FOTO F. BERRA Regione Lombardia Direzione Generale Territorio ed Urbanistica A cura di: Fabrizio Berra, Daria Mazzoccola, Enrico Sciesa, Dario Sciunnach con la collaborazione di Simonetta De Donatis e Nicola la Rovere FOTO F. BERRA FOTO F. BERRA Il ciclo delle rocce ROCCE IGNEE FOTO D. MAZZOCCOLA ROCCE SEDIMENTARIE DISEGNO C. FERLIGA ROCCE METAMORFICHE Il ciclo delle rocce Le rocce presenti sulla superficie terrestre possono essere suddivise in tre grandi gruppi: rocce ignee, rocce metamorfiche e rocce sedimentarie. I legami tra questi tipi di rocce sono molto stretti in quanto ogni tipo di roccia può derivare o generare gli altri tipi attraverso processi che possono avvenire sia sulla superficie del pianeta che al suo interno. Questa situazione può essere illustrata con un diagramma triangolare come quello sottostante, avente ai vertici i tre tipi di rocce e lungo i lati i processi che legano tra di loro i tre differenti tipi di rocce. ica zio fu int ru sio ne /e ffu sio ne -s o li d if ero sio ne tra sp or to - ne sio fu /ef ne sio tru mo - in fis or ne ta m me ne - zio ica e fu s ion e- n sio se d im en taz io if lid so ne ROCCE IGNEE metamorfismo ROCCE SEDIMENTARIE sedimentazione - trasporto - erosione ROCCE METAMORFICHE Le rocce sedimentarie CALCARE A CORALLI ARENARIA CALCARE CON SELCE FOTO F. BERRA GESSO LAMINATO CONGLOMERATO Le rocce sedimentarie La superficie terrestre si divide facilmente in due domini: da una parte le terre emerse (ambiente subaereo), dominate dai processi di erosione, dall’altro i mari e gli oceani (ambiente subacqueo) dominate dai processi di sedimentazione. I sedimenti si originano sia dall’erosione delle rocce esposte in ambiente subaereo (catene montuose), sia dalla produzione di gusci mineralizzati da parte degli organismi marini. Il processo attraverso il quale i sedimenti sciolti si trasformano in rocce sedimentarie si chiama litificazione; interessa tutti i sedimenti dopo il seppellimento e può avvenire in tempi relativamente brevi alla scala dei tempi geologici. Le rocce sedimentarie derivanti in toto o in prevalenza dall’erosione di rocce più antiche si chiamano terrigene e si classificano innanzitutto in base alla dimensione delle particelle (ghiaie, sabbie, limi e argille), in seconda battuta in base alla composizione prevalente delle particelle (arenarie quarzose, argilliti caolinitiche etc.); quelle derivate dalla produttività organica si chiamano organogene e si classificano in base alla mineralogia prevalente (calcari, dolomie, rocce silicee) con ulteriori specifiche basate sulla classificazione biologica degli organismi (es. calcari a Coralli, selci a Radiolari). Esistono infine rocce sedimentarie originate da processi puramente chimici, quali ad esempio la cristallizzazione di sali a seguito di evaporazione in bacini a circolazione ristretta (rocce evaporitiche, es. gesso e salgemma). Le rocce sedimentarie rivestono un’importanza decisiva per l’economia mondiale in quanto contengono giacimenti di idrocarburi, carbone, sali e minerali preziosi; possono essere anche impiegate come pietre da costruzione e come materia prima per l’industria del cemento. Le rocce metamorfiche FOTO E. SCIESA METAGABBRO ORTOGNEISS PARAGNEISS MARMO FILLADE Le rocce metamorfiche Si tratta di rocce che hanno subito una trasformazione (metamorfosi) a causa delle elevate temperature e pressioni cui sono state sottoposte. Questa trasformazione comporta la crescita di nuovi minerali stabili nelle nuove condizioni di pressione e temperatura; talora alcuni minerali risultano stabili pur nella profonda modificazione delle condizioni termo-barometriche e rimangono quali testimoni della roccia d’origine pur se spesso fratturati o ruotati per effetto delle pressioni orientate in gioco. La pressione orientata condiziona la crescita dei minerali di neoformazione, che in genere sono costretti a svilupparsi lungo le direzioni di minima pressione e tendono perciò a disporsi in bande parallele (foliazioni o scistosità). Questa spesso ben evidente orientazione dei minerali, in particolare delle lamine di mica o degli aghetti di anfibolo, è la principale caratteristica delle rocce metamorfiche, che ne permette il facile riconoscimento a vista. Il susseguirsi degli eventi compressivi che si generano nelle aree metamorfiche può in seguito causare il piegamento delle foliazioni preesistenti e lo sviluppo di nuove foliazioni che possono essere accompagnate dalla crescita orientata di nuove generazioni di minerali. Tutti questi eventi sono registrati nella roccia e permettono agli studiosi di ricostruirne la storia evolutiva. Il metamorfismo può manifestarsi anche a seguito di processi puramente termici, senza pressioni orientate (ad esempio al margine di un plutone); in tal caso i minerali di neoformazione crescono senza orientazioni preferenziali. La nomenclatura delle rocce metamorfiche è abbastanza complessa: a titolo di esempio, per effetto del metamorfismo un calcare si trasforma in marmo, un granito in ortogneiss, un basalto in anfibolite. Trovano impiego come pietre da costruzione e possono contenere giacimenti minerari. Le rocce ignee COLATA DACITICA PIROCLASTITE BASALTO COLONNARE FOTO F. BERRA GABBRO GRANITO BASALTO A CORDE Le rocce ignee Come suggerisce l’origine dell’aggettivo (in latino ignis significa fuoco), le rocce ignee sono quelle che si originano dalla solidificazione di un magma; in natura i magmi presentano temperature sempre superiori ai 650° C e possono superare i 1200° C. Il magma è un sistema polifasico che comprende una fase liquida, di solito prevalente (materiale silicatico allo stato fuso), associata a una fase solida (cristalli) e ad una fase fluida (gas, vapore sopracritico). I magmi risultano meno densi delle rocce circostanti e presentano pertanto una tendenza alla risalita in superficie, tanto più accentuata quanto maggiore è il loro contenuto di fluidi. A seconda delle condizioni geologiche locali, possono trovare una comoda via di risalita fino alla superficie e originare effusioni laviche (rocce effusive), oppure possono rimanere intrappolati nella crosta terrestre e raffreddare lentamente, formando dei plutoni (rocce intrusive). Le rocce effusive tendono ad organizzarsi in colate e coltri di varia estensione; la grana di queste rocce è di solito fine, ma spesso con la caratteristica presenza di grossi cristalli (fenocristalli); la durezza può essere notevole (porfidi riolitici, basalti). Le rocce intrusive, in cui i cristalli hanno avuto il tempo necessario per nucleare e accrescersi, presentano invece una tessitura nettamente granulare, come ad esempio quella dei graniti; formano corpi di forma assai varia e spesso irregolare, che talora contengono giacimenti di minerali utili. Anche le rocce intrusive presentano di solito durezza elevata (graniti, gabbri). Per le loro caratteristiche fisiche e meccaniche molte rocce ignee trovano impiego come pietre da costruzione, rivestimento e sottofondo.