CAMPUS INTERNAZIONALE DI MUSICA Fondazione FONDAZIONE ROFFREDO CAETANI FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 CAMPUS INTERNAZIONALE DI MUSICA Fondazione FONDAZIONE ROFFREDO CAETANI Garriti acrilico su cartone del 2003 opera donata dal pittore Fernando Falconi al Campus in occasione del Cinquantenario del Festival Pontino di Musica. EDIZIONE DAL FESTIVAL DI MUSICA DA CAMERA NASCE IL FESTIVAL PONTINO N ell’aprile del 1972, era ancora in corso la seconda Stagione dei concerti che sarebbe terminata a giugno con il recital di Peter-Lukas Graf, flautista segnalatoci da Eke Mendez dalla Svizzera, circolò una voce: «Il Festival di Musica da Camera diretto da Alberto Lysy sin dal 1963 quest’anno non si ripeterà. Il rapporto dell’Amministrazione Provinciale con il Festival deve intendersi concluso!». Sembrava un volgare pettegolezzo, una di quelle dicerie che spesso accompagnano gli eventi. Ci si chiedeva: come si può rinunciare ad una manifestazione così prestigiosa che dà lustro all’Amministrazione Provinciale dal 1963? Che perpetua l’opera e la memoria di Roffredo Caetani musicista, ultimo signore di quel nobile casato che per quasi settecento anni è stato protagonista nella storia del comprensorio Pontino? Quale potrà essere mai la ragione di tale gran rifiuto? Come si può spegnere una sorgente di cultura musicale che i Caetani avevano offerto alle comunità locali? Per volere di chi? Forse del nuovo presidente dell’Ente finanziatore, Igino Salvezza, che, a differenza del precedente, forse non ama la musica? Al contrario! È professore di filosofia e uomo di ampia cultura e, di più, interessato all’arte della musica che ha anche studiato. Quindi certamente no! Forse il Consiglio dell’Ente gli è stato contrario e lo ha condizionato? Neanche, perché la sua autorità, specie in campo culturale, è indiscussa. Forse aveva in animo di riproporre il festival secondo un diverso modello? Ma quale? Cosa si sarebbe potuto fare di meglio? Tanti interrogativi senza risposta. Rimase un mistero per tutti. I fondatori, gli amici esterni e il direttore artistico del Campus non si dettero per vinti e provarono le vie più diverse, da quelle diplomatiche a quelle di corridoio per scongiurarne la fine. I primi insistettero con gli amministratori sulle opportunità di conservare in vita la manifestazione che - senza dubbio - aveva procurato prestigio al loro Ente; i secondi, estranei ma autorevoli estimatori e sostenitori del Campus (in particolare, Piergiacomo Sottoriva, all’epoca direttore dell’Ente Provinciale Per il Turismo di Latina, n. d. a.) rilevarono come questa Associazione fosse una naturale filiazione del Festival, come avesse ben operato in due anni di attività a Latina e che essa, se necessario, avrebbe potuto ben gestire il Festival stesso. Il direttore artistico, intanto, ipotizzando la possibilità di esiti favorevoli a tale orientamento, scrutò l’orizzonte musicale per individuare quale illustre musicista, seppure invitato all’ultimo momento, potesse essere disponibile a dare il proprio contributo partecipativo all’eventuale ripresa. Ci fu un fervore di iniziative e tanto entusiasmo come all’alba di una giornata di sole da tempo desiderata. Malgrado il bilancio, già approvato, (si era alla fine di giugno) non prevedesse la somma necessaria, e pur essendo arrivati ormai alla vigilia dell’inizio tradizionale del Festival, l’Ente decise di realizzare la decima edizione 1972 affidandone, però, la programmazione e la cura proprio al Campus Internazionale di Musica. E l’Associazione, tramite Eke Mendez, ebbe la fortuna di farlo dirigere da uno dei più grandi musicisti allora viventi: il violinista Sandor Vegh, famoso e ammirato nei cinque continenti. Peraltro avendo partecipato ad alcuni dei concerti degli anni precedenti costituiva EDIZIONE quell’organica continuità desiderata dal Campus. Così scrisse il Messaggero del 23 giugno 1972: «[...] il decimo Festival si svolgerà regolarmente, dunque: più ridotto sotto l’aspetto quantitativo ma di qualità assai notevole. La Provincia si affida al Campus Internazionale (due anni di attività esemplare) per portare alcuni dei migliori nomi della concertistica da camera in alcune località tra le più suggestive». E così fu presentato dai Presidenti dell’Amministrazione Provinciale e dell’Ente Provinciale per il Turismo di Latina: «[...] La sua base logistica sarà riportata, come era logico e doveroso che fosse, nel suo Castello natio, a Sermoneta. Vi ritornerà dunque dopo otto anni di esilio, non proprio doloroso, ma forzato, nel piccolo Castello di San Martino e nel meraviglioso esteso bosco naturale di querce e lecci nel comune di Priverno. Ne gioiranno Donna Lelia Caetani e suo marito Hubert Howard che vedranno finalmente tornare a casa la loro ultima creatura [...]» Lo splendore dei suoni del violino di Vegh nei concerti tenuti nel seminario di Sezze con le Partite di Bach, nell’Abbazia di Fossanova, accompagnato da Eke Mendez, con le musiche di Beethoven, Schubert e Debussy, nel Castello Caetani di Sermoneta in trio con Wolfgang Melhorn ed Eke Mendez sono rimasti indelebili nella memoria. Purtroppo, dopo tanto splendore tornò il silenzio negli anni ‘73 e ‘74. L’Amministrazione Provinciale, unico Ente finanziatore del Festival, non fu, ancora una volta, disposta a sostenerlo. Tratto da Riccardo Cerocchi, Il vassallo della Musica, Lucca, LIM, 2003 pagg.17-19 EDIZIONE IL FESTIVAL PONTINO 2014 I l ricordo di Riccardo Cerocchi, oggi Presidente Onorario della Fondazione Campus Internazionale di Musica, riporta piacevolmente la memoria alle origini del Festival Pontino. Il presente, purtroppo, ci propone un quadro meno piacevole, poiché questa edizione del Festival si svolge nel perdurare di una crisi che non è solo finanziaria ma attraversa l’animo di molti alla ricerca di barlumi di speranza cui aggrapparsi, in cui continuare a credere, che vede una società fiaccata e amareggiata, ma anche più unita e coesa, nell’affrontare una modernità inquieta e difficile. E quindi per noi non si tratta oggi di celebrare e festeggiare il 50° del Festival Pontino di Musica come evento in sé, semmai di guardare a questa ricorrenza per riflettere, tornare indietro nei ricordi, per accarezzarne i piacevoli momenti e ritornare al presente rinvigoriti per progettare, in modo condiviso, il nostro futuro. Nella ricorrenza del Cinquantesimo, dunque, il Festival non può non soffermarsi sulla propria storia, su origini e contesto culturale e territoriale nel quale è cresciuto nel tempo in importanza e prestigio, guardando ai propri mentori, agli straordinari musicisti che lo hanno accompagnato, ricordando la propria vocazione internazionale, la sintonia con i linguaggi contemporanei, l’attenzione ai giovani che si affacciano alla musica con sempre più urgenza di una formazione di qualità e di serie opportunità. Avendo cura, infine, di rinnovare nella continuità i valori che ne hanno definito l’identità culturale e che ne rappresentano tutt’oggi la missione istituzionale. L’impianto su cui si articola il Festival Pontino 2014 conferma le linee culturali storiche: concerti, incontri di studio, workshop e, naturalmente, corsi di perfezionamento musicale, uniti a nuove iniziative sperimentali. Per i contenuti specifici rimando più in dettaglio alle pagine che seguono. Con l’intento di favorire l’ingresso dei giovani nel circuito concertistico e nel mercato del lavoro artistico, i Corsi di perfezionamento e formazione avranno luogo, come tradizione, nel magico scenario sermonetano del Castello Caetani di proprietà della Fondazione Roffredo Caetani onlus, cui va un nostro particolare ringraziamento, mentre gli straordinari eventi saranno proposti in suggestive località del nostro territorio per diffondere, anche in quest’edizione, il repertorio musicale europeo, più o meno noto, sia classico - avvalendosi di interpreti e orchestre di prestigio - che contemporaneo - con la collaborazione dell’Ensemble Alternance di Parigi che presenterà molte esecuzioni in prima mondiale di giovani compositori. Mi fa piacere riportare l’omaggio a Goffredo Petrassi nei 110 anni dalla nascita con la mostra di manoscritti e foto del Maestro, il progetto del catalogo dell’epistolario petrassiano in collaborazione con l’IBIMUS di Roma, l’esecuzione - da parte dell’Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio “G. Verdi” di Milano - di musiche di Petrassi e di alcuni suoi allievi più famosi, unitamente a quelle di Luis de Pablo: questi rappresentano intensi momenti, ben oltre dall’essere unicamente celebrativi, per la Contemporanea. Nell’ambito della valorizzazione storico-culturale del territorio due concerti saranno dedicati all’esecuzione delle musiche di Roffredo Caetani, una delle figure più colte e interessanti del Casato, che tanto ha influito sulla vita della comunità di Sermoneta, ma soprattutto nell’ambiente romano. Il nostro fare, che - seppur complesso e oggi reso più complicato - trova nella passione e nella unità di intenti la sua forza propulsiva e negli ideali la voglia creativa, vede così continuare e rinnovarsi un impegno a valenza culturale che, nell’universalità comunicativa della musica, capace di dare momenti di intensa, autentica emozione, vuole essere anche un messaggio d’amore e di speranza. Grazie a tutti coloro, che a diverso titolo, consentono a questa bella storia di scrivere nuove pagine. Il Presidente Luigi Ferdinando Giannini EDIZIONE CINQUANTANNI di CAMPUS I l 2014 è un anno storico, per una Istituzione come quella del Campus Internazionale di Musica, che festeggia 50 anni di intensa attività musicale (il suo Festival Pontino di Musica da camera reca, appunto, quel prestigioso numero sequenziale) e, quindi, di una semina culturale proficua, tale da connotare dal punto di vista musicale l’Area Pontina. La Fondazione Roffredo Caetani, nata dalla generosità dell’ultima erede principessa Lelia Caetani, condivide con il Campus Internazionale di Musica la gioia di questo anniversario, al quale ha, tutto sommato, contribuito affiancando il Campus da un punto di vista teleologico e logistico, sostenendone le attività sia nei momenti felici, sia in quelli che in un cinquantennio possono dichiararsi meno felici, ancorché superati. Il Castello Caetani di Sermoneta è da oltre 40 anni la casa estiva del Campus, per il quale ha anche compiuto il felice sforzo di migliorare le iniziali strutture elementari per l’ospitalità, che una costruzione poderosa e nata per la guerra poteva offrire. Siamo felici di questo anniversario, che consideriamo anche il nostro. Pier Giacomo Sottoriva Presidente della Fondazione Roffredo Caetani Onlus EDIZIONE Una grande famiglia musicale I l Festival Pontino celebra nel 2014 la sua 50a edizione. Mezzo secolo di attività è un traguardo di grande importanza, a cui solo pochissimi festival musicali italiani hanno saputo giungere. Come musicista nato a Latina e cresciuto in seno al Festival Pontino, non posso che gioire di questo anniversario e essere orgoglioso di far parte della grande famiglia del Festival Pontino. Se sono diventato un musicista è anche grazie ai Corsi di Sermoneta, fondamentali per la mia formazione, e all’attenzione e alla lungimiranza del fondatore del Campus, l’Architetto Riccardo Cerocchi, che sin dal 1997 ha voluto coinvolgermi per vari incarichi di collaborazione e consulenze. Avendo la fortuna di conoscere, per motivi professionali, molti festival musicali in varie nazioni, posso confermare che il Festival Pontino conserva qualcosa di unico, che ha origine nell’idea dell’Architetto Cerocchi e dei fondatori di creare una sorta di grande “famiglia musicale”, con il comune, gioioso intento della condivisione della grande musica, libera da quelli approcci “business oriented”, che oggi, in altri luoghi, rischiano di minare la qualità dell’offerta musicale, privilegiando esigenze di immagine e di mercato. Mi auguro, quindi, che il glorioso passato possa servire come modello e solido fondamento per la futura evoluzione del Festival, ora gestito dalla Fondazione Campus con un nuovo Presidente e un Comitato Esecutivo, a cui auguro di poter lavorare con la necessaria serenità e fiducia nel futuro. Sono certo nella attenzione che i media e il pubblico sapranno dedicare a progetti di qualità, coraggiosi e guidati da coerenza e consapevolezza culturale. Sono stato onorato, in alcune precedenti edizioni del Festival, di dare il mio piccolo contributo come consulente artistico. Per l’edizione di quest’anno, sono lieto che il Comitato Esecutivo abbia inserito nel programma i due concerti, da me suggeriti, dell’Amsterdam Consort diretto da Jan Willem de Vriend. Si tratta di una compagine di altissimo livello, nata in seno al celebre Combattimento Ensemble di Amsterdam, tra i più autorevoli gruppi di musica barocca dell’attuale panorama concertistico. I due programmi dell’Amsterdam Consort sono entrambi di particolare interesse per la rarità del repertorio. Nel concerto del 27 luglio a Fossanova, l’Amsterdam Consort presenterà un programma barocco alternando noti capolavori, come la Suite n. 1 di Bach e due Concerti di Albinoni, a musiche barocche di rarissimo ascolto di Biber, van Wassenaer e Schmelzer. Il 26 luglio al Castello di Sermoneta assisteremo alla prima esecuzione italiana in tempi moderni di “Pimpinone”, un’opera composta nel 1725 dal compositore tedesco George Telemann, recentemente riscoperta dallo stesso Jan Willem de Vriend. Si tratta di un intermezzo giocoso basato sulla tradizione della Commedia dell’Arte, qui presentato con azione scenica e costumi con la regia affidata ad Eva Buchmann. L’azione è ambientata in una antica cucina italiana, e sono certo che il fascino del Castello Caetani si sposerà appieno con la raffinata freschezza della musica di Telemann. Roberto Prosseda EDIZIONE INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Mercoledì 2 Luglio Sermoneta Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano Giovedì 3 Luglio Sermoneta Ensemble Alternance Venerdì 4 Luglio Sermoneta Ensemble Alternance CONCERTI DEL CICLO TRADIZIONALE Sabato 5 Luglio Sermoneta Alessanda Ammara Domenica 6 Luglio Fossanova Michelle Bellavance, Francesca Carta Venerdì 11 Luglio Sermoneta Schubert Ensemble Doemnica 13 Luglio Fossanova Elisso Virsaladze Lunedì 14 Luglio Sermoneta Relja Lukic, Daniela Fiorentino, M. Grazia Bellocchio Mercoledì 16 Luglio Abbazia di Valvisciolo Orchesta Sinfonica di Roma Giovedì 17 Luglio Cori Ensemble Vocale e Strumentale del Dipartimento di Musca Antica del Conservatorio O. Respighi di Latina Venerdì 18 Luglio Sermoneta Mariana Sirbu, Diego Massimini, Aoife Nì Bhriain, Lucia Zazzaro, Rocco Filippini, M. Paolo Monopoli, Franco Petracchi, Mirela Vedeva, Roberto Paruzzo Sabato 19 Luglio Sermoneta Enrico Pieranunzi Domenica 20 Luglio Fossanova Mariana Sirbu, Bruno Giuranna, Clara Dutto, Andrei Banciu Mercoledì 23 Luglio Fondi Pablo Rossi Giovedì 24 Luglio Fondi Alexander Ullman Venerdì 25 Luglio Fondi Evelyne Berezovsky Sabato 26 Luglio Sermoneta The Amsterdam Consort Domenica 27 Luglio Fossanova The Amsterdam Consort Lunedì 28 Luglio Sermoneta Luca Iozzi - Rebecca Raimondi, Alessandro Viale Sabato 2 Agosto Sermoneta ArDuo Domenica 3 Agosto Fossanova Trio Magritte INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA partecipano Rosetta Acerbi Petrassi Alfonso Alberti Chris Axworthy Gabriele Bonomo Mauro Bonifacio Giovanni D’Alò Caterina Di Cecca Frédéric Durieux Alireza Farhang Federico Gardella Matteo Giuliani Jean-Luc Menet Vittorio Montalti Federica Nardacci Ricardo Nillni Emanuele Palumbo Emanuela Piemonti Amparo Piñol Galicia Paolo Rotili Giancarlo Rostirolla Marco Seco Alessandro Solbiati Flora Anna Spreafico 12 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA P artiamo da un ricordo emozionante. Era il 1996, insegnavo da poco al Conservatorio di Milano e ci eravamo inventati un’attività chiamata “Incontri musicali”, a ricordo di un’importante serie della fine degli anni ‘50 ideata da Luciano Berio sempre al Conservatorio Giuseppe Verdi. In questi Incontri, quelli del 1996, un musicista di fama, in genere ospite per una masterclass, era invitato a incontrare il pubblico interno o esterno, suonando, dialogando, facendo ascoltare qualcosa, a sua scelta. Si voleva fare qualcosa del genere con Goffredo Petrassi, ma l’età era un po’ avanzata per invitarlo da noi per una masterclass. Allora Guido Salvetti, all’epoca docente di Storia della Musica e subito dopo Direttore per otto anni, andò a casa di Petrassi e con la collaborazione della televisione Classica Sky realizzò una splendida intervista video, che venne poi proiettata come “Incontro musicale”. Ma sotto a quello schermo subito dopo una bambina di 12 anni suonò Oh, les beaux jours!, di Goffredo Petrassi: ben 84 anni di età separavano la giovane pianista dal compositore intervistato, quasi un secolo, eppure entrambi erano “pieni di presente” ed anche di futuro, in ciò che dicevano o suonavano. Il fatto che il 50° Festival Pontino si inauguri con un concerto dei giovani del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio “G.Verdi” di Milano in qualche modo riproduce quella situazione, ed è il miglior omaggio possibile ai 110 anni della nascita del Maestro, un Maestro che era tale, al di là che per la straordinaria musica composta in 60 anni, per l’attenzione continua, curiosa, incessante al presente e al futuro della cultura, dell’arte e della musica. Questo Laboratorio è di fatto un ensemble che il M°Mauro Bonifacio, docente del Conservatorio, coltiva con passione e pazienza anno dopo anno introducendo i giovani musicisti alle tecniche della musica recente, alle sue difficoltà vecchie e nuove. Si è voluto incorniciare il programma con due dei brani cameristici più importanti di Petrassi, la Serenata del 1958 e il Grand Septuor del 1977/78. Vent’anni cruciali, quelli che separano i due brani. Il primo porta le tracce del tentativo petrassiano di seguire i percorsi delle Avanguardie cui aderivano peraltro molti dei suoi allievi più noti. L’organico è assai 13 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA improbabile, come peraltro spesso accade nella musica da camera del Nostro, cioè flauto, viola, contrabbasso, cembalo e percussioni, direi una sorta di Marteau sans Maître italiano difficilmente rapportabile ad organici di tradizione. E così è anche per la struttura formale, in cui ogni strumento si avvale di una vera cadenza e/o di momenti concertanti e solistici, collegati da episodi più collettivi: continuità e discontinuità, riferimenti al puntillismo e a un incedere quasi da recitativo si susseguono, mescolando il nuovo all’antico (compreso un breve episodio del cembalo quasi in La maggiore). All’estremo opposto del programma il Grand Septuor avec clarinette concertante. I vent’anni passati permettono una visione meno radicale e più concentrata sui possibili nuovi rapporti con la tradizione. Innanzitutto il solista è uno solo, il titolo stesso allude al suo virtuosismo, il “contorno strumentale” è più coerente: due ottoni (tromba e trombone), due archi più “normali” (violino e violoncello), due strumenti più timbrici (chitarra e percussione). La frammentazione degli anni ‘50 ha lasciato spazio ad una figuralità più ampia e continua. La dedica stessa a Franco Donatoni, successore di Petrassi all’Accademia di Santa Cecilia la cui musica era proprio in quegli anni incline a un ritorno di fiducia nella plasticità della figura musicale (si pensi a Spiri per dieci strumenti, proprio del 1978) sembra condividerne le nuove fasi compositive. sopra: manoscritti di Petrassi: Grand Septuor e Oh le beaux jours! 14 Al centro del concerto un omaggio al successivo Presidente onorario del Campus, Luis de Pablo, il grande compositore spagnolo formidabile punto di riferimento odierno dal punto di vista culturale e intellettuale oltre che musicale e compositivo: il suo Dibujos per 4 strumenti (1979) è quasi coetaneo del Septuor e il titolo stesso (Disegni) sembra alludere alla figura musicale, così come il riferimento contenuto allo Scherzo dell’op.106 dice di un rinnovato dialogo con la tradizione. Basterebbe peraltro il fulminante inizio veloce e ornamentale che piomba su un accordo fortissimo ad indicare una nuova fiducia nella chiarezza e nell’evidenza dell’evento sonoro. Sempre al centro del programma i brani di due dei più noti allievi di Petrassi, a sottolineare l’intensità della sua attività didattica, che lo fece punto di riferimento imprescindibile per alcuni decenni, in Italia e all’estero: Ennio Morricone e Peter Maxwell Davies, di cui si festeggiano quest’anno gli 80 anni. INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA nella foto: Petrassi al Festival Pontino, Sermoneta (1984) Vivo (2001) per trio d’archi, di Ennio Morricone, è un brano brillante, vivace, spesso isoritmico, laddove invece i Two nocturnes di Maxwell Davies portano le tracce psicologiche di un periodo per lui fisicamente assai difficile e nella data di composizione (2010) gli echi di un omaggio a Chopin, il grande festeggiato del 2010, oltre che a Bach. Tali echi e tali tracce chiudono un arco di pensiero che parte da Serenata, passa attraverso i brani degli anni ‘70 per approdare ad un XXI secolo per certi versi molto meno “carico” idealmente o ideologicamente dei decenni precedenti e più proteso alla ricerca di una nuova piacevolezza. Ma si tratta ovviamente solo di uno dei percorsi possibili, perché molta della musica che ascolteremo in questi giorni in occasione delle celebrazioni petrassiane ci dirà invece di ben altre vie, del tutto differenti, intraprese dai giovani compositori. Alessandro Solbiati 15 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA LA GIOVANE MUSICA EUROPEA nelle foto: momenti degli Incontri di Musica contemporanea del Festival Pontino Quando, nel lontano 1980, fui invitato per la prima volta al Festival Pontino e ai suoi Colloqui attorno alla musica contemporanea, mi colpì profondamente una cosa: non avevo compiuto ventiquattro anni, ero in fondo ancora uno studente di composizione, ma mi si dava la parola e mi si ascoltava come “compositore”, e ad ascoltarmi erano gli Dei irraggiungibili: Goffredo Petrassi, Mario Bortolotto, Mario Messinis Aldo Clementi e così via. Poi, a poco a poco - e non certo solo al Festival Pontino, ma in tutto il mondo artistico italiano e europeo - è successo un fenomeno un po’ curioso: quei giovani compositori nati negli anni ‘50 sono rimasti nella considerazione del mondo musicale dei “giovani compositori” per decenni, anche dopo la comparsa dei primi capelli bianchi. Una certa responsabilità è da attribuire in parte alla pigrizia di musicologi, critici e direttori artistici a ricercare il nuovo. D’altra parte, una complicità più significativa va attribuita ad una caratteristica secolare della musica: quella di procedere per generazioni distanti tra loro, normalmente di almeno 25-30 anni. Gli esempi sono ben noti e, senza andare indietro fino alla prima generazione romantica - dei nati tra il 1809 e il 1813 - si può ricordare il blocco dei grandi compositori che hanno poi costituito il ‘900 storico: Schoenberg, Berg, Webern, Stravinskij, Bartók, Ravel, tutti nati nell’arco di 11 anni, tra il 1874 e il 1885. Gruppo intermedio, questo, che ha creato un ponte tra due differenti avanguardie: Messiaen, Petrassi, Dallapiccola, nati nell’arco di quattro anni (1904-1908), lo straordinario gruppo che ha costituito l’Avanguardia del secondo dopoguerra, tutto nato tra il 1920 e il 1932 (Maderna, Xenakis, Ligeti, Nono, Berio, Boulez, Clementi, Kurtag, Donatoni, Stockhausen, Pousseur, Kagel, Manzoni, Castiglioni...). I compositori nati grosso modo negli anni ‘50 hanno certamente costituito una generazione ben definita, dal punto di vista estetico e stilistico. Citando solo alcuni nomi (non me ne vogliano gli esclusi): Fedele, Francesconi, Stroppa, Battistelli, Jarrell, Furrer, Dusapin, Guerrero, Durieux, Hurel, Hosokawa, Saariaho, Lindberg, Benjamin, fino ai poco più giovani Romitelli e Gervasoni. Poi vi è stata la consueta rarefazione e ciò ha permesso di continuare 17 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA a definire giovani i suddetti compositori che via via andavano verso la cinquantina, anche superandola. Ma a questo punto del procedere degli anni, è assai evidente a chi frequenti la musica d’oggi a livello internazionale o a chi svolga molta attività didattica, che vi è davvero una nuova generazione con caratteri assai definiti, quella dei giovani nati approssimativamente tra il 1976 e il 1988. Ne faccio qui una sorta di carta d’identità: provenienza assolutamente planetaria (la vecchia Europa tutta come il centro-sud America, l’estremo Oriente come anche l’Oceania), una notevole tendenza a lasciare il paese d’origine, a viaggiare, a risiedere e formarsi in molti luoghi, in particolare in città quali Parigi e Berlino, una competenza in informatica musicale cresciuta non separatamente da quella specificamente compositiva, e viceversa, per i non italiani, un calo di competenza nelle tecniche storiche (armonia e contrappunto), una certa spregiudicatezza nella frequentazione di differenti generi ed anche nell’accostamento ed utilizzo dei materiali musicali, una particolare attenzione, in modi assai differenti, alla componente timbrica del suono, nel senso che spesso la nozione di “suono” ha sostituito quella di “altezza”, cioè di nome della nota. Trovo dunque particolarmente significativo che proprio allo scoccare del 50° Festival, si proponga un argomento come “La giovane musica europea”, che ad eseguirla sia un Ensemble parigino, l’Ensemble Alternance, proveniente quindi da una città da sempre al centro del ribollire delle nuove tendenze, e che della decina e più di compositori eseguiti almeno sette siano nati tra la fine degli anni ‘70 e i pieni anni ‘80. E trovo ancor più significativo che nei colloqui si ritorni a quella formula che tanto mi affascinò all’inizio degli anni ‘80, cioè che si dia la parola innanzitutto ai giovani compositori, che essi possano affermare e discutere le proprie istanze in modo che tutti, giovani e meno giovani, compositori, critici e musicologi, possano essere più consapevoli ed informati di ciò che bolle in pentola nella giovane musica europea. Alessandro Solbiati 18 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Non siamo noi che scegliamo la musica che scriviamo ma in un certo senso è la musica a scegliere noi. Direi che un compositore, almeno secondo la mia esperienza, lavora in uno stato di necessità, è in qualche modo costretto a scrivere ciò che scrive. Goffredo Petrassi 19 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Un omaggio, prima di tutto, a Goffredo Petrassi (19042003) nella ricorrenza dei 110 anni dalla nascita. Sulla falsariga di alcune principali caratteristiche del Grand Septuor e della Serenata - in particolare leggerezza, gioco, cantabilità, rapporto fra tradizione e invenzione - si sviluppa l’intero programma. A partire dagli anni ’50 Petrassi si dedica a un’esplorazione di vari organici strumentali, in formazioni spesso inconsuete. Notiamo alcuni tratti ricorrenti: la ricerca di una dialettica tra contrasto e fusione del suono; un certo grado di libertà compositiva, che si traduce nell’allusione a più sistemi di riferimento (scalari, armonici), senza mai essere a titolo esclusivo dentro a nessuno; una logica discorsiva orientata per libere associazioni, senza rigidezza; un tempo musicale che procede per strappi, rinunciando spesso a una prevedibile linearità, ove gli stati contemplativi o i silenzi interrompono il fluire per privilegiare una dimensione quasi improvvisativa, affidata in primo luogo agli spunti dei solisti. Sono, questi, caratteri che potremmo per alcuni versi riscontrare anche in Dibujos di Luis de Pablo, abbinati però a una temperatura emozionale certamente più ferrigna, dal peso specifico più denso, spesso sul punto di esplodere. Questo brano del 1979 si basa su un’estrema frammentazione della continuità discorsiva: un grande numero di differenti caratteri musicali si snoda infatti – ciascuno inseguendo e interrompendo il precedente – nell’ambito di sezioni di varia lunghezza. L’ascoltatore è invitato a lasciarsi trascinare in questo “vortice delle differenze”, calato in una sorta di stretto dialogo tra i contrastanti disegni. Lo scorrimento del tempo musicale ubbidisce così a una logica non lineare, la cui irrequietezza (il suo intrinseco ritmo irregolare, sincopato, potremmo dire) è in grado di aprirsi costantemente verso utopistiche mete. Peter Maxwell Davies è autore di vari “omaggi musicali”, soprattutto nei riferimenti alla tradizione antica e popolare inglese. I Two Nocturnes, scritti nel 2010 in occasione del bicentenario chopiniano, rappresentano però un’autentica uscita dal proprio orizzonte estetico ed espressivo. Riferendosi al fatto che i brani vennero scritti durante un periodo di convalescenza, il compositore rileva: “Mai, prima, avevo scritto musica in queste condizioni 20 alterate: le dimensioni musicali mi apparivano esagerate, ogni frase o intervallo come dilatati, fuori proporzione [...] La scelta dell’organico è stata influenzata dal suono very neo-classical delle versioni da camera dei concerti mentre la componente armonica esce anche valutando l’attrazione personale di Chopin per Bach”. Come si vede, una vasta rete di associazioni incrociate stimola la nostra attenzione musicale. In Vivo, per trio d’archi, scritto da Ennio Morricone nel 2001 in ricordo di Francesco Pennisi, emerge l’idea di una estrema, continua mobilità di figure rapide e appuntite. Il percorso che si delinea a partire dall’omogeneità timbrica intrinseca all’organico, arriva a generare tensioni anche molto violente attraverso figurazioni incalzanti e contrastate, distribuite in un serrato gioco contrappuntistico. Non meno significativa e determinante, però, sia a livello formale che espressivo, risulta l’apparizione di una opposta dimensione di cantabilità, trasognata e inafferrabile. Questa dimensione, talvolta emergente all’improvviso, per brevissimi istanti in altrettanto inaspettate finestre di tempo, verrà evocata anche nel finale in filigrana, tra le parti, ove sarà destinata a perdersi in un lungo diminuendo insieme alle altre figurazioni. INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA MERCOLEDÌ 2 Luglio Sermoneta ore 17.00 Chiesa San Michele Arcangelo INAUGURAZIONE DEL 50° FESTIVAL PONTINO Indirizzi di saluto. Annullo postale celebrativo e mostra documentaria per i 110 anni della nascita di Goffredo Petrassi. ENSEMBLE DEL LABORATORIO DI MUSICA CONTEMPORANEA DEL CONSERVATORIO DI MUSICA G. VERDI DI MILANO Viola Brambilla flauto Fabio Busetto clarinetto Matteo Macchia tromba Davide Pogliani trombone Pietro Rodeghiero chitarra Maria Dolores Gaitán clavicembalo ore 20.00 Scuderie Castello Caetani Peter Maxwell Davies Two Nocturnes (2010) per violino, viola, violoncello, pianoforte - 5’ Ennio Morricone Vivo (2001) per trio d’archi - 4’ Goffredo Petrassi Serenata per cinque strumenti (1958) per flauto, clavicembalo, percussioni, viola, contrabbasso - 16’ e pianoforte Marta Soggetti percussioni Francesco Della Volta violino Amira Awajan viola Lorenzo Boninsegna viola Francesca Montini violoncello Stefano Morelli contrabbasso Daniela Fiorentino clarinetto Beatrice Venezi direttore Mauro Bonifacio coordinatore Luis de Pablo Dibujos (1979) per flauto, clarinetto, violino, violoncello - 12’ Goffredo Petrassi Grand Septuor avec clarinette concertante (1977-78) per clarinetto, tromba, trombone, chitarra, percussioni, violino, violoncello - 16’ Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it 21 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Architetture del canto e del silenzio La musica, come arte del tempo, è una metafora della vita: ci ricorda che non è possibile tornare indietro, che ogni istante è unico. Come accade nella vita, anche nella musica, però, è possibile rendere presente ciò che è già accaduto: questa possibilità è la memoria. E così la forma di una composizione riflette questa possibilità attraverso l’organizzazione delle proprie strutture, in una continua dialettica tra l’invenzione del nuovo e la predisposizione al ricordo. La prospettiva di Architetture del canto e del silenzio (per ensemble) è, però, diversa: mi sono chiesto cosa sarebbe la musica se, invece che una narrazione, la sua struttura venisse pensata in analogia con l’osservazione di uno spazio architettonico; si tratta di immaginare uno spazio sonoro in cui tutto è già presente dal principio, in cui il concetto di sviluppo dei materiali musicali viene sostituito dall’idea di una forma “sincronica”, luogo del silenzio come possibilità del canto, appunto. La struttura si articola, qui, in “stanze”, che sono luoghi della forma, ma anche spazi di risonanza in cui costruire un’idea di canto sul bordo del silenzio. Quintette Questo brano segna un cambiamento nella mia produzione degli ultimi due anni. Precedentemente in brani con Due Studi Brulicanti, per violoncello solo, o Rivière de mots, per trio, la mia musica era composta da gesti ricchi di una virtuosità strumentale che dava loro un carattere teso e esacerbato. Ho cercato un vocabolario composto da suoni più poveri, potremmo dire difettivi prendendo in prestito un termine di Gérard Pesson. La tensione, quindi, che era presente in questi brani si è trasformata in ricerca per scolpire la sonorità, con tecniche fuori della specializzazione dello strumentista, ma non per questo difficili. Ho esplorato le possibilità del clarinetto e del flauto in quanto tubi, dunque soffiando e ricercando le possibilità e le qualità di fricazione differenti dell’aria con le consonanti filtrate anche dal cambiamento di diteggiatura. Ho costruito dei plettri circondati da feltro per suonare flauto e clarinetto con un güiro. Per ottenere un suono granulato, ho fabbricato, inoltre, un archetto speciale per il violoncello. I suoni si uniscono in raggruppamenti dai più semplici ei più complessi e su vari livelli, per formare il suono più complesso: il pezzo in sé. Descrivo il mio rapporto con gli strumenti empatico: cioà 22 un rapporto con un oggetto magico, non ancora conosciuto, si carica di una energia sprigionata dalla sua scoperta. Lo strumento di questa scoperta è la meraviglia: non so in principio cosa sto trovando ma mi lascio stupire dallo strumento. Per fare questo bisogna avere dei nuovi occhi e soprattutto sviluppare una sensibilità tattile. Il tatto, l’intelligenza della mano e dell’orecchio. Wipe, boom, wipe Questo brano si inscrive nella stessa linea di Cinq degrés de crayonnages non foss’altro che per l’omaggio a Sol Lewitt, trasversale ai due pezzi. Il titolo Wipe boom wipe si riferisce alla tecnica di applicazione dell’inchiostro sul muro con l’aiuto di una spugna secondo un rituale preciso. Questo semplice gesto decomposto in tre parti mi ha ispirato un trittico che si dispiega nei tre movimenti in una anamorfosi sonora: sfregamenti e percussioni diverse si intrecciano generando un ampio ventaglio di situazioni simili alle superfici caotiche dei wall drawings. Malgrado questi schizzi energici, si sprigiona una geometria attraverso l’iterazione dei motivi, la piegatura delle figure, l’emergere di elementi fissi, veri punti nodali nel flusso bruitista. L’étoile de mer La opera si ispira del film di Man Ray e cerca di ricreare l’ambiente surrealista del regista americano. La musica a volte segue, a volte è completamente indipendente, anticipa, commenta o accompagna il film, sempre rispettando la successione delle immagini. INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA GIOVEDÌ 3 Luglio Sermoneta ore 10.00 Chiesa San Michele Arcangelo 10.00 Tavola Rotonda Le note di Petrassi Presiede Gabriele Bonomo 16.00 Incontro di Studio La giovane musica europea Prima Sessione Presiede Alfonso Alberti segue lezione-concerto di Frédéric Durieux ed esecuzione di Initial, Daniela Fiorentino clarinetto ENSEMBLE ALTERNANCE Jacques Ghestem violino Claire Merlet viola Alexandra Greffin-Klein violino Christophe Mathias violoncello Jean-Luc Menet flauto Etienne Lamaison clarinette Dimitri Vassilakis pianoforte ore 20.00 Scuderie Castello Caetani Federico Gardella *Architetture del canto e del silenzio (2013) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello Emanuele Palumbo *Quintette (2013) per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte Ricardo Nillni *Wipe, Boom, Wipe (2013 - 2014) per flauto, violino, viola, violoncello e pianoforte Alireza Farhang *Eiwân (2014) per violino, violoncello e pianoforte Nicolas Tzortzis L’ étoile de mer (2013) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte (dal film “L’étoile de mer” del 1928 di Man Ray * prime esecuzioni assolute Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it 23 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 24 Les toits de Paris I tetti di Parigi affascinano da sempre. Sembrano un paesaggio familiare all’immaginario di ciascuno. Ogni tetto racconta una storia e nel loro insieme le cime degli immobili descrivono diverse morfologie di paesaggio. Lo skyline parigino diventa quindi un ricco spunto immaginativo. Lo stesso paesaggio infatti può essere osservato da tetti diversi svelando sempre nuovi dettagli e le storie celate dalle grigie finestre dei monolocali agli ultimi piani possono essere viste dall’esterno o vissute dall’interno. Durante la scrittura di questo brano sono più volte tornato a sfogliare un libro di illustrazioni sui tetti della Ville Lumière che mi ha guidato in questo viaggio imm aginario ed aiutato ad identificare i diversi caratteri che le sommità degli edifici potevano rappresentare. Maschere dissolte La maschera è un manufatto presente in ogni cultura del mondo e i suoi impieghi spaziano dal simbolismo religioso al rito funebre, dall’occasione ludica alla messinscena teatrale, ecc. Essa è stata intesa da una parte come catalizzatore di forze sovrannaturali, dall’altra come la raffigurazione di una persona lontana o di un personaggio di fantasia: l’individuo impersona e amplifica ciò che rappresenta. In una concezione pirandelliana invece una persona indossa delle maschere come frutto di un’apparenza falsa e ingannevole imposta dalla società: l’identità del singolo si cela dietro di esse. Arriva tuttavia il momento in cui l’individuo si spoglia dei molteplici travestimenti e mette a nudo la propria fragilità: è in quel momento che sembra di sentire la sua intima voce. Kaiolan Kaiolan (in basco Nella gabbia) è una riflessione sul lavoro della scultrice Louise Bourgeois, e soprattutto le sue “cellule”. Esse evocano un senso di prigionia dalla creazione di spazi psicologici occupati da oggetti di uso domestico e souvenir, pieni di significato trascendente. Queste opere consentono all’osservatore di penetrare il mondo interiore dell’artista e diventare un osservatore privilegiato dei suoi pensieri e sentimenti privati. In Kaiolan ho cercato di esplorare l’idea di un limite, non come concetto matematico, ma applicato a vari elementi musicali, in particolare il registro, che appare limitato in vari modi in tutta la composizione. La dinamica e timbrica sono trattati in questo modo, chiudendo e definendo ulteriormente la struttura. Il titolo non è solo un riferimento a una limitazione dolorosa di spazio, ma piuttosto a ciò che si innesca: i sentimenti di oppressione e claustrofobia prodotte in chi lo abita. Paradossalmente, l’oggetto del lavoro è quello di trovare modi diversi di sentirsi libero in uno spazio ristretto, creando un falso senso di sicurezza. L’anelito di libertà esplode in una improvvisa espansione dello spazio (nei registri estremi degli strumenti), che torna ben presto e inevitabilmente ad auto-limitarsi. Kaiolan è dedicato alla PluralEnsemble e Fabián Panisello, che commissionò l’opera eseguita in prima mondiale a Barcelona il 12 novembre 2010. Lo strappo nel cielo di carta Lo strappo nel cielo di carta il cui titolo rimanda a “Il fu Mattia Pascal’” di Pirandello, mette in scena il rapporto dialettico tra la forma (caratterizzata dai bicordi ai legni che poi passeranno agli archi) e la vita (consistente in un pullulare quasi incessante di biscrome affidato ad archi e legni). L’economia del materiale, completamente desunto dalle possibilità strumentali dei bicordi di flauto e clarinetto, rivela che è sempre lo stesso personaggio a muoversi tra forma e vita senza riuscire in alcun modo a trovare una sintesi di tale dicotomia. Il pezzo non terminerà dunque con una conclusione a favore di uno dei due poli, ma semplicemente con una rottura, tesa a sottolineare tale contrasto drammatico e irrisolto. A Mag Ran A Mag Ran è un percorso di svelamento progressivo di una struttura profonda. Come un anagramma (dal greco ἀνά aná, “sopra” e γράμμα grámma, “lettera”) sfrutta le lettere di una parola per creare significato oltre la stessa, qui la gestione del brano (in tal senso quasi un frattale) è affidata – sia per micro-scelte locali, sia per la costruzione macroformale – ad un unico materiale che, in due percorsi paralleli di definizione prima soprattutto ritmica poi armonica, si svela attraverso una sequenza melodica costruita, attorno ad un pedale sulle note do e re, scomponendo il totale cromatico in triadi esclusivamente maggiori e minori. INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA VENERDÌ 4 Luglio Sermoneta ore 10.00 Chiesa San Michele Arcangelo 10.00 Incontro di Studio La giovane musica europea Seconda Sessione Presiede Frédéric Durieux 16.00 Incontro di Studio La giovane musica europea Terza Sessione Presiede Alessandro Solbiati ENSEMBLE ALTERNANCE Jacques Ghestem violino Claire Merlet viola Alexandra Greffin-Klein violino Christophe Mathias violoncello Jean-Luc Menet flauto Etienne Lamaison clarinette Dimitri Vassilakis pianoforte ore 20.00 Scuderie Castello Caetani Vittorio Montalti Les toits de Paris (2011) per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte Gabriel Erkoreka Kaiolan (2010) per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte Mauro Saleri *Maschere dissolte (2014) per flauto, violino, violoncello e pianoforte Caterina Di Cecca *Lo strappo nel cielo di carta (2014) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte Matteo Giuliani *A Mag Ran - Evoluzioni (2014) per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte Philipp Maintz Trawl (2013) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte * prime esecuzioni assolute Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it 25 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Compositori LUIS DE PABLO nasce a Bilbao (Spagna, Paese Basco) il 28 gennaio 1930. Inizia gli studi musicali a partire dai 7 anni di età a Fuenterrabía. Li prosegue privatamente a Madrid, con Max Deutsch a Parigi e nei corsi di Darmstadt. Fonda a Madrid “Tiempo y Música” e “Alea” (1959-1972), gruppi che hanno dato modo al pubblico spagnolo di conoscere la musica contemporanea e diverse culture musicali non occidentali. Fonda anche il primo laboratorio elettroacustico spagnolo. È stato docente al Conservatorio di Madrid, presso le Università di Buffalo, Ottawa, Montreal, etc…; ha tenuto corsi in Francia, Italia, Belgio, USA, Giappone, Argentina, Messico. Ha conseguito numerosi premi, spagnoli e internazionali (Premio Guerrero, Medaglia d’Oro del Re di Spagna per le Belle Arti, Medaglia d’Oro del Círculo de Bellas Artes di Madrid, “Officier des Arts et des Lettres” su nomina del Ministero della Cultura francese, Premio della Fondation Prince Pierre di Monaco, Premio Honegger, etc...). La sua produzione musicale comprende oltre cento titoli: quattro opere, tre quartetti per archi, vari concerti solistici (tre concerti per pianoforte, altri concerti per violino, violoncello, chitarra, flauto, clarinetto, sax), molta musica da camera, orchestrale e vocale, etc… Nel 1968 Claude Rostand ha scritto di lui nel “Dizionario della Musica Contemporanea” (Ed. Larousse): “Luis de Pablo è oggi non soltanto la personalità dominante della scuola spagnola nonché uno dei primi compositori ad avere percorso la strada per farla uscire dal suo stretto nazionalismo e conferirle un’intonazione universale, ma anche una delle personalità più prominenti dell’attuale panorama musicale internazionale, grazie all’impulso che egli ha saputo conferire alle tecniche innovative e alle soluzioni personali e originali che ha trovato, per esprimere un temperamento inventivo e poetico eccezionale. Perché in tutta questa ricerca, è l’uomo a restare sempre dietro alla propria musica: è una presenza che gli è naturale e alla quale lui tiene”. Dal 2010 è presidente onorario del Festival Pontino. CATERINA DI CECCA ha conseguito con il massimo dei voti e la lode il Diploma Accademico di Primo e Secondo Livello in Composizione sotto la guida del M° Luciano Pelosi presso il Conservatorio di Musica di Santa Cecilia in Roma, lo stesso Istituto in cui si era già diplomata precedentemente in Pianoforte. Nello stesso periodo ha affiancato alla sua formazione musicale studi umanistici, conseguendo la Laurea Triennale e poi Magistrale in Filosofia entrambe Magna cum Laude. Dal 2012 studia con il M° Alessandro Solbiati, di cui ha seguito il Corso di Perfezionamento 26 in Composizione a Sermoneta nel 2013: in tale occasione, dopo esser stata scelta all’unanimità al termine dell’esecuzione dei brani composti in loco, ha ricevuto una commissione per la scrittura di un pezzo per il Festival Pontino 2014. Finalista del Salvatore Martirano Award 2013, è stata selezionata dal M° Fabio Nieder per una commissione con residenza presso la Fondazione Spinola Banna per l’Arte nel 2015. Sue partiture sono state eseguite in Italia e all’estero da musicisti come Maria Grazia Bellocchio, Laura Catrani, Ruggero Laganà, Antonio Politano, Sandro Gorli e il Divertimento Ensemble. Suoi lavori sono programmati dall’Ensemble Alternance di Parigi, dall’Ensemble Tema di Karlsruhe, dall’Ensemble Mosaik di Berlino e da Corrado Rojac. Tra il 2008 e il 2010, si è dedicata alla composizione di colonne sonore firmando la musica originale di vari cortometraggi, alcuni finalisti e vincitori di concorsi (American Dream e Il fascino discreto della parola). Nel 2011, a seguito del relativo concorso, è risultata idonea all’insegnamento di Composizione nei corsi di formazione preaccademica del Conservatorio di Santa Cecilia, presso cui dal 2013 è docente del corso preaccademico di Teoria, ritmica e percezione musicale. La sua musica è pubblicata dalle Edizioni Suvini Zerboni - Sugarmusic S.p.A. di Milano. GABRIEL ERKOREKA nato a Bilbao nel 1969, ha studiato con Carmelo Bernaola, diplomandosi a pieni voti in composizione, pianoforte e musica da camera. Nel 1995 è entrato alla Royal Academy of Music per studiare composizione con Michael Finnissy dove ha ottenuto il Dipram e una laurea con lode presso il King’s College di Londra. Suoi lavori sono stati eseguiti alla Biennale di Venezia del 2004; al Musikverein di Vienna; South Bank Centre, Spitalfields Festival, ICA e Wigmore Hall di Londra; SIMC World Music Days a Manchester; Muziekgebouw di Amsterdam; i nuovi percorsi in Music Festival e il Symphony Space di New York 2007; la Crown Hall di Chicago; il Takemitsu Toru Festival 1999 a Tokyo; Festival ‘“ujourd’hui Musiques” a Perpignan; Festival Internacional de Alicante, l’Auditorio Nacional e Centro de Arte ‘Reina Sofia’ di Madrid; e in altre città tra cui Parigi, Berlino e Sydney. Ha avuto importanti riconoscimenti (Premio de Roma dall’Accademia di Spagna a Roma nel 2001; Premio INAEM - Colegio de España a Parigi; Primo Premio del Premio SGAE a Madrid, numerosi premi alla Royal Academy of Music tra cui il Josiah Parker Premio e il Premio del governo basco (1999). E ‘stato selezionato per partecipare alle ISCM Festival di Manchester 1998 e Hong Kong 2007, nella Tribuna Internazionale dei Compositori dell’UNESCO a Parigi, e per il Gaudeamus FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Music Week International. Recentemente ha ottenuto il “Reina Sofía” Premio Composizione. La musica di Erkoreka è stata registrato e trasmesso dalla BBC, WDR, RAI, RNE e altre emittenti di vari paesi, tra cui Australia, Argentina e Olanda. Ha ricevuto commissioni da numerose istituzioni europee (Nieuw Ensemble, Biennale für Neue Musik-Hannover, INAEM, Ministero spagnolo della Cultura, Fundación Autor, Guggenheim Museum, Orquesta de la Comunidad de Madrid, Orquesta Sinfónica de Euskadi, Bilbao Symphony Orchestra , Festival ENSEMS-Valencia, Quincena musicale e RAM). È stato nominato compositore in residenza del JONDE (Giovane Orchestra Nazionale Spagnola) per 20012002. Dal 2001 è membro della Royal Academy of Music. ALIREZA FARHANG compositore franco-iraniano, viene da una famiglia di musicisti ed ha iniziato lo studio della musica con il padre all’età di sette anni. Ha studiato pianoforte con Emmanuel Melikaslanian e Raphael Minaskanian, composizione con Alireza Machayeki all’Università di Teheran. La sua esperienza di studio con Mashayeki si è rilevata fondamentale nella sua formazione ed ha influenzato il primo pezzo nel catalogo delle sue composizioni L’hiver et le parfum du printemps (2001) per piano a quattro mani. Ha insegnato all’Università di Teheran e ha fondato una scuola di musica. Nel 2002 ha deciso di continuare gli studi di composizione con Michel Merlet all’École Normale de Musique de Paris. Ha vinto la “Albert Roussel scholarship” ed ha conseguito il diploma superiore in composizione ed orchestrazione. Etna (2003) per ensemble e Au-delà du néant (2003) per solo flauto sono tra i lavori composti prima dell’ultimo periodo della sua formazione musicale al CNR di Strasburgo (classe di Ivan Fedele). Ha lavorato con Brice Pauset, Joshua Fineberg, Toshio Hosokawa, Hans Peter Kyburz, Olga Neuwirth, Kaija Saariaho, Gérard Pesson, Tristan Murail, Michael Jarrell e Yan Maresz. Ha tenuto un corso di Composizione Musicale e Tecnologie come parte del Corso Europeo (ECMCT) per l’IRCAM e per la Technische Universität, Universität der Künst e Hochshule für Musik Hanns Eisler di Berlino Il suo secondo e terzo quartetto intitolato Echo-Chaos (2007) per l’Arditti String Quartet e Taksim (2012) per il Kronos Quartet segnano due importanti momenti nella carriera del compositore. La musica tradizionale persiana ha influenzato fortemente la sua composizione. La sua formazione in musica occidentale e persiana gli ha consentito di combinare nelle sue opere i due mondi musicali. La questione dell’ibridismo culturale e dell’incompatibilità tra valori tradizionali e moderni rappresenta il punto centrale della sua ricerca compositiva. FEDERICO GARDELLA è nato a Milano nel 1979. La sua musica è stata presentata nei principali festival e stagioni concertistiche a Tokyo (Tokyo Opera City), Milano (Festival Milano Musica, Rondò/Divertimento Ensemble), Royaumont (Voix Nouvelles), Firenze (Maggio Musicale Fiorentino, Festival Play It!), Riga (Festival Arena), Torino (MiTo SettembreMusica, Unione Musicale, Rai NuovaMusica), Lodz (Lodz Philharmonic Hall), Latina (Festival Pontino), New York (Columbia University), Parma (Festival Traiettorie), Takefu (Takefu International Music Festival), Venezia (La Biennale di Venezia), Boston (Harvard University), Roma (Auditorium Parco della Musica) e Bruxelles (Flagey). È stato premiato in numerosi concorsi internazionali di composizione tra cui il Tansman International Competition of Musical Personalities di Lodz e il Takefu International Composition Award. Nel 2012 gli è stato conferito a Tokyo il Primo Premio al Toru Takemitsu Composition Award. Sue composizioni sono state interpretate da orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, la Latvian National Symphony Orchestra, l’Orchestra della Toscana, la Lodz Philharmonic Orchestra, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali e la Tokyo Philharmonic Orchestra; di particolare rilievo è inoltre la sua collaborazione con gruppi da camera e ensemble dedicati al repertorio contemporaneo quali il Trio di Parma, il Quatuor Diotima, i Neue Vocalsolisten Stuttgart, il Talea Ensemble, l’Ensemble Algoritmo e il Divertimento Ensemble. Nel 2014 Mano d’erba (per orchestra) è stato scelto come “recommended work” all’International Rostrum of Composers di Helsinki. I suoi lavori sono stati trasmessi da emittenti radiofoniche in Italia (Radio Tre), Francia (Radio France) e Giappone (NHK). Federico Gardella ha studiato composizione con Alessandro Solbiati al Conservatorio di Milano e ai Corsi di Perfezionamento di Sermoneta e con Azio Corghi presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma; particolarmente importanti per la sua formazione sono stati inoltre gli incontri con Brian Ferneyhough e Toshio Hosokawa. La sua musica è pubblicata dalle Edizioni Suvini Zerboni-SugarMusic S.p.A. di Milano. MATTEO GIULIANI (Bologna, 1984) Dopo il compimento inferiore di pianoforte e la maturità scientifica, studia ingegneria informatica presso l’Università di Bologna e, dal 2004, composizione presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, dove consegue il compimento inferiore nel 2006 e il compimento medio nel 2010. Sempre nello stesso anno si diploma in musica corale e direzione di coro presso lo stesso Conservatorio con Pier Paolo Scattolin. Attualmente è iscritto al triennio superiore di composi27 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 zione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, nella classe del M° Alessandro Solbiati. Alcune sue composizioni sono state eseguite in importanti festival quali “Rondò”, “GAMO” e l’“Altro Comunale” presso il Teatro Comunale di Bologna. Tra i suoi esecutori si ricordano in particolare Maria Grazia Bellocchio, Laura Catrani, Francesco Gesualdi e Dario Savron. Nel 2010 ha vinto una borsa di studio “Fondazione Zucchelli” per la composizione in 36 ore di un brano per ensemble su tema dato. Sempre nello stesso anno, il suo lavoro per coro a cappella Pèn Graté è primo classificato al concorso internazionale di composizione proposto da The Choral Project di San Jose (California, U.S.A.) diretto da Daniel Hughes ed è stato eseguito, tra l’altro, anche presso la Mission della Santa Clara University (Santa Clara, CA, U.S.A.); inoltre il suo brano Vortici per pianoforte solo - già eseguito nell’ambito della rassegna “Compositori a confronto” organizzata dall’Istituto Peri di Reggio Emilia - si aggiudica il concorso di composizione pianistica per giovani compositori iscritti alle istituzioni AFAM proposto da Divertimento Ensemble (in commissione Sandro Gorli, Alessandro Solbiati e Maria Grazia Bellocchio) ed è eseguito in due concerti a Monza e Milano da Maria Grazia Bellocchio, all’interno della stagione Rondò 2010. E’ inoltre segnalato al Concorso Internazionale di Composizione Musicale indetto dall’associazione culturale Continuum Musicum di Reggio Calabria. Nel 2011 è tra i sedici giovani compositori selezionati da tutto il mondo per il Concorso Internazionale di Composizione “Niccolò Castiglioni” e si aggiudica il primo premio della quarta edizione del Concorso Europeo di Composizione GAM - Galleria di Arte Moderna di Milano (presidente di giuria Marcello Abbado). Nel 2012 vince il Concorso di Composizione “Le note ritrovate” (presidente di giuria Frédéric Durieux - docente al Conservatorio di Parigi) ed è finalista al Concorso AFAM indetto dal Divertimento Ensemble (tra gli altri in giuria: Gervasoni, Gardella). Nel 2013 si aggiudica i seguenti concorsi internazionali: Festival Pontino (commissione di un brano per ensemble per il Festival Pontino 2014), Concorso Internazionale Certaldo 2013 (per un’operina su Boccaccio - finale in corso), Pharos Competition a Cipro (primo premio su 39 partecipanti) oltre al terzo posto (primo non assegnato) al Concorso Egidio Carella (Val Tidone Competition, giuria: Oscar Van Dillen, Sonia Bo, Andrea Portera, Andrea Talmelli) e all’unica Honorable Mention (secondo posto su 132 partecipanti) al Left Coast Ensemble Composition Contest (San Francisco, CA, USA). Un suo brano sarà inoltre eseguito il prossimo autunno al Conservatorio di San Pietroburgo (Russia). 28 PHILIPP MAINTZ è nato ad Aquisgrana nel 1977, dove ha seguito anche le prime lezioni di composizione presso Michael Reudenbach dal 1993 al 1997. Dal 1997 ha studiato composizione con Robert HP Platz presso il Conservatorium di Maastricht e si è diplomato con distinzione nel 2003. Ha integrato i suoi studi con soggiorni presso il CRFMW (Centre de Recherches et de Formations Musicales de Wallonie) dell’Università di Liegi e presso l’IRCAM di Parigi. Dal 2003 al 2005 è stato allievo di Karlheinz Essl presso lo Studio For Advanced Music & Media Technology a Linz. Nel 2002 Philipp Maintz ha ottenuto dei premi presso i corsi estivi internazionali per musica contemporanea (Internationalen Ferienkurse für Neue Musik) a Darmstadt e presso l’International Gaudeamus Music Week ad Amsterdam. Nel 2004 è stato Composer in Residence dell’Istituzione Künstlerhofes Schreyahn in Bassa Sassonia. Nel luglio del 2005 ha ricevuto il premio promozione della fondazione Ernst von Siemens Musikstiftung, nel gennaio 2006 ha ottenuto una borsa di studio della fondazione Wilfried-Steinbrenner-Stiftung ed un’altra nel 2007 per un soggiorno di studio presso la Cité Internationale des Arts a Parigi. Le sue composizioni sono state eseguite dall’Arditti Quartet e dal Minguet Quartett, Ensemble InterContemporain, Kammerensemble Neue Musik Berlin, Ensemble Intégrales, Ensemble 2e2m, dal RSO-Stoccarda diretto da Lothar Zagrosek e dal BBC Symphony Orchestra diretto da Pierre-André Valade. Esecuzioni sono state presentate anche presso l’International Gaudeamus Music Week (Amsterdam), presso il Rheinischen Musikfest (Colonia), presso tremplin e l’agora-festival (Parigi), presso lo Schreyahner Herbst, presso gli Internationalen Ferienkursen für Neue Musik (Darmstadt), presso i Wittener Tage für Neue Kammermusik, musica Strasbourg, presso Wien Modern, presso i Salzburger Festspiele e presso Hear&Now (BBC). PETER MAXWELL DAVIES compositore inglese, nato a Manchester l’8 settembre 1934. Ha studiato al Royal Manchester College of Music, ma un influsso decisivo sulla sua formazione ha avuto Goffredo Petrassi, di cui è stato allievo a Roma nel 1957. Ha poi studiato negli Stati Uniti alla Princeton University con R. Sessions. Nel 1967 ha fondato con H. Birtwistle il complesso Pierrot Players, specializzato nell’esecuzione di musiche novecentesche, che nel 1970 ha preso il nome di The Fires of London. Sempre nel 1970 si è stabilito nell’isola di Hoy nelle Orcadi, partecipando però attivamente alla vita musicale dei maggiori centri internazionali. Nel 1983 è succeduto a sir A. Boult nella carica di presidente della Schools Music Association. Ha ricevuto numerose onorifi- FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 cenze e lauree honoris causa, distinguendosi dai musicisti della sua generazione per una produzione molto intensa e caratterizzata da grande varietà di interessi, che vanno dal teatro musicale alla musica da film, dalle composizioni da camera a quelle destinate ai bambini e a fini didattici. La sua produzione si distingue soprattutto per una disinvolta vitalità di scelte linguistiche, nelle quali si mescolano non di rado recuperi di polifonie medievali e stilemi delle avanguardie novecentesche, senza tuttavia che l’impiego delle tecniche più ardite dia mai l’impressione di essere stato determinato da precostituite scelte di campo: al contrario Davis mostra semmai un eclettismo del tutto estraneo alle tendenze delle avanguardie uscite dai Ferienkurse di Darmstadt. I suoi lavori più importanti includono le opere Taverner, Resurrection, The Lighthouse e The Doctor of Myddfai; i balletti Salome e Caroline Mathilde, e le opere di teatro musicale Eight Songs fora Mad King e Miss Donnithorne’s Maggot. La sua imponente produzione per orchestra conta sinfonie, recensite dal Times come “il più importante ciclo di opere sinfoniche dopo Shostakovich” - concerti, varie composizioni per orchestra leggera, opere per coro. Maxwell Davies si occupa anche di direzione d’orchestra, avendo ricoperto il ruolo di Direttore/ Compositore alla Royal Philharmonic e alla BBC Philharmonic. Collabora anche con il St. Magnus Festival, il festival annuale delle arti nelle Orcadi, da lui stesso fondato nel 1977, ed è compositore ad honorem della Scottish Chamber Orchestra. Nel 2004 Sir Peter Maxwell Davies è stato insignito dell’alta onorificenza di Master of the Queen’s Music, compositore ufficiale di Sua Maestà la Regina. VITTORIO MONTALTI (1984) si è diplomato in pianoforte con Aldo Tramma al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e in composizione con Alessandro Solbiati al conservatorio G. Verdi di Milano. Si è poi perfezionato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sotto la guida di Ivan Fedele ed ha studiato musica elettronica presso l’ IRCAM-Centre Pompidou di Parigi. Nel 2010, nell’ambito de La Biennale di Venezia 54° Festival Internazionale di Musica Contemporanea, gli è stato conferito il Leone d’Argento per la Creatività. Ha ricevuto commissioni da La biennale di Venezia, Teatro La Fenice, Divertimento Ensemble, Bergamo Musica Festival, Ex Novo Ensemble/SaMPL, Festival Pontino, Fondazione Culturale San Fedele e RomaTreOrchestra e la sua musica è stata eseguita in importanti festival e stagioni concertistiche come IRCAM-Centre Pompidou, La Biennale di Venezia, New York Philharmonic, Gran Teatro La Fenice. È stato inoltre compositore in residenza presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e l’Accademia Americana di Roma. La sua musica è edita dalle edizioni Suvini Zerboni-SugarMusic S.p.A. Milano. ENNIO MORRICONE nasce il 10 novembre 1928 a Roma, nel quartiere di Trastevere. Ha compiuto gli studi di Composizione con Goffredo Petrassi (1954) al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si era già diplomato in Tromba (1946) e Strumentazione per banda (1952). Morricone è senza dubbio il compositore italiano del nostro secolo che possa vantare le esperienze più differenziate al proprio attivo. Ha scritto musiche di scena - per il teatro di prosa e di rivista -, per la radio e per la televisione (in questo caso dai timidi esordi del mezzo televisivo - la data ufficiale di inizio delle trasmissioni è il 3 gennaio 1954 - fino alle grandi produzioni degli anni più recenti: Mosé, Marco Polo, La Piovra, I Promessi Sposi. Nell’ambito della nascente industria discografica ha portato la figura dell’arrangiatore a livelli qualitativi fino a quel momento impensabili - ruolo riconosciutogli da tutti i musicisti del settore contribuendo in modo determinante al successo di numerosi cantanti e di alcuni cosiddetti cantautori. Ha debuttato nel cinema nel 1961 con Il federale di Luciano Salce (ma aveva già scritto colonne sonore firmate da alcuni specialisti) legando ben presto il proprio nome ad alcuni significativi sodalizi artistici - basti ricordare quelli con Leone (dal 1964), Petri, Pontecorvo, Bolognini, Bellocchio, Pasolini, Montaldo, Patroni Griffi e Tornatore - e a prestigiose collaborazioni internazionali, tra le quali quelle con Polansky, De Palma, Joffé, Lautner, Carpenter, Molinaro. Negli ultimi anni si sono aggiunti, fra gli altri, Rosi, Almodovar e Zeffirelli. Parallelamente a una produzione così cospicua - circa 280 film, a tutto il 1990, senza contare i lavori scaturiti dalle restanti attività nei diversi settori della musica applicata, Morricone ha cercato di mantenere un rapporto quasi sempre costante con la musica “colta” - all’inizio secondo un principio di separazione netta dalle restanti esperienze, poi attraverso un impercettibile moto convergente in cui prevale la ricerca di un complesso linguaggio di sintesi - che già dagli anni Sessanta lo aveva visto sperimentatore fra i più attivi all’interno del Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza. Morricone ha oggi in catalogo ben oltre cinquanta composizioni. Fra di esse occorrerà ricordare almeno l’ampia e differenziata serie di pezzi cameristici per strumento solista (chitarra; pianoforte; clavicembalo; viola e nastro magnetico; flauto e nastro magnetico, violoncello) o per formazioni diverse (trii; quintetti; sestetti; pianoforte e strumenti; canto e pianoforte; voce e strumenti; coro di voci bianche ecc.); la poliglotta Cantata Frammenti di Eros su testi di Sergio Micheli (1985) e la Cantata per l’Europa su testi di Autori vari 29 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 (1988); i tre Concerti, di cui il primo (1957) per orchestra, il secondo (1985) per flauto e violoncello, il terzo (1991) per chitarra classica amplificata e marimba; le musiche per i balletti Requiem per un destino (1966) e Gestazione (1980); le musiche vocali e strumentali su temi religiosi o d’intonazione spirituale (4 Anamorfosi latine su testi di Miceli, 1990; Una Via Crucis, ancora su testi di Miceli, 1991-92). mio Castiglioni del Centro Culturale San Fedele. I suoi brani sono stati suonati da musicisti come Ensemble Alternance e Ensemble Interface e solisti come Akiko Kozato e Domenico Melchiorre. È stato selezionato per scrivere un brano per il Festival Pontino 2013 al corso di Composizione del Campus Internazionale di Musica di Sermoneta nel 2012 con il M°Alessandro Solbiati. RICARDO NILLNI è nato nel 1960 a Buenos Aires, Argentina. Nel 1999 ha ottenuto la nazionalità francese. Ha studiato Composizione presso la Facoltà di Arti e Scienze Musicali di Buenos Aires dove ha conseguito nel 1985 licenza e diploma superiore. Nel frattempo, ha studiato composizione e tecniche contemporanee con Kröpfl Francisco e lavorato presso il Centro di musica elettroacustica di Buenos Aires (LIPM). Socio dell’Accademia Rubin nel 1986, ha studiato le tecniche elettroacustiche e semiotica musicale all’Università di Tel Aviv sotto la direzione di Yitzhak Sadai. Dal 1987 vive a Parigi, dove ha studiato Con Guy Reibel, Gerard Grisey e Paul Mefano al CNSMP. Ha frequentato seminari tenuti da Brian Ferneyhough, Helmut Lachenmann e Klaus Huber e ha completato la sua formazione con Franco Donatoni a Siena e all’ IRCAM dove ha condotto studi di informatica musicale. Ha avuto numerosi riconoscimenti per la sua attività di compositore. La sua musica è stata eseguita dall’Orchestra Filarmonica di Radio France, l’Orchestre MAYO, 2E2M, l’Ensemble Barton Workshop, i solisti dell’Opéra di Parigi, dell’EIC, l’Ensemble Recherche, l’Ensemble A Tempo, Quartett Avance, l’Ensemble de l’Itinéraire, Court-circuit, l’Ensemble FA, Accroche note, Ensemble Alternance, etc. ed è stata pubblicata da Billaudaut, EME, Babelscores et Ricordi Munich. Sue composizioni sono state presentate in numerosi festival: Donaueschingen, Darmstadt, Présences, Son-Mu, A tempo, Why note, York Spring Festival, Traiettorie di Parma, ecc. Dal settembre 2000 al luglio 2002 è stato compositore in residenza con l’Orchestre de Picardie. Nell’aprile 2003 ha pubblicato un CD da solista contenente quattro pezzi per orchestra composti durante la residenza. Nell’ottobre del 2003 la sua opera Incastri per orchestra è stata eseguita dall’Orchestra Filarmonica Radio France all’81° Festival di Donaueschingen. Nel 2010 i solisti dell’Opera di Parigi gli hanno dedicato un concerto monografico all’Opera Bastille. Dal 1996, collabora a progetti multimediali con l’artista Laura Nillni sotto il nome di ARAOZ. GOFFREDO PETRASSI nato a Zagarolo (RM) il 16 luglio 1904 si diploma al Conservatorio romano, all’inizio degli anni Trenta, in composizione e organo. Insieme agli altri compositori della sua generazione, diede un contributo fondamentale allo sviluppo di un linguaggio musicale specificamente novecentesco, attraverso una personale, sofferta ricerca alla quale non abdicò mai. Con le tradizioni musicali, a partire da quelle, tanto importanti per l’Italia, del teatro lirico e della musica sacra, si aprì per Petrassi un costante confronto dialettico, che egli estese a comprendere anche i repertori popolari e i cui esiti sono rilevabili in qualche misura nella musica per film. Il suo nome si affermò con la Partita (1932) e con il Concerto per orchestra n. 1 (1933), cui seguirono due ampie composizioni sinfonico-corali, Salmo IX (1934-36) e Magnificat (1939-40), e il madrigale drammatico Coro di morti (1940-41), opere queste in cui le esperienze tratte dalla musica di Stravinskij e Hindemith si fondono con uno spirito polifonico ricollegantesi alla musica delle basiliche romane. La sua successiva produzione, di uno stile più asciutto e ricercato, comprese fra l’altro i balletti La follia d’Orlando (1942-43) e Ritratto di Don Chisciotte (1945), le opere Il cordovano (1949) e Morte dell’aria (1950), la cantata Noche oscura (1951), i Concerti per orchestra n. 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 (1951, 1953, 1954, 1955, 1957, 1964 e 1972), il Concerto per flauto e orchestra (1960), le composizioni da camera Quartetto (1956), Serenata (1958), Trio (1959), i Propos d’Alain per baritono e dodici strumenti (1960), Seconda serenata-trio (1962). Nei lavori successivi Petrassi mostrò interesse per una rilettura dei testi dodecafonici, oltre a una personale attenzione agli sperimentalismi dell’avanguardia: Musica di ottoni e timpani (1963), Estri per quindici esecutori (1967), Ottetto di ottoni (1968), Beatitudines: testimonianza per M. L. King (1969), Elogio per un’ombra per violino solo (1971), Orationes Christi (1975), Poema per archi e trombe (1977-80), Sestina d’autunno (1981-82), Laudes creaturarum (1982). Considerato uno dei massimi compositori italiani del Novecento, Petrassi diede al cinema, soprattutto nel periodo neorealista, un contributo quantitativamente limitato ma di grande rilievo per la qualità specifica delle sue colonne sonore. Collaborò con registi come Giuseppe De Santis, Pietro Nelli e Valerio Zurlini, introducendo anche la musica cinematografica nel quadro della pro- EMANUELE PALUMBO frequenta il corso di Composizione al conservatorio “G.Verdi” di Milano. Dal prossimo settembre sarà all’IRCAM per seguire il cursus I. È finailista al concorso per studenti AFAM del Divertimento Ensemble e ha partecipato al Pre30 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 pria ricerca linguistica, con una forte attenzione nei confronti dei repertori popolari italiani. Il suo magistero ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per la vita musicale italiana non solo come fonte di mestiere e dottrine, ma anche come esempio di vivacità intellettuale. Goffredo Petrassi è stato un docente molto seguito e generoso, professore al Conservatorio romano dal 1939, ha in seguito tenuto la cattedra del corso di composizione dal 1958 al 1974 all’Accademia di Santa Cecilia. Goffredo Petrassi si è spento a Roma il 3 marzo 2003. A Latina, nella sede dell’Istituto di Studi Musicali che porta il suo nome, gestito dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica, è custodito il Suo fondo manoscritto, contenente sue partiture autografe e un prezioso epistolario costituito da circa cinquemila documenti MAURO SALERI nato a Brescia nel 1980, ha studiato flauto con Annamaria Morini alla Scuola Civica “C. Monteverdi” di Cremona e si è laureato in musicologia con il massimo dei voti all’Università degli Studi di Pavia (sede di Cremona). Sta terminando gli studi in composizione al Conservatorio “G. Verdi” di Milano sotto la guida del m° Alessandro Solbiati. Ha seguito corsi e masterclass tenuti da S. Gervasoni, G. Manca, F. Del Corno, D. Maggi ed E. Ballio. La sua musica è stata eseguita in diverse città italiane ed estere e in prestigiosi festival: Milano, Cremona, Crema, Moneglia, Festival Pontino di Musica di Sermoneta, Dimitria Festival di Salonicco (GR), Tage für Neue Kammermusik di Witten (D), Forum Wallis di Leuk (CH) e Strasburgo. È stato selezionato ai Corsi di perfezionamento di Sermoneta del 2012 per partecipare al 50° Festival Pontino. Nicolas Tzortzis nato ad Atene nel 1978 vive a Parigi dal 2002. Ha studiato composizione elettronica e strumentale con Philippe Leroux al CRD di Blanc Mesnil, composizione per teatro musicale con George Aperghis al Hochschule der Kunste di Berna e composizione computerizzata all’Università di Parigi sotto la direzione di Horacio Vaggione e Josè Manuel LopezLopez. Ha frequentato il CURSUS 1 di composizione e musica computerizzata all’IRCAM ed è stato selezionato per il CURSUS 2 dove ha presentato un lavoro per pianoforte silenzioso ed elettronica dal vivo. Nell’aprile 2013 ha conseguito il diploma di PHD all’Università di Montreal, sotto la supervisione di Leroux e Denis Gougeon con il massimo dei voti e lode. Ha partecipato a master classe con Karlheinz Stockhausen, Brian Ferneyhough, Beat Furrer e François Paris e a seminari di musica computerizzata all’IRCAM. Nel 2010 è stato scelto per il 6° Forum di Nuovi Compositori dell’Ensemble Aleph. Le sue musiche sono state eseguite in Francia, Grecia, Bulgaria, Slovenia, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Gran Bretagna,Olanda, U.S.A., Canada, Argentina, Perù, Corea del Sud e Australia, è stato selezionato ed ha vinto premi di fama mondiale (in U.S.A., Corea del Sud, Germania, Francia, Austria, Grecia, Italia Gran Bretagna, Olanda e Argentina). Esecutori Ensemble Alternance è stato fondato dal flautista Jean-Luc Menet. Il gruppo, di cui fanno parte noti solisti, ha una composizione variabile e si dedica a progetti che rielaborano e integrano gli elementi di differenza, dovuti ai passaggi storici, delle nuove tendenze culturali e strumentali, di cui è portatrice la musica del nostro tempo, e la musica del passato o più recente. Si rinnova in questo modo il gesto musicale aprendo nuovi orizzonti. L’Ensemble privilegia le prime esecuzioni di autori contemporanei; dal Konzerthaus di Berlino alla Victoria Hall di Ginevra o la Tonhalle di Zurigo, dal Museo Guggenheim di New York, la Northwestern University di Chicago al Conservatorio Cajkovskij di Mosca, dal Museo del Louvre di Parigi alla Royal Library di Copenaghen, questo nuovo approccio permette di ascoltare, o di riascoltare, opere di autori di riferimento come Boulez, Cage, Ligeti, Crumb, Scelsi, De Pablo, Huber, Lachenmann... o di compositori più giovani, come Schoeller, Hersant, Mantovani, Pesson, Solbiati, Lanza, Maintz, Pauset, Andre, Cendo, ecc., ai quali l’Ensemble ha dedicato incisioni discografiche molto apprezzate dalla stampa internazionale. Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Milano è un luogo di approfondimento di specifiche capacità tecniche e interpretative riguardanti la musica del secondo Novecento e contemporanea. Il LMC promuove progetti differenziati, rivolgendosi a giovani musicisti interessati ad ampliare la propria personalità, aprendola compiutamente verso la creatività del nostro tempo. È questo, infatti, uno degli obiettivi principali del LMC: l’inserimento dei progetti di studio e performance in realtà produttive di alto livello, agevolando il collegamento tra la fase di apprendistato e la professionalità dei giovani esecutori. Tra i progetti realizzati negli ultimi cinque anni: la Finale del III Concorso Internazionale di Composizione del Conservatorio di Milano; la collaborazione con il CNSMDP di Parigi per la formazione di un ensemble italo-francese; i con- 31 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA certi per i Festival Suona Italiano e Suona Francese e per il Festival Milano Musica. Le registrazioni di questi concerti sono state trasmesse da RAI Radiotre. DANIELA FIORENTINO diplomata in Clarinetto nel 2010 al Conservatorio di Monopoli, due anni dopo consegue il Biennio Accademico di II Livello presso il Conservatorio di Milano, nella classe del M. Serrapiglio. Nel 2013 consegue il diploma di Clarinetto Basso nel Master di specializzazione tenuto da Alberto Serrapiglio e da Stefano Cardo, clarinetto basso del Teatro alla Scala e della Filarmonica della Scala (attualmente è iscritta al Master di II Livello di clarinetto basso tenuto dagli stessi docenti). Nello stesso anno frequenta il Tirocinio presso il Teatro alla Scala sotto la guida di Daniel Baremboin e collabora con “Milano Ensemble ‘808” in un concerto al Teatro Verdi di Milano. È invitata da Mauro Bonifacio in vari concerti di Musica Contemporanea per Milano Musica: nel festival dedicato a Nicolò Castiglioni, nel concerto finale del Concorso di composizione organizzato dal Conservatorio di Milano, al Festival dedicato a Riccardo Malipiero. Lo scorso 22 maggio ha eseguito in un concerto da solista il Grand Septuor di Petrassi, registrato da RaiRadio3 Suite. Ha preso parte all’esecuzione di Historie Du Soldat di Stravinkij nell’ambito del corso di direzione d’Orchestra del Conservatorio di Milano sotto la guida di Daniele Agiman. Negli stessi anni vince il 1° premio ex-aequo G. Cantarone presso il Conservatorio di Milano e il 3° premio al concorso Nazionale delle Arti presso il Conservatorio di Matera. È membro dell’Ensemble “G. Bernasconi” dell’Accademia del Teatro alla Scala. Beatrice Venezi diplomata in Pianoforte sotto la guida di Norberto Capelli, nel 2010, si è perfezionata con i Maestri Lucchesini, De Maria e Balzani. Ha studiato Composizione con Gaetano Giani Luporini e Direzione d’orchestra con Piero Bellugi e Vittorio Parisi, sotto la guida del quale frequenta attualmente il II° anno di Biennio di II° livello in Direzione d’orchestra presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. È stata vincitrice del Primo Premio del Concorso Nazionale di Interpretazione Pianistica “R. Zucchi” nel 2005 e del Quarto Concorso Nazionale per Giovani Musicisti “L. Zanuccoli” nel 2006. Si è specializzata nel repertorio contemporaneo eseguendo diverse prime assolute di compositori italiani, sia in qualità di pianista che di direttore d’orchestra. Nel 2009 è autrice del saggio Gaetano Giani Luporini: La necessità interiore dell’Arte, edita dalla Rivista Codice 602 e nel 2010 è coautrice del libro del musicologo Renzo Cresti Fare musica oggi: difficoltà e gioie. All’attività concertistica, affianca quella di maestro 32 collaboratore, vocal coach per l’opera italiana, compositrice e arrangiatrice. Come direttore d’orchestra svolge la propria attività sia in Italia che all’estero e collabora con orchestre nazionali ed internazionali quali l’Orchestra da Camera Fiorentina, l’Orchestra Filarmonica di Lucca, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Filarmonica Campana, l’Orchestra della Fondazione Bulgaria Classic e l’Orchestra del Teatro Bolshoij di Minsk. INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA Mercoledì 2 Luglio Sermoneta Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano Giovedì 3 Luglio Sermoneta Ensemble Alternance Venerdì 4 Luglio Sermoneta Ensemble Alternance EDIZIONE FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 34 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Roffredo Caetani (1871 - 1961) è uno dei più interessanti compositori italiani vissuti a cavallo del 1900. L’origine aristocratica gli consentì di avere contatti fin da bambino con eminenti personalità della cultura del tempo. Figlioccio di Liszt, Caetani ebbe modo di conoscere le più attuali tendenze musicali della sua epoca, facendole proprie e filtrandole con la sua personale sensibilità. Egli dedicò al pianoforte una parte cospicua della sua pur non estesa produzione compositiva. L’ascolto alternato con musiche di Chopin, uno dei suoi principali modelli, e Sgambati, suo insegnante, consentirà di cogliere l’eclettismo e l’originalità della poetica di Caetani e, al contempo, di percepirne il legame con la grande tradizione musicale del Romanticismo europeo. Tratti salienti della sua cifra stilistica sono la concezione fatalistica della narrazione musicale, la predilezione di atmosfere cupe e di sonorità sfumate. L’uso sistematico di una rigorosa polifonia e la costante ricerca di armonie molto ardite e dissonanti testimoniano una solida formazione compositiva e un’ampia apertura alle più moderne correnti culturali europee. Caetani pubblicò i 4 Impromptus come op. 9, insieme alla Ballata e alla Toccata. Si tratta di brani composti entro il 1899, di carattere leggero, probabilmente pensati per l’esecuzione in un contesto intimo come il salotto, piuttosto che in sala da concerto. Il tono apparentemente spensierato cela più complesse inquietudini: la fine scrittura contrappuntistica è infatti arricchita da un persistente cromatismo delle linee melodiche. L’ambiguità armonica che ne deriva esprime una sottesa inquietudine, una ricerca di appagamento solo parzialmente soddisfatta. Giovanni Sgambati (Roma, 1841 - 1914) fu il compositore più influente e illuminato nell’ambiente musicale romano di fine Ottocento. I suoi meriti forse vanno individuati più nell’ambito dell’orientamento del gusto che non in quello della mera produzione compositiva. Si deve a Sgambati, infatti, la prima esecuzione in Italia di capolavori sinfonici, come la Sinfonia n. 3 di Beethoven o la Dante Symphonie di Liszt. Proprio Liszt, che visse a Roma dal 1861, fu il suo nume tutelare, impartendogli lezioni di pianoforte e introducendolo nell’élite musicale europea. I Fogli Volanti sono, come gli Impromptus di Caetani, brani di tono leggero, destinati al salotto, che individuano atmosfere caratteristiche. La scrittura evidenzia legami con il pianismo di Schumann e Chopin. La Ballata in fa diesis minore op. 9 (1899) è forse il più moderno e ispirato tra i brani pianistici di Roffredo Caetani, in virtù degli arditi cromatismi e dell’ossessiva insistenza sul pedale di tonica di fa diesis minore. Il tono narrativo mutuato da antiche leggende medievali, presente anche nelle Ballate di Chopin e di Brahms, assume qui un carattere fatalistico. Questo è accentuato dalla costante, imperterrita scansione ritmica in tempo ternario che, senza alcuna soluzione di continuità, innerva tutto l’arco formale del brano, rafforzandone la coesione e la tensione drammatica. Roffredo fu un profondo e appassionato conoscitore delle opere di Wagner: nella Ballata si possono infatti scorgere numerose suggestioni wagneriane, qui efficacemente trasposte nella scrittura pianistica. La predilezione per il registro grave del pianoforte determina un clima di stregata cupezza. Ne deriva un senso di inquieto pessimismo, non più ancorato ad esperienze concrete, bensì sublimato ad un superiore livello di astrazione. Frédéric Chopin (1810 - 1849) ha praticamente inventato il genere della Ballata pianistica. Le sue quattro Ballate sono tutte delle pietre miliari del repertorio pianistico e giustamente sono tuttora tra i brani più eseguiti in concerto. Molte testimonianze di amici e allievi di Chopin confermerebbero che le quattro Ballate siano state ispirate da alcuni poemi del poeta polacco Adam Mickiewicz. Chopin non ha mai dichiarato alcuna attinenza con opere letterarie, tuttavia è innegabile che le Ballate presentino un particolare tono narrativo, quasi a raccontare una storia antica e tragica. Ciò vale in particolare per la Ballata n. 1 op. 23 in sol minore (1831-35). Si tratta del primo grandissimo capolavoro chopiniano, composto a seguito della tragica in35 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 vasione di Varsavia da parte dei russi. Il tono sconsolato e fatalistico è immanente sin dalla frase introduttiva, subito amara e ricca di cupi presagi. Il tema principale ripropone lo stesso inciso ripetutamente, tuttavia sempre con una diversa armonia, che ne varia continuamente l’espressione emotiva. Tutti i gruppi tematici subiscono profonde trasformazioni e vengono rielaborati in vesti timbriche e armoniche molto diverse. Ciò sviluppa una fortissima tensione, sino alla furiosa e tragica Coda, che richiede un virtuosismo purissimo e uno slancio senza compromessi. I 24 Preludi op. 28 sono tra i massimi capolavori di Chopin. Scritti in buona parte a Maiorca durante il drammatico soggiorno con George Sand, funestato dal manifestarsi della tubercolosi, i Preludi esprimono una gamma di stati emotivi che difficilmente ha eguali nella letteratura pianistica. Preludi a che cosa? – ci si chiederà. Liszt chiarisce subito l’equivoco: «Non si tratta, come potrebbe far credere il titolo, di brani destinati a essere suonati come introduzione ad altri pezzi: sono Preludi poetici, analoghi a quelli di un grande poeta contemporaneo [Lamartine], che cullano l’anima in sogni dorati e la innalzano fino alle regioni ideali. Tutto vi appare di getto, di slancio, di improvviso sopraggiungere. Posseggono il libero e grande incedere che caratterizza le opere di genio». Ancor più illuminante è la recensione di Robert Schumann: «Sono schizzi, princìpi di Studi o, se si vuole, rovine, penne d’aquila, tutto disposto selvaggiamente e alla rinfusa. Ma in ciascun brano sta scritto con delicata miniatura perlacea: lo ha composto Chopin; lo si riconosce dalle pause e dal respiro impetuoso». Tuttavia i 24 Preludi sono concepiti secondo una linea unitaria e la loro grandezza può essere percepita appieno solo ascoltandoli integralmente: non a caso, le tonalità maggiori di ciascun Preludio sono seguite dalle relative minori e ordinate secondo il circolo delle quinte: do maggiore – la minore, sol maggiore – mi minore, ecc. Dunque, in un certo senso, ciascun Preludio prelude al successivo, creando, ora per somiglianza, ora per contrasto, una fortissima tensione drammatica che culmina nel n. 24 e nella sua catartica, definitiva conclusione. 36 Il cuore poetico della raccolta è il celeberrimo Preludio n. 15, noto come La goccia d’acqua, l’unico che supera la durata di quattro minuti. Basato su un ossessivo rintocco di la bemolle, pare sia stato ispirato dal costante gocciolare che ossessionava l’autore nel monastero di Valldemossa a Maiorca. È impressionante come Chopin riesca a dare a questa nota ripetuta, che scandisce senza interruzioni tutto l’arco del brano, caratteri molto diversi. L’iniziale pura serenità ben presto si offusca: il la bemolle diventa enarmonicamente sol diesis, acquisendo sembianze cupe e caricandosi di scuri presagi. Dopo due tetre esplosioni dinamiche nella parte centrale, una toccante transizione riconduce all’iniziale incantata purezza, senza peraltro mai abbandonare l’implacabile rintocco. Altrettanto degno di nota il Preludio n. 20 in do minore: essenziale nella scrittura e nella struttura, questo è il più scarno dei Preludi e il più fatalistico. Il suo tema dall’incedere tragico e ineluttabile è stato scelto da molti compositori, tra cui Busoni, Rachmaninoff, Mompou e lo stesso Caetani, come base per i loro cicli di Variazioni. Roberto Prosseda nella foto: Alessandra Ammara FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 SABATO 5 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta Alessandra Ammara pianoforte R. Caetani Improvvisi op. 9 n. 1 e 2 G. Sgambati 4 Fogli volanti R. Caetani Ballata op. 9 F. Chopin Ballata op. 23 n. 1 24 Preludi op. 28 37 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Strumento di origini antichissime, il flauto ha subìto nel corso dei secoli numerose trasformazioni, tanto nella struttura quanto nei materiali di costruzione. La sua forma moderna (cilindrico, a dodici o più chiavi) la si deve alle modifiche che il tedesco Theobald Boehm nel 1847 apportò ai flauti barocchi, nonché ai successivi perfezionamenti ideati dai fabbricanti di scuola francese. Il nuovo tipo di flauto trova dunque, verso la fine dell’Ottocento, un vasto impiego orchestrale, con particolare fortuna nelle opere degli impressionisti che ne sfruttano le sfumature allora ancora poco conosciute. Ottimo esempio in questo senso è offerto dalla Romanza op. 37 di Claude SaintSaëns composta nel 1871. Come rappresentanza dell’area tedesca troviamo la Fantasia op. 55 di Carl Früling (1868 - 1937) che porta invece i tratti della più autentica tradizione romantica. Le Sonate di Mendelssohn e Fauré qui in programma sono composizioni originali per violino e pianoforte, trascritte per flauto dallo stesso interprete del concerto cui si fa riferimento, Michel Belavance. La Sonata per violino e pianoforte op. 4 in fa min. risale al 1823, quando Mendelssohn, appena quattordicenne, già maneggiava con disinvoltura sinfonie per archi, pezzi per pianoforte, quartetti e operine da camera. La Sonata per violino e pianoforte op. 13 di Fauré risale invece al 1876 e rappresenta uno dei capolavori del compositore francese, insieme al Quartetto con pianoforte op. 15. Dell’intera composizione, l’Allegro vivo è quello che meglio si caratterizza di uno spirito del tutto nuovo, riprendendo in questo la leggerezza della scrittura mendelssohniana. nelle foto: Francesca Carta Michel Bellavance 38 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 DOMENICA 6 Luglio ore 19.30 Infermeria Fossanova Michel Bellavance flauto Francesca Carta pianoforte F. Mendelssohn Sonata per violino e pianoforte op. 4 in fa min. (arr. per flauto e pianoforte di M. Bellavance) - Adagio. Allegro moderato - Poco Adagio - Allegro agitato C. FrüHling Fantasia op. 55 C. Saint-Saëns Romanza op. 37 in re bem. magg. G. Fauré Sonata per violino e pianoforte op. 13 n. 1 in la magg. (arr. per flauto et pianoforte di M. Bellavance) - Allegro molto - Andante - Scherzo, allegro vivo - Finale, allegro quasi presto 39 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Il Quartetto con pianoforte in la minore risale al periodo in cui Mahler era studente presso il prestigioso Conservatorio della “Gesellschaft der Musikfreunde” di Vienna (1875-1878). Pur trattandosi di un lavoro giovanile frutto di un solo anno di studi di composizione, il Quartettsatz rivela già una notevole dimestichezza con la tecnica compositiva e manifesta una rilevante influenza del repertorio per pianoforte. Da Beethoven a Schubert, Chopin, Brahms – i cui tratti connotativi si percepiscono con chiarezza fin dal tema di apertura del primo movimento – fino a Schumann, Mahler sembra aver assorbito sapientemente, malgrado la giovane età, gli insegnamenti dei grandi maestri. A confronto si pone in questa sede proprio il Quintetto op. 44 di Schumann, una composizione del 1840, anno particolarmente proficuo per il compositore tedesco. Lieder e opere strumentali da camera fioriscono in questo anno con una rapidità sorprendente: lo stesso Quintetto vede la luce in poco più di sei giorni. Peraltro, Schumann, allora trentenne, non aveva ancora composto musiche strumentali da camera. «Il lavoro s’inizia con una Introduzione lenta – scrive Domenico De’ Paoli in una nota di sala del 1966 – dove gli archi propongono una cellula melodica, ripresa come un eco misterioso e lontano dal pianoforte: poi tutti gli strumenti attaccano l’Allegro, ma non troppo fluido e scorrevole, d’una serenità quasi di sospensione quando, nel mezzo dello sviluppo, riappare con una espressione nostalgica la frase dell’inizio». Il Quartetto op. 87 venne scritto da Dvorak nell’estate 1889, a distanza di quattordici anni dal primo Quartetto op. 23 e di un paio d’anni da un capolavoro riconosciuto come il Quintetto op. 81, e si differenzia sensibilmente da entrambi questi lavori. Se il giovanile Quartetto op. 23, primo lavoro cameristico con pianoforte, stentava a trovare un perfetto equilibrio fra la tastiera e gli archi, e non concedeva ampi spazi al materiale folklorico, nel Quartetto op. 87 troviamo invece una perfetta integrazione fra tutti gli strumenti, e un trattamento classicamente equilibrato della forma. Di Roffredo Caetani – che pure debutta come compositore nel 1888 con il Quartetto in re maggiore op. 1, fatto eseguire alla Sala Dante dalla prestigiosa Società del Quintetto – si 40 propongono qui due dei quattro improvvisi per pianoforte dell’op. 9 (nn. 3-4) che vedono la luce a dieci anni circa di distanza dal suo primo lavoro, preceduti pa pochi altri numeri d’opera di genere sinfonico e cameristico. Il modello di queste composizioni pianistiche, nei disegni melodici, nelle scelte armoniche, è chiaramente chopiniano per alcuni versi, brahmsiano per altri, e comunque radicalmente ancorato alla tradizione romantica. Negli anni in cui scrive i preludi, Roffredo aveva già lasciato Roma e, in giro per l’Europa – ora in Germania ora in Austria – cercava di perfezionarsi anche come pianista, scrivendo al padre Onorato di essere andato finanche da Brahms a fargli ascoltare la sua Sonata op. 3. La presenza di Roffredo Caetani all’interno della programmazione del 50° Festival Pontino vuole anche rappresentare un omaggio alla figura dell’ultimo duca di Sermoneta da cui appunto, grazie alle pionieristiche iniziative della figlia Lelia, avrebbe avuto inizio la pregevole tradizione musicale pontina. Federica Nardacci nella foto: Schubert Ensemble FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 VENERDÌ 11 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta ore 20,00 Intorno a Roffredo Caetani introduzione al concerto a cura di Federica Nardacci SCHUBERT ENSEMBLE Simon Blendis violino Douglas Paterson viola Jane Salmon violoncello William Howard piano G. Mahler Quartetto con pianoforte in la min. - Sostenuto assai. Allegro - Scherzo. Molto vivace. Trio I e II - Andante cantabile - Finale - Vivace R. Schumann Quartetto op. 47 - Nicht zu schnell. Entschlossen - Scherzo R. Caetani Improvvisi op. 9 n. 3 e 4 A. Dvořàk Quartetto op. 87 n. 2 - Allegro con moto - Lento - Allegro moderato, grazioso - Allegro ma non troppo (Finale) 41 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 È il marzo del 1778 quando i Mozart arrivano a Parigi. Le condizioni economiche sfavorevoli e i continui disagi mettono Wolfgang nelle condizioni di doversi piegare a situazioni di subordinazione nel tentativo di accaparrarsi le simpatie di questo o quel nobile per ottenere un qualche ingaggio. A questo periodo appartengono le quattro Variazioni brillanti per pianoforte su canzoni francesi, di cui fanno parte le variazioni sul tema Lison Dormait, che si presentano in tutta la freschezza e brillantezza tipicamente mozartiana. «Raramente Mozart – scrive Paugartner – si scosta dalla brillante variazione ornamentale per addentrarsi nella più profonda variazione di carattere. […] la soluzione “variata” di un’idea nel senso più alto del termine, egli la trova nella prodigiosa organizzazione tematica delle sue sonate. Comunque, in alcune di queste variazioni non mancano momenti di mistico raccoglimento». Altro gioiello del genere compositivo – rimanendo in pieno classicismo – è l’Andante con variazioni di Haydn, definito dall’autore stesso «un piccolo divertimento», formato da un andante tripartito, seguito da due variazioni e da una coda conclusiva. I due temi proposti nell’Andante e sottoposti a variazione, nel finale vengono sintetizzati, caratterizzandosi con una venatura drammatica e un vigore di stampo prebeethoveniano. La chiusura è in pianissimo, eludendo la sortita virtuosistica, come da tradizione in casi del genere. Con Brahms e Schumann ci portiamo invece nel cuore del Romanticismo, benché Brahms guardi nostalgicamente – da un punto di vista tecnico compositivo, relativamente al rigore formale – al periodo classico. Tuttavia, nulla della musica di Brahms fa pensare ad una elucubrazione del passato, tanto da meritarsi, anzi, da parte di Schumann l’appellativo di “musicista del futuro”. La Sonata op. 1 (1852), dedicata al celebre violinista Josef Joachim, nasce in realtà dopo l’op. 2, ma Brahms volle pubblicarla per prima, ritenendola evidentemente migliore per un esordio. Interamente pervasa da un’atmosfera leggendaria da ballata nordica, ritroviamo in questa sonata – dove già ben si connota anche il linguaggio ritmico sincopato, propriamente brahmsiano – la particolare attenzione alla 42 tradizione popolare: il secondo movimento, infatti, si ispira a un antico canto d’amore tedesco, il cui testo evoca il fascino e il mistero della notte «Sorge nascosta la luna/blu, fiore blu!/attraverso nuvolette d’argento si fa strada [...]». Con gli Studi Sinfonici ci ricolleghiamo per un momento alla tradizione classica proposta in apertura, trattandosi appunto di variazioni su un tema che venne proposto a Schumann dal barone von Fricken, padre della fidanzata di quel tempo, prima che sbocciase l’amore per Clara Wieck. La gestazione dell’opera fu però lunga e tormentata, portandolo anche a cambiare diverse volte il titolo. «Nel 1837 – scrive Rattalino – Schumann modificò radicalmente la struttura del tema, tolse cinque variazioni, ne aggiunse altre, spostò l’ordine di qualche pezzo, cambiò per due volte il titolo e assegnò il numero d’opera 13. Il risultato è un paradosso non solo a causa del titolo, ma anche perché la struttura delle variazioni/studi non corrisponde più per intero alla struttura del tema, modificata. Il finale delle Fantasie e finale non era costruito sul tema del barone von Fricken, che vi veniva soltanto citato, ma su due temi tratti da un melodramma di Heinrich Marschner. Il primo di questi due temi, che metteva in musica le parole “Rallegrati, fiera Inghilterra”, nel 1837 cascò come il cacio sui maccheroni perché suggerì a Schumann la dedica degli Studi sinfonici». Federica Nardacci nella foto: Elisso Virsaladze FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 DOMENICA 13 Luglio ore 19.00 Infermeria Fossanova in ricordo di Massimo Negri Elisso Virsaladze pianoforte W. A. Mozart 9 Variazioni in do sull’arietta popolare “Lison Dormait” di N. A. Dezède J. Brahms Sonata op. 1 n. 1 in do magg. - Allegro - Andante - Scherzo. Allegro molto e con fuoco e Trio: Più mosso - Finale. Allegro con fuoco F. J. Haydn Andante con variazioni Hob XVII: 6 R. Schumann 12 Studi Sinfonici op. 13 43 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 I brani eseguiti nel workshop sono stati interamente composti durante il corso di composizione tenuto da Alessandro Solbiati, il che significa che ogni nota ascoltata questa sera non esisteva prima di luglio... Ogni studente ha avuto a disposizione l’organico di clarinetto, violoncello e pianoforte e ha composto con gran lavoro di 10-11 giorni il proprio brano. Tre musicisti di grande valore, Maria Grazia Bellocchio (pianoforte), Relja Lukic (violoncello) e la giovane Daniela Fiorentino (clarinetto basso e in sib), hanno avuto 72 ore di tempo per giungere all’esecuzione dei certo non semplici lavori. Al termine del workshop un giuria composta dai docenti di Sermoneta selezionerà uno o più giovani compositori che verranno “promossi” alle Giornate di musica contemporea 2015, con un brano scritto per l’occasione. 44 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 LUNEDÌ 14 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta Relja Lukic violoncello Daniela Fiorentino clarinetto M. Grazia Bellocchio pianoforte Workshop Classe di Composizione di Alessandro Solbiati Prime esecuzioni assolute nelle foto: Relja Lukic Daniela Fiorentino Maria Grazia Bellocchio Alessandro Solbiati 45 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 46 Nel celebrare i suoi cinquant’anni di attività concertistica, il Festival Pontino di musica rende omaggio a uno dei maggiori rappresentanti della musica italiana del Novecento, il cui nome è storicamente legato alla manifestazione e alla Fondazione “Campus Internazionale di musica”: Goffredo Petrassi. Presidente onorario del Festival dal 1978, Petrassi era già presente nel pontino quando Lelia Caetani avviava quella che sarebbe divenuta una delle più longeve e radicate tradizioni culturali del territorio. Nel luglio del 1964 il maestro fu chiamato dall’allora Accademia Musicale di Latina a tenere un ciclo di cinque lezioni sulla musica contemporanea, una delle quali aveva per oggetto l’interpretazione della musica di Schönberg. Da quel momento, la sua presenza diventa fondamentale per l’operazione avviata dall’Istituzione, impegnata nella valorizzazione della musica contemporanea e dei giovani compositori. La memoria storica del rapporto di Petrassi con il Festival Pontino è oggi conservata presso il Campus Internazionale di Musica di Latina: nelle foto inedite che lo ritraggono anche nei momenti di informalità con alcuni dei compositori più celebri, suoi contemporanei; nelle migliaia di lettere che costituiscono il fondo epistolare del maestro e che restituiscono la mappa dei suoi rapporti artistici e amicali; nelle partiture manoscritte, che hanno rivelato peraltro alcuni inediti. Uno di questi è appunto il Divertimento in Do maggiore per orchestra (1930), manoscritto individuato da Francesco La Vecchia nel fondo di Latina (pubblicato poi da Suvini Zerboni) ed eseguito il 17 marzo del corrente anno presso l’Auditorium della Conciliazione con l’ Orchestra Sinfonica di Roma. In occasione del concerto di questa sera – che cade, non a caso, nel genetliaco del compositore – la stessa orchestra torna a riproporre questa composizione, sotto la direzione di Giammarco Casani. Composto nel 1791 su libretto di Emanuel Schikaneder, Il Flauto Magico è un’opera intrisa di significati etici e simbologia esoterica; nella sua Ouverture vi ritroviamo «il clima, l’atmosfera solenne e vaghissima a un tempo della commedia fiabesca. […] In questa favola tedesca del Flauto magico il terreno e l’ultraterreno sono così strettamente affiancati, che perfino i tenebrosi guardiani del tempio, dopo la mistica elevatezza della loro melodia corale, si uniscono al canto di vita di Tamino e Pamina nella inebriante armoniosità di quel quartetto» (Paumgartner). La Sinfonia n. 3 di Beethoven, nata in pieno clima rivoluzionario nel segno degli ideali repubblicani di eguaglianza, libertà, fraternità, presenti in molta della produzione musicale di Beethoven, è anche conosciuta per le alterne vicende del titolo, che la vedeva precedentemente dedicata a Napoleone. A tal proposito Ferdinand Ries, allievo, amico e poi biografo del compositore, così si esprime: «Beethoven aveva pensato a Napoleone, ma finché era ancora primo console. Beethoven ne aveva grandissima stima e lo paragonava ai più grandi consoli romani. Tanto io, quanto parecchi dei suoi amici più intimi, abbiamo visto sul suo tavolo questa sinfonia già scritta in partitura e sul frontespizio in alto stava scritta la parola “Buonaparte” e giù in basso “Luigi van Beethoven” e niente altro. Se lo spazio in mezzo dovesse venire riempito e con che cosa, io non lo so. Fui il primo a portargli la notizia che Buonaparte si era proclamato imperatore, al che ebbe uno scatto d’ira ed esclamò: “Anch’egli non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!” Andò al suo tavolo, afferrò il frontespizio, lo stracciò e lo buttò per terra». A incorniciare la musica di Petrassi, due opere tra le più rappresentative della letteratura musicale sinfonica: l’una, l’Ouverture dal Flauto Magico, ultimo capolavoro teatrale di Mozart, l’altra, la Sinfonia Eroica di Beethoven, tra i monumenti più imponenti della storia della musica. Federica Nardacci nelle foto: l’Orchestra Sinfonica di Roma Giammarco Casani, direttore FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 mercoledì 16 Luglio ore 21.00 Piazzale Pio IX Abbazia di Valvisciolo ORCHESTRA SINFONICA DI ROMA Giammarco Casani direttore presentazione a cura di Federica Nardacci Concerto per i 110 anni dalla nascita di Goffredo Petrassi W. A. Mozart Flauto magico - Ouverture G. Petrassi Divertimento in Do maggiore per orchestra L. Van Beethoven Sinfonia op. 55 n. 3 “Eroica” - Allegro con Brio - Marcia funebre.Adagio assai - Scherzo.Allegro vivace - Allegro molto 47 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 nella foto: Giorgio Cerasoli, direttore 48 Vengono proposti brani vocali e strumentali che ben sarebbero figurati in un concerto privato nel palazzo di un cardinale o di un facoltoso amatore di musica nella Roma del Seicento. I compositori sono legati tutti alla vita musicale della città papale. Giulio Caccini vi nacque nel 1551 e, trasferitosi successivamente nella Firenze medicea, legò le proprie sorti allo sviluppo della nuova maniera di cantare che già era stato teorizzata all’interno della Camerata de’ Bardi. Le due raccolte Le nuove musiche e Nuove musiche e nuova maniera di scriverle vennero date alle stampe a Firenze rispettivamente nel 1601 e nel 1614 e vanno annoverate tra le opere fondamentali del nuovo stile monodico. Il ferrarese Girolamo Frescobaldi nel 1608 fu nominato organista della Cappella Giulia dal Capitolo di San Pietro, diventando una delle figure di riferimento dell’ambiente musicale romano. Oltre alle sue celeberrime raccolte per strumento a tastiera, quella di Canzoni per “sonare con ogni sorte di strumenti” fu pubblicata a Roma nel 1628. Conosciuto come “Il Tedesco della Tiorba”, Giovanni Girolamo Kapsberger, si trasferì nella città papale intorno al 1605 e lì non solo godette dell’ammirazione e dell’appoggio di numerosi nobili, chierici e intellettuali, ma ascese anche a più alti onori nel corso del pontificato di Urbano VIII Barberini, del quale musicò alcuni testi poetici. I sette libri di Villanelle, canzoni strofiche nelle quali una più semplice struttura armonica consente di porre in risalto l’espressività della melodia e del testo poetico, furono pubblicati tra il 1610 e il 1640. Anche il nome di Stefano Landi è legato al pontificato di Urbano VIII, entrando come cantore della Cappella Sistina nel 1629 e mantenendo poi un rapporto con la famiglia papale. Di grande interesse è il suo “Sant’Alessio”, su libretto di Giulio Rospigliosi e rappresentato nel 1632 al Palazzo Barberini, uno degli esempi più interessanti del nascente oratorio, mentre i suoi sei libri di arie – pubblicati nella seconda e terza decade del secolo – rappresentano un tipo di repertorio più ‘leggero’ ma ugualmente di alto valore espressivo. Vari infine sono gli interventi strumentali (anche estemporanei) di raccordo ai brani vocali – si tratta prevalentemente di estratti da brani di Bernardo Storace e Girolamo Frescobaldi – che in parte serviranno anche come filo conduttore del programma musicale. Giorgio Cerasoli FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 giovedì 17 Luglio ore 21.30 Chiostro di Sant’Oliva Cori ENSEMBLE VOCALE E STRUMENTALE DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA ANTICA CONSERVATORIO O. RESPIGHI LATINA Susanna Coppotelli voce Riccardo Primitivo voce Marco Ottone viola da gamba Marco Lamele flauti dolci e bombarda Daniele Sanna percussioni Matteo Coticoni violone Luca Marconato tiorba e chitarra barocca Giorgio Cerasoli clavicembalo e direzione Vaghezze amorose e follie nel Seicento italiano J. J. Kapsberger Toccata II “Arpeggiata” dal Libro I per Chitarrone Ite sospiri miei, Avrilla mia dal Libro II di Villanelle Alma mia dal Libro III di Villanelle G. Frescobaldi Se l’aura spira dal Libro I di Arie musicali Canzona III a basso solo dal Libro I delle Canzoni G. Caccini Amarilli, Amor ch’attendi da Le Nuove Musiche J. J. Kapsberger Belle ninfe dal Libro II di Villanelle B. Marini Donna che loda il canto di bellissimo giovanetto Alla luna da Scherzi e Canzonette G. Caccini Tu ch’ai le penne da Le Nuove Musiche J. J. KapsbergeR Alla luce dal Libro I di Villanelle S. Landi Alla guerra alla guerra d’amor dal Libro V d’Arie G. Frescobaldi Aria di Passacaglia dal Libro I di Arie musicali Canzona II detta la Bernardinia dal Libro I delle Canzoni S. Landi Passacalli della Vita da Canzonette spirituali 49 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Le sei Sonate a quattro furono composte da Rossini quando aveva 12 anni, nel periodo del suo soggiorno a Ravenna nel 1804. Lo aveva invitato il giovane Agostino Triossi, appassionato contrabbassista autodidatta, con la richiesta di comporre della musica da camera per un organico che comprendesse il suo strumento, oltre che il violino e il violoncello, strumenti dei quali si dilettavano i suoi cugini Luigi e Giovanni Morini. Queste Sonate (che furono poi pubblicate da Ricordi per quartetto d’archi, in modo da favorirne la diffusione) appaiono ancora legate ai modelli italiani, allo schema del concerto con due movimenti veloci che ne incorniciano uno lento, né presentano ancora quella scrittura strumentale elaborata che Rossini maturò dopo l’apprendistato di contrappunto con padre Mattei e dopo lo studio dei quartetti e delle sinfonie di Haydn e Mozart. Ma mostrano già uno humour tipicamente rossiniano, soprattutto nei due movimenti estremi dal carattere virtuosistico e piccante, qualche audacia nelle scelte armoniche, una certa impronta operistica negli assoli, che Rossini affida anche al violoncello e al contrabbasso. Se in questo genere cameristico l’organico è costituito da pianoforte, violino, viola e violoncello, un quintetto per pianoforte e archi prevede normalmente l’aggiunta di un secondo violino. Non è così però nel celebre Quintetto in la maggiore “La Trota”, composto da Schubert tra l’estate del 1819 e l’autunno del 1820, su richiesta di Sylvester Paumgartner che era un buon violoncellista dilettante (a casa di Paumgartner avvenne la prima esecuzione privata alla fine del1819): per affidare una parte melodica al violoncello, ma senza rinunciare al rinforzo dell’armonia, Schubert decise di introdurre il contrabbasso, ottenendo così una dimensione timbrica insolita, accentuata dal frequente impiego melodico del pianoforte che si fonde con le trame dei quattro archi (quindi violino, viola, violoncello, e contrabbasso). Nei cinque movimenti emerge la ricerca di un’espressione libera, il piacere tutto schubertiano del suonare insieme. Il titolo La trota deriva dalle variazioni del quarto movimento (Andantino) basate sul tema del lied Die Forelle, che mostrano una grande inventiva, un’ampia gamma di espressioni, ottenuta ricorrendo anche a passaggi di agilità, soprattutto nel violino e nel pianoforte. Precedono questo movimento un guizzante Allegro vivace, con un primo tema calmo e meditativo, esposto da violino e violoncello, e un secondo tema dal caratte­re danzante; un Andante bipartito in fa maggiore, molto modulante; uno Scherzo breve, fugace, carico di energia. Il quintetto si chiude con un Allegro giusto basato su due temi distinti, su ritmi incalzanti, su ele­menti ungheresi, che trasformano questo finale in una vera e propria esplosione di gioia. Gianluigi Mattietti 50 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Venerdì 18 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta in ricordo di Ursula Holliger Mariana Sirbu violino Diego Massimini violino Aoife Ní Bhriain violino Lucia Zazzaro viola Rocco Filippini violoncello M. Paolo Monopoli violoncello Franco Petracchi contrabbasso Mirela Vedeva contrabbasso Roberto Paruzzo pianoforte G. Rossini Sonata a quattro n. 1 in sol magg. - Moderato - Andantino - Allegro Sonata a quattro n. 2 in la magg. - Allegro - Andantino - Allegro F. Schubert Quintetto per pianoforte e archi op. 114, D 667 “La trota” - Allegro vivace - Andante - Scherzo, Presto. - Andantino, Allegretto - Allegro giusto nelle foto: Mariana Sirbu Diego Massimini Aoife Nì Bhriain Lucia Zazzaro Rocco Filippini Mauro Paolo Monopoli Franco Petracchi Mirela Vedeva Roberto Paruzzo ( Ursula Holliger ha insegnato ai Corsi di Sermoneta per quasi trent’anni. Amava la vita nel Castello, i giovani che vi giungono da ogni parte, e amava il Festival Pontino. Il concerto di questa sera è il saluto degli amici di Sermoneta, che non è solo una città: è un’idea di comunità umana che cresce nell’incontro e nello scambio culturale nella musica, alla cui affermazione nel mondo Ursula Holliger ha contribuito silenziosamente ma in modo significativo. 51 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 i concerti del Festival Pontino di Musica si svolgono regolarmente sia nel castello Caetani di Sermoneta che nell’infermeria del Borgo di Fossanova 52 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 SAbato 19 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta Enrico Pieranunzi pianoforte Concerto Jazz nella foto: Enrico Pieranunzi 53 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 I Duetti per violino e viola K 423 e 424 furono composti da Mozart nell’estate del 1783 a Salisburgo. L’incarico, per la verità, era stato dato precedentemente dall’arcivescovo Hyeronymus a Michael Haydn, fratello minore del più famoso Franz Joseph Haydn, il quale non aveva potuto assolvere all’impegno per ragioni di salute. Sembra che Hyeronimus avesse poi preso dette composizioni per opere di Haydn, somigliando queste stilisticamente ai Quartetti (Paugartner). Ad ogni modo, fu occasione questa per Mozart di valorizzare la viola, strumento che sembrava amare molto: non di rado, nelle sue partiture, vi affidava compiti di notevole rilevanza. La Sonata op. 78 per violino e pianoforte di Brahms è la prima ad essere pubblicata nel 1879. Altri lavori del genere compiuti in precedenza erano stati distrutti dall’autore stesso. Questa Sonata è conosciuta come “Regen-Sonate” ovvero “Sonata della pioggia”, dal momento che nel primo movimento e nel finale viene utilizzato un frammento del tema tratto dal Lied op. 59 n. 3, su testo poetico di Klaus Groth. Tuttavia, già nel secondo movimento non vi è più alcuna allusione al tema della pioggia, a dimostrazione che non si trattava di un lavoro a programma. Lo stesso critico Hanslick, suo sostenitore, riteneva che quella di Brahms non fosse che la reminescenza di un’immagine visiva. Nessun tentativo di descrivere alcunché, dunque. 54 Le Sonate op. 120 nascono originariamente per clarinetto e pianoforte, ispirate dall’amico clarinettista Richard von Mühlfeld, primo clarinetto dell’orchestra ducale di Meiningen, per il quale veva già composto altri lavori cameristici. Era l’estate del 1894 quando Brahms, a Ischl, pose mano a queste due opere. Il contenuto, altamente poetico, non concede nulla al virtuosismo, propende anzi a una sorta di interiorizzazione; come fossero le pagine conclusive di un diario. Nella prima sonata - che qui si propone - perfino l’Allegro appassionato iniziale non ha nulla di tumultuoso; l’Allegretto (terzo movimento) ha carattere pastorale e il finale «Vivace» è costruito nello spirito del rondò. La prima esecuzione delle Sonate avvenne in forma privata a Berchtesgaden, interpretate dallo stesso Mühlfeld e Brahms stesso al pianoforte. Le due composizioni furono conosciute poi ufficialmente a Vienna il 7 gennaio 1895. nelle foto: Mariana Sirbu, Bruno Giuranna, Clara Dutto, Andrei Banciu FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 domenica 20 Luglio ore 21.00 Infermeria Fossanova Mariana Sirbu violino Bruno Giuranna viola Clara Dutto pianoforte Andrei Banciu pianoforte W. A. Mozart Duetto per violino e viola KV 423 - Allegro - Adagio - Rondò (Allegro) J. Brahms Sonata op. 78 n. 1 per violino e pianoforte - Vivace ma non troppo - Adagio - Allegro molto moderato W. A. Mozart Duetto per violino e viola KV 424 - Adagio - Allegro - Andante cantabile - Andante con variazioni J. Brahms Sonata op. 120 n. 1 per viola e pianoforte - Allegro Appassionato - Andante un poco Adagio - Allegretto grazioso - Vivace 55 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Keyboard Charitable Trust “Una squadra di giovani talenti internazionali che non potrebbero essere ascoltati in nessun altro modo” John Leech. La pianista concertista Noretta Conci, studente ed assistente del grande Arturo Benedetti Michelangeli, è stata la prima ispiratrice del Keyboard Trust. Questa Fondazione le è stata dedicata dal marito, John Leech, a lungo testimone degli sforzi che anche i solisti maggiormente dotati si trovano a dover affrontare per poter intraprendere la professione di concertista. Lo scopo principale della Fondazione è proprio quello di fornire ai musicisti le prime opportunità di esibirsi e di essere conosciuti a livello internazionale. Grazie ai vasti contatti a livello internazionale (lei nata in Italia e docente di musica negli Stati Uniti, lui di origine tedesca e fortemente legato ad organizzazioni internazionali, con una carriera nel Commonwealth Development Corporation), la coppia non ha trovato difficoltà ad attivare tutte le proprie conoscenze per aumentare il più possibile le opportunità di far esibire i giovani artisti. Ad oggi la Fondazione conta più di 60 centri in 12 diversi Paesi del mondo e tale numero è continua crescita: aumentano perciò sempre di più le possibilità per i giovani solisti della Fondazione di essere ascoltati e di farsi conoscere da importanti direttori o da altri artisti che ne possono favorire la carriera, mentre la Fondazione a sua volta acquista sempre nuovi amici e allarga il proprio campo di azione globale. Creata nel 1991, la Fondazione riceve un supporto fondamentale grazie ad un concerto di beneficienza tenuto alla Royal Festival Hall nel 1993 da Claudio Abbado (il primo sostenitore del Trust insieme con Alfred Brendel) alla guida della European Community Youth Orchestra e con Evgeny Kissin in veste di solista. Notevole è stato poi il sostegno di Marion Frank e Nicola Bulgari, che hanno permesso alla Fondazione di diventare un effettivo veicolo di sponsorizzazione per 160 giovani talenti emergenti. La Direzione Artistica della Fondazione è attualmente affidata al maestro Leslie Howard e alla dottoressa Elena Vorotko (che si occupa di strumentisti storici) a Londra e a Christopher Axworthy a Roma. A livello regionale, la Fondazione può contare inoltre sul supporto di Moritz von Bredow, consulente pediatrico e scrittore, per quanto riguarda la Germania, di Valentina Lo Surdo, celebre presentatrice radiofonica, per l’Italia, di Caroline von Reitzenstein a New York, nonché dell’amministratrice inglese della Fondazione, Sarah Biggs. Una presenza forte in Italia con già un acclamatissimo festival a L’Aquila, condotto da Guido Barbieri, al quale hanno partecipato tre pianisti provenienti da tre nazioni diverse: Pablo Rossi (Brasile), Mei Yi Foo (Malesia) e Vitaly Pisarenko (Ucraina), con la presenza anche dei Fondatori del Trust. Nel mese di giugno del 2014 John Leech e Noretta Conci sono stati perfino onorati dalla Regina d’Inghilterra con il M.B.E (Members of the Most Excellent Order of the British Empire). I concerti del 23-24-25 luglio sono realizzati in collaborazione con 56 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 mercoledì 23 Luglio ore 21.30 Palazzo Caetani Fondi H. Villa-Lobos Impressoes Seresteiras Pablo Rossi pianoforte F. Liszt 2 Studi da concerto Consolation n.3 S.172 Rapsodia ungherese n. 8 W. A. Mozart Variazioni in fa magg. “Salve tu Domine” F. Chopin 6 Studi op. 10 e op. 25 Andante spianato e Grande Polacca Brillante nella foto: Pablo Rossi 57 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 giovedì 24 Luglio ore 21.30 Palazzo Caetani Fondi Alexander Ullman pianoforte J. S. Bach Preludio e Fuga in do diesis min. Libro I F. J. Haydn Sonata in re magg. Hob. XVI:51 - Andante - Finale. Presto F. Schubert Sonata in la magg. D. 664 - Allegro moderato - Andante - Allegro C. Debussy Studio n. 1 in do magg. Libro I P. Hersant Trois Esquisses Japonaises I. Stravinsky 3 movimenti da Petruchka - Danse russe - Chez Petrouchka - La semaine grasse nella foto: Alexander Ullman 58 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 venerdì 25 Luglio ore 21.30 Palazzo Caetani Fondi Evelyne Berezovsky pianoforte F. J. Haydn Sonata in la magg. Hob XVI:26 - Allegro moderato - Menuet al Rovescio e Trio - Finale. Presto R. Schumann Davidsbündlertänze op. 6 Diciotto pezzi caratteristici per pianoforte S. Rachmaninov Variazioni su un tema di Corelli op. 42 Momento musicale op. 16 n. 2 nella foto: Evelyne Berezovsky 59 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Libretto di Johann Philipp Praetorius ispirato al libretto di Pietro Pariati per Gli intermezzi comici musicali del Pimpinone di Tomaso Albinoni Prima esecuzione: 27 Settembre 1725 Theater am Gänsemarkt, Hamburg Direttore musicale: Jan Willem de Vriend Ideazione e scenografia: Eva Buchmann cast Pimpinone, Marc Pantus basso Vespetta, Marina Zyatkova soprano quentemente fuori e si diverte mentre Pimpinone se ne sta seduto in cucina, prepara il pollo e lava i piatti. L’intermezzo giocoso in tre atti di Telemann ebbe la sua prima esecuzione nel 1725 ad Amburgo. In occasione dell’odierna rappresentazione italiana, la regista Eva Buchmann ha pensato a un’ambientazione del tutto suggestiva in cui il pubblico sarà disposto vicino ai musicisti e agli attori, come facente parte della scena stessa. La piacevole atmosfera, l’esuberanza dei musicisti, il bel canto e recitazione dei cantanti, i colori e i profumi della cucina contribuiranno a creare la magia di una perfetta serata italiana. Federica Nardacci The Amsterdam Consort prima esecuzione italiana in tempi moderni Pimpinone Nato nel XVIII secolo in seno alle riforme del teatro d’opera, l’intermezzo è una breve azione scenica di carattere comico che veniva rappresentato tra un atto e l’altro di un’opera seria. Gli equivoci, i travestimenti, i tradimenti, la goffaggine dei servitori, l’ingenuità di vecchi nobiluomini raggirati da giovani e scaltre governanti: sono questi i principali tòpoi di commedie musicali la cui caratteristica era la brevità (talvolta anche in un solo atto) e l’esiguità dei personaggi (in genere due personaggi principali e uno “muto”, per lo più un servitore). Tra gli esempi più illustri della storia della musica troviamo La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi – intermezzo all’opera seria Il prigioniero superbo, dello stesso compositore – in cui un ricco e attempato signore di nome Uberto ha al suo servizio la giovane e furba Serpina che, approfittando della bontà del suo padrone, attraverso un inganno lo costringe a sposarla, diventando finalmente padrona. Piuttosto simile a questa è la storia di Pimpinone, benestante borghese senza moglie con a servizio una ragazza carina e intelligente (Vespetta), ma insoddisfatta della propria condizione sociale, al punto da voler cambiare vita. Così come Serpina, Vespetta riesce a sposare il suo signore prendendo il controllo su di lui e sul suo denaro. Va fre60 nelle foto: Jan Willem de Vriend, direttore Eva Buchmann, regista Marina Zyatkova, soprano Marc Pantus, basso FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 SAbato 26 Luglio ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta THE AMSTERDAM CONSORT Marc Pantus basso Marina Zyatkova soprano Jan Willem de Vriend direttore Eva Buchmann regia G. Ph. Telemann Pimpinone - intermezzo giocoso in tre atti (con sorpresa) 61 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 “Il concerto è l’ideale del Barocco e il Barocco si chiuderà proprio quando saranno definitivamente fissate le forme in cui quel modulo stilistico si può articolare: concerto solistico, sonata, quartetto, sinfonia” (Alberto Basso). È nel periodo Barocco, infatti, che le principali forme musicali vengono a costituirsi e definirsi. Quanto al termine Concerto, già nel Cinquecento veniva utilizzato con due diverse accezioni, secondo il significato latino: la prima è concertatum (dal verbo concertare, cioè combattere, gareggiare) e la seconda è consertum (dal verbo conserere, traducibile con intrecciare, annodare, ma anche contrastare). Il teorico tedesco Michael Praetorius, nel suo Syntagma musicum del 1619, sostenne l’etimologia che dava l’idea del combattimento, dello scontro tra due entità strumentali distinte, sia per numero che per sonorità. Da qui i vari tipi di concerto applicati: “concerto grosso”, che prevede un piccolo organico (per lo più formato da due violini. violoncello e basso continuo) che si contrappone al “grosso” orchestrale; il “concerto solistico” che prevede uno strumento solista (in origine, preminentemente il violino o il flauto) in contrapposizione all’orchestra; “concerto di gruppo” in cui due gruppi orchestrali paritetici si pongono in rapporto dialogico. Quest’ultimo tipo di concerto sarà l’embrione da cui nascerà la sinfonia propriamente detta. Così pure la Sonata, che in epoca rinascimentale alludeva al significato del participio passato di “suonare” ovvero musica “da suonare” e non “da cantare”, diventa una forma ben strutturata, dividendosi nel genere “da camera” e “da chiesa”. Altra forma che nel Barocco trova il suo apice e, al tempo stesso, la sua consumazione è la Suite, costituita da un insieme di danze, retaggio della tradizione cortigiana del Rinascimento. Si propongo in questa sede alcuni degli esempi più interessanti che la storia della musica possa offrire. A partire da J. S. Bach – che dei vari generi musicali indicati può dirsi il principale compositore – fino a Wassenaer, Shemelzer, virtuoso del violino, le cui Sonate influenzarono anche lo stile compositivo di Biber. nelle foto: The Amsterdam Consort 62 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 domenica 27 Luglio ore 19.30 Infermeria Fossanova THE AMSTERDAM CONSORT Jan Willem de Vriend direttore T. Albinoni Concerto n. 2 in sol min. per 2 oboi, fagotto e archi Allegro - Adagio – Allegro U. W. Van Wassenaer Concerto n. 1 in sol magg. da 6 Concerti Armonici di J. Heinrich Grave - Allegro - Un poco Andante - Allegro J. H. Schmelzer Sonata a sei n. 4 da Sacro Profanus Concentus Musicus H. I. F. Biber Sonata “Jucunda” in re magg. J. S. Bach Suite per orchestra n. 1 in do magg. BWV 1066 Ouverture - Corrente - Gavotta I e II - Furlana - Minuetto I e II - Bourré I e II - Passepied I e II 63 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 Da anni, ormai, La Fondazione Campus Internazionale di Musica, con l’intento di promuovere i giovani talenti, ha avviato un rapporto di collaborazione con il Conservatorio di Musica Ottorino Respighi di Latina, luogo deputato, appunto, all’Alta Formazione; luogo in cui i giovani maturano le proprie esperienze artistiche in attesa di poterle portare all’esterno. Anche quest’anno, dunque, il Festival Pontino ospita nel proprio cartellone, accanto ai grandi nomi di artisti internazionali, le eccellenze del Conservatorio, in un’ottica assoluta di crescita. L’esperienza collaborativa ha portato fino ad oggi – anche grazie al direttore Paolo Rotili – risultati piuttosto lusinghieri, realizzando una stagione sinfonica (Un’Orchestra a Teatro) di un certo riguardo, che ha visto protagonisti i giovani allievi, i docenti e ospiti solisti di gran lustro. nelle foto: Luca Gliozzi Alessandro Viale e Rebecca Raimondi 64 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 lunedì 28 Luglio ore 21.00 Scuderie Castello Caetani Sermoneta Luca Gliozzi pianoforte R. Schumann Kinderszenen op. 15 - Da paesi e uomini stranieri - Curiosa istoria - A rincorrersi - Fanciullo che supplica - Quasi felice - Avvenimento importante - Sogno - Al camino - Sul cavallo di legno - Quasi troppo serio - Bau-Bau - Bambino che s’addormenta - Il poeta parla C. Debussy Jardins sous la pluie da Estampes G. Gershwin Three Preludes Rebecca Raimondi violino Alessandro Viale pianoforte L. van Beethoven Sonata op. 24 “La Primavera” - Allegro - Adagio molto espressivo - Scherzo. Allegro molto - Rondò. Allegro ma non troppo W. A. Mozart Sonata n. 304 - Allegro - Tempo di Minuetto in collaborazione con Conservatorio Ottorino Respighi di Latina 65 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 EDIZIONE i concerti del 50° Festival Pontino di Musica si svolgono a Sermoneta, Fossanova, Cori Fondi, Valvisciolo 66 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 SABATO 2 AGOSTO ore 21.00 Castello Caetani Sermoneta ArDuo Antonello Salis Concerto Jazz pianoforte e fisarmonica Stefano Cocco Cantini sax tenore e soprano nelle foto: Antonello Salis e Stefano Cocco Cantini 67 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 È stata riconosciuta nella musica da camera di Schumann, e quindi nei tre Trii per violino, violoncello e pianoforte op. 63, op. 80 e op. 110 – oltre che nella produzione liederistica, naturalmente – una particolare rivelazione dell’identità artistica del compositore, la manifestazione della sua cifra stilistica, in tutti quei tratti tipicamente romantici. D’altra parte, Schumann, del Romanticismo era stato uno dei massimi rappresentanti, dibattendo ampiamente sul significato della musica e sulle sue proprietà semantiche. Il Trio in re minore risale al giugno del 1847, quando l’artista si era trasferito a Dresda: «In questi ultimi tempi – scrive in una lettera all’amico Killer – ho scritto un Trio in re minore, di cui diverse parti mi piacciono molto. Quando ci vedremo lo sentirai insieme ad un altro più vecchio che ho scritto qualche anno fa, in la minore, e a quello della mia Clara». Pubblicato per la prima volta nel 1846, il Trio D897 di Schubert è conosciuto con il titolo apocrifo di “Nocturne”. In realtà questo non sembrerebbe comparire nell’autografo né ci sarebbero testimonianze di una volontà dell’autore in questo senso. Fu composto probabilmente alla fine del 1827 o nel 1828, pensato probabilmente per un lavoro di più vaste dimensioni. Si tratta di un Adagio perfettamente compiuto e che ben si coniuga al lirismo tipicamente schubertiano delle tarde composizioni cameristiche. «Il carattere – scrive Sergio Sablich – è quello di una fantasia libera nelle sue divagazioni, aperta da una introduzione di forte tensione espressiva (all’indicazione di tempo, Adagio, si aggiunge qui la specificazione appassionato) tutta giocata su un tema ascendente degli archi sostenuto da misteriosi accordi arpeggiati del pianoforte: ambientazione che può far pensare in ottica romantica a una atmosfera notturna». Il Trio in la minore di Ravel (1914) ebbe la sua prima esecuzione nel gennaio 1915 alla Salle Gaveau di Parigi con Alfredo Casella al pianoforte, Georges Enesco al violino e Feuillard al violoncello. Benché il lavoro trovò immediato favore del pubblico, qualcuno volle osservare un certo 68 richiamo allo stile classico della musica francese, facendo particolare riferimento all’introduzione del tema della passacaglia. In realtà il classicismo di Ravel rappresentava in quel contesto una certa libertà creativa, che non si voltava nostalgicamente indietro, ma utilizzava elementi del passato per elaborare un novo linguaggio. «Come sempre in Ravel – scrive Giorgio Pestelli – grandi difficoltà e complessità di scrittura si ritiranodi fronte al risultato di una chiarezza immacolata, dove elementi ritmici irregolari (in quel tempo Ravel lavorava a una Rapsodia su temi baschi rimasta incompiuta) e perfezione formale («È nello stile di Saint-Saëns», diceva Ravel) si fondono in un miracoloso equilibrio. Il primo tema, pianissimo, con il suo gioco fra malinconico e ironizzato, ci trasporta di colpo in una regione lontana da ogni peso o fatica; sensazione preservata per tutta l’opera, passando per i temi divincolati del Pantoum (schema metrico della poesia malese), la Passacaille, con la sua malinconia vagabonda, e quel Final che non ha eguali per la sensazione di una stanza sùbito invasa d’aria e di luce. Ogni strumento ha qualcosa di suo da dire, fin nell’unicità della singola nota; ma uniti si stenta a credere siano solo in tre, quando la mano straordinaria di Ravel sembra produrre il sinfonico fluire di un’intera orchestra». nella foto: Trio Magritte FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 domenica 3 AGOSTO ore 19.30 Infermeria Fossanova TRIO MAGRITTE Yulia Berinskaya violino Relja Lukic violoncello Emanuela Piemonti pianoforte R. Schumann Trio in re min. op. 63 - Con energia e passione - Vivace, ma non troppo in fretta. Trio - Lentamente, con profondo sentimento. In movimento - Con fuoco F. Schubert Adagio “Notturno” op. postuma D 897 M. Ravel Trio in la - Moderato - Pantoum (sufficientemente luminoso) - Passacaglia (molto ampia) - Finale (animato) 69 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 > 70 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 ALESSANDRA MARIA AMMARA ha intrapreso la carriera concertistica grazie ai premi conseguiti in alcuni importanti concorsi internazionali (“G. B. Viotti” di Vercelli, “J. Iturbi” di Valencia, Casagrande a Terni, “Esther Honens” a Calgary). Ha suonato nelle principali sale europee: Musikverein di Vienna, Festspielhaus di Salisburgo, Philharmonie di Berlino, Musikhalle di Amburgo, Salle Cortot di Parigi, Concertgebouw di Amsterdam, e in Cina, Hong Kong, Stati Uniti, Canada, Sud Africa, Brasile, sia come solista che con orchestra (Wiener Symphoniker, Berliner Symphoniker, Orchestra Sinfonica della Rai, Pomeriggi Musicali, Calgary Philharmonic, Cape Town Philharmonic) con direttori quali Fabio Luisi, Georg Pehlivanian, Roberto Minczuk, Bernard Labadie.Ha collaborato con interpreti come Rocco Filippini, Anton Kuerti, Alban Gerhardt, il Quartetto Takacs, il Quartetto Sine Nomine. Dal 1999 suona regolarmente in duo pianistico con il marito Roberto Prosseda.Ha inciso per l’etichetta canadese Arktos musiche di Debussy, Skrijabin e Chopin. Ha inoltre registrato le Polacche di Chopin nell’ambito dell’integrale chopiniana pubblicata dalla Brilliant Classics. Dal 2008 incide per la Arts, etichetta con cui ha realizzato cinque CD, dedicati a Chopin (4 Ballate), Schumann (Carnaval, Davidsbündlertänze, Album per la Gioventù), Scelsi (Preludi), Ravel (Miroirs, Gaspard de la Nuit), tutti premiati come “Best of the Month” da varie riviste specializzate inglesi e americane. Nel 2013 ha inoltre inciso il primo CD in commercio dedicato alla musica di Roffredo Caetani, per Brilliant Classics.Il suo repertorio comprende tutti gli Studi, le Polacche, le Ballate, le Mazurke e i Preludi di Chopin, molti programmi monografici dedicati a Schumann, Scriabin, Fauré, Debussy, Ravel, Busoni. Si è recentemente dedicata alla riscoperta di autori come Roslavetz, Mijaskovsky e Giacinto Scelsi. THE AMSTERDAM CONSORT svolge attività in Olanda dove si esibisce circa cinque volte a stagione. Jan Willem de Vriend è il direttore artistico e conduce l’ensemble come violinista e violista. A seconda del programma l’Amsterdam Consort è composto da nove fino a venti musicisti. I Concerti e le opere sono le principali attività del Amsterdam Consort. Oltre ad opere note, i programmi del Consort includono lavori poco conosciuti e disponibili solo in manoscritto. I musicisti si conoscono da molti anni e suonano insieme in diversi ensemble e orchestre. Essi amano suonare in The Consort Amsterdam perche condividono la stessa idea di esecuzione musicale, di creare un’atmosfera stimolante e di dare ai loro lavori un contesto particolare. La passione comune per la musica e la cultura, in particolare quella mediterranea, e l’eccellente qualità dei musicisti da luogo a prestazioni vivaci e di ispirazione. JAN WILLEM DE VRIEND primo violino in diversi ensemble orchestrali ha diretto molte orchestre europee ed internazionali, in Olanda, Svizzera, Austria, Italia, Germania, Svezia, Cina e Australia. E’ regolarmente ospite della Royal Concertgebouw Orchestra e dal 2012 direttore stabile della Residentie Orchestra dell’Aia. Dal 2006 é direttore principale della Netherlands Symphony Orchestra. Negli ultimi 20 anni la direzione operistica ha assunto un ruolo importante nella sua carriera: ha diretto Combattimento Consort Amsterdam in opere sconosciute di Gassmann, Rameau, Heinchen e Haydn, e di opere note di compositori come Monteverdi, Handel, Rossini e Mozart. Per l’Opera House di Lucerna, Strasburgo, Barcellona e Enschede ha diretto Handel, Mozart, Verdi, Strauss ed altri. Nel 2012 Jan Willem de Vriend è stato vincitore del Dutch Radio 4 Prize, premio assegnato ogni anno ad un musicista (ensemble o istituzione) che si è distinto nella promozione della musica classica ad un ampio pubblico di ascoltatori. EVA BUCHMANN nata a Zurigo ha completato gli studi di violoncello alla Hochschule für Musik in Svizzera. L’interesse nella musica del 17°and 18°secolo l’ha spinta a dare ai concerti un fascino teatrale. Ha studiato terapia e psicologia musicale e ha collaborato per diversi anni con una clinica pscichiatrica di Amsterdam. In 2001 ha debuttato come direttore nella rappresentazione semiscenica del Die Fledermaus di J. Strauss al Royal Concertgebouw di Amsterdam. Da allora la sua carriera ha avuto un rapido sviluppo: la produzione include rappresentazioni al Stanislavsky Theater di Mosca, Haus für Mozart di Salisburgo, l’Opera di Cracovia, festivals in Leipzig, Carmel, Malta e Amsterdam. Famose anche le sue produzioni in luoghi insoliti come fabbriche, palazzi, hotels e all’aperto. Dal 2011 l’Opera di Saint Moritz affida ad Eva Buchmann la messa in scena del Don Giovanni, Le Nozze di Figaro e Anna Bolena. Nell’estate del 2014 e 2015 curerà la scenografia di La Gazetta di Rossini e Cosi fan tutte di Mozart a Basilea e Sankt Moritz. Il suo repertorio comprende opere del XVII e XVIII secolo, ma anche opere di Verdi, Donizetti, Mascagni e Stravinskij. La psicologia è ciò che più le interessa in fase di regia; l’uso di costumi, paesaggi, oggetti e la caratterizzazione dei personaggi come modelli di comportamento sottili e riconoscibili nella vita quotidiana conferiscono al suo stile teatrale un aspetto realistico. 71 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 MARC PANTUS è stato apprezzato dalla stampa nazionale olandese per la sua interpretazione del ruolo di primo piano in Le Roi Pausole di Honegger. In questa stagione ha cantato il Messiah di Handel, Elijah di Mendelssohn, ed eseguito l’opera di Rossini Il Turco in Italia con il Netherland Wind Ensemble. La carriera di Marc ha incluso molti assoli di cantate di Bach. Si è esibito come solista con la Royal Philharmonic Orchestra, la Rotterdam Philharmonic Orchestra, Schoenberg Ensemble, ASKO Ensemble, Utrecht Baroque Consort, Netherlands Bach Society, lavorando con registi come Kenneth Montgomery, Edo de Waart, Reinbert de Leeuw, Paul McCreesh e Jos van Veldhoven. Con la sua compagnia I Piccoli Olandesi, Marc ha eseguito una serie di opere comiche barocche acclamate dalla critica, tra gli altri Terremoto, Farfalletta e Lirone da Francesco Conti. Con l’Utrecht Baroque Consort, ha cantato il ruolo di Sancho Panza a Conti Don Chisciotte in Sierra Morena e il ruolo di Don Quichotte a Telemann Don Quichotte auf der Hochzeit des Camacho. Marc ha registrato la versione olandese della Passione secondo Matteo di Bach (Cristo) per la DGG con Residentie Orkest sotto la direzione di Jos Vermunt, e appare sulle registrazioni di Mozart La Clemenza di Tito (Publio) e di Galliard Pan & Syrinx (Pan), entrambi con Musica annuncio Rhenum sotto la direzione di Jed Wentz. Ha studiato con Udo Reinemann e Meinard Kraak presso la Utrecht Conservatory of Music e il Royal Conservatory dell’Aja. Ha ricevuto una borsa di studio presso l’Istituto Steans per Giovani Artisti a Chicago, dove ha studiato con Thomas Allen, Christa Ludwig, Barbara Bonney, Elisabeth Söderström e Roger Vignoles. MARINA ZYATKOVA nasce in Russia il 1° maggio del 1981, dove studia presso la Corale Accademia di Mosca con Svetlana Nesterenko. Dal 2004 al 2006 è membro dell’Opera Studio Nederland di Amsterdam dove debutta in numerosi ruoli fra i quali Pamina in Die Zauberflöte e Nitocris in Belsazar. Ha inoltre interpretato Giannetta nell Elisir d’amore all’Opera di Montecarlo, Pedro in Don Quichotte (Concertgebouw Amsterdam) e, nell’opera Ayodhya scritta dal compositore tailandese Somtow Suchritkul, il ruolo di Golden Deer creato espressamente per lei (prima Mondiale a Bangkok, il 16 novembre 2006); a seguire, è stata Adima (Opera de Loulon), La Bergere e La Chauve-Souris ne Lenfant et les sortileges (ZaterdagMatinee, Concertgebouw Amsterdan), Giulia nella Scala di seta (Rossini Festival in Bad Wildbad), Despina in Cosi fan tutte (De Nederlandse Opera Amsterdan) e Waldfogel nel Siegfried) di Wagner sotto la direzione di Zubin Mehta presso il Palazzo delle Arti di Valencia per il secondo Festival del 72 Mediterraneo, incidendo il dvd per la Unitel-Classica. Con grande successo ha interpretato Susanna nelle Nozze di Figaro al St. Moritz Opera Festival 2010 il ruolo di Oscar in un Ballo in Maschera all’Opera Royal de Wallonie di Liege sotto la direzione di Massimo Zanetti. Nel repertorio oratoriale ha cantato in numerosi concerti con prestigiosi ensemble europei: la Passione Secondo Matteo di J. S. Bach presso il Concertgebow di Amsterdam, la Messa dell’incoronazione di Mozart all’Oldenburg Festival, il Requiem di Mozart con i Virtuosi di Mosca sotto la direzione di Vladimir Spivakov, lo Stabat Mater di Pergolesi e lo Stabat Mater di Dvořàk presso il Regio Chor di Basilea, lo Stabat Mater di Alessandro Scarlatti nell’ambito del Palace lnternational Festival di Musica di St. Pietroburgo. È stata vincitrice del Concorso Internazionale di Marsiglia nel 2005 e di Strasburgo nel 2007. ANDEI BANCIU nato nel 1985 a Timisoara (Romania) ha studiato pianoforte nella sua città natale continuando a Berlino, con il Prof. Klaus Hellwig e alla Hochschule für Musik “Hanns Eisler” con il Prof. Fabio Bidini. Si è perfezionato con Wolfram Rieger, Paul Badura-Skoda, Pascal Devoyon, Rainer Becker, Karl-Heinz Kämmerling, Jacques Rouvier, Tamas Vesmas e Mennahem Pressler e ha frequentato corsi di musicologia all’università di Lipsia. Giovanissimo è stato premiato in numerosi concorsi nazionali e internazionali. Nel 2002 ha partecipato ai corsi di musica da camera Musica Mundi e al “Festival in Belgium” dove ha incontrato il Trio d’archi Jacques Thibaud di Berlino, con cui ha suonato successivamente in Germania e negli Stati Uniti. Dal 2010 in poi, è stato invitato ad insegnare musica da camera ai Corsi Musica Mundi e Festival in Belgium, dove è apparso anche come solista con l’Orchestra del Festival sotto la direzione di Maxim Vengerov nel 2012 e con la Brussels Chamber Orchestra diretta da Leonid Kerbel. Come musicista da camera si è esibito con il violinista Leonard Schreiber nei Paesi Bassi, in Belgio, nella Maison de Radio France di Parigi e la Royal Festival Hall di Londra; in Italia con la violinista Ioana Cristina Goicea, con il tenore Christian Schleicher. Dal 2010 è pianista e membro fondatore del Jacques Thibaud Ensemble, con cui si è esibito in numerose occasioni in Germania e nei Paesi Bassi. Dal 2012 è pianista accompagnatore della classe di violino di Mariana Sirbu alla Hochschule für Musik und Theater “Felix Mendelssohn Bartholdy” di Lipsia. Nel 2012 ha registrato i trii per pianoforte del compositore francese Alexis de Castillon, insieme con il violinista Madeleine Easton e il violoncellista Elena Andreyev. I suoi concerti sono stati trasmessi su Bayerischer Rundfunk, Radio France e Radio 4 Paesi Bassi. FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 MICHEL BELLAVANCE di nazionalità svizzera canadese, è professore di flauto al conservatorio di Ginevra (Hen Svizzera). I suoi impegni lavorativi lo hanno portato su tutti i continenti sia come docente, ospite dei migliori istituti professionali musicali, e come solista in tournée con diverse orchestre. Il suo repertorio discografico è molto vario e include ampiamente anche opere contemporanee. Ha studiato a Parigi, Ginevra, Zurigo e San Francisco con i maestri Aurèle Nicolet, Patrick Gallois, Maxence Larrieu e Paul Renzi. MARIA GRAZIA BELLOCCHIO ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano con Antonio Beltrami e Chiaralberta Pastorelli, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore, e ha proseguito gli studi alla Hochschule di Berna con Karl Engel e a Milano con Franco Gei. Nelle sue prime apparizioni in pubblico ha eseguito il Concerto di Scriabin con l’Orchestra della RAI di Milano e il Primo Concerto di Beethoven con l’Orchestra del Conservatorio di Milano e l’Orchestra Sinfonica Siciliana, e Les Noces di Strawinsky al Teatro Comunale di Bologna. Suona regolarmente per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere. Il suo repertorio spazia da Bach ai giovani compositori contemporanei. Collabora stabilmente con il Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli regolarmente presente nei maggiori festival italiani ed europei. Ha inciso CD per Ricordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Mauro Cardi, Giulio Castagnoli, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Matteo Franceschini, Stefano Gervasoni. Insegna pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Donizetti” di Bergamo e tiene regolarmente corsi di perfezionamento pianistico dedicati al repertorio classico e contemporaneo. EVELYNE BEREZOVSKY nata a Mosca nel 1991, ha incominciato a suonare il pianoforte a 5 anni. Ha iniziato i suoi studi alla Purcell School of Music, continuando alla Royal Academy of Music a Londra e poi al Conservatorio di Mosca con Elisso Virsaladze. Ha debuttato a 7 anni a Londra, suonando successivamente nelle sale più importanti d’Inghilterra (Wigmore Hall, South Bank Centre, St John’s Smith Square, St Martin-in-the-Fields, Leighton House e Chopin Society), nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca ed in Germania, Francia (compreso il prestigioso Festival pianistico La Roque d’Anthéron), Olanda, Norvegia e Giappone. Ha debuttato con l’orchestra da solista a 11 anni. Ha collaborato con il padre, Boris Berezovsky, nel Concerto Doppio di Mozart con l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Olanda diretta da Jaap van Szweden, ripetuto al Mozart Festival di Tokyo con i Tokyo Mozart Players. Ha suonato i Concerti Doppi e Tripli di Mozart nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca con il padre Boris ed Ekaterina Derzhavina, e anche il Concerto per pianoforte n. 2 di Beethoven con la London Musical Arts Orchestra. Si è esibita con Orchestra sia a St Martin-in-the-Fields che St Jude’s a Londra con il Primo Concerto di Mendelssohn. Ha partecipato alle masterclasses di Andras Schiff con il Concerto No. 2 di Beethoven, ai Corsi pianistici di Elisso Virsaladze a Sermoneta ed alle masterclasses di Pascal Devoyon al Festival Internazionale MusicAlp a Courchevel in Francia, dove è stata selezionata per suonare il concerto finale. Recentemente ha tenuto concerti al Winchester College, Winchfield Festival, il Konzerthaus di Berlino ed il Museo für Kunst und Gewerbe di Amburgo. A gennaio è tornata da una tournée in Giappone, e più recentemente, da una tournée del Keyboard Trust in America, con concerti al Festival Theater di Lorin Maazel in Virginia, nel Delaware e alla Steinway Hall di New York. STEFANO COCCO CANTINI definito dalla rivista americana Down Beat – una delle più importanti del settore – tra i più grandi interpreti di sax soprano del momento, ha iniziato la sua carriera negli anni ’70 collaborando con artisti come Chet Baker, Manhù Roche, Michel Petrucciani, Kenny Wheeler; con gli italiani Luca Flores, Ares Tavolazzi, Roberto Gatto, Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Danilo Rea, Enrico Rava, Stefano Bollani e molti altri. Sono note le sue collaborazioni nell’ambito della musica leggera che lo hanno visto accanto a Phil Collins, Raf, Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Ray Charles, come pure quelle in ambito cinematografico (è suo il sassofono solista del film Stregati di Nuti, che ha vinto il “Nastro d’Argento” di Taormina). Oltre al cinema, anche il teatro è stato fonte di interessanti esperienze: ha composto ed eseguito brani in spettacoli teatrali con Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Paolo Haendel, Davide Riondino e altri. Con Antonello Salis, tra le varie occasioni di incontro, ha collaborato nel 2003 ad un progetto di Raffaello Pareti, realizzando una produzione del Grey Cat Festival (di cui è direttore artistico). Del tutto singolare è il suo interesse per l’archeologia che lo ha portato negli ultimi anni a compiere degli studi scientifici sulla musica etrusca e sul funzionamento di alcuni strumenti a fiato, reperti di scavi archeologici. I risultati delle ricerche, oltre ad essere pubblicati con la sovraintendenza ai Beni Culturali della Regione Toscana, sono stati oggetto recentemente di una puntata di Leonardo del TGR Rai di cui Cantini è stato ospite. 73 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 FRANCESCA CARTA ha studiato pianoforte presso il Conservatorio G. P. da Palestrina di Cagliari e si è perfezionata con Aldo Ciccolini. Collabora con illustri strumentisti e viene regolarmente invitata a tenere Master Classes e in giuria per Concorsi Nazionali ed Internazionali. Ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche e discografiche. Dal 1993 al 2002 è stata pianista assistente presso il Conservatoire National Superieur de Musique de Paris e all’Ecole Normale de Musique de Paris. Attualmente insegna Pianoforte presso il Conservatorio G. P. da Palestrina di Cagliari. di nuove commissioni, tra cui opere di Joe Cutler, Huw Watkins, Pavel Zemek Novák, Edward Rushton e Colin Matthews. Il 2013, anno del 30° anniversario, è iniziato con un tour di grande successo negli Stati Uniti, che comprendeva concerti a Philadelphia, Florida, Oregon e California, sono seguiti concerti a Londra e una seconda visita al George Enescu Festival di Bucarest, l’inizio del sesto anno di una residenza al Birmingham Conservatoire e una performance al Bath Festival Mozart. Nel biennio 2014/15, l’Ensemble tornerà in Olanda, Italia, Bermuda e Stati Uniti. CLARA DUTTO nata Cuneo, ha studiato pianoforte nel Conservatorio della sua città diplomandosi nel 1997 con il massimo dei voti. Ha poi proseguito la propria formazione perfezionandosi con Bruno Canino, Franco Scala, Giovanni Valentini e Andrea Lucchesini. Sin da giovanissima si è dedicata allo studio del repertorio cameristico, seguendo le masterclass di Pier Narciso Masi, dell’Altenberg Trio Wien e del Trio Debussy. Premiata ai Concorsi di Pinerolo, Bordighera, Ravenna, Racconigi, svolge attività concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche. Ha suonato in tutta Italia con vivo successo per importanti Associazioni e Festival (Festival Pontino, Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, Orchestra Filarmonica di Torino, Amici Nuovo Carlo Felice, Agimus, Festival delle Alpi Marittime, Festival di Musica da Camera “Città di Lucca”). Nel 1999 ha conseguito il diploma in Didattica della Musica con il massimo dei voti presso il Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo e, l’anno successivo, la laurea a pieni voti in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino. ENSEMBLE VOCALE E STRUMENTALE DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA ANTICA nasce all’interno del corso di Musica d’insieme per voci e strumenti antichi, istituito nell’ambito dei corsi accademici del Conservatorio “O. Respighi” di Latina e tenuto da diversi anni dal M° Giorgio Cerasoli. L’attività di studio è incentrata sul repertorio d’insieme, vocale e strumentale, dei secoli XVI, XVII e XVIII, un repertorio estremamente ricco e vario, nel quale spiccano compositori italiani quali Claudio Monteverdi, Giulio Caccini, Girolamo Frescobaldi, per i programmi incentrati sul ‘600, e Antonio Vivaldi e Giovanni Battista Pergolesi, per quelli dedicati al ‘700. Gli organici partono dal duo o trio ma possono arrivare a coinvolgere anche una decina di musicisti, avvalendosi anche di collaborazione esterne per quegli strumenti che ancora non sono presenti in Conservatorio. Attualmente all’attività dell’ensemble partecipano allievi ed ex allievi che hanno frequentato il corso negli scorsi anni. Oltre ai concerti tenuti nelle ultime due edizioni della rassegna estiva a Villa d’Este a Tivoli, l’ensemble è stato protagonista di importanti appuntamenti nello scorso Early Music Festival (che si è tenuto in Conservatorio lo scorso novembre) e, più recentemente, all’interno della rassegna Suona Palazzo Suona, svoltasi a Roma a Palazzo Braschi. ENSEMBLE SCHUBERT è accreditato fra le principali formazioni per archi e pianoforte fin dal suo primo concerto. Dando oltre cinquanta concerti l’anno, l’Ensemble si è esibito in oltre quaranta Paesi diversi, ha ricevuto più di 80 commissioni e registrato oltre 30 CD, molto apprezzati dalla critica. Nel 1998 l’apporto dell’Ensemble alla vita musicale britannica è stato riconosciuto dalla Royal Philharmonic Society che lo ha proposto per il Best Ensemble Award Camera, per il quale è stato finalista nel 2010. Negli ultimi anni l’Ensemble è stato impegnato con concerti in Repubblica Ceca, Romania, Norvegia, Gibilterra, Spagna, Olanda, Canada e Stati Uniti, nonché prime visite in Cina, Bermuda e gli Emirati Arabi Uniti. L’Ensemble ha inciso per l’etichetta Chandos opere di Martinu, Fauré, Enescu e Dvořák, ricevendo critiche molto positive. Il disco Dvořák e il più recente dei due dischi Enescu sono stati scelti come disco del mese da parte del BBC Music Magazine. Gli ultimi anni hanno visto un susseguirsi 74 GIORGIO CERASOLI nato a Roma nel 1960, titolare dal 1990 della cattedra di clavicembalo e strumenti affini (clavicordo e fortepiano) presso il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste, ricopre dal 2006 lo stesso incarico presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina, dove cura anche la musica d’insieme per voci e strumenti antichi. Diplomato in pianoforte e in organo presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, ha iniziato gli studi clavicembalistici con Ferruccio Vignanelli, diplomandosi presso il Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia; ha quindi studiato con Kenneth Gilbert al Mozarteum di Salisburgo, dove si è diplomato col massimo dei voti e la lode, conseguendo il titolo accademico di Magister Artium. Dal 1981 svolge attività concertistica come clavicembalista e organista, sia come solista FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 che in diverse formazioni cameristiche. Giornalista pubblicista, collabora con varie testate e con la Rai. ROCCO FILIPPINI è nato a Lugano in una famiglia di artisti. Compiuti gli studi sotto la guida di Pierre Fournier, ha vinto nel 1964 il Concorso Internazionale di Ginevra, iniziando subito dopo la sua carriera. Ha dato centinaia di concerti nei principali centri musicali d’Europa, delle due Americhe, del Giappone e dell’Australia, ospite della più grandi sale (La Scala di Milano, l’Albert Hall e il Festival Hall di Londra, il Théâtre des Champs Elysées di Parigi, la Filarmonica di Berlino, il Musikverein e il Konzerthaus di Vienna, l’Herkules Saal di Monaco, il Concertgebouw di Amsterdam, la Carnegie Hall e il Lincoln Center di New York, l’Opera House di Sydney, il Teatro Colon di Buenos Aires, etc) e di famosi festivals (Lucerna, Spoleto, Salisburgo, Marlboro dove è stato invitato ripetutamente da Rudolf Serkin, Edimburgo, Stresa, Pesaro, Newport, Gerusalemme, Ravenna, Helsinki). Svolge un’intensa attività discografica. Nel 1968 ha fondato il Trio di Milano e, più recentemente, il Quartetto Accardo. Suona in duo con il pianista Michele Campanella. Nella musica da camera collabora da anni con alcuni tra i più grandi concertisti del nostro tempo. In tempi recenti, ha intensificato la sua attività di direttore d’orchestra, alla testa di alcune delle principali orchestre italiane. È accademico di Santa Cecilia. Docente di violoncello presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dal 2003 tiene la classe di musica da camera ai corsi di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia. Ha inoltre dato vita nel 1985 ai corsi dell’Accademia Stauffer di Cremona. Già membro della facoltà dell’Academy of the European Mozart Foundation diretta da Sandor Végh, tiene numerosissimi corsi di perfezionamento tra cui quello alla Scuola di Fiesole. Nel 1997 è stato insignito del Premio della Fondazione del Centenario della Banca Svizzera Italiana per il contributo allo sviluppo dei rapporti culturali tra Svizzera e Italia. Alcuni tra i massimi compositori del Novecento, quali Luciano Berio, Franco Donatori e Salvatore Sciarrino, gli hanno dedicato loro opere. Il suo violoncello è il Gore Booth, ex Baron Rothschild di Antonio Stradivari (1710). DANIELA FIORENTINO diplomata in Clarinetto nel giugno 2010 al Conservatorio Nino Rota di Monopoli, consegue nel 2012 il Biennio Accademico di II Livello presso il Conservatorio G.Verdi di Milano nella classe del M. Serrapiglio Alberto. Il 31 ottobre 2013 consegue il Diploma di Clarinetto Basso nel Master di specializzazione seguito dal M. Alberto Serrapiglio e dal M.M. Stefano Cardo, clarinetto basso del Teatro alla Scala e della Filar- monica della Scala. Attualmente è iscritta al Master di II Livello di clarinetto basso tenuto dagli stessi docenti. E’ membro dell’Ensemble da camera del XX secolo “G. Bernasconi” dell’Accademia del Teatro alla scala in qualità di Clarinetto Basso. Frequenta il Tirocinio nei mesi di maggio e giugno 2013 presso il Teatro alla Scala sotto la guida del M. Daniel Baremboin. L’11 novembre 2013 collabora con la “Milano Ensemble ‘808” in un concerto al Teatro Verdi di Milano eseguendo al clarinetto basso due degli“Inventio di Bach” (trascrizione per due clarinetti) e “Fuga” per voce e sei strumenti di Ruggero Laganà .E’ invitata dal M. Mauro Bonifacio in vari concerti di Musica Contemporanea per Milano Musica: nel festival dedicato a Nicolò Castiglioni eseguendo “Daleth” Sonatina per clarinetto e Pianoforte; nel concerto finale del Concorso di composizione organizzato dal conservatorio G. Verdi di Milano dove la vedono partecipe in brano del M. M. Azio Corghi per clarinetto solo; in qualità di clarinetto basso partecipa al Festival dedicato a Riccardo Malipiero; Ultimo in ordine cronologico lo scorso 22 maggio in un concerto da solista eseguendo “grand Septuar” di Petrassi. Tali concerti registrati da RaiRadio3 Suite. Ha preso parte all’esecuzione dell’Historie Du Soldat di J.Stravinkij nell’ambito del corso di direzione d’Orchestra del Conservatorio di Milano sotto la guida del M. Daniele Agiman. Negli stessi anni vince il 1° premio ex-aequo G. Cantarone presso il conservatorio G.Verdi di Milano e il 3° premio al concorso Nazionale delle Arti presso il conservatorio di Matera. BRUNO GIURANNA nato in una famiglia di musicisti, è stato tra i fondatori de I Musici, membro del Quartetto di Roma, e del Trio Italiano d’Archi. Ha iniziato la carriera solistica presentando in prima esecuzione assoluta la Musica da Concerto per viola e orchestra d’archi dedicatagli da Giorgio Federico Ghedini sotto la direzione di Herbert von Karajan. Ha suonato con orchestre quali Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala di Milano, e direttori come Claudio Abbado, Sir John Barbirolli, Sergiu Celibidache, Carlo Maria Giulini e Riccardo Muti. Titolare fino al 1998 della cattedra di viola presso la Hochschule der Künste di Berlino, ha insegnato nella Musik-Akademie di Detmold, nel Conservatorio S. Cecilia di Roma, nel Royal College e nella Royal Academy di Londra ed in master classes in tutto il mondo. Frequentemente invitato al Festival di Marlboro negli Stati Uniti, insegna attualmente nei corsi della Fondazione Stauffer di Cremona, dell’Università di Limerick in Irlanda, dell’Accademia Chigiana di Siena. Dal 1983 al 1992 è stato direttore artistico dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto 75 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 e nel 1988 ha presieduto la giuria della First International Bruno Giuranna Viola Competition in Brasile. La sua vasta discografia comprende registrazioni per Philips, Deutsche Grammophon, EMI. Come violista ha ottenuto una Grammy Award Nomination e come direttore ha vinto un Grand Prix du Disque dell’Académie Charles Cros di Parigi. Attuale Principal Guest Conductor della Irish Chamber Orchestra è anche presidente di ESTA-Italia (European String Teachers Association). Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto nel 2003 una laurea in lettere honoris causa dall’Univerità di Limerick. LUCA GLIOZZI inizia lo studio del pianoforte nel 2005. Dal 2006 è allievo del Conservatorio Statale di Musica “O. Respighi” di Latina, dove attualmente frequenta l’8° anno sotto la guida del M° Daniela Caratori. Ha partecipato a varie masterclass con grandi maestri: Roberto Prosseda, Aldo Ciccolini, Piero Rattalino ed Emanuele Arciuli. Vincitore nei concorsi nazionali “Lia Tortora” (Latina, 2008) e “Città di Rocchetta” (Rocchetta al Volturno, 2010) e nello “European music competion Città di Moncalieri” (Moncalieri, 2012). Si è esibito nell’ambito della rassegna dei “Concerti di Primavera” del Conservatorio di Latina, in un concerto dedicato ad Arnold Schönberg alla presenza della figlia del compositore, Nuria Schönberg Nono, e in due omaggi a Chopin e Schumann nel bicentenario della nascita dei due compositori. DIEGO MASSIMINI inizia precocemente lo studio del violino nella scuola di Judith Hamza, diplomandosi giovanissimo con il massimo dei voti e lode. Consegue il Diploma Accademico di II livello con 110 e lode. Fondamentale per la sua formazione artistica è la frequenza ai Corsi di Perfezionamento Musicale di Sermoneta e al Forum Internacional de Alto Perfeccionamiento Musical di Granada (Spagna). Nel 2010 è stato scelto per suonare al concerto dei migliori allievi dei Corsi di Perfezionamento di Sermoneta. Nella sua attività concertistica come solista e in diverse formazioni cameristiche, ha tenuto concerti in vari Paesi europei. Attualmente frequenta il Master Streichinstrumente di violino al Hochschule fur Musik und Theater di Lipsia, nella classe di Mariana Sirbu. MONOPOLI MAURO PAOLO nato nel 2000 ha iniziato lo studio del violoncello all’età di 5 anni. Nel 2010 vince il Primo Premio nella sezione Violoncello al Concoso Internazionale Euterpe di Corato. Nel 2012 vince il Primo Premio Assoluto e la borsa di Studio nella sezione Archi al Concorso Mirabello in Musica. Nel Febbraio del 2013 vince le selezioni del progetto “La Puglia suona bene” indetto dalla Fondazione Petruzzelli di Bari, classificandosi al primo posto nella sezione archi. Sempre nel 2013 76 debutta come solista con l’Orchestra Niccolò Piccinni eseguendo di Niccolò Paganini le Variazioni di bravura su una corda sola sul tema del Mosè di Rossini. In Agosto si esibisce alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray ricevendone gli entusiastici elogi. Nel 2014 vince il Primo premio e la borsa di studio al Concorso senza limiti di età “Giovani Talenti della Musica” di Bari. Nello stesso anno si classifica al secondo posto al Tournoi International de Musique (TIM Competition) di Parigi nella categoria Archi senza limiti di età. Dal 2013 studia con il Maestro Rocco Filippini ai prestigiosi Corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia della Fondazione Stauffer di Cremona. AOIFE NÍ BHRIAIN è nata in una famiglia di grandi tradizioni musicali che la avvia piccolissima allo studio della musica. A due anni inizia lo studio del violino, a nove suona già con la National Symphony Orchestra of Ireland, a quindici ha vinto tutti i concorsi organizzati dalla Royal Irish Academy of Music (dove studia con Maeve Broderick) e suona regolarmente con la Young European Strings. Nel 2006 Aoife studia al Conservatorio di Nantes, in Francia, dove si diploma e riceve il Prix D’Or con voto unanime della giuria e menzione d’onore. Aoife ha studiato con alcuni dei più prestigiosi docenti d’Irlanda, America, Francia, Germania e Romania, quali Ronald Masin, Miriam Fried, Yossi Zivoni, Zvi Zeitlin, Mary O’Brien, Constantin Serban, Galina Turtschaninova, Mariana Sirbu, Graf Mourja and Leonard Matczynski. Nel 2008, sotto la direzione di John O’Connor ha tenuto un’importante tournée in Asia con l’Orchestra da camera della Royal Irish Academy of Music, che si è conclusa con un memorabile concerto alla Carnagie Hall. Nell’agosto 2009, grazie a una borsa di studio della Apple Hill Chamber Music, va a studiare nel New Hampshire dove viene invitata a tenere concerti nell’estate dell’anno dopo. La musica popolare svolge un ruolo importante nella formazione musicale di Aoife. Partecipa e vince numerose competizioni nazionali e internazionali e nel 2010 riceve una borsa di studio per giovani musicisti dall’IMRO Bill Whelan. Studia alla Hochschule fur Musik und Theater di Lipsia con Mariana Sirbu e Helmut Schwarzrock. Recentemente ha inciso un CD con nuove composizioni del compositore irlandese Dave Flynn (prodotto da Judith Sherman, vincitrice dei Grammy Award 2012) e pubblicato un CD di musica tradizionale “Tunes from the Goodman Manuscripts” con Mick O Brien and Emer Mayock. ORCHESTRA SINFONICA DI ROMA a soli dieci anni dal suo esordio, sempre gestita in assenza di finanziamenti pubblici, l’Orchestra Sinfonica di Roma è già considerata dalla critica in- FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 ternazionale una delle più qualificate formazioni sinfoniche europee. L’Orchestra Sinfonica di Roma nasce nel 2002 a conclusione di un Corso di Formazione Professionale affidato dal Parlamento Europeo alla Fondazione Arts Academy di Roma; è un’Orchestra sostenuta unicamente da fondi privati garantiti fin dal primo anno dalla Fondazione Roma. Direttore Artistico e Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Roma è il Maestro Giammarco Casani. I Professori che compongono l’Orchestra sono stati selezionati a seguito di ben 6 Concorsi Internazionali ai quali hanno partecipato migliaia di candidati. L’Orchestra esegue ogni anno oltre 100 concerti e la sua Stagione ufficiale di circa 70 concerti ha sede nel prestigioso Auditorium di via della Conciliazione a Roma. L’Orchestra Sinfonica di Roma è stata invitata ad esibirsi nelle più prestigiose Sale da Concerto del mondo riscuotendo ovunque straordinari successi. Tra queste citiamo: Berlino (Phylharmonie, Grosse Salle; 2 anni consecutivi); Vienna (Musikverein Golden Salle); New York (Carnagie Hall); Londra (Royal Philarmonic Cadogan Hall); Washington (Kennedy Center); Pechino (National Theatre); Philadelphia (Verizon Hall at Kimmer Center) ; Shanghai (Oriental Art Center); Sanpietroburgo (Sala Glazunov); Madrid (Teatro Nacional); Rio de Janeiro (Teatro Municipal); Salisburgo (Mozarteum); Bruxelles (Parlamento Europeo); Brasilia (Auditorium Nacional); Boston (Schubert Theater); Atene (Megaron Musiki); Belgrado (Sava Centar) e in decine di altre città del mondo. Senza precedenti è l’impegno discografico che ha reso famosa l’Orchestra Sinfonica di Roma nel mondo: dal 2006 l’Orchestra sta lavorando ad un Progetto volto alla registrazione di 54 CD’s interamente dedicato all’ incisione dei più importanti titoli della produzione sinfonica italiana. Fino ad ora sono state completate le incisioni integrali delle composizioni sinfoniche di Martucci, Casella e Respighi; sono in uscita decine di altri CD’s di autori quali Malipiero, Busoni, Petrassi, Ghedini, Mercadante, Bazzini, Bolzoni, Foroni, Sgambati, Ferrara, Catalani, Franchetti, Wolf Ferrari, Mancinelli, Castelnuovo Tedesco, Dallapiccola, Salieri, Puccini, Cherubini, Ponchielli, Pacini ed altri ancora. Questo progetto rappresenta il più vasto contributo discografico mai realizzato per la divulgazione nel mondo del Sinfonismo italiano. L’Orchestra Sinfonica di Roma ha suonato per i Presidenti della Repubblica Italiana Ciampi e Napolitano, per S. M. la Regina di Spagna, per S. M. la Regina d’Olanda, per l’ONU, per la FAO e per le massime autorità politiche ed istituzionali di tutto il mondo ma ha anche suonato nelle Favelas di Rio de Janeiro, sui luoghi del terremoto in Cina e propone dal 2003 nella città di Roma il più vasto programma di concerti sinfonici completamente gratuiti portando la musica nelle scuole, nelle università, negli ospedali, nei centri di recupero per tossicodipendenti e nelle prigioni. Si contano circa 270 concerti offerti gratuitamente ai giovani, agli studenti e ai meno fortunati consentendo così accesso alla cultura musicale a decine di migliaia di cittadini. Fino ad oggi hanno collaborato con l’Orchestra alcuni dei cori e dei solisti più importanti del mondo quali ad esempio: Coro della Scala di Milano, London Symphony Chorus, Coro Filarmonico di Praga, Coro del Teatro Regio di Parma; Angela Gheorghiu, Daniela Dessì, Luciana D’Intino, Fabio Armiliato, Vincenzo La Scola, Juan Pons, Ambrogio Maestri, Roman Brogli, Paul Badura-Skoda, Jean Yves Thibaudet, Krzystof Penderecki, Jayne Casselman, Bruno Canino, Alessandro Carbonare, Natalia Gutman, Antonio Meneses, Mischa Maisky, Igor Oistrakh, Angel Romero, Oxana Yablonskaya, Gerhard Oppitz, Shlomo Mintz, Nelson Freire, Rolf Romei, Aldo Ciccolini, Julian Raklin, Boris Belkin e centinaia di altri. GIAMMARCO CASANI ha intrapreso lo studio della direzione d’orchestra sotto l’impulso di Yuri Ahronovitch e proseguendo con Ennio Nicotra. Nel corso degli anni ha diretto diverse formazioni sinfoniche e cameristiche con particolare attenzione alla formazione dei giovani musicisti con l’Orchestra Giovanile dell’Artsacademy e concerti didattici e cameristici dell’Orchestra Sinfonica di Roma. Ha collaborato come maestro assistente con Yeruham Scharovsky e Othmar Maga. Dal 2002 è Primo Clarinetto dell’Orchestra Sinfonica di Roma (vincitore del concorso internazionale) con la quale si è esibito nelle sale da concerto più importanti al mondo: Berlino, Bruxelles, Madrid, San Pietroburgo, Rio de Janeiro, Londra, Vienna, Graz, Salisburgo, nel 2008 in una lunga tourneè in Cina e nel 2010 negli Stati Uniti. Durante la sua carriera di strumentista ha suonato sotto la direzione di direttori del calibro di Yuri Ahronovitch, Claudio Abbado, Othmar Maga, Ennio Morricone, Yang Yang, Diego Mattheuz, Anton Nanut, Yeruham Scharovsky, Yu Feng, Milan Turkovic, Hansjorg Schellemberger, Gabriel Chmura, Julian Kovatchev, Oliver Knussen, Antonio Pappano e molti altri. Ha collaborato come Primo Clarinetto con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, Roma Sinfonietta, l’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, Orchestra Mozart e con l’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia. Dal 2011 fa parte dell’Orchestra del Festival di Lucerna diretta da Claudio Abbado. Ha registrato il concertino per clarinetto e orchestra da camera di F.Busoni e il Concerto di 77 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 S. Mercadante per Naxos con l’Orchestra Sinfonica di Roma. Fa parte del Quintetto di Fiati Monesis e suona in duo con la pianista Désirée Scuccuglia. Svolge anche un’intensa attività concertistica come solista; tra le sue numerose esecuzioni si segnala il Concerto per clarinetto e la Sinfonia concertante per fiati di Mozart il Duetto Concertino di Strauss per la Stagione Sinfonica 2006/07 dell’Orchestra Sinfonica di Roma; nel gennaio 2005 é stato invitato per il 20° anniversario del Fadjr International Music Festival di Teheran dove ha eseguito il Concerto di Mercadante e Introduzione Tema e Variazioni di Rossini. Parallelamente a queste attività, svolge anche attività didattica tenendo master class in Italia e all’estero. È Professore Assistente di clarinetto all’università di Katowice (Polonia). È stato componente della giuria del concorso “Beijing International Music Competition” dedicato al clarinetto nel 2009 e 2013 e del concorso internazionale “AudiMozart” di Rovereto. Giammarco Casani è consigliere artistico e strumentista ufficiale Selmer Paris e Vandoren. Nato a Viterbo nel 1973, Giammarco Casani ha studiato clarinetto al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, diplomandosi nel 1994. Ha studiato Musica da Camera con Alain Meunier all’ Accademia Chigiana di Siena e si è perfezionato con A. Carbonare e A. Marriner. Prosegue la sua attività di perfezionamento con Donald Monatanaro (Primo Clarinetto della Philadelphia Orchestra). ROBERTO PARUZZO studia Pianoforte e Composizione al Conservatorio “G.Verdi” di Milano. Nel 1991 si diploma con il massimo dei voti, lode e “menzione speciale” sotto la guida di Paolo Bordoni. Successivamente si perfeziona 10 anni con Franco Gei (allievo di Arturo Benedetti Michelangeli), Pier Narciso Masi, Karl-Heinz Kämmerling e Kendall Taylor (Principal del Royal College di Londra). Dal 1984 al 1996 vince 17 premi in concorsi pianistici nazionali ed internazionali. Inizia presto la sua attività solistica presentandosi nei principali teatri italiani ed esteri tra i quali: Teatro La Fenice e Goldoni di Venezia, Theater Volkhaus di Zurigo, National di Berna, Montforthaus di Feldkirch (Schubertiadi), Theater Basel, Teatro di Locarno, Stadtstheater di Schaffausen, Stadtshalle di Balingen, Hebbel-Theatre di Berlino, Teatro di Istanbul e nelle principali sale da concerto di Amburgo, Londra, Parigi, Hong-Kong, Singapore, Edinburgo, Cracovia e Bratislava. Dal 1995 viene regolarmente invitato dalle più prestigiose istituzioni concertistiche italiane, quali La Società dei Concerti e Serate Musicali di Milano, Società dei Concerti di Cremona, Accademia I Filarmonici di Verona, Regio di Parma, Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Filarmonica Romana, Associa78 zione “A.Scarlatti” di Napoli, Festival Internazionale delle Nazioni di Città di Castello, “Lyceum” di Catania, Gioventù Musicale d’Italia (vincitore del concorso per giovani artisti) e nelle principali sedi degli Amici della Musica. Nel 2001 effettua una tournée con l’Orchestra “Haydn” di Bolzano e Trento eseguendo il Terzo Concerto di Beethoven sotto la direzione di Johannes Wildner. Nel 2002, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica delle Fiandre diretta da David Angus, esegue il Concerto Kv 467 di Mozart al Concertgebow di Brugge, Teatro DeSingel di Anversa, Teatro Royal di Bruxelles etc, concludendo la tournée a Milano nella Sala Verdi del Conservatorio. A seguito di questi concerti Roberto Paruzzo è stato invitato ben quattro volte dalla Società dei Concerti di Milano nei due anni successivi. Tra i suoi ultimi impegni spiccano i concerti al Teatro dell’Opera de Nice (Terzo Concerto di Beethoven diretto da Yuri Simonov), la tournée con l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto con il Primo Concerto di Liszt diretto da Zsolt Hamar (Auditorium “C. Pollini” di Padova, Teatro “Da Ponte” di Vittorio Veneto etc.), le esecuzioni della Rhapsody in Blue con l’Orchestra Sinfonica del Teatro Donizetti di Bergamo diretta da Fabrizio Maria Carminati, i concerti con l’Orchestra Sinfonica di Udine condotta da Tiziano Severini e con I Virtuosi Italiani diretti da Corrado Rovaris e Federico Mondelci e le partecipazione ai festivals internazionali di Usedom e Donauescingen in Germania. Ha registrato per la Rai, Rtsi, La7 ed incide per le case discografiche Concerto ed Ambitus. Molto attivo anche nel repertorio da camera, vanta numerose collaborazioni con alcuni tra i più importanti artisti del panorama concertistico internazionale (Francesco de Angelis, Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Rocco Filippini, Franco Petracchi etc.), conosciuti attraverso la decennale collaborazione in qualità di assistente con l’Accademia “W. Stauffer” di Cremona, il Campus Internazionale di Sermoneta e l’Accademia Chigiana di Siena. Di recente pubblicazione ricordiamo i due CD per la rivista musicale AMADEUS con gli “Strumentisti del Teatro alla Scala” e le registrazioni alla NDR di Amburgo edite dall’etichetta discografica Ambitus. FRANCO PETRACCHI compie i suoi studi a Roma presso il Collegio di Musica di Santa Cecilia dove si è diplomato con il massimo dei voti. Inizia immediatamente l’attività concertistica e nel contempo studia composizione con Di Donato e Margola e direzione d’orchestra con Franco Ferrara. Il primo concerto importante è a Venezia al Festival di Musica Contemporanea, dove presenta in prima esecuzione il concerto di Firmino Sifonia per contrabbasso e orchestra. La critica è unanime nel definirlo “astro FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 nascente del concertismo di questo strumento”. Molti compositori gli hanno dedicato importanti composizioni (Rota, Mortari, Donatoni, Berio, Trovajoli). Nel 1960 vince il concorso di Primo contrabbasso alla Rai di Torino e nel ‘62 si trasferisce a Roma dove diventerà il Primo contrabbasso titolare della RAI fino al 1980, anno in cui intraprende definitivamente l’attività di solista e direttore d’orchestra. In orchestra ha suonato con i più importanti direttori, da Bernstein a Karajan, Celibidache, Kubelik, Jochum, Sawallisch, Giulini, Muti, Abbado, Metha, Maazel, Barbirolli, Munch ed altri. Un’esperienza preziosa che Franco Petracchi ha trasmesso a numerosi allievi nel mondo. Nel 1971 vince la cattedra di contrabbasso per i Conservatori ed insegna a Bari, Frosinone, L’Aquila e Roma. Nel 1986 ottiene la classe di perfezionamento e virtuosité al Conservatorio di Ginevra e insieme ai colleghi Accardo, Giuranna e Filippini fonda la Scuola per Strumenti ad Arco “Accademia Walter Stauffer” di Cremona e viene invitato ad insegnare anche presso la Scuola di Musica di Fiesole. È direttore e docente, da trenta anni, dei prestigiosi Corsi Internazionali di Sermoneta. Nel 2003 è stato insignito dal Presidente Ciampi del titolo di “Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica”. È Accademico di Santa Cecilia. ENRICO PIERANUNZI nato a Roma nel 1949, è da molti anni tra i protagonisti più noti ed apprezzati della scena jazzistica internazionale. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di 70 Cd a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto e collaborando, in concerto o in studio d’incisione, con Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron. Si è esibito nei più importanti festival internazionali, da Montreal e Copenaghen a Tokyo, da Berlino e Madrid a Rio de Janeiro e Pechino e ha suonato numerose volte negli Stati Uniti (Alabama, Tennessee, San Francisco, Spoleto Usa, New York). Nel referendum “Top Jazz”, annualmente indetto dalla rivista “Musica Jazz”, è stato votato tre volte - 1989, 2003, 2008 miglior musicista italiano. Premiato nel 1997 in Francia col “Django d’Or” come miglior musicista europeo, ha ottenuto analogo riconoscimento nel 2005 da parte del Guinness Festival di Cork, Irlanda. Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri standard (“Night Bird”, “Fellini’s Waltz”, “Don’t forget the poet” ecc.) suonati in tutto il mondo. Alcune di esse sono state pubblicate nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi. È l’unico musicista italiano ed uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato nello storico “Villane Vanguard” di New York. È stato scritto di lui: “Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo”. (Ray Spencer, Jazz Journal) “Il più lirico e fantasioso tra i pianisti di oggi” (All about jazz - 2010) “Ricordate il suo nome, perdetevi nella sua musica” (Josef Woodard, Jazz Times) “Tra i migliori pianisti del mondo” (The Wall Street Journal - 2012). REBECCA RAIMONDI inizia lo studio del violino all’età di tre anni e mezzo sotto la guida del maestro Michele Tisei. Attualmente frequenta il conservatorio “Respighi” di Latina e il corso di perfezionamento del M° Salvatore Accardo presso l’Accademia Stauffer di Cremona. Nell’Agosto 2013 ha frequentato il corso del M° Salvatore Accardo presso l’Accademia Chigiana di Siena e ha ricevuto il premio Banca Monte dei Paschi di Siena. Ha collaborato con diverse orchestre, tra cui la Juniorchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e l’Orchestra Internazionale di Roma. Si è esibita in qualità di solista in varie manifestazioni, tra cui un concerto presso la Residenza a Roma dell’Ambasciatore del Regno Unito e alcuni concerti per il sostegno dei terremotati de L’Aquila. Nel gennaio 2013 ha sostenuto il primo concerto personale presso la Sala Consiliare del Comune di Canove (VI). Nell’Ottobre 2013 ha ricevuto il premio “Excellentissimus” in qualità di violinista, consegnato dall’associazione “Le Cattedrali Letterarie”. Nel 2013 si è classificata prima al XVIII concorso strumentistico “Città di Giussano”, prima al XIV concorso nazionale di esecuzione musicale “Riviera etrusca” e prima assoluta al VI concorso musicale nazionale “Marco dall’Aquila”. ANTONELLO SALIS inizia a suonare la fisarmonica a sette anni, in seguito si avvicina al pianoforte studiando da autodidatta. Negli anni ’70 milita in diversi gruppi rock suonando l’organo Hammond. Nel 1973 forma il trio “Cadmo”, che diventa in seguito il quintetto “G.R.A.” con l’aggiunta del sassofonista Sandro Satta e del trombonista Danilo Terenzi. Nello stesso periodo suona nel quintetto di Massimo Urbani e nella Grande Orchestra di Tommaso Vittorini. Il suo percorso musicale ormai trentennale è costellato da collaborazioni eccellenti per citarne alcune: Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Roberto Gatto, Paolino Dalla Porta, Javier Girotto, Michel Portal, Lester Bowie e l’Art Ensemble Of Chicago, Pat Metheny ecc. Una delle collaborazioni più longeve di Salis è quella con il chitarrista francese Gérard Pansanel con cui ha inciso 6 CDs tra cui uno dedicato a Fellini e alla musica di Nino Rota con l’Orchestra Improvista. La collaborazione con i fisarmonicisti francesi Richard Galliano e Marcel Azzola insieme a Gianni Coscia produce il “Quartetto Nuovo”, apoteosi dello strumento madre di Salis: la fisarmonica. Musicista eclettico Salis, nel corso della sua carriera, si è confrontato in progetti di te79 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 atro (Remondi e Caporossi, Festival di Sant’Arcangelo), rassegne e festival di cinema (Biennale di Venezia, Taormina Festival), danza (con Roberta Escamilla Garrison, Teri Weikel). Con Gérard Pansanel ha firmato le musiche del film di Eric Romher “Racconto d’autunno”. Ha inoltre collaborato con Pino Daniele, Ornella Vanoni, Vinicio Capossela ed altri artisti al di fuori dell’ambito strettamente jazzistico. Ha partecipato a numerosi Festival di Jazz nazionali ed internazionali e nel corso della sua lunga carriera ha ottenuto vari riconoscimenti a livello europeo ed internazionale, per ultimo il premio “Roma Jazz 2002”. MARIANA SIRBU nata a Iasi, in Romania, ha compiuto i suoi studi all’Accademia di Musica di Bucarest nella classe di violino di Stefan Gheorghiu. Ha iniziato giovanissima la carriera concertistica ottenendo numerosi premi internazionali ed ha suonato come solista nelle più importanti sale da concerto di tutto il mondo. Nel 1968 è stata tra i fondatori del Quartetto Academica. Nel 1985 entra a far parte del Trio di Milano con il pianista Bruno Canino ed il violoncellista Rocco Filippini, con il quale ha partecipato a numerose tournées in Europa, USA, Canada e Australia. Nel 1992 Mariana Sirbu è divenuta il leader del gruppo I Musici. Dal 1994 è anche membro fondatore e primo violino del Quartetto Stradivari. Ha inciso per la Philips, Dynamic, Schwann - Harmonia Mundi, UNICEF e Decca. Ha insegnato all’Accademia di Musica di Bucarest, alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, all’Accademia Europea di Musica di Erba-Como e ai Corsi di Perfezionamento di Sermoneta. Attualmente è docente alla Scuola di Musica di Fiesole e all’University of Limerick in Irlanda. Mariana Sirbu suona un violino A. Stradivari del 1702, soprannominato “Conte de Fontana”. TRIO MAGRITTE - EMANUELA PIEMONTI è stata per venticinque anni la pianista del Trio Matisse con il quale, dopo aver vinto il Premio Vittorio Gui, ha sostenuto circa cinquecento concerti nelle più importanti stagioni e sale italiane, effettuando tournées in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Israele, Australia, Cina. Ha registrato per la Rai l’integrale dei Trii di Beethoven, inciso per la rivista Amadeus e le etichette Aura, Limenmusic e Stradivarius. In prima assoluta ha eseguito composizioni dedicate al Trio da Mauricio Kagel, Luis de Pablo, Luca Francesconi ed Alessandro Solbiati. Ha collaborato inoltre con interpreti di fama internazionale quali Hermann Baumann, Franco Maggio Ormezowski, John Mackeney, Enrico Dindo, Mario Hossen, Michèle Scharapan. È titolare della cattedra di musica da camera presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Nel 2013 ha vinto il premio 80 “Choc de Classica” della rivista francese Classica Magazine per l’incisione dei due Tripli concerti di Ghedini e Casella per l’etichetta Naxos. TRIO MAGRITTE - YULIA BERINSKAYA ottiene la laurea in violino con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Tchaikovsky di Mosca sotto la guida di V. Tretiakov. Ospite come solista delle orchestre “Amadeus” di Mosca, Statale di Voroshilovgrad, Filarmonica di Sverdlosk, Accademia Europea di Milano, ha tenuto concerti in duo ed altre formazioni in Svizzera, Germania, Francia, ex Jugoslavia, Italia, U.S.A., Russia, Israele. Trasferitasi in Italia, ha svolto il ruolo di violino di spalla presso i Teatri San Carlo di Napoli e La Fenice di Venezia e nelle orchestre Verdi di Milano e Haydn di Bolzano. Membro di giuria di Concorsi internazionali di violino quali “Michelangelo Abbado” di Milano e “A. Curci” di Napoli, ha inciso per le etichette discografiche Koch Records (Germania), Gramsapis e Melodia (Russia). TRIO MAGRITTE - RELJA LUKIC diplomatosi presso il Conservatorio S. Mokranjac di Belgrado, si trasferisce in Italia grazie ad una borsa di studio ottenuta per meriti artistici dal Governo della Repubblica di Serbia per proseguire i propri studi presso il Conservatorio G.Verdi di Milano con R. Filippini. Vincitore del Concorso Internazionale di Violoncello di Murcia, è stato premiato ai concorsi internazionali di Violoncello “M. Canals” di Barcelona, “M. D. Jost” di Lausanne, “G. B. Viotti” di Vercelli e “R. Caruana” di Milano. Membro del Divertimento Ensemble con il quale effettua numerose tournées in Francia, Spagna, USA, Gracia, Messico e Giappone, si è esibito come solista con le Orchestre della RTV di Belgrado, RAI, Angelicum, Piccola Sinfonica e Guido Cantelli di Milano. Attualmente è primo violoncello dell’Orchestra Teatro Regio di Torino. ALEXANDER ULLMAN è nato in Inghilterra nel 1991 e ha studiato alla Purcell School of Music sotto la guida di William Fong, il direttore del Keyboard Trust. Nel maggio del 2013 si è laureato presso il Curtis Institute of Music di Philadelphia, dove ha studiato con Leon Fleisher, Ignat Solzhenitsyn e Robert McDonald, vincendo la borsa di studio intitolata a Gerry e Marguerite Lenfest. Ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali di pianoforte, quali ad esempio il primo premio al Concorso Internazionale ‘In Memoriam Ferenc Liszt’, il Concorso Internazionale ‘Lagny-sur-Marne’, il Concorso Internazionale per Giovani Concertisti ‘Tunbridge Wells’, il Concorso Internazionale ‘Evangelia Tjiarri’, l’‘International Marlow Concerto Competition’, FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 il ‘Christopher Duke Piano Recital Competition’ e il Concorso Internazionale ‘One Thousand Islands’. Recentemente ha vinto il secondo premio all’ ‘Isidor Bajic Memorial International Piano Competition’. Ha realizzato tournée in Europa e in Asia, tenendo concerti in Italia, Francia, Spagna, Germania, Ungheria, Olanda, nelle Repubbliche Baltiche, in Danimarca, India e Cina. Si è esibito nelle principali sale da concerto in Inghilterra e in America e ha debuttato da poco con la Philadelphia Orchestra presso il Mann Center di Philadelphia. Negli ultimi mesi ha tenuto recital a Shanghai, Prchino, Parigi e in California, oltre che ad Oxford e a Budapest. I suoi concerti sono stati trasmessi dal terzo canale radio della BBC, da MDR Classic e da Radio France. MIRELA VEDEVA dopo il diploma di virtuosité al Conservatorio di Ginevra e al Concorso Internazionale di Contrabbasso “Giovanni Bottesini”, viene chiamata da Michel Plasson come solista dell’Orchestre du Capitole de Toulose, dove resta per due anni. Avverte presto il bisogno di trasmettere le sue conoscenze strumentali e si dedica all’insegnamento, creando dapprima delle classi per allievi giovanissimi al Conservatorio di Ginevra e all’Accademia d’archi. Su incarico della direzione dell’Orchestra della Scuola di Musica del Conservatorio di Ginevra, realizza numerosi progetti didattici. Oggi, all’interno dell’Alta Scuola di Musica del Conservatorio di Ginevra, prosegue la tradizione di eccellenza della scuola avviata dal suo mentore Franco Petracchi, insegnando a studenti provenienti da tutto il mondo. E’ docente anche al Conservatorio di Saragoza. Tiene master classes in Italia, Spagna, Francia, Bulgaria. I suoi talenti di pedagoga sono unanimemente riconosciuti. La sua attività di solista e musicista da camera le hanno consentito di raccogliere numerosi successi sia in Svizzera che all’estero. pa” di Lecce, l’Orchestra Italiana del Cinema, la “Commander U.S. Naval Forces Europe Band”, il Dipartimento di Musicologia e l’Orchestra MuSa dell’Università La Sapienza di Roma, l’Accademia di Musica Antica di Fossacesia, l’Orchestra Stabile del Molise. È pianista nell’A.R.T. Musica di Roma, di Romualdo Savastano, dove collabora con cantanti di fama internazionale, come Antonio Poli, Fabio Maria Capitanucci e Alessandro Luciano. Come direttore ha debuttato a Taranto nel 2009, nella stagione degli “Amici della musica Arcangelo Speranza”. Ha diretto “Pierino e il lupo” di Prokofiev, al teatro Traiano di Civitavecchia, “Le nozze di Bacco e Arianna” al Festival Paisiello di Taranto, l’opera “Gitana” al teatro comunale “Cilea” di Reggio Calabria, “La serva padrona di Pergolesi” in varie produzioni, il concerto inaugurale dell’orchestra “Allegro Assai”, “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, a Poggio Mirteto, un Galà Lirico con l’Orchestra Internazionale di Roma a Bevagna. Nel 2012 è stato maestro corepetitor in una produzione del “Così fan tutte” di Mozart per il Festival Federico Cesi di Todi, Orchestra Giovanile di Roma direttore di Lior Shambadal, e nel 2013 è maestro sostituto e maestro al cembalo per “L’Italiana in Algeri” di Rossini, con l’Orchestra Internazionale di Roma diretta da Antonio Pantaneschi a Bevagna e Narni. Porta avanti un’intensa attività di musica da camera, in diverse formazioni. Con il violista Matteo Rocchi nel 2013 ha vinto premi ai concorsi Rospigliosi, Città di Magliano Sabina, Concorso Riviera Etrusca e Premio Crescendo. È pianista dell’ensemble di musica contemporanea Imago Sonora, che ha debuttato il 25 giugno in un concerto all’Accademia Filarmonica Romana e clavicembalista de Il Quadro Animato, ensemble specializzato nella musica del tardo barocco, eseguita su strumenti originali. ALESSANDRO VIALE nato a Roma nel 1986, studia musica dall’età di sette anni. Sotto la guida dei maestri Walter Fischetti e Claudio Perugini, Francesco Vizioli ed Enza Caiazzo, si è diplomato in Pianoforte, Composizione, Direzione d’orchestra e ha conseguito il Biennio in Clavicembalo. Si è laureato “cum laude” in Fisica con una Tesi in Acustica Musicale, relatore il prof. Andrea Frova, presso l’Università La Sapienza di Roma. Studia Musica da camera, in duo col violista Matteo Rocchi, alla Scuola musicale di Fiesole, con docenti il Trio di Parma, N. Gutman, P. Vernikov, A. Lucchesini e B. Canino, risultando vincitore di borsa di studio. Ha frequentato masterclasses di clavicembalo con Rinaldo Alessandrini, Enrico Baiano e Pierre Hantaï, direzione d’orchestra con Lior Shambadal, pianoforte con Pierluigi Camicia. Ha collaborato con l’Orchestra Giovanile di Roma, l’Orchestra Sinfonica “Tito Schi- ELISSÒ VIRSALADZE è cresciuta a Tiblisi. Dopo aver frequentato il Conservatorio, ha lasciato la citta natale e si e trasferita a Mosca. A vent’anni si è aggiudicata il terzo premio nel famoso Concorso Čajkovskij. A Mosca ha proseguito gli studi con Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Questi insegnanti di grande talento l’hanno immersa nella rinomata tradizione russa della pedagogia del pianoforte. Non sorprende pertanto che sia considerata un’insegnante di eccezionale bravura e che i suoi studenti abbiano ottenuto straordinari riconoscimenti, alcuni dei quali allievi anche ai Corsi che dal 2003 tiene a Sermoneta per il Campus Internazionale di Musica. Elissò Virsaladze insegna al Conservatorio di Mosca e alla Munich Musikhochschulee ed ha partecipato come membro della giuria nei più importanti concorsi internazionali. A ventiquattro anni ha vinto il primo premio al Concorso Schumann 81 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 di Zwickau. La pianista è altresì nota per il vasto repertorio che si estende fino a comprendere i compositori russi moderni. Elissò Virsaladze si esibisce regolarmente come solista e in duo con Natalia Gutman nelle principali citta europee. Con il repertorio di musica da camera e con orchestre quali la Petersburg Philharmonic e la Royal Philharmonia London ha effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa. Elissò Virsaladze appare inoltre regolarmente con prestigiose orchestre in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e in altri paesi, collaborando con direttori d’orchestra quali Rudolf Barschai, Kyril Kondraschin, Riccardo Muti, Kurt Sanderling, Wolfgang Sawallisch, Evgeny Svetlanov, Juri Temirkanov o Antoni Wit. Incide per l’etichetta Live Classics. LUCIA ZAZZARO si è laureata in violino con il massimo dei voti al Conservatorio di Udine sotto la guida del maestro L. Bolzon. Ha poi conseguito con lode il diploma in viola allieva del maestro G. Di Vacri, prima viola dei Solisti Veneti, al conservatorio di Castelfranco Veneto. Dal 2012 è allieva del M° B. Giuranna all’accademia di perfezionamento “W. Stauffer”di Cremona. Nel corso della sua formazione ha partecipato a masterclass con A. Grabiec, G. Guglielmo e B. Giuranna e ha frequentato corsi di perfezionamento con i maestri L. Bolzon, A. Battiston, M. Lot e S. Zanchetta. Ha collaborato e collabora attivamente con la SFK Symphony Orchestra (Klagenfurt), la Innviertler Symphonie Orchester (Austria), l’Orchestra Regionale Mitteleuropa, l’orchestra di Padova e del Veneto, i Solisti in Villa, l’Orchestra San Marco di Pordenone, la Friuli Sinfonietta, l’Orchestra Naonis di Portogruaro e altre formazioni cameristiche presenti sul territorio. Nel 2013 e nel 2014 ha suonato nell’importante rassegna dei concerti “Omaggio a Cremona” in ensamble con il M° R. Filippini e ha partecipato ai concerti organizzati dalla prestigiosa Accademia Chigiana a Siena suonando in ensamble con il M° S. Accardo. Ha inoltre collaborato con il Quartetto Guadagnini suonando nella prestigiosa sala dei concerti della Società Umanitaria di Milano. Nel 2013 ha fatto parte dell’ensamble della World Youth Chamber Orchestra diretta dal M° D. Giuranna in collaborazione con musicisti americani con concerti a Washington e Philadelphia. Nel 2011 ha vinto l’audizione per suonare nella Maribor International Orchestra (MIO) in Slovenia sotto la direzione di Klaus Arp e Ziva Ploj con concerti a Maribor, Lubiana, Belgrado e Vienna. Nel 2007 ha partecipato al Texas Music Festival in America suonando sotto la direzione dei maestri F.A. Krager, C. Campestrini, S. Sanderling, R. Savic e J. Smirnoff. 82 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 CORSI 2014 di PERFEZIONAMENTO e di INTERPRETAZIONE MUSICALE COMPOSIZIONE 30 giugno - 14 luglio ALESSANDRO SOLBIATI FLAUTO 1-7 luglio MICHEL BELLAVANCE CONTRABBASSO 4-17 luglio FRANCO PETRACCHI TECNICA del CONTRABBASSO 4-17 luglio MIRELA VEDEVA PIANOFORTE 7-14 luglio ELISSÒ VIRSALADZE VIOLINO e MUSICA DA CAMERA 9-19 luglio MARIANA SIRBU VIOLONCELLO e MUSICA DA CAMERA 14-22 luglio ROCCO FILIPPINI VIOLA e MUSICA DA CAMERA 14-23 luglio BRUNO GIURANNA SEMINARI e LABORATORI 18-21 luglio ENRICO PIERANUNZI Intorno all’improvvisazione 18-20 luglio VALENTINA LO SURDO L’arte del successo 19-25 luglio FABRIZIO VON ARX La tecnica dell’arco nell’interpretazione violinistica 29-31 luglio MAURO BUCCITTI L’accordatura ad orecchio con vari temperamenti nelle foto: momenti di studio locandina dei corsi 2014 Assistenti CLARA DUTTO, ROBERTO PARUZZO, ROMINA VAVASSORI, ANDREI BANCIU. 83 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 ORGANI STATUTARI DEL CAMPUS Presidente Onorario Riccardo Cerocchi Presidente Luigi Ferdinando Giannini Vice Presidente Clotilde Lucchetti Comitato esecutivo Luigi Ferdinando Giannini Renzo Calzati Elisa Cerocchi Clotilde Lucchetti Marco Pandozi Consiglio Generale Regione Lazio Comune di Latina Comune di Sermoneta Fondazione Roffredo Caetani Federlazio Latina Francesco Acuto Vanda Bellini Bruno Borsari Maria Teresa Bruno Renzo Calzati Antonietta Centra Elisa Cerocchi Paola Cerocchi Riccardo Cerocchi Eliana D’Alessandro Carolina De Cuia Luigi Ferdinando Giannini Alessandro Iucci Clotilde Lucchetti Marco Pandozi Tommaso Parascandolo Gabriele Pezone Gianfranco Pitton Vera Russo Fausto Tasciotti Francesco Tescione 84 Collegio dei Partecipanti Franco Accorinti Ugo Berardi Claudio Buccarella Maria Teresa Censi Comune di Fondi Comune di Priverno Galileo Costanzo Agostino Covelli Eligio De Biaggio Carlo Dell’Agli Maria Del Sapio Garbero Giuseppe Falconi Gabriella Franzellitti Lucchetti Giovanni Lungarella Giancarlo Macali Maria Olga Manzo Lauro Marchetti Giorgio Maulucci Teresa Palombelli Mirella Parisella Cherubina Ramacci Umberto Redi Leonardo Rizzo Gaetano Salvagni Silvia Sitzia Collegio dei Revisori dei Conti Ugo Berardi (Presidente) Giuseppe Di Trento Maria Olga Manzo Segretario generale Tiziana Cherubini CONSULENTI ARTISTICI DEL CAMPUS Gabriele Bonomo Franco Petracchi Roberto Prosseda Alessandro Solbiati Fabrizio von Arx PRESIDENTE ONORARIO DEL FESTIVAL PONTINO Luis de Pablo FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014 CONTRIBUTI E PATROCINI Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo Regione Lazio - Assessorato Cultura e Politiche giovanili Provincia di Latina Comuni di Latina, Sermoneta, Priverno, Cori, Fondi, Terracina Fondazione Roffredo Caetani Fondazione Camillo Caetani COLLABORAZIONI Istituto di Studi Musicali Goffredo Petrassi Conservatorio Statale di Musica Ottorino Respighi di Latina Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi di Milano Keyboard Charitable Trust di Londra Abbazia e Borgo di Fossanova Abbazia di Valvisciolo Organizzazione e realizzazione Fondazione Campus Internazionale di Musica Via Varsavia, 31 - 04100 Latina Tel. 0773 605551 (dal 30 giugno anche 0773 30250) [email protected] www.campusmusica.it Costo biglietti concerti a Sermoneta e Fossanova (escluso il 2 - 3 - 4 - 14 - 28 luglio) Intero € 15,00 Ridotto € 10,00 (under 18, over 65, studenti del Conservatorio e Università di Latina, insegnanti) Ridotto € 8,00 (titolari della CampusCard) Ingresso coppia € 25,00 (composto da un biglietto intero + un ridotto) Costo biglietti dei concerti a Sermoneta, Fossanova (del 2 - 3 - 4 - 14 - 28 luglio) Cori e Fondi Biglietto unico € 5,00 Ingresso gratuito (titolari CampusCard) Le riduzioni sulle tariffe non sono cumulabili Costo CampusCard € 20,00 segui fondazione campus internazionale di musica mediapartners Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it immagine di copertina, progetto grafico e impaginazione: studio grafico_Pietro Contento. www.pietrocontento.it 85 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014