Programmi culturali aprile-giugno 2017 Milano, 8 aprile 2017 Manet e la Parigi moderna (Palazzo reale) La chiesa di San Satiro Piacenza, 30 aprile 2017 Guercino a Piacenza (Duomo e Palazzo Farnese) Miradolo e Pinerolo, 7 maggio Tiepolo e il Settecento vicentino (Fondazione Cosso) Gli affreschi di Sebastiano Galeotti nella chiesa della Visitazione Martigny, 21 maggio Hodler Monet Munch. Dipingere l’impossibile (Fondazione Gianadda) Bastia Mondovì e Morozzo, 11 giugno 2017 Lungo la via del sale: le chiese di San Fiorenzo a Bastia Mondovì e di Santa Maria di Castro Murato a Morozzo Tra Alto Lario e Valtellina: itinerario d’arte e di fede, 24-25 giugno 2017 Il caicco blu via Pigafetta 24/e, 10129 Torino Tel. 011/5805177 Fax 011/5804824 [email protected] Tutti i programmi sono sempre aggiornati anche sul sito dell'agenzia all'indirizzo www.ilcaiccoblu.it Buona lettura e un arrivederci a presto! “I sentieri si costruiscono viaggiando” (Franz Kafka) La quota comprende: • Viaggio in pullman granturismo • Ingressi e visite guidate alle mostre e ai musei indicati nel programma curate dallo storico dell’arte Fabrizio Fantino • Accompagnatore dell’agenzia • Assicurazione medico-bagaglio Sconto del 5% per i soci Touring Club Italiano Milano, 8 aprile 2017 Manet e la Parigi moderna (Palazzo reale) La mostra rappresenta un punto di riferimento per una riflessione sulla Parigi della seconda metà dell’800, capitale in piena trasformazione durante il secondo Impero Napoleonico. Manet dipinge la vita reale, il quotidiano, gli ambienti affollati dei caffè e dei teatri, i “déjeuneur sur l’herbe” dei parigini, ma anche le figure che vede e che conosce, le donne che lo attraggono e lo incuriosiscono. Vuole “essere del proprio tempo e dipingere ciò che vede, senza lasciarsi turbare dalla moda”. Non c’è retorica, non c’è mitologia. Eppure, la sua pittura ha salde radici nella tradizione, dipinge la sua “impressione” affondando però nella cultura passata. Manet infatti ha viaggiato, conosce la pittura spagnola di Goya e Velasquez e la pittura veneziana di Giorgione. Attraverso le opere di Manet e di artisti suoi contemporanei, come Renoir, Degas, Cézanne, tutti prestigiosi prestiti provenienti dal Musée d’Orsay di Parigi, la mostra intende mettere in risalto quanto innovativa sia stata la concezione dell’arte di Manet e quanto gli avanguardisti, contemporanei dell’artista, lo considerassero a ragione un caposcuola. La rassegna, impreziosita da prestiti provenienti dai principali musei italiani ed internazionali oltre che dalla Royal Collection, offre dunque l’opportunità di un confronto tra due soluzioni pittoriche, restituendo anche un eloquente panorama sull’Europa del tempo e sulla sua classe dirigente, che fece a gara per commissionare i dipinti ai due grandi artisti. La chiesa di San Satiro La chiesa venne costruita tra il 1476 e il 1482 su commissione del duca Galeazzo Maria Sforza e su progetto del giovane Donato Bramante. Questi, pur avendo a disposizione un'area di piccole dimensioni, ideò un edificio di respiro monumentale con un corpo longitudinale a tre navate e una cupola all’incrocio dei bracci (immancabile motivo bramantesco). Al fine di mantenere le corrette proporzioni tra i diversi elementi, il presbiterio fu "allungato" illusionisticamente con l’utilizzo di uno straordinario finto coro in stucco dipinto. Oggetto di un recentissimo restauro la chiesa si presenta oggi al visitatore con un nuovo impianto di illuminazione che ne esalta i dettagli architettonici. Programma Ore 8: ritrovo dei partecipanti e partenza per Milano Ore 11: visita guidata della chiesa di San Satiro Pranzo libero Ore 14: visita guidata della mostra Ore 17: partenza per Torino con arrivo previsto alle 19,30 Quota di partecipazione 80 € a persona (salvo conguaglio) Le iscrizioni si chiudono il 27 marzo. Piacenza, 30 aprile 2017 Guercino a Piacenza (Duomo e Palazzo Farnese) L’artista seicentesco emiliano, allievo di Annibale e Ludovico Carracci, che in città ha lasciato importanti testimonianze, viene celebrato con una serie d’iniziative di grande suggestione e di notevole rilevanza storicoartistica, che unisce in un unico percorso, tra sacro e profano, il Duomo e Palazzo Farnese. Fulcro di tutta la manifestazione è la Cattedrale, la cui cupola ospita lo straordinario ciclo di affreschi realizzato da Guercino tra il 1626 e il 1627 e che si presenta in tutta la sua bellezza con una nuova illuminazione. Eccezionalmente, per tutta la durata dell’evento, i visitatori avranno la possibilità, quasi unica e irripetibile, di ascendere all’interno della cupola per ammirare da vicino i sei scomparti affrescati con le immagini dei profeti Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, le lunette in cui si alternano episodi dell’infanzia di Gesù a otto affascinanti Sibille, e il fregio del tamburo. Contemporaneamente, la Cappella ducale di Palazzo Farnese ospita una mostra, con una selezione di venti capolavori del Guercino, in grado di restituire la lunga parabola che lo ha portato ad essere uno degli artisti del Seicento italiano più amati a livello internazionale. Programma Ore 8,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Piacenza Ore 11: visita guidata della mostra Pranzo libero Ore 15: visita guidata del Duomo (con salita alla cupola) Ore 17: partenza per Torino con arrivo previsto alle 19 Quota di partecipazione 80 € a persona (salvo conguaglio) Le iscrizioni si chiudono il 17 aprile. Miradolo e Pinerolo, 7 maggio 2017 Tiepolo e il Settecento vicentino (Fondazione Cosso) La raffinata mostra si sviluppa intorno ad una selezione di opere provenienti dalla Pinacoteca vicentina di Palazzo Chiericati, che illustrano al visitatore i grandi temi del secolo dei Lumi: dalla pittura di paesaggio alla natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d’altare, dalle opere scultoree ai disegni. La prima sala è dedicata alla Prospettiva di rovine con figure di Marco e Sebastiano Ricci e al Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre di Luca Carlevarijs, che fanno da introduzione alle tele di Zais, ed alcuni preziosi esempi di natura morta. Il percorso prosegue poi con il diretto confronto tra l'Estasi di san Francesco dipinta dal Piazzetta nel 1729 per la chiesa conventuale dell'Araceli di Vicenza, e l’Immacolata Concezione eseguita dal Tiepolo nel 1733-34, che testimonia il passaggio dai chiaroscuri giovanili tratti dal Piazzetta alla pura luce della sua maturità, manifestata in mostra anche dalla bella tela raffigurante Il Tempo svela la Verità. Oltre a Giambattista è presente in mostra anche il figlio Giandomenico, a cui si deve la Decollazione del Battista, oltre a numerosi disegni. Gli affreschi di Sebastiano Galeotti nella chiesa della Visitazione Fiorentino di nascita, il Galeotti si formò alla scuola bolognese di Giovan Gioseffo dal Sole, prima di trasferirsi a Piacenza dove eseguì diverse pale d’altare e decorazioni nei palazzi nobiliari della città; nel 1722 è a Torino per affrescare la galleria e il salotto di palazzo Guarene oltre ad alcune sale del castello di Rivoli; l’anno seguente decora il presbiterio e la sagrestia della chiesa pinerolese della Visitazione con uno stile arioso e leggiadro emulo degli esempi tiepoleschi filtrati dalla cultura bolognese. Programma Ore 9,45: ritrovo dei partecipanti e partenza per Miradolo Ore 11,30: visita guidata della mostra Pranzo libero presso Eataly di Pinerolo Ore 15,30 visita guidata della chiesa della Visitazione Ore 17: partenza per Torino con arrivo previsto alle 18 Quota di partecipazione 70 € a persona (salvo conguaglio) Le iscrizioni si chiudono il 26 aprile. Martigny, 21 maggio 2017 Hodler Monet Munch. Dipingere l’impossibile (Fondazione Gianadda) In collaborazione con il Musée Marmottan di Parigi, la Fondazione Gianadda presenta una mostra che riunisce per la prima volta tre grandi artisti attivi tra Impressionismo, Postimpressionismo e Simbolismo: Ferdinand Hodler, Claude Monet e il norvegese Edvard Munch. I loro capolavori hanno esercitato un’influenza determinante nella storia dell’arte: tutti e tre hanno affrontato con la stessa costanza, a rischio anche di risultare incompresi, alcuni problemi della pittura, in apparenza insormontabili. Il problema per Hodler, ad esempio, era come dipingere la neve, il lago, la montagna; ma anche – e lo ha fatto per tutta la vita – come raccontare l’orizzonte delle Alpi, in una ricerca continua dall’alba al crepuscolo; per Monet come suggerire i movimenti e le variazioni della luce sull’acqua o sul tronco di un albero, malgrado l’immobilità della pittura; per Munch come trattare con i colori alcuni motivi particolari (una casa rossa, i marinai nella neve, il tramonto) e su questo si è concentrato incessantemente, fino alla depressione. Programma Ore 8,45: ritrovo dei partecipanti e partenza per Martigny Pranzo libero Ore 14: visita guidata della mostra Ore 16,30: partenza per Torino con arrivo previsto alle 19 Quota di partecipazione 95 € a persona (salvo conguaglio) Le iscrizioni si chiudono l’ 8 maggio. Bastia Mondovì e Morozzo, 11 giugno 2017 Lungo la via del sale: le chiese di San Fiorenzo a Bastia Mondovì e di Santa Maria di Castro Murato a Morozzo Costruita sulla tomba del Santo agli inizi del II° millennio, la chiesetta di San Fiorenzo fu dapprima "cappella del pellegrino" lungo una delle più importanti vie del sale tra Piemonte e Liguria, poi nella seconda metà del Quattrocento il mecenate Bonifacio Della Torre promosse i lavori di ampliamento dell’edificio, facendo eseguire nel 1472 gli splendidi affreschi realizzati a più mani lungo le pareti: una vera e propria "Bibbia dei poveri" che, attraverso le storie dei Santi, della Vita e della Passione di Cristo, del Paradiso e dell'Inferno, si fa catechesi per istruire, ammaestrare e confortare non solo la gente semplice della comunità rurale di allora, ma anche l'incantato visitatore di oggi. Il santuario di Morozzo è anch’esso celebre per i preziosi affreschi eseguiti da Giovanni Mazzucco nel 1491, che ricoprono il presbiterio e parte della navata con scene dedicate alla vita della Vergine. Nei diciotto riquadri del ciclo pittorico l’artista, probabilmente di origini monregalesi, illustra con uno stile tardogotico cortese gli episodi principali della vita di Maria, soffermandosi sulla descrizione delle vesti e dei visi secondo uno stile cavalleresco derivato dagli esempi d’Oltralpe. Programma Ore 9: ritrovo dei partecipanti e partenza per Bastia Mondovì Ore 10,30: ingresso alla visita guidata di San Fiorenzo Pranzo libero a Mondovì Ore 15: ingresso alla visita guidata di Santa Maria di Castro Murato Ore 16,30: partenza per Torino con arrivo previsto alle 18 Quota di partecipazione 60 € a persona (salvo conguaglio) Le iscrizioni si chiudono il 29 maggio. Tra Alto Lario e Valtellina: itinerario d’arte e di fede, 24-25 giugno 2017 L’oratorio di san Giorgio (Mandello del Lario) Tipica costruzione romanica risalente all’Alto medioevo, ha un’unica navata e presenta un soffitto a capriate a vista e finestre monofora. Riconducibili allo stesso periodo l’abside nascosta sotto il presbiterio e le colonne scolpite a nastri e a croci greche. Rende particolarmente incantevole l’ambiente l’ampio e unitario apparato decorativo ad affresco, che copre gran parte delle pareti, l’arco trionfale e il fondo del presbiterio, riferiti a maestri monregalesi influenzati dallo stile del Foppa tra il 1475 ed il 1485. Il raro ciclo si muove entro la matrice culturale dell’Osservanza promossa da San Bernardino, e formula in modo alto ed efficace la concezione che, al momento escatologico si perviene attraverso le opere e soprattutto la carità. Sull’arco trionfale è dipinto il Cristo nel giudizio finale, affiancato dai profeti Ezechiele e Isaia, cui sottostanno in terne le nove schiere angeliche e i patriarchi, inferiormente raccolti da una parte con le sante Brigida, Maria, Agata, dall’altra con i santi Biagio, Bernardino, Michele. Sulla parete sinistra si delinea, oltre al Limbo, la risurrezione dei buoni che salgono in gerarchie entro un castello, accolti dai santi Pietro e Paolo e dalla Vergine che si protende verso i riquadri, deliziosamente trattati, delle Opere di Misericordia. Sull’opposta parete sono incatenati i vizi al giudizio di Minosse; i dannati, intorno all’enorme re dell’lnferno, subiscono le pene del contrappasso dantesco; sulle spine di un singolare albero dai morti rami infruttiferi sono infilzati i corpi nudi dei viziosi di ogni ordine sociale, dai pescatori ai duchi. L’abbazia di San Nicolò (Piona) Posto al vertice della penisola di Piona, il complesso abbaziale dell’XI secolo dedicato a san Nicolò, protettore dei naviganti, sorge ai piedi dei monti Legnone e Legnoncino sulla collina di Olgiasca. Un luogo abitato sin dall’antichità, come sembra confermare il ritrovamento, nell’attuale chiesa monastica, di un’urna sepolcrale dedicata a “Festina”, probabilmente risalente al III-IV secolo. Del 616 è invece l’edificazione, per volere di Agrippino, vescovo di Como, di un piccolo sacello dedicato a santa Giustina, la cui abside è ancora conservata. Leggermente arretrata rispetto al lato occidentale del monastero, la chiesa è costruita secondo lo schema tradizionale dell’architettura benedettina medievale: rivolta a Oriente, presenta una forma rettangolare, con i muri esterni in pietra locale e una facciata sobria ed essenziale. All’interno, una navata unica con lunghe pareti in pietra scura e soffitto in legno si conclude in un’abside semicircolare, dove al centro del catino è possibile ammirare un Cristo Pancreatore. Di particolare pregio anche il famoso ciclo dei mesi affrescato sulla parete sinistra con la rappresentazione delle più note attività contadine. Costruito nel XIII secolo da Bonaccorso di Gravedona, il chiostro è uno splendido esempio di architettura romanico-lombarda con forma quadrangolare irregolare, evocazione simbolica dei quattro elementi dell’universo come dei punti cardinali. Palazzo Vertemate Franchi (Chiavenna) Il palazzo, una delle più prestigiose dimore rinascimentali della Valtellina, fu costruito verso la metà del Cinquecento a spese dei fratelli Guglielmo e Luigi Vertemate Franchi; alla severa architettura esterna, probabilmente dovuta a mastri ticinesi, corrispondono all’interno due ampi saloni e varie salette, tutte affrescate con scene mitologiche, con soffitti e pareti riccamente intagliati e intarsiati. Nel rivestimento ligneo della prima sala a destra del piano rialzato, detta di Giunone o delle Udienze, è intarsiata la data 1577. Gli affreschi mitologici sono tradizionalmente attribuiti ai cremonesi fratelli Campi; tra le stanze più decorate vanno citate al piano rialzato quelle di Perseo e della Musica, al piano superiore i tre locali con soffitti lignei (uno ha un rivestimento in legno del 1797) e all’ultimo piano altri tre vani, di cui verso la facciata quello delle Arti e quello detto delle Cariatidi. Adiacente al salone dello Zodiaco, con maestoso soffitto riccamente intagliato in legno, sono la stanza del Vescovo e quella degli Amici, ribattezzata degli Amori da Carducci, che la visitò nel 1888. Il palazzo fu descritto per primi da due ambasciatori zurighesi, diretti a Venezia, nel maggio del 1608 e dallo storico Giovanni Guler von Weineck nel 1616 ed era considerato il più ricco quando ancora esisteva il centro storico di Piuro, dove i Vertemate e altre famiglie avevano importanti dimore. Il complesso è preceduto in facciata da un grande vigneto e da un orto; a nord sono il frutteto e il giardino all’italiana con chiesetta dell’Incoronata a lato, consacrata nel 1690. Alle spalle si estende il castagneto, mentre verso sud sono gli edifici di servizio, come il torchio e la ghiacciaia. Le chiese di santa Maria del Tiglio e di santa Maria delle Grazie (Gravedona) La chiesa di santa Maria del Tiglio, eretta come battistero della pieve, è posta in un'area esterna al centro abitato di Gravedona, nei pressi della riva del lago, a fianco della parrocchiale di san Vincenzo. In questo luogo sorgeva probabilmente già in tempi antichi un'area sacra, come sembra testimoniare la presenza di un'ara romana murata nell'interno della chiesa e di una testa scolpita inserita in facciata che potrebbe provenire da una stele funeraria. L'edificio presenta una pianta centrale rettangolare sulla quale si innestano le due absidi laterali, le tre absidi della zona terminale e un vestibolo di ingresso. La facciata è decisamente singolare, in quanto presenta in posizione centrale, esattamente sopra l'ingresso, il campanile, impostato su una pianta quadrata nel primo tratto e su una pianta ottagonale nella porzione superiore fino alla cella campanaria, a testimonianza delle diverse fasi costruttive di questo manufatto, confermate anche dalle differenze nei paramenti murari e dai documenti d'archivio che consentono di individuare vari interventi eseguiti fra il XIV e il XVI secolo. Caratteristica peculiare dell'edificio sono le murature in pietra, accuratamente apparecchiate, realizzate con fasce orizzontali in marmo di Musso alternate ai corsi realizzati con blocchi in pietra grigia. Sia il campanile che le pareti della chiesa presentano inoltre decorazioni con archetti pensili impostate su lesene angolari ed in facciata si possono osservare anche elementi scolpiti di reimpiego provenienti dall'antico battistero. All’interno le murature in pietra a vista conservano porzioni di affreschi risalenti a diverse fasi decorative, come il Giudizio Universale del XIV secolo, in controfacciata. La chiesa di santa Maria delle Grazie fu edificata nel 1467 sul luogo dell'oratorio paleocristiano di san Salvatore (in uso dal VI al XV secolo): ad aula unica, con archi trasversali a suggerire la scansione dello spazio, ha pareti divise in comparti e disegnate da nicchie a sesto acuto, che delimitano le cappelle. All'esterno fanno sfoggio di sé i due portali rinascimentali marmorei scolpiti, uno dei quali nel fianco destro. La ricchezza della chiesa è tutta nel vasto ciclo di affreschi che la ricopre quasi per intero, saggio di straordinario interesse degli orientamenti dell'arte tra Milano e Como attorno al secondo decennio del Cinquecento. Degli artisti che parteciparono all'impresa non conosciamo, purtroppo, i nomi, mai citati nei pochi documenti finora noti sulla chiesa: e il ciclo di Gravedona per molto tempo non ha avuto grande fortuna nella letteratura artistica, che si è limitata, per lo più, a fare un solo nome per tutti gli affreschi, quello di Sigismondo de Magistris. Solo di recente il ciclo è stato analizzato nel dettaglio e sono state avanzate proposte diverse per l'identificazione delle mani a cui spettano le singole parti. La maggior parte della campagna decorativa fu realizzata tra il 1509 e i primi anni del decennio successivo: conosciamo le date, e l'esatta identità dei committenti, grazie alle scritte che compaiono, qua e là, sugli affreschi, probabilmente eseguiti dal pittore milanese Alvise de Donati e dalla sua prolifica bottega. Programma Sabato 24 giugno Ore 8,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Lecco Ore 11,30: visita guidata dell’oratorio di San Giorgio a Mandello del Lario Pranzo libero Ore 16: visita guidata dell’Abbazia di san Nicolò a Piona; al termine proseguimento del viaggio per Sondrio e all’arrivo sistemazione nelle camere riservate dell’hotel Posta (4 stelle) Ore 20: cena presso il ristorante dell’hotel. Domenica 25 giugno Ore 9: partenza per Chiavenna Ore 10,30: visita guidata di Palazzo Vertemate; al termine della visita proseguimento per Gravedona Pranzo libero Ore 15,30: visita guidata delle chiese di Santa Maria del Tiglio e di Santa Maria delle Grazie Ore 18: partenza per Torino con arrivo previsto per le 22 Quota di partecipazione Base 20 paganti: 260 € a persona Base 25 paganti: 230 € a persona Supplemento singola: 70 € 5% di sconto per i soci del Touring Club Italiano Le iscrizioni si chiudono l’ 8 maggio. La quota comprende: • Viaggio in pullman granturismo • Sistemazione presso l’hotel Posta di Sondrio (4 stelle) • Ingressi e visite guidate ai siti indicati nel programma curate dallo storico dell’arte Fabrizio Fantino • Pasti come da programma • Accompagnatore dell’agenzia • Assicurazione medico-bagaglio La quota non comprende: • Facchinaggio dei bagagli, mance e bevande • Ingressi ed extra personali • Assicurazione annullamento