modalità in cui si sono svolti fanno riflettere sul clima culturale, segnato dall’ illuminismo, che si era instaurato presso l’Università di Pavia • Rileggi la documentazione relativa alle lettere scritte nelle due circostanze, quindi scegli tra le seguenti affermazioni quelle che ritieni corrette e indica con le lettere corrispondenti a quale scritto si possono riferire. A= Lettera di Gregorio Fontana a Cristoforo Amaduzzi (Laurea di M. P. Amoretti) B= Lettera di Alessandro Volta a Firmian a Milano C= Lettera di Alessandro Volta a Kaunitz a Vienna Sotto il governo asburgico l’Università di Pavia risentì di quel clima politico definito “dispotismo illuminato”. I sovrani austriaci interferirono con precise direttive nella riforma degli studi, nell’indirizzo scientifico delle discipline, nella creazione delle strutture di supporto alla didattica, e nella razionalizzazione delle risorse economiche che non ammetteva sprechi. In un contesto in cui la “ragione” più che la tradizione dettava nuove regole, si colloca anche il conferimento della laurea ad una donna, quando in altre Università era ancora sconveniente e nonostante l’opposizione dei tradizionalisti ( ). Chi, come A. Volta, in Università faceva ricerca sapeva di poter contare sull’appoggio del governo per ottenere gli strumenti necessari all’insegnamento ( ) e le strutture per attuare una didattica di tipo sperimentale ( ). Qualificando il proprio insegnamento l’Università diventava il più importante riferimento per l’istruzione dei giovani. Inoltre, suscitando “la curiosità dei forestieri e l’ammirazione di tutti”, dava lustro allo Stato che la sosteneva ( ). (1) L’Università con la riforma divenne l’istituzione moderna che concepiamo oggi, luogo dove si fa la ricerca, si trasmettono le conoscenze per preparare sia dei professionisti sia dei ricercatori che portino avanti le frontiere della scienza. (1) 1 Cfr: G. Guderzo, La riforma dell’Università di Pavia, in Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa, III, Bologna 1982, p. 846 42 CRONOLOGIA STORIA DELL’UNIVERSITÀ STORIA DI PAVIA STORIA GENERALE III – II sec. a.C. Conquista romana dell’Italia Cisalpina. Negli ultimi anni dell’Impero Romano Pavia diventa un centro militare molto importante: qui si svolgono fatti importanti per i cambiamenti politici dell’epoca. Durante il regno dei Goti a Pavia esistono scuole per l’insegnamento della retorica, della filosofia e del diritto. Inoltre vengono trascritti codici con diverse grafie. I Longobardi scelgono Pavia come capitale e favoriscono lo sviluppo della cultura. Presso il Palazzo reale esiste una cancelleria, dove vengono studiate le leggi, sia quelle tramandate oralmente sia quelle del Diritto Romano sia quelle di altri popoli. Da questa cancelleria nel 643 esce l’Editto di Rotari. Il Palazzo Reale è un importante centro di studi di Diritto. La Cattedrale, nell’ambiente del Vescovo riunisce gli studiosi di Letteratura e di Retorica. 89 a.C. Pavia (Ticinum) è fondata dai Romani. 408 Onorio a Pavia sconfigge e manda a morte Stilicone. I ROMANI Repubblica - Impero. Crisi dell’Impero Romano d’Occidente. 476 Odoacre pone l’assedio a Pavia e vi sconfigge Oreste. 476 Caduta dell’Impero Romano d’ Occidente. 489 Teodorico, re dei Goti, sconfigge a Pavia Odoacre ed entra in città, scegliendola come capitale, insieme a Ravenna e a Verona. I GOTI 492 Teodorico prende Ravenna e uccide Odoacre. Teodorico amplia le mura, fa costruire le terme, un anfiteatro e il Palazzo Reale, centro amministrativo e intellettuale del regno. 571 Alboino, re dei Longobardi, dopo un assedio di tre anni, s’impadronisce di Pavia, che diventa città capitale. 643 Editto di Rotari: Le prime leggi scritte Longobardi. dei I LONGOBARDI 568 I Longobardi calano in Italia guidati da Alboino. Si succedono alla guida dei Longobardi molti re: Clefi, Autari, Agilulfo… Rotari… Grimoaldo… Liutprando (712 –744)… 754 / 756 Re Astolfo è assediato per due volte a Pavia dal re dei Franchi Pipino (chiamato in Italia dal Papa contro i Longobardi). Astolfo 773 Carlo Magno, figlio di Pipino, pone l’assedio a Pavia. Desiderio Alcune chiese cittadine (S. Giovanni Domnarum, S. Michele, S. Primo, S. Giovanni in Borgo) sono luoghi per lo studio della Grammatica. Presso San Pietro in Ciel d’Oro esiste una scuola studi letterari, filosofici e teologici di grado elevato organizzata da un celebre studioso: Dungalo. 774 A Pavia Carlo Magno sconfigge Desiderio e assume il titolo di re dei Longobardi. I FRANCHI 800 Carlo Magno viene incoronato dal Papa Imperatore del Sacro Romano Impero. 814 Carlo Magno muore. Gli succede il figlio Lodovico il Pio, che conferisce il titolo di re d’Italia al figlio Lotario. 823 Lotario scende in Italia e viene incoronato dal Papa Imperatore e Re d’Italia. 43 825 Editto di Lotario: istituzione di centri di studio per porre rimedio alla decadenza della cultura. Nell’ 825 l’imperatore Lotario I riconosce ufficialmente la scuola di Dungalo. Si delinea la divisione dell’Impero in tre regni (Germania Francia Italia) più il titolo imperiale. Lotario ordina che i giovani di Milano, Brescia, Lodi, Bergamo, Novara, Vercelli, Tortona, Acqui, Genova, Asti e Como per la loro istruzione si rechino a Pavia. IMPERO e REGNO ITALICO Si succedono i Re d’Italia, spesso incoronati a Pavia, nella chiesa di S. Michele Papa e Imperatore si contendono la suprema autorità. In epoca comunale Pavia si mantiene “ghibellina”, cioè sostenitrice dell’Imperatore (Federico Barbarossa è l’ultimo imperatore incoronato Re d’Italia a Pavia). Lotta fra COMUNI e IMPERO Passaggio dai COMUNI alle SIGNORIE 1359 Pavia si consegna Visconti, Signori di Milano. Nel 1361 Galeazzo II Visconti ottiene dall’imperatore Carlo IV l’autorizzazione a fondare a Pavia una Università: nasce così lo “Studium generale” (università) di Diritto Civile e Canonico, di Filosofia, Medicina e Arti liberali. Manca una sede per l’Università. Per più di cento anni le lezioni si svolgono nei conventi, nelle case dei docenti o in case private prese in affitto. Tra il 1485 e il 1490 Ludovico il Moro dona all’Università un casa, appartenuta ad Azzone Visconti. L’edificio si affaccia su Strada Nuova ed è adiacente all’Ospedale San Matteo. Le vicende storiche dei sec. XVI e XVII determinano una decadenza della città e un arresto dello sviluppo dell’Università. Tuttavia vengono istituiti i primi collegi universitari per ospitare gli studenti provenienti da tutta Europa. 44 ai 1360 Galeazzo II Visconti ottiene per sé e per il figlio Giangaleazzo dall’ imperatore Carlo IV il diploma di Vicario Imperale. 1450 Francesco Sforza è nominato Duca di Milano. 1450 Nel Ducato di Milano, di cui fa parte la Contea di Pavia, gli Sforza succedono ai Visconti. 1476 Ludovico il Moro diventa Duca di Milano e Conte di Pavia. I FRANCESI 1494 Carlo VIII di Francia scende in Italia. 1499 Luigi XII entra in Pavia. Luigi XII rivendica diritti ereditari sul Ducato di Milano. 1500 Ludovico il Moro caccia i Francesi, ma è fatto prigioniero e muore in Francia. Pavia vive sotto la dominazione francese anni di stenti. 1525 Gli Spagnoli vincono i Francesi nella battaglia che si svolge nel Parco del Castello. La città è stremata dalla guerra e impoverita dai saccheggi. FRANCIA e SPAGNA si contendono il dominio dell’ Italia. 1515 Francesco I re di Francia si proclama Duca di Milano, scende in Lombardia e riprende il duello con la Spagna, che culmina nel 1525 con la Battaglia di Pavia. GLI SPAGNOLI 1701 Inizio delle guerre di successione. 1713 ll Principato di Pavia passa sotto l’impero degli Asburgo d’Austria e perde la Lomellina, che passa al Regno Sardo, sotto la dinastia dei Savoia. GLI AUSTRIACI 1713/14 Il trattato di UtrechtRastatt: porta modifiche in Italia: In Lombardia gli Austriaci si sostituiscono agli Spagnoli. 1740 Pavia ha come sovrana Maria Teresa d’Austria, che assocerà al trono il figlio Giuseppe II. 1740 Maria Teresa d’Asburgo, alla morte del padre eredita il titolo di Imperatrice d’Austria. 1748 Il Principato di Pavia perde anche l’Oltrepò e il Siccomario (al Regno Sardo). 1748 Pace di Aquisgrana: fine delle guerre di successione in Europa. A Maria Teresa d’Austria viene ufficialmente riconosciuto il titolo di Imperatrice. Per volontà di Maria Teresa si attua la Riforma universitaria: Piano di Disciplina (1771) Piano Scientifico (1773) L’Università viene rinnovata e adeguata alle nuove esigenze didattiche. La soppressione di alcuni ordini religiosi, particolarmente sotto Giuseppe II, dopo il 1780, favorisce la conversione d’uso degli edifici in strutture universitarie, oltre che in servizi per la città. Pavia segue la vicenda di Napoleone e del Congresso di Vienna. NAPOLEONE 1797 Trattato di Campoformio. L’Austria cede la Lombardia a Napoleone. 1814 / 15 CONGRESSO DI VIENNA... L. Erba, Guida… cit. 1976 L. Erba - G. Nidasio, Guida… cit. 1998 L. Erba, Il Neoclassicismo a Pavia dal 1770 al 1792, in Storia di Pavia, IV-II Milano, Banca del Monte di Lombardia 1995, pp. 961-95 45 BIBLIOGRAFIA L. Erba, Guida storico-artstica dell’Università di Pavia, Pavia, 1976. L. Erba, Il Neoclassicismo a Pavia dal 1770 al 1792, in “Storia di Pavia” (a cura della Società pavese di Storia Patria), Milano, 1995, IV/II. L. Erba e G. Nidasio, Guida per ragazzi all’Università di Pavia, Pavia, 1998. A. Ferraresi, Collezioni e Musei scientifici a Pavia tra Settecento e Ottocento, in “Informascienza”, 1988. A. Ferraresi, I luoghi della scienza: l’Università di Pavia tra Settecento e Ottocento, in “Storia di Pavia”, cit., 2000, V. G. Guderzo, La riforma dell’Università di Pavia, in “Economia, isituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa” (a cura di A. De Maddalena, E. Rotelli, G. Barbarisi), Bologna, 1982. P. Piccinini, Per un epistolario di Gregorio Fontana. Le lettere Di Giovanni Cristofano Amaduzzi, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pavia, Anno acc. 1990-91, Rel. Prof. Xenio Toscani. A. Scotti, L’architettura delle istituzioni a Pavia nell’età teresiano-giuseppina, in “Annali di storia pavese”, 4/5, 1980. C. Sinistri e C. Belloni, Pavia nelle sue antiche stampe, Pavia, 1992. X. Toscani, La Chiesa di Pavia in età moderna, in “Storia di Pavia”, cit., 1995, IV/II. D. Vicini, Lineamenti urbanistici dal XII secolo all’età sforzesca, in “Storia di Pavia” cit., 1996, III. P. Vismara Chiappa, La soppressione dei conventi e dei monasteri in Lombardia, in “ Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa,” cit. 1980, III. F. Bevilacqua, G. Bonera, L. 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