Una introduzione didattica al concetto di entropia Franco Bagnoli, Angelo Baracca 14 novembre 2006 1 Introduzione Il concetto di entropia, pur essendo fondamentale nello studio della termodinamica, rimane piuttosto ostico e di difficile visualizzazione. Vogliamo mostrare qui che attraverso l’analogia con il funzionamento di una semplice macchina meccanica, la ruota idraulica, si può introdurre e visualizzare l’entropia come l’analogo termodinamico della massa di acqua che fa muovere la ruota. 2 Ruota idraulica La ruota idraulica è una macchina conosciuta fina dai tempi più antichi, e studiata in senso ingegneristico fin dal ’500. (citare Smeaton), e del resto anche Sadi Carnot basò i suoi ragionamenti sull’analogia idraulica. Cerchiamo quindi di ripercorrere i fatti salienti. Una ruota idraulica è una macchina che converte l’energia gravitazionale e cinetica di una certa massa ∆m di acqua, che entra con velocità v1 ad una quota h1 e che viene scaricata con velocità v2 ad una quota h2 , in lavoro ∆L. Dato che la ruota idraulica funziona in continuo, usiamo qui il simbolo ∆ per indicare le quantità (lavoro, massa di acqua) che entrano in gioco per un certo intervallo di tempo ∆t fissato. Supponiamo inoltre che la ruota sia fatta abbastanza accuratamente da non avere delle fughe di acqua. Le ruote possono essere costruite in tante maniere: possono sfruttare solo l’energia gravitazionale, facendo entrare l’acqua a velocità v1 pressoché nulla, oppure possono sfruttare solo l’energia cinetica come per esempio le ruote a pale che vengono azionate da una corrente in un fiume. La domanda che si sono posti gli ingegneri dei secoli scorsi era: quale è la forma e la modalità di azione di una ruota idraulica tale da massimizzare il lavoro ∆L, date la quota dell’acqua in ingresso (supponendo per esempio di utilizzare un bacino montano), e la quota dell’acqua in uscita. Per prima cosa occorre un indicatore, definiamo quindi il rendimento η di una ruota come il rapporto tra il lavoro prodotto e l’energia ∆E1 dell’acqua in ingresso η= ∆L , ∆E1 dove 1 ∆E = ∆mv 2 + ∆mgh. 2 La conservazione dell’energia ci dice che ∆L = ∆E1 − ∆E2 , 1 e quindi si vede immediatamente che una prima maniera per aumentare η è quella di minimizzare ∆E2 , sia abbassando il più possibile l’altezza di scarico, sia diminuendo la velocità di uscita v2 . Non è immediatamente chiaro se invece conviene diminuire o aumentare la velocità di ingresso v1 , pescando l’acqua alla quota superiore o lasciandola cadere liberamente. Consideriamo il moto di una piccola porzione di acqua: questo si può suddividere tra moto ordinato, che è uguale per tutte le porzioni di acqua vicine e che corrisponde alla corrente, e moto turbolento, disordinato. Quest’ultimo è difficilmente convertibile in lavoro, perché cambia continuamente di direzione. Il moto ordinato tende a convertirsi in quello turbolento tutte le volte che una porzione di acqua ne incontra un’altra con un moto diverso, per esempio quando un flusso di acqua in movimento incontra altra acqua ferma. Questo è quello che avviene su una pala della ruota, e quindi conviene diminuire il più possibile la velocità dell’acqua in modo da diminuire questa dissipazione dell’energia. Dalle nostre considerazioni otteniamo quindi che la ruota con efficienza massima date le due quote h1 e h2 è quella che opera quasistaticamente, immettendo e scaricando l’acqua a velocità pressoché nulla. Una ruota idraulica può anche funzionare da pompa, facendola girare alla rovescia. La ruota con la massima efficienza è quella che converte tutta l’energia a disposizione (che per le considerazioni precedenti è ∆mg(h1 − h2 ) in lavoro. Facendola funzionare come pompa, tra le stesse quote di lavoro, una ruota di efficienza massima deve essere capace, con lo stesso lavoro, di ripompare la stessa quantità di acqua alla quota superiore. Vediamo quindi che massima efficienza equivale anche a reversibilità. È facile dimostrare per assurdo che tutte le macchine reversibili hanno la stessa efficienza, altrimenti potrei accoppiare una macchina reversibile con efficienza più alta ad una macchina reversibile che funziona come pompa, con l’unico risultato di riuscire ad estrarre lavoro senza perdita di energia dell’acqua. Possiamo adesso calcolare l’efficienza di una macchina reversibile: ηr = 3 ∆L ∆mg(h1 − h2 ) h2 = =1− . ∆E1 ∆mgh1 h1 Dall’idraulica alla termodinamica Adesso vogliamo sostituire la nostra ruota idraulica con una macchina termica che lavora tra due serbatoi di calore (analoghi ai bacini da cui si prende o si scarica l’acqua) alla temperatura rispettivamente T1 e T2 . L’analogia procede assumendo, con Joule, che il calore è una forma di energia. Il termine calore indica quella parte dell’energia scambiata attraverso processi termici. Per uniformità (e anche per includere nella trattazione le macchine termiche che lavorano in continuo), lo indicheremo con il simbolo ∆Q. La quantità ∆Q è ovviamente analoga all’energia ∆E = ∆mgh. Molte delle considerazioni fatte per le ruote idrauliche si applicano in maniera simile alle macchine termiche, soprattutto considerando che molte macchine termiche funzionano per mezzo di un fluido, come per esempio la macchina di Carnot. In particolare, anche per le macchine termiche si può definire l’efficienza η come rapporto fra lavoro prodotto ed energia in ingresso η= ∆L , ∆Q2 e il lavoro come differenza tra energia in ingresso ed energia in uscita ∆L = ∆Q1 − ∆Q2 . Come per le ruote, anche qui la massima efficienza si ha per trasformazioni quasistatiche e corrisponde ad una macchina reversibile. Di nuovo, tutte le macchine reversibili che operano tra serbatoi di calore alla stessa temperatura hanno la stessa efficienza. 2 Per il calcolo dell’efficienza di una macchina termica possiamo quindi usarne una particolare, e come al solito usiamo la macchina di Carnot, ottenendo η =1− T2 . T1 Dal confronto tra le efficienze delle macchine reversibili vediamo che l’analogo della quota h nelle ruote idrauliche è la temperatura T nelle macchine termiche. Avendo identificato il calore con l’energia trasferita e la quota con la temperatura, risulta evidente che l’entropia, ∆S = ∆Q/T è l’analogo della massa di acqua che passa nella ruota idraulica (a parte la costante g). Quindi, come una ruota idraulica funziona per mezzo dell’acqua che cade da una quota h1 ad una quota h2 , cosı̀ le macchine termiche funzionano per mezzo di un flusso di entropia che cade da una temperatura T1 ad una temperatura T2 . Risulta anche evidente la necessità di dover scaricare calore alla temperatura T2 : come l’acqua non può scomparire, cosı̀ l’entropia non si può distruggere. 4 Via dall’Eden Le macchine termiche reali però non sono reversibili. Analizzando le cause dell’irreversibilità (salti termici finiti, turbolenze, attriti) si vede che hanno la stessa origine di quelle che trasformano una ruota idraulica reversibile in una ruota idraulica reale. Diversamente dal caso meccanico, però, una macchina termica termina non reversibile scarica più entropia di quanta ne è entrata, mentre la ruota idraulica scarica sempre la stessa quantità di acqua. La differenza risiede nel fatto che l’acqua scaricata da una ruota idraulica non reversibile contiene più energia di quella scaricata da una ruota idraulica reversibile: infatti o esce con una velocità non nulla, o esce più turbolenta, o esce più calda a causa degli attriti interni. Alla fine, tutta questa energia sprecata va a finire in calore. Ma mentre il calore aggiunto nell’acqua di scarico non incrementa la sua massa, il calore aggiunto al calore di scarico incrementa la sua entropia. Se si volesse mantenere fino in fondo l’analogia tra acqua ed entropia, si dovrebbe forse considerare che, relativisticamente, l’energia cinetica (ovvero la temperatura) è massa per cui l’acqua di scarico, più calda, ha in realtà una massa (infinitesimamente) più grande della massa di acqua più fredda in ingresso nella ruota idraulica. 5 Temperatura assoluta L’espressione dell’efficienza per le ruote idrauliche, η= ∆E1 − ∆E2 , ∆E1 ci dice che questa non può essere maggiore di uno, a meno di non violare la conservazione dell’energia. Ma una volta sostituita la quota (o la temperatura), η =1− h2 , h1 la formula diventa arbitraria a meno di non stabilire una scala assoluta delle quote, cosı̀ come si fa per le temperature. Effettivamente, mentre la meccanica permette di stabilire uno zero arbitrario dell’energia potenziale, noi dobbiamo considerare che la minima quota a cui si può in teoria scaricare 3 acqua nel sistema gravitazionale terrestre è il centro della terra. E quindi dobbiamo misurare le quote da questo punto (h = 0) che corrisponde allo zero assoluto per le ruote idrauliche. Come per il caso termico, non possiamo effettivamente farlo perché i livelli energetici inferiori al livello del mare sono (in genere) già occupati. Il livello del mare (o del più vicino fiume o specchio d’acqua) rappresenta quindi la temperatura ambiente, e pompare acqua da un pozzo è un po’ come far funzionare un condizionatore. 6 Terzo principio della termodinamica Volendo, è pure possibile introdurre il terzo principio della termodinamica usando questa analogia. Dato che l’entropia corrisponde alla massa di acqua (densità per volume), che la temperatura corrisponde alla quota rispetto al centro della terra e che un serbatoio di calore corrisponde ad un contenitore di acqua, l’equivalente di un corpo isolato è un pianeta composto di sola acqua. Dato che l’acqua è incomprimibile, il volume V di acqua corrispondente ad una certa quota h è V = (4/3)πh3 , e quindi l’entropia va a zero a basse temperature. Possiamo anche definire l’analogo della capacità termica C, che misura come aumenta la temperatura di un corpo quando immettiamo del calore: C= ∆Q . ∆T Per l’analogia idraulica è meglio definire la capacità entropica χ= ∆S ; ∆T C = T χ. L’analogo idraulico del passaggio di entropia in un serbatoio di calore consiste nel versare acqua in un bacino. Quindi, l’equivalente idraulico di χ lo si ottiene sostituendo a ∆S la variazione della quantità di massa ∆m dell’acqua contenuta nel bacino, ed a ∆T la variazione di quota ∆h. Dato che l’acqua è incomprimibile, ∆m = ρ∆V , dove ρ è la densità dell’acqua e V il suo volume. L’incremento ∆V di quest’ultimo è dato dal prodotto tra la superficie S e la variazione di quota ∆h. Quindi, a parte delle costanti, χ, che corrisponde al rapporto ∆V /∆h rappresenta semplicemente la superficie S del bacino. Si noti che questa derivazione non implica che la superficie sia costante al variare dell’altezza. Quindi, l’analogia che a volte si fa in calorimetria tra capacità termica C e superficie di base di un contenitore, temperatura T e altezza del livello di calorico contenuto nel corpo può essere resa rigorosa definendo la quantità di entropia (invece della quantità di calore) contenuta nel corpo, e specificando come la capacità entropica χ varia con la temperatura. La capacità termica C = T χ non corrisponde al volume del bacino, perché questo implicherebbe bacino cilindrico che si estende fino al centro della terra. C è semplicemente il prodotto tra la quota del pelo libero dell’acqua (o dell’entropia) e la superficie del bacino stesso. Se consideriamo un pianeta come l’equivalente idraulico-gravitazionale di un corpo termicamente isolato, è facile mostrare come l’impenetrabilità dell’acqua fa sı̀ che la superficie χ diminuisca al variare della quota, χ = 4πh2 , cosı̀ come la “capacità termica” diminuisce quantisticamente con la temperatura. In particolare, a basse temperature C ' T 3 , che corrisponde al calore specifico dei fononi nell’approssimazione di Debye. L’impenetrabilità dell’acqua suggerisce direttamente il principio di esclusione di Pauli, che impedisce ai fermioni di condensare a temperatura zero, ma comunque anche un gas di bosoni a temperatura non nulla deve occupare livelli e quindi ha una sua superficie nello spazio dell’energia. 4 7 Uso razionale dell’energia L’analogia tra ruote idrauliche e macchine termiche si presta anche delle considerazioni sull’efficienza e sull’uso razionale dell’energia. L’esempio più eclatante è quello di una stufa elettrica. Se misuriamo l’efficienza di una stufa elettrica usando come lavoro prodotto l’energia termica irradiata, avremmo un rendimento quasi uguale ad uno. Ma se consideriamo che l’energia elettrica è stata prodotta magari con una centrale termoelettrica che magari scarica come rifiuto dell’energia termica alla temperatura generata dalla stufetta, e che la generazione di energia ed il suo trasporto hanno comportato molti sprechi, ecco che l’efficienza della stufetta diventa molto bassa. Ma proviamo a seguire l’analogo processo idraulico: dobbiamo creare acqua ad una certa quota (temperatura) usando dell’energia elettrica. L’unica maniera che abbiamo (teoricamente) è usare dei processi nucleari e convertire direttamente l’energia in materia. E’ subito ovvia l’insensatezza del procedimento, pensando che magari per produrre quella energia elettrica richiesta dal nostro laboratorio nucleare è stata utilizzata una centrale idroelettrica. È molto più efficiente usare una pompa per innalzare l’acqua, cosı̀ come nel caso termico è più efficiente usare una pompa di calore rispetto ad una stufetta. E in entrambi i casi, quando è fattibile, è ancora più efficiente utilizzare l’energia (o l’acqua) di scarto. Questa analogia si presta anche a favorire un ragionamento sulla necessità di mantenere pura l’acqua evitando di inquinarla, altrimenti questi scarti non sono più utilizzabili. 5