www.conservatorio.ch, marzo 2007, numero 25, anno VII conservatorio della svizzera italiana scuola universitaria di musica | musikhochschule | haute école de musique il giornale del conservatorio Editoriale Importante decisione del Tribunale federale È del 27 gennaio 2007 la sentenza del Tribunale federale che mette fine, si spera, alla discriminazione dei diplomi del Conservatorio nell’ambito delle assunzioni nella Scuola pubblica del Canton Ticino. presentati non erano elencati nel regolamento cantonale, fatto evidente e mai contestato: infatti il Tribunale federale parlerà di “affermazioni per certi versi puramente tautologiche”. Grazie all’azione legale di una giovane L. decide di ricorrere contro la decisione ticinese diplomata al CSI, patrocinata dall’avvocato Felice Dafond, il reclamo è andato a buon fine, e questo con un ricorso di diritto pubblico che presenta solitamente un tasso di successo limitatissimo. del Consiglio di Stato appellandosi al Tribunale federale, elencando i motivi già noti e sottolineando inoltre che le è stato negato il diritto di essere sentita. Cos’è successo? La giovane musicista, di fronte alle “puntuali, documentate e a priori non irrilevanti obiezioni ricorsuali” da parte della ricorrente, il fatto che il “Governo cantonale non ha risposto alle critiche della ricorrente con argomentazioni di merito nemmeno in sede di osservazioni al ricorso di diritto pubblico”. Il Tribunale federale sottolinea la pertinenza della perizia fatta dal Conservatorio e lamenta l’assenza di “una presa di posizione dei presunti esperti citati dal Dipartimento” a proposito dei quali (cita la sentenza) si è “poi dovuto constatare l’assenza di documenti in tal senso”. Giunge infine alla conclusione che il ricorso è accolto e che alla ricorrente andrà versata un’indennità di 2‘000.- franchi. chiamiamola L., si è candidata ai concorsi per l’insegnamento presso le scuole medie superiori, ma non è stata ammessa per “titolo non specifico”. L. ricorre contro la decisione, sottolineando e dimostrando – tra l’altro con una perizia del Conservatorio - l’incompatibilità del regolamento cantonale con la legislazione svizzera (Legge sulle Scuole universitarie professionali) ed il valore dei suoi titoli, ritenuti equivalenti e persino superiori a quelli indicati nel regolamento cantonale. Il servizio ricorsi, per decisione formale del Consiglio di Stato, respinge il ricorso, non rispondendo minimamente agli argomenti della ricorrente (rispettivamente dei ricorrenti, dato che i casi erano diversi), ripetendo semplicemente che i diplomi Per farla breve: il Tribunale federale mette Il Tribunale federale non si è evidente- mente potuto esprimere sugli altri ricorsi in quanto gli stessi si sono fermati a livello cantonale. Per quel che riguarda i due ricorsi identici respinti siamo però fiduciosi che il Consiglio di Stato, alla luce della decisione del Tribunale federale, deciderà di restituire la tassa di ricorso di Frs. 500, impropriamente imposta ai ricorrenti. Nel frattempo è uscito il bando per le prove d’assunzione 2007-2008 sulla base del regolamento cantonale incriminato, purtroppo rimasto fino ad oggi invariato. Speriamo che l’applicazione del regolamento non dia nuovamente adito a ricorsi e che lo stesso venga al più presto aggiornato e reso compatibile con i disposti federali. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità alla collaborazione in virtù di quella competenza che, da parte del Tribunale federale, ci è stata esplicitamente e ampiamente riconosciuta. Christoph Brenner, direttore marzo 2007, numero 25, anno VII conservatorio della svizzera italiana scuola universitaria di musica | musikhochschule | haute école de musique 2007-2008 Corso di Studi in Liuto e Basso continuo per strumenti a pizzico LUCA PIANCA Iscrizioni entro il 15 aprile 2007 Agli studenti più meritevoli ed in grado di soddisfare le esigenze del corso, verrà offerta la possibilità di partecipare a varie attività (concerti ed incisioni discografiche) con il prestigioso ensemble internazionale “IL GIARDINO ARMONICO”. marzo 2007, numero 25, anno VII SCUOLA DI MUSICA PASSEGGIATA MUSICALE, LUGANO 2007 Sabato 28 aprile 2007 in Via Nassa a Luga- no tornerà la “Passeggiata musicale”. Dopo il successo avuto a Mendrisio, cercheremo di ricreare il bellissimo ambiente della prima edizione e di andare persino un po’ oltre. Quest’anno l’evento verrà organizzato in collaborazione con la Scuola di Musica Moderna, la Città di Lugano e Palco ai Giovani proprio per veder potenziata l’esigenza di abbattere barriere di genere e di contenuti. Altra novità molto importante il coinvolgimento del Circo fortuna con uno spettacolo e alcuni atéliers. Percorso • dalla Chiesa degli Angioli a piazza Dante dalle 14.00 alle 18.30 • Postazioni musicali: Chiesa degli Angioli, Istituto Leonardo Da Vinci, piazza Battaglini, piazza S. Carlo, piazza Maraini, piazza Riforma, piazza Cioccaro, piazza Dante • concerto di chiusura Piazza Cioccaro Protagonisti • allievi del Conservatorio della Svizzera Italiana, soprattutto allievi della scuola di musica (bambini e ragazzi) • allievi di scuole di musica della FesMuT, Federazione delle Scuole di Musica Ticinesi • allievi della Federazione Bandistica TiciCaratteristiche della manifestazione nese • musica all’aperto in un clima festoso • allievi di altre associazioni musicali ( tra (nelle piazze e nelle strade) a rotazione nei seguenti centri Lugano, Mendrisio, cui Liceo musicale di Varese) • allievi scuole artistiche (circo, danza, …) Bellinzona e Locarno • palco ai giovani • animazione nelle strade • festa popolare • una manifestazione a favore dei giovani Contenuti • concerti (musica classica, rock, jazz, blues, musica popolare, rap, hip hop, musica bandistica, opera, musical) • musica da strada • atéliers (in collaborazione la Scuola di Musica Moderna) • animazioni come mimi, jonglage, artisti di strada (in collaborazione con il Circo Fortuna) • esposizione di strumenti musicali • bancarelle a tema • cena popolare • concerto di chiusura cale ticinese e diffondere di conseguenza un messaggio creativo e propositivo ai giovani. L’idea che sta alla base di questa giornata di festa è quella di riuscire a creare un’intesa tra le varie discipline artistiche, per sensibilizzare i giovani sull’importanza di una componente culturale nella loro educazione e per trovare un clima più costruttivo e meno settoriale tra i vari attori presenti su questa scena. Altro punto importante della manifestazione l’esigenza di poter coinvolgere il maggior numero di persone: non solo esecutori e ascoltatori, bensì tutti hanno la possibilità di interagire con quanto si fa nella giornata e provare qualcosa che li coinvolga senza delle competenze preliminari, in maniera di creare l’occasione per scoprire qualcosa di nuovo e stimolante, magari anche per altri campi. Concerto di chiusura • una selezione dei migliori elementi ascoltati nelle ultime sessioni di palco ai giovani, radunati in una All star band coordinata e seguita da Vic Vergeat (personaggio molto noto nel mondo della musica leggera) • Mestrostars uno dei gruppi ticinesi emergenti a livello cantonale e svizzero che propone rap e hip hop Alla base della ricetta della Passeggiata musicale vi è l’esigenza di abbattere barriere che bloccano lo sviluppo di una cultura a 360 gradi, inserendo compartimenti stagni a dipendenza del genere musicale e del tipo di arte che si propone. La Passeggiata vuole essere un punto d’incontro tra varie forme di cultura, tra varie entità del panorama di formazione musi- informazioni agenda news www.conservatorio.ch marzo 2007, numero 25, anno VII NEWS – Scuola Universitaria Lo scorso 16 febbraio al Palazzo dei Congressi si è tenuta la festosa consegna dei Diplomi SUPSI con il Consigliere di Stato On.Gabriele Gendotti. I nostri diplomati sono stati: Corso di studio I Diploma di pedagogia musicale Studente Materia Docente Branduardi Maddalena Violoncello Taisuke Yamashita Michael Chiarappa Longauerova Silvia Violoncello Robert Cohen Michael Chiarappa Prodigo Marlene Violino Carlo Chiarappa Anna Modesti Quattropani Lorenzo Pianoforte Alessandro D’Onofrio Roberto Braccini Vaccaro Lorenza Violino Carlo Chiarappa Anna Modesti Zampar Luciano Percussioni Mircea Ardeleanu Il 30 e il 31 marzo avremo due splendidi concerti con il nostro en- semble di archi formato dagli studenti della Scuola Universitaria. Direttore e solista Robert Cohen che proporrà musiche di Haydn (concerto nr 1 per violoncello) e Schubert (versione di G.Mahler de “La Morte e la Fanciulla”). Venerdì 30 (ore 20.30) il concerto sarà proposto in collaborazione con l’Associazione INSIEME PER LA PACE, nell’ Aula Magna della nostra sede, e la sera successiva (ore 21.00) siamo invitati a suonare nella stagione concertistica che si tiene nella Sala Medioevo al Palazzo Comunale di Olgiate Comasco (Como). Corso di studio II Diploma di perfezionamento Studente Materia Docente Baselli Angelo Clarinetto Milan Rericha Bischof Andrea Violoncello Robert Cohen Bruno Luca Percussioni Mircea Ardeleanu Di Meco Marco Flauto Mario Ancillotti Di Trapani Gregorio Percussioni Mircea Ardeleanu Eusebio Alessandro Clarinetto Francois Benda/ Milan Rericha Fabbiano Carmela Canto Luisa Castellani Fani Rossana Flauto Mario Ancillotti Frontini Gloria Flauto Mario Ancillotti Gjezi Anthony Violino Massimo Quarta Juhasz Orsolya Fagotto Gabor Meszaros Magolati Lucia Flauto Mario Ancillotti Mala Valbona Violino Massimo Quarta Mihara Rie Corno David Johnson Miliani Elena Flauto Mario Ancillotti Naglieri Michele Clarinetto Francois Benda Nicolini Cristiana Pianoforte Nora Doallo Pancini Silvia Clarinetto Francois Benda/ Milan Rericha Pangaro Laurence Viola da gamba Vittorio Ghielmi Sato Sai Pianoforte Nora Doallo Teqja Redjan Pianoforte Nora Doallo Tihelka Jan Clarinetto Milan Rericka Zumbrunn Julia Flauto Mario Ancillotti Studente Materia Docente Alvarez Laura Cecilia Pianoforte Nora Doallo Daskalov Ivaylo Violoncello Robert Cohen Sarmiento Carolina Pianoforte Nora Doallo Studente Materia Docente Angelico Francesco Dir. ‘900 Giorgio Bernasconi Ciceri Carlo Dir. ‘900 Giorgio Bernasconi De Stefani Davide Dir. Fiati Franco Cesarini Maginzali Emanuele Dir. Fiati Franco Cesarini Diploma di solista Il Conservatorio ospita un concerto organizzato dalla “Settimana della Cultura francese e della francofonia”. Lunedì 19 marzo 2007, ore 20.30, suoneranno un ex studente diplomato al nostro Conservatorio, il violinista Piotr Nikoforoff ,e la pianista Pinuccia Giarmanà. Musiche di Gabriel Fauré, Arthur Honegger, Maurice Ravel. Formazione continua: pianificazione dell’insegnamento e obiet- tivi d’apprendimento. Lo scorso febbraio si è tenuto un aggiornamento sui temi della pianificazione dell‘insegnamento e sulla definizione degli obiettivi d‘apprendimento in funzione dei nuovi criteri scaturiti con la „Dichiarazione di Bologna“. L’incontro, aperto a tutti i docenti del CSI, è stato possibile grazie alla collaborazione di Andreas Cincera (docente di contrabbasso), specialista in questo settore. Recentemente Stefano Parrino, assistente di Mario Ancillotti nella classe di Flauto del Conservatorio della Svizzera italiana ha tenuto un tour di lectures e Master Classes di Flauto e Respirazione Continua presso alcune tra le più prestigiose Università Britanniche, Trinity College (Londra), Royal Welsh College of Music and Drama (Cardiff), Royal Academy of Music (Londra) e Royal Northen College of Music (Manchester). Le Master Classes sono state seguite da un grande numero di allievi e docenti tra i quali, William Bennett, Wissam Boustany, Ian Clarke e Peter Lloyd. Le università hanno ufficialmente invitato Stefano Parrino a future e più intense collaborazioni. Corso di studio IV Certificato Post-formazione Studente Materia Docente Moraru Luisa Violino-peda Anna Modesti Il Premio dell’Economia Ticinese come miglior Diploma nell’ambito musicale è andato al violoncellista Ivaylo Daskalov. Nella foto: Ian Clarke,William Bennett e Stefano Parrino dopo la Master Class tenuta il 15 Gennaio alla Royal Academy. Il nostro docente di percussioni Mircea Ardeleanu ha rassegnato le dimissioni per motivi personali dal secondo semestre dell’anno accademico 06-07. Dopo tanti anni di successi al fianco del Conservatorio ci congediamo da Mircea con i nostri ringraziamenti e i migliori auguri per il suo futuro. Il nuovo docente di percussioni della Scuola Universitaria è Bernhard Wulff, rinomato docente e concertista già insegnante a Friburgo. La Metodica delle percussioni è stata affidata per questo semestre a Michael Quinn, che è marzo 2007, numero 25, anno VII NEWS – Scuola Universitaria stato nel passato già un nostro apprezzato insegnante. A Wulff e Quinn facciamo i nostri ringraziamenti per aver accettato l’incarico e gli auguri per l’inserimento nell’organico del corpo docenti. Lo scorso dicembre la Banca Raiffeisen Lugano ha destinato una generosa borsa di studio del valore di 12.000 Fr al nostro studente di percussioni Luca Bruno. La Raiffeisen da anni è vicina al Conservatorio, ancor prima che divenisse Scuola Universitaria, sostenendo iniziative e favorendo borse di studio per i suoi studenti. Grazie! Durante il 1° semestre 2006-2007 hanno fatto richiesta per una borsa di studio 12 nostri studenti, tutti provenienti dall‘estero, di cui 8 hanno ricevuto riscontro positivo. Grazie all‘aiuto e alla collaborazione con cinque fondazioni nella Svizzera tedesca e una nella Svizzera francese abbiamo potuto raccogliere un importo totale di Frs. 54‘000.—. Per i festeggiamenti del suo 150° anniversario, il Credit Suisse ha promosso una serie di iniziative sostenute dalla propria Fondazione del Giubileo. Tra queste figura anche la consegna, lo scorso novembre, di un assegno del valore di cinquantamila franchi al Conservatorio della Svizzera italiana. Con questa donazione la Fondazione del Giubileo del Credit Suisse ha voluto favorire “un‘istituzione ticinese che da anni promuove attivamente la diffusione della musica tra i giovani, favorendo anche i nuovi talenti”. Grazie a questo contributo, il Conservatorio ha potuto acquistare un nuovo pianoforte Steinway. La collaborazione con importanti istituzioni europee è in continua crescita. Attualmente sono 4 gli studenti (2 in uscita e 2 in entrata) che si stanno avvalendo degli scambi ERASMUS: Malmö/Svezia, Leuven/Belgio, Roma/Italia, Brno/Repubblica Ceca. Per gli scambi Erasmus dei docenti, Stefano Parrino (flauto) è a Madrid. Al nostro Conservatorio arriveranno in aprile Per Öien (flauto) e Jorunn Marie Bratlie (pianoforte), entrambi da Oslo. Per la prima volta il Comitato dell’Association Européenne des Conservatoires, Académies de Musique et Musikhochschulen (AEC) vanta la presenza di un membro proveniente da un’area italofona. Lo scorso sabato 11 novembre, durante l’assemblea generale tenutasi a Salisburgo, il responsabile del Dipartimento di Ricerca e sviluppo e vicedirettore della Scuola universitaria di musica, Dr. Hubert Eiholzer, è stato eletto nel comitato dell’associazione che conta piú di 200 membri, tra i quali le scuole piú importanti d’Europa, ma anche istituti prestigiosi d’oltre Oceano e d’Asia. Il Conservatorio si congratula con Hubert Eiholzer per questa importante e prestigiosa nomina, che rafforzerà ulteriormente la posizione del CSI nel quadro internazionale. Nel quadro della collaborazione tra il CSI e l‘Institut für Musik und Pädagogik (ZH), lo scorso gennaio si è tenuto nella nostra scuola una sessione di studio nell‘ambito del Corso di Postformazione „Schulpraxisberater/-in (mit musikpädagogischem Schwerpunkt)“. Il lavoro ha avuto come argomento centrale la pianificazione del lavoro e la definizione degli obiettivi orientati alle competenze personali e sociali, in relazione a quelli specialistici. Pillole Scuola di Musica • Periodo di grande fermento per alcuni allievi smus: dopo aver suonato per il giuramento dei giudici del Tribunale Federale a Bellinzona, alcuni nostri ragazzi hanno suonato per la nascita di una nuova iniziativa del Maestro Bruno Amaducci, il club Musica Ticinensis. • Stiamo cercando assiduamente una nuova sede per la nostra sezione Bellinzonese: purtroppo gli spazi che abbiamo nell’intera sezione non sono più sufficienti nemmeno a svolgere l’attività ordinaria dei nostri oltre 200 allievi. Cerchiamo un appartamento in stabile commerciale con almeno 150 mq oppure villette o casette in cui poter svolgere il nostro lavoro. Stiamo cercando 5/6 locali, più segreteria di preferenza a Bellinzona o Giubiasco. Interessati e/o informati possono rivolgersi alla nostra sezione Bellinzonese [email protected] oppure 091 825.12.41. Lo scopo finale è di poter iniziare i nostri corsi in settembre 2007 presso la futura nuova sede. • Continuano i nostri incontri con i comuni per spiegare il tariffario differenziato: di sicuro rilievo il risultato del Comune di Capriasca che è passato dal minimo al massimo sussidio procapite, garantendo di fatto a tutti i suoi concittadini sotto i 25 anni di poter frequentare i corsi presso il Dipartimento Scuola di musica del Conservatorio della Svizzera Italiana con uno sconto per il prossimo anno scolastico. Complimenti! • Proseguono le animazioni che la nostra Scuola di musica promuove presso la Villa San Quirico a Minusio: in accordo con il gruppo promotore si sono svolte alcune interessanti attività come “L’ora dell’amicizia”, “La notte del racconto” e più recentemente un seguitissimo workshop sull’improvvisazione con il docente di pianoforte Lorenzo Erra. • Non perdetevi prossimamente le porte aperte nelle varie sezioni SMUS: dal 17 al 22 marzo a Bellinzona, dal 21 al 26 maggio nella sezione Locarnese, dal 2 al 6 giugno a Lugano. marzo 2007, numero 25, anno VII Per una musica che non può essere filosofia Percorsi storici ed improvvisazione nella Filosofia della musica di Massimo Donà millenni nessuno ci abbia pensato: attraverso le parole sono state infatti attribuite alla musica qualità e potenzialità politiche, sociali, numerologiche, terapeutiche, pedagogiche, divine e divinatorie, mitiche e mistiche senza che il suono se ne sia realmente e verificabilmente fatto portatore. Proprio da questo punto di vista la Filoso- Ogni filosofia della musica aspira ad essere la quadratura del cerchio. È cioè il tentativo di portare sullo stesso piano e far combaciare due sistemi di significato inconciliabili per la loro stessa natura: uno è fondato sulla percezione sonora l’altro sull’argomentazione logico-simbolica. Per rendere l’idea di quanto siano distanti questi due universi e di quanto siano reciprocamente irriducibili è sempre efficace usare la similitudine, dai più attribuita a Charles Mingus, per cui “parlare di musica è come danzare di architettura”. Lo si può fare, beninteso, ma nessuna danza potrà aggiungere alcunché all’esperienza diretta della cupola del Brunelleschi e tanto meno sostituirsi ad essa; così come nessun testo potrà farci vivere meglio o peggio l’esperienza musicale e nemmeno decretarne la qualità. Ma dunque a cosa può servire quell’arte suprema della parola (intesa come logos, e cioè intreccio di pensieri) che è la filosofia quando viene applicata alla musica? Può servire, fondamentalmente ed esclusivamente, ad affermare l’indicibilità della musica. E se questo può sembrare poca cosa ci si stupirà nel constatare come negli ultimi fia della musica che Massimo Donà ha da poco pubblicato per Bompiani ha il grande merito di offrire una rapida e contestualizzata panoramica su quelle che sono state le filosofie della musica dai primordi mitici alla contemporaneità, con tutti i rivolgimenti che la storia del pensiero occidentale ha vissuto negli ultimi 2500 anni (basti pensare che all’inizio del periodo considerato non esistevano né il concetto di “filosofia” né quello di “musica” come oggi li intendiamo e che la disciplina filosofica “estetica della musica” è nata solo nella seconda metà del 1800). In gran parte, quindi, si tratta di una Sto- ria della filosofia musicale e perciò di un lavoro, ancorché personale, di tipo compilatorio. L’introduzione e la parte conclusiva del libro offrono però spazio alla pars construens dell’autore, al momento in cui Donà traccia la propria “filosofia della musica”. E in queste pagine, al di là di un andamento argomentativo poetizzante al limite dell’appiccicoso (da Baci Perugina sono frasi come «mai la musica è per noi, ma sempre e solamente noi per essa»), trovano spazio concetti fondamentali e, in relazione a quanto scritto sopra, finalmente nuovi. né di religioni». O ancora l’osservazione dell’essenza sonora, temporale ed effimera dell’opera d’arte musicale (a dispetto di chi continua a credere che tale opera si possa ridurre ad una partitura). Proprio la natura contingente ed effimera del fenomeno musicale, estraneo quindi alla possibilità di essere annotato su carta, viene ripresa nella parte finale del libro, dove l’autore ne celebra la sublimazione nell’improvvisazione jazzistica relegando il pentagramma a “gabbia da cui liberarsi”. Aria nuova, sembrerebbe, nell’estetica musicale italiana. Anche se nel lontanissimo 1950 un lungimirante Massimo Mila già scriveva: «La provata insufficienza della notazione musicale basta ad escludere la tesi che l’interprete debba attenersi ad una meccanica esecuzione di prescrizioni precise: queste prescrizioni precise non ci sono. L’invito che talvolta si rivolge agli esecuto- ri, di suonare quel che sta scritto, oppure di attenersi all’opera qual è, alla cosa in sé, alla verità dell’opera, non ha alcun senso preciso. Quel che sta scritto si può suonare in mille maniere diverse, e la cosa in sé non esiste: spetta proprio all’esecutore la cosa in sé, che non è certo la pagina scritta, mero segno convenzionale e semplice possibilità o promessa di musica. La cosa in sé si ebbe soltanto nel paradiso perduto dei tempi antichi, quando la musica non si scriveva, ma si creava nell’improvvisazione: nasceva, allora, insieme alla propria esecuzione». Zeno Gabaglio Come il ricondurre la vera musica all’espe- rienza del «puramente sonoro dal libero disegnarsi, mai schiavo né di fini, né di ideali, né di individui, né di stati, né di partiti, Sincopi La cultura deve basarsi sulla responsabilità individuale e non sullo Stato. Così l’UDC svizzera esorta la Confederazione a star lontana dalla cultura di Stato. La molteplicità culturale è da sempre un bene, una risorsa per la società. Certo, il rischio politico di nascondersi dietro questa responsabilità individuale per non fare politica culturale, c’è, eccome! Tutti (quasi) d’accordo sul tema del mecenatismo. Soprattutto in Ticino dobbiamo stimolare e sensibilizzare, proporre agevolazioni fiscali per chi dona alla cultura. Si tratta di instaurare una cultura del mecenatismo. Ci vorrebbe una bella strategia di marketing (forum e convention, spot e inserzioni… parlarne, parlarne e parlarne). Perché il Cantone e i Comuni (più ricchi) non investono per favorire il mecenatismo? Dura la vita per la musica contempora- nea in Ticino. L’associazione OggiMusica è stata sul punto di morire, la RTSI e l’OSI da anni hanno accettato che il grande pubblico non ama la musica contemporanea, altre iniziative sono più uniche che rare e la nostra stagione “Novecento e Presente” fa una fatica terribile per mantenersi finanziariamente a galla. Meno male che ci sono appassionati, studenti e docenti che con fedeltà ed entusiasmo seguono questa rassegna dedicata all’ascolto della musica degli ultimi 100 anni. Grazie di cuore. Diamo uno sguardo agli anniversari dei musicisti 2007. Dalla lunghissima lista, vale sicuramente la pena ricordare i compositori più importanti: • Scarlatti, Domenico (morto 250 anni fa) • Rolla, Alessandro (nato 250 anni fa) • Czerny, Carl (morto 150 anni fa) • Glinka, Mikhael (morto 150 anni fa) • Grieg, Edvard (morto 100 anni fa) • Elgar, Edward (nato 150 anni fa) • Leoncavallo, Ruggiero (nato 150 anni fa) • Sibelius, Jean (morto 50 anni fa) • Veress, Sandor (nato 100 anni fa) Non è proprio l’anno mozartiano, ma me- rita sottolineare l’opera di Veress (ungherese/svizzero), che ha ispirato come docente a Berna intere generazioni di compositori elvetici (Holliger, Marti, Wyttenbach). Roberto Valtancoli, membro di direzione marzo 2007, numero 25, anno VII Claudio Caloiero si è laureato in musicologia ed ha ultimato un dottorato di ricerca in psicologia della musica presso la Hochschule für Musik di Würzburg. Ha preso parte a numerose conferenze internazionali presentando i risultati di ricerche scientifiche riguardanti la performance musicale. Attualmente vive a Winterthur e collabora con il Dipartimento Ricerca e Sviluppo del Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano. della comunicazione tra solisti e pubblico, nell’ambito di un concerto orchestrale di “musica classica” e partendo dai dati già disponibili da altre ricerche effettuate in questo campo. L’obiettivo era quello di capire quali informazioni erano trasmesse e che tipo di comunicazione, soprattutto a livello gestuale, si instaurava tra i musicisti ed il pubblico. I parametri e le variabili delle quali è necessario tenere conto sono numerose. Per esempio, sarebbe necessario cominciare col definire accuratamente il ruolo della ge- Ricerca empirica e prassi musicale Intervista a Claudio Caloiero Da cosa nasce il suo interesse per la ricer- ca in ambito musicale? È stata soprattutto la mia curiosità di musicista “pratico” (mi diletto a suonare il contrabbasso) a spingermi verso lo studio dei processi dell’apprendimento e della performance musicale. Il successivo interesse per la ricerca scientifica è nato dai numerosi interrogativi che rimanevano senza risposta. Ho iniziato dapprima ad interessarmi della psicologia della musica, per poi concentrare la mia attenzione verso l’analisi delle metodologie usate per formulare quelle ipotesi che sono poi da verificare in quanto oggetto della ricerca. Si tratta del metodo empirico, che oppone il procedimento logico a quello intuitivo/ verbale. È importante comunque sottolineare che l’esperienza della musica pone interrogativi ai quali la ricerca non sempre riesce a dare risposta. La riflessione sulla musica non può dirsi esaurita nell’analisi scientifica, ma chiama in causa la dimensione della riflessione filosofica mettendo in gioco scelte metodologiche e di campo. Quali sono gli ambiti della ricerca di cui si occupa più in particolare? Sono gli ambiti che riguardano soprattutto i vari aspetti della performance musicale, l’expertise in musica, ma anche la relazione tra la musica e gli ambiti non uditivi, come per esempio i rapporti tra musica e gestualità musicale. La psicologia della musica ha giocato un ruolo fondamentale in tutto questo sviluppo, anche se è soltanto nell’ultimo trentennio che si è registrato un aumento significativo degli studi volti a migliorare la nostra comprensione del “mondo” musicale. Un testo fondamentale è ancor oggi The Musical Mind, del 1985, dello psicologo cognitivo e musicista John A. Sloboda. Il suo successo è dipeso dal fatto che l’autore ha saputo affrontare il fenomeno musicale nella sua globalità. I temi indagati riguardano proprio l’ascolto musicale, il “vivere” la musica, il “fare” musica ed il suo apprendimento. In particolare, il modello dei processi psicologici cognitivi può offrire ai musicisti un aiuto per la comprensione dei meccanismi mentali che stanno a fondamento delle proprie attività. Ci può tracciare brevemente la nascita e lo Lei ha recentemente tenuto nel nostro sviluppo della ricerca empirica in musica? Se lasciamo da parte tutta l’indagine filosofica che sin dall’antichità anima la discussione intorno alla musica, la nascita della ricerca musicale, nell’accezione moderna del termine ed in riferimento alla sua dimensione psicologica, coincide con la pubblicazione del trattato di Hermann von Helmholtz Die Lehre von den Tonenempfindungen als psychologische Grundlage für Teorie der Musik, del 1863, e con il lavoro di Carl Stumpf e il suo Tonpsychologie (1883-1890). conservatorio un seminario con il quale intendeva contribuire ad introdurre alcuni aspetti della ricerca in musica tra i nostri studenti: ce ne vuole illustrare il contenuto? Il seminario aveva come tema la dimensione del concerto pubblico. Se è vero che l’emotività riveste un ruolo basilare per l’esistenza stessa della musica, diventa allora fondamentale chiedersi in che modo il musicista riesca ad interagire con i suoi ascoltatori. Gli studenti hanno esplorato, nel senso più ampio del termine, i piani stualità rispetto all’intero processo comunicativo ed in funzione di momenti puntuali della performance musicale (aspetti fisiologici dovuti alle caratteristiche dello strumento, gestualità legata al singolo passaggio musicale, cadenze, gestualità comportamentale socialmente acquisita, gestualità intenzionalmente comunicativa ecc.). La comprensione della gestualità durante un’interpretazione musicale costituisce quindi una chiave di lettura fondamentale per l’esecutore al fine di esplorare e poi riflettere su concetti come quelli di produzione, di esecuzione, di ricezione e di percezione musicale. Quali sono gli obiettivi formativi di un tale insegnamento? Il seminario ha avuto un carattere esplorativo e costituisce un episodio assai circoscritto rispetto alla complessità degli argomenti chiamati in causa. Un primo obiettivo è stato certamente quello di definire i rapporti tra musica e psicologia per poi chiarire la continuità tra lo studio della musica e la ricerca empirica in ambito psicologico. In una prospettiva a lungo termine, si dovrebbe poter rafforzare la presenza di queste discipline in ambito curriculare e, per quanto possibile, istituire reti di collaborazione con istituti diversi, in modo da poter attivare quelle competenze che servirebbero ad un approccio concretamente multidisciplinare allo studio della musica. A cura di Massimo Zicari, Dip. Ricerca e Sviluppo del CSI marzo 2007, numero 25, anno VII Diego Fratelli, docente presso la Scuola Universitaria di Musica del Conservatorio, ha curato edizioni monografiche di musiche polifoniche sacre e profane di alcuni autori italiani quali Giovan Giacomo Gastoldi e Luca Marenzio. Collabora regolarmente con riviste specializzate e con case discografiche. Per il Teatro Ponchielli di Cremona e il Teatro Regio di Torino ha collaborato per la messa in scena di significative pagine del XVII secolo. Diego Fratelli insegna da anni discipline inerenti le teorie e le prassi musicali rinascimentali e barocche presso istituzioni musicali quali l’Accademia Internazionale della Musica (ex civica di Milano) e nei Conservatori di Aosta, Brescia, Firenze, Lecce, Perugia. Recentemente, per il Centro Studi di Grignasco, con Paolo Portoghesi e altri, ha pubblicato una propria ricerca sulla musica e sull‘architettura nei trattati settecenteschi di Bernardo Antonio Vittone. Un percorso anomalo Intervista a Diego Fratelli Tu hai una formazione anomala, non acca- rali non avverto grandi ritardi da parte del mondo accademico, ma nel campo della performance artistica ci sono solo pochi centri di eccellenza in Europa, che di certo non riescono a soddisfare la domanda. La performance è importante per raggiungere il pubblico, anche il grande pubblico. La ricerca fornisce alla performance importanti elementi e strumenti di lavoro, ma l’esecuzione ha bisogno in ultima istanza di musicisti, tanti musicisti e sempre meglio preparati. demica tradizionale. Cosa ti ha portato in questo mondo? In effetti il mio è un percorso anomalo, ho svolto (per 20 anni) attività di progettazione e realizzazione tecnico/finanziaria in campo immobiliare. Da sempre ho però nutrito una profonda passione per la musica e in particolare per il rinascimento ed il barocco, che impropriamente vengono accomunati nel’ambito della cosiddetta “musica antica” (per uno storico in realtà l’evo moderno inizia con la scoperta dell’America….). La passione coltivata a lungo, e la fortuna, mi hanno permesso di lavorare con importanti musicisti in occasione di eventi e produzioni (concerti, CD, libri, …). Non rientrava nei miei progetti di vita lavorare in ambito accademico, ma con l’interesse sempre maggiore per il repertorio antico, e il mercato in crescita, ad un certo momento alcune istituzioni mi hanno chiesto di tenere seminari e masterclass su alcuni aspetti sia della ricerca che della produzione di eventi culturali. Forse era debole la correlazione tra il mondo accademico e il mondo del teatro, il mondo del lavoro e della produzione, ed è lì che mi sono state chieste le prime collaborazioni. Da questi lavori connessi alla “messa in scena” di alcune produzioni artistiche (tra gli altri per il Teatro Ponchielli di Cremona e il Teatro Regio di Torino) è iniziato un cammino che mi ha portato ad insegnare in numerose ed importanti Istituzioni (Fondazione Cini di Venezia, conservatori di Perugia, Lecce, Firenze, Accademia Internazionale della Musica di Milano dove sono stato anche coordinatore didattico dell’Istituto di Musica Antica per un triennio). Ciò che mia appassiona è ormai diventato la mia professione, e questo privilegio non fa che alimentare ancora più la passione stessa. La richiesta di musicisti, storici, teorici, docenti nell’ambito della musica antica è ancora in crescita, come negli ultimi anni? La musica antica è stata valorizzata mol- tissimo negli ultimi decenni, ma rimane sempre un’attività di nicchia. Ciò comporta la necessità di una grande specializzazione, ma per gli specialisti l’offerta lavorativa è estremamente vasta e interessante. A titolo di esempio basti pensare al Ticino, che in questo ambito stimola e chiede un gran numero di professionisti (le attività di Rete2 e del Coro RTSI) . La capacità di realizzare e promuovere eventi culturali è di grande importanza per la vitalità, anche economica, di ogni realtà territoriale (e qui nel mio bizzarro curriculum ricordo con piacere un ciclo di lezioni sul rinascimento milanese che tenni ai membri della a.l.d.a.i.: associazione lombarda dirigenti aziende industriali). L’arte è un bisogno primario e l’assenza di propri centri di produzione determina la dipendenza di una comunità da altri centri e da altre realtà di produzione artistica e culturale. Ciò implica, oltre all’appiattimento sul piano dei contenuti, la contrazione dell’indotto e la riduzione delle attività economiche e lavorative connesse alla produzione di eventi culturali e performances artistiche (purtroppo è luogo comune diffuso che le attività culturali non inducano attività economiche degne di rilevanza: non è così, soprattutto per le realtà territoriali di media dimensione). Le peculiarità culturali con una forte connotazione storica e artistica, se valorizzate da professionisti preparati, possono costituire importanti occasioni di lavoro e di crescita e inoltre possono dar luogo a progetti che, se opportunamente ideati e gestiti, possono anche accedere a canali di finanziamento internazionali. L’ente territoriale, il produttore, l’editore devono quindi poter trovare il professionista a cui affidare incarichi anche attraverso canali “ufficiali”, e non solo attraverso le proprie reti di relazione. C’è ancora un ricchissimo patrimonio inesplorato da valorizzare, del ‘500, ‘600 e ‘700, e che ancora giace nelle biblioteche e nelle collezioni private. Nel campo della conservazione e nella tutela dei beni cultu- La vita del Conservatorio? Sono arrivato al CSI invitato da Luigi Marzola e da Christoph Brenner, per un corso sulle notazioni antiche nell’ambito del percorso di formazione per direttori di coro. In seguito l’attività si è sviluppata perché la Scuola è in forte rinnovamento e l’offerta formativa ha ampliato percorsi didattici e occasioni di studio per gli studenti. Il nostro Conservatorio è in crescita, noto un costante impegno nella razionalizzazione e nel coordinamento delle attività, un riordino delle procedure che ormai si sono uniformate agli standards europei. Inoltre la dimensione della struttura didattica, favorisce un incontro diretto con lo studente e questo è importante sul piano umano ma anche sul piano didattico. Spero che nel processo di crescita si rinsaldi sempre più il rapporto tra scuola e società, tra conservatorio e istanze culturali e artistiche sia ticinesi che internazionali: molti dei nostri docenti e dei nostri allievi hanno le carte in regola per questo. A cura di Roberto Valtancoli marzo 2007, numero 25, anno VII La figura del Maestro, il rapporto con l’allievo Negli articoli pubblicati nelle edizioni precedenti del giornale del Conservatorio sono state prese in considerazione le modalità con cui rapportarsi allo studio di uno strumento nell’arte della ripetizione e le strategie educative per favorire la motivazione allo studio da parte dello studente. In realtà, il metodo Suzuki ha una più ampia prospettiva pedagogica, e in tal senso si è ritenuto opportuno spostare in questo paragrafo l’asse della riflessione sul nuovo binomio allievo – insegnante, perché ci si riferisce al periodo in cui il ragazzo sente la necessità di staccarsi dalle figure genitoriali e di assumere un nuovo modello di riferimento. La condizione dei giovani e degli adole- scenti nella società contemporanea manifesta l’assenza di una relazione significativa con l’età adulta; difficoltà a comunicare con l’adulto, ma anche difficoltà a comunicare come figlio. L’egemonia di un regime materno e di un difficile rinnovamento del ruolo paterno apre lo spazio per incontri che da sempre contraddistinguono l’iniziazione all’età adulta. Qui il maestro non è solo la “figura buona”, il facilitatore dell’apprendimento e il consigliere dei genitori, ma si pone in una prospettiva diversa, anche come elemento di trasgressione e di complicità per la realizzazione di un personale percorso che l’allievo deve compiere. Suzuki ha più volte sottolineato come tutte le intenzioni tecniche e musicali debbano essere profondamente interiorizzate e “sentite” dal giovane violinista per permetterne la sua crescita musicale, artistica e umana. La ricerca nella dimensione del proprio sé non può essere affrontata interamente da parte dello studente, e nemmeno il solo genitore può bastare; essa richiede uno scambio, fa appello ad una pedagogia che sia adattata su misura all’allievo e necessita della presenza di un insegnante, nei confronti del quale il rapporto di autorità sia sostituito da uno spirito di ricerca e di collaborazione fervente tra maestro e allievo. lo entrando a far parte della cerchia famigliare, ma senza confondersi con essa; egli è il portatore del desiderio di suonare, è la guida per il fanciullo ed il consigliere per i genitori e fa da filtro per il dialogo, stimola un affiatamento e una maggiore unione familiare attraverso la musica, ma è anche colui che permette l’accesso del ragazzo al nuovo stato di adulto, il passaggio dalla condizione di adolescente a quella dell’uomo responsabile e capace di scegliere. Risulta quindi una figura di maestro-mèntore poliedrica: di unificatore all’interno di una famiglia quando il bambino è giovane, ma anche di separazione dell’adolescente da essa nel momento in cui diventa necessario il distacco, il taglio, la rottura dal mondo protetto dell’infanzia; il mentore ha anche una funzione iniziatica, che aiuta il giovane a trasformare la sua adolescenza in età adulta, a restituire al ragazzo la coscienza delle proprie possibilità, delle proprie risorse e della propria grandezza. Il maestro, infine, sarà anche il consigliere in grado di garantire il passaggio dalla relazione genitori-figli al mondo dei pari adulti; deve perciò essere sufficientemente in sintonia con il giovane per poter superare il salto generazionale, poter stabilire un legame e porsi come figura significativa di identificazione per il giovane adolescente. È chiaro che per dare legittimazione a A proposito della particolare relazione questa nuova figura di insegnante è necessario porsi in una più ampia prospettiva di ricerca educativa che sappia andare oltre i percorsi istituzionali e i luoghi tradizionali preposti all’esercizio di tale attività. La figura di tale tipo di insegnante è quella del mèntore: egli può apparire nell’ambito dell’istituzione, ma non è un personaggio tipicamente istituzionale; può comparire nel clan familiare, ma non è un personaggio parentale. Emerge dagli scritti di Suzuki la figura di un insegnante gioioso, pieno di energia, positivo, interiormente ricco, che instaura una relazione intima con il suo giovane discepo- formativa che si viene a creare tra il maestro e gli allievi, si può fare un passo indietro e ricordare che la figura del mèntore è stata una costante di molte culture del passato come quella greca, o di culture tribali presso le popolazioni dell’Oceania e del Giappone dei Samurai, oppure ancora all’interno di ambienti non necessariamente pedagogici come l’educazione cavalleresca o la pratica dell’apprendistato. Se nell’antichità il mèntore trovava un pieno riconoscimento della sua funzione all’interno della società, nel corso dei secoli tale figura ha perso il suo ruolo definito e accettato, per sparire dallo scenario odierno, tanto che in epoca contemporanea si pone l’accento sulla scuola e sui fattori che determinano la valutazione delle prove scolastiche, rischiando però di perdere di vista alcune figure vitali come quelle del mèntore che intervengono nel processo formativo come figure di mediazione, ma anche di trasgressione pedagogica. Nel nostro panorama didattico, quindi, nel quale la scuola si sta qualificando sempre più come “contenitore culturale” tra gli altri, sopraffatta da agenzie educative che fanno della rapidità del consumo – non dell’esigenza di apprendimento – il loro cardine principale e dove la moltiplicazione dei luoghi di produzione della conoscenza tende a relegare ai margini il ruolo dell’insegnante, la figura del mèntore potrebbe essere ritrovata proprio nel maestro di musica, che segue gradualmente l’evoluzione e le conquiste formative dei propri studenti. Nel pensiero di Suzuki il ruolo del maestro non è solo quello di fornire i mezzi per acquisire una tecnica, per quanto complessa essa sia, o di proporre i pezzi da studiare e consigliare come interpretarli, ma tra i suoi compiti vi è anche quello di trovare la via che permette all’allievo di rivelarsi a se stesso. “Educere”, ricordiamolo, significa etimologicamente “condurre al di fuori”: il compito del maestro è proprio quello di credere nelle possibilità del proprio allievo, restituendogli una buona immagine di sé; se l’allievo non crede in sé, è dovere del maestro infondergli fiducia; solo una reale capacità di trasformazione, ben sentita dall’allievo, gli permetterà di portarsi al livello al quale il maestro lo vede. La componente della stima reciproca è indispensabile perché l’allievo possa accordare al maestro la fiducia che è necessaria al proprio sviluppo e accettare liberamente le regole del suonare che il maestro gli propone. Questa docilità, lontano dall’essere un’attitudine passiva, è la più feconda delle attività ed è l’antidoto necessario contro l’angoscia. Un vero scambio tra maestro e allievo è una delle cose più soddisfacenti che esistano; quando si realizza, la scelta dello strumento di scambio comunicativo non si pone più: la crescita del maestro si ritrova nell’allievo, e questa crescita comune diventa rivelazione. Non si tratta più dell’istruzione di un allievo, ma della scoperta di un’altra persona, nella quale il fenomeno di una nuova nascita condivisa diviene possibile. Si tratta, in ultima analisi, di una nuova maniera di pensare l’educazione in modi più vicini all’esperienza vissuta e più vicini all’intento di un autentico ritrovamento di sé che ogni orizzonte formativo dovrebbe profilare. Domenico Cutrì, docente CSI 10 marzo 2007, numero 25, anno VII L’Orchestra giovanile del Conservatorio della Svizzera italiana, dopo gli spettacoli in Ticino, si è recentemente esibita nella splendida e prestigiosa cornice della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma. L’orchestra, formata per gran parte dagli studenti della sezione pre-professionale dello stesso Conservatorio e diretta dal suo direttore stabile Anna Modesti, ha realizzato dal vivo la musica di Sergej Prokofiev abbinata alla proiezione del nuovo filmato animato di “Pierino e il lupo” della regista Suzie Templeton e prodotto dalla BreakThru Films. Il cortometraggio d’animazione è disponibile in DVD ed è in vendita presso diversi negozi di dischi del Cantone e presso la Biblioteca del Conservatorio (091 9603051). L’invito da parte di Archangel SA e Fondazione Musica per Roma ha permesso all’orchestra dei nostri giovani di esibirsi in tre occasioni a fine dicembre, in una delle sale da concerto piú prestigiose d‘Europa, riscontrando l’interesse dei media italiani nazionali, tra i quali la Rai e “Repubblica” che ne hanno parlato in termini entusiastici. Più di 4000 gli spettatori in sala alle tre rappresentazioni. La preparazione di “Pierino e il Lupo” Mi fu prospettato per la prima volta di eseguire “Pierino e il Lupo” di Prokofiev sotto la proiezione di un film scritto sulla partitura nell’autunno 2005. Nonostante in quel momento avessi giudicato l’idea senza dubbio impraticabile (l’orchestra d’archi giovanile del Conservatorio della Svizzera Italiana non prevede strumenti a fiato, che invece la partitura richiede), accettai comunque di incontrarmi con Roberto Valtancoli ed il produttore del film per discutere sulla fattibilità della proposta. Dopo quel primo incontro, abbozzato rapidamente un preventivo di spesa e resami conto che la questione fiati forse avrebbe potuto essere risolta con il permesso di coinvolgere alcuni studenti della sezione professionale, iniziai subito a riflettere su come avrei potuto organizzare al meglio il mio lavoro. In particolare dovevo prendere atto che: • Le difficoltà tecniche della partitura non erano cosa da poco per un gruppo di ragazzi di età compresa tra i dodici e i diciotto anni. • Avrei dovuto fronteggiare e gestire un numerosissimo gruppo di nuove entrate (quasi la metà dell’orchestra!) che ancora non conoscevo, e che presumevo meno esperte e preparate dei componenti preesistenti. • Avrei dovuto gestire la preparazione del gruppo facendo fronte nello stesso tempo agli impegni già precedentemente concordati con la Scuola di Musica di Wintherthur: era stato infatti già previsto un campus estivo in collaborazione finalizzato alla preparazione di una serie di concerti che avrebbero occupato i ragazzi fino al 10 settembre, mentre “prima” del film era fissata per il 18 novembre! Inoltre non volevo affatto prendere in considerazione l’opportunità di intensificare il lavoro dei ragazzi pianificando ulteriori prove oltre quelle già stabilite dal nostro normale programma (tre ore una volta a settimana), dal momento che considero il loro normale carico di lavoro settimanale già eccessivo. • Avrei io stessa dovuto far i conti con la mia preparazione nell’ambito della direzione d’orchestra (che non ho mai seriamente considerato tra le mie attività principali) e con la mia totale mancanza di esperienza nell’accompagnamento di film. Il lavoro effettivo con gli archi iniziò alla fine di aprile, contem- poraneamente al lavoro sulle partiture che i ragazzi avrebbero eseguito durante il campus estivo (e che prevedevano, tra l’altro, il Triplo concerto op. di Beethoven). Jocelyne e Beat Helfenberger, responsabili dell’orchestra intermedia, molto gentilmente vennero incontro alle mie esigenze permettendo a coloro che sarebbero passati all’Orchestra Giovanile di essere presenti alle mie prove con due mesi di anticipo. Iniziai semplicemente ascoltando la registrazione con i ragazzi, segnalando loro, sezione per sezione, le maggiori difficoltà e suggerendo nello stesso tempo diverse strategie di studio. Mi preoccupai inoltre di favorire il processo di inserimento dei nuovi componenti attraverso l’esecuzione di semplice materiale musicale preparato per l’occasione e finalizzato a creare una certa omogeneità nell’uso dell’arco - e dunque nella produzione sonora – e una certa duttilità nel seguire i gesti del direttore – che durante l’esecuzione sotto il film non avrebbe certo potuto permettersi di lasciarsi guidare dall’orchestra! - , che io stessa avevo avuto cura di costruire basandomi su alcune delle caratteristiche salienti presenti nella partitura di Prokofiev. L’ultima prova dell’anno scolastico si concluse con la visione insieme del trailer del film: quanta emozione! Il filmato era di una qualità e di una bellezza straordinarie! Questo contribuì senz’altro a darmi energia per affrontare lo studio personale sistematico della partitura: ad agosto,alla vigilia della nostra partenza per il campus estivo, l’intera partitura era perfettamente memorizzata e regolata sui tempi della registrazione dell’Orchestra Philarmonia di Londra, la stessa sulla quale la regista aveva costruito la sua sceneggiatura. Nel frattempo avevo preparato ulteriori studi per orchestra (in funzione dell’intonazione collettiva, del suono collettivo, della quadratura ritmica collettiva etc…), questa volta basati sui frammenti più difficili della partitura stessa, e durante le ore pomeridiane del campus, tra una prova e l’altra, cercai di risolvere con i ragazzi le parti tecnicamente più complesse. Dal momento che non tutti i ragazzi avevano avuto modo di presenziare al campus estivo, a fine agosto pianificai tre ulteriori giorni di lavoro in conservatorio per colmare la preparazione degli assenti. Queste giornate si conclusero con un’esecuzione finalmente completa dell’intero brano con tutti i componenti dell’orchestra d’archi sulla la registrazione della parti dei fiati della Philarmonia di Londra: certo l’idea di suonare con un registratore e delle casse non mi entusiasmava per nulla, ma non credo che sarei riuscita a limitare le prove con i fiati (in tutto 3, prima della prova generale) in altro modo! Nonostante in quel momento l’esecuzione fosse ancora certamente sommaria, grazie al lavoro svolto le sezioni più difficili erano già sicure, ed anche il suono dell’orchestra iniziava a conquistare una sua compattezza: eravamo dunque pronti per lavorare sui dettagli. Solo in quel momento chiesi aiuto ai miei colleghi per lo studio individuale delle parti ed organizzai le uniche due mezze prove a sezione che sono state necessarie. marzo 2007, numero 25, anno VII Sempre in quei giorni avemmo modo di vedere una prima versione provvisoria del film, ed una serie di documentari sulla sua lavorazione: sono certa che la consapevolezza di prender parte ad un lavoro di grandissima qualità, costato tra l’altro più di cinque anni di lavoro ad una troupe di più di 150 persone, abbia ulteriormente contribuito all’impegno e alla motivazione dei ragazzi e miei. A partire da quel periodo anch’io iniziai a lavorare personalmente con le immagini del film. Guardando e riguardando il filmato con molta attenzione mi ero convinta che questo fosse stato costruito come la coreografia di una danza, con moltissimi dettagli della scena esattamente a tempo sulla musica: per questo scartai quasi subito l’idea di utilizzare il timer e cercai di calibrare le pulsazioni delle diverse sezioni della partitura sui dettagli che potevano richiamarle, pulsazione per pulsazione, sezione per sezione, ricostruendo l’intera sceneggiatura sulla partitura ormai solidamente memorizzata. Le prove con i fiati iniziarono ad ottobre. Il collega Gabor Meszaros li aveva gentilmente già preparati organizzando con loro una lettura preliminare così prima prova poté essere una lettura praticamente globale dell’intero brano: anco- 11 ra una volta mi sembrava importante che tutti avessimo un’idea complessiva di ciò che avrebbe dovuto succedere prima di andare a lavorare sui dettagli. Fu finalmente in quella occasione che, tirando un sospiro di sollie- vo, mi resi conto che la cosa avrebbe funzionato… Dalla prova successiva anche i percussionisti si aggiunsero e, direttamente sulle immagini, cercai di definire il carattere musicale delle diverse scene e dei differenti personaggi. Il resto è stato solo gioia: di poter conoscere il direttore della Philarmonia di Londra e studiare con lui l’ultimo giorno prima della prima esecuzione, di suonare sempre in sale colme di pubblico entusiasta, di aver avuto l’opportunità di seguire il film a Roma accompagnandolo nella bellissima e grandissima Sala Santa Cecilia … Cosa avremmo potuto desiderare di più? Anna Modesti, docente CSI 12 marzo 2007, numero 25, anno VII Desidero aderire all‘Associazione degli Amici del Conservatorio della Svizzera Italiana ___ persone singole (per anno) fr. 50.-___ coniugi fr. 70.___ persone giuridiche e soci benemeriti da fr. 500.– ___ studenti e giovani sotto i 25 anni fr. 20.– Gli AMICI del Conservatorio Mantenere e migliorare il livello di eccellenza raggiunto presuppone continui investimenti e finanziamenti e grazie al sostegno di benefattori molti obiettivi si sono potuti realizzare. L‘Associazione degli Amici del Conservatorio della Svizzera Italiana sostiene moralmente e finanziariamente le attività della Scuola di musica, della sezione Pre-professionale e della Scuola Universitaria. Conta circa 200 soci. Diventare membro degli AMICI è un piccolo gesto ma molto importante per gli studenti, i docenti e i collaboratori del Conservatorio. Chi è membro degli AMICI crede nella cultura, crede nella formazione dei giovani e vuole partecipare attivamente, e concretamente, allo sviluppo del nostro Conservatorio. Nome e Cognome Promozioni per i membri I soci sono aggiornati regolarmente sulle attività e sulla vita del Conservatorio e inoltre ricevono inviti speciali per concerti, workshop, seminari, conferenze... I soci possono partecipare gratuitamente o con riduzioni speciali alle manifestazioni organizzate dal Conservatorio (inclusi seminari e workshop) e si avvalgono di particolari sconti sugli articoli e sulle prestazioni di negozi ticinesi che sostengono il Conservatorio (libri, musica, dischi, liuteria). Comitato Carlo Donadini, presidente Felice Dafond,vice presidente Marc Andreae Efrem Beretta Alfredo Gysi Lucienne Rosset-Zoboli Roberto Valtancoli Indirizzo NAP Domicilio Desidero ricevere per mail aggiornamenti sulle manifestazioni del Conservatorio. Prego inviare a (indirizzo Email) data, firma conservatorio della svizzera italiana scuola universitaria di musica | musikhochschule | haute école de musique www.conservatorio.ch anno accademico 2007/2008 Master of Advanced Studies in Direzione repertorio del XX secolo e contemporaneo Docente: Giorgio Bernasconi Compositori, direttori e interpreti ospiti Ensemble in residenza Termine delle iscrizioni: 15 maggio 2007 Una Scuola Universitaria di prestigio nella Svizzera italiana! Conservatorio della Svizzera italiana via Soldino 9, CH-6900 Lugano +41 (0)91 9603040 [email protected], www.conservatorio.ch Il giornale del Conservatorio, organo semestrale d’informazione del Conservatorio della Svizzera Italiana, Via Soldino 9, CH-6900 Lugano tel. +41 (0)91 960 30 40, Fax +41 (0)91 960 30 41 www.conservatorio.ch, [email protected] Responsabile: Roberto Valtancoli Tiratura: 6 000 Stampa: Tipo-Offset Aurora S.A., Via Sonvico 11, 6952 Canobbio