Scarica - Comune di Busto Arsizio

Comune di Busto Arsizio
Progetto Cariplo 2009
"Una famiglia per crescere.
Rete a sostegno dell'affido familiare”
Capofila
Comune di Busto Arsizio
Partner
Provincia di Varese
CAM (Centro Ausiliario per i problemi Minorili)
Cooperativa Stripes
Cooperativa L’abbraccio
Rete Di Progetto
Avulss
Avo
Dialogando
Cooperativa Davide
Progetto Pollicino
Il Girotondo
Il Piccolo Principe
Amici Della Guinea Bissau
Caritas Decanale
Giocando s’impara
Assessorato Cultura Ed Educazione
Un Mondo Di Sorrisi Colorati
B.A.Filmfactory
Onlus 55
L’informazione
Cartolibreria Boragno
1
INDICE
1. SINTESI DEL PROGETTO ………………………………………………………………
pag. 4
2. PREMESSA ……………………………………………………………………………….
pag. 7
3. CONTESTO PROGETTUALE ………………………………………………………….
pag. 8
3.1. Descrizione della realtà concreta nella quale il progetto si realizzerà ……
pag. 8
La storia del Servizio Affidi
…………………………………………………………..pag 8
Piano di Zona…………………………………………………………………………… pag 10
La rete territoriale ………………………………………………………………………
pag. 12
Le famiglie affidatarie …………………………………………………………………
pag .14
Swot Analysis …………………………………………………………………………..
pag. 19
3.2. Problema che si intende affrontare ………………………………………………
pag. 22
Albero dei problemi …………………………………………………………………
pag.24
Albero degli obiettivi …………………………………………………………………
pag. 25
4. IL CAMBIAMENTO CHE SI INTENDE PRODURRE ………………………………
pag. 26
4.1. Obiettivo generale ………………………………………………………..……….
pag. 26
4.2. Obiettivi specifici …………………………………………………………….….…
pag. 26
4.3. Risultati ……………………………………………………………….…………..…
pag. 26
4.4. I soggetti coinvolti nel cambiamento …………………………………………
pag. 29
5. STRATEGIA D’INTERVENTO ………………………………………………………
pag. 31
5.1. Le modalità di intervento ……………….……………………………………
pag. 32
5.1.1. Le riflessioni che hanno condotto alla scelta della strategia ……
5.2.
pag. 32
I vantaggi della strategia adottata rispetto alle possibili alternative…
pag.32
I fattori esterni che possono influire sull’esito dell’intervento ……….
pag.32
Le azioni del progetto ……………….……………………………………..
pag. 34
area 1. governo del sistema ……………….………………………………
pag. 34
1.1. coordinamento e gestione ………………………………………………. pag. 35
1.2. monitoraggio, valutazione e rendicontazione ……………………
pag. 37
1.3. contabilità e rendicontazione …………………………………………… pag. 38
area 2. sviluppo e qualificazione del servizio affidi ……………………
pag. 38
2
2.1.sviluppo dell’èquipe del servizio affidi ………………………………… pag.39
2.2. attivazione di interventi di tipo educativo ……………………………… pag.40
2.2.1.interventi di sostegno e accompagnamento educat.……… pag.41
2.2.2. laboratori espressivi ………………………………………..… pag.42
2.2.3. partecipazione alle attività di sensibilizzazione…………… pag.42
2.3. formazione alle famiglie ………………………………………………… pag.43
2.4. formazione agli operatori ……………………………………………… pag.44
2.5. “affidi speciali” ………..………………………………………………… pag.45
2.6. start up dell’associazione di famiglie ………………………………….. pag.47
2.7. individuazione e attivazione di una sede operativa ………………..
area 3. costituzione della rete dei servizi …………………………………
3.1. mappatura provinciale ………………………………………………
pag.48
pag. 49
pag. 51
3.2. costituzione di un coordinamento tecnico provinciale ………………. pag.51
3.3. costituzione banca dati famiglie provinciale …………..………………. pag.52
3.4. contatti con l’autorita’ giudiziaria e forze dell’ordine ………………
pag.53
area 4. sensibilizzazione e comunicazione sociale ……………………… pag. 54
4.1. programmaz. attivita’ di sensibilizz. e comunicaz. Sociale …….
pag 53.
4.2. social network ………………………………………………………..…. pag.56
4.3.sito internet dedicato e collegamento con altri siti …………………….. pag.57
4.4.ufficio stampa ……………………………………………………………… pag.58
4.5.produzione dei materiali informativi ..…………………………………… pag.58
4.6.iniziative promozionali …………………………………………………… pag.60
6.
ORGANIZZAZIONE ………………………………………………………………
pag. 63
ALLEGATI in PDF
3
1. SINTESI DEL PROGETTO
Il Progetto, di durata triennale, si pone alcuni obiettivi fondamentali:
Obiettivo generale: diminuire il divario tra minori affidabili e minori affidati, garantendo la cura,
l’affetto, l’istruzione e l’educazione che la famiglia d’origine è temporaneamente impossibilitata a
dare.
Obiettivi specifici:
Os 1: migliorare l’efficienza del Servizio Affidi inserendo nuove figure professionali deputate a
interventi specifici e incrementando la banca dati di famiglie idonee all’affido allo scopo di
potenziare le possibilità di abbinamento e quindi ridurre i tempi di risposta ai progetti di affido
richiesti dalle Tutele;
Os 2: potenziare il processo di qualificazione del Servizio Affidi attraverso una diversificazione e
specializzazione dei progetti di affido, compresi gli affidi “speciali”;
Os 3: procedere alla formalizzazione del gruppo di famiglie già afferenti al Servizio Affidi in
Associazione di Famiglie;
Os 4: sviluppare la cultura dell’affido sul territorio attraverso azioni di sensibilizzazione per il
reclutamento di famiglie disponibili all’affido;
Os 5: creare e sostenere una rete di Servizi e agenzie territoriali che si occupano di famiglie e
minori al fine di giungere al coordinamento da parte della Provincia di Varese sulla tematica
dell’affido familiare;
Os 6: migliorare l’efficienza del Servizio Affidi individuando e attivando una sede operativa
dedicata, pur mantenendo uno sportello anche all’interno del Servizio Sociale di via Roma
(attualmente infatti non esistono spazi sufficienti e adeguati).
Queste le AZIONI che verranno intraprese per raggiungere questi obiettivi:
1. Specializzazione dell’èquipe
2. Inserimento di figure educative che possano sostenere l’attività di sensibilizzazione e
formazione di famiglie candidate all’affido e possano accompagnare operativamente il
delicato passaggio dei minori dal luogo della loro residenza, comunità o famiglia d’origine,
a quello della famiglia affidataria, nonché affiancare i minori e le famiglie per tutta la durata
del progetto d’affido.
3. Attivazione di un laboratorio di arte terapia con la collaborazione di figure educative che
favoriscano nei minori (figli affidati e figli naturali) l’espressione ed elaborazione
dell’esperienza di affido nelle sue varie sfumature di distacco dalla famiglia d’origine,
doppia appartenenza a famiglia d’origine e famiglia affidataria, ricostruzione di legami
4
affettivo-educativo stabili nella famiglia affidataria e di relazione con i figli naturali della
famiglia affidataria, fratelli dei minori affidati; tale esperienza potrà essere estesa anche agli
adulti genitori affidatari.
4. Formazione rivolta alle famiglie candidate all’affido e agli operatori del Servizio Affidi
attraverso l’attivazione di corsi formativi specifici a livello tematico e metodologico.
5. Definizione di percorsi specifici di sensibilizzazione, reclutamento, formazione e valutazione
di nuclei familiari con caratteristiche e risorse utili all’attivazione di “affidi speciali” che il
progetto intende nelle tipologie di affido di seguito indicate:
5.1. famiglie professionali: reclutamento e formazione di 2 /3 famiglie al termine dell’attività
triennale per abbinamenti con minori “difficili”; alla luce di analoghe esperienze si
ipotizza uno studio di fattibilità per l’apertura di un contesto abitativo e di vita di più
nuclei di famiglie affidatarie professionali attive sul territorio.
5.2. Famiglie di Pronto Intervento: reclutamento e formazione di famiglie idonee
all’accoglienza di minori molto piccoli in attesa di adozione o di minori in grave
situazione di pregiudizio all’interno della propria famiglia d’origine e in attesa di
eventuale inserimento in comunità, con relativi abbinamenti anche su richiesta e a
seguito di collaborazione con l’Autorità Giudiziaria, Tribunale per i Minorenni e
Tribunale Ordinario o Polizia/Carabinieri o Tutele di riferimento della Provincia o di
territori limitrofi.
5.3.Famiglie straniere: si ritiene di procedere inizialmente all’analisi del bisogno considerato
l’emergere di tale realtà in termini limitati ma in crescita sul nostro territorio; al pari si
procederà ad una mappatura delle varie culture straniere presenti sul territorio volta
all’individuazione di famiglie straniere disponibili ad accogliere minori di uguale cultura
nella prospettiva di futuri o possibili abbinamenti omoculturali.
6. Accompagnamento del gruppo di famiglie alla loro costituzione in Associazione e sostegno
nell’espletamento delle sue azioni, quali, a titolo esemplificativo: attività di sensibilizzazione
della cultura dell’affido sul territorio; attività di volontariato finalizzato all’avvicinamento di
situazioni
familiari problematiche attraverso il supporto nei compiti o attività
doposcolastiche o svolte in tempi di vacanza; auto-mutuo-aiuto nell’ambito dell’esperienza
di affido in corso con la costituzione di una rete di sostegno tra famiglie in termini
organizzativi reciproci e di scambio e confronto, in ottica mutualistica e di solidarietà.
7. Organizzazione di campagne promozionali ed eventi sul tema dell’affido, produzione di
materiale informativo, divulgazione capillare delle informazioni inerenti il Servizio Affidi
anche attraverso la collaborazione delle famiglie afferenti al Servizio e di figure educative e
professionali specializzate.
5
8. Realizzazione di una mappatura dei Servizi e delle agenzie territoriali al fine di attivare un
canale costante di comunicazione e scambio attraverso momenti di incontro tecnici e
organizzativi a cadenza regolare anche con il supporto della Provincia di Varese.
9. Verifica della possibilità di attivare un nuovo collegamento con il Tribunale per i Minorenni e
con il Tribunale Ordinario per le situazioni di grave pregiudizio da cui il minore deve essere
allontanato, informando l’Autorità Giudiziaria della disponibilità di risorse idonee ad affidi
con caratteristiche di urgenza o di specificità (cfr punto 5).
10. Allestimento di una sede del Servizio Affidi sul territorio di Busto Arsizio che disponga di
spazi adeguati sia allo svolgimento dell’attività routinaria del Servizio (al momento manca
uno spazio adibito), sia ad eventuali attività specifiche (eventi, convegni, attività di gruppo,
riunioni..).
Il progetto, con capofila il Comune di Busto Arsizio, viene realizzato grazie alla preziosa
collaborazione della Provincia di Varese, della cooperativa Stripes, dell’associazione CAM - Centro
Ausiliario per i problemi Minorili e della cooperativa L’Abbraccio (i partner sono descritti nel
dettaglio nel paragrafo “organizzazioni”).
Partecipano al progetto anche altri enti del territorio che sosterranno l’iniziativa secondo le proprie
specificità (breve descrizione nel testo del progetto).
6
2. PREMESSA
Il progetto qui presentato si colloca nella Programmazione triennale del Piano di Zona che, nella
visione della sussidiarietà orizzontale e nel sistema di paradigma promosso dalla Regione
Lombardia con la DGR del 03/12/2008 “Linee per la programmazione dei piani di zona – 3°
triennio 2009-2011”, mette al centro della programmazione e degli interventi di promozione della
qualità della vita, prevenzione, sostegno e assistenza il “sistema famiglia”. Il Comune di Busto
Arsizio propone un passaggio da una logica solo di assistenza ad una logica di promozione,
laddove la famiglia non è più un consumatore passivo di servizi (logica di assistenza) ma diviene
soggetto e centro attivo (logica promozionale) capace di produrre anch’essa una quota
determinante e rilevante di capitale sociale primario (le relazioni sociali). Il filo conduttore che
muove le azioni previste nella pianificazione sociale triennale 2009-2011 del Comune è quindi la
centralità della famiglia, come luogo delle relazioni fra persone e contesti familiari; ciò permette di
investire sulle possibili corrispondenze fra problemi e risorse personali e problemi e risorse
familiari. L’obiettivo di rendere la famiglia luogo della promozione del benessere collettivo e di dar
vita a servizi incentrati sulla famiglia ed espressamente dedicati ai nuclei familiari è trasversale
rispetto alle aree previste dal Piano di Zona e diviene strategico nella costruzione delle politiche di
family care.
Inoltre pare utile precisare che il territorio del Piano di Zona di Busto Arsizio, se pur contraddistinto
da elevato livello di risorse socio-economiche, si è sempre caratterizzato per la faticosa
raggiungibilità e coinvolgimento delle famiglie in merito a iniziative e progetti di solidarietà sociale.
E’ su queste premesse che prende vita il Progetto “Una famiglia per crescere. Rete a sostegno
dell’affido familiare” che intende rappresentare una sfida affinché si realizzi una maggiore apertura
umana e culturale; gli operatori che si sono occupati della stesura del presente progetto ritengono
infatti che esista sul territorio di Busto Arsizio un potenziale di risorse attualmente non impiegato
in modo adeguato sul quale è ragionevole e doveroso investire professionalità, tempo ed energie.
7
3. CONTESTO PROGETTUALE
3.1. Descrizione della realtà concreta nella quale il progetto si realizzerà
La storia:
Il progetto potenzia e sviluppa il lavoro avviato nel 2006 all’interno del Servizio Affidi del Comune
di Busto Arsizio.
Nel 2006 l’Amministrazione Comunale ha ritenuto necessario investire su un Servizio assente sul
territorio cittadino ormai da circa 10 anni; precedentemente infatti era attivo un Servizio Affidi in
capo all’ex-USSL che, al momento della scissione tra Azienda Ospedaliera e Azienda Sanitaria
Locale, ha registrato una progressiva limitazione degli interventi alle famiglie già in carico senza
avviare altre iniziative. Ben si comprende che un territorio vasto come quello del Comune di Busto
Arsizio insieme alla nuova e più recente direzione del Tribunale a favorire la prescrizione di
progetti di affido eterofamiliare rispetto al collocamento in strutture comunitarie, abbia imposto
all’Amministrazione stessa di attrezzarsi in tal senso.
Pertanto l’Amministrazione incarica alcuni operatori, psicologi e assistenti sociali, già attivi
nell’Area Minori e Famiglie del Servizio Sociale di redigere un progetto in riferimento all’avvio del
Servizio, allegato al presente documento. (Allegato 1)
Nell’ottobre 2006 nasce il Servizio Affidi denominato “Una famiglia per crescere” all’interno del
Servizio Sociale del Comune di Busto Arsizio, che qui si presenta come capofila del Progetto.
La scelta del nome del Servizio, “Una famiglia per crescere”, e del relativo logo prendono le mosse
dall’idea degli operatori che la famiglia naturale rappresenti per tutti il luogo privilegiato in cui
crescere e ricevere affetto e cure, ma che non sia l’unico contesto in cui sperimentare relazioni
psico-affettive positive e costruttive; qualora infatti la famiglia d’origine manifesti difficoltà serie o
condizioni di pregiudizio per la crescita del minore, una famiglia diversa può diventare il luogo
“altro”, in cui il minore sperimenta relazioni “sane”, figure genitoriali più adeguate e funzionali alla
sua evoluzione psico-affettiva, in grado di offrirgli affetti e “istruzioni educative” utili e preziose per
raggiungere un’autonomia indispensabile alla sua posizione di adulto nel mondo.
L’èquipe del Servizio si costituisce come gruppo di lavoro composto da 1 psicologo coordinatore, 2
psicologi, 2 assistenti sociali; benché le figure coinvolte siano numerose è doveroso precisare che
il monte ore previsto è sempre stato insufficiente alle necessità effettive. La scelta però di
mantenere i numerosi operatori era legata al fatto che ciascuno di essi era attivo anche all’interno
del Servizio Tutela Minori e il doppio ruolo, piuttosto controindicato ad una prima valutazione, è
stato invece valorizzato come risorsa preziosa in termini di maggiore fluidità e scambio tra i due
Servizi. La presenza di un numero alto di operatori garantiva inoltre di evitare una sovrapposizione
nella presa in carico in fase di abbinamento minori-famiglie.
Come previsto nel progetto, l’èquipe ha avviato l’attività seguendo una precisa metodologia
puntualmente applicata in fase di valutazione delle famiglie candidate all’affido, di abbinamento e
sostegno.
8
Alla nascita del Servizio la priorità è stata attribuita all’importanza di far conoscere sul territorio il
Servizio stesso per cui gli operatori hanno partecipato a diverse iniziative ed eventi, hanno
mantenuto contatti periodici con la stampa e la televisione locali, hanno incontrato operatori dei
Servizi socio sanitari attivi nell’area Minori e Famiglia, nonché i dirigenti degli istituti comprensivi
cittadini e i referenti religiosi delle parrocchie cittadine. Un primo strumento di divulgazione del
Servizio è stato un foglio illustrativo (Allegato 2) successivamente arricchito dalla brochure del
Servizio (Allegato 3); recentemente il sito ufficiale del Comune di Busto Arsizio ha aperto uno
spazio dedicato al Servizio Affidi in cui sono pubblicati la brochure e un documento relativo alle
informazioni più frequentemente richieste dalle famiglie, in forma di domande-risposte (Allegato 4).
In pari tempo si è provveduto a predisporre la modulistica utile alla gestione del Servizio per uso
interno: carta intestata personalizzata del Servizio (Allegato 5), scheda telefonica o di primo
contatto (Allegato 6), scheda di attivazione del Servizio Affidi per la ricerca di una famiglia
affidataria da compilare ad opera dei Servizi Tutela Minori (Allegato 7), scheda di disponibilità
all’affido relativa alle famiglie afferite (Allegato 8); è stato altresì predisposto uno specifico
documento.
L’équipe si è da subito attivata nella stesura del Regolamento del Servizio approvato dalla Giunta
Comunale nell’agosto 2008 pubblicato di recente sul sito (Allegato 9) e ha compiuto valutazioni dei
costi a carico dell’Amministrazione Comunale per supportare le famiglie affidatarie (contributo
mensile e spese straordinarie) nonché di costi a carico di altre Amministrazioni richiedenti
l’intervento degli operatori del Servizio Affidi.
Con gradualità dal costituirsi del Servizio si sono avvicinate diverse famiglie con le quali si è
proceduto alla valutazione e le famiglie idonee all’affido sono state inserite in un’apposita Banca
Dati Famiglie del Servizio periodicamente aggiornata. Allo stesso modo sono giunte man mano al
Servizio le prime richieste di attivazione per la ricerca di famiglie in cui inserire i minori, da parte
dei Servizi Tutela Minori.
2007
2008
2009 (al 1 agosto)
Famiglie afferite al servizio
18
11
13
Richieste di attivazione Servizio
2
11
22
Periodicamente si sono redatti report dell’attività svolta, corredati da tabelle riassuntive con i dati
significativi del Servizio.
Va aggiunto che negli anni 2006, 2007, 2008 l’Amministrazione Comunale ha incaricato una
cooperativa sociale competente nel campo degli affidi di svolgere attività di sensibilizzazione e
formazione alle famiglie interessate al tema. Ciò ha permesso agli operatori del Servizio di
concentrare le energie nella costituzione del Servizio stesso senza preoccuparsi di destinare
tempo alla ricerca di famiglie sul territorio; tuttavia una valutazione a conclusione del triennio
9
effettuata dagli operatori dell’Amministrazione ha evidenziato
alcuni elementi disfunzionali
nell’organizzazione e condivisione del lavoro di sensibilizzazione e formazione, nonché una minore
efficienza rispetto all’investimento effettuato. Pertanto l’Amministrazione ha deciso di gestire
dall’interno del Servizio stesso anche la parte precedentemente attribuita alla cooperativa esterna.
Dal 2009 gli operatori del Servizio Affidi hanno dovuto predisporre interventi significativi in merito
alla sensibilizzazione, organizzando eventi e gazebo in occasione di particolari ricorrenze e
festività; ciò ha confermato l’importanza di destinare risorse umane e di tempo all’attività di
promozione della cultura dell’affido che deve essere costante e continuativa poiché solo attraverso
questo canale è possibile raggiungere realmente più famiglie sensibili al tema affidi.
Nel corso dei 2 anni e mezzo di lavoro finora svolto l’équipe ha acquisito sempre più un assetto di
stabilità e competenza che le ha consentito di configurarsi maggiormente come Servizio e non
come attività di singoli operatori.
Con il presente Progetto il Servizio Affidi intende implementare il servizio sperimentato,
rafforzando le positività emerse e proponendo soluzioni innovative per la rimozione delle difficoltà
rilevate.
Piano di Zona:
Il livello dei Servizi Sociali della Città di Busto Arsizio è da sempre e storicamente di assoluta
eccellenza, soprattutto se confrontato con quello di realtà comparabili per numero di abitanti e per
entità di risorse. La Città di Busto Arsizio ad esempio può annoverare nel proprio patrimonio
strutture che hanno pari in ben pochi altri Comuni, quali le colonie, i centri diurni disabili e centri
sperimentali educativi per minori e per disabili.
Il distretto di Busto Arsizio ha la particolarità di essere monocomunale e, quindi, il suo Piano di
Zona può coincidere con la programmazione dei Servizi Sociali dell’Amministrazione Comunale
della Città di Busto Arsizio. In particolare il PDZ 2009-2011 programma non solo le attività poste in
essere con le risorse provenienti dallo Stato e dalla Regione, bensì tutte le attività sociali
organizzate, dunque, anche con le risorse interne, che sono di gran lunga superiori a quelle
esterne.
Ulteriore principio dell’ultimo PDZ individuato come punto fondamentale nelle linee di indirizzo
della Regione Lombardia, è quello di promuovere la centralità del sistema famiglia che deve
essere vista sia come nucleo fondamentale destinatario degli interventi di sostegno, sia come
risorsa del territorio in grado di sviluppare azioni ed interventi in una logica di sussidiarietà
orizzontale.
Per meglio interpretare il contesto di riferimento del PDZ, e nello specifico le famiglie di Busto
Arsizio, riportiamo qui alcuni dati.
L’attuale dimensione demografica della città (81.432 abitanti al 31 dicembre 2008) sembra
destinata a crescere con una certa regolarità nei prossimi 20-25 anni. Riguardo alle famiglie con
10
figli in età infantile e/o adolescenziale si segnala una crescita di circa 700 unità entro il 2015
(+9,7%) . In particolare, nel prossimo decennio aumenteranno soprattutto le famiglie con un solo
figlio con età compresa tra i 6 e i 16 anni (+300 unità circa) o con due nella stessa fascia di età
(+170 casi circa). Più contenuto sembra l’aumento delle famiglie con un solo figlio in età
prescolare (+110 casi tra il 2008 e il 2015), così come di quelle con un figlio in età 0-5 e uno in età
6-16 (+80 circa).
Riguardo ai minori, nel 2008 la spesa media annua pro-capite per utenti in struttura è stata di
33.156,58 euro in comunità e di 10.394,34 Euro in centri diurni.
Le spesa pro capite per anno per affido eterofamiliare è di circa Euro 4.000,00 + le spese
straordinarie.
Questa, sempre secondo i dati del PDZ 2009-2011 la spesa sociale dell’area minori.
Da questi dati si evince il divario tra spesa sociale destinata all’affido e la spesa destinata ad altre
soluzioni relative all’area minori.
11
La rete territoriale:
Il Servizio Affidi si è dato l’obiettivo di costruire e mantenere nel tempo una rete di rapporti e di
collaborazione con tutte le agenzie, centri, comunità, servizi specialistici, enti, associazioni, terzo
settore, altri Servizi Affidi che sul territorio cittadino e provinciale o limitrofo si occupano a vario
titolo di minori e di affido familiare.
Essi possono nel loro insieme rappresentare un interlocutore forte per la diffusione della cultura
dell’accoglienza e possono portare al Servizio sia bisogni sia risorse. Pertanto il lavoro del Servizio
ha sempre tenuto in grande considerazione il ruolo della rete e intende proseguire in questa
direzione, pur conservando la propria peculiarità e struttura.
Importanti sono stati nel primo anno di lavoro, 2006/2007, i rapporti con scuole, parrocchie,
associazioni di volontariato, comunità, centri diurni con l’obiettivo di chiedere disponibilità e
collaborazione a diffondere una buona cultura dell’accoglienza tra le famiglie.
In particolare è stato elaborato un questionario esplorativo delle conoscenze in merito all’affido
(Allegato 10) distribuito alle famiglie raggiunte attraverso gli istituti comprensivi cittadini da cui sono
emerse idee interessanti e proposte di ulteriori iniziative raccolte in un documento di sintesi
(Allegato 11): la conferma di una chiusura della popolazione al tema dell’accoglienza e della
solidarietà sociale, la possibilità di individuare alcuni docenti referenti nei singoli plessi scolastici
con i quali prevedere attività mirate al tema dell’affido a livello didattico e formativo, la necessità di
diffondere in modo più capillare la cultura dell’affido anche abbattendo pregiudizi e ostacoli emotivi
12
e organizzativi rispetto all’esperienza dell’affido spesso basati però su informazioni incomplete e
scorrette. Alcune azioni del progetto verteranno in questa direzione.
Si sono inoltre incontrati i parroci di tutte le parrocchie cittadine e si è presentato il Servizio Affidi,
pianificando momenti di incontro successivi e di intervento coordinato su situazioni di disagio di
alcune famiglie.
Naturalmente si è privilegiato il rapporto con la Tutela Minori del nostro stesso Comune senza
escludere le relazioni con le Tutele Minori esterne; tale azione è favorita dalla scelta
dell’Amministrazione Comunale di non porre vincoli territoriali né rispetto alle famiglie che si
candidano per l’affido né per i minori che necessitano di una famiglia affidataria. Tale apertura
richiede di poter implementare il lavoro di rete e la costituzione di un coordinamento provinciale.
Questi sono i dati relativi all’Ufficio Tutela del Comune di Busto Arsizio.
Minori in carico
all’Area minori e
Famiglia
con e senza
provvedimento
dell’Autorità
Giudiziaria
Minori inseriti in
centri diurni
Minori inseriti in
comunità
doposcolastici,
parrocchiali,
socio-educativi
educative e
terapeutiche
Minori in affido
eterofamiliare e
a parenti
Minori
stranieri
compresi nel
totale in
carico
Anno 2007
362
66
36
20
57
Anno 2008
399
54
27
23
75
Anno 2009
(al 31.8.09)
321
54
29
23
64
Come indicato sopra, nel Comune di Busto Arsizio numerose sono le associazioni, cooperative e
fondazioni che a vario titolo si occupano di minori ma che spesso operano in modo isolato senza
adeguato coordinamento o sinergia, con il risultato di una grande dispersione antieconomica in
termini di energie, risorse umane e denaro.
Le strutture socio-assistenziali o educative presenti nell’ambito distrettuale che erogano interventi
e servizi a favore di minori e famiglie sono in totale 87 di cui 58 in gestione pubblica, 20 in gestione
privata e 9 in gestione privata in convenzione con l’amministrazione comunale. La tabella
seguente evidenzia la distribuzione delle strutture per tipologia di intervento e per gestione diretta
o gestione indiretta (privata ed in convezione).
13
Le famiglie affidatarie:
Entrando nel dettaglio dei dati relativi al Servizio Affidi riportiamo le seguenti tabelle riassuntive
aggiornate al 31.7.09.
FAMIGLIE AFFERITE AL SERVIZIO AFFIDI:
FAMIGLIE
VALUTATE ED
INSERITE NELLA
BANCA DATI DEL
SERVIZIO
FAMIGLIE CON
VALUTAZIONE
IN CORSO
FAMIGLIE CHE
HANNO
INTERROTTO
IL PERCORSO
DI
VALUTAZIONE
FAMIGLIE IN
ATTESA DI
VALUTAZIONE
FAMIGLIE
AFFERITE SOLO
PER
INFORMAZIONI
TOTALE
FAMIGLIE
AFFERITE
n. 13
n. 7
(di cui 1 parenti)
n. 13
n. 5
( di cui 1 parenti)
n. 4
n. 42
1
FAMIGLIE AFFERITE AL SERVIZIO PER ANNO:
1
ANNO
2007
2008
2009 (al 31.07.09)
Totale
N° FAMIGLIE AFFERITE
18
11
13
42
27 famiglie di Busto Arsizio e 15 fuori Busto
14
Come si evince dalle tabelle riportate il numero delle famiglie afferite al Servizio Affidi è piuttosto
alto anche se il numero delle famiglie che giungono a conclusione del percorso di valutazione
risulta sensibilmente inferiore; tale dato trova differenti spiegazioni: modificazioni nell’assetto
familiare, quali la separazione, una gravidanza imprevista, la malattia di un familiare stretto,
infortuni, trasferimento di residenza; difficoltà organizzative per cambiamento di lavoro o sede
lavorativa di uno dei coniugi; insorgere di problematiche economiche sfavorevoli e inaspettate.
D’altronde il percorso di valutazione delle famiglie rappresenta una preziosa occasione di
riflessione e confronto sull’esperienza dell’affido e sulla possibilità di acquisire maggiore
consapevolezza della gravosità dell’impegno di accogliere un minore.
La rilevazione di tale elemento conferma ancora una volta l’importanza di effettuare mirate
campagne di informazione che permettano alle famiglie di avere un quadro il più possibile ampio
della complessità dell’affido e altresì di essere rassicurate e incoraggiate nell’affrontare alcune
difficoltà o limiti dell’affido, quali il vissuto di un distacco emotivo dal minore, la criticità dei rapporti
con la famiglia d’origine, il bisogno di affidarsi alla guida dei Servizi.
RICHIESTE DI ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO AFFIDI DA PARTE DEI SERVIZI TUTELA
MINORI PER ANNO:
ANNO
2007
2008
2009 (al 31.07.09)
Totale
N° RICHIESTE ATTIVAZ.
2
11
9
22
RICHIESTE DI ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO AFFIDI DA PARTE DEI SERVIZI DI TUTELA
MINORI
TUTELA MINORI INVIANTE
TUTELA DI
BUSTO ARSIZIO
TUTELA DI VERGIATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DI GALLARATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
GALLARATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
NUMERO MINORI
ETA’
1
3 a.
TIPOLOGIA DI
AFFIDO
Tempo pieno
CONTESTO
GIURIDICO
Affido giudiziale
1
1
6 a.
10 a.
Tempo parziale
Tempo pieno
Aff. Giudiziale
Aff. giudiziale
3 fratelli
8/11/16 a.
Tempo pieno
Aff. giudiziale
1
11 a.
Tempo parziale
Aff. giudiziale
2
7/9 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
2 fratelli
1
2 fratelli
8/11 a.
5 a.
2/4 a.
Tempo pieno
Tempo parziale
Tempo pieno
Aff. Consens.
Aff. Giudiziale
Aff. giudiziale
1
17 a.
Tempo parziale
Aff. Consensuale
1
13 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
15
CASSANO MAGNAGO
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
ARCISATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
TRADATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DI VALCUVIA
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DI NERVIANO
(PROVINCIA DI MILANO)
TOTALE RICHIESTE
2
12 a.
Tempo pieno
1 affido giudiziale
1 affido consensuale
1
14 a.
Tempo pieno
Aff. giudiziale
2 fratelli
12/10 a.
Tempo pieno
Aff. giudiziale
1
16 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
22 MINORI
I dati sopra riportati si riferiscono alle richieste formalmente rivolte al Servizio Affidi, con relativa
compilazione e protocollo della scheda di attivazione del Servizio; a queste si aggiungono altre
richieste informali giunte al Servizio alle quali non ha fatto seguito richiesta formale. Inoltre alcuni
Servizi Tutela Minori della Provincia di Varese hanno richiesto informazioni in merito
all’organizzazione a l funzionamento del Servizio.
Delle richieste giunte al Servizio solo due si riferiscono a minori stranieri; per questo motivo appare
prematuro prevedere al momento attuale reali percorsi formativi finalizzati ad abbinamenti
omoculturali, ma risulta utile predisporre un’analisi del bisogno in tal senso e in parallelo una
mappatura delle realtà straniere presenti sul territorio provinciale.
PROGETTI DI AFFIDO VALUTATI E ATTIVATI
TUTELA MINORI
INVIANTE
TUTELA DI
BUSTO ARSIZIO
TUTELA DI VERGIATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
ARCISATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TOTALE AFFIDI IN
CORSO
NUMERO MINORI
ETA’
3 a.
TIPOLOGIA DI
AFFIDO
Tempo pieno
CONTESTO
GIURIDICO
Affido giudiziale
1
1
1
6 a.
10 a.
Tempo parziale
Tempo pieno
Aff. Giudiziale
Aff. giudiziale
2
1
7/9 a.
12 a.
Tempo pieno
Tempo pieno
Affido giudiziale
1 affido giudiziale
1 affido
consensuale
6 MINORI
A fronte dell’avvio così recente del Servizio Affidi, si ritiene che la concretizzazione
dell’abbinamento tra 5 famiglie afferite al Servizio Affidi e 6 minori bisognosi di inserimento in
16
contesto familiare debba essere considerata un risultato significativo e meritevole di attenzione,
nonché predittivo di ulteriori e positivi avvii di nuovi affidi.
Inoltre si ipotizza che tale dato possa influire e facilitare l’approccio di altre e numerose famiglie al
Servizio e all’esperienza di affido. Ciò pare poi supportato e avvalorato dall’opportunità che le
famiglie affidatarie portino la loro testimonianza alla popolazione nelle occasioni pubbliche di
eventi sul tema.
L’èquipe del Servizio Affidi, dopo la fase di abbinamento, ha provveduto ad accompagnare
l’esperienza di affido delle famiglie sia attraverso una presa in carico dei singoli nuclei familiari con
colloqui mirati psicologici e sociali, sia attraverso la creazione di un gruppo di confronto e
discussione che si incontra a cadenza mensile presso il Servizio in presenza di 2 operatori,
psicologo e assistente sociale.
Si riporta qui di seguito una tabella relativa agli abbinamenti valutati con gli operatori dei rispettivi
Servizi di Tutela Minori che non hanno poi trovato realizzazione.
ABBINAMENTI VALUTATI MA NON CONCRETIZZATI:
TUTELA MINORI
INVIANTE
TUTELA DI
BUSTO ARSIZIO
TUTELA DISTRETTO DI
GALLARATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DI NERVIANO
(PROVINCIA DI MILANO)
NUMERO MINORI
ETA’
TIPOLOGIA DI
AFFIDO
CONTESTO
GIURIDICO
1
6 a.
Tempo parziale
Affido giudiziale
1
17 a.
Tempo parziale
Aff. Consensuale
1
14 a.
Tempo pieno
TOTALE ABBINAMENTI
NON CONCRETIZZATI
3 MINORI
Affido giudiziale
Gli abbinamenti sopra descritti hanno previsto una prima fase di valutazione del Servizio Affidi che
hanno trovato riscontro positivo nella valutazione anche dei rispettivi Servizi di Tutela Minori;
successivamente alla proposta alle famiglie queste ultime, nell’arco del tempo offerto per una
riflessione al proprio interno, hanno maturato delle perplessità differenti sospendendo la loro
disponibilità per la specifica situazione. Gli operatori del Servizio Affidi, nel pieno rispetto della
posizione espressa dalle famiglie, hanno proposto momenti di confronto volti a favorire un
processo di elaborazione psicologica della decisione presa. Tuttavia le famiglie hanno rinnovato la
loro disponibilità ad accogliere minori in futuro.
PERCORSI DI AFFIDO ATTIVI PRIMA DELLA COSTITUZIONE DEL SERVIZIO AFFIDI E
AFFERITI AL GRUPPO DI FAMIGLIE AFFIDATARIE
I dati di seguito presentati riguardano percorsi di affido precedentemente attivati sul territorio di
Busto Arsizio principalmente da parte degli operatori dell’ex-USSL che si erano occupati di affido.
17
La nascita del Servizio Affidi e la sua progressiva conoscenza da parte del territorio ha portato gli
operatori a prendere contatti con il Servizio Affidi nell’ottica di valutare la possibilità di inviare le
famiglie affidatarie già attive, rispondendo alla loro richiesta di confrontarsi tra loro in un’esperienza
di gruppo.
Il Servizio Affidi ha pertanto effettuato una prima fase di colloqui per conoscere le relative storie di
affido e raccogliere i precisi bisogni nonché le aspettative; dato il convergere delle riflessioni e
degli intenti di famiglie e Servizio Affidi, si è ritenuto di poter avviare un’attività di confronto di
gruppo che, a partire dal 3.6.’08 si riunisce mensilmente alla presenza di due operatori, psicologo
e assistente sociale.
TUTELA MINORI
INVIANTE
TUTELA DI
BUSTO ARSIZIO
TUTELA DISTRETTO DI
CASTELLANZA
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
SOMMA LOMBARDO
(PROVINCIA DI VARESE)
TOTALE AFFIDI
PRECEDENTEMENTE
ATTIVI
NUMERO MINORI
ETA’
TIPOLOGIA DI
AFFIDO
CONTESTO
GIURIDICO
1
1
1
9 a.
15 a.
14 a.
Tempo pieno
Tempo pieno
Tempo pieno
Affido giudiziale
Affido giudiziale
Affido giudiziale
1
17 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
1
9 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
5 MINORI
IL GRUPPO DI FAMIGLIE AFFIDATARIE DEL SERVIZIO AFFIDI
Il gruppo si è costituito con le famiglie indicate nella tabella precedente cui si sono aggiunte
progressivamente le nuove famiglie affidatarie; ad oggi il gruppo risulta formato da 10 famiglie
come riportato nella tabella sottostante.
Il significato dell’attività di gruppo è quello di rappresentare un luogo di condivisione e confronto,
sostegno e guida all’esperienza di affido in atto; è prezioso lo scambio di esperienze sul delicato
esercizio del ruolo di genitore-affidatario su cui il gruppo, con l’aiuto degli operatori, si impegna ad
elaborare strategie di intervento e a fornire suggerimenti utili.
Altro obiettivo dell’attività di gruppo è quello di permettere alle famiglie che stanno effettuando un
percorso di valutazione di partecipare in qualità di osservatori a un paio di incontri del gruppo al
fine di entrare nel vivo dell’esperienza affidataria, a diretto contatto con chi la vive. Inoltre, durante
il percorso di valutazione, si riprendono in situazione individuale con le singole famiglie, eventuali
temi, perplessità o riflessioni frutto della partecipazione al gruppo stesso.
18
TUTELA MINORI
INVIANTE
TUTELA DI
BUSTO ARSIZIO
TUTELA DISTRETTO DI
CASTELLANZA
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
SOMMA LOMBARDO
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DI VERGIATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TUTELA DISTRETTO DI
ARCISATE
(PROVINCIA DI VARESE)
TOTALE FAMIGLIE CHE
PARTECIPANO AL
GRUPPO
NUMERO MINORI
ETA’
TIPOLOGIA DI
AFFIDO
CONTESTO
GIURIDICO
1
1
1
1
1
1
9 a.
15 a.
14 a.
3 a.
6 a.
10 a.
Tempo pieno
Tempo pieno
Tempo pieno
Tempo pieno
Tempo parziale
Tempo pieno
Affido giudiziale
Affido giudiziale
Affido giudiziale
Affido giudiziale
Affido giudiziale
Affido giudiziale
1
17 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
1
9 a.
Tempo pieno
Affido giudiziale
2
1
7/9 a.
12 a.
Tempo pieno
Tempo pieno
Affido giudiziale
1 affido giudiziale
1 affido
consensuale
10 FAMIGLIE
(11 MINORI)
SWOT ANALYSIS
Gli elementi di contesto qui raccolti sono stati sintetizzati e analizzati attraverso una SWOT
ANALYSIS.
Questo passaggio è stato utile per identificare l’area di intervento durante la fase iniziale di
progettazione e per delineare i problemi a cui l’intervento risponde.
19
PUNTI DI FORZA
PUNTI DI DEBOLEZZA
Investimento dell’Amministrazione Comunale
sulla risorsa dell’affido familiare (eterofamiliare e
a parenti) quale risposta alla problematicità dei
minori del territorio.
Scarsa cultura dell’accoglienza e limitata
apertura a momenti di informazione e
formazione su tale tematica da parte della
popolazione cittadina.
Entusiasmo e propositività degli operatori del Mancanza di un’attività di coordinamento e
Servizio Affidi.
sinergia delle diverse realtà operanti nell’ambito
della famiglia e dei minori in difficoltà.
Disponibilità delle famiglie già afferenti al
servizio a mettersi in gioco come risorsa sia per Assenza di coordinamento fra le varie iniziative
portare la propria testimonianza, sia per rivolte alla popolazione dai diversi assessorati e
collaborare all'attuazione di alcuni eventi di associazioni del territorio.
informazione (gazebo, serate in cui portare le
proprie testimonianze).
Disponibilità contenuta di risorse economiche e
di personale specializzato.
Buon riscontro da parte delle famiglie
attualmente in carico al Servizio, in merito alla Assenza di spazi adeguati e specificatamente
professionalità dell’attività svolta, alla qualità del dedicati al Servizio Affidi.
sostegno in corso e, più in generale, al rapporto
sperimentato con il Servizio.
OPPORTUNITA’
RISCHI
Permanenza del minore presso un contesto
familiare più caldo, intimo e maggiormente
rispondente ai bisogni di crescita sia educativi,
sia affettivo-relazionali.
Assenza di un Coordinamento Provinciale
sull’affido, inteso come luogo comprensione del
bisogno, valutazione delle risorse disponibili sul
territorio, confronto e condivisione (progettuali e
metodologici).
Economicità del progetto di affido rispetto ad
altri progetti di tutela dei minori; il costo sociale
degli affidi risulta inferiore al costo sociale di altri
progetti, quali l’inserimento in comunità
educativa o terapeutica o in centri diurni.
Potenziamento dei contatti con altri assessorati
e/o servizi del comune (cultura, pubblica
istruzione, settore informatico, ...) in un'ottica di
sempre maggiore collaborazione e sinergia.
Poca consuetudine a momenti periodici e
continuativi di confronto con i diversi Servizi
Tutela Minori della Provincia.
Poca risposta delle famiglie che potenzialmente
potrebbero diventare risorsa per l'affido a causa
della presenza, ancora forte, di pregiudizi e
scorrette informazioni.
20
ELEMENTI DA RAFFORZARE
(OPPORTUNITA’ + PUNTI DI FORZA)
ELEMENTI SU CUI INVESTIRE
(OPPORTUNITA’ + PUNTI DEBOLI)
Le famiglie già coinvolte nell’affido dimostrano
forte entusiasmo e propositività: possono fare da
volano per diffondere la cultura dell’affido e
contribuire alla rimozione dei pregiudizi e delle
scorrette informazioni, ma possono essere
anche coinvolte in processi formativi ed
educativi per qualificare il servizio.
Gli operatori coinvolti sono riconosciuti come
soggetti con elevata competenza professionale
e sono portatori di forti motivazioni; pertanto ci
sono gli elementi necessari per investire sia in
termini di ampliamento delle risorse disponibili
sia in termini di qualificazione e innovazione del
servizio
ELEMENTI SU CUI COSTRUIRE RISPOSTE
(RISCHI + PUNTI DI FORZA)
ELEMENTI DA MONITORARE
(RISCHI + PUNTI DEBOLI)
l’Amministrazione intende investire sull’area
affidi sia per valorizzare i benefici sociali
dell’affido per il minore, per la famiglia e per la
comunità sociale, sia per diminuire i costi
economici legati all’inserimento in comunità.
Debolezza dei tavoli di coordinamento sull’affido
(tendenza a lavorare per compartimenti stagni);
bisognerà
dedicare
molte
attenzioni
all’individuazione di luoghi di confronto ed alla
costruzione di metodologie e strumenti capaci di
rafforzare le sinergie operative e i contatti (il
L’Amministrazione intende investire anche ruolo di partner della Provincia favorisce il
concretamente attraverso il reperimento di una superamento di questo ostacolo)
sede dedicata, di un’èquipe multiprofessionale
qualificata, e mediante un’attività di capillare
comunicazione e informazione anche attraverso
il coinvolgimento di altri assessorati.
21
3.2. Problema che si intende affrontare
I problemi che il progetto intende affrontare sono di diversa natura.
Quello centrale è dare risposta di affido a tanti minori collocati in comunità o in centri dopo
scolastici e socio-educativo-ricreativi diurni.
Nella lettura dei bisogni abbiamo evidenziato che questo macro tema è causato da differenti
elementi:
- di stampo culturale:
a) manca un’adeguata apertura del territorio alla solidarietà sociale;
b) manca la cultura dell’affido per cui è necessaria un’azione di sensibilizzazione del
contesto socio-culturale del territorio;
c) manca la costituzione in Associazione delle attuali famiglie affidatarie afferenti al
Servizio Affidi;
- di qualità del servizio:
d) mancano interventi educativi a sostegno delle famiglie affidatarie e percorsi di
supporto educativo ai minori in difficoltà e nella relazione con le loro famiglie
d’origine nell’ambito di tutte le fasi del progetto di affido;
e) manca un adeguato investimento per la strutturazione di percorsi specifici di presa
in carico nei progetti di affido a parenti;
f)
manca una costante e continuativa formazione, rivolta alle famiglie interessate
all’affido;
g) manca una sede operativa specifica del Servizio Affidi “Una famiglia per crescere” e
visibile sul territorio;
h) manca un progetto operativo dedicato agli “affidi speciali” (affidi professionali, di
Pronto Intervento e omoculturali);
- di limite oggettivo del servizio:
i)
mancano risorse e personale qualificato per svolgere i compiti del Servizio;
j)
manca una risposta tempestiva alle richieste di abbinamento minori-famiglie
affidatarie, pervenute al Servizio Affidi dai Servizi Tutela Minori;
k) manca l’individuazione e l’attuazione di nuove azioni a sostegno dell’affido familiare
volte alla costituzione di una Rete di Servizi territoriali operanti nell’ambito Minori e
Famiglia con particolare attenzione all’affido familiare;
l)
manca un coordinamento provinciale che consenta, oltre alla mappatura dei bisogni
del territorio e al raccordo tra i Servizi, la costituzione di una banca dati di famiglie
accessibile da parte di tutti i Servizi Affidi della Provincia di Varese.
Questi elementi sono sintetizzati sotto nell’albero dei problemi.
22
23
Progetto “Una famiglia per crescere”
Albero dei problemi
Mancano
interventi
educativi diretti
Gli operatori
vanno formati
per il supporto
Manca la specializzazione delle famiglie secondo formule di
“affido speciale”
Mancano famiglie
sufficientemente formate
per accogliere i minori
più problematici
Mancano degli
strumenti di supporto
alla famiglia e ai minori
I minori con problemi
comportamentali o di salute
rappresentano gli affidi più
problematici
Manca la possibilità di
abbinare velocemente una
famiglia affidataria a un
minore in difficoltà
La comunità di P.I. non sempre
rappresenta la scelta più idonea per i
casi di minori allontanati d’urgenza e
quelli nati non riconosciuti
Manca l’affido
omoculturale
nel servizio
I minori stranieri spesso sono
penalizzati nei processi di
integrazione in famiglie
affidatarie di cultura diversa
I minori presenti nelle comunità sono problematici ed è
difficile procedere all’abbinamento
Difficoltà a
mantenere
l’aggancio con le
famiglie
Difficoltà a
mettere in rete
le risposte
esistenti
Tempi di risposta
lunghi per
abbinare famiglia
e minore
Manca la
cultura
dell’affido
Mancano i luoghi di
socializz. e spazi di
aggregazione
Mancata
diffusione del
tema dell’affido
Sono poche le famiglie che fanno domanda di affido
Troppi i minori in comunità, centri diurni, centri doposcolastici
24
Sulla base di questi elementi, sempre utilizzando gli strumenti progettuali del Project Cicle Managment, abbiamo costruito l’albero degli obiettivi in
cui si evidenzia l’operatività dell’intervento. Grazie alla struttura dell’albero degli obiettivi abbiamo potuto identificare le strategie di intervento e le
macro azioni da inserire nel progetto
Albero degli obiettivi
Strategia 1: interventi formativi ed
educativi per potenziare il
processo di qualificazione dei
servizi
Interventi
educativi diretti
Formare gli
operatori
Strategia 2: migliorare l’efficienza
del servizio attraverso la messa in
rete con altri sistemi
Strategia 3: sviluppare la cultura
dell’affido creando spazi e
momenti di sensibilizzazione e
scambio
Famiglie
partecipanti e attive
Famiglie specializzate secondo formule di “affido speciale”
Cultura dell’affido
diffusa
(associazione)
Famiglia e minori
supportati in modo
mirato
Famiglie formate per
accogliere i minori più
problematici (affido
professionale)
Gli affidi professionali di minori
con problemi comportamentali
o di salute risultano positivi
Famiglia formate ad
accogliere minore in
difficoltà (affido d’urgenza)
L’affido d’urgenza è la risposta ai
casi di minori allontanati
d’urgenza e quelli non riconosciuti
(ospedalizzazione)
Famiglie
straniere
sensibliz. (affido
omoculturale)
I minori stranieri non sono
penalizzati nei processi di
integrazione in famiglie affidatarie
di cultura diversa
Si risponde con l’abbinamento all’affido anche in caso di minori
particolarmente problematici
Messa in
rete con
altri sistemi
Tempi di risposta
brevi per famiglia
e minore
Costruzione di
luoghi di
socializzazione
Diffusione del
tema dell’affido
sul territorio
25
Aumento delle famiglie che fanno domanda di affidamento
Diminuiscono minori in comunità, centri diurni o doposcolastici e aumentano quelli in affido
4. IL CAMBIAMENTO CHE SI INTENDE PRODURRE
4.1. Obiettivo generale
Diminuire il divario tra minori affidabili e minori affidati, garantendo la cura, l’affetto, l’istruzione e
l’educazione che la famiglia d’origine è temporaneamente impossibilitata a dare.
4.2. Obiettivi specifici:
Os 1: migliorare l’efficienza del Servizio Affidi inserendo nuove figure professionali deputate a
interventi specifici e incrementando la banca dati di famiglie idonee all’affido allo scopo di
potenziare le possibilità di abbinamento e quindi ridurre i tempi di risposta ai progetti di affido
richiesti dalle Tutele;
Os 2: potenziare il processo di qualificazione del Servizio Affidi attraverso una diversificazione e
specializzazione dei progetti di affido, compresi gli affidi “speciali”;
Os 3: procedere alla formalizzazione del gruppo di famiglie già afferenti al Servizio Affidi in
Associazione di Famiglie;
Os 4: sviluppare la cultura dell’affido sul territorio attraverso azioni di sensibilizzazione per il
reclutamento di famiglie disponibili all’affido;
Os 5: creare e sostenere una rete di Servizi e agenzie territoriali che si occupano di famiglie e
minori al fine di giungere al coordinamento da parte della Provincia di Varese sulla tematica
dell’affido familiare;
Os 6: migliorare l’efficienza del Servizio Affidi individuando e attivando una sede operativa
dedicata, pur mantenendo uno sportello anche all’interno del Servizio Sociale di via Roma
(attualmente infatti non esistono spazi sufficienti e adeguati).
4.3. Risultati
Risultati dell’obiettivo specifico 1:
R 1.1 Costituzione di un’èquipe multiprofessionale che preveda risorse maggiori rispetto a quelle
attuali per i professionisti già attivi e la presenza di nuovi operatori specializzati nei tre anni
di progetto
R 1.2 attivazione di interventi educativi a favore dei minori e delle famiglie affidatarie sia
all’interno del contesto familiare (180 ore mensili) sia attraverso laboratori di arteterapia (n.
7 laboratori);
R 1.3 attivazione di percorsi formativi rivolti alle famiglie che si candidano per l’affido (5 percorsi
di base, 2 percorsi di secondo livello, 1 percorso modulare)
R 1.4 attivazione di specifico percorso di formazione rivolto agli operatori del Servizio Affidi con la
possibilità di estenderlo ad altri operatori del territorio provinciale che si occupano di minori
e famiglie;
26
R 1.5 riduzione degli inserimenti in comunità o centri diurni e dopo scolastici dei minori (circa
10% all’anno) che necessitano di essere temporaneamente allontanati dal proprio nucleo
familiare d’origine o che necessitano di supporto psico-educativo;
R 1.6 riduzione dei tempi di permanenza presso la struttura ospitante (max. 1 anno);
R 1.7 riduzione dei tempi di attesa per la fase di abbinamento minori-famiglia (da 12/18 mesi a 8
mesi) ;
R 1.8 riduzione dei costi sociali dei minori in comunità di circa 120.000 euro all’anno e dei minori
inseriti in centri diurni o dopo scolastici di circa 20.000 all’anno.
Risultati dell’obiettivo specifico 2:
R 2.1 Rilevazione di un migliore stato di benessere psico-fisico dei minori in affido familiare
rispetto ai minori inseriti in comunità, attraverso la predisposizione di strumenti
appositamente strutturati quali griglie di osservazione, schede di monitoraggio, indicatori
per la valutazione del quadro affettivo-relazionale;
R 2.2 individuazione di 2 famiglie professionali al termine dell’attività triennale per abbinamenti
con minori particolarmente “difficili”;
R 2.3 verifica della possibilità di aprire un contesto abitativo e di vita di più nuclei di famiglie
affidatarie professionali (1 studio di fattibilità);
R 2.4 individuazione di famiglie idonee ad interventi di accoglienza in forma di Pronto Intervento
(2 famiglie) a favore di minori molto piccoli in attesa di adozione o in situazione di grave
pregiudizio;
R 2.5 n. 1 Mappatura che fotografa il bisogno della Provincia di Varese in merito ai progetti di
affido omoculturale;
R 2.6 fotografia delle realtà straniere presenti sul territorio (1 mappatura) ed eventuale
individuazione di famiglie straniere (n° 1 famiglia straniera) disponibili ad accogliere minori
di uguale cultura.
Risultati dell’obiettivo specifico 3:
R 3.1 Start-up dell’Associazione di famiglie affidatarie afferenti al Servizio Affidi;
R 3.2 predisposizione di un calendario di iniziative promozionali, divulgative ed informative da
parte dell’Associazione;
R 3.3 attivazione da parte dell’Associazione di forme di volontariato a sostegno di situazioni
familiari problematiche afferenti al Servizio Sociale o ad agenzie del territorio (centri doposcolastici, centri diurni, centri parrocchiali);
R 3.4 creazione di una rete mutualistica e di solidarietà tra le famiglie afferenti all’Associazione di
tipo organizzativo e di condivisione;
27
Risultati dell’obiettivo specifico 4:
R 4.1 Incremento del numero di eventi di sensibilizzazione sul territorio (+10%);
R 4.2 incremento della collaborazione da parte delle famiglie afferenti al Servizio (questionari);
R 4.3 incremento della divulgazione di informazioni corrette e puntuali sul tema dell’affido
familiare anche attraverso il sito (+ 10% utenti);
R 4.4 incremento della cultura dell’affido e dell’apertura della popolazione a tale tematica
(questionari);
R 4.5 disponibilità di adeguato materiale informativo e divulgativo da distribuire alle persone
interessate all’affido;
R 4.6 incremento del numero di famiglie che ogni anno chiedono informazioni al Servizio Affidi
del comune di Busto A. (+30%);
R 4.7 incremento del numero di famiglie che ogni anno avviano e portano a termine il percorso di
conoscenza approfondita e valutazione (+20%);
R 4.8 incremento del numero degli affidi del 20% nell’arco del primo triennio.
Risultati dell’obiettivo specifico 5:
R 5.1 Fotografia dei Servizi della Provincia di Varese che si occupano di famiglie e minori con
particolare attenzione ai Servizi Affidi (n. 1 mappatura);
R 5.2 fotografia dei soggetti del terzo settore e privato sociale che si occupano di minori e
famiglie (mappatura);
R 5.3 costituzione di un coordinamento tecnico, organizzativo e metodologico che operi a livello
provinciale, che garantisca la presenza operativa costante di un tavolo tecnico nonché la
creazione di una banca dati di famiglie disponibili all’affido accessibile da parte di tutti i
Servizi Affidi della provincia;
R 5.4 apertura di un canale di comunicazione mirato e privilegiato con le Autorità Giudiziarie che
si occupano di minori.
Risultati dell’obiettivo specifico 6:
R 6.1 Apertura della nuova sede del Servizio Affidi;
R 6.2 utilizzo della sede per interventi connessi all’attività ordinaria del Servizio Affidi nonché per
eventi straordinari di sensibilizzazione e divulgazione.
28
4.4. I soggetti coinvolti nel cambiamento
I beneficiari diretti sono i minori in difficoltà e le famiglie d’origine per la parte degli interventi di
supporto educativo attivati a loro favore, le famiglie affidatarie e la cittadinanza che partecipa agli
eventi di sensibilizzazione. Nei tre anni di progetto si ritiene di poter intervenire su circa 20 minori
residenti sul territorio di Busto Arsizio e non (l’Amministrazione Comunale, infatti, non ha mai posto
vincoli di territorialità né per i minori, né per le famiglie che si candidano per l’affido), circa 20
famiglie affidatarie, 2 famiglie professionali, 2 famiglia di Pronto Intervento.
Al termine del progetto si ritiene di poter identificare una famiglia con cui successivamente avviare
1 affido omoculturale.
Beneficiari indiretti sono le famiglie d’origine (circa 20) per le quali non si prevede intervento di
supporto educativo e la cittadinanza del Comune di Busto Arsizio che sarà avvantaggiata della
riduzione dei costi sociali a favore dei minori. Indirettamente le famiglie d’origine potranno
beneficiare della migliore qualità ed efficienza del Servizio con una ricaduta positiva sullo stato di
miglior benessere dei minori. La popolazione del territorio cittadino (circa 80.000) potrà godere di
un processo di crescita socio-culturale ad esempio fruendo di spazi di riflessione qualitativamente
significativa che tendono a porre l’individuo e la famiglia al centro dell’attenzione, come previsto
dalle attuali politiche sociali territoriali. Inoltre, grazie al coinvolgimento della Provincia di Varese,
tale processo si estenderà anche ai territori limitrofi (circa 100.000 abitanti).
Soggetti della Rete. Il Progetto prevede il coinvolgimento di alcuni Soggetti del territorio (target)
che, per le rispettive caratteristiche e ambiti di intervento, si ritiene possano apportare un prezioso
contributo alla realizzazione delle varie azioni previste dal Progetto stesso.
Per facilitare la lettura sono di seguito presentati i Soggetti suddivisi per aree di appartenenza:
Area della Sensibilizzazione:
Associazione Culturale “Dialogando”
Associazione Onlus 55
Associazione Culturale “Amici del BAFF”, Busto Arsizio Film Festival
Libreria Boragno
Area Minori e Famiglia:
Associazione di Famiglie Adottive “Un Mondo di sorrisi colorati”
Associazione per le Adozioni a distanza “Amici della Guinea Bissau”
Centro dopo-scolastici, ludico-espressivo “Giocando S’impara”
Cooperativa Davide
29
Area delle comunità educative di accoglienza per minori sul territorio cittadino:
“Il Girotondo”
“Progetto Pollicino”
“Il Piccolo Principe”
Area del volontariato:
AVULSS, Associazione Volontari Unità Locale Socio Sanitari
AVO, Associazione Volontari Ospedalieri
Caritas Decanale
Area degli Assessorati coinvolti:
Assessorato Cultura
Assessorato Pubblica Istruzione
Area delle Redazione:
L’informazione
30
5. STRATEGIA D’INTERVENTO
Sono sostanzialmente tre le strategie d’intervento che vengono messe in atto nel progetto.
Strategia 1: Potenziamento e qualificazione del Servizio Affidi
Si prevede una qualificazione del Servizio attraverso l’ampliamento delle risorse disponibili per
gli operatori già attivi nel Servizio Affidi ai quali verranno affiancate nuove figure professionali
che consentiranno l’attivazione di interventi educativi in tutte le fasi dell’affido rivolti ai minori,
alle famiglie affidatarie e alle famiglie d’origine. Verranno attivati percorsi formativi rivolti agli
operatori e alle famiglie affidatarie; particolare cura sarà dedicata agli interventi previsti per le
forme di “affido speciale”., nonché all’affiancamento alle famiglie affidatarie nella fase della loro
costituzione in Associazione Inoltre sarà individuata e attivata una specifica sede operativa del
Servizio Affidi (cfr Os 1, Os 2, Os 3, Os 6)
Strategia 2 : Costituzione della Rete di Servizi
Attraverso la collaborazione con la Provincia di Varese sarà creata e sostenuta la rete dei
Servizi territoriali che si occupano di minori e famiglie in difficoltà; particolare rilevanza
assumerà l’istituzione di una banca dati di famiglie affidatarie a carattere provinciale fruibile da
parte di tutti i Servizi Affidi. Accanto alla collaborazione con i Servizi sopra citati sarà prezioso
il coinvolgimento dei soggetti del privato sociale e del terzo settore attivi nel campi degli affidi,
nonché delle Autorità Giudiziarie competenti Tribunale per i Minorenni, Tribunale Ordinario,
Forze dell’Ordine) (cfr. Os 5).
Strategia 3 : Sensibilizzazione e comunicazione sociale
Colonna portante dell’intero impianto del progetto sarà l’attività di studio e di programmazione
degli eventi di sensibilizzazione, divulgazione e promozione del tema dell’affido come pure del
rinnovato Servizio Affidi. (cfr Os 4)
Queste strategie si espletano attraverso azioni durante le diverse fasi dell’attività del Servizio Affidi
di seguito riportate.
I. Fase di promozione, rivolta al reclutamento di famiglie affidatarie;
II. Fase di formazione, rivolta agli operatori e alle famiglie (nuove candidate, Pronto intervento,
famiglie professionali, etc.);
III. Fase di valutazione: conoscenza delle famiglie e supervisione
IV. Fase di abbinamento, rivolta alla verifica di conciliabilità tra i bisogni del minore segnalato per il
progetto di affido e le caratteristiche della famiglia;
V. Fase di accompagnamento mediante il sostegno alla famiglia individuale e di gruppo;
31
VI Fase di conclusione del progetto, corrispondente al bilancio dell’esperienza di affido e alla
formulazione di un progetto successivo (rientro in famiglia o rinnovo del progetto).
Sotto, in sintesi, l’intersezione tra le fasi dell’affido e le tipologie di progetto
I Fase:
promozione
II Fase:
formazione
Fasi del progetto
III Fase:
IV Fase:
valutazione
abbinamento
Tipologie di progetti
Affidi a
tempo
parziale
Affidi a
tempo
pieno
Attività di
sensibilizzazion
e
Formazione
operatori
Formazione
famiglie
V Fase:
accompagnamento
VI Fase:
conclusione
Mediazione da parte del Servizio Affidi nei contatti tra
famiglia affidataria, famiglia d’origine e Servizi
coinvolti, attraverso attività educative e psico-sociali
Conoscenza
delle
famiglie e
supervision
e
Affidi
speciali
Conciliazione
tra bisogni del
minore e
caratteristiche
della famiglia
affidataria
attività
educative e
psico-sociali
Sostegno alla
famiglia affidataria
individuale e di
gruppo
Interventi educativi
a favore del
minore e della
famiglia affidataria
Bilancio
dell’esperienz
a d’affido ed
eventuale
formulazione
di un nuovo
progetto di
affido
5.1. Le modalità di intervento
5.1.1. Le riflessioni che hanno condotto alla scelta della strategia
L’esperienza maturata dagli operatori in questi anni di lavoro all’interno del Servizio Affidi ha
consentito di cogliere, accanto ad alcuni elementi di positività dell’intervento e di soddisfazione
professionale per la qualità del percorso offerto, aree di fragilità il cui superamento può essere
ipotizzato attraverso un lavoro di rete maggiormente integrato con il territorio (allo scopo di
potenziare l’efficacia delle risorse già presenti e di creare preziose sinergie d’intervento).
Nello specifico della presa in carico delle famiglie, soprattutto nella fase successiva all’avvio
dell’affido, si è rilevato il bisogno di interventi molto più vicini al quotidiano delle famiglie, per i quali
è necessaria una forma di supporto diversa da quella offerta dalle figure psico-sociali e più
pertinente alla figura dell’educatore professionale.
Infine la disponibilità di famiglie particolarmente attrezzate nell’accogliere minori con situazioni
maggiormente critiche potrebbe potenziare le risorse del Servizio e il numero degli abbinamenti
I vantaggi della strategia adottata rispetto alle possibili alternative
32
-
Il progetto di affido familiare garantisce uno stato di maggiore benessere psico-fisico per i
minori sia offrendo un contesto di crescita più consono ai bisogni evolutivi sia limitando i tempi
di permanenza in contesti comunitari.
-
Il lavoro in équipe, ancor più se di stampo multiprofessionale, consente indubbiamente una
maggiore specializzazione delle diverse attività ed azioni del progetto, offrendo una
competenza tecnica più puntuale ai fruitori del progetto stesso.
-
L’incremento di progetti di affido familiare permette di ottimizzare e razionalizzare le risorse
economiche a favore delle fasce deboli o svantaggiate.
-
La presenza e il consolidamento di una rete territoriale di Servizi consente indubbiamente
interventi sinergici con conseguente minor dispersione di risorse umane ed economiche.
-
La presenza di un coordinamento provinciale consente di rispondere concretamente ai reali
bisogni dei minori su un territorio più ampio superando la “possessività” di progetti locali meno
incisivi
-
Il partenariato della Provincia di Varese può garantire all’Amministrazione Comunale che qui si
presenta come Ente capofila la prosecuzione dei lavori su un tempo a lungo termine.
I fattori esterni che possono influire sull’esito dell’intervento
Positivi:
−
la presenza di una sede specifica del Servizio Affidi rappresenta certamente un impatto
rilevante nella percezione della cittadinanza e degli operatori o dei Servizi del territorio,
consentendone un’immediata identificazione e dandone visibilità;
−
il riconoscimento da parte della Provincia di Varese di un assetto metodologico strutturato e
caratterizzato dall’apporto di un’èquipe multiprofessionale avvalora e qualifica l’operato del
Servizio Affidi favorendone l’esportazione ad altri Servizi del territorio;
−
la costituzione e il consolidamento della rete di servizi, terzo settore, privato sociale e famiglie
inevitabilmente innesca e mantiene vivi, processi di evoluzione e maturazione culturale che
agiscono sulla cittadinanza ampliando l’apertura della famiglia all’accoglienza e ad altre forme
di solidarietà sociale.
Negativi:
−
gli operatori dei Servizi di Tutela Minori tendono a privilegiare il collocamento dei minori in
comunità sia per carenza di risorse familiari idonee sia per un certa diffidenza nello strumento
dell’affido familiare;
−
mancano dei dati relativi alla presenza di eventuali pregiudizi in merito all’attuazione di progetto
di affido familiare connessi alla posizione degli operatori attivi in comuni demograficamente
meno estesi e/o decentrati sul territorio della provincia;
33
−
manca la conferma che le amministrazioni di altri Comuni della provincia di Varese intendano
investire sull’affido in modo analogo a quanto stia investendo l’Amministrazione del Comune di
Busto Arsizio;
−
la chiusura “naturale” del territorio potrebbe persistere nonostante le nuove iniziative e
campagne di sensibilizzazione;
−
La difficoltà economica che l’intero Paese sta attraversando negli ultimi tempi potrebbe frenare
la popolazione nel proporsi come risorsa per l’affido familiare.
5.2. Le azioni del progetto
Il progetto si sviluppa su quattro macroaree che a loro volta si declinano in azioni:
AREA 1. Governo del sistema
AREA 2. Potenziamento e qualificazione del Servizio Affidi
AREA 3. Costituzione della Rete dei Servizi
AREA 4. Sensibilizzazione e comunicazione sociale
AREA 1. Governo del sistema
Obiettivi
Al fine di raggiungere i risultati del progetto la partnership adotta un modello di governance capace
di gestire, monitorare e dirigere i processi in atto.
Descrizione
Verrà strutturata una Cabina di Regia di coordinamento che rappresenterà la guida nello svolgersi
dei lavori attraverso una puntuale azione di monitoraggio dell’evoluzione delle differenti attività
previste dal progetto; inoltre sarà il luogo in cui convergeranno riflessioni e linee metodologiche
condivise con i referenti e gli operatori delle diverse aree. Sarà quindi il luogo in cui l’intervento
verrà messo a sistema.
Operatori coinvolti
Il sistema di gevernance sarà composto da due gruppi di figure professionali di cui il primo sarà
riferimento stabile e permanente, la Cabina di Regia, mentre i tecnici afferenti al secondo gruppo,
quello operativo, saranno coinvolti in momenti specifici secondo gli obiettivi operativi oggetto di
discussione.
34
CABINA DI REGIA:
•
il Direttore del Progetto
•
il Coordinatore gestionale del Progetto
•
il Coordinatore tecnico-operativo del Progetto in qualità di referente tecnico organizzativo
dell’attività svolta dall’intero gruppo degli operatori del Servizio Affidi e degli operatori
coinvolti nel Progetto
•
i Rappresentanti Delegati dei partner del progetto
GRUPPO OPERATIVO:
•
i Referenti d’Area, delle singole azioni del progetto, educativa, comunicazione, formazione,
provinciale
•
il Supervisore Scientifico che si occuperà di sovrintendere alla qualità e pertinenza tecnica
del progetto, Sbattella
•
gli operatori del Servizio Affidi, Psicologi, Assistenti Sociali
•
gli educatori coinvolti nel progetto per sostenere l’affido nelle sue fasi, svolgere l’attività
prevista nei laboratori espressivi, nonché l’attività di sensibilizzazione e formazione
•
la figura amministrativa
•
l’operatore web, comunicazione e stampa
•
gli operatori della rete a livello provinciale
•
i Rappresentanti dei soggetti della rete.
Il Coordinatore del progetto convocherà la Cabina di Regia con cadenza periodica, non superiore
ai tre mesi; i contatti saranno comunque costanti attraverso le diverse modalità di interazione (email, telefono, cellulare).
Sarà cura del Coordinatore della Cabina di Regia, in accordo con la coordinatrice del Servizio
Affidi, definire di volta in volta quali ulteriori operatori coinvolgere in base all’ordine del giorno.
Azioni
1.1. Coordinamento e gestione:
La Cabina di Regia si doterà di un Piano di azione, sovrintenderà alla progettazione di dettaglio,
alla predisposizione degli strumenti e alla definizione delle procedure ottimali per la gestione del
progetto; svolgerà la funzione di controllo dell'attuazione del progetto complessivo e delle singole
azioni, secondo il timing definito nel business plan, individuando gli obiettivi intermedi e
verificandone il raggiungimento.
In particolare la Cabina di Regia svolgerà le seguenti funzioni:
35
•
coordina le fasi di lavoro generali e nelle singole aree;
•
acquisisce le valutazioni e i correttivi proposti dai singoli referenti d’area in merito ad aspetti
tecnico operativi;
•
si impegna a relazionare periodicamente in riferimento allo stato di attuazione del progetto.
La funzione di Coordinamento del Progetto esercitata dal coordinatore di gestione e dal
coordinatore tecnico-operativo del servizio, dovrà a titolo esemplificativo e non esaustivo:
-
organizzare, coordinare e controllare la definizione e lo svolgimento del processo di
pianificazione operativa e di attuazione di tutte le azioni previste, assicurandone la completa
realizzazione nel rispetto dei tempi, delle modalità e delle risorse finanziarie previste, anche
mediante l’adozione di un modello metodologico di pianificazione e di controllo riconducibile al
project management;
-
gestire la governance del partenariato e della rete di soggetti e presiedere a eventuali
organismi di coordinamento;
-
monitorare costantemente l’attuazione di ciascuna azione e il rispetto degli impegni assunti da
parte dei soggetti, ponendo in essere tutte le azioni necessarie al fine di garantirne il pieno
adempimento;
-
segnalare tempestivamente alla Fondazione Cariplo eventuali ostacoli tecnico amministrativi
che ritardino o impediscano l’attuazione del progetto.
Si prevede anche l'attivazione di figure professionali tirocinanti nelle diverse discipline
richieste, laureandi o specializzandi, e di operatori del Servizio Civile che contribuiranno
all'attuazione del presente Progetto secondo le linee indicate di volta in volta dalla Cabina di Regia
e sotto la diretta supervisione dei differenti referenti d'area.
Nella budget di dettaglio si possono trovare le stime dei costi per le figure professionali previste:
questo vale anche per tutte le tabelle seguenti.
AREA 1: CABINA DI REGIA
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
DIRETTORE DEL PROGETTO
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore /anno
COORDINATORE DI
GESTIONE
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore /anno
COORDINATORE TECNICO
OPERATIVO DEL SERVIZIO
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore /anno
36
RESPONSABILE
AMMINISTRATIVO
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore /anno
RAPPRESENTANTE
DELEGATO PROVINCIA DI
VARESE
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore / anno
RAPPRESENTANTE
DELEGATO COOPERATIVA
STRIPES
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore /anno
RAPPRESENTANTE
DELEGATO CAM
Partecipazione alla Cabina di
Regia
15 ore /anno
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
Rendicontazione attività del
Servizio Affidi
10 ore / anno
REFERENTE AREA
EDUCATIVA
Partecipazione alla Cabina di
Regia
8 ore / anno
REFERENTE AREA
COMUNICAZIONE
Partecipazione alla Cabina di
Regia
8 ore / anno
REFERENTE AREA
FORMAZIONE
Partecipazione alla Cabina di
Regia
8 ore / anno
SUPERVISORE SCIENTIFICO
Partecipazione alla Cabina di
Regia
6 ore / anno
PSICOLOGO/TERAPEUTA
SERV. AFFIDI
Partecipazione alla Cabina di
Regia
8 ore / anno
ASSISTENTE SOCIALE
SERVIZIO AFFIDI
Partecipazione alla Cabina di
Regia
8 ore / anno
RAPPRESENTANTI
SOGGETTI DELLA RETE
Partecipazione alla Cabina di
Regia
Da valutare
AREA 2: GRUPPO OPERATIVO
1.2. Monitoraggio, valutazione e rendicontazione:
Il monitoraggio periodico dell’attività in atto, oltre a fornire indicazione dell’andamento del progetto,
sarà la base per rilevare i successi e gli insuccessi in modo da poter definire gli interventi. Il
monitoraggio verrà garantito dalla Cabina di Regia.
37
Per quanto riguarda la verifica si intende attivare un processo che si concretizza in 3 step:
-
al termine della fase di start up del Servizio implementato, circa a 6 mesi dalla partenza
-
al termine del primo anno e del secondo anno
-
a chiusura del progetto.
Il progetto si doterà di un piano di monitoraggio e valutazione dettagliato (cronoprogramma) che
terrà conto anche di criteri di controllo di gestione.
VALUTATORE ESTERNO
Validazione metodi,strumenti,
relazione
RESPONSABILE
MONITORAGGIO E
VALUTAZIONE
Elaborazione e analisi
consulenza
30 ore / anno
1.3. Contabilità e rendicontazione
Il Responsabile Amministrativo si farà carico di tutti gli aspetti contabili e amministrativi richiesti
dalla Fondazione Cariplo nella Guida alla Rendicontazione. Lavorerà in stretto contatto con il
Coordinatore di Getione per le azioni di pianificazione, monitoraggio e rendicontazione.
AMMINISTRAZIONE
Rendicontazione per ciascun
ente
40 ore / anno
Destinatari
I destinatari delle azioni dell’Area 1 sono principalmente i soggetti di rete e le organizzazioni
partner. Ricaduta indiretta di questa azione si avrà sui destinatari principali del progetto: minori,
famiglie e cittadinanza.
Fasi del progetto
L’azione si sviluppa lungo tutte le fasi del Progetto.
Area 2. Sviluppo e qualificazione del Servizio Affidi “Una Famiglia per Crescere”
Obiettivi
38
Gli obiettivi relativi a tale area corrispondono ad alcuni degli obiettivi specifici già indicati sopra
(pag. 26) e precisamente:
Os1: migliorare l’efficienza del Servizio Affidi inserendo nuove figure professionali deputate a
interventi specifici e incrementando la banca dati di famiglie idonee all’affido allo scopo di
potenziare le possibilità di abbinamento e quindi ridurre i tempi di risposta ai progetti di affido
richiesti dalle Tutele;
Os2: potenziare il processo di qualificazione del Servizio Affidi attraverso una diversificazione e
specializzazione dei progetti di affido, compresi gli affidi “speciali”;
Os3: procedere alla formalizzazione del gruppo di famiglie già afferenti al Servizio Affidi in
Associazione di Famiglie;
Os6: individuare e attivare una sede operativa del Servizio, pur mantenendo uno sportello anche
all’interno del Servizio Sociale di via Roma.
Descrizione
Alla luce di quanto descritto nella parte del Contesto progettuale da cui prende l’avvio del presente
Progetto, le risorse di tempo degli operatori del Servizio Affidi risultano non sufficienti a svolgere i
compiti del Servizio stesso; al pari si ritiene indispensabile qualificare maggiormente l’offerta del
Servizio attraverso l’inserimento nell’èquipe di nuove figure professionali. Allo scopo di rispondere
ad un maggior numero di richieste di attivazione del Servizio Affidi si prevedono anche percorsi
formativi mirati alla realizzazione di “affidi speciali”. Inoltre si dedicherà particolare attenzione allo
start-up dell’Associazione di Famiglie Affidatarie e all’individuazione e attivazione di una sede
operativa dedicata.
Operatori coinvolti
Oltre agli operatori già attivi nel Servizio Affidi (psicologo coordinatore, psicologo, assistente
sociale) verranno inserite nuove figure professionali: si precisa che le attività di progetto che
vengono implementate dagli operatori già attivi nel Servizio non sono parte delle attività ordinarie.
Le ore imputate al progetto sono quindi aggiuntive e servono ad implementare nuovi servizi.
Queste le figure coinvolte:
-
Supervisore scientifico
-
Educatori professionali
-
Figura amministrativa
-
Operatore della comunicazione
Azioni
2.1. Sviluppo dell’èquipe del Servizio Affidi
39
Si ritiene indispensabile potenziare l’attuale monte ore degli operatori del Servizio, psicologi e
assistenti sociali per favorire lo sviluppo delle nuove aree di intervento; ciò allo scopo di seguire in
modo adeguato l’espletamento degli interventi ordinari (valutazione, presa in carico delle famiglie e
accompagnamento
dell’esperienza
di
affido,
nonché
interventi
di
sensibilizzazione
precedentemente attuati dalla cooperativa sociale incaricata) e anche degli interventi innovativi
previsti dal presente progetto. Inoltre si prevede l’inserimento di una figura amministrativa che
svolga attività di segretariato sociale al fine di sollevare i professionisti da incombenze che
gravano pesantemente sul monte ore comportando spese eccessive per l’Amministrazione
Comunale. E’ inoltre intenzione del Servizio Affidi attivare a favore delle famiglie affidatarie che
accolgono al loro interno un minore con cui esiste un vincolo di parentela specifici percorsi di
valutazione e sostegno che già erano previsti nelle linee del Progetto Affidi steso nel 2006
(Allegato 1). Particolare spazio sarà rivolto a interventi di sostegno al gruppo di famiglie affidatarie
di parenti.
INCREMENTO DEL MONTE ORE DEGLI OPERATORI DEL SERVIZIO AFFIDI
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
PSICOLOGO COORDINATORE
SERVIZIO AFFIDI
Funzioni di coordinamento e
attività ordinaria del Servizio
50 ore / mese
PSICOLOGO/TERAPEUTA
FAMILIARE
Implementazione attività
30 ore / mese
ASSISTENTE SOCIALE
Implementazione attività
75 ore / mese
FIGURA AMMINISTRATIVA
Segretariato sociale
30 ore / mese
L’incremento del monte ore degli operatori relativo agli interventi innovativi previsti dal presente
Progetto sarà dettagliato nelle specifiche tabelle delle diverse azioni di seguito riportate.
2.2. Attivazione di interventi di tipo educativo
Gli interventi di tipo educativo saranno articolati su 3 differenti aree operative: interventi a sostegno
del minore, della famiglia affidataria e della famiglia d’origine durante l’affido; laboratori espressivi;
partecipazione all’attività di sensibilizzazione.
40
2.2.1. Interventi di sostegno e accompagnamento educativo dell’esperienza di affido
Come
ampiamente
documentato
in
letteratura,
l’esperienza
dell’affido
familiare
risulta
particolarmente delicata e richiede un attento accompagnamento da parte degli operatori coinvolti.
Soprattutto in alcune fasi dell’affido, quali avvio e conclusione dell’esperienza, come pure in
concomitanza con specifiche fasi evolutive attraversate dai minori, pre-adolescenza e
adolescenza, appare utile l’apporto della figura educativa presente nel quotidiano di vita del
minore, allo scopo di meglio facilitare e mediare tra le delicate dinamiche intercorrenti tra minore,
famiglia d’origine e famiglia affidataria. Ciascuno dei protagonisti dell’affido è infatti portatore di
proprie storie, bisogni e aspettative tra loro differenti e a volte contrastanti che necessitano
pertanto di una guida da parte di una figura professionale specializzata, quale l’educatore.
Assume notevole rilievo il fatto che l’educatore, in stretta collaborazione con l’èquipe del Servizio
Affidi, sostenga la progettualità definita in tutte le sue sfaccettature, tempi, modalità, ruoli e confini.
Ulteriore peculiarità del presente Progetto consiste nel distinguere e declinare l’approccio
metodologico sottostante gli interventi educativi secondo le diverse tipologie di affido, a tempo
parziale, a tempo pieno e “affido speciale”, ciascuna delle quali mostra caratteristiche e bisogni
propri e differenti.
Ferma restando l’esigenza di calibrare per ogni singolo minore un progetto individualizzato che
tenga conto delle caratteristiche di unicità ed irripetibilità della sua storia personale, le azioni
dell’educatore potranno risultare così articolate:
-
affido a tempo parziale: poiché il tempo che il minore trascorre presso la famiglia affidataria è
limitato, azione prioritaria dell’educatore sarà la mediazione nei contatti tra la famiglia
affidataria e la famiglia d’origine; si suppone infatti che la presenza di una figura specializzata
possa fornire al minore un supporto alla necessità di investire maggiori energie psicologicoaffettive nel passaggio ripetuto tra un nucleo familiare e l’altro trovando un ambito di
conciliazione tra i due contesti.
-
affido a tempo pieno: poiché il tempo che il minore trascorre presso la famiglia affidataria è
costante e ampio, sarà necessario che l’educatore concentri il suo intervento su minore e
famiglia affidataria al fine di conciliare e mediare i bisogni e le aspettative di ciascuno. Inoltre
sarà compito dell’educatore affiancare il minore nel difficile processo attraverso cui acquisire
consapevolezza della coesistenza di due contesti e stili di vita familiari differenti; grazie alla
presenza dell’educatore il minore potrà più facilmente trovare forme di adattamento sane e
protettive;
-
“affidi speciali”: la peculiarità di tali progetti rende indispensabile che l’intervento dell’educatore
si strutturi in modo specifico in base al progetto indicato dai Servizi anche specialistici coinvolti.
L’educatore dovrà sostenere la famiglia affidataria professionale di fronte al difficile processo di
accoglienza di minori con patologie sanitarie o disturbi gravi del comportamento; nei confronti
41
delle famiglie disponibili all’accoglienza di Pronto Intervento l’educatore dovrà prestare
particolare cura al vissuto emotivo e ai temi connessi alla separazione e al distacco.
INTERVENTI DI SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO EDUCATIVO
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
REFERENTE AREA
EDUCATIVA
Funzioni di coordinamento
degli interventi educativi
5 ore / mese
EDUCATORE
PROFESSIONALE
Attività
di
sostegno
accompagnamento
e
120 ore / mese
Il monte ore è stato calcolato tenendo conto di una media annuale di 5/6 affidi all’anno con
accompagnamenti part time per ciascuna famiglia, e un monte ore dedicato agli affidi speciali
nell’ultima fase di progetto.
2.2.2. Laboratori espressivi
La finalità generale di questi laboratori può essere identificata nell’offrire a tutti i soggetti
protagonisti un’occasione d’ espressione, riflessione e condivisione che favorisca la dimensione
del “Ben-Essere” nel corso dell’esperienza di affido attraverso un sistema di percorsi d’arte-terapia.
L’Arte-terapia, avvalendosi dell’utilizzo di materiali e tecniche grafico-plastiche, favorisce una
produzione artistica simbolica e libera che consente di oggettivare problemi e vissuti emotivi,
favorendo un processo di cambiamento del proprio punto di vista e offrendo nuove prospettive e
direzioni. Data la sua natura, l’arteterapia permette all’individuo di qualsiasi età di sperimentare un
alto livello di coinvolgimento emotivo, divertendosi, senza provare la fatica e l’ansia che possono
accompagnare altri processi di “cura” e di “ricerca”.
Tali laboratori saranno dedicati in via prioritaria ai minori; tuttavia potranno essere estesi anche
agli adulti coinvolti negli affidi familiari.
I laboratori strutturati per i minori affidati e/o per i figli naturali delle famiglie affidatarie, offriranno
un contesto accogliente, creativo, piacevole e “protetto” in cui condividere esperienze “per
crescere”, stimolando l’espressione di pensieri ed emozioni, anche faticosi e “pesanti” in maniera
“leggera”, utilizzando il linguaggio dell’immagine.
I laboratori strutturati per le famiglie potranno favorire un clima di condivisione e collaborazione
inter- e intra-familiare, utile ad affrontare più serenamente l’esperienza d’affido e le “fatiche”
correlate offrendo un punto di riferimento per esprimere in modo “libero e liberatorio” i vissuti
emotivi legati alla quotidianità dell’esperienza; ciò consentirà di acquisire la consapevolezza e la
42
conoscenza del modo proprio e altrui di “immaginare e rappresentare” le relazioni familiari durante
l’affido.
In itinere si valuterà la possibilità di individuare momenti di convergenza delle esperienze di
laboratorio maturate nei due differenti setting, minori e adulti, al fine di favorire una condivisione
delle capacità di lettura interpretativa circa le proprie esperienze di vita acquisite nell’ambito dei
vari laboratori allestiti.
LABORATORI ESPRESSIVI
OPERATORE
AZIONI
NUMERO LABORATORI
ARTETERAPEUTA
Attività di arteterapia per minori
n. 3
ARTETERAPEUTA
Attività di arteterapia per adulti
n. 3
ARTETERAPEUTA
Attività di arteterapia integrata
minori-adulti
n. 1
2.2.3. Partecipazione all’attività di sensibilizzazione
L’educatore professionale parteciperà alle diverse iniziative promosse dal Servizio Affidi e meglio
declinate nell’area relativa alla sensibilizzazione. Tale figura professionale potrà contribuire a
divulgare e promuovere le tematiche dell’accoglienza e dell’affido con specifico riferimento alle
azioni innovative dell’area educativa previste dal presente Progetto.
Il monte ore e i costi relativi a tali interventi sono indicati nella tabella riassuntiva delle attività di
promozione e divulgazione riportate nell’area 4 , Sensibilizzazione e comunicazione sociale.
2.3. Formazione alle famiglie
Alla luce di quanto descritto nella parte del Contesto progettuale in riferimento alla conclusione
della collaborazione con la cooperativa sociale incaricata di promuovere interventi di
sensibilizzazione e formazione, il Servizio Affidi non ha più potuto contare su tale preziosa risorsa
ed è quindi stato impossibilitato a offrire percorsi formativi indirizzati alle famiglie interessate al
tema dell’affido familiare.
Nel momento in cui dovesse partire l’attività di sostegno al gruppo di famiglie affidatarie di parenti
del minore, si valuterà con l’agenzia deputata alla formazione di famiglie e operatori un percorso
formativo appositamente strutturato per questo gruppo. Tale scelta è legata al fatto che le famiglie
che accolgono un minore con cui esiste un vincolo di parentela presentano caratteristiche e
criticità differenti dalle famiglie affidatarie che hanno in corso affidi etero-familiari.
Si ipotizzano quindi due differenti tipi di percorso formativo:
43
a) percorsi informativi-formativi di base: saranno rivolti a famiglie che intendono avvicinarsi anche
in termini esplorativo-conoscitivi al tema dell’affido familiare e saranno gestiti dagli operatori del
Servizio Affidi in collaborazione con le figure professionali educative previste dal presente
Progetto;
b) percorsi formativi di secondo livello: saranno rivolti a famiglie che hanno già in corso affidi in
merito all’approfondimento di temi o a fronte di specifici richieste delle famiglie stesse; tali
percorsi saranno gestiti da agenzie esterne esperte e qualificate appositamente incaricate.
OPERATORE
EQUIPE SERVIZIO AFFIDI
+ EDUCATORI
AGENZIA FORMATIVA
AZIONI
NUMERO PERCORSI
Percorso informativo-formativo
di base
N. 5
Percorso formativo di secondo
livello
N. 2
2.4. Formazione agli operatori
Accanto agli interventi di formazione rivolti alle famiglie candidate all’affido e con affidi già attivati,
si prevede l’avvio di percorsi formativi specifici diretti agli operatori . Anche in questo caso si
ipotizzano percorsi distinti su due differenti piani: percorso rivolto all’èquipe multi professionale del
Servizio Affidi e un percorso rivolto agli operatori del territorio della Provincia di Varese che si
occupano di Minori e Famiglia. Il primo percorso ha l’obiettivo di qualificare il Servizio e fornire una
maggiore specializzazione in materia di affido e potrebbe essere articolato in più moduli sull’intero
triennio.
Il secondo percorso potrà consentire di raccogliere eventuali perplessità e chiusure degli operatori
nei confronti dello strumento dell’affido e contemporaneamente garantire la costruzione e
condivisione di una metodologia e di un’operatività comuni, nonché individuare e trasmettere
nuove prassi più funzionali; tale percorso formativo potrebbe essere costituito da un certo numero
di incontri (5/6) con la possibilità di essere ripetuto più volte nell’arco del triennio.
In riferimento alla costituzione di un gruppo di famiglie affidatarie di parenti, sarà opportuno attivare
percorsi formativi rivolti agli operatori in cui siano affrontati i temi di pertinenza dell’ambito.
44
OPERATORE
AZIONI
NUMERO PERCORSI
AGENZIA FORMATIVA
Percorso formativo per
Servizio Affidi implementato
il
AGENZIA FORMATIVA
Percorso formativo di base per
gli operatori del territorio
provinciale.
N. 1 suddiviso in più moduli)
N. 1
2.5. “Affidi speciali”
La conoscenza dello scenario del disagio minorile sul territorio di Busto Arsizio porta gli operatori
del Servizio Affidi a valutare come necessario progettare nuovi modelli di accoglienza a favore di
minori “difficili”, in situazione di grave sofferenza e disagio psico-fisico o che necessitano di essere
collocati d’urgenza in un contesto distante da quello della famiglia d’origine. Tali minori hanno
bisogno di essere inseriti in famiglie che possano garantire una disponibilità familiare, un
investimento di tempo elevato o immediato e una preparazione specifica per queste delicate
forme di accoglienza, di qui indicate con la denominazione di “Famiglie speciali”.
Il presente Progetto intende destinare parte delle risorse previste, all’individuazione di una
metodologia volta a reclutare, selezionare e formare tale gruppo di famiglie in modo mirato; sarà
innanzitutto utile creare un gruppo di lavoro che possa:
•
definire gli indicatori da ricercare nell’ambito del percorso valutativo delle famiglie candidate
allo scopo di dichiararne l’idoneità ad essere impiegate in “affidi speciali”;
•
strutturare percorsi formativi mirati per le forme di affido speciale;
•
articolare percorsi formativi di secondo livello specifico per l’affido professionale e per
l’affido di Pronto Intervento;
•
definire percorsi ad hoc di sostengo all’esperienza di affido nel suo svolgersi prevedendo
una presa in carico articolata in colloqui di sostegno rivolti alla famiglia o al referente
familiare, gruppo di confronto con famiglie “speciali”, e tutoraggio educativo;
•
predisporre degli strumenti di rilevazione di osservazione della crescita e dei cambiamenti
nella vita del minore da condividere e utilizzare con le famiglie.
Come indicato nelle azioni e nei risultati dell’obiettivo specifico 2, il gruppo di lavoro effettuerà uno
studio di fattibilità finalizzato all’apertura di un contesto abitativo e di vita di più nuclei di “famiglie
affidatarie speciali” attive sul territorio.
45
ATTIVITA’ RELATIVA AGLI AFFIDI SPECIALI
OPERATORI
PSICOLOGO COORDINATORE
SERVIZIO AFFIDI
PSICOLOGO/TERAPEUTA
FAMILIARE SERVIZIO AFFIDI
ASSISTENTE SOCIALE SERVIZIO
AFFIDI
SUPERVISORE SCIENTIFICO
AZIONI
MONTE ORE
Partecipazione al gruppo di
lavoro
30 ore
Valutazione delle famiglie
15 ore
Presa in carico delle famiglie
30 ore
Studio di fattibilità di un
cotesto abitativo aperto
Partecipazione al gruppo di
lavoro
20 ore
Valutazione delle famiglie
15 ore
Presa in carico delle famiglie
Partecipazione al gruppo di
lavoro
40 ore
15 ore
Valutazione delle famiglie
30 ore
Presa in carico delle famiglie
70 ore
Studio di fattibilità di un
cotesto abitativo aperto
Partecipazione al gruppo di
lavoro
20 ore
Studio di fattibilità di un
cotesto abitativo aperto
REFERENTE AREA EDUCATIVA
COORDINATORE DI GESTIONE
15 ore
8 ore
20 ore
Partecipazione al gruppo di
lavoro
30 ore
Presa in carico delle famiglie
Studio di fattibilità di un
cotesto abitativo aperto
150 ore
20 ore
I dati riportati in tabella si riferiscono all’intero triennio; l’ipotesi di monte ore fatto sull’attività
operativa diretta alle famiglie è stata stimata considerata l’avvio del percorso con 4 “famiglie
speciali”.
46
FORMAZIONE RIVOLTA ALLE “FAMIGLIE SPECIALI”
OPERATORE
AZIONI
NUMERO PERCORSI
AGENZIA FORMATIVA
Percorso formativo mirato per
“Famiglie speciali”
N. 1
AGENZIA FORMATIVA
Percorso formativo di secondo
livello
N. 1
Nell’ambito del triennio si pensa di attivare n. 1 percorso formativo mirato per “Famiglie speciali” e
n. 1 percorso formativo di secondo livello per famiglie professionali e n. 1 percorso formativo di
secondo livello per famiglie di Pronto Intervento.
Relativamente alla complessa tematica dell’affido omoculturale il presente Progetto si propone di
procedere ad una puntuale analisi del bisogno del territorio in tal senso poiché al momento il
Servizio Affidi non dispone di dati specifici. In parallelo si effettuerà una mappatura delle varie
culture straniere presenti sul territorio volta all’individuazione di famiglie straniere disponibili ad
accogliere minori di uguale cultura nella prospettiva di futuri o possibili abbinamenti omoculturali.
ATTIVITA’ RELATIVA AGLI AFFIDI OMOCULTURALI
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
PSICOLOGO
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
Analisi del bisogno
10 ore
Mappatura
10 ore
COORDINATORE DI
GESTIONE
Analisi del bisogno
20 ore
Mappatura
20 ore
OPERATORE PIANO DI
ZONA DI BUSTO ARSIZIO
Analisi del bisogno
25 ore
Mappatura
25 ore
OPERATORE DELLA
PROVINCIA DI VARESE
Analisi del bisogno
25 ore
Mappatura
25 ore
REFERENTE AREA
EDUCATIVA
Analisi del bisogno
10 ore
Mappatura
10 ore
47
2.6 Start-up dell’Associazione
All’interno del Servizio Affidi si è costituito, come descritto nel Contesto progettuale, un gruppo di
famiglie affidatarie che si incontra periodicamente alla presenza di psicologo e assistente sociale;
nell’ambito dell’attività di gruppo svolta nel primo anno compiuto dalla sua nascita, è emerso il
desiderio-bisogno delle famiglie stesse di potersi costituire in Associazione al fine di incrementare
il reciproco sostegno e di estendere l’intervento mutualistico e di solidarietà anche all’esterno del
gruppo contribuendo attivamente e dando ulteriore valore alla stessa attività di sensibilizzazione
del Servizio Affidi.
Il Progetto si propone di accompagnare e sostenere le famiglie nel raggiungere il loro obiettivo. Il
Servizio intende investire su questa azione ritenendola veicolo per l’avvicinamento di altre famiglie
disponibili a costituirsi come risorsa per l’affido familiare o ad altre forme di volontariato finalizzate
all’approccio a situazioni
familiari problematiche attraverso il supporto nei compiti o attività
doposcolastiche o svolte in tempi di vacanza.
START UP DELL’ASSOCIAZIONE DI FAMIGLIE
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
PSICOLOGO COORDINATORE
SERVIZIO AFFIDI
Accompagnamento
famiglie
delle
10 ore
PSICOLOGO/TERAPEUTA
FAMILIARE
Accompagnamento
famiglie
delle
10 ore
ASSISTENTE SOCIALE
Accompagnamento
famiglie
delle
20 ore
REFERENTE AREA EDUCATIVA
Accompagnamento
famiglie
delle
20 ore
COORDINATORE DI GESTIONE
Accompagnamento
famiglie
delle
10 ore
FIGURA AMMINISTGRATIVA
Attività di segretariato
30 ore
2.7. Individuazione e attivazione di una sede operativa
Il Progetto intende aprire sul territorio di Busto Arsizio una sede dedicata al Servizio Affidi che
disponga di spazi adeguati sia allo svolgimento dell’attività routinaria del Servizio, sia ad eventuali
attività specifiche quali eventi, convegni, attività di gruppo, riunioni.
48
INDIVIDUAZIONE A APERTURA DELLA SEDE OPERATIVA DEL SERVIZIO AFFIDI
OPERATORI
AZIONI
COSTI
ADATTAMENTO E
IMBIANCATURE
Adattamento e imbiancature
2500
ARREDI
Allestimento locali e arredi
1800
BENI STRUMENTALI
Materiali, computer,
1500
EVENTO INAUGURAZIONE
SERVIZIO DI CATERING
Inaugurazione
1000
Destinatari
I destinatari privilegiati delle azioni dell’Area 2 sono i minori in affido familiare e i minori in
situazione di grave disagio psico-fisico o che necessitano di progetti di inserimento a carattere
d’urgenza. Destinatarie sono anche le famiglie affidatarie o quelle che si candidano per l’affido,
nonché le famiglie d’origine dei minori per i quali sono attivi progetti di affido etero familiare.
Beneficiano altresì delle azioni previste le famiglie straniere e indirettamente la cittadinanza
nonché la popolazione della Provincia di Varese. Infine l’incremento delle ore e delle risorse del
Servizio Affidi porta quest’ultimo a essere destinatario delle azioni a sua volta grazie al suo
potenziamento e alla qualificazione definita.
Area 3. Costituzione della rete dei Servizi
Obiettivi
Data la mancanza di un coordinamento provinciale sia per quanto riguarda la parte tecnicooperativa sia per quanto riguarda la promozione della cultura dell’affido, il presente Progetto
reclama a viva voce il partenariato della Provincia di Varese la cui partecipazione si concretizzerà
nelle seguenti azioni:
-
Mappatura dei bisogni e delle risorse: Analisi territoriale e del contesto, con esplicitazione dei
bisogni e delle risorse presenti, espressi dagli operatori locali, dei servizi pubblici e del privato
sociale, verranno coinvolti nel lavoro di rete, al fine di valorizzare le esperienze e le
competenze dei diversi soggetti che si occupano di affidi familiari nella Provincia di Varese e
pianificare di un programma di azione coerente ai bisogni locali e in grado di valorizzare le
risorse e le esperienze già presenti. Ci si doterà di uno strumento informatico cui potranno
49
facilmente accedere gli operatori/Servizi del territorio provinciale allo scopo di inserire o
reperire risorse familiari utili alla realizzazione di progetti di affido (Banca dati on-line);
-
Coordinamento Provinciale: La Provincia si pone a servizio delle realtà che già operano a
livello distrettuale nell’ambito dell’affido, facendosi promotrice di iniziative di coordinamento e di
valorizzazione e sviluppo di risorse attraverso la creazione di un tavolo di lavoro sull’affido con
la finalità di mettere in rete le risorse presenti a livello locale del pubblico e del privato sociale
attive nell’ambito dell’affido e che andranno a formare la rete di coordinamento provinciale e
promuovere la maturità e la forza dei servizi per i minori in difficoltà, affinché in tutti i distretti
della provincia l’esperienza di affido possa strutturarsi e consolidarsi nel tempo. Tra gli obiettivi
vi è quello di replicare le buon prassi sperimentate nel progetto su altra parte del territorio
provinciale.
Sempre nell’ottica di sistema, la Provincia di Varese promuoverà anche percorsi di formazione
sull’affido e svilupperà un piano di informazione/comunicazione e diffusione dei risultati attraverso
specifiche azioni informative.
Inoltre si ritiene opportuno verificare la possibilità di attivare canali di comunicazione e scambio
con il Tribunale per i Minorenni di Milano, il Tribunale Ordinario di Busto Arsizio e le Forze
dell’Ordine locali al fine di condividere i contenuti del presente Progetto e le risorse che lo stesso
offre sia in termini di ampliamento delle possibilità di affido etero familiare sia per gli interventi che
necessitano di allontanamenti dei minori con carattere d’urgenza.
Descrizione
La conoscenza del territorio di riferimento da parte degli operatori del Servizio Affidi ha
progressivamente portato gli stessi a cogliere un sensibile scollegamento fra le attività promosse
dalle differenti agenzie territoriali con una conseguente dispersione di energie, risorse umane ed
economiche. Anche l’attività dei soggetti del terzo settore non risulta adeguatamente coordinata al
punto che si verifica spesso la coincidenza di serate in cui si affrontano tematiche simili con
l’inevitabile conseguenza della riduzione di frequenza da parte della popolazione.
E’ evidente che un coordinamento forte capace di dare una lettura integrata dei servizi esistenti,
delle risposte territoriali e delle risorse del terzo settore, favorirebbe tutto il sistema del settore
affidi.
Operatori coinvolti
•
Si prevede che gli operatori coinvolti siano:
•
coordinatore Servizio Affidi
•
operatori del Servizio Affidi, psicologi, terapeuti familiari e assistenti sociali
50
•
referente dell’area educativa
•
educatori
•
coordinatore di gestione del Progetto
•
rappresentanti della Provincia
•
operatore del Piano di Zona
•
figura amministrativa
Azioni
3.1. Mappatura dei Servizi riferiti all’area Minori e Famiglia della Provincia
Sarà indispensabile conoscere esattamente quali realtà esistono sul territorio provinciale che si
occupano di Affido, quali i Servizi di primo livello e di livello specialistico che si occupano di minori
nonché quali le realtà del Terzo Settore e del privato sociale. Ciò al fine di costruire un indirizzario
mirato dei soggetti rilevanti sul territorio anche attraverso la creazione di strumento ad hoc.
MAPPATURA PROVINCIALE
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
COORDINATORE DI
GESTIONE
Individuazione di linee guida
per la mappatura
20 ore
REFERENTE DELEGATO
DELLA PROVINCIA
Individuazione di linee guida
per la mappatura
20 ore
Realizzazione della mappatura
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
Individuazione di linee guida
per la mappatura
OPERATORE PIANO DI
ZONA
Realizzazione della mappatura
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segreteria
20 ore
20 ore
30 ore
30 ore
3.2. Costituzione di un coordinamento tecnico provinciale
Allo scopo di gestire in modo coordinato gli interventi dei diversi Servizi operanti sul territorio e di
rispondere tempestivamente ai bisogni dei minori in difficoltà con l’affido familiare si intende
costituire un coordinamento tecnico-organizzativo e metodologico provinciale.
51
Nell’ambito di tale contesto si dovrà strutturare un tavolo tecnico di confronto tra gli operatori
referenti dei diversi Servizi.
COSTITUZIONE COORDINAMENTO TECNICO PROVINCIALE
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
COORDINATORE DI
GESTIONE
Partecipazione
tecnico
al
tavolo
10 ore / anno
REFERENTE DELEGATO
DELLA PROVINCIA
Partecipazione
tecnico
al
tavolo
10 ore / anno
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
Partecipazione
tecnico
al
tavolo
10 ore / anno
OPERATORI DEL SERVIZIO
AFFIDI
Partecipazione
tecnico
al
tavolo
10 ore / anno
REFERENTE AREA
EDUCATIVA
Partecipazione
tecnico
al
tavolo
10 ore / anno
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segreteria
REFERENTI DEI DIVERSI
SERVIZI DEL TERRITORIO
Partecipazione
tecnico
al
10 ore / anno
tavolo
10 ore / anno
3.3. Costituzione di una banca dati di famiglie idonee all’affido
All’interno del Servizio Affidi si è rivelata utile la costituzione di una banca dati relativa alle famiglie
afferite al Servizio e valutate nel percorso di conoscenza approfondita in merito all’idoneità
all’affido al fine di avere un quadro costantemente aggiornato e facilmente accessibile e
consultabile. L’apposito modulo predisposto riassume sinteticamente le caratteristiche principali
utili nella fase di individuazione/abbinamento minore-famiglia: nominativo, residenza, recapiti
telefonici, composizione familiare, caratteristiche del nucleo familiare, disponibilità di tempo, breve
o prolungato, rivolto all’accoglienza del minore. (Allegato 11)
A partire da questa esperienza si crede di promuovere la creazione di una banca dati a carattere
provinciale in cui possano confluire tutte le risorse dei Servizi Affidi presenti sul territorio della
Provincia di Varese. Per rendere tale strumento il più veloce possibile si ritiene utile predisporre
uno strumento informatico che consenta l’accesso on-line garantendo riservatezza sui dati inseriti.
52
COSTITUZIONE BANCA DATI FAMIGLIE PROVINCIALE
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
REFERENTE DELEGATO
DELLA PROVINCIA
Impostazione banca dati
30 ore
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
Impostazione banca dati
30 ore
ASSISTENTE SOCIALE
SERVIZIO AFFIDI
Inserimento dati famiglie
20 ore / anno
OPERATORE WEB
Realizzazione dello strumento
informatico
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segreteria
200 ore
10 ore / anno
3.4. Contatti con l’Autorità Giudiziaria e le Forze dell’Ordine
Come sopra indicato sarà opportuno comunicare direttamente con l’Autorità Giudiziaria e le Forze
dell’Ordine di riferimento per informare dello sviluppo e della qualificazione del Servizio Affidi e per
confrontarsi costantemente sulla fattibilità dei progetti di affido alla luce delle reali risorse di
famiglie e Servizi tra loro coordinati, del territorio. Tale azione è ulteriormente rilevante nell’ottica
della realizzazione degli “affidi speciali” che il presente Progetto intende realizzare.
CONTATTI CON L’AUTORITA’ GIUDIZIARIA E FORZE DELL’ORDINE
OPERATORI
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
AZIONI
MONTE ORE
Presa di contatto con A.G. e
F.O.
20 ore
Consolidamento
relazioni
PSICOLOGO/TERAPEUTA
FAMILIARE SERVIZIO AFFIDI
ASSISTENTE SOCIALE SERVIZIO
AFFIDI
delle
Presa di contatto con A.G. e
F.O.
Consolidamento
relazioni
delle
Presa di contatto con A.G. e
F.O.
Consolidamento
relazioni
10 ore / anno
delle
20 ore
10 ore / anno
20 ore
20 ore/ anno
53
relazioni
SUPERVISORE SCIENTIFICO
Presa di contatto con A.G. e
F.O.
20 ore
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segreteria
10 ore
Destinatari
Destinatari di tale area di intervento saranno i Servizi Socio-sanitari e del Terzo Settore e Privato
Sociale della Provincia di Varese e indirettamente i minori nonché le famiglie che si rendono
disponibili all’affido anche nelle forma di “affido speciale” e in tempi d’urgenza.
Fasi del progetto
L’area della rete rappresenta il pilastro su cui poggia l’intero impianto del Progetto promosso dal
Servizio Affidi “Una famiglia per crescere” in risposta al bisogno di progetti di affido.
Area 4. Sensibilizzazione e comunicazione sociale
Obiettivi
Il Servizio Affidi intende avvalersi dei principali mezzi di comunicazione per promuovere e
diffondere la “cultura dell’accoglienza”, allo scopo principale di reperire nuove famiglie che siano
disponibili ad affrontare l’esperienza dell’affido.
Ampio spazio sarà dedicato alla comunicazione sul web, oggi sempre più diffusa e alla portata di
molti, ma saranno coperti pressoché tutti i principali strumenti di comunicazione per garantire una
presenza e un’informazione completa e capillare.
Riteniamo che la comunicazione sociale ricopra in questo caso una risorsa preziosa, soprattutto se
costante nel tempo, innanzitutto per farci conoscere sul territorio, per intensificare le relazioni con
altre associazioni/enti, per dialogare con le famiglie, per sensibilizzarle sul tema, per promuovere il
servizio, per ampliare il bacino d’utenza.
Descrizione
L’esperienza di lavoro fin qui condotta all’interno del Servizio Affidi ha confermato la necessità di
attivare iniziative di sensibilizzazione costanti nel tempo al fine di sollecitare assiduamente
attenzioni e interesse della cittadinanza. Tale riflessione ha trovato particolare spazio nell’arco del
54
2009 perché gli operatori si sono impegnati direttamente in questo tipo di attività; dalla valutazione
in merito all’esperienza maturata si ritiene sia maggiormente produttiva un’azione costante e
continuativa, anche di modeste dimensioni o entità, piuttosto che eventi di particolare richiamo ma
isolati nel tempo.
Il presente Progetto si propone quindi di attivare una serie di azioni che possano raggiungere in
maniera capillare, sistematica e continuativa sia la cittadinanza del Comune di Busto Arsizio sia la
popolazione del territorio limitrofo; a tale scopo verranno coinvolti attivamente tutti i soggetti
partner e quelli della rete.
La Provincia partecipa a questa attraverso un piano e una strategia di informazione/comunicazione
e diffusione dei risultati attraverso la pianificazione e l’organizzazione di specifiche azioni
informative, di diffusione e creazione di materiali promozionali/pubblicazioni. Inoltre promuove
percorsi di formazione sull’affido volti alla sensibilizzazione sulla tematica dell’affido, sulle
problematiche a cui si propone di rispondere e sulla complessità che implica
Operatori coinvolti
Oltre agli operatori già attivi nel Servizio Affidi, (psicologo coordinatore, psicologo, assistente
sociale) verranno inserite nuove figure professionali:
•
educatori professionali
•
operatore della comunicazione sociale
•
responsabile redazione comunale
•
operatore web
•
coordinatore del Progetto
•
operatore del Piano di Zona
•
operatore della Provincia di Varese
•
figura amministrativa
Azioni
4.1. Studio e programmazione
Occorre che le attività di sensibilizzazione e comunicazione sociale siano puntualmente
programmate dopo aver effettuato un attento studio delle caratteristiche della popolazione del
nostro territorio, dopo aver individuato il target e gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere.
55
STUDIO
E
PROGRAMMAZIONE
DELLE
ATTIVITA’
DI
SENSIBILIZZAZIONE
E
COMUNICAZIONE SOCIALE
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
PSICOLOGO
COORDINATORE SERVIZIO
AFFIDI
Valutazione
tecnica
delle
ipotesi di programmazione
20 ore / anno
OPERATORE DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
Studio di fattibilità
OPERATORE DEL PIANO DI
ZONA
Collaborazione alla raccolta
dati e definizione programmi
30 ore / anno
REFERENTE AREA
EDUCATIVA
Collaborazione alla raccolta
dati e definizione programmi
10 ore / anno
OPERATORE DELLA
PROVINCIA
Collaborazione alla raccolta
dati e definizione programmi
10 ore/ anno
COORDINATORE DI
GESTIONE
Valutazione
tecnica
delle
ipotesi di programmazione
20 ore / anno
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segretariato
30 ore / anno
60 – 80 ore / anno
Programmazione
4.2. Social Network
È ormai un fenomeno estremamente diffuso, la rete sociale del nuovo millennio, che facilita
incontri non solo fra persone, ma fra queste e gruppi o associazioni. In Italia queste forme di
relazione stanno ormai dilagando; si ritiene opportuno utilizzare questa piattaforma per poter
facilitare ulteriormente la promozione e diffusione del Servizio. In questo modo si offre agli utenti
un altro spazio di interscambio e la possibilità di parlare e far parlare delle varie iniziative previste e
dei servizi erogati; ciò potrebbe essere definirlo un passaparola “pilotato”.
SOCIAL NETWORK
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
OPERATORE DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
Attivazione e aggiornamento
del network
20 ore / anno
OPERATORE WEB
Interventi informatici
30 ore / anno
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segretariato
30 ore / anno
56
4.3.Sito internet dedicato e collegamento con altri siti
Il Servizio Affidi avrà un proprio sito internet, un ampio spazio che possa ospitare informazioni di
carattere generale (es. normativa che regola l’affido, recapiti utili, FAQ, archivio storico, rassegna
stampa…) ma che si contraddistingue per essere strutturato in due macro aree. Una dedicata agli
utenti privati che troveranno qui non solo tutte le informazioni di base relative all’esperienza
dell’affido e il calendario degli eventi/manifestazioni promossi dal Servizio - o ai quali lo stesso
parteciperà - ma soprattutto un forum di discussione accessibile previa registrazione dove le
famiglie e i singoli utenti (famiglie affidatarie e non) potranno scambiare esperienze, opinioni, idee,
problematiche, dubbi…
Una finestra sarà dedicata invece allo specialista on line (psicologo e/o assistente sociale), che
risponderà ai quesiti degli utenti con filtro sulle domande; si ritiene infatti che ciò permetta alle
persone di abbattere i timori di affrontare in modo diretto alcuni temi preferendo la comunicazione
scritta. Una seconda finestra sarà invece dedicata ai professionisti che troveranno nel sito una
piattaforma di interscambio di informazioni, non solo fra operatori del servizio, ma anche con
colleghi di servizi analoghi dei comuni della provincia di Varese e di altri comuni limitrofi anche al di
fuori della provincia di Varese. Riteniamo che un servizio di questo genere rappresenti un’ottima
base per creare un network con altre realtà territoriali, un luogo dove la domanda e l’offerta
vengono fatte confluire in una banca dati costantemente aggiornata, che ha lo scopo di facilitare
accoppiamenti famiglia – minore altrimenti difficilmente realizzabili.
Essere presenti sul web in modo “indipendente” significa avere la possibilità di essere collegato a
numerose altre realtà, e pensiamo non solo a legami con il sito del Comune di Busto Arsizio o
della Provincia di Varese, ma anche con siti i cui visitatori potrebbero essere potenziali fruitori del
servizio (siti dedicati alle mamme, alle famiglie, ai bambini, pediatrici, …).
Pensiamo di poter essere presenti anche sul portale provinciale varesenews.it che ospita un’ampia
area dedicata ai bambini, o su portali come associazioni.eu che invece accoglie e mappa le
associazioni di tutta Italia allo scopo di renderci ancora più visibili.
SITO INTERNET DEDICATO E COLLEGAMENTO CON ALTRI SITI
OPERATORI
OPERATORE DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
AZIONI
MONTE ORE
Ideazione del nuovo sito
50 ore / anno
Aggiornamento del sito
70 ore / anno
Attivazione forum, specialista
on-line e piattaforma per gli
operatori
80 ore / anno
57
OPERATORE WEB
Interventi informatici
100 ore / anno
PSICOLOGO
COORDINATORE
Consulenza on-line
30 ore / anno
PSICOLOGO/TERAPEUTA
SERV. AFFIDI
Consulenza on-line
30 ore / anno
ASSISTENTE SOCIALE
SERVIZIO AFFIDI
Consulenza on-line
30 ore / anno
SUPERVISORE SCIENTIFICO
Consulenza on-line
15 ore / anno
4.4. Ufficio Stampa
Importanza particolare rivestono i contatti con la stampa locale, quotidiani, periodici e network
radiotelevisivi della regione, che dovranno essere costantemente informati circa le novità del
Servizio Affidi, e invitati agli eventi e alle serate a tema che verranno via via organizzate. È
importante che ogni azione sia opportunamente segnalata a stampa, radio e tv con la rilevanza
che ciascun evento merita per incrementare la possibilità di avere spazi dedicati.
UFFICIO STAMPA
OPERATORI
OPERATORE DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
RESPONSABILE REDAZIONE
COMUNALE
AZIONI
MONTE ORE
Costituzione della relazione
con gli interlocutori stampa del
territorio provinciale/regionale
40 ore
Aggiornamento della
comunicazione
40 ore
Gestione della comunicazione
stampa
30 ore / anno
4.5. Produzione di materiale informativo
Oltre al materiale attualmente in uso nel Servizio Affidi verrà predisposto ulteriore materiale a
scopo informativo divulgativo, quali la brochure del Servizio e una brochure ad hoc relativa al
presente Progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo che illustrerà nel dettaglio aree di intervento
e finalità. Entrambe le brochure, caratterizzate da linguaggio semplice, chiaro e diretto, avranno
una distribuzione capillare.
58
Inoltre, come avvenuto in passato, sarà richiesta la collaborazione di librerie di richiamo della zona
per promuovere la cultura dell’accoglienza, anche attraverso totem espositivi posizionati
strategicamente all’interno delle librerie stesse, dove saranno esposti non solo le brochure
informative (in questo caso di supporto), ma anche libri, DVD e pubblicazioni dedicati al tema.
STAFF OPERATIVO
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
PSICOLOGO COORDINATORE
SERVIZIO AFFIDI
Consulenza
contenuti
tecnica
sui
30 ore / anno
PSICOLOGO/TERAPEUTA
FAMILIARE DEL SERVIZIO AFFIDI
Consulenza
contenuti
tecnica
sui
20 ore / anno
ASSISTENTE SOCIALE DEL
SERVIZIO AFFIDI
Consulenza
contenuti
tecnica
sui
30 ore / anno
REFERENTE DELL’AREA
EDUCATIVA
Consulenza
contenuti
tecnica
sui
50 ore/ anno
OPERATORE DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
Studio dei materiali
50 ore / anno
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segretariato
30 ore / anno
SUPERVISORE SCIENTIFICO
Consulenza, stesura e cura
delle
pubblicazioni
a
carattere scientifico
15 ore
PRODUZIONE DEI MATERIALI INFORMATIVI
MATERIALE
QUANTITATIVO
BROCHURE
1000 Tot. / anno
PACCHETTO INFORMATIVO
PER LE FAMIGLIE
800 Tot. / anno
TOTEM ESPOSITIVO
LOCANDINE PER CONVEGNI
E SERATE A TEMA
GAZEBO
COSTI / TRIENNIO
3.000,0
2.400,0
3
3.000,0
500 Tot.
2.000,0
1
2.000,0
59
MANIFESTI PER CONVEGNI
E SERATE A TEMA
200 Tot.
STRISCIONI DEL SERVIZIO
6
FOGLI ILLUSTRATIVOINFORMATIVI
MATERIALI DI CONSUMO
3.000,0
600,0
1000 Tot.
2.500,0
1
1.600,0
DVD
200 Tot.
400,0
PUBBLICAZIONE
1000 Tot.
5.000,0
4.6. Iniziative promozionali
Tale azione dovrà essere preceduta da una puntuale mappatura degli eventi già organizzati dal
Comune di Busto Arsizio, in particolare dagli Assessorati Cultura e Pubblica Istruzione e dai diversi
soggetti della rete nonché delle principali ricorrenze del calendario annuale di festività; attraverso
l’operatore della Provincia di Varese si provvederà ad individuare ulteriori eventi di richiamo
significativo anche al di fuori del territorio cittadino. Inoltre si ritiene di coinvolgere alcune agenzie
educative e ricreative, soprattutto asili nido, scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie,
parrocchie, realtà nelle quali è possibile intervenire non solo con la distribuzione ai genitori di
materiale divulgativo, ma anche chiedendo collaborazione ad insegnanti ed educatori per progetti
di più ampio respiro con l’obiettivo di produrre elaborati sul tema affido (disegni, canzoni,
poesie…). Allo stesso modo si procederà ad un collegamento con Associazioni Onlus del territorio;
tale attività è da considerare particolarmente interessante a livello di Relazioni Pubbliche poiché
consentirà di raggiungere due obiettivi principali: la possibilità di realizzare momenti di incontro
comuni e di attingere in via indiretta ad una serie di contatti ai quali poter far pervenire notizie sul
Servizio Affidi, inviti a eventi e manifestazioni che si intendono promuovere. Ci si rivolgerà sia ai
soggetti della Rete presentate nel Progetto sia alle altre associazioni territoriali coinvolgibili.
A titolo esemplificativo e non esaustivo si riportano le seguenti iniziative che il Servizio Affidi
intende attivare.
Serate a tema. Diversi incontri a tema e serate dedicate all’affido sono già state realizzate e
continueranno ad esserlo; anche in questo caso si intende appoggiarsi ad eventi realizzati da altre
associazioni culturali di zona, ben predisposte ad affrontare i temi dell’accoglienza e che possono
allargare il bacino di utenza. Questa potrebbe essere un’ulteriore occasione per la distribuzione di
gadget e brochure informative.
60
Allestimento punti informativi. Come già fatto in passato, si intendono predisporre gazebo
informativi, allestiti all’interno di manifestazioni di vario genere organizzate sul territorio in
collaborazione con altre associazioni della zona. Gli stessi gazebo potrebbero essere impreziositi
grazie alla distribuzione di piccoli gadget riportanti logo e riferimenti principali del Servizio. I
gazebo informativi, proprio perché già noti nella zona, offrirebbero la continuità necessaria alla
promozione del servizio in quanto inseriti in manifestazioni distribuite durante il corso di tutto
l’anno. A seconda del tipo di manifestazione nella quale il gazebo sarà allestito, si prevederà o
meno la presenza di operatori in grado di offrire le informazioni necessarie; laddove questi non
saranno indispensabili si metterà a disposizione materiale informativo su supporti cartacei.
BAFF, Busto Arsizio Film Festival. Si tratta dell’evento principale che si svolge a Busto Arsizio
nel periodo Marzo/Aprile e che, come già avvenuto in passato, ci offre la possibilità di essere
visibili in un momento particolarmente di effetto per la città che nei giorni della manifestazione
assume un carattere di internazionalità. È importante per noi essere presenti con i gazebo nelle
piazze della città e organizzando serate a tema all’interno del calendario delle numerose iniziative
previste. Inoltre ogni anno il BAFF, nato e mantenuto per diversi anni all’interno del Comune di
Busto Arsizio, estende l’attività ad altri Comuni limitrofi, divenendo un’azione significativa per la
realizzazione dell’azione di rete prevista dal progetto.
Testimonial. Riteniamo che offrire a potenziali fruitori del Servizio testimonianze dirette
dell’esperienza affido sia uno degli strumenti maggiormente di impatto e convincenti; ancora di più
se le stesse esperienze vengono raccontate da personaggi dello sport o dello spettacolo che
vivono, hanno vissuto, o promuovono l’affido.
Vorremmo quindi stabilire dei contatti con alcuni di questi personaggi (già individuati) allo scopo di
ospitarli a serate e manifestazioni , anche durante il BAFF, creando così un contesto decisamente
più d’effetto di altri affinché si parli di affido.
Evento di inaugurazione della nuova sede. Come sopra descritto si prevede l’apertura di una
nuova sede; sarà l’occasione per condividere con cittadini, esponenti di associazioni e fondazioni,
giornalisti le attività e le innovazioni del Servizio Affidi.
MAPPATURA DEGLI EVENTI PROMOZIONALI
OPERATORI
AZIONI
MONTE ORE
OPERATORE DELLA
COMUINICAZIONE
Coordinamento delle azioni di
mappatura
10 ore / anno
OPERATORE DEL PIANO DI
ZONA
Mappatura eventi
50 ore / anno
61
ASSISTENTE SOCIALE DEL
SERVIZIO AFFIDI
Mappatura eventi
15 ore / anno
FIGURA AMMINISTRATIVA
Attività di segreteria
30 ore/ anno
INIZIATIVE PROMOZIONALI
MATERIALE
QUANTITATIVO
COSTI / TRIENNIO
SERATE A TEMA
3
1.800,0
ALLESTIMENTO GAZEBO
(ALLA PRESENZA DI
OPERATORI)
3
ALLESTIMENTO PUNTI
INFORMATIVI (SENZA LA
PRESENZA DI OPERATORI)
3
BAFF (Busto Arsizio Film
Festival)
2
COINVOLGIMENTO
TESTIMONIAL
2
1.500,0
900,0
1.600,0
2.400,0
Destinatari
I cittadini del Comune di Busto Arsizio e dei Comuni limitrofi, la comunità web, gli operatori del
territorio provinciale, canali di informazione e comunicazione giornalistica e televisiva.
Fasi
L’azione si sviluppa nella fase I del progetto ma alcune sue sottoazioni si articolano per tutta la
durata dell’intervento.
62
6. ORGANIZZAZIONE
CAPOFILA:
Comune di Busto Arsizio - SERVIZIO AFFIDI:
buona parte della descrizione del Servizio è già stata presentata nella sezione 2.1. e negli allegati,
pertanto qui ne diamo solo una breve sintesi.
Nel 2006 l’Amministrazione Comunale ha ritenuto necessario investire su un Servizio assente sul
territorio cittadino ormai da circa 10 anni; precedentemente infatti era attivo un Servizio Affidi in
capo all’ex-USSL che, al momento della scissione tra Azienda Ospedaliera e Azienda Sanitaria
Locale, ha registrato una progressiva limitazione degli interventi alle famiglie già in carico senza
avviare altre iniziative. Ben si comprende che un territorio vasto come quello del Comune di Busto
Arsizio insieme alla nuova e più recente direzione del Tribunale a favorire la prescrizione di
progetti di affido eterofamiliare rispetto al collocamento in strutture comunitarie, abbia imposto
all’Amministrazione stessa di attrezzarsi in tal senso.
Pertanto l’Amministrazione incarica alcuni operatori, psicologi e assistenti sociali, già attivi
nell’Area Minori e Famiglie del Servizio Sociale di redigere un progetto in riferimento all’avvio del
Servizio, allegato al presente documento. (Allegato 1)
Nell’ottobre 2006 nasce il Servizio Affidi denominato “Una famiglia per crescere” all’interno del
Servizio Sociale del Comune di Busto Arsizio, che qui si presenta come capofila del Progetto.
Alla nascita del Servizio la priorità è stata attribuita all’importanza di far conoscere sul territorio il
Servizio stesso per cui gli operatori hanno partecipato a diverse iniziative ed eventi, hanno
mantenuto contatti periodici con la stampa e la televisione locali, hanno incontrato operatori dei
Servizi socio sanitari attivi nell’area Minori e Famiglia, nonché i dirigenti degli istituti comprensivi
cittadini e i referenti religiosi delle parrocchie cittadine. Un primo strumento di divulgazione del
Servizio è stato un foglio illustrativo (Allegato 2) successivamente arricchito dalla brochure del
Servizio (Allegato 3); recentemente il sito ufficiale del Comune di Busto Arsizio ha aperto uno
spazio dedicato al Servizio Affidi in cui sono pubblicati la brochure e un documento relativo alle
informazioni più frequentemente richieste dalle famiglie, in forma di domande-risposte (Allegato 4).
In pari tempo si è provveduto a predisporre la modulistica utile alla gestione del Servizio per uso
interno: carta intestata personalizzata del Servizio (Allegato 5), scheda telefonica o di primo
contatto (Allegato 6), scheda di attivazione del Servizio Affidi per la ricerca di una famiglia
affidataria da compilare ad opera dei Servizi Tutela Minori (Allegato 7), scheda di disponibilità
all’affido relativa alle famiglie afferite (Allegato 8); è stato altresì predisposto uno specifico
documento.
L’équipe si è da subito attivata nella stesura del Regolamento del Servizio approvato dalla Giunta
Comunale nell’agosto 2008 pubblicato di recente sul sito (Allegato 9) e ha compiuto valutazioni dei
63
costi a carico dell’Amministrazione Comunale per supportare le famiglie affidatarie (contributo
mensile e spese straordinarie) nonché di costi a carico di altre Amministrazioni richiedenti
l’intervento degli operatori del Servizio Affidi.
Dal 2009 gli operatori del Servizio Affidi hanno dovuto predisporre interventi significativi in merito
alla sensibilizzazione, organizzando eventi e gazebo in occasione di particolari ricorrenze e
festività; ciò ha confermato l’importanza di destinare risorse umane e di tempo all’attività di
promozione della cultura dell’affido che deve essere costante e continuativa poiché solo attraverso
questo canale è possibile raggiungere realmente più famiglie sensibili al tema affidi.
Nel corso dei 2 anni e mezzo di lavoro finora svolto l’équipe ha acquisito sempre più un assetto di
stabilità e competenza che le ha consentito di configurarsi maggiormente come Servizio e non
come attività di singoli operatori.
Con il presente Progetto il Servizio Affidi intende implementare il servizio sperimentato,
rafforzando le positività emerse e proponendo soluzioni innovative per la rimozione delle difficoltà
rilevate.
PARTNER
Provincia di Varese
Uno degli obiettivi fondamentali del Settore Politiche Sociali della Provincia di Varese è quello di
mettere al centro delle scelte degli amministratori e del lavoro sociale degli operatori, la questione
dei diritti dei bambini, tutelando in particolare il loro diritto a crescere in una famiglia, come sancito
anche dall’attuale legislazione (L.149/2001).
Diffondere la cultura dell’affido familiare, compito fondamentale delle Istituzioni pubbliche e private,
significa promuovere non solo solidarietà e reti di aiuto tra le famiglie, ma soprattutto attenzione e
responsabilità da parte della società civile, al benessere dei bambini.
Valorizzare la famiglia, quale contesto privilegiato di relazioni e di affetti per la crescita di un
minore, vuol dire necessariamente focalizzare l’attenzione verso strategie, nuovi modelli di
intervento da parte dei servizi, che consolidino prioritariamente processi di sostegno e di supporto
al minore nel proprio nucleo di origine.
La Provincia di Varese si presenta come un territorio esteso ed ampiamente disperso, in quanto si
compone di 141 Comuni riuniti in 12 ambiti distrettuali e tale contesto si associa ad una
considerevole differenziazione dell’organizzazione dei Servizi di Tutela Minori e differenti modalità
di progettazione nell’ambito dell’affido familiare.
Da ciò si evince una risposta a bisogni percepiti come diversificati, una realtà costituita da risorse
differenziate e uno scarso coordinamento a livello provinciale, con una prevalenza di appartenenza
distrettuale da parte degli operatori.
64
Considerato che tale organizzazione ostacola il confronto di idee e lo scambio di risorse nel più
ampio contesto provinciale, occorre incentivare un approccio sistemico alla pratica dell’affido
familiare sul nostro territorio, così come d’altronde evidenziato dal bando stesso della Fondazione
Cariplo. E’ in questa direzione che la Provincia di Varese intende investire risorse finanziarie,
tecniche e professionali a supporto delle Amministrazioni locali, attraverso un’azione di
collaborazione con gli ambiti territoriali e realizzando progetti innovativi che coinvolgano soggetti
pubblici e privati.
Si ricorda inoltre che la collaborazione con la Provincia di Varese è particolarmente preziosa
anche perché la Provincia e l’Azienda Sanitaria Locale di Varese hanno da costituito una
Fondazione di partecipazione denominata “Felicia Morandi” con le seguenti finalità:
-
operare nello specifico settore delle problematiche minorili realizzando servizi residenziali e
semiresidenziali; assistere e coordinare le varie realtà territoriali che si occupano di servizi;
essere centro di raccolta, studio, diffusione di documentazione in materia di minori;
-
promuovere la preparazione e l’aggiornamento professionale degli operatori sociali;
-
promuovere direttamente o indirettamente la raccolta di fondi per la gestione delle finalità
statutarie.
La Fondazione prevede la struttura del Centro Polifunzionale, la Comunità alloggio 0-6 anni,
l’attività di accoglienza in favore di madri in situazioni di difficoltà presso gli appartamenti, il servizio
di Spazio Neutro e Mediazione familiare e la gestione di un’ulteriore struttura per madri con minori
in situaZIONE DI DIFFICOLTà.
Ruolo della Provincia di Varese all’interno del progetto promosso dal Comune di Busto Arsizio
“Una famiglia per crescere” Rete a sostegno dell’affido familiare:
L’intento di sostenere il progetto presentato dal Comune di Busto Arsizio nasce anche dal fatto che
l’Ambito distrettuale, nel corso del biennio 2008/2009, ha inoltrato una richiesta di finanziamento a
valere sul Piano provinciale per l’aggiornamento formativo del personale in riferimento alla
tematica dell’affido familiare di minori che, partendo dall’assetto e dal quadro organizzativo
esistente, accompagnasse i partecipanti nell’organizzazione di reti territoriali di servizi per l’affido.
L’Assessorato Politiche Sociali della Provincia di Varese ha sostenuto e accompagnato un
percorso formativo realizzato a cura del C.B.M., Cooperativa sociale s.r.l. – Onlus di Milano ed ha
interessato gli assistenti sociali e gli psicologi degli ambiti di Busto Arsizio e Somma lombardo che
hanno lavorato congiuntamente sulla tematica dell’ affido di minori.
Gli interventi che la Provincia di Varese propone sono orientati alla riduzione del disagio minorile
all’interno del proprio territorio, con specifica attenzione alle condizioni dei minori che, a causa di
gravi problematiche presenti nella famiglia d’origine, devono essere allontanati da tale nucleo, con
Decreto del Tribunale per i Minorenni o in forma consensuale.
65
Interventi da concretizzare attraverso le seguenti azioni:
1. Mappatura dei bisogni e delle risorse:
Analisi territoriale e del contesto, con esplicitazione dei bisogni e delle risorse presenti, espressi
dagli operatori locali, dei servizi pubblici e del privato sociale, verranno coinvolti nel lavoro di rete ,
al fine di valorizzare le esperienze e le competenze dei diversi soggetti che si occupano di affidi
familiari nella Provincia di Varese e pianificare di un programma di azione coerente ai bisogni
locali e in grado di valorizzare le risorse e le esperienze già presenti.
2. Coordinamento Provinciale:
La Provincia
si pone a servizio delle realtà che già operano a livello distrettuale nell’ambito
dell’affido, facendosi promotrice di iniziative di coordinamento e di valorizzazione e sviluppo di
risorse attraverso la creazione di un tavolo di lavoro sull’affido con la finalità di:
•
mettere in rete le risorse presenti a livello locale del pubblico e del privato sociale attive
nell’ambito dell’affido e che andranno a formare la rete di coordinamento provinciale;
•
promuovere la maturità e la forza dei servizi per i minori in difficoltà, affinché in tutti i
distretti della provincia l’esperienza di affido possa strutturarsi e consolidarsi nel tempo;
3. Formazione
Promuovere percorsi di formazione sull’affido volti alla sensibilizzazione sulla tematica dell’affido,
sulle problematiche a cui si propone di rispondere e sulla complessità che implica;
4. Comunicazione,informazione e diffusione della cultura dell’affido
Sviluppo di un piano e strategia di informazione/comunicazione e diffusione dei risultati attraverso
la pianificazione e l’organizzazione di specifiche azioni informative, di diffusione e creazione di
materiali promozionali/pubblicazioni.
CAM - Centro Ausiliario per i problemi Minorili
Il CAM nasce come associazione di volontariato nel 1975 su iniziativa del Tribunale per i Minorenni
di Milano per svolgere gratuitamente e per soli fini di solidarietà sociale le attività ed i servizi
richiesti dal Tribunale minorile, dai Giudici Tutelari e dalle Pubbliche Amministrazioni a favore dei
minori in difficoltà.
Attualmente i volontari sono oltre quaranta, e alcuni settori d'intervento coprono l'intero territorio
nazionale. Il CAM si avvale della consulenza di specialisti, psicologi, magistrati, tecnici della
comunicazione, assistenti sociali, docenti, realizzando così una costruttiva integrazione tra il
privato sociale e il servizio pubblico.
È iscritto al Registro Regionale del Volontariato dal 1991.
Nel tempo il CAM ha allargato le proprie aree d’intervento nei vari settori dell’assistenza minorile:
sono nati così l’Ufficio scuola, l’Ufficio affidi familiari, quello dell’assistenza legale, civile e penale, il
66
settore Borse di avviamento al lavoro, il settore per la formazione non solo delle famiglie che si
offrono per l’affido, ma anche degli operatori dei servizi sociali e degli insegnanti.
Contemporaneamente è stato dato impulso ad attività di studio e ricerca che hanno portato a
numerose pubblicazioni e convegni.
Le attività svolte dal CAM si esplicano in diversi settori, avvalendosi anche di consulenti esterni. In
relazione al settore degli affidi familiari:
•
reperisce, seleziona e prepara le famiglie aspiranti all'affido e alla gestione di piccole
comunità di tipo familiare;
•
offre consulenze agli operatori degli Enti Locali per la valutazione delle situazioni dei minori
e per la programmazione dell'affido;
•
propone abbinamenti con famiglie già selezionate e cura l'inserimento del minore in
collaborazione con gli Enti Locali;
•
appoggia e sostiene le famiglie affidatarie durante tutto il periodo dell'affido, tramite gruppi
di discussione che raccolgono, tutti insieme, circa un centinaio di famiglie.
Stripes Coop. Sociale
COOP. SOCIALE ONLUS Rho (Milano) - Via Papa Giovanni XXIII, 2 - 20017 Rho (Mi)
Tel. 02-9316667 Fax 02-93507057 - www.stripes.it - [email protected]
Stripes è una cooperativa sociale di tipo A che svolge attività di ricerca, consulenza, formazione,
progettazione e gestione di servizi socio educativi.
Nata nel 1989, grazie al contributo delle pluriennali esperienze acquisite da un gruppo di formatori
nell’ambito dei servizi alla persona, Stripes si è affermata nel corso degli anni come un
interlocutore affidabile per le pubbliche amministrazioni ed i cittadini per la coerenza della sua
identità culturale e produttiva di impresa sociale (cui è attribuito il ruolo di soggetto attivo di
un’economia solidale e partecipata) e per la qualità certificata dei suoi servizi.
Oggi Stripes rappresenta una realtà fortemente consolidata che, all’interno di un territorio ampio e
in collaborazione con un elevato numero di comuni, gestisce con modalità di intervento molteplici
20 servizi impiegando circa 150 lavoratori per più di 1000 utenti. Tutte le attività di Stripes sono
ispirate alla promozione della persona, posta al centro del sistema di organizzazione tanto per
ottenere la valorizzazione dell’ identità dei singoli quanto per evitare che la gestione di servizi
divenga un fine in sé.
Stripes utilizza una varietà di strumenti e supporti professionali necessari a garantire
costantemente un approccio adeguato, innovativo e flessibile nella lettura e risposta ai bisogni
emergenti in un contesto ad alta specializzazione ed in rapida evoluzione come quello dei servizi
socio educativi: equipe d’area e di progetto, ambiti di ricerca e scambio progettuale, oltre che di
confronto su strategie e metodi; interventi formativi degli operatori e supervisione, finalizzati a
67
supportare e migliorare le competenze; aggiornamento professionale costante, anche attraverso la
rivista periodica edita dalla stessa cooperativa: Pedagogika.it- bimestrale di educazione,
marginalità, handicap.
Cooperativa L’abbraccio
La Cooperativa “L’Abbraccio” nasce sul territorio cittadino nell’anno 2009 per rispondere alle
esigenze di carattere socio-sanitario, con particolare attenzione alle situazioni di disagio e
sofferenza che riguardano i minori ed i loro nuclei familiari, operando in un’ottica prevalente di
sussidiarietà e scambio mutualistico. Le aree di intervento dalla Cooperativa “L’Abbraccio” sono
molteplici e volte a soddisfare i reali bisogni del territorio di volta in volta individuati.
Ai fini della collaborazione con il Comune di Busto Arsizio, attraverso la formula di partenariato
sottoscritta per il presente Progetto, si ritiene significativo indicare alcuni compiti previsti
dall’Oggetto sociale, rientranti nell’area della famiglia, poiché oltre ad essere
temi a noi
particolarmente sensibili ,in specifico particolarmente vicini in termini di finalità a quelli che sono gli
obiettivi del Progetto stesso.
Nello caratteristico si riporta l’azione di diffusione della cultura dell’accoglienza di minori in difficoltà
e di apertura sociale da parte delle famiglie residenti sul territorio cittadino e limitrofo, anche ai fini
di un’offerta di disponibilità a forme di affido a tempo pieno e/o parziale, così come di supporto più
volontaristico-occasionale a nuclei familiari che non sono temporaneamente in grado di supportare
adeguatamente le molteplici esigenze di crescita dei propri figli, anche a livello concretoorganizzativo, come può accadere nella gestione dei compiti e nella strutturazione del tempo
libero; tali forme di accoglienza saranno, ovviamente, oggetto di monitoraggio e sostegno
attraverso puntuali interventi diretti e, soprattutto, in rete con i servizi già esistenti.
Accanto a tale attività è previsto un ampio ventaglio di azioni inerenti la gestione ed il supporto alle
dinamiche familiari ed alle aree di fragilità che alcuni nuclei manifestano e faticano a gestire;
rispetto a tale area di intervento verranno attivati e supportati interventi di tipo educativo-ricreativo
e ludico-espressivo rivolti ai minori, con particolare attenzione alla fascia di età corrispondente a
quella dell’obbligo scolastico. Proprio in tale ottica, la Cooperativa “L’Abbraccio” ha da poco
strutturato un Centro Diurno rivolto a minori frequentanti scuole primarie e secondarie di primo
grado, che prenderà avvio formale con la ripresa dell’anno scolastico, offrendo alla Città di Busto
Arsizio un Servizio indispensabile per molti minori che vivono all’interno di nuclei familiari portatori
di fragilità e difficoltà di vario genere.
Ampio spazio viene dedicato alla promozione della diversificata offerta di Servizi della
Cooperativa, con lo scopo sia di informare la cittadinanza in merito alla nuova risorsa presente sul
territorio, sia di sensibilizzare la popolazione circa i molteplici bisogni piso-fisici di alcune famiglie e
dei relativi minori. Tale azione si auspica possa permettere una generale crescita culturale del
68
territorio e potenziare il numero di famiglie che si rendono concretamente disponibili ad offrire
tempo, energie e risorse in un’ottica solidale e di sostegno.
La Cooperativa ,componente di una importante rete trasversale sociale ed economica sul territorio
, si attiverà per lo sviluppo della diffusione della cultura dell’accoglienza dei minori in difficoltà,
nonché delle forme di sostegno ipotizzabili in loro supporto, impegnandosi e con l’obbiettivo di
stringere relazioni professionali mirate e strutturate , che oltre la propria rete coinvolgano tutte
quelle realtà funzionali presenti e operanti sul territorio cittadino e limitrofo, in un’ottica di rete di
collaborazione globale.
La presentazione del Progetto studiato dal Comune di Busto Arsizio ha subito incontrato parere
favorevole da parte dello Staff Amministrativo e Tecnico-Scientifico della Cooperativa, in quanto
visto come valida occasione per creare sinergie preziose e imprescindibili ad ampliare le risorse
umane che intendono attivarsi nell’ambito dell’accoglienza e della solidarietà sociale.
RETE DI PROGETTO:
Come già anticipato al punto 4.4. soggetti coinvolti nel cambiamento: cfr 4.4., Il Progetto prevede il
coinvolgimento di alcuni Soggetti del territorio (target) che, per le rispettive caratteristiche e ambiti
di intervento, si ritiene possano apportare un prezioso contributo alla realizzazione delle varie
azioni previste dal Progetto stesso.
Qui una breve descrizione di ciascun soggetto coinvolto.
AVULSS
L'AVULSS è “una associazione libera ed autonoma di cittadini che, interpretando le diverse
situazioni culturali, professionali, sociali, politiche, alla luce dei principi cristiani, si mettono
soprattutto a servizio degli ultimi, sia direttamente, sia intervenendo nelle realtà socio-sanitarie”.
Il servizio richiesto ai volontari si sviluppa principalmente in ambito ospedaliero, offre servizi
assistenziali in situazioni di sofferenza e malattia. Ogni aspirante volontario deve partecipare ad un
corso di formazione base. Il servizio è rivolto a malati, persone ricoverate in strutture ospedaliere,
case di riposo, malati a domicilio, famigliari di malati.
AVO
AVO, Associazione Volontari Ospedalieri, rappresenta una delle più importanti e riconosciute
realtà nel settore del volontariato socio-sanitario: può fare parte di questa associazione chiunque
abbia il desiderio di mettere al servizio degli ammalati degenti negli ospedali parte del proprio
tempo. Nata nel 1975, AVO è presente in tutte le più importanti strutture ospedaliere, grazie
69
all’impegno e alla dedizione di oltre 1.000 volontari. L’associazione è inoltre estesa su tutto il
territorio nazionale, con 217 sedi riunite nella Federavo: in totale si contano circa 27.000 volontari.
DIALOGANDO
E’ una Associazione Culturale sorta nel 2006 per iniziativa di un gruppo di amici che, avendo
responsabilità nella pubblica amministrazione locale, si sono accorti della mancanza nel nostro
territorio di un luogo d’incontro per dibattere e ragionare. I soci dell’Associazione riconoscono il
ruolo fondamentale dei partiti come tramite tra la Società e le Istituzioni e consentano di alimentare
il dibattito e la circolazione delle idee.
L’Associazione è sensibile ad iniziative di carattere sociale che ha promosso in varie occasioni
organizzando convegni e dibattiti. Obiettivo sociale dell’associazione è quello d’intraprendere –
attraverso lo strumento dei seminari e del sito web - un percorso che sviluppi nuove idee, che
faccia conoscere nuove competenze, che ponga all’attenzione dell’opinione pubblica e delle
pubbliche amministrazioni locali, nuove proposte.
COOPERATIVA DAVIDE
Davide Onlus Cooperativa Sociale è un Centro per la Tutela del Bambino (denominato anche
CTB). Si propone come catalizzatrice delle interazioni tra amministrazioni comunali e istituzioni
pubbliche
territoriali
(ASL,
Magistratura,
Scuola,
Polizia,
Operatori
Sociali);
si pone quindi al servizio di tutti i bambini e adolescenti che vivono una situazione di disagio
all'interno della loro famiglia, per la prevenzione, la verifica ed il recupero dei casi difficili. La
“Davide” fa servizi per tutelare i minori da trascuratezza, maltrattamento e abuso,
tutti fenomeni che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per il
suo sviluppo o per la sua dignità.
PROGETTO POLLICINO
Progetto Pollicino è una casa di accoglienza per Minori in difficoltà di ambo i sessi di età compresa
tra i 5 e i 10 anni, allontanati dalla famiglia di origine attraverso Decreto del Tribunale dei Minori.
La struttura si pone come finalità il farsi carico di una valutazione circa la possibilità di
intraprendere un percorso di rientro in famiglia o di affido familiare. Operano all’interno della
struttura figure professionali con specifiche competenze. “Progetto Pollicino” si rivolge a Minori
inviati dagli Enti affidatari in presenza di decreto del tribunale.
70
IL GIROTONDO
Costituita nel 1996 per rispondere alle situazioni di disagio minorile diffuso sul territorio, la
Cooperativa Sociale Il Girotondo, che opera in provincia di Varese e nelle province limitrofe, si
propone di affrontare il disagio dei minori e delle loro famiglie con l’offerta di servizi differenti:
strutture di accoglienza per minori di varie età, che si differenziano in piani terapeutici e progetti
personalizzati.
IL PICCOLO PRINCIPE
La cooperativa è costituita da tre case di accoglienza che accolgono minori in stato di disagio in
diverse fasce di età. L’Orso Baloo riceve bambini dai 0 ai 5 anni. Il Piccolo Principe bambini dai 6
ai 13 anni, mentre Il Volo si occupa di adolescenti.
Di recente nascita è Il Centro Pegaso,unità polifunzionale per la ricerca e la terapia della famiglia e
dell’età evolutiva collegata direttamente con l’Istituto San Raffaele.
AMICI DELLA GUINEA BISSAU
L’associazione nasce nel 1985 dall’idea di un gruppo di professionisti che decidono di sviluppare
nella Guinea Bissau una serie di progetti finanziati dai proventi di manifestazioni, spettacoli e
donazioni varie e finalizzati alla realizzazione di strutture quali un ospedale, centri di salute, reti
idriche, scuole, case di accoglienza. Anche i progetti di adozione a distanza vengono ampiamente
sostenuti e promossi dall’associazione.
CARITAS DECANALE
La Caritas Decanale è l’organismo che comprende tutte le Parrocchie del Decanato. I Centri di
Ascolto Caritas sono realtà promosse dalle Parrocchie dove le persone in difficoltà possono
incontrare dei volontari preparati per ascoltarle ed accompagnarle nella ricerca di soluzioni ai
propri problemi. Valutata la situazione, gli operatori cercano di definire con la persona ascoltata un
progetto di aiuto specifico, sostenibile e rispettoso delle potenzialità e della dignità di ciascuno.
Nell'ambito di questo progetto, quando necessario e compatibile con le risorse della comunità,
vengono offerti degli aiuti concreti. In ogni caso viene garantita un'azione di orientamento ed
accompagnamento ai servizi ed alle risorse del territorio.
GIOCANDO S’IMPARA
Associazione di recente costituzione che si occupa di minori nelle fasce orarie extra scolastiche.
Nel centro si svolgono numerosi laboratori creativi al fine di fornire ai bambini un valido supporto
pedagogico nella gestione del tempo pomeridiano. La struttura offre anche un aiuto
71
nell’espletamento dei compiti con l’ausilio di personale specializzato ed un servizio di gioco
costruttivo nell’ambito del laboratorio permanente.
ASSESSORATO CULTURA ED EDUCAZIONE
Entrambi gli Assessorati del Comune di Busto Arsizio che si presenta come Ente capofila hanno
offerto al Servizio Affidi “Una Famiglia per Crescere” e intendono rinnovare opportunità di incontro
con le scuole del territorio cittadino e con la popolazione allo scopo di diffondere la cultura e le
informazioni in merito al tema dell’affido, attraverso serate o calendari in distribuzione ai cittadini.
UN MONDO DI SORRISI COLORATI
L’ associazione “ Un mondo di sorrisi colorati’’ è stata fondata da un gruppo di famiglie adottive
che dal 1999 collabora con il Comune di Busto Arsizio relativamente ad attività concernenti
l’adozione. L’Associazione ha carattere volontario e non ha scopo di lucro. L’obiettivo è di
contribuire alla conoscenza ed alla diffusione dell’istituto dell’adozione anche con riferimento a
quella internazionale, alla collaborazione con le istituzioni, enti pubblici e privati che operino nel
campo delle adozioni e della solidarietà familiare, alla preparazione delle figure professionali
operanti nelle istituzioni pubbliche o private, tra cui i servizi sociali, scuole di ogni ordine e grado
ed di chi ne fa richiesta, attraverso l’organizzazione e la conduzione di corsi di formazione
B.A.FILMFACTORY
La B.A. Film Factory è un’associazione culturale non a scopo di lucro. L’obiettivo è di perseguire
esclusivamente finalità culturali e di promozione dell’attività nel campo dello spettacolo, con
particolare riguardo all’attività nel settore cinematografico. L’Associazione promuove e gestisce il
festival cinematografico denominato “B.A. Film Festival” (BAFF); inoltre promuove tavole rotonde,
dibattiti, incontri, pubblicazioni oltre a curare edizioni, stampe e realizzazioni di filmati e spettacoli.
B.A. Film Factory si è fatta promotrice della nascita sul territorio di Busto Arsizio “dell’Istituto
Cinematografico Michelangelo Antonioni”, accademia del cinema indirizzata alla regia, animazione
e recitazione e gestita dalla Fondazione Cinema e Territorio, di cui l’associazione è socio
fondatore. E’ anche editrice del periodico trimestrale dedicato alla cultura cinematografica “Blow up
cinemagazine”, distribuito a livello nazionale.
ONLUS 55
L’Associazione Cinquantacinque o.n.l.u.s., fondata il 17 luglio 2003 ha lo scopo di promuovere
attività culturali, rappresentazioni teatrali, eventi musicali, multimediali, mostre fotografiche,
incontri, saggi, concorsi ed organizzazioni di eventi sportivi, attività educative, formative, ricreative,
72
sportive nel territorio di Busto Arsizio. Non ha scopo di lucro e i suoi proventi vengono devoluti a
più organizzazioni che operano sul territorio e in Lombardia.
L’INFORMAZIONE
Settimanale Indipendente d'Opinione, presente
in edicola nel Comune di Busto Arsizio e di
numerosi altri Comuni limitrofi, appartenenti alla provincia di Varese e anche di Milano; strumento
di comunicazione sociale con cui cittadini, Associazioni, Forze Politiche, Sociali e Volontariato
diffondono idee, iniziative e commenti
CARTOLIBRERIA BORAGNO
La cartolibreria Centrale "Boragno" rappresenta un'azienda con una forte presenza sul territorio
dell'altomilanese, offre numerosi punti vendita quali la Libreria, il Reparto Informatica, la Libreria
Professionale, la Cartoleria, il Punto Penne; a ciascuno dei punti vendita corrisponde uno specifico
sito. La cartolibreria invia periodicamente delle e-mail contenenti prodotti nuovi, suggerimenti,
news e quant'altro può essere attinente al settore di competenza
73