FONDAZIONE BANCA
DEL MONTE DI LOMBARDIA
COMUNE DI PAVIA
SETTORE CULTURA
Biblioteca Bonetta - Sezione ragazzi
SCUOLA MEDIA STATALE
LEONARDO DA VINCI
PAVIA
QUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ
numero 1
DA LOTARIO
A
MARIA TERESA
Un percorso didattico sull’Università per la scuola media
a cura di
Gabriella Fusi
INCLUSO CD
PAVIA
QUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ
numero 1
progetto di
Costantino Leanti
della BIBLIOTECA CIVICA BONETTA - SEZIONE RAGAZZI
DA LOTARIO
A
MARIA TERESA
Un percorso didattico sull’Università per la scuola media
a cura di
Gabriella Fusi
realizzazione del CD ipermediale
Giorgio Beretta
si ringrazia
Università di Pavia,
Antonio Brusa, Alessandra Ferraresi, Donata Vicini
Giuseppina Motta, Donata Toma
hanno collaborato
Patrizia Iannazzo, Michele Sacchetti
progetto grafico
META comunicazione -
Pavia
stampa
Industria Grafica Pavese -
Pavia
consegnato alla stampa nell’aprile 2004
in copertina
2
studenti nel cortile di Alessandro Volta
PAVIA
QUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ
numero 1
DA LOTARIO
A
MARIA TERESA
Un percorso didattico sull’Università per la scuola media
a cura di
Gabriella Fusi
Viene proposto in queste pagine un percorso didattico sull’Università di
Pavia, pensato per ragazzi di scuola media.
Perché l’Università? Innanzitutto per le sue potenzialità didattiche, in quanto il monumento attraversa un lungo periodo di storia, risentendo della
alterne vicende di Pavia, secondariamente perché essa costituisce un efficace anello di congiunzione tra storia locale, storia nazionale ed europea;
infine perché l’Università è stata ed è tuttora una presenza significativa nel
tessuto culturale, sociale ed economico della nostra città.
L’attività didattica che viene proposta agli studenti si articola in tre parti.
La prima è un approccio giocoso al monumento, una sorta di “caccia al tesoro”, in cui i ragazzi si orientano e prendono confidenza con l’edificio e con
la sua storia.
La seconda e la terza prevedono un lavoro preliminare in classe, dove verranno affrontati testi storiografici e documenti, ridotti e adattati alle esigenze didattiche.
Al termine del lavoro si ritornerà in Università, dove i ragazzi sceglieranno
autonomamente un percorso di consolidamento delle conoscenze acquisite o si proporranno come “guide” ai compagni.
Sul piano metodologico, i ragazzi sono portati a costruirsi delle conoscenze interagendo attivamente con il monumento e con gli strumenti didattici
a disposizione, attraverso esercizi mirati, graduati per difficoltà e per complessità di contenuti. Le tre tappe del percorso si concludono con esercizi
di verifica, anch’essi graduati.
3
SCHEDA DI ORIENTAMENTO
Pianta della città di Pavia
• Inserisci i punti cardinali che ti permetteranno di orientarti meglio nel per
corso che stai per iniziare.
1) - S. Salvatore
(e per S. Lanfranco)
2) - Palazzetto Grassi
3) - Seminario Vescovile
4) - Palazzo Carminati Bottigella
5) - Palazzo Botta
6) - SS. Gervasio e Protasio
7) - Chiostro di S. Felice
8) - Palazzo Orlandi
9) - S. Maria del Carmine
10) - S. Giovanni Domnarum
11) - Palazzo Folperti
12) - Palazzo Beccaria e
Palazzo dei Diversi
13) - Duomo e Torre Civica
14) - S. Teodoro
15) - Palazzetto degli Eustacchi
16) - Chiostro di S. Maiolo
17) - Broletto
18) - Palazzo Malaspina
19) - S. Pietro in Ciel D’Oro
20) - Teatro Fraschini
21) - Castello Visconteo
22) - Università
23) - Cripta di S. Eusebio
24) - Torri di Piazza Leonardo
25) - Collegio Fraccaro
26) - Palazzo del Maino
27) - Palazzo Olevano
28) - S. Michele
29) - Palazzo Bottigella
ora Gandini
30) - Palazzo Mezzabarba
31) - S. Maria di Canepanova
32) - Palazzo Cavagna
33) - S. Francesco
34)
35)
36)
37)
38)
-
39)
40)
41)
42)
43)
44)
-
Collegio Cairoli
Collegio Castiglioni
Collegio Ghislieri
Orto Botanico
Chiostro di S. Maria
alle Cacce
Casa del Foscolo
S. Primo
Collegio Borromeo
S. Maria delle Grazie
Per S. Lazzaro
S. Maria in Betlem
• Ora individua l’Università, aiutandoti con l’elenco degli edifici storici posto
sotto l’immagine, quindi segna sulla carta la tua posizione.
4
• Riporta la tua posizione sulla pianta dell’Università (…io sono qui • )
Da L. Erba, Guida storico-artistica dell’Università di Pavia, Pavia 1976, p. 97
• Noterai che la forma dell’Università è caratterizzata da un insieme di edifici
con cortili quadrangolari. Alla fine della tua indagine ne conoscerai la
storia.
I numeri inseriti nella pianta corrispondono alle tappe del percorso.
5
PRIMA PARTE
L’Università dalle origini al sec. XVII
1a tappa
Ti trovi di fronte all’ingresso principale dell’Università.
6
• Osserva i due medaglioni in marmo posti ai lati e leggi le parole incise.
Sono raffigurati due personaggi importanti per la storia di Pavia e per la
nascita dell’Università.
• Deduci dalla scritta il nome dei due personaggi storici.
• Trova i due personaggi nella storia di Pavia e dell’Università in allegato,
quindi completa le seguenti affermazioni:
............................... fu Re ……………......... Rese ufficiale a Pavia
la scuola di studi superiori nel ….….......
............................... fu Duca di …………… Fondò l’Università di Pavia nel ….….......
• Leggi l’elenco delle prime Università importanti fondate in Italia e in Europa
nel Medioevo, mettile in ordine cronologico indicando il posto occupato
dall’Università di Pavia.
Le più antiche Università d’Italia
Le più antiche Università d’Europa
-------------------------
-------------------------------------
1088
1224
1303
1308
1405
1222
1342
……
Bologna
Napoli
Roma
Perugia
Torino
Padova
Pisa
Pavia
XII sec.
XII sec.
XII sec.
1209
1242
1364
1385
1388
1455
1347
1364
……
Parigi
Montpellier
Oxford
Cambridge
Salamanca
Cracovia
Heidelberg
Colonia
Friburgo
Praga
Vienna
Pavia
da L. Erba e G. Nidasio, Guida per ragazzi all’Università di Pavia, Pavia 1998, p. 9
7
2a tappa
• Ora entra in Università, gira a sinistra e attraversa il cortile fino a raggiungere
la parete est, nella quale sono murate numerose lapidi commemorative.
Ne prendiamo in considerazione una in particolare.
Si tratta di un bassorilievo del 1495, come potrai notare dalla data incisa sulla
sinistra.
Francesco Corti, giurista pavese (1420 – 1495) e lettore di Diritto Civile dal
1483 al 1491, tiene una lezione ai suoi allievi.
8
• Osserva l’immagine, quindi scegli tra le diverse affermazioni quelle che
ritieni corrette:
Il professore
l
l
l
l
fa lezione intorno a un tavolo con pochi allievi
è seduto su una cattedra imponente e prestigiosa
ha tra le mani, lui solo, un libro, che legge e spiega agli allievi
fa leggere gli allievi
Gli allievi
l
l
l
l
sono molto numerosi
sono poco numerosi
seguono la lezione sui loro testi
non hanno libri e sono in atteggiamento di ascolto
L’ambiente
l è costituito da uno spazio limitato
l è costituito da un’aula spaziosa
• Sulla base delle tue osservazioni completa il testo seguente.
Nell’insegnamento universitario dei primi secoli, il docente sedeva su una …………..
dotata di un leggio dove disponeva il …………….. che lui solo possedeva. Infatti,
finché non fu inventata e diffusa la stampa, il testo era un manoscritto spesso molto
prezioso e costoso.
Gli studenti, che erano poco ……………………., sedevano su panche senza tavoli né
leggii, in quanto dovevano solo ………………………… o al massimo discutere le
nozioni che venivano loro trasmesse.
La lingua usata era il latino.
Le lezioni si svolgevano in diversi luoghi, nei conventi, nelle case degli stessi docenti o in sale prese in affitto nelle case private.
Per più di cento anni dalla sua fondazione l’Università di Pavia non ebbe
una propria sede.
9
3a tappa
• Ora sali le scale, prosegui verso Nord, supera il primo cortile (vedrai
dall’alto il monumento di A. Volta) e raggiungi il secondo (affacciandoti vedrai il monumento ai Caduti). Portati nella posizione n. 3.
Addossati alla parete puoi osservare i resti di una finestra in mattoni a sesto acuto.
10
Doveva trattarsi di una bifora, come risulta dalla ipotesi di ricostruzione che
vedi nella figura.
La ricostruzione della bifora
La finestra come si vede ora
(L. Erba, Guida - op. cit. 1976, p. 13)
E’ quanto resta di un edificio gotico che occupava l’area dei due cortili
dell’Università che hai visto (cortile di Volta e cortile dei Caduti). L’edificio era
una casa privata, appartenuta ad Azzone Visconti e ceduta da Ludovico il
Moro all’Università affinché fosse adibita a locali per l’insegnamento 1.
• Osserva la forma della finestra e indica in quale dei seguenti monumenti
pavesi trovi una struttura simile.
l S. Michele
l Castello Visconteo
l Duomo
• Leggi la storia dell’edificio riportata in nota e sottolinea l’informazione che
può sostenere la tua scelta.
Azzone Visconti, figlio di Galeazzo, visse tra il 1369 e il 1381. La casa fu probabilmente costruita dagli architetti dei
Visconti nel 1380. Fu danneggiata dall’assedio di Pavia del 1525 o dal saccheggio del 1527. Nel 1533 furono decisi i lavori di ristrutturazione per l’Università. Vennero costruiti i portici inferiori e superiori dei due cortili e, nel 1552 un “teatro
anatomico” cioè un’aula per lo studio dell’anatomia legato alla facoltà di medicina.
1
Nel 1655, durante uno scontro tra Francesi e Spagnoli, l’Università venne danneggiata.
Nel 1661 venne dato ad Ambogio Pessina l’incarico di restaurarla.
Ne seguì una vera e propria ristrutturazione da cui furono risparmiati solo i muri perimetrali, ad eccezione di quello ovest,
verso Strada Nuova, e quelli del fabbricato tra i due cortili, come testimoniano le finestre in questione, mentre i cortili
stessi assunsero una nuova fisionomia.
Cfr. L. Erba, op cit, 1976, pp. 17-32 e S. Zatti, L’architettura a Pavia nel XVII e XVIII secolo, in Storia di Pavia, 1995, vol IV,
Tomo II p. 862. D. Vicini, Lineamenti urbanistici dal XII secolo all’età sforzesca, in Storia di Pavia, 1996, vol III, p. 30
11
Osserva ora la figura 1 che rappresenta la città di Pavia all’inizio del secolo
XVII, e individua l’edificio dell’Università.
Fig. 1
Pianta della città di Pavia che Ottavio Ballada,
Prevosto della chiesa di San Giovanni Domnarum e
famoso storico e letterato, fece intagliare da
Cesare Bonacina nel 1653 e 1654
su un disegno di Ludovico Corte del 1617.
La pianta è comunemente detta “Pianta del Ballada”
• Prova a localizzare l’Università, avvalendoti degli esercizi di orientamento
svolti in precedenza.
Lavorerai sugli ingrandimenti di questa pianta, che è molto usata dagli storici della città, perchè è particolareggiata nella descrizione degli edifici.
12
Ora osserva la figura 2, con l’ingrandimento della pianta del Ballada che già
conosci. Con la lettera L sono indicati gli edifici dell’Università.
Fig. 2
L
L
Nella figura 3 con la pianta dell’Università sono messi in risalto i primi edifici universitari, quelli nati dalla ristrutturazione della casa di Azzone Visconti.
• Segna la tua posizione.
Fig. 3
Ora torna indietro, scendi le scale, passa davanti al bassorilievo già esaminato,
quindi, girando a destra, verso Est, inoltrati nel primo poi nel secondo cortile,
fino a raggiungere la postazione n° 4.
13
4a tappa
• Osserva ancora la pianta del Ballada.
Noterai che l’Università era attigua a un edificio, a croce greca, con quattro cortili.
L’edificio è contrassegnato con la lettera M e indicato come Ospedale San Matteo.
M
• Leggi la storia dell’ospedale San Matteo, sottolinea tutte le informazioni che
puoi verificare sulla pianta del Ballada, assegna ad esse un numero (cfr. es.
1 e 2) e riporta lo stesso sulla pianta.
L’ospedale S.Matteo sorse a Pavia nella seconda metà del 1400.
Fra Domenico da Catalogna ottenne dal papa Nicolò V nel 1449 l’autorizzazione a
istituire la Confraternita di San Matteo.
• Fu costruito un edificio a pianta quadrata, articolato in due grandi corridoi a croce
greca ( 1 ) sopraelevati rispetto al piano stradale, destinati ad ospitare gli ammalati.
• Tra un braccio e l’altro della croce trovavano posto i quattro cortili ( 2 ), chiusi per gli altri
due lati da una recinzione esterna di costruzioni che accoglievano locali di servizio ( ).
• Nel lato Sud-Est si ergeva la cappella con campanile ( ).
• L’ingresso era rivolto a Sud. La facciata si apriva verso l’attuale piazza Leonardo da
Vinci ( ).
• Il lato Ovest confinava con l’Università ( ).
• Il lato Nord dava sull’attuale corso Carlo Alberto ( ).
• Il lato Est si affacciava su una strada, oggi scomparsa, che da corso Carlo Alberto
sboccava nell’attuale piazza Leonardo da Vinci ( ).
• Nell’angolo Sud-Ovest dell’edificio sorgeva una piccola chiesa a pianta centrale, con
cupola, detta di Santa Maria del Morone ( ).
• Per il cortile Sud-Est, detto “sforzesco” ( ), nel 1484 il decoratore cremonese Rinaldo
de Staulis venne incaricato di realizzare le terrecotte dei profili architettonici e dei
medaglioni che avrebbero dovuto contenere ciascuna una figura di angelo.
14
Ti trovi proprio in questo cortile.
• Segna la tua posizione nella pianta dell’Università dove è stato messo in
risalto l’edificio corrispondete all’antico ospedale San Matteo.
• Osserva il cortile in tutte le sue parti.
• Orientati confrontando la pianta del Ballada con quella dell’Università,
quindi riconosci gli elementi che ricordano l’ospedale San Matteo.
l
l
l
l
La forma del cortile
La decorazione in cotto che sottolinea i profili architettonici
I tondi in cotto che dovevano contenere figure di angeli
La cappella dell’Ospedale
15
Con il passare del tempo la collaborazione tra l’Ospedale e l’Università si fece
sempre più stretta con reciproco vantaggio.
Il S. Matteo ebbe numerosi successivi interventi. Ne ricordiamo sinteticamente alcuni.
Negli anni intorno al 1770-80 furono effettuati, per volontà del governo austriaco, i lavori di rinnovamento dell’Ospedale,
parallelamente a quelli dell’Università. Le ristrutturazioni interessarono sia i quattro cortili, sia la crociera, che venne dotata di una cupola centrale, sia l’atrio d’ingresso, sia gli edifici religiosi.
Verso la metà dell’Ottocento, per accogliere il Pio Luogo degli Esposti (orfanelli), a est si costruì tutto il fabbricato che va
dal cortile grande delle torri a via Defendente Sacchi, raccordandosi con il lungo fronte verso Corso Carlo Alberto.
Nel Novecento in seguito alla costruzione del nuovo Ospedale S. Matteo (inaugurato nel 1932), i locali del vecchio ospedale furono destinati all’Università. Tuttavia in un primo momento vi ebbe sede la Scuola Allievi Ufficiali del Genio.
Solo dopo il 1951 l’Università occupò e adattò alle proprie esigenze i locali dell’antico ospedale.
• Prima di affrontare la seconda parte della tua indagine, esamina la storia di
Pavia e dell’Università nei secoli XVI e XVII, quindi scegli tra le seguenti
affermazioni quelle che ritieni corrette.
l Nei secoli XVI e XVII Pavia divenne una città fiorente.
l Nei secoli XVI e XVII Pavia, occupata dagli Spagnoli, visse un periodo di decadenza
economica.
l L’insegnamento universitario fu sospeso.
l L’Università risentì del clima della Controriforma. A Pavia furono costruiti due
Collegi Universitari per volontà di importanti personaggi della Chiesa: Il collegio Ghislieri, voluto da papa Pio V Ghislieri, e il collegio Borromeo, voluto da
Carlo Borromeo.
16
VERIFICA 1a PARTE
• Completa il seguente testo inserendo i termini riportati sotto.
L’Università di Pavia è una delle più antiche università italiane ed europee.
La città, che conosceva un’antica tradizione di studi giuridici e letterari, già
nell’ …......….. vedeva riconosciuta da ……………….........……… una
Scuola di Studi Superiori per studenti del Nord Italia.
Nel
…......…..
il
Signore
di
Pavia
e
Vicario
imperiale
……………………………………. istituì uno “Studium Generale” cioè
l’Università, con le facoltà di Diritto Civile e Canonico, Filosofia, Medicina
e Arti liberali.
Tuttavia passò più di un secolo prima che l’Università avesse una propria
……....… ufficiale e stabile.
Solo alla fine del sec …......….., infatti, poté acquisire un edificio nel cuore
della
città,
prospiciente
su
………………………
e
attiguo
all’……………………………., sorto anch’esso nella metà del sec …......…..
Galeazzo Visconti - Lotario I - 1361 - Ospedale S. Matteo - 825 - sec. XV sec. XV - sede – Strada Nuova
17
SECONDA PARTE
Lo sviluppo dell’Università nel Settecento
RIFERIMENTI STORICI
Nel 1700, a seguito delle guerre di successione, la situazione politica europea
subì dei mutamenti.
I trattati di pace portarono a continui ritocchi dei confini degli stati maggiori e a passaggi di dinastie negli stati più piccoli.
• Leggi attentamente la cronologia che trovi in allegato, relativa al sec. XVIII,
quindi completa il seguente testo:
Nel 1714, con il trattato di Utrect-Rastat lo Stato di Milano, di cui Pavia
faceva parte, passò dagli ………………………….. agli ……………............
sotto la dinastia degli ………………………........ .
Nel 1740 ………………………………….., figlia dell’imperatore Carlo VI,
morto senza figli maschi, successe al padre sul trono austriaco a Vienna.
Maria Teresa, in quanto donna, non venne riconosciuta da Francia e
Spagna, che vantavano pretese di successione, mentre fu sostenuta
dall’Inghilterra, che mirava ad un equilibrio fra le monarchie europee.
Nel 1748, con la pace di ……………………………….. si concluse la guerra di successione austriaca. Maria Teresa ottenne ufficialmente il riconoscimento del titolo imperiale e associò al trono il figlio
………………………………… .
La sovrana risollevò le condizioni economiche, sociali e culturali di Pavia e
promosse il rinnovamento dell’Università.
Nelle pagine seguenti affronterai la storia dell’Università usando documenti e
testi storiografici, che verranno indicati indistintamente con la sigla doc.
18
Doc. 1
Un giudizio sorprendentemente lucido sulla situazione politica della
Lombardia negli ultimi decenni del Settecento è espresso da Ilario Corte
nel 1769, nelle sue “Memorie da servire al pieno benessere dello Stato di Milano”
(ASV, Lomb. Korr. fz. 102, 1 ottobre 1769)
“Tutto fortunatamente collima ne’ presenti tempi al risorgimento dello Stato
di Milano”.
Una Imperatrice Regnante [Maria Teresa], mirabilmente illuminata da Dio; spregiudicatamente rivolta tutta e intera ai progressi della vera Religione; nata e fatta per sentirsi grande nei soli atti di umanità; infaticabilmente intenta ognora a cercare le ricchezze de’ suoi Regni nel Sollievo de’ Popoli, e nella migliorazione della lor sorte.
Un Imperatore [Giuseppe II] perfettamente medesimato nelle incomparabili prerogative dell’Augusta Madre, il quale profittando de’ giovanili bei giorni, viaggia da filosofo; ma a se stesso sempre presente, niente annoiato dalle leggende e dicerie di chi
ascolta, sofferente alle Contradizioni, Sovrano coi prepotenti, Uomo coi deboli, va
racogliendo pratiche locali notizie ne’ propri Stati e lumi d’esempio negli altrui.
Ecco già preparato a’ Sudditi Milanesi nel loro Sovrano il Ministro informato, e alle
estere nazioni il nuovo modello di un vero Capo della Società.
Un Supremo Ministro [il principe Kaunitz] fatto per ingeniti principi e lumi sublimi a
secondare pienamente nel suo Ministero le sovrane Massime di Religione, di
Giustizia, di Clemenza, di Umanità, di Discretezza; e che ha saputo creare sotto di sé
al bene della Milanese Provincia un Dipartimento montato con felice successo all’unità, incessantemente laborioso, e perfettamente armonico, colla scelta di Subalterni
zelanti e Travagliatori sotto un indefesso Capo, d’onore non meno che di prudenza
e di vaste cognizioni ripieno.
Un Plenipotenziario in Provincia [il conte Firmian] di purissimo carattere e di lumi
non volgari.
Non è perciò da stupirsi che nell’attuale Dominazione, e singolarmente a questi ultimi tempi siansi date al bene dello Stato provvidenze tali e tante, che da Posteri non
saranno credibili.”
In questa felice e irripetibile congiuntura storica anche la città di Pavia vive una stagione particolarmente vivace, soprattutto dal punto di vista culturale e artistico. Le
attenzioni del governo asburgico si concentrano sull’Università, con l’intenzione di
valorizzarne il ruolo di centro di formazione culturale e insieme di fucina della ricerca scientifica; i sovrani si interessano personalmente al rinnovamento dell’Ateneo, a
partire da Maria Teresa che promuove un piano di riforma, che, dopo una lunga elaborazione viene approvato tra il 1771 e il 1773.
Testo tratto da: L. Erba, Il neoclassicismo a Pavia dal 1770 al 1792, in Storia di Pavia, IV/2, Milano, Banca del Monte
di Lombardia 1995, p. 962.
19
Esercizi Doc. 1
• Sottolinea nel testo e trascrivi i seguenti dati relativi alla situazione politica
di Pavia nella seconda metà del Settecento.
a) Come si chiamava il territorio al quale politicamente apparteneva
la città di Pavia?
b) Di quale impero faceva parte?
Quale era la capitale dell’impero?
c) Chi erano i sovrani regnanti?
d) Chi era il primo Ministro a Vienna?
Chi lo rappresentava a Milano?
• Rileggi il testo, sottolinea le espressioni che accompagnano i nomi dei
soggetti politici individuati e trascrivile di fianco al loro nome.
• Ora sottolinea e trascrivi le parole con cui lo storico definisce la condizione
in cui viene a trovarsi Pavia sotto la dominazione austriaca nella seconda
metà del Settecento.
• Scrivi un breve testo che riassuma tutte le informazioni ricavate dagli esercizi.
20
Doc. 2
Nel Dispaccio Reale del 31 dicembre 1771 che accompagna il nuovo
Piano per la direzione dell’ Università Maria Teresa scrive:
“Conoscendo noi quanto sia importante promuovere l’applicazione delle
scienze e persuasa che, a misura de’ progressi che quelle fanno in uno
Stato, va crescendo la pubblica felicità de’ suoi abitanti, poiché una più
illuminata cognizione de’ propri doveri di buon cristiano, cittadino e suddito mantiene e aumenta in ciascuno la premura di soddisfare a’ medesimi
e di provvedere più utilmente ai diversi bisogni della vita civile (…) fu
nostra sollecitudine di provvedere tanto l’Università di Pavia quanto le
scuole Palatine di Milano di molti valenti professori e di accrescere il
numero delle cattedre in quelle scienze specialmente delle quali lo studio
è più utile”.
Vi è quindi da parte del sovrano una volontà illuministica di inserire
l’Università nell’organizzazione sociale come agente di trasformazione
della società in direzione del benessere e della pubblica felicità.
Doc. 3
Kaunitz nel 1783 scrive:
“Io ho sempre riguardato come una sterile occupazione lo studio delle
scienze di fatto, quando non sia diretto a procurare comodi e vantaggi alla
società” (…).
Accanto a questo motivo di fondo, si individua nel progetto di riforma il
costante richiamo alla osservazione diretta, al fatto, alla sperimentazione.
Ciò vale per tutte le materie che vengono insegnate nell’Università, anche
per quelle che noi ora definiamo letterarie e per quelle giuridiche: le affermazioni dei professori non possono essere riferite ad una autorità precostituita, ma devono essere controllabili.
Si verifica quindi una saldatura tra la didattica e la ricerca: nella ricerca
infatti il docente trova i materiali e gli strumenti della didattica, nella didattica comunica e verifica i procedimenti e i risultati dei propri studi.
21
Esercizi Doc. 2
Nel Dispaccio Reale del 31 dic. 1771 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria
manifesta la sua volontà di provvedere all’Università di Pavia.
• Sottolinea e trascrivi le espressioni relative ai provvedimenti che intende adottare.
• Rileggi il testo e riconosci tra le seguenti affermazioni quelle che corrispondono
agli obiettivi che si pone la sovrana.
l
l
l
l
Mantenere la società in condizioni di arretratezza culturale
Promuovere lo studio delle discipline “utili” per la società
Promuovere l’applicazione della scienza
Trasformare la società per un benessere collettivo
Lo storico che riporta le volontà della sovrana considera il suo intervento
coerente con il pensiero dell’Illuminismo? SI NO
Sottolinea nel seguente elenco le parole che esprimono gli obiettivi fondamentali che la “sovrana illuminata” intende raggiungere attraverso la scienza
Pace
Utilità
Democrazia
Pubblica felicità
Esercizi Doc. 3
• Esamina ora il documento che riporta le parole del Kaunitz; sottolinea e
trascrivi la parola che sintetizza la caratteristica del progetto di riforma
scientifica da attuare nell’università:
• Nel seguente elenco collega i termini di sinistra con quelli di destra per
definire come deve essere la ricerca scientifica e l’insegnamento
nell’Università rinnovata
scienza
nozioni
didattica
aperta alla verifica
sperimentale
controllabili
• Scrivi un breve testo che esponga i contenuti appresi attraverso le operazioni svolte
22
Doc. 4
(…) L’Università, quale ci appare dal Piano di direzione e disciplina e dal Piano
scientifico, è strutturata in quattro facoltà: filosofia, legge, teologia, medicina.
Secondo il modello delle università di area tedesca, la Facoltà di Filosofia è propedeutica, cioè di preparazione, alle altre tre Facoltà, ma ha anche, sotto il profilo culturale, un ruolo autonomo.
Sullo sfondo del tema della “pubblica felicità” ma anche di quello della “pubblica
utilità” “l’uomo deve conoscere se stesso, gli altri oggetti, i diversi loro rapporti e
le alterazioni che hanno subito”. Tale obiettivo viene realizzato attraverso l’articolazione della filosofia nelle diverse discipline. Essa comprende i seguenti insegnamenti: storia d’Italia, matematica, logica e metafisica, filosofia morale, matematica elementare, fisica generale, fisica sperimentale, storia naturale.
Anche la medicina, considerata dal piano scientifico una parte essenziale delle scienze filosofiche, si articola in una serie di discipline, tra loro connesse, che portano alla
conoscenza del corpo umano e dei corpi naturali, in funzione del mantenimento del
“principale dei beni, la salute”.
Tali discipline sono: anatomia e istituzioni chirurgiche, operazioni chirurgiche ed
arte ostetricia, istituzioni mediche (cioè fisiologia), medicina teorico-pratica e clinica, chimica, materia medica e botanica.
(…) Il Piano prevede anche la realizzazione delle nuove strutture scientifiche e didattiche, e cioè una Biblioteca, un Museo di storia naturale, affidato al professore in
questa materia, che dovrà “custodirlo, catalogarlo e aumentarlo annualmente, un Orto
botanico, affidato al professore di botanica, con analoghi compiti di conservazione e
incremento, un Teatro anatomico, affidato al professore di anatomia (i cadaveri gli
saranno forniti dall’Ospedale), un Laboratorio di chimica e un Gabinetto di macchine per la Fisica sperimentale, affidato a un professore della materia, con compiti analoghi a quelli dei colleghi sopra riportati.
La riforma universitaria va vista nel quadro di una più ampia politica di promozione
e divulgazione del sapere, che ne esalta il ruolo utile “ai diversi bisogni della vita civile”: di qui le disposizioni che mirano a favorire la circolazione delle conoscenze, sino
ad allora mancata, stabilendo che “nelle scuole di anatomia, ostetricia, chirurgia, filosofia morale, matematica e fisica sperimentale si sostituisca l’uso della lingua italiana
a quello della latina, per rendere più esteso il vantaggio ad ogni classe di persone”.
Inoltre si prescrive che i professori di anatomia, botanica, chimica, fisica sperimentale e storia naturale tengano settimanalmente “pubbliche ostensioni” (lezioni con
esperimenti aperte a tutti).
Questa nuova didattica è la principale finalità della riforma universitaria del governo
austriaco, accanto a quella indiretta di promuovere l’immagine dello Stato e dei suoi
Sovrani illuminati.
Testi dei doc. 2, 3, 4 adattati da: Alessandra Ferraresi, Collezioni e Musei scientifici a Pavia tra Settecento e Ottocento,
Informascienza 88, pp. 12-32.
Idem, I luoghi della scienza: l’Università di Pavia tra Settecento e Ottocento, in Storia di Pavia, vol.V pp. 323-365
23
• Leggi il documento 4 e completa il seguente schema relativo al Piano
scientifico
FACOLTÀ
INSEGNAMENTI
LABORATORI
B
Storia d’Italia
G
G
I
Logica e metafisica
B
Filosofia morale
L
I
Fisica generale
Fisica sperimentale
O
Storia Naturale
T
E
Anatomia e Ist. chirurgiche
C
Op. chirurg. e arte ostetricia
Istituz. mediche (fisiologia)
A
Medicina teorico-pratica
Chimica
Materia medica e botanica
• La Biblioteca si inserisce nello schema tra i laboratori e abbraccia i
laboratori di tutte le discipline. Per quale ragione?
1 Il nuovo tipo di insegnamento prevedeva che per tutte le discipline le
nozioni fossero controllabili attraverso strumenti scientifici e didattici, quali
appunto i libri.
2 I libri presenti in grande numero presso l’Università dovevano essere
distribuiti tra tutti i laboratori.
3 I laboratori delle diverse discipline dovevano produrre testi per la materia
che sperimentavano.
24
Per realizzare il Piano scientifico occorrono nuovi spazi e aule speciali
dove fare sperimentazione.
L’Università si ingrandisce con la costruzione di un terzo cortile, attiguo ai due
più antichi, destinato a ospitare la facoltà di Teologia (attuale cortile delle Statue).
A questo scopo, per volontà dell’imperatore Giuseppe II viene concessa l’area del
Monastero del Leano, che si trovava a Sud dell’Università.
Due importanti strutture vengono realizzate per ospitare l’aula di Anatomia e l’aula
di Fisica.
• Leggi attentamente le descrizioni riportate sulla colonna di destra, quindi riconosci
le rispettive piante a sinistra, indicandole con il numero corrispondente.
1 Teatro di Fisica (Aula Volta) 1785-1787
architetto Leopoldo Pollach.
Costruita al piano superiore del cortile
Teologico, a forma di emiciclo inscritto in un
perimetro rettangolare. La parete curva è
scandita da semicolonne ioniche che sorreggono un architrave e che diventano colonne
intere in corrispondenza degli angoli di raccordo. In questi vani due scale a chiocciola
permettono l’accesso all’aula dall’alto. Infatti
i banchi in legno sono disposti a gradinate
come gli antichi teatri greci.
2 Primo progetto per l’aula di Anatomia
1785 - modifiche al disegno del Piermarini.
La pianta dell’Aula è circolare, mentre la
muratura esterna assume una forma ottagonale.
Un ingresso principale conduce direttamente
all’aula, mentre due scalette laterali consentono l’accesso alla gradinata dei banchi.
3 Teatro di Anatomia 1784 – 1786
Aula a emiciclo entro un profilo rettangolare.
La parete curva è in muratura piena.
L’accesso alle gradinate è consentito da due
porte laterali poste in alto e raggiungibili
attraverso scalette poste agli angoli.
L’Aula venne realizzata al piano terra, in una
nuova area acquistata dall’Università, verso
nord, nella Contrada delle Gabbette, corrispondente all’attuale Corso Carlo Alberto.
25
• In base alle descrizioni che hai esaminato e ai progetti in pianta, prova
a riconoscere nelle due fotografie il Teatro di Fisica (Aula Volta) e il
Teatro di Anatomia (Aula Scarpa) e indicale con lo stesso numero
dei rispettivi disegni.
Le aule prendono il nome di teatri perchè rispecchiano la forma degli antichi teatri greci.
• A quale scopo, secondo te, è stato assunto questo modello?
l Perché le aule avessero un’aspetto elegante
l Perché tutti gli studenti potessero seguire gli esperimenti che si svolgevano in aula
l Perché la disposizione di banchi migliorasse l’acustica dell’ambiente
26
Ti viene ora proposta la fotografia attuale del salone della Biblioteca
chiamato “teresiano”, proprio perché voluto da Maria Teresa.
• 1754 Maria Teresa d’Austria ordina
l’istituzione di una Biblioteca universitaria.
• 1763 la Biblioteca si realizza, con una
sede provvisoria presso il Collegio
Ghislieri.
• 1770 Kaunitz dispone che si allestiscano
dei
locali
appositi
all’interno
dell’Università.
• 1772 i lavori sono compiuti.
• 1778 la Biblioteca è trasferita in
Università in una sala al piano superiore occidentale del Cortile di Volta.
• 1788 in seguito alla costruzione del
Cortile delle Statue, al piano superiore
si effettua il prolungamento del Salone
Teresiano verso Sud.
• Osserva l’interno della Biblioteca, rifletti sulla sua funzione, quindi scegli
tra le seguenti affermazioni quella che ritieni più corretta.
a) L’ampio spazio è interamente destinato alla raccolta e conservazione dei libri.
b) La sala è prevalentemente occupata da grandi tavoli per lo studio.
c) La sala è concepita sia per la raccolta dei libri di tutte le discipline, nelle librerie
a tutta parete, sia per la consultazione dei libri stessi, con tavoli e sedie in corrispondenza delle fonti luminose.
• Ritieni che l’attuale disposizione della Biblioteca corrisponda idealmente al
progetto originario?
SI
NO
• Se sì, da che cosa lo deduci?
a) Dallo stile degli arredi.
b) Dalla disposizione delle luci.
c) Dal principio al quale si ispira la Biblioteca, che le nozioni devono essere
controllabili sui testi.
27
AULA
DELLE
LAUREE (AULA FOSCOLO)
(Costruita al piano superiore, nell’edificio che divide il Cortile dei Caduti dal Cortile Volta)
Architettura conclusa nel 1775.
Grandi ritratti di Maria Teresa e Giuseppe II sulla parete di fondo: 1779.
Affreschi alle pareti con i simboli delle Facoltà, Medaglione al soffitto raffigurante Minerva: 1782 - 83.
Prima della riforma settecentesca le lauree venivano conferite nel palazzo vescovile.
Il Vescovo infatti era la massima autorità fin dalla fondazione dell’Università ed era
indicato con il titolo di Cancelliere.
Maria Teresa e Giuseppe II intendono ricondurre le cerimonie universitarie all’autorità imperiale, destinando un’aula alle lauree e alle pubbliche funzioni, prestigiosa,
come si conviene alla sua funzione.
Ugo Foscolo, al quale l’aula venne poi dedicata, qui tenne una famosa prolusione
nel 1809.
L’aula voluta dai sovrani austriaci rispondeva a più obiettivi.
• Scegli tra le seguenti affermazioni quelle che ritieni corrette:
1)
2)
3)
4)
28
Ricondurre il conferimento delle lauree alla istituzione universitaria
Confermare l’autorità del governo imperiale sull’Università
Dare prestigio all’Università con un edificio elegante per le cerimonie ufficiali
Rispondere all’esigenza di un’aula più ampia per le lezioni più frequentate
V
V
V
V
F
F
F
F
• Osserva ora le piante dell’Università come si presentavano alla fine del
Settecento.
Pollach - Rilievo del piano terreno
Pollach - Rilievo del piano terreno
Da L. Erba, Guida… op. cit, 1976, pp. 46 e 47
• Rileggi le descrizioni degli edifici esaminati (pp. 23,25,26), sottolinea tutte
le espressioni che permettono di localizzarli, individuali nelle due piante e
indicali con le sigle sotto riportate.
Il Teatro di Fisica (T F)
Il Teatro di Anatomia (A)
La Biblioteca (B1 = Salone Teresiano; B2 = prolungamento verso Sud nel Cortile
delle Statue)
L’ Aula Foscoliana (A F)
29
In una stampa del 1897 vengono presentati i disegni di quattro fasi della
costruzione della facciata dell’Università, che rispecchiano successive sistemazioni interne.
• I quattro disegni sono stati messi in disordine. Avvalendoti dei dati che già
conosci, rimettili in ordine cronologico inserendo i numeri progressivi
nei cerchietti.
Disegni scomposti dalla litografia tratta dall’opuscolo “La strada delle Catene” di P. Pavesi stampato a Pavia dal
“Premiato stabilimento tipografico successori Bizzoni” nel 1897.
Cfr. C. Sinistri e C. Belloni, Pavia nelle sue antiche stampe, Pavia 1992 p. 203.
• Verifica la tua scelta con la storia della costruzione della facciata.
La parte più antica dell’Università è quella a Nord, che corrisponde ai due cortili di Volta e dei Caduti. Essa
ebbe inizialmente un aspetto quattrocentesco, poi un’intonacatura nel Seicento
Nel 1775 cominciarono i lavori di rifacimento sul progetto di Giuseppe Piermarini. A causa di problemi
economici il progetto venne semplificato e i lavori si conclusero nel giro di un anno.
Nel 1788 la facciata venne prolungata in corrispondenza del Cortile delle Statue ad opera di Leopoldo
Pollach. I due edifici, del Piermarini e del Pollach rimasero separati dalla Strada delle Catene fino al 1821.
Dal 1821 il Marchesi realizza il quarto lato del Cortile delle Statue e raccorda le due costruzioni per mezzo di
una torretta costituita da un grande portale ad arco, sormontato da una finestra, pure ad arco, e conclusa con
un attico con orologio. In seguito, mantenendo il disegno di Leopoldo Pollach, Giuseppe Marchesi prosegue
la facciata fino all’angolo con la Contrada di San Martino in Pietra Lata, l’attuale via Mentana.
Nel 1961 viene rimaneggiato l’ingresso principale, ai lati del quale vengono posti due medaglioni a rilievo, di G. Scapolla, con le effigi di Lotario e di Galeazzo Visconti, le figure di maggior rilievo legate alle
origini dell’Università.
Testo ridotto e adattato da L. Erba, Guida…, op. cit. pp. 98-104
30
La facciata dell’Università, quale si presenta oggi, è il risultato di più interventi: del Piermarini per la parte Nord, fino all’ingresso principale, e del Pollach,
con il prolungamento del Marchesi, per la parte Sud, alla destra dell’ingresso.
• Osserva attentamente il disegno che hai individuato come ultimo in ordine
di tempo nell’esercizio precedente e trova gli elementi che caratterizzano le
due facciate, quindi compila la seguente tabella con i termini riportati sotto.
Facciata del Piermarini
Facciata del Pollach / Marchesi
1 Facciata a due piani scandita in larghezza da lesene verticali.
2 Facciata a due piani scanditi da una cornice orizzontale che separa i due ordini di
finestre.
3 Cornici marcapiano che segnano l’Attico.
4 Due portoni d’ingresso ad arco.
5 Due portoni d’ingresso ad architrave.
6 Portoni sovrastati da architrave con cornice sporgente.
7 Portoni fiancheggiati da quattro paraste che sorreggono un timpano triangolare.
• Utilizzando le tue osservazioni prova a descrivere l’intera facciata.
Concludi con una valutazione personale sull’accostamento dei due stili.
Ti sembra armonioso?
31
VERIFICA 2a PARTE
• Il seguente testo contiene informazioni tratte dai documenti presentati
all’inizio del capitolo.
Inserisci le note al testo, indicando il numero del documento e/o la pagina
da cui si ricavano le informazioni.
La riforma didattica e scientifica attuata da Maria Teresa d’Austria nel 1771 (1) e
destinata a valorizzare l’Università e a promuovere l’immagine dello Stato e dei
suoi Sovrani (2), favorisce interventi architettonici, destinati a cambiare in modo
sensibile il volto della città.
Sul piano scientifico la riforma degli studi è ispirata ai criteri della utilità e del progresso
e al conseguente miglioramento della qualità della vita dei cittadini (3).
La didattica sperimentale esige la disponibilità di nuovi spazi per i laboratori e per la
verifica delle nozioni (4). Gli interventi architettonici, sempre rigorosamente fatti sotto
il controllo dei funzionari imperiali, si ispirano a criteri di utilità e di risparmio. Dove è
possibile si preferisce utilizzare spazi preesistenti, adattandoli alle nuove esigenze. (5).
Il Governo di Vienna spesso interviene nelle scelte e nei progetti, che vengono affidati ad architetti italiani, come il Piermarini, o attivi in Italia, come l’austriaco Pollach (6).
Questo fervore edilizio si esprime soprattutto nel palazzo dell’Università, che negli
anni 70-80 viene ampliato, inglobando progressivamente gli edifici dell’ex monastero del Leano (7).
Vengono realizzati la Biblioteca Universitaria (8), il Teatro di Fisica (9), il Teatro di
Anatomia (10), la sala per le pubbliche funzioni (11).
Maria Teresa e Giuseppe II intendono far sentire la presenza e l’autorità dello Stato
nell’Istituzione universitaria. La Regia università conferisce le lauree nella sala delle
pubbliche funzioni dove campeggiano i ritratti di sovrani, sottraendo la cerimonia al
Vescovo (12).
1. doc. n°………. pag ……..
2. ………………………….....
3. ………………………….....
4. ………………………...…..
5. ………………………….....
6. ………………………….....
7. ………………………….....
8. ………………………...…..
9. ……………………...……..
10. ………………………...…..
11. ………………………….....
12. ………………………….....
32
TERZA PARTE
L’Università e la città
Doc. A
Come in altri Stati dell’Impero Asburgico, anche in Lombardia già dal 1767 si manifesta la volontà di Maria Teresa di intervenire sulla struttura del sistema degli ordini religiosi regolari, i monasteri, considerati “inutili”, se non addirittura di intralcio,
alle nuove esigenze della società.
Per la cura delle anime si preferisce sostituire il clero regolare, con il clero secolare, considerato più dotto e più esemplare nel comportamento.
Inoltre la proprietà ecclesiastica è considerata un ostacolo ad una sana economia,
l’esenzione dalle tasse risulta intollerabile, il numero del clero eccessivo.
Alla Chiesa, ritenuta colma di ricchezze immobilizzate, inutili o sprecate si vuole
sottrarre parte di tali ricchezze, e con esse anche una fonte di potere.
Il ricavato deve essere utilizzato per la fondazione di ospedali, per sussidi a medici chirurghi ed ostetriche, per l’assistenza agli infermi e alle puerpere, per gli orfanotrofi e per le istituzioni di studio.
Testo ridotto e adattato da Paola Vismara Chiappa,
La soppressione dei conventi e dei monasteri in Lombardia, in Economia,
istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa,
vol 3 ed Il Mulino, 1980, pp. 481-497
• Quale giudizio esprime il Governo asburgico sui monasteri della
Lombardia?
a) Sono un’eredità di peso per la società
b) Sono di ostacolo allo sviluppo economico
c) Devono essere restaurati
d) Sono pochi
• Secondo Maria Teresa a quali scopi può essere meglio destinata parte della
ricchezza dei beni ecclesiastici?
a) Istituzioni mediche
b) Istituzioni sociali
c) Donazioni per i più poveri
d) Istruzione
33
Doc. B
La Chiesa possedeva a Pavia circa il 31% delle terre (Ordini religiosi, Abbazie,
Parrocchie…). Più dei tre quarti di queste risorse erano destinati a Ordini religiosi e
Abbazie, e meno di un quarto andava a sostenere le Parrocchie, il clero secolare e la
cura di anime.
Il Governo asburgico intervenne in profondità su questo assetto.
Le Parrocchie della città nel 1788 furono ridotte da 30 a 13 con una più equilibrata
ripartizione della popolazione: circa 2000 abitanti per parrocchia. Divennero parrocchie le chiese più ampie e salubri, mentre vennero chiuse o destinate ad altro ruolo
alcune delle vecchie parrocchiali. Nel complesso il numero degli edifici di culto pavesi fu ridotto drasticamente.
I Conventi e i Monasteri pavesi subirono a loro volta una notevole riduzione. Furono
concentrati gli istituti con pochi religiosi e soppressi i conventi “inutili” (contemplativi, non addetti ad opere assistenziali o di insegnamento) e quelli i cui edifici si fossero mostrati particolarmente adatti a ospitare istituti di istruzione o di assistenza che
lo Stato intendeva potenziare.
La città di Pavia vede così la realizzazione di una città di servizi collocati nei grandi contenitori svuotati dei religiosi: a S. Felice furono collocati gli Orfanotrofi; sull’area del
Convento di S. Francesco fu costruito il Collegio Germanico Ungarico per gli universitari
di quei due paesi, nel Convento di S. Epifanio fu sistemato l’Orto botanico, nel Convento
di S. Tommaso il Seminario generale per la Lombardia austriaca, nel Convento delle
Clarisse il Collegio universitario Calchi, nel Monastero del Leano si ampliò l’Università.
• Leggi i primi tre paragrafi del testo, quindi scegli tra le seguenti
affermazioni quella che li sintetizza correttamente:
a) A Pavia e nel suo territorio furono soppressi tutti gli ordini religiosi in quanto
inutili alla società.
b) Furono soppressi numerosi monasteri e ridotto il numero delle parrocchie in città.
c) Furono soppressi i monasteri e risparmiate le parrocchie.
• Leggi il paragrafo 4, quindi completa la seguente tabella
E DIFICI
SOPPRESSI
N UOVA
U NIVERSITÀ
DESTINAZIONE
C OLLEGI
UNIVERSITARI
A LTRI
USI
• Come viene definita nel doc. B la fisionomia di Pavia dopo la riforma teresiana?
Cerca nel testo e trascrivi l’espressione riferita alla città.
34
Doc. C
Maria Teresa e Giuseppe II erano decisi non solo a ridurre le ordinazioni religiose
ma anche a migliorare la qualità del clero, almeno sotto il profilo culturale e intellettuale.
Nel 1772 Maria Teresa, affinchè “l’Università di Pavia sia il modello della disciplina e
il mezzo per cui aver prova delli principi e delle massime, segnatamente per quella
parte del clero che aspira a’ benefizi”, stabiliva che tutti gli ecclesiastici concorrenti a
cariche di rilievo conseguissero la laurea in Teologia.
A ciò mirano i due provvedimenti fondamentali del 1786 e 1787, l’istituzione del
Seminario generale di Pavia e “l’editto parrocchiale”, che ordina siano conferiti ordini sacerdotali solo a chierici destinati alla cura d’anime e che abbiano compiuto gli
studi teologici presso la facoltà di Pavia.
In vista di ciò in Pavia, nel Convento di S. Tommaso, da cui vengono allontanati
i domenicani, viene allestito un Seminario generale, capace di ospitare quasi 600
chierici.
Dal 1786 la città diventa così il centro della formazione sacerdotale per tutta la
Lombardia austriaca.
Per i doc. B e C testi ridotti e adattati da: X. Toscani, La Chiesa di Pavia in età moderna,
in Storia di Pavia, Banca del Monte di Lombardia, vol IV tomo II pp. 379-384
Qual è il progetto dei Sovrani per il Clero?
• Leggi attentamente il testo, quindi metti in relazione le espressioni di
sinistra con quelle elencate a destra.
Finalità
Provvedimenti
Ridurre le ordinazioni religiose
Laurea in Teologia obbligatoria
Migliorare l’istruzione del Clero
Istituzione di un Seminario generale
Favorire la frequenza della facoltà di Teologia
Selezione del clero in base all’istruzione
Quale ruolo assume Pavia con la sua Università nella formazione del Clero
dello Stato di Milano?
• Cerca nel testo e trascrivi la risposta.
35
• Osserva le due piante di Pavia che ti vengono proposte per confrontare
l’immagine della città prima e dopo gli interventi di riforma del governo
asburgico.
PRIMA PIANTA: “PLAN DE PAVIE et de son Fauxbourg en 1768”
Incisione 22,3 x 33,5 tratta dal volume Voiage en Italie (Tomo 2 tav. 1) di Josef Jerome De Lalande, stampato a Parigi
nel 1768. (Pubblicata in: C. Sinistri – C. Belloni, Pavia nelle sue antiche stampe, Pavia 1992, p. 113)
La pianta ha 38 richiami a destra che vengono trascritti qui di seguito per consentirne la lettura, mentre risultano illeggibili se non su un originale conservato presso i
Musei Civici di Pavia, i riferimenti sulla pianta.
A
B
C
D
E
F
G
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
36
Porta Borgorato
Porta Santa Giustina o di Cremona
Porta Milano
Porta Calcinara
Porta Ticino
Porta Salera
Porta Nuova
Baloardo Calcinara
Baloardo S.ta Margherita
Baloardo Borgoratto
Piattaforma Broglio
Baluardo Santo Stefano
Il Castello
Baloardo di S.ta Maria in Pertica
Baloardo di S. Epifanio Giardino
Baloardo di S.ta Gioustina
Baloardo della Darsena
Piattaforma Borromea
Piattaforma di Porta Nuova
Piattaforma di Ponte Ticino
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Il Duomo
Regisole
Strada Nuova
Università
Collegio del Papa
Piazza del Collegio
Collegio Borromeo
S. Michele Maggiore
S. Giovanni in Borgo
Il Carmine
S. Pietro in Ciel d’Oro
Collegio Nuovo
Ospitale Maggiore S. Matteo
Palazzo Botta
Palazzo Mezzabarba
Palazzo del Vescovo
Palazzo del Pubblico, e pretorio
Palazzo Belisomi
SECONDA PIANTA della “CITTA’ DI PAVIA” 1810
Incisione 22,5 x 16,5 di Giovita Garavaglia. La pianta compare nel volumetto “Il Cronologo del Ticino. Almanacco
storico dilettevole. Anno II, 1811”, stampato a Pavia da Giovanni Capelli. (Cfr. C. Sinistri C. Belloni, op. cit. p. 130).
PARROCCHIE
1
2
3
4
5
Cattedrale
S. Maria del Carmine
S. Teodoro
S. Michele
S. Francesco
CHIESE SUSSIDIARIE
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
S. Gio. Donato
S. Gervaso
Gesù
S. Giorgio
S. Agata
S. Primo
S. Luca
S. Giacomo e Filippo
S. Marino
Canepanova
La pianta ha 54 richiami su 6 colonne che vengono
trascritte a lato e sotto l’immagine.
16 Palazzo Vescovile
17 Tribunato di 1a
Istanza e Amministraz.
Municipato o Carceri
18 Giudicatura di Pace e
Commissariato di
Polizia
19 Archivio Notarile
20 Orfanotrofio
21 Teatro
22 Collegio Caccia
23 Ufficio del Registro
o Posta delle lettere
24 Pio Luogo Pertusati
25 Ra Scuola di Artiglieria
26 Fonderia Reale
27 Arsenale
28 Regia Scuola Militare
29 Congregaz. della
Carità
30 Ospedale Civico
31 Pio Luogo degli
Esposti
32 R.a Intendenza di
Finanza
33 Seminario Vescovile
34 R.a Università
35 Scuole Elementari
36 Orto Botanico
38 Pio Ritiro S.ta
Margherita
39
40
41
42
43
44
45
46
Ospitali Militari
Casa del Consiglio
Collegio Germanico
Seminario Generale
S. Dalmazio
Torchio
Collegio Calchi
Salimbene
47
48
49
50
51
Ponte Ticino
Porta Calcinara
Porta Borgorato
Porta S. Vito
Porta S. Maria
in Pertica
52 Porta S.ta Giustina
53 Porta Nuova
54 Porta Salara
37
• Prendi in esame i luoghi della città elencati nelle due piante.
Escludendo i riferimenti alle mura, segna negli elenchi con colori diversi le
tipologie presenti nella tabella, quindi inserisci i numeri come nell’esempio.
TIPOLOGIE DI EDIFICI
PIANTA
DI
PAVIA
DEL
1768
PIANTA
DI
PAVIA
DEL
TOT.
TOT.
Chiese
1810
1, 8, 9, 10, 11
15
Palazzi dei Nobili
Vie – Piazze
3, 6
2
Università – Collegi
Scuole
Istituzioni amministrative
e giuridiche
Servizi sociali
Ospedali
• Esamina i dati che hai ricavato, rifletti sulla città descritta nella pianta del
1768, prima della Riforma Teresiana, e su quella del 1810, posteriore alla
riforma e già in epoca napoleonica, quindi riferisci le seguenti affermazioni alla data che ritieni corrispondente.
TIPOLOGIE DI EDIFICI
CITTÀ
NEL
1768
CITTÀ
NEL
1810
L’architettura dei servizi assume
nella città una importanza rilevante.
Lo Stato gestisce la città con le proprie
istituzioni e con servizi destinati
a tutti i sudditi.
La città è imperniata tradizionalmente
su edifici religiosi e palazzi della nobiltà,
con l’Ospedale, l’Università e i Collegi
di antica istituzione.
• Concludi scegliendo nella seguente affermazione i termini corretti:
Pavia dopo gli interventi del governo asburgico è una città di concezione antica
/ moderna, dove gli uffici amministrativi, i servizi, gli ospedali e le scuole sono
numerosi / assenti e rivolti solo ai nobili / a tutti.
• Confronta la fisionomia della città di allora con quella di oggi, anche
ritornando sulla pianta della città attuale, discutendone in classe.
Cfr. A. Scotti, L’architettura delle “istituzioni” a Pavia nell’età teresiano-giuseppina, in Annali di storia pavese, 4/5, 1980, p. 257-73
38
VERIFICA 2a E 3a PARTE
• Completa la seguente mappa concettuale inserendo opportunamente i
termini riportati sotto.
Governo asburgico
Riforma Università
Riorganizzazione Clero
Innalzamento culturale
Conversione d’uso edifici
Aule laboratorio
Università
Seminario
Collegi
1.
2.
3.
4.
5.
Didattica sperimentale
Istituzione di servizi sociali
Obbligo di frequenza alla facoltà di Teologia
Rinnovamento edilizio nella città
Soppressione di alcuni monasteri
39
QUALCHE CURIOSITA’
La prima donna laureata
Nel Cortile Volta, al piano terra, nel muro occidentale, ai lati dell’ingresso all’aula
delle studentesse, si trovano due lapidi che ricordano un evento eccezionale per i
tempi ai quali si riferiscono.
La lapide di sinistra ricorda che l’Università di Pavia conferisce per la prima volta la
laurea a una donna:
Maria Pellegrina Amoretti, di Oneglia il 25 Giugno 1777 si laurea in legge.
E’ una vera rivoluzione di costumi!
La novità suscita ancora perplessità tra gli uomini di cultura del tempo: ne abbiamo
testimonianza da una lettera che Gregorio Fontana, matematico, figura di rilievo nel
panorama culturale del tempo, Prefetto della Biblioteca Teresiana, scrive all’amico
Gregorio Amaduzzi, erudito romano:1
Pavia, 16 luglio 1777
“Voi mi parlate della ragazza piemontese Amoretti, laureata qui il 25 giugno in Legge.
Che volete che io vi dica? Tutto fu cabala e intrigo. Rifiutata la di lei dimanda
dall’Università di Torino, si tentò ogni mezzo per riuscire in questa nostra, e la cabala trionfò di tutti gli ostacoli. La povera ragazza senza la minima cultura di belle lettere e di filosofia (che sarebbe l’unico studio che le fosse potuto convenire come
donna) ha mostrato di sapere il cattivo libro delle Istituzioni Civili di Bruni, ed anche
questo assai mezzanamente…
… Sarà eternamente una gran macchia per la nostra Università!”
In realtà si sa che la Amoretti a dodici anni conosceva molto bene la lingua latina e
greca e che a 16 sostenne pubblicamente alcune tesi di filosofia.
Una voce opposta è quella del poeta Giuseppe Parini che addirittura dedica un’ode
al merito della giovane donna.
I versi più significativi sono riportati nella seconda lapide esposta in Università.
1
Cfr. Paola Piccinini, Per un epistolario di Gregorio Fontana. Le lettere di Giovanni Cristofano Amaduzzi, Tesi di
laurea, Università degli Studi di Pavia, Anno acc. 1990-91, rel Prof. Xenio Toscani.
40
Il museo dell’Università:
Il Gabinetto di Fisica
di Alessandro Volta
Nell’angolo Nord-Ovest del Cortile dei Caduti si trova l’ingresso al Museo
dell’Università.
Qui troviamo ricostruito il Gabinetto di Fisica realizzato da Alessandro Volta, con una
serie di apparecchi da lui inventati, come l’elettrofono, la pistola elettrica e la pila,
che lo ha reso famoso.
A. Volta comincia ad insegnare fisica all’Università di
Pavia nel 1778.
Allora l’insegnamento della
fisica faceva parte della
facoltà di filosofia, di cui lo
stesso Volta divenne Preside.
Durante questo periodo
Volta si propone di ampliare
il gabinetto di fisica, chiedendo al governo asburgico
fondi e attrezzature.
Il 18 marzo 1779 Volta scrive a Firmian:
“… Io per parte mia non mancherò di promuovere l’ingrandimento, e sol che la corte e
il real governo mi secondi, in termine di pochi anni spero di poter completare il gabinetto di fisica, che nulla manchi all’istruzione dei giovani e alle curiosità dei forestieri e
faccia l’ammirazione di tutti”.
Volta ottiene l’approvazione di Firmian, che si interessa al progetto di ampliamento e
fornisce fondi e attrezzature necessari.
In seguito, Volta chiede al Kaunitz la costruzione di un teatro di fisica, indispensabile
per le lezioni.
“Manca alla fisica il teatro per le pubbliche esperienze, che si fanno ora dal professore
nella sala delle macchine, che pur non basta a tutte contenerle.
Annesso al teatro fisico o alla sala delle macchine, ci vorrebbe una stanza come bottega,
ossia stanza dove tenere lime, seghe, martelli ed altri utensili necessari per l’istantanea
riparazione e accomodamento delle macchine”.
Nel 1785 iniziano i lavori per la costruzione del Teatro di Fisica, che sarà completato nel 1788.
Alla fine del secolo, quando la Lombardia passa a Napoleone, Volta fa la scoperta che
lo renderà famoso: la pila.
Cfr. Alessandro Volta. Edizione Nazionale delle Opere e dell’Epistolario, a cura di F. Bevilacqua, G. Bonera e L. Falomo,
Milano: Hoepli 2002
41
Gli eventi esposti nelle due pagine precedenti e le modalità in cui si sono
svolti fanno riflettere sul clima culturale, segnato dall’ illuminismo, che si era
instaurato presso l’Università di Pavia
• Rileggi la documentazione relativa alle lettere scritte nelle due circostanze,
quindi scegli tra le seguenti affermazioni quelle che ritieni corrette e indica con le lettere corrispondenti a quale scritto si possono riferire.
A= Lettera di Gregorio Fontana a Cristoforo Amaduzzi (Laurea di M. P. Amoretti)
B= Lettera di Alessandro Volta a Firmian a Milano
C= Lettera di Alessandro Volta a Kaunitz a Vienna
Sotto il governo asburgico l’Università di Pavia risentì di quel clima politico definito
“dispotismo illuminato”. I sovrani austriaci interferirono con precise direttive nella
riforma degli studi, nell’indirizzo scientifico delle discipline, nella creazione delle
strutture di supporto alla didattica, e nella razionalizzazione delle risorse economiche
che non ammetteva sprechi.
In un contesto in cui la “ragione” più che la tradizione dettava nuove regole, si colloca anche il conferimento della laurea ad una donna, quando in altre Università
era ancora sconveniente e nonostante l’opposizione dei tradizionalisti ( ).
Chi, come A. Volta, in Università faceva ricerca sapeva di poter contare sull’appoggio del governo per ottenere gli strumenti necessari all’insegnamento ( ) e
le strutture per attuare una didattica di tipo sperimentale ( ).
Qualificando il proprio insegnamento l’Università diventava il più importante riferimento per l’istruzione dei giovani. Inoltre, suscitando “la curiosità dei forestieri e
l’ammirazione di tutti”, dava lustro allo Stato che la sosteneva ( ). (1)
L’Università con la riforma divenne l’istituzione moderna che concepiamo oggi, luogo
dove si fa la ricerca, si trasmettono le conoscenze per preparare sia dei professionisti sia dei ricercatori che portino avanti le frontiere della scienza. (1)
1
Cfr: G. Guderzo, La riforma dell’Università di Pavia, in Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria
Teresa, III, Bologna 1982, p. 846
42
CRONOLOGIA
STORIA DELL’UNIVERSITÀ
STORIA DI PAVIA
STORIA GENERALE
III – II sec. a.C. Conquista romana dell’Italia Cisalpina.
Negli ultimi anni dell’Impero
Romano Pavia diventa un centro militare molto importante: qui
si svolgono fatti importanti per i
cambiamenti politici dell’epoca.
Durante il regno dei Goti a Pavia
esistono scuole per l’insegnamento della retorica, della filosofia e
del diritto. Inoltre vengono trascritti codici con diverse grafie.
I Longobardi scelgono Pavia
come capitale e favoriscono lo
sviluppo della cultura. Presso il
Palazzo reale esiste una cancelleria, dove vengono studiate le
leggi, sia quelle tramandate oralmente sia quelle del Diritto
Romano sia quelle di altri popoli.
Da questa cancelleria nel 643
esce l’Editto di Rotari.
Il Palazzo Reale è un importante centro di studi di Diritto.
La Cattedrale, nell’ambiente del
Vescovo riunisce gli studiosi di
Letteratura e di Retorica.
89 a.C. Pavia (Ticinum) è fondata dai Romani.
408 Onorio a Pavia sconfigge e
manda a morte Stilicone.
I ROMANI
Repubblica - Impero.
Crisi dell’Impero Romano
d’Occidente.
476 Odoacre pone l’assedio a
Pavia e vi sconfigge Oreste.
476 Caduta dell’Impero Romano
d’ Occidente.
489 Teodorico, re dei Goti, sconfigge a Pavia Odoacre ed entra in
città, scegliendola come capitale,
insieme a Ravenna e a Verona.
I GOTI
492 Teodorico prende Ravenna
e uccide Odoacre.
Teodorico amplia le mura, fa
costruire le terme, un anfiteatro
e il Palazzo Reale, centro amministrativo e intellettuale del
regno.
571 Alboino, re dei Longobardi,
dopo un assedio di tre anni, s’impadronisce di Pavia, che diventa
città capitale.
643 Editto di Rotari:
Le prime leggi scritte
Longobardi.
dei
I LONGOBARDI
568 I Longobardi calano in Italia
guidati da Alboino.
Si succedono alla guida dei
Longobardi molti re:
Clefi, Autari, Agilulfo…
Rotari…
Grimoaldo…
Liutprando (712 –744)…
754 / 756 Re Astolfo è assediato
per due volte a Pavia dal re dei
Franchi Pipino (chiamato in Italia
dal Papa contro i Longobardi).
Astolfo
773 Carlo Magno, figlio di
Pipino, pone l’assedio a Pavia.
Desiderio
Alcune chiese cittadine (S. Giovanni
Domnarum, S. Michele, S. Primo, S.
Giovanni in Borgo) sono luoghi
per lo studio della Grammatica.
Presso San Pietro in Ciel d’Oro
esiste una scuola studi letterari,
filosofici e teologici di grado elevato organizzata da un celebre
studioso: Dungalo.
774 A Pavia Carlo Magno sconfigge Desiderio e assume il titolo
di re dei Longobardi.
I FRANCHI
800 Carlo Magno viene incoronato dal Papa Imperatore del
Sacro Romano Impero.
814 Carlo Magno muore.
Gli succede il figlio Lodovico il
Pio, che conferisce il titolo di re
d’Italia al figlio Lotario.
823 Lotario scende in Italia e
viene incoronato dal Papa
Imperatore e Re d’Italia.
43
825 Editto di Lotario: istituzione
di centri di studio per porre rimedio alla decadenza della cultura.
Nell’ 825 l’imperatore Lotario I
riconosce ufficialmente la scuola
di Dungalo.
Si delinea la divisione dell’Impero
in tre regni (Germania Francia
Italia) più il titolo imperiale.
Lotario ordina che i giovani di
Milano, Brescia, Lodi, Bergamo,
Novara, Vercelli, Tortona, Acqui,
Genova, Asti e Como per la loro
istruzione si rechino a Pavia.
IMPERO e REGNO ITALICO
Si succedono i Re d’Italia, spesso
incoronati a Pavia, nella chiesa di
S. Michele
Papa e Imperatore si contendono
la suprema autorità.
In epoca comunale Pavia si
mantiene “ghibellina”, cioè sostenitrice dell’Imperatore (Federico
Barbarossa è l’ultimo imperatore
incoronato Re d’Italia a Pavia).
Lotta fra COMUNI e IMPERO
Passaggio
dai COMUNI alle SIGNORIE
1359 Pavia si consegna
Visconti, Signori di Milano.
Nel 1361 Galeazzo II Visconti
ottiene dall’imperatore Carlo IV
l’autorizzazione a fondare a Pavia
una Università: nasce così lo
“Studium generale” (università) di
Diritto Civile e Canonico, di
Filosofia, Medicina e Arti liberali.
Manca una sede per l’Università.
Per più di cento anni le lezioni si
svolgono nei conventi, nelle case
dei docenti o in case private
prese in affitto.
Tra il 1485 e il 1490 Ludovico il
Moro dona all’Università un casa,
appartenuta ad Azzone Visconti.
L’edificio si affaccia su Strada
Nuova
ed
è
adiacente
all’Ospedale San Matteo.
Le vicende storiche dei sec. XVI
e XVII determinano una decadenza della città e un arresto
dello sviluppo dell’Università.
Tuttavia vengono istituiti i primi
collegi universitari per ospitare
gli studenti provenienti da tutta
Europa.
44
ai
1360 Galeazzo II Visconti ottiene
per sé e per il figlio Giangaleazzo
dall’ imperatore Carlo IV il diploma di Vicario Imperale.
1450 Francesco Sforza è nominato Duca di Milano.
1450 Nel Ducato di Milano, di
cui fa parte la Contea di Pavia,
gli Sforza succedono ai Visconti.
1476 Ludovico il Moro diventa
Duca di Milano e Conte di Pavia.
I FRANCESI
1494 Carlo VIII di Francia scende in Italia.
1499 Luigi XII entra in Pavia.
Luigi XII rivendica diritti ereditari sul Ducato di Milano.
1500 Ludovico il Moro caccia i
Francesi, ma è fatto prigioniero e
muore in Francia.
Pavia vive sotto la dominazione
francese anni di stenti.
1525 Gli Spagnoli vincono i
Francesi nella battaglia che si
svolge nel Parco del Castello.
La città è stremata dalla guerra e
impoverita dai saccheggi.
FRANCIA e SPAGNA si contendono il dominio dell’ Italia.
1515 Francesco I re di Francia si
proclama Duca di Milano, scende
in Lombardia e riprende il duello
con la Spagna, che culmina nel
1525 con la Battaglia di Pavia.
GLI SPAGNOLI
1701 Inizio delle guerre di successione.
1713 ll Principato di Pavia passa
sotto l’impero degli Asburgo
d’Austria e perde la Lomellina,
che passa al Regno Sardo, sotto
la dinastia dei Savoia.
GLI AUSTRIACI
1713/14 Il trattato di UtrechtRastatt: porta modifiche in Italia:
In Lombardia gli Austriaci si
sostituiscono agli Spagnoli.
1740 Pavia ha come sovrana
Maria Teresa d’Austria, che assocerà al trono il figlio Giuseppe II.
1740 Maria Teresa d’Asburgo,
alla morte del padre eredita il
titolo di Imperatrice d’Austria.
1748 Il Principato di Pavia perde
anche l’Oltrepò e il Siccomario
(al Regno Sardo).
1748 Pace di Aquisgrana: fine
delle guerre di successione in
Europa.
A Maria Teresa d’Austria viene
ufficialmente riconosciuto
il titolo di Imperatrice.
Per volontà di Maria Teresa si
attua la Riforma universitaria:
Piano di Disciplina (1771)
Piano Scientifico (1773)
L’Università viene rinnovata e
adeguata alle nuove esigenze
didattiche.
La soppressione di alcuni ordini
religiosi, particolarmente sotto
Giuseppe II, dopo il 1780, favorisce la conversione d’uso degli
edifici in strutture universitarie,
oltre che in servizi per la città.
Pavia segue la vicenda di
Napoleone e del Congresso di
Vienna.
NAPOLEONE
1797 Trattato di Campoformio.
L’Austria cede la Lombardia a
Napoleone.
1814 / 15
CONGRESSO DI VIENNA...
L. Erba, Guida… cit. 1976
L. Erba - G. Nidasio, Guida… cit. 1998
L. Erba, Il Neoclassicismo a Pavia dal
1770 al 1792, in Storia di Pavia, IV-II
Milano, Banca del Monte di Lombardia
1995, pp. 961-95
45
BIBLIOGRAFIA
L. Erba, Guida storico-artstica dell’Università di Pavia, Pavia, 1976.
L. Erba, Il Neoclassicismo a Pavia dal 1770 al 1792, in “Storia di Pavia” (a cura della
Società pavese di Storia Patria), Milano, 1995, IV/II.
L. Erba e G. Nidasio, Guida per ragazzi all’Università di Pavia, Pavia, 1998.
A. Ferraresi, Collezioni e Musei scientifici a Pavia tra Settecento e Ottocento, in
“Informascienza”, 1988.
A. Ferraresi, I luoghi della scienza: l’Università di Pavia tra Settecento e Ottocento, in
“Storia di Pavia”, cit., 2000, V.
G. Guderzo, La riforma dell’Università di Pavia, in “Economia, isituzioni, cultura in
Lombardia nell’età di Maria Teresa” (a cura di A. De Maddalena, E. Rotelli, G. Barbarisi),
Bologna, 1982.
P. Piccinini, Per un epistolario di Gregorio Fontana. Le lettere Di Giovanni Cristofano
Amaduzzi, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pavia, Anno acc. 1990-91, Rel. Prof.
Xenio Toscani.
A. Scotti, L’architettura delle istituzioni a Pavia nell’età teresiano-giuseppina, in “Annali
di storia pavese”, 4/5, 1980.
C. Sinistri e C. Belloni, Pavia nelle sue antiche stampe, Pavia, 1992.
X. Toscani, La Chiesa di Pavia in età moderna, in “Storia di Pavia”, cit., 1995, IV/II.
D. Vicini, Lineamenti urbanistici dal XII secolo all’età sforzesca, in “Storia di Pavia” cit.,
1996, III.
P. Vismara Chiappa, La soppressione dei conventi e dei monasteri in Lombardia, in “
Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa,” cit. 1980, III.
F. Bevilacqua, G. Bonera, L. Falomo (a cura di), Alessandro Volta. Edizione Nazionale
delle Opere e dell’Epistolario, Milano, 2002.
S. Zatti, L’architettura a Pavia nel XVII e XVIII secolo, in “Storia di Pavia”,cit., 1995, IV/II.
46
47
48