File allegato - Campus Internazionale di Musica

CAMPUS
INTERNAZIONALE
DI MUSICA
Fondazione
FONDAZIONE
ROFFREDO
CAETANI
FESTIVAL
PONTINO
DI MUSICA
2014
CAMPUS
INTERNAZIONALE
DI MUSICA
Fondazione
FONDAZIONE
ROFFREDO
CAETANI
Garriti acrilico su cartone del 2003
opera donata dal pittore Fernando Falconi al Campus
in occasione del Cinquantenario del Festival Pontino di Musica.
EDIZIONE
DAL FESTIVAL DI MUSICA DA CAMERA NASCE
IL FESTIVAL PONTINO
N
ell’aprile del 1972, era ancora in corso la seconda Stagione dei concerti che sarebbe terminata a
giugno con il recital di Peter-Lukas Graf, flautista segnalatoci da Eke Mendez dalla Svizzera, circolò una
voce: «Il Festival di Musica da Camera diretto da
Alberto Lysy sin dal 1963 quest’anno non si ripeterà.
Il rapporto dell’Amministrazione Provinciale con il
Festival deve intendersi concluso!». Sembrava un volgare pettegolezzo, una di quelle dicerie che spesso accompagnano gli eventi. Ci si chiedeva: come si può
rinunciare ad una manifestazione così prestigiosa che
dà lustro all’Amministrazione Provinciale dal 1963?
Che perpetua l’opera e la memoria di Roffredo Caetani musicista, ultimo signore di quel nobile casato
che per quasi settecento anni è stato protagonista nella storia del comprensorio Pontino?
Quale potrà essere mai la ragione di tale gran rifiuto? Come si può spegnere una sorgente di cultura
musicale che i Caetani avevano offerto alle comunità locali? Per volere di chi? Forse del nuovo presidente dell’Ente finanziatore, Igino Salvezza, che, a
differenza del precedente, forse non ama la musica?
Al contrario! È professore di filosofia e uomo di ampia cultura e, di più, interessato all’arte della musica
che ha anche studiato. Quindi certamente no! Forse
il Consiglio dell’Ente gli è stato contrario e lo ha condizionato? Neanche, perché la sua autorità, specie in
campo culturale, è indiscussa. Forse aveva in animo di
riproporre il festival secondo un diverso modello? Ma
quale? Cosa si sarebbe potuto fare di meglio? Tanti interrogativi senza risposta. Rimase un mistero per tutti.
I fondatori, gli amici esterni e il direttore artistico del
Campus non si dettero per vinti e provarono le vie
più diverse, da quelle diplomatiche a quelle di corridoio per scongiurarne la fine. I primi insistettero con
gli amministratori sulle opportunità di conservare
in vita la manifestazione che - senza dubbio - aveva
procurato prestigio al loro Ente; i secondi, estranei
ma autorevoli estimatori e sostenitori del Campus (in
particolare, Piergiacomo Sottoriva, all’epoca direttore
dell’Ente Provinciale Per il Turismo di Latina, n. d. a.)
rilevarono come questa Associazione fosse una naturale filiazione del Festival, come avesse ben operato in
due anni di attività a Latina e che essa, se necessario,
avrebbe potuto ben gestire il Festival stesso.
Il direttore artistico, intanto, ipotizzando la possibilità di esiti favorevoli a tale orientamento, scrutò l’orizzonte musicale per individuare quale illustre musicista, seppure invitato all’ultimo momento, potesse
essere disponibile a dare il proprio contributo partecipativo all’eventuale ripresa. Ci fu un fervore di iniziative e tanto entusiasmo come all’alba di una giornata
di sole da tempo desiderata. Malgrado il bilancio, già
approvato, (si era alla fine di giugno) non prevedesse
la somma necessaria, e pur essendo arrivati ormai alla
vigilia dell’inizio tradizionale del Festival, l’Ente decise di realizzare la decima edizione 1972 affidandone,
però, la programmazione e la cura proprio al Campus
Internazionale di Musica.
E l’Associazione, tramite Eke Mendez, ebbe la fortuna
di farlo dirigere da uno dei più grandi musicisti allora
viventi: il violinista Sandor Vegh, famoso e ammirato nei cinque continenti. Peraltro avendo partecipato
ad alcuni dei concerti degli anni precedenti costituiva
EDIZIONE
quell’organica continuità desiderata dal Campus.
Così scrisse il Messaggero del 23 giugno 1972: «[...]
il decimo Festival si svolgerà regolarmente, dunque:
più ridotto sotto l’aspetto quantitativo ma di qualità assai notevole. La Provincia si affida al Campus
Internazionale (due anni di attività esemplare) per
portare alcuni dei migliori nomi della concertistica
da camera in alcune località tra le più suggestive».
E così fu presentato dai Presidenti dell’Amministrazione Provinciale e dell’Ente Provinciale per il
Turismo di Latina: «[...] La sua base logistica sarà
riportata, come era logico e doveroso che fosse, nel
suo Castello natio, a Sermoneta. Vi ritornerà dunque dopo otto anni di esilio, non proprio doloroso,
ma forzato, nel piccolo Castello di San Martino e
nel meraviglioso esteso bosco naturale di querce e
lecci nel comune di Priverno. Ne gioiranno Donna Lelia Caetani e suo marito Hubert Howard che
vedranno finalmente tornare a casa la loro ultima
creatura [...]»
Lo splendore dei suoni del violino di Vegh nei concerti tenuti nel seminario di Sezze con le Partite di
Bach, nell’Abbazia di Fossanova, accompagnato da
Eke Mendez, con le musiche di Beethoven, Schubert e Debussy, nel Castello Caetani di Sermoneta in trio con Wolfgang Melhorn ed Eke Mendez
sono rimasti indelebili nella memoria.
Purtroppo, dopo tanto splendore tornò il silenzio
negli anni ‘73 e ‘74. L’Amministrazione Provinciale, unico Ente finanziatore del Festival, non fu, ancora una volta, disposta a sostenerlo.
Tratto da Riccardo Cerocchi, Il vassallo della Musica, Lucca,
LIM, 2003 pagg.17-19
EDIZIONE
IL FESTIVAL PONTINO 2014
I
l ricordo di Riccardo Cerocchi, oggi Presidente
Onorario della Fondazione Campus Internazionale di Musica, riporta piacevolmente la memoria alle
origini del Festival Pontino. Il presente, purtroppo, ci
propone un quadro meno piacevole, poiché questa
edizione del Festival si svolge nel perdurare di una crisi che non è solo finanziaria ma attraversa l’animo di
molti alla ricerca di barlumi di speranza cui aggrapparsi, in cui continuare a credere, che vede una società
fiaccata e amareggiata, ma anche più unita e coesa,
nell’affrontare una modernità inquieta e difficile. E
quindi per noi non si tratta oggi di celebrare e festeggiare il 50° del Festival Pontino di Musica come evento in sé, semmai di guardare a questa ricorrenza per
riflettere, tornare indietro nei ricordi, per accarezzarne i piacevoli momenti e ritornare al presente rinvigoriti per progettare, in modo condiviso, il nostro futuro.
Nella ricorrenza del Cinquantesimo, dunque, il Festival non può non soffermarsi sulla propria storia, su
origini e contesto culturale e territoriale nel quale è
cresciuto nel tempo in importanza e prestigio, guardando ai propri mentori, agli straordinari musicisti
che lo hanno accompagnato, ricordando la propria
vocazione internazionale, la sintonia con i linguaggi
contemporanei, l’attenzione ai giovani che si affacciano alla musica con sempre più urgenza di una formazione di qualità e di serie opportunità.
Avendo cura, infine, di rinnovare nella continuità i
valori che ne hanno definito l’identità culturale e che
ne rappresentano tutt’oggi la missione istituzionale.
L’impianto su cui si articola il Festival Pontino 2014
conferma le linee culturali storiche: concerti, incontri
di studio, workshop e, naturalmente, corsi di perfezionamento musicale, uniti a nuove iniziative sperimentali. Per i contenuti specifici rimando più in dettaglio
alle pagine che seguono. Con l’intento di favorire
l’ingresso dei giovani nel circuito concertistico e nel
mercato del lavoro artistico, i Corsi di perfezionamento e formazione avranno luogo, come tradizione, nel
magico scenario sermonetano del Castello Caetani di
proprietà della Fondazione Roffredo Caetani onlus,
cui va un nostro particolare ringraziamento, mentre
gli straordinari eventi saranno proposti in suggestive
località del nostro territorio per diffondere, anche in
quest’edizione, il repertorio musicale europeo, più o
meno noto, sia classico - avvalendosi di interpreti e
orchestre di prestigio - che contemporaneo - con la
collaborazione dell’Ensemble Alternance di Parigi
che presenterà molte esecuzioni in prima mondiale di
giovani compositori.
Mi fa piacere riportare l’omaggio a Goffredo Petrassi
nei 110 anni dalla nascita con la mostra di manoscritti
e foto del Maestro, il progetto del catalogo dell’epistolario petrassiano in collaborazione con l’IBIMUS
di Roma, l’esecuzione - da parte dell’Ensemble del
Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio “G. Verdi” di Milano - di musiche di Petrassi e
di alcuni suoi allievi più famosi, unitamente a quelle di
Luis de Pablo: questi rappresentano intensi momenti, ben oltre dall’essere unicamente celebrativi, per
la Contemporanea. Nell’ambito della valorizzazione
storico-culturale del territorio due concerti saranno dedicati all’esecuzione delle musiche di Roffredo
Caetani, una delle figure più colte e interessanti del
Casato, che tanto ha influito sulla vita della comunità
di Sermoneta, ma soprattutto nell’ambiente romano. Il nostro fare, che - seppur complesso e oggi reso
più complicato - trova nella passione e nella unità di
intenti la sua forza propulsiva e negli ideali la voglia
creativa, vede così continuare e rinnovarsi un impegno
a valenza culturale che, nell’universalità comunicativa della musica, capace di dare momenti di intensa,
autentica emozione, vuole essere anche un messaggio
d’amore e di speranza.
Grazie a tutti coloro, che a diverso titolo, consentono
a questa bella storia di scrivere nuove pagine.
Il Presidente
Luigi Ferdinando Giannini
EDIZIONE
CINQUANTANNI
di CAMPUS
I
l 2014 è un anno storico, per una Istituzione come
quella del Campus Internazionale di Musica, che
festeggia 50 anni di intensa attività musicale (il suo
Festival Pontino di Musica da camera reca, appunto,
quel prestigioso numero sequenziale) e, quindi, di una
semina culturale proficua, tale da connotare dal punto
di vista musicale l’Area Pontina.
La Fondazione Roffredo Caetani, nata dalla generosità dell’ultima erede principessa Lelia Caetani, condivide con il Campus Internazionale di Musica la gioia
di questo anniversario, al quale ha, tutto sommato,
contribuito affiancando il Campus da un punto di vista teleologico e logistico, sostenendone le attività sia
nei momenti felici, sia in quelli che in un cinquantennio possono dichiararsi meno felici, ancorché superati.
Il Castello Caetani di Sermoneta è da oltre 40 anni la
casa estiva del Campus, per il quale ha anche compiuto il felice sforzo di migliorare le iniziali strutture elementari per l’ospitalità, che una costruzione poderosa
e nata per la guerra poteva offrire.
Siamo felici di questo anniversario, che consideriamo
anche il nostro.
Pier Giacomo Sottoriva
Presidente della Fondazione Roffredo Caetani Onlus
EDIZIONE
Una grande famiglia musicale
I
l Festival Pontino celebra nel 2014 la sua 50a edizione. Mezzo secolo di attività è un traguardo di grande importanza, a cui solo pochissimi festival musicali
italiani hanno saputo giungere.
Come musicista nato a Latina e cresciuto in seno al
Festival Pontino, non posso che gioire di questo anniversario e essere orgoglioso di far parte della grande
famiglia del Festival Pontino.
Se sono diventato un musicista è anche grazie ai Corsi
di Sermoneta, fondamentali per la mia formazione,
e all’attenzione e alla lungimiranza del fondatore del
Campus, l’Architetto Riccardo Cerocchi, che sin dal
1997 ha voluto coinvolgermi per vari incarichi di collaborazione e consulenze.
Avendo la fortuna di conoscere, per motivi professionali, molti festival musicali in varie nazioni, posso confermare che il Festival Pontino conserva qualcosa di
unico, che ha origine nell’idea dell’Architetto Cerocchi e dei fondatori di creare una sorta di grande “famiglia musicale”, con il comune, gioioso intento della
condivisione della grande musica, libera da quelli approcci “business oriented”, che oggi, in altri luoghi,
rischiano di minare la qualità dell’offerta musicale,
privilegiando esigenze di immagine e di mercato.
Mi auguro, quindi, che il glorioso passato possa servire come modello e solido fondamento per la futura
evoluzione del Festival, ora gestito dalla Fondazione
Campus con un nuovo Presidente e un Comitato Esecutivo, a cui auguro di poter lavorare con la necessaria
serenità e fiducia nel futuro.
Sono certo nella attenzione che i media e il pubblico
sapranno dedicare a progetti di qualità, coraggiosi e
guidati da coerenza e consapevolezza culturale.
Sono stato onorato, in alcune precedenti edizioni del
Festival, di dare il mio piccolo contributo come consulente artistico.
Per l’edizione di quest’anno, sono lieto che il Comitato Esecutivo abbia inserito nel programma i due
concerti, da me suggeriti, dell’Amsterdam Consort
diretto da Jan Willem de Vriend.
Si tratta di una compagine di altissimo livello, nata
in seno al celebre Combattimento Ensemble di Amsterdam, tra i più autorevoli gruppi di musica barocca
dell’attuale panorama concertistico. I due programmi
dell’Amsterdam Consort sono entrambi di particolare
interesse per la rarità del repertorio.
Nel concerto del 27 luglio a Fossanova, l’Amsterdam
Consort presenterà un programma barocco alternando noti capolavori, come la Suite n. 1 di Bach e due
Concerti di Albinoni, a musiche barocche di rarissimo
ascolto di Biber, van Wassenaer e Schmelzer.
Il 26 luglio al Castello di Sermoneta assisteremo alla
prima esecuzione italiana in tempi moderni di “Pimpinone”, un’opera composta nel 1725 dal compositore tedesco George Telemann, recentemente riscoperta dallo stesso Jan Willem de Vriend.
Si tratta di un intermezzo giocoso basato sulla tradizione della Commedia dell’Arte, qui presentato con
azione scenica e costumi con la regia affidata ad Eva
Buchmann. L’azione è ambientata in una antica cucina italiana, e sono certo che il fascino del Castello
Caetani si sposerà appieno con la raffinata freschezza
della musica di Telemann.
Roberto Prosseda
EDIZIONE
INCONTRI INTERNAZIONALI
DI MUSICA CONTEMPORANEA
Mercoledì 2 Luglio Sermoneta
Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea
del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
Giovedì 3 Luglio Sermoneta
Ensemble Alternance
Venerdì 4 Luglio Sermoneta
Ensemble Alternance
CONCERTI DEL CICLO TRADIZIONALE
Sabato 5 Luglio Sermoneta
Alessanda Ammara
Domenica 6 Luglio Fossanova
Michelle Bellavance, Francesca Carta
Venerdì 11 Luglio Sermoneta
Schubert Ensemble
Doemnica 13 Luglio Fossanova
Elisso Virsaladze
Lunedì 14 Luglio Sermoneta
Relja Lukic, Daniela Fiorentino, M. Grazia Bellocchio
Mercoledì 16 Luglio Abbazia di Valvisciolo
Orchesta Sinfonica di Roma
Giovedì 17 Luglio Cori
Ensemble Vocale e Strumentale del Dipartimento di
Musca Antica del Conservatorio O. Respighi di Latina
Venerdì 18 Luglio Sermoneta
Mariana Sirbu, Diego Massimini, Aoife Nì Bhriain,
Lucia Zazzaro, Rocco Filippini, M. Paolo Monopoli,
Franco Petracchi, Mirela Vedeva, Roberto Paruzzo
Sabato 19 Luglio Sermoneta
Enrico Pieranunzi
Domenica 20 Luglio Fossanova
Mariana Sirbu, Bruno Giuranna, Clara Dutto,
Andrei Banciu
Mercoledì 23 Luglio Fondi
Pablo Rossi
Giovedì 24 Luglio Fondi
Alexander Ullman
Venerdì 25 Luglio Fondi
Evelyne Berezovsky
Sabato 26 Luglio Sermoneta
The Amsterdam Consort
Domenica 27 Luglio Fossanova
The Amsterdam Consort
Lunedì 28 Luglio Sermoneta
Luca Iozzi - Rebecca Raimondi, Alessandro Viale
Sabato 2 Agosto Sermoneta
ArDuo
Domenica 3 Agosto Fossanova
Trio Magritte
INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI MUSICA
CONTEMPORANEA
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
partecipano
Rosetta Acerbi Petrassi
Alfonso Alberti
Chris Axworthy
Gabriele Bonomo
Mauro Bonifacio
Giovanni D’Alò
Caterina Di Cecca
Frédéric Durieux
Alireza Farhang
Federico Gardella
Matteo Giuliani
Jean-Luc Menet
Vittorio Montalti
Federica Nardacci
Ricardo Nillni
Emanuele Palumbo
Emanuela Piemonti
Amparo Piñol Galicia
Paolo Rotili
Giancarlo Rostirolla
Marco Seco
Alessandro Solbiati
Flora Anna Spreafico
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
P
artiamo da un ricordo emozionante.
Era il 1996, insegnavo da poco al Conservatorio di Milano e ci
eravamo inventati un’attività chiamata “Incontri musicali”, a ricordo
di un’importante serie della fine degli anni ‘50 ideata da Luciano Berio
sempre al Conservatorio Giuseppe Verdi.
In questi Incontri, quelli del 1996, un musicista di fama, in genere ospite per una masterclass, era invitato a incontrare il pubblico interno o
esterno, suonando, dialogando, facendo ascoltare qualcosa, a sua scelta.
Si voleva fare qualcosa del genere con Goffredo Petrassi, ma l’età era
un po’ avanzata per invitarlo da noi per una masterclass. Allora Guido
Salvetti, all’epoca docente di Storia della Musica e subito dopo Direttore per otto anni, andò a casa di Petrassi e con la collaborazione della
televisione Classica Sky realizzò una splendida intervista video, che
venne poi proiettata come “Incontro musicale”.
Ma sotto a quello schermo subito dopo una bambina di 12 anni suonò
Oh, les beaux jours!, di Goffredo Petrassi: ben 84 anni di età separavano la
giovane pianista dal compositore intervistato, quasi un secolo, eppure
entrambi erano “pieni di presente” ed anche di futuro, in ciò che dicevano o suonavano.
Il fatto che il 50° Festival Pontino si inauguri con un concerto dei
giovani del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio
“G.Verdi” di Milano in qualche modo riproduce quella situazione, ed
è il miglior omaggio possibile ai 110 anni della nascita del Maestro, un
Maestro che era tale, al di là che per la straordinaria musica composta
in 60 anni, per l’attenzione continua, curiosa, incessante al presente e al
futuro della cultura, dell’arte e della musica.
Questo Laboratorio è di fatto un ensemble che il M°Mauro Bonifacio,
docente del Conservatorio, coltiva con passione e pazienza anno dopo
anno introducendo i giovani musicisti alle tecniche della musica recente,
alle sue difficoltà vecchie e nuove.
Si è voluto incorniciare il programma con due dei brani cameristici più
importanti di Petrassi, la Serenata del 1958 e il Grand Septuor del 1977/78.
Vent’anni cruciali, quelli che separano i due brani. Il primo porta le
tracce del tentativo petrassiano di seguire i percorsi delle Avanguardie
cui aderivano peraltro molti dei suoi allievi più noti. L’organico è assai
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
improbabile, come peraltro spesso accade nella musica da camera del
Nostro, cioè flauto, viola, contrabbasso, cembalo e percussioni, direi una
sorta di Marteau sans Maître italiano difficilmente rapportabile ad organici di tradizione. E così è anche per la struttura formale, in cui ogni
strumento si avvale di una vera cadenza e/o di momenti concertanti
e solistici, collegati da episodi più collettivi: continuità e discontinuità,
riferimenti al puntillismo e a un incedere quasi da recitativo si susseguono, mescolando il nuovo all’antico (compreso un breve episodio del
cembalo quasi in La maggiore).
All’estremo opposto del programma il Grand Septuor avec clarinette concertante. I vent’anni passati permettono una visione meno radicale e più
concentrata sui possibili nuovi rapporti con la tradizione. Innanzitutto
il solista è uno solo, il titolo stesso allude al suo virtuosismo, il “contorno
strumentale” è più coerente: due ottoni (tromba e trombone), due archi
più “normali” (violino e violoncello), due strumenti più timbrici (chitarra e percussione). La frammentazione degli anni ‘50 ha lasciato spazio
ad una figuralità più ampia e continua. La dedica stessa a Franco Donatoni, successore di Petrassi all’Accademia di Santa Cecilia la cui musica
era proprio in quegli anni incline a un ritorno di fiducia nella plasticità
della figura musicale (si pensi a Spiri per dieci strumenti, proprio del
1978) sembra condividerne le nuove fasi compositive.
sopra:
manoscritti di Petrassi:
Grand Septuor e Oh le beaux jours!
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Al centro del concerto un omaggio al successivo Presidente onorario
del Campus, Luis de Pablo, il grande compositore spagnolo formidabile
punto di riferimento odierno dal punto di vista culturale e intellettuale
oltre che musicale e compositivo: il suo Dibujos per 4 strumenti (1979)
è quasi coetaneo del Septuor e il titolo stesso (Disegni) sembra alludere
alla figura musicale, così come il riferimento contenuto allo Scherzo
dell’op.106 dice di un rinnovato dialogo con la tradizione. Basterebbe
peraltro il fulminante inizio veloce e ornamentale che piomba su un accordo fortissimo ad indicare una nuova fiducia nella chiarezza e nell’evidenza dell’evento sonoro. Sempre al centro del programma i brani
di due dei più noti allievi di Petrassi, a sottolineare l’intensità della sua
attività didattica, che lo fece punto di riferimento imprescindibile per
alcuni decenni, in Italia e all’estero: Ennio Morricone e Peter Maxwell
Davies, di cui si festeggiano quest’anno gli 80 anni.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
nella foto:
Petrassi al Festival Pontino,
Sermoneta (1984)
Vivo (2001) per trio d’archi, di Ennio Morricone, è un brano brillante, vivace, spesso isoritmico, laddove invece i Two nocturnes di Maxwell
Davies portano le tracce psicologiche di un periodo per lui fisicamente
assai difficile e nella data di composizione (2010) gli echi di un omaggio
a Chopin, il grande festeggiato del 2010, oltre che a Bach. Tali echi e
tali tracce chiudono un arco di pensiero che parte da Serenata, passa attraverso i brani degli anni ‘70 per approdare ad un XXI secolo per certi
versi molto meno “carico” idealmente o ideologicamente dei decenni
precedenti e più proteso alla ricerca di una nuova piacevolezza.
Ma si tratta ovviamente solo di uno dei percorsi possibili, perché molta
della musica che ascolteremo in questi giorni in occasione delle celebrazioni petrassiane ci dirà invece di ben altre vie, del tutto differenti,
intraprese dai giovani compositori.
Alessandro Solbiati
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
LA GIOVANE MUSICA EUROPEA
nelle foto:
momenti degli
Incontri di Musica contemporanea
del Festival Pontino
Quando, nel lontano 1980, fui invitato per la prima volta al Festival
Pontino e ai suoi Colloqui attorno alla musica contemporanea, mi colpì
profondamente una cosa: non avevo compiuto ventiquattro anni, ero
in fondo ancora uno studente di composizione, ma mi si dava la parola
e mi si ascoltava come “compositore”, e ad ascoltarmi erano gli Dei irraggiungibili: Goffredo Petrassi, Mario Bortolotto, Mario Messinis Aldo
Clementi e così via.
Poi, a poco a poco - e non certo solo al Festival Pontino, ma in tutto
il mondo artistico italiano e europeo - è successo un fenomeno un po’
curioso: quei giovani compositori nati negli anni ‘50 sono rimasti nella
considerazione del mondo musicale dei “giovani compositori” per decenni, anche dopo la comparsa dei primi capelli bianchi.
Una certa responsabilità è da attribuire in parte alla pigrizia di musicologi, critici e direttori artistici a ricercare il nuovo.
D’altra parte, una complicità più significativa va attribuita ad una
caratteristica secolare della musica: quella di procedere per generazioni
distanti tra loro, normalmente di almeno 25-30 anni.
Gli esempi sono ben noti e, senza andare indietro fino alla prima generazione romantica - dei nati tra il 1809 e il 1813 - si può ricordare il
blocco dei grandi compositori che hanno poi costituito il ‘900 storico:
Schoenberg, Berg, Webern, Stravinskij, Bartók, Ravel, tutti nati nell’arco di 11 anni, tra il 1874 e il 1885. Gruppo intermedio, questo, che
ha creato un ponte tra due differenti avanguardie: Messiaen, Petrassi,
Dallapiccola, nati nell’arco di quattro anni (1904-1908), lo straordinario gruppo che ha costituito l’Avanguardia del secondo dopoguerra,
tutto nato tra il 1920 e il 1932 (Maderna, Xenakis, Ligeti, Nono, Berio,
Boulez, Clementi, Kurtag, Donatoni, Stockhausen, Pousseur, Kagel,
Manzoni, Castiglioni...). I compositori nati grosso modo negli anni ‘50
hanno certamente costituito una generazione ben definita, dal punto di
vista estetico e stilistico. Citando solo alcuni nomi (non me ne vogliano gli esclusi): Fedele, Francesconi, Stroppa, Battistelli, Jarrell, Furrer,
Dusapin, Guerrero, Durieux, Hurel, Hosokawa, Saariaho, Lindberg,
Benjamin, fino ai poco più giovani Romitelli e Gervasoni.
Poi vi è stata la consueta rarefazione e ciò ha permesso di continuare
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
a definire giovani i suddetti compositori che via via andavano verso
la cinquantina, anche superandola. Ma a questo punto del procedere
degli anni, è assai evidente a chi frequenti la musica d’oggi a livello internazionale o a chi svolga molta attività didattica, che vi è davvero una
nuova generazione con caratteri assai definiti, quella dei giovani nati
approssimativamente tra il 1976 e il 1988.
Ne faccio qui una sorta di carta d’identità: provenienza assolutamente
planetaria (la vecchia Europa tutta come il centro-sud America, l’estremo Oriente come anche l’Oceania), una notevole tendenza a lasciare
il paese d’origine, a viaggiare, a risiedere e formarsi in molti luoghi, in
particolare in città quali Parigi e Berlino, una competenza in informatica
musicale cresciuta non separatamente da quella specificamente compositiva, e viceversa, per i non italiani, un calo di competenza nelle tecniche
storiche (armonia e contrappunto), una certa spregiudicatezza nella frequentazione di differenti generi ed anche nell’accostamento ed utilizzo
dei materiali musicali, una particolare attenzione, in modi assai differenti, alla componente timbrica del suono, nel senso che spesso la nozione
di “suono” ha sostituito quella di “altezza”, cioè di nome della nota.
Trovo dunque particolarmente significativo che proprio allo scoccare
del 50° Festival, si proponga un argomento come “La giovane musica
europea”, che ad eseguirla sia un Ensemble parigino, l’Ensemble Alternance, proveniente quindi da una città da sempre al centro del ribollire
delle nuove tendenze, e che della decina e più di compositori eseguiti
almeno sette siano nati tra la fine degli anni ‘70 e i pieni anni ‘80.
E trovo ancor più significativo che nei colloqui si ritorni a quella formula che tanto mi affascinò all’inizio degli anni ‘80, cioè che si dia la
parola innanzitutto ai giovani compositori, che essi possano affermare
e discutere le proprie istanze in modo che tutti, giovani e meno giovani, compositori, critici e musicologi, possano essere più consapevoli ed
informati di ciò che bolle in pentola nella giovane musica europea.
Alessandro Solbiati
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Non siamo noi che scegliamo la musica
che scriviamo ma in un certo senso
è la musica a scegliere noi. Direi che
un compositore, almeno secondo la
mia esperienza, lavora in uno stato di
necessità, è in qualche modo costretto
a scrivere ciò che scrive.
Goffredo Petrassi
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Un omaggio, prima di tutto, a Goffredo Petrassi (19042003) nella ricorrenza dei 110 anni dalla nascita.
Sulla falsariga di alcune principali caratteristiche del
Grand Septuor e della Serenata - in particolare leggerezza, gioco, cantabilità, rapporto fra tradizione e invenzione
- si sviluppa l’intero programma.
A partire dagli anni ’50 Petrassi si dedica a un’esplorazione
di vari organici strumentali, in formazioni spesso inconsuete. Notiamo alcuni tratti ricorrenti: la ricerca di una dialettica tra contrasto e fusione del suono; un certo grado di libertà compositiva, che si traduce nell’allusione a più sistemi
di riferimento (scalari, armonici), senza mai essere a titolo
esclusivo dentro a nessuno; una logica discorsiva orientata
per libere associazioni, senza rigidezza; un tempo musicale
che procede per strappi, rinunciando spesso a una prevedibile linearità, ove gli stati contemplativi o i silenzi interrompono il fluire per privilegiare una dimensione quasi improvvisativa, affidata in primo luogo agli spunti dei solisti.
Sono, questi, caratteri che potremmo per alcuni versi riscontrare anche in Dibujos di Luis de Pablo, abbinati però
a una temperatura emozionale certamente più ferrigna,
dal peso specifico più denso, spesso sul punto di esplodere.
Questo brano del 1979 si basa su un’estrema frammentazione della continuità discorsiva: un grande numero di
differenti caratteri musicali si snoda infatti – ciascuno inseguendo e interrompendo il precedente – nell’ambito di sezioni di varia lunghezza. L’ascoltatore è invitato a lasciarsi
trascinare in questo “vortice delle differenze”, calato in una
sorta di stretto dialogo tra i contrastanti disegni.
Lo scorrimento del tempo musicale ubbidisce così a una logica non lineare, la cui irrequietezza (il suo intrinseco ritmo
irregolare, sincopato, potremmo dire) è in grado di aprirsi
costantemente verso utopistiche mete.
Peter Maxwell Davies è autore di vari “omaggi musicali”, soprattutto nei riferimenti alla tradizione antica e
popolare inglese. I Two Nocturnes, scritti nel 2010 in
occasione del bicentenario chopiniano, rappresentano
però un’autentica uscita dal proprio orizzonte estetico ed
espressivo. Riferendosi al fatto che i brani vennero scritti
durante un periodo di convalescenza, il compositore rileva: “Mai, prima, avevo scritto musica in queste condizioni
20
alterate: le dimensioni musicali mi apparivano esagerate,
ogni frase o intervallo come dilatati, fuori proporzione [...]
La scelta dell’organico è stata influenzata dal suono very
neo-classical delle versioni da camera dei concerti mentre
la componente armonica esce anche valutando l’attrazione
personale di Chopin per Bach”. Come si vede, una vasta
rete di associazioni incrociate stimola la nostra attenzione
musicale.
In Vivo, per trio d’archi, scritto da Ennio Morricone nel
2001 in ricordo di Francesco Pennisi, emerge l’idea di una
estrema, continua mobilità di figure rapide e appuntite.
Il percorso che si delinea a partire dall’omogeneità timbrica intrinseca all’organico, arriva a generare tensioni anche molto violente attraverso figurazioni incalzanti e contrastate, distribuite in un serrato gioco contrappuntistico.
Non meno significativa e determinante, però, sia a livello
formale che espressivo, risulta l’apparizione di una opposta dimensione di cantabilità, trasognata e inafferrabile.
Questa dimensione, talvolta emergente all’improvviso, per
brevissimi istanti in altrettanto inaspettate finestre di tempo, verrà evocata anche nel finale in filigrana, tra le parti,
ove sarà destinata a perdersi in un lungo diminuendo insieme alle altre figurazioni.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
MERCOLEDÌ 2 Luglio
Sermoneta
ore 17.00 Chiesa San Michele Arcangelo
INAUGURAZIONE DEL 50° FESTIVAL PONTINO
Indirizzi di saluto. Annullo postale celebrativo e mostra
documentaria per i 110 anni della nascita di Goffredo Petrassi.
ENSEMBLE DEL LABORATORIO DI
MUSICA CONTEMPORANEA DEL
CONSERVATORIO DI
MUSICA G. VERDI DI MILANO
Viola Brambilla flauto
Fabio Busetto clarinetto
Matteo Macchia tromba
Davide Pogliani trombone
Pietro Rodeghiero chitarra
Maria Dolores Gaitán clavicembalo
ore 20.00 Scuderie Castello Caetani
Peter Maxwell Davies
Two Nocturnes (2010)
per violino, viola, violoncello, pianoforte - 5’
Ennio Morricone
Vivo (2001)
per trio d’archi - 4’
Goffredo Petrassi
Serenata per cinque strumenti (1958)
per flauto, clavicembalo, percussioni, viola, contrabbasso - 16’
e pianoforte
Marta Soggetti percussioni
Francesco Della Volta violino
Amira Awajan viola
Lorenzo Boninsegna viola
Francesca Montini violoncello
Stefano Morelli contrabbasso
Daniela Fiorentino clarinetto
Beatrice Venezi direttore
Mauro Bonifacio coordinatore
Luis de Pablo
Dibujos (1979)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello - 12’
Goffredo Petrassi
Grand Septuor avec clarinette concertante (1977-78)
per clarinetto, tromba, trombone, chitarra, percussioni, violino, violoncello - 16’
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Architetture del canto e del silenzio
La musica, come arte del tempo, è una metafora della vita:
ci ricorda che non è possibile tornare indietro, che ogni
istante è unico. Come accade nella vita, anche nella musica, però, è possibile rendere presente ciò che è già accaduto: questa possibilità è la memoria. E così la forma di una
composizione riflette questa possibilità attraverso l’organizzazione delle proprie strutture, in una continua dialettica
tra l’invenzione del nuovo e la predisposizione al ricordo.
La prospettiva di Architetture del canto e del silenzio (per
ensemble) è, però, diversa: mi sono chiesto cosa sarebbe la
musica se, invece che una narrazione, la sua struttura venisse pensata in analogia con l’osservazione di uno spazio
architettonico; si tratta di immaginare uno spazio sonoro
in cui tutto è già presente dal principio, in cui il concetto di
sviluppo dei materiali musicali viene sostituito dall’idea di
una forma “sincronica”, luogo del silenzio come possibilità
del canto, appunto. La struttura si articola, qui, in “stanze”,
che sono luoghi della forma, ma anche spazi di risonanza in
cui costruire un’idea di canto sul bordo del silenzio.
Quintette
Questo brano segna un cambiamento nella mia produzione
degli ultimi due anni. Precedentemente in brani con Due
Studi Brulicanti, per violoncello solo, o Rivière de mots,
per trio, la mia musica era composta da gesti ricchi di una
virtuosità strumentale che dava loro un carattere teso e esacerbato. Ho cercato un vocabolario composto da suoni più
poveri, potremmo dire difettivi prendendo in prestito un
termine di Gérard Pesson. La tensione, quindi, che era presente in questi brani si è trasformata in ricerca per scolpire
la sonorità, con tecniche fuori della specializzazione dello
strumentista, ma non per questo difficili. Ho esplorato le
possibilità del clarinetto e del flauto in quanto tubi, dunque
soffiando e ricercando le possibilità e le qualità di fricazione
differenti dell’aria con le consonanti filtrate anche dal cambiamento di diteggiatura. Ho costruito dei plettri circondati da feltro per suonare flauto e clarinetto con un güiro.
Per ottenere un suono granulato, ho fabbricato, inoltre, un
archetto speciale per il violoncello. I suoni si uniscono in
raggruppamenti dai più semplici ei più complessi e su vari
livelli, per formare il suono più complesso: il pezzo in sé.
Descrivo il mio rapporto con gli strumenti empatico: cioà
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un rapporto con un oggetto magico, non ancora conosciuto, si carica di una energia sprigionata dalla sua scoperta.
Lo strumento di questa scoperta è la meraviglia: non so
in principio cosa sto trovando ma mi lascio stupire dallo
strumento. Per fare questo bisogna avere dei nuovi occhi e
soprattutto sviluppare una sensibilità tattile. Il tatto, l’intelligenza della mano e dell’orecchio.
Wipe, boom, wipe
Questo brano si inscrive nella stessa linea di Cinq degrés de
crayonnages non foss’altro che per l’omaggio a Sol Lewitt,
trasversale ai due pezzi. Il titolo Wipe boom wipe si riferisce
alla tecnica di applicazione dell’inchiostro sul muro con l’aiuto di una spugna secondo un rituale preciso.
Questo semplice gesto decomposto in tre parti mi ha ispirato un trittico che si dispiega nei tre movimenti in una anamorfosi sonora: sfregamenti e percussioni diverse si intrecciano generando un ampio ventaglio di situazioni simili alle
superfici caotiche dei wall drawings. Malgrado questi schizzi
energici, si sprigiona una geometria attraverso l’iterazione
dei motivi, la piegatura delle figure, l’emergere di elementi
fissi, veri punti nodali nel flusso bruitista.
L’étoile de mer
La opera si ispira del film di Man Ray e cerca di ricreare
l’ambiente surrealista del regista americano. La musica a
volte segue, a volte è completamente indipendente, anticipa, commenta o accompagna il film, sempre rispettando la
successione delle immagini.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
GIOVEDÌ 3 Luglio
Sermoneta
ore 10.00 Chiesa San Michele Arcangelo
10.00 Tavola Rotonda Le note di Petrassi
Presiede Gabriele Bonomo
16.00 Incontro di Studio La giovane musica europea
Prima Sessione Presiede Alfonso Alberti
segue lezione-concerto di Frédéric Durieux ed esecuzione di
Initial, Daniela Fiorentino clarinetto
ENSEMBLE ALTERNANCE
Jacques Ghestem violino
Claire Merlet viola
Alexandra Greffin-Klein violino
Christophe Mathias violoncello
Jean-Luc Menet flauto
Etienne Lamaison clarinette
Dimitri Vassilakis pianoforte
ore 20.00 Scuderie Castello Caetani
Federico Gardella
*Architetture del canto e del silenzio (2013)
per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello
Emanuele Palumbo
*Quintette (2013)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte
Ricardo Nillni
*Wipe, Boom, Wipe (2013 - 2014)
per flauto, violino, viola, violoncello e pianoforte
Alireza Farhang
*Eiwân (2014)
per violino, violoncello e pianoforte
Nicolas Tzortzis
L’ étoile de mer (2013)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte (dal film “L’étoile de
mer” del 1928 di Man Ray
* prime esecuzioni assolute
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
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Les toits de Paris
I tetti di Parigi affascinano da sempre. Sembrano un
paesaggio familiare all’immaginario di ciascuno. Ogni tetto
racconta una storia e nel loro insieme le cime degli immobili
descrivono diverse morfologie di paesaggio. Lo skyline
parigino diventa quindi un ricco spunto immaginativo. Lo
stesso paesaggio infatti può essere osservato da tetti diversi
svelando sempre nuovi dettagli e le storie celate dalle grigie
finestre dei monolocali agli ultimi piani possono essere viste
dall’esterno o vissute dall’interno. Durante la scrittura di
questo brano sono più volte tornato a sfogliare un libro di
illustrazioni sui tetti della Ville Lumière che mi ha guidato
in questo viaggio imm aginario ed aiutato ad identificare
i diversi caratteri che le sommità degli edifici potevano
rappresentare.
Maschere dissolte
La maschera è un manufatto presente in ogni cultura del
mondo e i suoi impieghi spaziano dal simbolismo religioso al
rito funebre, dall’occasione ludica alla messinscena teatrale,
ecc. Essa è stata intesa da una parte come catalizzatore
di forze sovrannaturali, dall’altra come la raffigurazione
di una persona lontana o di un personaggio di fantasia:
l’individuo impersona e amplifica ciò che rappresenta.
In una concezione pirandelliana invece una persona
indossa delle maschere come frutto di un’apparenza falsa
e ingannevole imposta dalla società: l’identità del singolo
si cela dietro di esse. Arriva tuttavia il momento in cui
l’individuo si spoglia dei molteplici travestimenti e mette a
nudo la propria fragilità: è in quel momento che sembra di
sentire la sua intima voce.
Kaiolan
Kaiolan (in basco Nella gabbia) è una riflessione sul lavoro
della scultrice Louise Bourgeois, e soprattutto le sue “cellule”.
Esse evocano un senso di prigionia dalla creazione di spazi
psicologici occupati da oggetti di uso domestico e souvenir,
pieni di significato trascendente. Queste opere consentono
all’osservatore di penetrare il mondo interiore dell’artista
e diventare un osservatore privilegiato dei suoi pensieri e
sentimenti privati. In Kaiolan ho cercato di esplorare l’idea
di un limite, non come concetto matematico, ma applicato a
vari elementi musicali, in particolare il registro, che appare
limitato in vari modi in tutta la composizione. La dinamica
e timbrica sono trattati in questo modo, chiudendo e
definendo ulteriormente la struttura. Il titolo non è solo
un riferimento a una limitazione dolorosa di spazio, ma
piuttosto a ciò che si innesca: i sentimenti di oppressione
e claustrofobia prodotte in chi lo abita. Paradossalmente,
l’oggetto del lavoro è quello di trovare modi diversi di
sentirsi libero in uno spazio ristretto, creando un falso senso
di sicurezza. L’anelito di libertà esplode in una improvvisa
espansione dello spazio (nei registri estremi degli strumenti),
che torna ben presto e inevitabilmente ad auto-limitarsi.
Kaiolan è dedicato alla PluralEnsemble e Fabián Panisello,
che commissionò l’opera eseguita in prima mondiale a
Barcelona il 12 novembre 2010.
Lo strappo nel cielo di carta
Lo strappo nel cielo di carta il cui titolo rimanda a “Il fu
Mattia Pascal’” di Pirandello, mette in scena il rapporto
dialettico tra la forma (caratterizzata dai bicordi ai legni
che poi passeranno agli archi) e la vita (consistente in
un pullulare quasi incessante di biscrome affidato ad
archi e legni). L’economia del materiale, completamente
desunto dalle possibilità strumentali dei bicordi di flauto
e clarinetto, rivela che è sempre lo stesso personaggio a
muoversi tra forma e vita senza riuscire in alcun modo a
trovare una sintesi di tale dicotomia. Il pezzo non terminerà
dunque con una conclusione a favore di uno dei due poli,
ma semplicemente con una rottura, tesa a sottolineare tale
contrasto drammatico e irrisolto.
A Mag Ran
A Mag Ran è un percorso di svelamento progressivo di una
struttura profonda. Come un anagramma (dal greco ἀνά
aná, “sopra” e γράμμα grámma, “lettera”) sfrutta le lettere
di una parola per creare significato oltre la stessa, qui la
gestione del brano (in tal senso quasi un frattale) è affidata
– sia per micro-scelte locali, sia per la costruzione macroformale – ad un unico materiale che, in due percorsi paralleli
di definizione prima soprattutto ritmica poi armonica, si
svela attraverso una sequenza melodica costruita, attorno
ad un pedale sulle note do e re, scomponendo il totale
cromatico in triadi esclusivamente maggiori e minori.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
VENERDÌ 4 Luglio
Sermoneta
ore 10.00 Chiesa San Michele Arcangelo
10.00 Incontro di Studio La giovane musica europea
Seconda Sessione Presiede Frédéric Durieux
16.00 Incontro di Studio La giovane musica europea
Terza Sessione Presiede Alessandro Solbiati
ENSEMBLE ALTERNANCE
Jacques Ghestem violino
Claire Merlet viola
Alexandra Greffin-Klein violino
Christophe Mathias violoncello
Jean-Luc Menet flauto
Etienne Lamaison clarinette
Dimitri Vassilakis pianoforte
ore 20.00 Scuderie Castello Caetani
Vittorio Montalti
Les toits de Paris (2011)
per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte
Gabriel Erkoreka
Kaiolan (2010)
per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte
Mauro Saleri
*Maschere dissolte (2014)
per flauto, violino, violoncello e pianoforte
Caterina Di Cecca
*Lo strappo nel cielo di carta (2014)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
Matteo Giuliani
*A Mag Ran - Evoluzioni (2014)
per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte
Philipp Maintz
Trawl (2013)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
* prime esecuzioni assolute
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Compositori
LUIS DE PABLO nasce a Bilbao (Spagna, Paese Basco) il 28
gennaio 1930. Inizia gli studi musicali a partire dai 7 anni di età
a Fuenterrabía. Li prosegue privatamente a Madrid, con Max
Deutsch a Parigi e nei corsi di Darmstadt. Fonda a Madrid “Tiempo y Música” e “Alea” (1959-1972), gruppi che hanno dato modo
al pubblico spagnolo di conoscere la musica contemporanea e
diverse culture musicali non occidentali. Fonda anche il primo laboratorio elettroacustico spagnolo. È stato docente al Conservatorio di Madrid, presso le Università di Buffalo, Ottawa, Montreal,
etc…; ha tenuto corsi in Francia, Italia, Belgio, USA, Giappone,
Argentina, Messico. Ha conseguito numerosi premi, spagnoli e internazionali (Premio Guerrero, Medaglia d’Oro del Re di Spagna
per le Belle Arti, Medaglia d’Oro del Círculo de Bellas Artes di
Madrid, “Officier des Arts et des Lettres” su nomina del Ministero
della Cultura francese, Premio della Fondation Prince Pierre di
Monaco, Premio Honegger, etc...). La sua produzione musicale
comprende oltre cento titoli: quattro opere, tre quartetti per archi,
vari concerti solistici (tre concerti per pianoforte, altri concerti per
violino, violoncello, chitarra, flauto, clarinetto, sax), molta musica
da camera, orchestrale e vocale, etc… Nel 1968 Claude Rostand
ha scritto di lui nel “Dizionario della Musica Contemporanea”
(Ed. Larousse): “Luis de Pablo è oggi non soltanto la personalità
dominante della scuola spagnola nonché uno dei primi compositori ad avere percorso la strada per farla uscire dal suo stretto nazionalismo e conferirle un’intonazione universale, ma anche una
delle personalità più prominenti dell’attuale panorama musicale
internazionale, grazie all’impulso che egli ha saputo conferire alle
tecniche innovative e alle soluzioni personali e originali che ha
trovato, per esprimere un temperamento inventivo e poetico eccezionale. Perché in tutta questa ricerca, è l’uomo a restare sempre
dietro alla propria musica: è una presenza che gli è naturale e alla
quale lui tiene”. Dal 2010 è presidente onorario del Festival Pontino.
CATERINA DI CECCA ha conseguito con il massimo dei voti
e la lode il Diploma Accademico di Primo e Secondo Livello in
Composizione sotto la guida del M° Luciano Pelosi presso il Conservatorio di Musica di Santa Cecilia in Roma, lo stesso Istituto
in cui si era già diplomata precedentemente in Pianoforte. Nello
stesso periodo ha affiancato alla sua formazione musicale studi
umanistici, conseguendo la Laurea Triennale e poi Magistrale in
Filosofia entrambe Magna cum Laude. Dal 2012 studia con il M°
Alessandro Solbiati, di cui ha seguito il Corso di Perfezionamento
26
in Composizione a Sermoneta nel 2013: in tale occasione, dopo
esser stata scelta all’unanimità al termine dell’esecuzione dei brani
composti in loco, ha ricevuto una commissione per la scrittura
di un pezzo per il Festival Pontino 2014. Finalista del Salvatore
Martirano Award 2013, è stata selezionata dal M° Fabio Nieder
per una commissione con residenza presso la Fondazione Spinola
Banna per l’Arte nel 2015. Sue partiture sono state eseguite in
Italia e all’estero da musicisti come Maria Grazia Bellocchio, Laura Catrani, Ruggero Laganà, Antonio Politano, Sandro Gorli e il
Divertimento Ensemble. Suoi lavori sono programmati dall’Ensemble Alternance di Parigi, dall’Ensemble Tema di Karlsruhe,
dall’Ensemble Mosaik di Berlino e da Corrado Rojac. Tra il 2008
e il 2010, si è dedicata alla composizione di colonne sonore firmando la musica originale di vari cortometraggi, alcuni finalisti
e vincitori di concorsi (American Dream e Il fascino discreto della parola). Nel 2011, a seguito del relativo concorso, è risultata
idonea all’insegnamento di Composizione nei corsi di formazione preaccademica del Conservatorio di Santa Cecilia, presso cui
dal 2013 è docente del corso preaccademico di Teoria, ritmica e
percezione musicale. La sua musica è pubblicata dalle Edizioni
Suvini Zerboni - Sugarmusic S.p.A. di Milano.
GABRIEL ERKOREKA nato a Bilbao nel 1969, ha studiato
con Carmelo Bernaola, diplomandosi a pieni voti in composizione, pianoforte e musica da camera. Nel 1995 è entrato alla Royal
Academy of Music per studiare composizione con Michael Finnissy dove ha ottenuto il Dipram e una laurea con lode presso
il King’s College di Londra. Suoi lavori sono stati eseguiti alla
Biennale di Venezia del 2004; al Musikverein di Vienna; South
Bank Centre, Spitalfields Festival, ICA e Wigmore Hall di Londra;
SIMC World Music Days a Manchester; Muziekgebouw di Amsterdam; i nuovi percorsi in Music Festival e il Symphony Space
di New York 2007; la Crown Hall di Chicago; il Takemitsu Toru
Festival 1999 a Tokyo; Festival ‘“ujourd’hui Musiques” a Perpignan; Festival Internacional de Alicante, l’Auditorio Nacional e
Centro de Arte ‘Reina Sofia’ di Madrid; e in altre città tra cui
Parigi, Berlino e Sydney. Ha avuto importanti riconoscimenti
(Premio de Roma dall’Accademia di Spagna a Roma nel 2001;
Premio INAEM - Colegio de España a Parigi; Primo Premio del
Premio SGAE a Madrid, numerosi premi alla Royal Academy of
Music tra cui il Josiah Parker Premio e il Premio del governo basco
(1999). E ‘stato selezionato per partecipare alle ISCM Festival di
Manchester 1998 e Hong Kong 2007, nella Tribuna Internazionale dei Compositori dell’UNESCO a Parigi, e per il Gaudeamus
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Music Week International. Recentemente ha ottenuto il “Reina
Sofía” Premio Composizione. La musica di Erkoreka è stata registrato e trasmesso dalla BBC, WDR, RAI, RNE e altre emittenti
di vari paesi, tra cui Australia, Argentina e Olanda. Ha ricevuto
commissioni da numerose istituzioni europee (Nieuw Ensemble,
Biennale für Neue Musik-Hannover, INAEM, Ministero spagnolo
della Cultura, Fundación Autor, Guggenheim Museum, Orquesta
de la Comunidad de Madrid, Orquesta Sinfónica de Euskadi, Bilbao Symphony Orchestra , Festival ENSEMS-Valencia, Quincena musicale e RAM). È stato nominato compositore in residenza
del JONDE (Giovane Orchestra Nazionale Spagnola) per 20012002. Dal 2001 è membro della Royal Academy of Music.
ALIREZA FARHANG compositore franco-iraniano, viene da
una famiglia di musicisti ed ha iniziato lo studio della musica con il
padre all’età di sette anni. Ha studiato pianoforte con Emmanuel
Melikaslanian e Raphael Minaskanian, composizione con Alireza
Machayeki all’Università di Teheran. La sua esperienza di studio
con Mashayeki si è rilevata fondamentale nella sua formazione ed
ha influenzato il primo pezzo nel catalogo delle sue composizioni
L’hiver et le parfum du printemps (2001) per piano a quattro mani.
Ha insegnato all’Università di Teheran e ha fondato una scuola
di musica. Nel 2002 ha deciso di continuare gli studi di composizione con Michel Merlet all’École Normale de Musique de Paris.
Ha vinto la “Albert Roussel scholarship” ed ha conseguito il diploma superiore in composizione ed orchestrazione. Etna (2003) per
ensemble e Au-delà du néant (2003) per solo flauto sono tra i lavori
composti prima dell’ultimo periodo della sua formazione musicale al CNR di Strasburgo (classe di Ivan Fedele). Ha lavorato
con Brice Pauset, Joshua Fineberg, Toshio Hosokawa, Hans Peter
Kyburz, Olga Neuwirth, Kaija Saariaho, Gérard Pesson, Tristan
Murail, Michael Jarrell e Yan Maresz. Ha tenuto un corso di
Composizione Musicale e Tecnologie come parte del Corso Europeo (ECMCT) per l’IRCAM e per la Technische Universität,
Universität der Künst e Hochshule für Musik Hanns Eisler di Berlino Il suo secondo e terzo quartetto intitolato Echo-Chaos (2007)
per l’Arditti String Quartet e Taksim (2012) per il Kronos Quartet
segnano due importanti momenti nella carriera del compositore.
La musica tradizionale persiana ha influenzato fortemente la sua
composizione. La sua formazione in musica occidentale e persiana gli ha consentito di combinare nelle sue opere i due mondi
musicali. La questione dell’ibridismo culturale e dell’incompatibilità tra valori tradizionali e moderni rappresenta il punto centrale
della sua ricerca compositiva.
FEDERICO GARDELLA è nato a Milano nel 1979. La sua musica è stata presentata nei principali festival e stagioni concertistiche a Tokyo (Tokyo Opera City), Milano (Festival Milano Musica,
Rondò/Divertimento Ensemble), Royaumont (Voix Nouvelles),
Firenze (Maggio Musicale Fiorentino, Festival Play It!), Riga (Festival Arena), Torino (MiTo SettembreMusica, Unione Musicale,
Rai NuovaMusica), Lodz (Lodz Philharmonic Hall), Latina (Festival Pontino), New York (Columbia University), Parma (Festival
Traiettorie), Takefu (Takefu International Music Festival), Venezia (La Biennale di Venezia), Boston (Harvard University), Roma
(Auditorium Parco della Musica) e Bruxelles (Flagey). È stato premiato in numerosi concorsi internazionali di composizione tra cui
il Tansman International Competition of Musical Personalities
di Lodz e il Takefu International Composition Award.
Nel 2012
gli è stato conferito a Tokyo il Primo Premio al Toru Takemitsu
Composition Award. Sue composizioni sono state interpretate
da orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, la
Latvian National Symphony Orchestra, l’Orchestra della Toscana, la Lodz Philharmonic Orchestra, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali e la Tokyo Philharmonic Orchestra; di particolare rilievo è
inoltre la sua collaborazione con gruppi da camera e ensemble dedicati al repertorio contemporaneo quali il Trio di Parma, il Quatuor Diotima, i Neue Vocalsolisten Stuttgart, il Talea Ensemble,
l’Ensemble Algoritmo e il Divertimento Ensemble. Nel 2014 Mano
d’erba (per orchestra) è stato scelto come “recommended work”
all’International Rostrum of Composers di Helsinki.
I suoi lavori
sono stati trasmessi da emittenti radiofoniche in Italia (Radio Tre),
Francia (Radio France) e Giappone (NHK). Federico Gardella ha
studiato composizione con Alessandro Solbiati al Conservatorio
di Milano e ai Corsi di Perfezionamento di Sermoneta e con Azio
Corghi presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma;
particolarmente importanti per la sua formazione sono stati inoltre gli incontri con Brian Ferneyhough e Toshio Hosokawa. La
sua musica è pubblicata dalle Edizioni Suvini Zerboni-SugarMusic S.p.A. di Milano.
MATTEO GIULIANI (Bologna, 1984) Dopo il compimento
inferiore di pianoforte e la maturità scientifica, studia ingegneria
informatica presso l’Università di Bologna e, dal 2004, composizione presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, dove
consegue il compimento inferiore nel 2006 e il compimento medio nel 2010. Sempre nello stesso anno si diploma in musica corale e direzione di coro presso lo stesso Conservatorio con Pier Paolo
Scattolin. Attualmente è iscritto al triennio superiore di composi27
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
zione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, nella classe
del M° Alessandro Solbiati. Alcune sue composizioni sono state
eseguite in importanti festival quali “Rondò”, “GAMO” e l’“Altro
Comunale” presso il Teatro Comunale di Bologna. Tra i suoi esecutori si ricordano in particolare Maria Grazia Bellocchio, Laura
Catrani, Francesco Gesualdi e Dario Savron. Nel 2010 ha vinto
una borsa di studio “Fondazione Zucchelli” per la composizione
in 36 ore di un brano per ensemble su tema dato. Sempre nello
stesso anno, il suo lavoro per coro a cappella Pèn Graté è primo
classificato al concorso internazionale di composizione proposto
da The Choral Project di San Jose (California, U.S.A.) diretto da
Daniel Hughes ed è stato eseguito, tra l’altro, anche presso la Mission della Santa Clara University (Santa Clara, CA, U.S.A.); inoltre il suo brano Vortici per pianoforte solo - già eseguito nell’ambito
della rassegna “Compositori a confronto” organizzata dall’Istituto
Peri di Reggio Emilia - si aggiudica il concorso di composizione
pianistica per giovani compositori iscritti alle istituzioni AFAM
proposto da Divertimento Ensemble (in commissione Sandro
Gorli, Alessandro Solbiati e Maria Grazia Bellocchio) ed è eseguito in due concerti a Monza e Milano da Maria Grazia Bellocchio,
all’interno della stagione Rondò 2010. E’ inoltre segnalato al Concorso Internazionale di Composizione Musicale indetto dall’associazione culturale Continuum Musicum di Reggio Calabria.
Nel 2011 è tra i sedici giovani compositori selezionati da tutto il
mondo per il Concorso Internazionale di Composizione “Niccolò
Castiglioni” e si aggiudica il primo premio della quarta edizione
del Concorso Europeo di Composizione GAM - Galleria di Arte
Moderna di Milano (presidente di giuria Marcello Abbado). Nel
2012 vince il Concorso di Composizione “Le note ritrovate” (presidente di giuria Frédéric Durieux - docente al Conservatorio di
Parigi) ed è finalista al Concorso AFAM indetto dal Divertimento
Ensemble (tra gli altri in giuria: Gervasoni, Gardella). Nel 2013
si aggiudica i seguenti concorsi internazionali: Festival Pontino
(commissione di un brano per ensemble per il Festival Pontino
2014), Concorso Internazionale Certaldo 2013 (per un’operina su
Boccaccio - finale in corso), Pharos Competition a Cipro (primo
premio su 39 partecipanti) oltre al terzo posto (primo non assegnato) al Concorso Egidio Carella (Val Tidone Competition, giuria:
Oscar Van Dillen, Sonia Bo, Andrea Portera, Andrea Talmelli) e
all’unica Honorable Mention (secondo posto su 132 partecipanti)
al Left Coast Ensemble Composition Contest (San Francisco, CA,
USA). Un suo brano sarà inoltre eseguito il prossimo autunno al
Conservatorio di San Pietroburgo (Russia).
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PHILIPP MAINTZ è nato ad Aquisgrana nel 1977, dove ha seguito anche le prime lezioni di composizione presso Michael Reudenbach dal 1993 al 1997. Dal 1997 ha studiato composizione
con Robert HP Platz presso il Conservatorium di Maastricht e
si è diplomato con distinzione nel 2003. Ha integrato i suoi studi
con soggiorni presso il CRFMW (Centre de Recherches et de Formations Musicales de Wallonie) dell’Università di Liegi e presso
l’IRCAM di Parigi. Dal 2003 al 2005 è stato allievo di Karlheinz
Essl presso lo Studio For Advanced Music & Media Technology a
Linz. Nel 2002 Philipp Maintz ha ottenuto dei premi presso i corsi
estivi internazionali per musica contemporanea (Internationalen
Ferienkurse für Neue Musik) a Darmstadt e presso l’International Gaudeamus Music Week ad Amsterdam. Nel 2004 è stato
Composer in Residence dell’Istituzione Künstlerhofes Schreyahn
in Bassa Sassonia. Nel luglio del 2005 ha ricevuto il premio promozione della fondazione Ernst von Siemens Musikstiftung, nel
gennaio 2006 ha ottenuto una borsa di studio della fondazione
Wilfried-Steinbrenner-Stiftung ed un’altra nel 2007 per un soggiorno di studio presso la Cité Internationale des Arts a Parigi.
Le sue composizioni sono state eseguite dall’Arditti Quartet e dal
Minguet Quartett, Ensemble InterContemporain, Kammerensemble Neue Musik Berlin, Ensemble Intégrales, Ensemble 2e2m,
dal RSO-Stoccarda diretto da Lothar Zagrosek e dal BBC Symphony Orchestra diretto da Pierre-André Valade. Esecuzioni sono
state presentate anche presso l’International Gaudeamus Music
Week (Amsterdam), presso il Rheinischen Musikfest (Colonia),
presso tremplin e l’agora-festival (Parigi), presso lo Schreyahner
Herbst, presso gli Internationalen Ferienkursen für Neue Musik
(Darmstadt), presso i Wittener Tage für Neue Kammermusik,
musica Strasbourg, presso Wien Modern, presso i Salzburger Festspiele e presso Hear&Now (BBC).
PETER MAXWELL DAVIES compositore inglese, nato a
Manchester l’8 settembre 1934. Ha studiato al Royal Manchester
College of Music, ma un influsso decisivo sulla sua formazione ha
avuto Goffredo Petrassi, di cui è stato allievo a Roma nel 1957. Ha
poi studiato negli Stati Uniti alla Princeton University con R. Sessions. Nel 1967 ha fondato con H. Birtwistle il complesso Pierrot
Players, specializzato nell’esecuzione di musiche novecentesche,
che nel 1970 ha preso il nome di The Fires of London. Sempre
nel 1970 si è stabilito nell’isola di Hoy nelle Orcadi, partecipando
però attivamente alla vita musicale dei maggiori centri internazionali. Nel 1983 è succeduto a sir A. Boult nella carica di presidente
della Schools Music Association. Ha ricevuto numerose onorifi-
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
cenze e lauree honoris causa, distinguendosi dai musicisti della
sua generazione per una produzione molto intensa e caratterizzata da grande varietà di interessi, che vanno dal teatro musicale
alla musica da film, dalle composizioni da camera a quelle destinate ai bambini e a fini didattici. La sua produzione si distingue
soprattutto per una disinvolta vitalità di scelte linguistiche, nelle
quali si mescolano non di rado recuperi di polifonie medievali e
stilemi delle avanguardie novecentesche, senza tuttavia che l’impiego delle tecniche più ardite dia mai l’impressione di essere stato
determinato da precostituite scelte di campo: al contrario Davis
mostra semmai un eclettismo del tutto estraneo alle tendenze delle
avanguardie uscite dai Ferienkurse di Darmstadt. I suoi lavori più
importanti includono le opere Taverner, Resurrection, The Lighthouse e
The Doctor of Myddfai; i balletti Salome e Caroline Mathilde, e le opere
di teatro musicale Eight Songs fora Mad King e Miss Donnithorne’s Maggot. La sua imponente produzione per orchestra conta sinfonie,
recensite dal Times come “il più importante ciclo di opere sinfoniche dopo Shostakovich” - concerti, varie composizioni per orchestra leggera, opere per coro. Maxwell Davies si occupa anche
di direzione d’orchestra, avendo ricoperto il ruolo di Direttore/
Compositore alla Royal Philharmonic e alla BBC Philharmonic.
Collabora anche con il St. Magnus Festival, il festival annuale delle arti nelle Orcadi, da lui stesso fondato nel 1977, ed è compositore ad
honorem della Scottish Chamber Orchestra. Nel 2004
Sir Peter Maxwell Davies è stato insignito dell’alta onorificenza di
Master of the Queen’s Music, compositore ufficiale di Sua Maestà
la Regina.
VITTORIO MONTALTI (1984) si è diplomato in pianoforte
con Aldo Tramma al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e in
composizione con Alessandro Solbiati al conservatorio G. Verdi di
Milano. Si è poi perfezionato all’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia, sotto la guida di Ivan Fedele ed ha studiato musica elettronica presso l’ IRCAM-Centre Pompidou di Parigi. Nel 2010,
nell’ambito de La Biennale di Venezia 54° Festival Internazionale
di Musica Contemporanea, gli è stato conferito il Leone d’Argento per la Creatività. Ha ricevuto commissioni da La biennale
di Venezia, Teatro La Fenice, Divertimento Ensemble, Bergamo
Musica Festival, Ex Novo Ensemble/SaMPL, Festival Pontino,
Fondazione Culturale San Fedele e RomaTreOrchestra e la sua
musica è stata eseguita in importanti festival e stagioni concertistiche come IRCAM-Centre Pompidou, La Biennale di Venezia,
New York Philharmonic, Gran Teatro La Fenice. È stato inoltre
compositore in residenza presso l’Istituto Italiano di Cultura di
Parigi e l’Accademia Americana di Roma. La sua musica è edita
dalle edizioni Suvini Zerboni-SugarMusic S.p.A. Milano.
ENNIO MORRICONE nasce il 10 novembre 1928 a Roma, nel
quartiere di Trastevere. Ha compiuto gli studi di Composizione
con Goffredo Petrassi (1954) al Conservatorio di Santa Cecilia,
dove si era già diplomato in Tromba (1946) e Strumentazione per
banda (1952). Morricone è senza dubbio il compositore italiano
del nostro secolo che possa vantare le esperienze più differenziate
al proprio attivo. Ha scritto musiche di scena - per il teatro di prosa e di rivista -, per la radio e per la televisione (in questo caso dai
timidi esordi del mezzo televisivo - la data ufficiale di inizio delle
trasmissioni è il 3 gennaio 1954 - fino alle grandi produzioni degli
anni più recenti: Mosé, Marco Polo, La Piovra, I Promessi Sposi. Nell’ambito della nascente industria discografica ha portato la
figura dell’arrangiatore a livelli qualitativi fino a quel momento
impensabili - ruolo riconosciutogli da tutti i musicisti del settore contribuendo in modo determinante al successo di numerosi cantanti e di alcuni cosiddetti cantautori. Ha debuttato nel cinema nel
1961 con Il federale di Luciano Salce (ma aveva già scritto colonne
sonore firmate da alcuni specialisti) legando ben presto il proprio
nome ad alcuni significativi sodalizi artistici - basti ricordare quelli con Leone (dal 1964), Petri, Pontecorvo, Bolognini, Bellocchio,
Pasolini, Montaldo, Patroni Griffi e Tornatore - e a prestigiose
collaborazioni internazionali, tra le quali quelle con Polansky, De
Palma, Joffé, Lautner, Carpenter, Molinaro. Negli ultimi anni si
sono aggiunti, fra gli altri, Rosi, Almodovar e Zeffirelli. Parallelamente a una produzione così cospicua - circa 280 film, a tutto il
1990, senza contare i lavori scaturiti dalle restanti attività nei diversi settori della musica applicata, Morricone ha cercato di mantenere un rapporto quasi sempre costante con la musica “colta”
- all’inizio secondo un principio di separazione netta dalle restanti
esperienze, poi attraverso un impercettibile moto convergente in
cui prevale la ricerca di un complesso linguaggio di sintesi - che
già dagli anni Sessanta lo aveva visto sperimentatore fra i più attivi all’interno del Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza.
Morricone ha oggi in catalogo ben oltre cinquanta composizioni.
Fra di esse occorrerà ricordare almeno l’ampia e differenziata serie di pezzi cameristici per strumento solista (chitarra; pianoforte;
clavicembalo; viola e nastro magnetico; flauto e nastro magnetico,
violoncello) o per formazioni diverse (trii; quintetti; sestetti; pianoforte e strumenti; canto e pianoforte; voce e strumenti; coro di
voci bianche ecc.); la poliglotta Cantata Frammenti di Eros su testi di
Sergio Micheli (1985) e la Cantata per l’Europa su testi di Autori vari
29
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
(1988); i tre Concerti, di cui il primo (1957) per orchestra, il secondo
(1985) per flauto e violoncello, il terzo (1991) per chitarra classica
amplificata e marimba; le musiche per i balletti Requiem per un destino (1966) e Gestazione (1980); le musiche vocali e strumentali su
temi religiosi o d’intonazione spirituale (4 Anamorfosi latine su testi
di Miceli, 1990; Una Via Crucis, ancora su testi di Miceli, 1991-92).
mio Castiglioni del Centro Culturale San Fedele. I suoi brani sono
stati suonati da musicisti come Ensemble Alternance e Ensemble
Interface e solisti come Akiko Kozato e Domenico Melchiorre. È
stato selezionato per scrivere un brano per il Festival Pontino 2013
al corso di Composizione del Campus Internazionale di Musica di
Sermoneta nel 2012 con il M°Alessandro Solbiati.
RICARDO NILLNI è nato nel 1960 a Buenos Aires, Argentina.
Nel 1999 ha ottenuto la nazionalità francese. Ha studiato Composizione presso la Facoltà di Arti e Scienze Musicali di Buenos Aires dove ha conseguito nel 1985 licenza e diploma superiore. Nel
frattempo, ha studiato composizione e tecniche contemporanee
con Kröpfl Francisco e lavorato presso il Centro di musica elettroacustica di Buenos Aires (LIPM). Socio dell’Accademia Rubin nel
1986, ha studiato le tecniche elettroacustiche e semiotica musicale
all’Università di Tel Aviv sotto la direzione di Yitzhak Sadai. Dal
1987 vive a Parigi, dove ha studiato Con Guy Reibel, Gerard Grisey e Paul Mefano al CNSMP. Ha frequentato seminari tenuti da
Brian Ferneyhough, Helmut Lachenmann e Klaus Huber e ha
completato la sua formazione con Franco Donatoni a Siena e all’
IRCAM dove ha condotto studi di informatica musicale. Ha avuto numerosi riconoscimenti per la sua attività di compositore. La
sua musica è stata eseguita dall’Orchestra Filarmonica di Radio
France, l’Orchestre MAYO, 2E2M, l’Ensemble Barton Workshop,
i solisti dell’Opéra di Parigi, dell’EIC, l’Ensemble Recherche,
l’Ensemble A Tempo, Quartett Avance, l’Ensemble de l’Itinéraire,
Court-circuit, l’Ensemble FA, Accroche note, Ensemble Alternance, etc. ed è stata pubblicata da Billaudaut, EME, Babelscores et
Ricordi Munich. Sue composizioni sono state presentate in numerosi festival: Donaueschingen, Darmstadt, Présences, Son-Mu, A
tempo, Why note, York Spring Festival, Traiettorie di Parma, ecc.
Dal settembre 2000 al luglio 2002 è stato compositore in residenza con l’Orchestre de Picardie. Nell’aprile 2003 ha pubblicato un
CD da solista contenente quattro pezzi per orchestra composti
durante la residenza. Nell’ottobre del 2003 la sua opera Incastri
per orchestra è stata eseguita dall’Orchestra Filarmonica Radio France all’81° Festival di Donaueschingen. Nel 2010 i solisti
dell’Opera di Parigi gli hanno dedicato un concerto monografico
all’Opera Bastille. Dal 1996, collabora a progetti multimediali con
l’artista Laura Nillni sotto il nome di ARAOZ.
GOFFREDO PETRASSI nato a Zagarolo (RM) il 16 luglio
1904 si diploma al Conservatorio romano, all’inizio degli anni
Trenta, in composizione e organo. Insieme agli altri compositori
della sua generazione, diede un contributo fondamentale allo sviluppo di un linguaggio musicale specificamente novecentesco, attraverso una personale, sofferta ricerca alla quale non abdicò mai.
Con le tradizioni musicali, a partire da quelle, tanto importanti
per l’Italia, del teatro lirico e della musica sacra, si aprì per Petrassi
un costante confronto dialettico, che egli estese a comprendere
anche i repertori popolari e i cui esiti sono rilevabili in qualche
misura nella musica per film. Il suo nome si affermò con la Partita
(1932) e con il Concerto per orchestra n. 1 (1933), cui seguirono due
ampie composizioni sinfonico-corali, Salmo IX (1934-36) e Magnificat (1939-40), e il madrigale drammatico Coro di morti (1940-41),
opere queste in cui le esperienze tratte dalla musica di Stravinskij
e Hindemith si fondono con uno spirito polifonico ricollegantesi
alla musica delle basiliche romane. La sua successiva produzione,
di uno stile più asciutto e ricercato, comprese fra l’altro i balletti La
follia d’Orlando (1942-43) e Ritratto di Don Chisciotte (1945), le opere
Il cordovano (1949) e Morte dell’aria (1950), la cantata Noche oscura
(1951), i Concerti per orchestra n. 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 (1951, 1953, 1954,
1955, 1957, 1964 e 1972), il Concerto per flauto e orchestra (1960),
le composizioni da camera Quartetto (1956), Serenata (1958), Trio
(1959), i Propos d’Alain per baritono e dodici strumenti (1960), Seconda serenata-trio (1962). Nei lavori successivi Petrassi mostrò interesse per una rilettura dei testi dodecafonici, oltre a una personale
attenzione agli sperimentalismi dell’avanguardia: Musica di ottoni e
timpani (1963), Estri per quindici esecutori (1967), Ottetto di ottoni (1968),
Beatitudines: testimonianza per M. L. King (1969), Elogio per un’ombra per
violino solo (1971), Orationes Christi (1975), Poema per archi e trombe (1977-80), Sestina d’autunno (1981-82), Laudes creaturarum (1982).
Considerato uno dei massimi compositori italiani del Novecento,
Petrassi diede al cinema, soprattutto nel periodo neorealista, un
contributo quantitativamente limitato ma di grande rilievo per la
qualità specifica delle sue colonne sonore. Collaborò con registi
come Giuseppe De Santis, Pietro Nelli e Valerio Zurlini, introducendo anche la musica cinematografica nel quadro della pro-
EMANUELE PALUMBO frequenta il corso di Composizione al
conservatorio “G.Verdi” di Milano. Dal prossimo settembre sarà
all’IRCAM per seguire il cursus I. È finailista al concorso per studenti AFAM del Divertimento Ensemble e ha partecipato al Pre30
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
pria ricerca linguistica, con una forte attenzione nei confronti dei
repertori popolari italiani. Il suo magistero ha rappresentato per
decenni un punto di riferimento per la vita musicale italiana non
solo come fonte di mestiere e dottrine, ma anche come esempio di
vivacità intellettuale. Goffredo Petrassi è stato un docente molto
seguito e generoso, professore al Conservatorio romano dal 1939,
ha in seguito tenuto la cattedra del corso di composizione dal
1958 al 1974 all’Accademia di Santa Cecilia. Goffredo Petrassi si
è spento a Roma il 3 marzo 2003. A Latina, nella sede dell’Istituto
di Studi Musicali che porta il suo nome, gestito dalla Fondazione
Campus Internazionale di Musica, è custodito il Suo fondo manoscritto, contenente sue partiture autografe e un prezioso epistolario costituito da circa cinquemila documenti
MAURO SALERI nato a Brescia nel 1980, ha studiato flauto
con Annamaria Morini alla Scuola Civica “C. Monteverdi” di
Cremona e si è laureato in musicologia con il massimo dei voti
all’Università degli Studi di Pavia (sede di Cremona). Sta terminando gli studi in composizione al Conservatorio “G. Verdi” di
Milano sotto la guida del m° Alessandro Solbiati. Ha seguito corsi
e masterclass tenuti da S. Gervasoni, G. Manca, F. Del Corno,
D. Maggi ed E. Ballio. La sua musica è stata eseguita in diverse
città italiane ed estere e in prestigiosi festival: Milano, Cremona,
Crema, Moneglia, Festival Pontino di Musica di Sermoneta, Dimitria Festival di Salonicco (GR), Tage für Neue Kammermusik
di Witten (D), Forum Wallis di Leuk (CH) e Strasburgo. È stato
selezionato ai Corsi di perfezionamento di Sermoneta del 2012
per partecipare al 50° Festival Pontino.
Nicolas Tzortzis nato ad Atene nel 1978 vive a Parigi
dal 2002. Ha studiato composizione elettronica e strumentale
con Philippe Leroux al CRD di Blanc Mesnil, composizione per
teatro musicale con George Aperghis al Hochschule der Kunste
di Berna e composizione computerizzata all’Università di Parigi sotto la direzione di Horacio Vaggione e Josè Manuel LopezLopez. Ha frequentato il CURSUS 1 di composizione e musica
computerizzata all’IRCAM ed è stato selezionato per il CURSUS 2 dove ha presentato un lavoro per pianoforte silenzioso ed
elettronica dal vivo. Nell’aprile 2013 ha conseguito il diploma di
PHD all’Università di Montreal, sotto la supervisione di Leroux
e Denis Gougeon con il massimo dei voti e lode. Ha partecipato
a master classe con Karlheinz Stockhausen, Brian Ferneyhough,
Beat Furrer e François Paris e a seminari di musica computerizzata all’IRCAM. Nel 2010 è stato scelto per il 6° Forum di Nuovi Compositori dell’Ensemble Aleph. Le sue musiche sono state
eseguite in Francia, Grecia, Bulgaria, Slovenia, Italia, Germania,
Austria, Svizzera, Gran Bretagna,Olanda, U.S.A., Canada, Argentina, Perù, Corea del Sud e Australia, è stato selezionato ed
ha vinto premi di fama mondiale (in U.S.A., Corea del Sud, Germania, Francia, Austria, Grecia, Italia Gran Bretagna, Olanda e
Argentina).
Esecutori
Ensemble Alternance è stato fondato dal flautista Jean-Luc Menet. Il gruppo, di cui fanno parte noti solisti, ha una
composizione variabile e si dedica a progetti che rielaborano e
integrano gli elementi di differenza, dovuti ai passaggi storici, delle nuove tendenze culturali e strumentali, di cui è portatrice la
musica del nostro tempo, e la musica del passato o più recente. Si
rinnova in questo modo il gesto musicale aprendo nuovi orizzonti.
L’Ensemble privilegia le prime esecuzioni di autori contemporanei; dal Konzerthaus di Berlino alla Victoria Hall di Ginevra o
la Tonhalle di Zurigo, dal Museo Guggenheim di New York, la
Northwestern University di Chicago al Conservatorio Cajkovskij
di Mosca, dal Museo del Louvre di Parigi alla Royal Library di
Copenaghen, questo nuovo approccio permette di ascoltare, o
di riascoltare, opere di autori di riferimento come Boulez, Cage,
Ligeti, Crumb, Scelsi, De Pablo, Huber, Lachenmann... o di compositori più giovani, come Schoeller, Hersant, Mantovani, Pesson, Solbiati, Lanza, Maintz, Pauset, Andre, Cendo, ecc., ai quali
l’Ensemble ha dedicato incisioni discografiche molto apprezzate
dalla stampa internazionale.
Laboratorio di Musica Contemporanea
del Conservatorio di Milano è un luogo di approfondimento di specifiche capacità tecniche e interpretative riguardanti la musica del secondo Novecento e contemporanea. Il LMC
promuove progetti differenziati, rivolgendosi a giovani musicisti
interessati ad ampliare la propria personalità, aprendola compiutamente verso la creatività del nostro tempo. È questo, infatti, uno
degli obiettivi principali del LMC: l’inserimento dei progetti di
studio e performance in realtà produttive di alto livello, agevolando il collegamento tra la fase di apprendistato e la professionalità
dei giovani esecutori. Tra i progetti realizzati negli ultimi cinque
anni: la Finale del III Concorso Internazionale di Composizione
del Conservatorio di Milano; la collaborazione con il CNSMDP
di Parigi per la formazione di un ensemble italo-francese; i con-
31
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
certi per i Festival Suona Italiano e Suona Francese e per il Festival
Milano Musica. Le registrazioni di questi concerti sono state trasmesse da RAI Radiotre.
DANIELA FIORENTINO diplomata in Clarinetto nel 2010 al
Conservatorio di Monopoli, due anni dopo consegue il Biennio
Accademico di II Livello presso il Conservatorio di Milano, nella
classe del M. Serrapiglio. Nel 2013 consegue il diploma di Clarinetto Basso nel Master di specializzazione tenuto da Alberto Serrapiglio e da Stefano Cardo, clarinetto basso del Teatro alla Scala
e della Filarmonica della Scala (attualmente è iscritta al Master
di II Livello di clarinetto basso tenuto dagli stessi docenti). Nello
stesso anno frequenta il Tirocinio presso il Teatro alla Scala sotto
la guida di Daniel Baremboin e collabora con “Milano Ensemble ‘808” in un concerto al Teatro Verdi di Milano. È invitata da
Mauro Bonifacio in vari concerti di Musica Contemporanea per
Milano Musica: nel festival dedicato a Nicolò Castiglioni, nel concerto finale del Concorso di composizione organizzato dal Conservatorio di Milano, al Festival dedicato a Riccardo Malipiero.
Lo scorso 22 maggio ha eseguito in un concerto da solista il Grand
Septuor di Petrassi, registrato da RaiRadio3 Suite. Ha preso parte all’esecuzione di Historie Du Soldat di Stravinkij nell’ambito del
corso di direzione d’Orchestra del Conservatorio di Milano sotto
la guida di Daniele Agiman. Negli stessi anni vince il 1° premio
ex-aequo G. Cantarone presso il Conservatorio di Milano e il 3°
premio al concorso Nazionale delle Arti presso il Conservatorio di
Matera. È membro dell’Ensemble “G. Bernasconi” dell’Accademia del Teatro alla Scala.
Beatrice Venezi diplomata in Pianoforte sotto la guida di
Norberto Capelli, nel 2010, si è perfezionata con i Maestri Lucchesini, De Maria e Balzani. Ha studiato Composizione con Gaetano Giani Luporini e Direzione d’orchestra con Piero Bellugi
e Vittorio Parisi, sotto la guida del quale frequenta attualmente
il II° anno di Biennio di II° livello in Direzione d’orchestra presso
il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. È stata vincitrice
del Primo Premio del Concorso Nazionale di Interpretazione Pianistica “R. Zucchi” nel 2005 e del Quarto Concorso Nazionale
per Giovani Musicisti “L. Zanuccoli” nel 2006. Si è specializzata
nel repertorio contemporaneo eseguendo diverse prime assolute
di compositori italiani, sia in qualità di pianista che di direttore
d’orchestra. Nel 2009 è autrice del saggio Gaetano Giani Luporini: La
necessità interiore dell’Arte, edita dalla Rivista Codice 602 e nel 2010
è coautrice del libro del musicologo Renzo Cresti Fare musica oggi:
difficoltà e gioie. All’attività concertistica, affianca quella di maestro
32
collaboratore, vocal coach per l’opera italiana, compositrice e arrangiatrice. Come direttore d’orchestra svolge la propria attività
sia in Italia che all’estero e collabora con orchestre nazionali ed internazionali quali l’Orchestra da Camera Fiorentina, l’Orchestra
Filarmonica di Lucca, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Filarmonica Campana, l’Orchestra della Fondazione Bulgaria Classic e l’Orchestra del Teatro Bolshoij di Minsk.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA
CONTEMPORANEA
Mercoledì 2 Luglio Sermoneta
Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea
del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
Giovedì 3 Luglio Sermoneta
Ensemble Alternance
Venerdì 4 Luglio Sermoneta
Ensemble Alternance
EDIZIONE
FESTIVAL
PONTINO
DI MUSICA
2014
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Roffredo Caetani (1871 - 1961) è uno dei più interessanti
compositori italiani vissuti a cavallo del 1900.
L’origine aristocratica gli consentì di avere contatti fin da
bambino con eminenti personalità della cultura del tempo.
Figlioccio di Liszt, Caetani ebbe modo di conoscere le più
attuali tendenze musicali della sua epoca, facendole proprie
e filtrandole con la sua personale sensibilità. Egli dedicò al
pianoforte una parte cospicua della sua pur non estesa produzione compositiva.
L’ascolto alternato con musiche di Chopin, uno dei suoi
principali modelli, e Sgambati, suo insegnante, consentirà
di cogliere l’eclettismo e l’originalità della poetica di Caetani e, al contempo, di percepirne il legame con la grande
tradizione musicale del Romanticismo europeo.
Tratti salienti della sua cifra stilistica sono la concezione
fatalistica della narrazione musicale, la predilezione di atmosfere cupe e di sonorità sfumate.
L’uso sistematico di una rigorosa polifonia e la costante
ricerca di armonie molto ardite e dissonanti testimoniano
una solida formazione compositiva e un’ampia apertura
alle più moderne correnti culturali europee.
Caetani pubblicò i 4 Impromptus come op. 9, insieme alla
Ballata e alla Toccata. Si tratta di brani composti entro il
1899, di carattere leggero, probabilmente pensati per l’esecuzione in un contesto intimo come il salotto, piuttosto che
in sala da concerto.
Il tono apparentemente spensierato cela più complesse inquietudini: la fine scrittura contrappuntistica è infatti arricchita da un persistente cromatismo delle linee melodiche.
L’ambiguità armonica che ne deriva esprime una sottesa
inquietudine, una ricerca di appagamento solo parzialmente soddisfatta.
Giovanni Sgambati (Roma, 1841 - 1914) fu il compositore più influente e illuminato nell’ambiente musicale romano di fine Ottocento.
I suoi meriti forse vanno individuati più nell’ambito dell’orientamento del gusto che non in quello della mera produzione compositiva. Si deve a Sgambati, infatti, la prima
esecuzione in Italia di capolavori sinfonici, come la Sinfonia
n. 3 di Beethoven o la Dante Symphonie di Liszt.
Proprio Liszt, che visse a Roma dal 1861, fu il suo nume tutelare, impartendogli lezioni di pianoforte e introducendolo
nell’élite musicale europea.
I Fogli Volanti sono, come gli Impromptus di Caetani, brani di tono leggero, destinati al salotto, che individuano atmosfere caratteristiche. La scrittura evidenzia legami con il
pianismo di Schumann e Chopin.
La Ballata in fa diesis minore op. 9 (1899) è forse il più moderno e ispirato tra i brani pianistici di Roffredo Caetani,
in virtù degli arditi cromatismi e dell’ossessiva insistenza sul
pedale di tonica di fa diesis minore.
Il tono narrativo mutuato da antiche leggende medievali,
presente anche nelle Ballate di Chopin e di Brahms, assume qui un carattere fatalistico. Questo è accentuato dalla
costante, imperterrita scansione ritmica in tempo ternario
che, senza alcuna soluzione di continuità, innerva tutto l’arco formale del brano, rafforzandone la coesione e la tensione drammatica.
Roffredo fu un profondo e appassionato conoscitore delle
opere di Wagner: nella Ballata si possono infatti scorgere
numerose suggestioni wagneriane, qui efficacemente trasposte nella scrittura pianistica.
La predilezione per il registro grave del pianoforte determina un clima di stregata cupezza. Ne deriva un senso di
inquieto pessimismo, non più ancorato ad esperienze concrete, bensì sublimato ad un superiore livello di astrazione.
Frédéric Chopin (1810 - 1849) ha praticamente inventato
il genere della Ballata pianistica.
Le sue quattro Ballate sono tutte delle pietre miliari del repertorio pianistico e giustamente sono tuttora tra i brani
più eseguiti in concerto.
Molte testimonianze di amici e allievi di Chopin confermerebbero che le quattro Ballate siano state ispirate da alcuni
poemi del poeta polacco Adam Mickiewicz.
Chopin non ha mai dichiarato alcuna attinenza con opere
letterarie, tuttavia è innegabile che le Ballate presentino un
particolare tono narrativo, quasi a raccontare una storia antica e tragica. Ciò vale in particolare per la Ballata n. 1 op.
23 in sol minore (1831-35). Si tratta del primo grandissimo
capolavoro chopiniano, composto a seguito della tragica in35
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
vasione di Varsavia da parte dei russi. Il tono sconsolato e
fatalistico è immanente sin dalla frase introduttiva, subito
amara e ricca di cupi presagi.
Il tema principale ripropone lo stesso inciso ripetutamente,
tuttavia sempre con una diversa armonia, che ne varia continuamente l’espressione emotiva. Tutti i gruppi tematici
subiscono profonde trasformazioni e vengono rielaborati
in vesti timbriche e armoniche molto diverse. Ciò sviluppa una fortissima tensione, sino alla furiosa e tragica Coda,
che richiede un virtuosismo purissimo e uno slancio senza
compromessi.
I 24 Preludi op. 28 sono tra i massimi capolavori di Chopin.
Scritti in buona parte a Maiorca durante il drammatico
soggiorno con George Sand, funestato dal manifestarsi della tubercolosi, i Preludi esprimono una gamma di stati emotivi che difficilmente ha eguali nella letteratura pianistica.
Preludi a che cosa? – ci si chiederà. Liszt chiarisce subito
l’equivoco: «Non si tratta, come potrebbe far credere il titolo, di brani destinati a essere suonati come introduzione
ad altri pezzi: sono Preludi poetici, analoghi a quelli di un
grande poeta contemporaneo [Lamartine], che cullano l’anima in sogni dorati e la innalzano fino alle regioni ideali.
Tutto vi appare di getto, di slancio, di improvviso sopraggiungere. Posseggono il libero e grande incedere che caratterizza le opere di genio».
Ancor più illuminante è la recensione di Robert Schumann:
«Sono schizzi, princìpi di Studi o, se si vuole, rovine, penne
d’aquila, tutto disposto selvaggiamente e alla rinfusa. Ma in
ciascun brano sta scritto con delicata miniatura perlacea:
lo ha composto Chopin; lo si riconosce dalle pause e dal
respiro impetuoso».
Tuttavia i 24 Preludi sono concepiti secondo una linea unitaria e la loro grandezza può essere percepita appieno solo
ascoltandoli integralmente: non a caso, le tonalità maggiori di ciascun Preludio sono seguite dalle relative minori e
ordinate secondo il circolo delle quinte: do maggiore – la
minore, sol maggiore – mi minore, ecc.
Dunque, in un certo senso, ciascun Preludio prelude al successivo, creando, ora per somiglianza, ora per contrasto,
una fortissima tensione drammatica che culmina nel n. 24
e nella sua catartica, definitiva conclusione.
36
Il cuore poetico della raccolta è il celeberrimo Preludio n. 15,
noto come La goccia d’acqua, l’unico che supera la durata di
quattro minuti. Basato su un ossessivo rintocco di la bemolle, pare sia stato ispirato dal costante gocciolare che ossessionava l’autore nel monastero di Valldemossa a Maiorca.
È impressionante come Chopin riesca a dare a questa nota
ripetuta, che scandisce senza interruzioni tutto l’arco del
brano, caratteri molto diversi. L’iniziale pura serenità ben
presto si offusca: il la bemolle diventa enarmonicamente
sol diesis, acquisendo sembianze cupe e caricandosi di scuri
presagi. Dopo due tetre esplosioni dinamiche nella parte
centrale, una toccante transizione riconduce all’iniziale incantata purezza, senza peraltro mai abbandonare l’implacabile rintocco.
Altrettanto degno di nota il Preludio n. 20 in do minore: essenziale nella scrittura e nella struttura, questo è il più scarno dei Preludi e il più fatalistico. Il suo tema dall’incedere
tragico e ineluttabile è stato scelto da molti compositori, tra
cui Busoni, Rachmaninoff, Mompou e lo stesso Caetani,
come base per i loro cicli di Variazioni.
Roberto Prosseda
nella foto:
Alessandra Ammara
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
SABATO 5 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Alessandra Ammara pianoforte
R. Caetani
Improvvisi op. 9 n. 1 e 2
G. Sgambati
4 Fogli volanti
R. Caetani
Ballata op. 9
F. Chopin
Ballata op. 23 n. 1
24 Preludi op. 28
37
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Strumento di origini antichissime, il flauto ha subìto nel corso dei secoli numerose
trasformazioni, tanto nella struttura quanto nei materiali di costruzione.
La sua forma moderna (cilindrico, a dodici o più chiavi) la si deve alle modifiche
che il tedesco Theobald Boehm nel 1847 apportò ai flauti barocchi, nonché ai
successivi perfezionamenti ideati dai fabbricanti di scuola francese.
Il nuovo tipo di flauto trova dunque, verso la fine dell’Ottocento, un vasto
impiego orchestrale, con particolare fortuna nelle opere degli impressionisti che
ne sfruttano le sfumature allora ancora poco conosciute.
Ottimo esempio in questo senso è offerto dalla Romanza op. 37 di Claude SaintSaëns composta nel 1871. Come rappresentanza dell’area tedesca troviamo la
Fantasia op. 55 di Carl Früling (1868 - 1937) che porta invece i tratti della più
autentica tradizione romantica.
Le Sonate di Mendelssohn e Fauré qui in programma sono composizioni
originali per violino e pianoforte, trascritte per flauto dallo stesso interprete del
concerto cui si fa riferimento, Michel Belavance.
La Sonata per violino e pianoforte op. 4 in fa min. risale al 1823, quando Mendelssohn,
appena quattordicenne, già maneggiava con disinvoltura sinfonie per archi, pezzi
per pianoforte, quartetti e operine da camera. La Sonata per violino e pianoforte op. 13
di Fauré risale invece al 1876 e rappresenta uno dei capolavori del compositore
francese, insieme al Quartetto con pianoforte op. 15.
Dell’intera composizione, l’Allegro vivo è quello che meglio si caratterizza di
uno spirito del tutto nuovo, riprendendo in questo la leggerezza della scrittura
mendelssohniana.
nelle foto:
Francesca Carta
Michel Bellavance
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
DOMENICA 6 Luglio ore 19.30
Infermeria
Fossanova
Michel Bellavance flauto
Francesca Carta pianoforte
F. Mendelssohn
Sonata per violino e pianoforte op. 4 in fa min.
(arr. per flauto e pianoforte di M. Bellavance)
- Adagio. Allegro moderato
- Poco Adagio
- Allegro agitato
C. FrüHling
Fantasia op. 55
C. Saint-Saëns
Romanza op. 37 in re bem. magg.
G. Fauré
Sonata per violino e pianoforte op. 13 n. 1 in la magg.
(arr. per flauto et pianoforte di M. Bellavance)
- Allegro molto
- Andante
- Scherzo, allegro vivo
- Finale, allegro quasi presto
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Il Quartetto con pianoforte in la minore risale al periodo in cui
Mahler era studente presso il prestigioso Conservatorio della “Gesellschaft der Musikfreunde” di Vienna (1875-1878).
Pur trattandosi di un lavoro giovanile frutto di un solo anno
di studi di composizione, il Quartettsatz rivela già una notevole dimestichezza con la tecnica compositiva e manifesta
una rilevante influenza del repertorio per pianoforte. Da
Beethoven a Schubert, Chopin, Brahms – i cui tratti connotativi si percepiscono con chiarezza fin dal tema di apertura
del primo movimento – fino a Schumann, Mahler sembra
aver assorbito sapientemente, malgrado la giovane età, gli
insegnamenti dei grandi maestri. A confronto si pone in
questa sede proprio il Quintetto op. 44 di Schumann, una
composizione del 1840, anno particolarmente proficuo per
il compositore tedesco. Lieder e opere strumentali da camera fioriscono in questo anno con una rapidità sorprendente:
lo stesso Quintetto vede la luce in poco più di sei giorni. Peraltro, Schumann, allora trentenne, non aveva ancora composto musiche strumentali da camera. «Il lavoro s’inizia
con una Introduzione lenta – scrive Domenico De’ Paoli in
una nota di sala del 1966 – dove gli archi propongono una
cellula melodica, ripresa come un eco misterioso e lontano
dal pianoforte: poi tutti gli strumenti attaccano l’Allegro, ma
non troppo fluido e scorrevole, d’una serenità quasi di sospensione quando, nel mezzo dello sviluppo, riappare con una
espressione nostalgica la frase dell’inizio».
Il Quartetto op. 87 venne scritto da Dvorak nell’estate 1889,
a distanza di quattordici anni dal primo Quartetto op. 23 e
di un paio d’anni da un capolavoro riconosciuto come il
Quintetto op. 81, e si differenzia sensibilmente da entrambi
questi lavori. Se il giovanile Quartetto op. 23, primo lavoro
cameristico con pianoforte, stentava a trovare un perfetto
equilibrio fra la tastiera e gli archi, e non concedeva ampi
spazi al materiale folklorico, nel Quartetto op. 87 troviamo
invece una perfetta integrazione fra tutti gli strumenti, e un
trattamento classicamente equilibrato della forma.
Di Roffredo Caetani – che pure debutta come compositore
nel 1888 con il Quartetto in re maggiore op. 1, fatto eseguire
alla Sala Dante dalla prestigiosa Società del Quintetto – si
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propongono qui due dei quattro improvvisi per pianoforte
dell’op. 9 (nn. 3-4) che vedono la luce a dieci anni circa
di distanza dal suo primo lavoro, preceduti pa pochi altri
numeri d’opera di genere sinfonico e cameristico. Il modello di queste composizioni pianistiche, nei disegni melodici,
nelle scelte armoniche, è chiaramente chopiniano per alcuni versi, brahmsiano per altri, e comunque radicalmente
ancorato alla tradizione romantica. Negli anni in cui scrive
i preludi, Roffredo aveva già lasciato Roma e, in giro per
l’Europa – ora in Germania ora in Austria – cercava di perfezionarsi anche come pianista, scrivendo al padre Onorato
di essere andato finanche da Brahms a fargli ascoltare la sua
Sonata op. 3.
La presenza di Roffredo Caetani all’interno della programmazione del 50° Festival Pontino vuole anche rappresentare un omaggio alla figura dell’ultimo duca di Sermoneta da
cui appunto, grazie alle pionieristiche iniziative della figlia
Lelia, avrebbe avuto inizio la pregevole tradizione musicale
pontina.
Federica Nardacci
nella foto: Schubert Ensemble
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
VENERDÌ 11 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
ore 20,00 Intorno a Roffredo Caetani
introduzione al concerto a cura di Federica Nardacci
SCHUBERT ENSEMBLE
Simon Blendis violino
Douglas Paterson viola
Jane Salmon violoncello
William Howard piano
G. Mahler
Quartetto con pianoforte in la min.
- Sostenuto assai. Allegro
- Scherzo. Molto vivace. Trio I e II
- Andante cantabile
- Finale - Vivace
R. Schumann
Quartetto op. 47
- Nicht zu schnell. Entschlossen
- Scherzo
R. Caetani
Improvvisi op. 9 n. 3 e 4
A. Dvořàk
Quartetto op. 87 n. 2
- Allegro con moto
- Lento
- Allegro moderato, grazioso
- Allegro ma non troppo (Finale)
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
È il marzo del 1778 quando i Mozart arrivano a Parigi. Le
condizioni economiche sfavorevoli e i continui disagi mettono Wolfgang nelle condizioni di doversi piegare a situazioni
di subordinazione nel tentativo di accaparrarsi le simpatie
di questo o quel nobile per ottenere un qualche ingaggio.
A questo periodo appartengono le quattro Variazioni brillanti per pianoforte su canzoni francesi, di cui fanno parte
le variazioni sul tema Lison Dormait, che si presentano in tutta
la freschezza e brillantezza tipicamente mozartiana. «Raramente Mozart – scrive Paugartner – si scosta dalla brillante
variazione ornamentale per addentrarsi nella più profonda
variazione di carattere. […] la soluzione “variata” di un’idea nel senso più alto del termine, egli la trova nella prodigiosa organizzazione tematica delle sue sonate. Comunque,
in alcune di queste variazioni non mancano momenti di
mistico raccoglimento». Altro gioiello del genere compositivo – rimanendo in pieno classicismo – è l’Andante con variazioni di Haydn, definito dall’autore stesso «un piccolo divertimento», formato da un andante tripartito, seguito da due
variazioni e da una coda conclusiva. I due temi proposti
nell’Andante e sottoposti a variazione, nel finale vengono
sintetizzati, caratterizzandosi con una venatura drammatica e un vigore di stampo prebeethoveniano. La chiusura
è in pianissimo, eludendo la sortita virtuosistica, come da
tradizione in casi del genere.
Con Brahms e Schumann ci portiamo invece nel cuore del
Romanticismo, benché Brahms guardi nostalgicamente –
da un punto di vista tecnico compositivo, relativamente al
rigore formale – al periodo classico. Tuttavia, nulla della
musica di Brahms fa pensare ad una elucubrazione del passato, tanto da meritarsi, anzi, da parte di Schumann l’appellativo di “musicista del futuro”.
La Sonata op. 1 (1852), dedicata al celebre violinista Josef
Joachim, nasce in realtà dopo l’op. 2, ma Brahms volle pubblicarla per prima, ritenendola evidentemente migliore per
un esordio. Interamente pervasa da un’atmosfera leggendaria da ballata nordica, ritroviamo in questa sonata – dove
già ben si connota anche il linguaggio ritmico sincopato,
propriamente brahmsiano – la particolare attenzione alla
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tradizione popolare: il secondo movimento, infatti, si ispira
a un antico canto d’amore tedesco, il cui testo evoca il fascino e il mistero della notte «Sorge nascosta la luna/blu, fiore
blu!/attraverso nuvolette d’argento si fa strada [...]».
Con gli Studi Sinfonici ci ricolleghiamo per un momento alla tradizione classica proposta in apertura, trattandosi appunto di variazioni su un tema che venne proposto a
Schumann dal barone von Fricken, padre della fidanzata di
quel tempo, prima che sbocciase l’amore per Clara Wieck.
La gestazione dell’opera fu però lunga e tormentata, portandolo anche a cambiare diverse volte il titolo. «Nel 1837
– scrive Rattalino – Schumann modificò radicalmente la
struttura del tema, tolse cinque variazioni, ne aggiunse altre, spostò l’ordine di qualche pezzo, cambiò per due volte
il titolo e assegnò il numero d’opera 13. Il risultato è un
paradosso non solo a causa del titolo, ma anche perché la
struttura delle variazioni/studi non corrisponde più per intero alla struttura del tema, modificata. Il finale delle Fantasie e finale non era costruito sul tema del barone von Fricken,
che vi veniva soltanto citato, ma su due temi tratti da un
melodramma di Heinrich Marschner. Il primo di questi
due temi, che metteva in musica le parole “Rallegrati, fiera
Inghilterra”, nel 1837 cascò come il cacio sui maccheroni
perché suggerì a Schumann la dedica degli Studi sinfonici».
Federica Nardacci
nella foto:
Elisso Virsaladze
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
DOMENICA 13 Luglio ore 19.00
Infermeria
Fossanova
in ricordo di Massimo Negri
Elisso Virsaladze pianoforte
W. A. Mozart
9 Variazioni in do sull’arietta popolare “Lison Dormait”
di N. A. Dezède
J. Brahms
Sonata op. 1 n. 1 in do magg.
- Allegro
- Andante
- Scherzo. Allegro molto e con fuoco e Trio: Più mosso
- Finale. Allegro con fuoco
F. J. Haydn
Andante con variazioni Hob XVII: 6
R. Schumann
12 Studi Sinfonici op. 13
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
I brani eseguiti nel workshop sono stati interamente composti durante il corso di composizione tenuto
da Alessandro Solbiati, il che significa che ogni nota
ascoltata questa sera non esisteva prima di luglio...
Ogni studente ha avuto a disposizione l’organico di
clarinetto, violoncello e pianoforte e ha composto con
gran lavoro di 10-11 giorni il proprio brano.
Tre musicisti di grande valore, Maria Grazia Bellocchio (pianoforte), Relja Lukic (violoncello) e la giovane
Daniela Fiorentino (clarinetto basso e in sib), hanno
avuto 72 ore di tempo per giungere all’esecuzione dei
certo non semplici lavori.
Al termine del workshop un giuria composta dai
docenti di Sermoneta selezionerà uno o più giovani
compositori che verranno “promossi” alle Giornate di
musica contemporea 2015, con un brano scritto per
l’occasione.
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
LUNEDÌ 14 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Relja Lukic violoncello
Daniela Fiorentino clarinetto
M. Grazia Bellocchio pianoforte
Workshop
Classe di Composizione di Alessandro Solbiati
Prime esecuzioni assolute
nelle foto:
Relja Lukic
Daniela Fiorentino
Maria Grazia Bellocchio
Alessandro Solbiati
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
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Nel celebrare i suoi cinquant’anni di attività concertistica,
il Festival Pontino di musica rende omaggio a uno dei maggiori rappresentanti della musica italiana del Novecento, il
cui nome è storicamente legato alla manifestazione e alla
Fondazione “Campus Internazionale di musica”: Goffredo
Petrassi. Presidente onorario del Festival dal 1978, Petrassi
era già presente nel pontino quando Lelia Caetani avviava
quella che sarebbe divenuta una delle più longeve e radicate tradizioni culturali del territorio. Nel luglio del 1964 il
maestro fu chiamato dall’allora Accademia Musicale di Latina a tenere un ciclo di cinque lezioni sulla musica contemporanea, una delle quali aveva per oggetto l’interpretazione
della musica di Schönberg.
Da quel momento, la sua presenza diventa fondamentale
per l’operazione avviata dall’Istituzione, impegnata nella
valorizzazione della musica contemporanea e dei giovani
compositori. La memoria storica del rapporto di Petrassi
con il Festival Pontino è oggi conservata presso il Campus
Internazionale di Musica di Latina: nelle foto inedite che lo
ritraggono anche nei momenti di informalità con alcuni dei
compositori più celebri, suoi contemporanei; nelle migliaia
di lettere che costituiscono il fondo epistolare del maestro
e che restituiscono la mappa dei suoi rapporti artistici e
amicali; nelle partiture manoscritte, che hanno rivelato peraltro alcuni inediti. Uno di questi è appunto il Divertimento
in Do maggiore per orchestra (1930), manoscritto individuato
da Francesco La Vecchia nel fondo di Latina (pubblicato
poi da Suvini Zerboni) ed eseguito il 17 marzo del corrente
anno presso l’Auditorium della Conciliazione con l’ Orchestra Sinfonica di Roma. In occasione del concerto di questa
sera – che cade, non a caso, nel genetliaco del compositore
– la stessa orchestra torna a riproporre questa composizione, sotto la direzione di Giammarco Casani.
Composto nel 1791 su libretto di Emanuel Schikaneder, Il
Flauto Magico è un’opera intrisa di significati etici e simbologia esoterica; nella sua Ouverture vi ritroviamo «il clima, l’atmosfera solenne e vaghissima a un tempo della commedia
fiabesca. […] In questa favola tedesca del Flauto magico
il terreno e l’ultraterreno sono così strettamente affiancati,
che perfino i tenebrosi guardiani del tempio, dopo la mistica elevatezza della loro melodia corale, si uniscono al canto
di vita di Tamino e Pamina nella inebriante armoniosità di
quel quartetto» (Paumgartner).
La Sinfonia n. 3 di Beethoven, nata in pieno clima rivoluzionario nel segno degli ideali repubblicani di eguaglianza, libertà, fraternità, presenti in molta della produzione
musicale di Beethoven, è anche conosciuta per le alterne
vicende del titolo, che la vedeva precedentemente dedicata
a Napoleone.
A tal proposito Ferdinand Ries, allievo, amico e poi biografo del compositore, così si esprime: «Beethoven aveva
pensato a Napoleone, ma finché era ancora primo console.
Beethoven ne aveva grandissima stima e lo paragonava ai
più grandi consoli romani. Tanto io, quanto parecchi dei
suoi amici più intimi, abbiamo visto sul suo tavolo questa
sinfonia già scritta in partitura e sul frontespizio in alto stava scritta la parola “Buonaparte” e giù in basso “Luigi van
Beethoven” e niente altro. Se lo spazio in mezzo dovesse
venire riempito e con che cosa, io non lo so. Fui il primo a
portargli la notizia che Buonaparte si era proclamato imperatore, al che ebbe uno scatto d’ira ed esclamò: “Anch’egli
non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i
diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!”
Andò al suo tavolo, afferrò il frontespizio, lo stracciò e lo
buttò per terra».
A incorniciare la musica di Petrassi, due opere tra le più
rappresentative della letteratura musicale sinfonica: l’una,
l’Ouverture dal Flauto Magico, ultimo capolavoro teatrale
di Mozart, l’altra, la Sinfonia Eroica di Beethoven, tra i monumenti più imponenti della storia della musica.
Federica Nardacci
nelle foto:
l’Orchestra Sinfonica di Roma
Giammarco Casani, direttore
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
mercoledì 16 Luglio ore 21.00
Piazzale Pio IX
Abbazia di Valvisciolo
ORCHESTRA SINFONICA
DI ROMA
Giammarco Casani direttore
presentazione a cura di Federica Nardacci
Concerto per i 110 anni dalla nascita
di Goffredo Petrassi
W. A. Mozart
Flauto magico
- Ouverture
G. Petrassi
Divertimento in Do maggiore per orchestra
L. Van Beethoven
Sinfonia op. 55 n. 3 “Eroica”
- Allegro con Brio - Marcia funebre.Adagio assai - Scherzo.Allegro vivace - Allegro molto
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
nella foto:
Giorgio Cerasoli, direttore
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Vengono proposti brani vocali e strumentali che ben sarebbero figurati in un
concerto privato nel palazzo di un cardinale o di un facoltoso amatore di musica
nella Roma del Seicento.
I compositori sono legati tutti alla vita musicale della città papale. Giulio Caccini
vi nacque nel 1551 e, trasferitosi successivamente nella Firenze medicea, legò
le proprie sorti allo sviluppo della nuova maniera di cantare che già era stato
teorizzata all’interno della Camerata de’ Bardi.
Le due raccolte Le nuove musiche e Nuove musiche e nuova maniera di scriverle vennero
date alle stampe a Firenze rispettivamente nel 1601 e nel 1614 e vanno annoverate tra le opere fondamentali del nuovo stile monodico.
Il ferrarese Girolamo Frescobaldi nel 1608 fu nominato organista della Cappella
Giulia dal Capitolo di San Pietro, diventando una delle figure di riferimento
dell’ambiente musicale romano.
Oltre alle sue celeberrime raccolte per strumento a tastiera, quella di Canzoni
per “sonare con ogni sorte di strumenti” fu pubblicata a Roma nel 1628. Conosciuto come “Il Tedesco della Tiorba”, Giovanni Girolamo Kapsberger, si
trasferì nella città papale intorno al 1605 e lì non solo godette dell’ammirazione
e dell’appoggio di numerosi nobili, chierici e intellettuali, ma ascese anche a più
alti onori nel corso del pontificato di Urbano VIII Barberini, del quale musicò
alcuni testi poetici.
I sette libri di Villanelle, canzoni strofiche nelle quali una più semplice struttura
armonica consente di porre in risalto l’espressività della melodia e del testo poetico, furono pubblicati tra il 1610 e il 1640.
Anche il nome di Stefano Landi è legato al pontificato di Urbano VIII, entrando
come cantore della Cappella Sistina nel 1629 e mantenendo poi un rapporto
con la famiglia papale.
Di grande interesse è il suo “Sant’Alessio”, su libretto di Giulio Rospigliosi e
rappresentato nel 1632 al Palazzo Barberini, uno degli esempi più interessanti
del nascente oratorio, mentre i suoi sei libri di arie – pubblicati nella seconda e
terza decade del secolo – rappresentano un tipo di repertorio più ‘leggero’ ma
ugualmente di alto valore espressivo.
Vari infine sono gli interventi strumentali (anche estemporanei) di raccordo ai
brani vocali – si tratta prevalentemente di estratti da brani di Bernardo Storace
e Girolamo Frescobaldi – che in parte serviranno anche come filo conduttore del
programma musicale.
Giorgio Cerasoli
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
giovedì 17 Luglio ore 21.30
Chiostro di Sant’Oliva
Cori
ENSEMBLE VOCALE E
STRUMENTALE DEL
DIPARTIMENTO DI MUSICA ANTICA
CONSERVATORIO
O. RESPIGHI LATINA
Susanna Coppotelli voce
Riccardo Primitivo voce
Marco Ottone viola da gamba
Marco Lamele flauti dolci e bombarda
Daniele Sanna percussioni
Matteo Coticoni violone
Luca Marconato tiorba e chitarra
barocca
Giorgio Cerasoli clavicembalo e direzione
Vaghezze amorose e follie nel Seicento italiano
J. J. Kapsberger
Toccata II “Arpeggiata” dal Libro I per Chitarrone
Ite sospiri miei, Avrilla mia dal Libro II di Villanelle
Alma mia dal Libro III di Villanelle
G. Frescobaldi
Se l’aura spira dal Libro I di Arie musicali
Canzona III a basso solo dal Libro I delle Canzoni
G. Caccini
Amarilli, Amor ch’attendi da Le Nuove Musiche
J. J. Kapsberger
Belle ninfe dal Libro II di Villanelle
B. Marini
Donna che loda il canto di bellissimo giovanetto
Alla luna da Scherzi e Canzonette
G. Caccini
Tu ch’ai le penne da Le Nuove Musiche
J. J. KapsbergeR
Alla luce dal Libro I di Villanelle
S. Landi
Alla guerra alla guerra d’amor dal Libro V d’Arie
G. Frescobaldi
Aria di Passacaglia dal Libro I di Arie musicali
Canzona II detta la Bernardinia dal Libro I delle Canzoni
S. Landi
Passacalli della Vita da Canzonette spirituali
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Le sei Sonate a quattro furono composte da Rossini quando
aveva 12 anni, nel periodo del suo soggiorno a Ravenna nel
1804. Lo aveva invitato il giovane Agostino Triossi, appassionato contrabbassista autodidatta, con la richiesta di comporre della musica da camera per un organico che comprendesse
il suo strumento, oltre che il violino e il violoncello, strumenti
dei quali si dilettavano i suoi cugini Luigi e Giovanni Morini. Queste Sonate (che furono poi pubblicate da Ricordi per
quartetto d’archi, in modo da favorirne la diffusione) appaiono ancora legate ai modelli italiani, allo schema del concerto
con due movimenti veloci che ne incorniciano uno lento, né
presentano ancora quella scrittura strumentale elaborata che
Rossini maturò dopo l’apprendistato di contrappunto con
padre Mattei e dopo lo studio dei quartetti e delle sinfonie
di Haydn e Mozart. Ma mostrano già uno humour tipicamente rossiniano, soprattutto nei due movimenti estremi dal
carattere virtuosistico e piccante, qualche audacia nelle scelte
armoniche, una certa impronta operistica negli assoli, che
Rossini affida anche al violoncello e al contrabbasso.
Se in questo genere cameristico l’organico è costituito da
pianoforte, violino, viola e violoncello, un quintetto per pianoforte e archi prevede normalmente l’aggiunta di un secondo violino. Non è così però nel celebre Quintetto in la maggiore “La Trota”, composto da Schubert tra l’estate del 1819 e
l’autunno del 1820, su richiesta di Sylvester Paumgartner che
era un buon violoncellista dilettante (a casa di Paumgartner
avvenne la prima esecuzione privata alla fine del1819): per
affidare una parte melodica al violoncello, ma senza rinunciare al rinforzo dell’armonia, Schubert decise di introdurre il contrabbasso, ottenendo così una dimensione timbrica
insolita, accentuata dal frequente impiego melodico del pianoforte che si fonde con le trame dei quattro archi (quindi
violino, viola, violoncello, e contrabbasso).
Nei cinque movimenti emerge la ricerca di un’espressione libera, il piacere tutto schubertiano del suonare insieme.
Il titolo La trota deriva dalle variazioni del quarto movimento
(Andantino) basate sul tema del lied Die Forelle, che mostrano
una grande inventiva, un’ampia gamma di espressioni, ottenuta ricorrendo anche a passaggi di agilità, soprattutto nel
violino e nel pianoforte. Precedono questo movimento un
guizzante Allegro vivace, con un primo tema calmo e meditativo, esposto da violino e violoncello, e un secondo tema dal
caratte­re danzante; un Andante bipartito in fa maggiore, molto modulante; uno Scherzo breve, fugace, carico di energia.
Il quintetto si chiude con un Allegro giusto basato su due temi
distinti, su ritmi incalzanti, su ele­menti ungheresi, che trasformano questo finale in una vera e propria esplosione di gioia.
Gianluigi Mattietti
50
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Venerdì 18 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
in ricordo di Ursula Holliger
Mariana Sirbu violino
Diego Massimini violino
Aoife Ní Bhriain violino
Lucia Zazzaro viola
Rocco Filippini violoncello
M. Paolo Monopoli violoncello
Franco Petracchi contrabbasso
Mirela Vedeva contrabbasso
Roberto Paruzzo pianoforte
G. Rossini
Sonata a quattro n. 1 in sol magg.
- Moderato
- Andantino
- Allegro
Sonata a quattro n. 2 in la magg.
- Allegro
- Andantino
- Allegro
F. Schubert
Quintetto per pianoforte e archi
op. 114, D 667 “La trota”
- Allegro vivace
- Andante
- Scherzo, Presto.
- Andantino, Allegretto
- Allegro giusto
nelle foto:
Mariana Sirbu
Diego Massimini
Aoife Nì Bhriain
Lucia Zazzaro
Rocco Filippini
Mauro Paolo Monopoli
Franco Petracchi
Mirela Vedeva
Roberto Paruzzo
(
Ursula Holliger ha insegnato ai Corsi di Sermoneta per quasi trent’anni.
Amava la vita nel Castello, i giovani che vi giungono da ogni parte, e amava il
Festival Pontino. Il concerto di questa sera è il saluto degli amici di Sermoneta,
che non è solo una città: è un’idea di comunità umana che cresce nell’incontro e
nello scambio culturale nella musica, alla cui affermazione nel mondo Ursula
Holliger ha contribuito silenziosamente ma in modo significativo.
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
i concerti del Festival Pontino di Musica si svolgono regolarmente sia nel castello Caetani di Sermoneta che nell’infermeria del Borgo di Fossanova
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
SAbato 19 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Enrico Pieranunzi pianoforte
Concerto Jazz
nella foto:
Enrico Pieranunzi
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
I Duetti per violino e viola K 423 e 424 furono composti da Mozart nell’estate del 1783 a Salisburgo.
L’incarico, per la verità, era stato dato precedentemente
dall’arcivescovo Hyeronymus a Michael Haydn, fratello
minore del più famoso Franz Joseph Haydn, il quale non
aveva potuto assolvere all’impegno per ragioni di salute.
Sembra che Hyeronimus avesse poi preso dette composizioni per opere di Haydn, somigliando queste stilisticamente ai Quartetti (Paugartner). Ad ogni modo, fu occasione
questa per Mozart di valorizzare la viola, strumento che
sembrava amare molto: non di rado, nelle sue partiture, vi
affidava compiti di notevole rilevanza.
La Sonata op. 78 per violino e pianoforte di Brahms è la prima ad
essere pubblicata nel 1879. Altri lavori del genere compiuti
in precedenza erano stati distrutti dall’autore stesso.
Questa Sonata è conosciuta come “Regen-Sonate” ovvero
“Sonata della pioggia”, dal momento che nel primo movimento e nel finale viene utilizzato un frammento del tema
tratto dal Lied op. 59 n. 3, su testo poetico di Klaus Groth.
Tuttavia, già nel secondo movimento non vi è più alcuna
allusione al tema della pioggia, a dimostrazione che non si
trattava di un lavoro a programma. Lo stesso critico Hanslick, suo sostenitore, riteneva che quella di Brahms non
fosse che la reminescenza di un’immagine visiva. Nessun
tentativo di descrivere alcunché, dunque.
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Le Sonate op. 120 nascono originariamente per clarinetto
e pianoforte, ispirate dall’amico clarinettista Richard von
Mühlfeld, primo clarinetto dell’orchestra ducale di Meiningen, per il quale veva già composto altri lavori cameristici.
Era l’estate del 1894 quando Brahms, a Ischl, pose mano a
queste due opere.
Il contenuto, altamente poetico, non concede nulla al virtuosismo, propende anzi a una sorta di interiorizzazione;
come fossero le pagine conclusive di un diario.
Nella prima sonata - che qui si propone - perfino l’Allegro
appassionato iniziale non ha nulla di tumultuoso; l’Allegretto (terzo movimento) ha carattere pastorale e il finale «Vivace» è costruito nello spirito del rondò. La prima esecuzione delle Sonate avvenne in forma privata a Berchtesgaden,
interpretate dallo stesso Mühlfeld e Brahms stesso al pianoforte. Le due composizioni furono conosciute poi ufficialmente a Vienna il 7 gennaio 1895.
nelle foto:
Mariana Sirbu, Bruno Giuranna, Clara Dutto, Andrei Banciu
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
domenica 20 Luglio ore 21.00
Infermeria
Fossanova
Mariana Sirbu violino
Bruno Giuranna viola
Clara Dutto pianoforte
Andrei Banciu pianoforte
W. A. Mozart
Duetto per violino e viola KV 423
- Allegro
- Adagio
- Rondò (Allegro)
J. Brahms
Sonata op. 78 n. 1 per violino e pianoforte
- Vivace ma non troppo
- Adagio
- Allegro molto moderato
W. A. Mozart
Duetto per violino e viola KV 424
- Adagio - Allegro
- Andante cantabile
- Andante con variazioni
J. Brahms
Sonata op. 120 n. 1 per viola e pianoforte
- Allegro Appassionato
- Andante un poco Adagio
- Allegretto grazioso
- Vivace
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Keyboard Charitable Trust
“Una squadra di giovani talenti internazionali che non potrebbero essere ascoltati in nessun altro modo” John Leech.
La pianista concertista Noretta Conci, studente ed assistente del grande Arturo Benedetti Michelangeli, è stata la prima ispiratrice del Keyboard Trust.
Questa Fondazione le è stata dedicata dal marito, John
Leech, a lungo testimone degli sforzi che anche i solisti
maggiormente dotati si trovano a dover affrontare per poter intraprendere la professione di concertista.
Lo scopo principale della Fondazione è proprio quello di
fornire ai musicisti le prime opportunità di esibirsi e di essere conosciuti a livello internazionale.
Grazie ai vasti contatti a livello internazionale (lei nata in
Italia e docente di musica negli Stati Uniti, lui di origine
tedesca e fortemente legato ad organizzazioni internazionali, con una carriera nel Commonwealth Development
Corporation), la coppia non ha trovato difficoltà ad attivare
tutte le proprie conoscenze per aumentare il più possibile le
opportunità di far esibire i giovani artisti.
Ad oggi la Fondazione conta più di 60 centri in 12 diversi
Paesi del mondo e tale numero è continua crescita: aumentano perciò sempre di più le possibilità per i giovani solisti
della Fondazione di essere ascoltati e di farsi conoscere da
importanti direttori o da altri artisti che ne possono favorire la carriera, mentre la Fondazione a sua volta acquista
sempre nuovi amici e allarga il proprio campo di azione
globale.
Creata nel 1991, la Fondazione riceve un supporto fondamentale grazie ad un concerto di beneficienza tenuto alla
Royal Festival Hall nel 1993 da Claudio Abbado (il primo
sostenitore del Trust insieme con Alfred Brendel) alla guida
della European Community Youth Orchestra e con Evgeny
Kissin in veste di solista.
Notevole è stato poi il sostegno di Marion Frank e Nicola
Bulgari, che hanno permesso alla Fondazione di diventare
un effettivo veicolo di sponsorizzazione per 160 giovani talenti emergenti.
La Direzione Artistica della Fondazione è attualmente affidata al maestro Leslie Howard e alla dottoressa Elena Vorotko (che si occupa di strumentisti storici) a Londra e a
Christopher Axworthy a Roma. A livello regionale, la Fondazione può contare inoltre sul supporto di Moritz von Bredow, consulente pediatrico e scrittore, per quanto riguarda
la Germania, di Valentina Lo Surdo, celebre presentatrice
radiofonica, per l’Italia, di Caroline von Reitzenstein a New
York, nonché dell’amministratrice inglese della Fondazione, Sarah Biggs.
Una presenza forte in Italia con già un acclamatissimo festival a L’Aquila, condotto da Guido Barbieri, al quale hanno
partecipato tre pianisti provenienti da tre nazioni diverse:
Pablo Rossi (Brasile), Mei Yi Foo (Malesia) e Vitaly Pisarenko (Ucraina), con la presenza anche dei Fondatori del
Trust.
Nel mese di giugno del 2014 John Leech e Noretta Conci
sono stati perfino onorati dalla Regina d’Inghilterra con il
M.B.E (Members of the Most Excellent Order of the British Empire).
I concerti del 23-24-25 luglio sono realizzati in collaborazione con
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
mercoledì 23 Luglio ore 21.30
Palazzo Caetani
Fondi
H. Villa-Lobos
Impressoes Seresteiras
Pablo Rossi pianoforte
F. Liszt
2 Studi da concerto
Consolation n.3 S.172
Rapsodia ungherese n. 8
W. A. Mozart
Variazioni in fa magg. “Salve tu Domine”
F. Chopin
6 Studi op. 10 e op. 25
Andante spianato e Grande Polacca Brillante
nella foto:
Pablo Rossi
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
giovedì 24 Luglio ore 21.30
Palazzo Caetani
Fondi
Alexander Ullman pianoforte
J. S. Bach
Preludio e Fuga in do diesis min. Libro I
F. J. Haydn
Sonata in re magg. Hob. XVI:51
- Andante
- Finale. Presto
F. Schubert
Sonata in la magg. D. 664
- Allegro moderato
- Andante
- Allegro
C. Debussy
Studio n. 1 in do magg. Libro I
P. Hersant
Trois Esquisses Japonaises
I. Stravinsky
3 movimenti da Petruchka
- Danse russe
- Chez Petrouchka
- La semaine grasse
nella foto:
Alexander Ullman
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
venerdì 25 Luglio ore 21.30
Palazzo Caetani
Fondi
Evelyne Berezovsky pianoforte
F. J. Haydn
Sonata in la magg. Hob XVI:26
- Allegro moderato
- Menuet al Rovescio e Trio
- Finale. Presto
R. Schumann
Davidsbündlertänze op. 6
Diciotto pezzi caratteristici per pianoforte
S. Rachmaninov
Variazioni su un tema di Corelli op. 42
Momento musicale op. 16 n. 2
nella foto:
Evelyne Berezovsky
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Libretto di Johann Philipp Praetorius
ispirato al libretto di Pietro Pariati per
Gli intermezzi comici musicali del Pimpinone
di Tomaso Albinoni
Prima esecuzione: 27 Settembre 1725
Theater am Gänsemarkt, Hamburg Direttore musicale: Jan Willem de Vriend
Ideazione e scenografia: Eva Buchmann
cast
Pimpinone, Marc Pantus basso
Vespetta, Marina Zyatkova soprano
quentemente fuori e si diverte mentre Pimpinone se ne sta
seduto in cucina, prepara il pollo e lava i piatti.
L’intermezzo giocoso in tre atti di Telemann ebbe la sua
prima esecuzione nel 1725 ad Amburgo.
In occasione dell’odierna rappresentazione italiana, la regista Eva Buchmann ha pensato a un’ambientazione del
tutto suggestiva in cui il pubblico sarà disposto vicino ai
musicisti e agli attori, come facente parte della scena stessa. La piacevole atmosfera, l’esuberanza dei musicisti, il bel
canto e recitazione dei cantanti, i colori e i profumi della
cucina contribuiranno a creare la magia di una perfetta serata italiana.
Federica Nardacci
The Amsterdam Consort
prima esecuzione italiana in tempi moderni
Pimpinone
Nato nel XVIII secolo in seno alle riforme del teatro d’opera, l’intermezzo è una breve azione scenica di carattere comico che veniva rappresentato tra un atto e l’altro di
un’opera seria. Gli equivoci, i travestimenti, i tradimenti, la
goffaggine dei servitori, l’ingenuità di vecchi nobiluomini
raggirati da giovani e scaltre governanti: sono questi i principali tòpoi di commedie musicali la cui caratteristica era la
brevità (talvolta anche in un solo atto) e l’esiguità dei personaggi (in genere due personaggi principali e uno “muto”,
per lo più un servitore).
Tra gli esempi più illustri della storia della musica troviamo
La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi – intermezzo
all’opera seria Il prigioniero superbo, dello stesso compositore
– in cui un ricco e attempato signore di nome Uberto ha al
suo servizio la giovane e furba Serpina che, approfittando
della bontà del suo padrone, attraverso un inganno lo costringe a sposarla, diventando finalmente padrona.
Piuttosto simile a questa è la storia di Pimpinone, benestante borghese senza moglie con a servizio una ragazza carina
e intelligente (Vespetta), ma insoddisfatta della propria condizione sociale, al punto da voler cambiare vita.
Così come Serpina, Vespetta riesce a sposare il suo signore
prendendo il controllo su di lui e sul suo denaro. Va fre60
nelle foto:
Jan Willem de Vriend, direttore
Eva Buchmann, regista
Marina Zyatkova, soprano
Marc Pantus, basso
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
SAbato 26 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
THE AMSTERDAM CONSORT
Marc Pantus basso
Marina Zyatkova soprano
Jan Willem de Vriend direttore
Eva Buchmann regia
G. Ph. Telemann
Pimpinone - intermezzo giocoso in tre atti
(con sorpresa)
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
“Il concerto è l’ideale del Barocco e il Barocco si chiuderà proprio quando saranno definitivamente fissate le forme in cui quel modulo stilistico si può articolare: concerto solistico, sonata, quartetto, sinfonia” (Alberto Basso). È nel periodo
Barocco, infatti, che le principali forme musicali vengono a costituirsi e definirsi. Quanto al termine Concerto, già nel Cinquecento veniva utilizzato con due
diverse accezioni, secondo il significato latino: la prima è concertatum (dal verbo
concertare, cioè combattere, gareggiare) e la seconda è consertum (dal verbo conserere,
traducibile con intrecciare, annodare, ma anche contrastare).
Il teorico tedesco Michael Praetorius, nel suo Syntagma musicum del 1619, sostenne l’etimologia che dava l’idea del combattimento, dello scontro tra due entità
strumentali distinte, sia per numero che per sonorità.
Da qui i vari tipi di concerto applicati:
“concerto grosso”, che prevede un piccolo organico (per lo più formato da due
violini. violoncello e basso continuo) che si contrappone al “grosso” orchestrale;
il “concerto solistico” che prevede uno strumento solista (in origine, preminentemente il violino o il flauto) in contrapposizione all’orchestra;
“concerto di gruppo” in cui due gruppi orchestrali paritetici si pongono in rapporto dialogico. Quest’ultimo tipo di concerto sarà l’embrione da cui nascerà la
sinfonia propriamente detta.
Così pure la Sonata, che in epoca rinascimentale alludeva al significato del participio passato di “suonare” ovvero musica “da suonare” e non “da cantare”,
diventa una forma ben strutturata, dividendosi nel genere “da camera” e “da
chiesa”.
Altra forma che nel Barocco trova il suo apice e, al tempo stesso, la sua consumazione è la Suite, costituita da un insieme di danze, retaggio della tradizione
cortigiana del Rinascimento.
Si propongo in questa sede alcuni degli esempi più interessanti che la storia della
musica possa offrire. A partire da J. S. Bach – che dei vari generi musicali indicati
può dirsi il principale compositore – fino a Wassenaer, Shemelzer, virtuoso del
violino, le cui Sonate influenzarono anche lo stile compositivo di Biber.
nelle foto:
The Amsterdam Consort
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
domenica 27 Luglio ore 19.30
Infermeria
Fossanova
THE AMSTERDAM CONSORT
Jan Willem de Vriend direttore
T. Albinoni
Concerto n. 2 in sol min. per 2 oboi, fagotto e archi
Allegro - Adagio – Allegro
U. W. Van Wassenaer
Concerto n. 1 in sol magg. da 6 Concerti Armonici di J. Heinrich
Grave - Allegro - Un poco Andante - Allegro
J. H. Schmelzer
Sonata a sei n. 4 da Sacro Profanus Concentus Musicus
H. I. F. Biber
Sonata “Jucunda” in re magg.
J. S. Bach
Suite per orchestra n. 1 in do magg. BWV 1066
Ouverture - Corrente - Gavotta I e II - Furlana - Minuetto I e II - Bourré I e II - Passepied I e II
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
Da anni, ormai, La Fondazione Campus Internazionale di Musica, con l’intento
di promuovere i giovani talenti, ha avviato un rapporto di collaborazione con il
Conservatorio di Musica Ottorino Respighi di Latina, luogo deputato, appunto,
all’Alta Formazione; luogo in cui i giovani maturano le proprie esperienze artistiche in attesa di poterle portare all’esterno.
Anche quest’anno, dunque, il Festival Pontino ospita nel proprio cartellone, accanto ai grandi nomi di artisti internazionali, le eccellenze del Conservatorio, in
un’ottica assoluta di crescita.
L’esperienza collaborativa ha portato fino ad oggi – anche grazie al direttore
Paolo Rotili – risultati piuttosto lusinghieri, realizzando una stagione sinfonica
(Un’Orchestra a Teatro) di un certo riguardo, che ha visto protagonisti i giovani
allievi, i docenti e ospiti solisti di gran lustro.
nelle foto:
Luca Gliozzi
Alessandro Viale e Rebecca Raimondi
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
lunedì 28 Luglio ore 21.00
Scuderie Castello Caetani
Sermoneta
Luca Gliozzi pianoforte
R. Schumann
Kinderszenen op. 15
- Da paesi e uomini stranieri
- Curiosa istoria
- A rincorrersi
- Fanciullo che supplica
- Quasi felice
- Avvenimento importante
- Sogno
- Al camino
- Sul cavallo di legno
- Quasi troppo serio
- Bau-Bau
- Bambino che s’addormenta
- Il poeta parla
C. Debussy
Jardins sous la pluie da Estampes
G. Gershwin
Three Preludes
Rebecca Raimondi violino
Alessandro Viale pianoforte
L. van Beethoven
Sonata op. 24 “La Primavera”
- Allegro
- Adagio molto espressivo
- Scherzo. Allegro molto
- Rondò. Allegro ma non troppo
W. A. Mozart
Sonata n. 304
- Allegro
- Tempo di Minuetto
in collaborazione con Conservatorio Ottorino Respighi di Latina
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
EDIZIONE
i concerti del
50° Festival Pontino di Musica
si svolgono a
Sermoneta, Fossanova, Cori
Fondi, Valvisciolo
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
SABATO 2 AGOSTO ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
ArDuo
Antonello Salis
Concerto Jazz
pianoforte e fisarmonica
Stefano Cocco Cantini
sax tenore e soprano
nelle foto:
Antonello Salis e Stefano Cocco Cantini
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
È stata riconosciuta nella musica da camera di Schumann,
e quindi nei tre Trii per violino, violoncello e pianoforte op.
63, op. 80 e op. 110 – oltre che nella produzione liederistica, naturalmente – una particolare rivelazione dell’identità
artistica del compositore, la manifestazione della sua cifra
stilistica, in tutti quei tratti tipicamente romantici. D’altra
parte, Schumann, del Romanticismo era stato uno dei massimi rappresentanti, dibattendo ampiamente sul significato
della musica e sulle sue proprietà semantiche.
Il Trio in re minore risale al giugno del 1847, quando l’artista
si era trasferito a Dresda: «In questi ultimi tempi – scrive
in una lettera all’amico Killer – ho scritto un Trio in re
minore, di cui diverse parti mi piacciono molto. Quando ci
vedremo lo sentirai insieme ad un altro più vecchio che ho
scritto qualche anno fa, in la minore, e a quello della mia
Clara».
Pubblicato per la prima volta nel 1846, il Trio D897 di
Schubert è conosciuto con il titolo apocrifo di “Nocturne”.
In realtà questo non sembrerebbe comparire nell’autografo né ci sarebbero testimonianze di una volontà dell’autore
in questo senso. Fu composto probabilmente alla fine del
1827 o nel 1828, pensato probabilmente per un lavoro di
più vaste dimensioni. Si tratta di un Adagio perfettamente
compiuto e che ben si coniuga al lirismo tipicamente schubertiano delle tarde composizioni cameristiche. «Il carattere – scrive Sergio Sablich – è quello di una fantasia libera
nelle sue divagazioni, aperta da una introduzione di forte
tensione espressiva (all’indicazione di tempo, Adagio, si aggiunge qui la specificazione appassionato) tutta giocata su un
tema ascendente degli archi sostenuto da misteriosi accordi
arpeggiati del pianoforte: ambientazione che può far pensare in ottica romantica a una atmosfera notturna».
Il Trio in la minore di Ravel (1914) ebbe la sua prima esecuzione nel gennaio 1915 alla Salle Gaveau di Parigi con
Alfredo Casella al pianoforte, Georges Enesco al violino e
Feuillard al violoncello. Benché il lavoro trovò immediato favore del pubblico, qualcuno volle osservare un certo
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richiamo allo stile classico della musica francese, facendo
particolare riferimento all’introduzione del tema della passacaglia. In realtà il classicismo di Ravel rappresentava in
quel contesto una certa libertà creativa, che non si voltava
nostalgicamente indietro, ma utilizzava elementi del passato per elaborare un novo linguaggio. «Come sempre in
Ravel – scrive Giorgio Pestelli – grandi difficoltà e complessità di scrittura si ritiranodi fronte al risultato di una
chiarezza immacolata, dove elementi ritmici irregolari (in
quel tempo Ravel lavorava a una Rapsodia su temi baschi
rimasta incompiuta) e perfezione formale («È nello stile di
Saint-Saëns», diceva Ravel) si fondono in un miracoloso
equilibrio. Il primo tema, pianissimo, con il suo gioco fra
malinconico e ironizzato, ci trasporta di colpo in una regione lontana da ogni peso o fatica; sensazione preservata per
tutta l’opera, passando per i temi divincolati del Pantoum
(schema metrico della poesia malese), la Passacaille, con la
sua malinconia vagabonda, e quel Final che non ha eguali
per la sensazione di una stanza sùbito invasa d’aria e di
luce. Ogni strumento ha qualcosa di suo da dire, fin nell’unicità della singola nota; ma uniti si stenta a credere siano
solo in tre, quando la mano straordinaria di Ravel sembra
produrre il sinfonico fluire di un’intera orchestra».
nella foto:
Trio Magritte
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
domenica 3 AGOSTO ore 19.30
Infermeria
Fossanova
TRIO MAGRITTE
Yulia Berinskaya violino
Relja Lukic violoncello
Emanuela Piemonti pianoforte
R. Schumann
Trio in re min. op. 63
- Con energia e passione
- Vivace, ma non troppo in fretta. Trio
- Lentamente, con profondo sentimento. In movimento
- Con fuoco
F. Schubert
Adagio “Notturno” op. postuma D 897
M. Ravel
Trio in la
- Moderato
- Pantoum (sufficientemente luminoso)
- Passacaglia (molto ampia)
- Finale (animato)
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
ALESSANDRA MARIA AMMARA ha intrapreso la carriera concertistica grazie ai premi conseguiti in alcuni importanti
concorsi internazionali (“G. B. Viotti” di Vercelli, “J. Iturbi” di
Valencia, Casagrande a Terni, “Esther Honens” a Calgary). Ha
suonato nelle principali sale europee: Musikverein di Vienna, Festspielhaus di Salisburgo, Philharmonie di Berlino, Musikhalle di
Amburgo, Salle Cortot di Parigi, Concertgebouw di Amsterdam,
e in Cina, Hong Kong, Stati Uniti, Canada, Sud Africa, Brasile,
sia come solista che con orchestra (Wiener Symphoniker, Berliner
Symphoniker, Orchestra Sinfonica della Rai, Pomeriggi Musicali,
Calgary Philharmonic, Cape Town Philharmonic) con direttori
quali Fabio Luisi, Georg Pehlivanian, Roberto Minczuk, Bernard
Labadie.Ha collaborato con interpreti come Rocco Filippini,
Anton Kuerti, Alban Gerhardt, il Quartetto Takacs, il Quartetto Sine Nomine. Dal 1999 suona regolarmente in duo pianistico
con il marito Roberto Prosseda.Ha inciso per l’etichetta canadese
Arktos musiche di Debussy, Skrijabin e Chopin. Ha inoltre registrato le Polacche di Chopin nell’ambito dell’integrale chopiniana
pubblicata dalla Brilliant Classics. Dal 2008 incide per la Arts,
etichetta con cui ha realizzato cinque CD, dedicati a Chopin (4
Ballate), Schumann (Carnaval, Davidsbündlertänze, Album per la
Gioventù), Scelsi (Preludi), Ravel (Miroirs, Gaspard de la Nuit),
tutti premiati come “Best of the Month” da varie riviste specializzate inglesi e americane. Nel 2013 ha inoltre inciso il primo CD in
commercio dedicato alla musica di Roffredo Caetani, per Brilliant
Classics.Il suo repertorio comprende tutti gli Studi, le Polacche, le
Ballate, le Mazurke e i Preludi di Chopin, molti programmi monografici dedicati a Schumann, Scriabin, Fauré, Debussy, Ravel,
Busoni. Si è recentemente dedicata alla riscoperta di autori come
Roslavetz, Mijaskovsky e Giacinto Scelsi.
THE AMSTERDAM CONSORT svolge attività in Olanda
dove si esibisce circa cinque volte a stagione. Jan Willem de Vriend
è il direttore artistico e conduce l’ensemble come violinista e violista. A seconda del programma l’Amsterdam Consort è composto da nove fino a venti musicisti. I Concerti e le opere sono le
principali attività del Amsterdam Consort. Oltre ad opere note, i
programmi del Consort includono lavori poco conosciuti e disponibili solo in manoscritto. I musicisti si conoscono da molti anni
e suonano insieme in diversi ensemble e orchestre. Essi amano
suonare in The Consort Amsterdam perche condividono la stessa
idea di esecuzione musicale, di creare un’atmosfera stimolante e
di dare ai loro lavori un contesto particolare. La passione comune
per la musica e la cultura, in particolare quella mediterranea, e
l’eccellente qualità dei musicisti da luogo a prestazioni vivaci e di
ispirazione.
JAN WILLEM DE VRIEND primo violino in diversi ensemble
orchestrali ha diretto molte orchestre europee ed internazionali, in Olanda, Svizzera, Austria, Italia, Germania, Svezia, Cina
e Australia. E’ regolarmente ospite della Royal Concertgebouw
Orchestra e dal 2012 direttore stabile della Residentie Orchestra dell’Aia. Dal 2006 é direttore principale della Netherlands
Symphony Orchestra. Negli ultimi 20 anni la direzione operistica ha assunto un ruolo importante nella sua carriera: ha diretto Combattimento Consort Amsterdam in opere sconosciute
di Gassmann, Rameau, Heinchen e Haydn, e di opere note di
compositori come Monteverdi, Handel, Rossini e Mozart. Per
l’Opera House di Lucerna, Strasburgo, Barcellona e Enschede ha
diretto Handel, Mozart, Verdi, Strauss ed altri. Nel 2012 Jan Willem de Vriend è stato vincitore del Dutch Radio 4 Prize, premio
assegnato ogni anno ad un musicista (ensemble o istituzione) che
si è distinto nella promozione della musica classica ad un ampio
pubblico di ascoltatori.
EVA BUCHMANN nata a Zurigo ha completato gli studi di violoncello alla Hochschule für Musik in Svizzera. L’interesse nella
musica del 17°and 18°secolo l’ha spinta a dare ai concerti un fascino teatrale. Ha studiato terapia e psicologia musicale e ha collaborato per diversi anni con una clinica pscichiatrica di Amsterdam. In 2001 ha debuttato come direttore nella rappresentazione
semiscenica del Die Fledermaus di J. Strauss al Royal Concertgebouw di Amsterdam. Da allora la sua carriera ha avuto un rapido
sviluppo: la produzione include rappresentazioni al Stanislavsky
Theater di Mosca, Haus für Mozart di Salisburgo, l’Opera di Cracovia, festivals in Leipzig, Carmel, Malta e Amsterdam. Famose
anche le sue produzioni in luoghi insoliti come fabbriche, palazzi,
hotels e all’aperto. Dal 2011 l’Opera di Saint Moritz affida ad
Eva Buchmann la messa in scena del Don Giovanni, Le Nozze
di Figaro e Anna Bolena. Nell’estate del 2014 e 2015 curerà la
scenografia di La Gazetta di Rossini e Cosi fan tutte di Mozart
a Basilea e Sankt Moritz. Il suo repertorio comprende opere del
XVII e XVIII secolo, ma anche opere di Verdi, Donizetti, Mascagni e Stravinskij. La psicologia è ciò che più le interessa in fase di
regia; l’uso di costumi, paesaggi, oggetti e la caratterizzazione dei
personaggi come modelli di comportamento sottili e riconoscibili
nella vita quotidiana conferiscono al suo stile teatrale un aspetto
realistico.
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
MARC PANTUS è stato apprezzato dalla stampa nazionale olandese per la sua interpretazione del ruolo di primo piano
in Le Roi Pausole di Honegger. In questa stagione ha cantato il
Messiah di Handel, Elijah di Mendelssohn, ed eseguito l’opera di
Rossini Il Turco in Italia con il Netherland Wind Ensemble. La
carriera di Marc ha incluso molti assoli di cantate di Bach. Si è
esibito come solista con la Royal Philharmonic Orchestra, la Rotterdam Philharmonic Orchestra, Schoenberg Ensemble, ASKO
Ensemble, Utrecht Baroque Consort, Netherlands Bach Society,
lavorando con registi come Kenneth Montgomery, Edo de Waart,
Reinbert de Leeuw, Paul McCreesh e Jos van Veldhoven. Con la
sua compagnia I Piccoli Olandesi, Marc ha eseguito una serie di
opere comiche barocche acclamate dalla critica, tra gli altri Terremoto, Farfalletta e Lirone da Francesco Conti. Con l’Utrecht Baroque Consort, ha cantato il ruolo di Sancho Panza a Conti Don
Chisciotte in Sierra Morena e il ruolo di Don Quichotte a Telemann Don Quichotte auf der Hochzeit des Camacho. Marc ha
registrato la versione olandese della Passione secondo Matteo di
Bach (Cristo) per la DGG con Residentie Orkest sotto la direzione
di Jos Vermunt, e appare sulle registrazioni di Mozart La Clemenza di Tito (Publio) e di Galliard Pan & Syrinx (Pan), entrambi con
Musica annuncio Rhenum sotto la direzione di Jed Wentz. Ha
studiato con Udo Reinemann e Meinard Kraak presso la Utrecht
Conservatory of Music e il Royal Conservatory dell’Aja. Ha ricevuto una borsa di studio presso l’Istituto Steans per Giovani Artisti
a Chicago, dove ha studiato con Thomas Allen, Christa Ludwig,
Barbara Bonney, Elisabeth Söderström e Roger Vignoles.
MARINA ZYATKOVA nasce in Russia il 1° maggio del 1981,
dove studia presso la Corale Accademia di Mosca con Svetlana
Nesterenko. Dal 2004 al 2006 è membro dell’Opera Studio Nederland di Amsterdam dove debutta in numerosi ruoli fra i quali
Pamina in Die Zauberflöte e Nitocris in Belsazar. Ha inoltre interpretato Giannetta nell Elisir d’amore all’Opera di Montecarlo, Pedro in Don Quichotte (Concertgebouw Amsterdam) e, nell’opera
Ayodhya scritta dal compositore tailandese Somtow Suchritkul, il
ruolo di Golden Deer creato espressamente per lei (prima Mondiale a Bangkok, il 16 novembre 2006); a seguire, è stata Adima
(Opera de Loulon), La Bergere e La Chauve-Souris ne Lenfant
et les sortileges (ZaterdagMatinee, Concertgebouw Amsterdan),
Giulia nella Scala di seta (Rossini Festival in Bad Wildbad), Despina in Cosi fan tutte (De Nederlandse Opera Amsterdan) e Waldfogel nel Siegfried) di Wagner sotto la direzione di Zubin Mehta
presso il Palazzo delle Arti di Valencia per il secondo Festival del
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Mediterraneo, incidendo il dvd per la Unitel-Classica. Con grande successo ha interpretato Susanna nelle Nozze di Figaro al St.
Moritz Opera Festival 2010 il ruolo di Oscar in un Ballo in Maschera all’Opera Royal de Wallonie di Liege sotto la direzione di
Massimo Zanetti. Nel repertorio oratoriale ha cantato in numerosi concerti con prestigiosi ensemble europei: la Passione Secondo Matteo di J. S. Bach presso il Concertgebow di Amsterdam,
la Messa dell’incoronazione di Mozart all’Oldenburg Festival, il
Requiem di Mozart con i Virtuosi di Mosca sotto la direzione di
Vladimir Spivakov, lo Stabat Mater di Pergolesi e lo Stabat Mater di Dvořàk presso il Regio Chor di Basilea, lo Stabat Mater di
Alessandro Scarlatti nell’ambito del Palace lnternational Festival
di Musica di St. Pietroburgo. È stata vincitrice del Concorso Internazionale di Marsiglia nel 2005 e di Strasburgo nel 2007.
ANDEI BANCIU nato nel 1985 a Timisoara (Romania) ha studiato pianoforte nella sua città natale continuando a Berlino, con
il Prof. Klaus Hellwig e alla Hochschule für Musik “Hanns Eisler”
con il Prof. Fabio Bidini. Si è perfezionato con Wolfram Rieger,
Paul Badura-Skoda, Pascal Devoyon, Rainer Becker, Karl-Heinz
Kämmerling, Jacques Rouvier, Tamas Vesmas e Mennahem
Pressler e ha frequentato corsi di musicologia all’università di Lipsia. Giovanissimo è stato premiato in numerosi concorsi nazionali
e internazionali. Nel 2002 ha partecipato ai corsi di musica da camera Musica Mundi e al “Festival in Belgium” dove ha incontrato
il Trio d’archi Jacques Thibaud di Berlino, con cui ha suonato
successivamente in Germania e negli Stati Uniti. Dal 2010 in poi,
è stato invitato ad insegnare musica da camera ai Corsi Musica
Mundi e Festival in Belgium, dove è apparso anche come solista
con l’Orchestra del Festival sotto la direzione di Maxim Vengerov
nel 2012 e con la Brussels Chamber Orchestra diretta da Leonid
Kerbel. Come musicista da camera si è esibito con il violinista
Leonard Schreiber nei Paesi Bassi, in Belgio, nella Maison de Radio France di Parigi e la Royal Festival Hall di Londra; in Italia
con la violinista Ioana Cristina Goicea, con il tenore Christian
Schleicher. Dal 2010 è pianista e membro fondatore del Jacques
Thibaud Ensemble, con cui si è esibito in numerose occasioni in
Germania e nei Paesi Bassi. Dal 2012 è pianista accompagnatore
della classe di violino di Mariana Sirbu alla Hochschule für Musik
und Theater “Felix Mendelssohn Bartholdy” di Lipsia. Nel 2012
ha registrato i trii per pianoforte del compositore francese Alexis
de Castillon, insieme con il violinista Madeleine Easton e il violoncellista Elena Andreyev. I suoi concerti sono stati trasmessi su
Bayerischer Rundfunk, Radio France e Radio 4 Paesi Bassi.
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
MICHEL BELLAVANCE di nazionalità svizzera canadese, è
professore di flauto al conservatorio di Ginevra (Hen Svizzera).
I suoi impegni lavorativi lo hanno portato su tutti i continenti sia
come docente, ospite dei migliori istituti professionali musicali,
e come solista in tournée con diverse orchestre. Il suo repertorio discografico è molto vario e include ampiamente anche opere contemporanee. Ha studiato a Parigi, Ginevra, Zurigo e San
Francisco con i maestri Aurèle Nicolet, Patrick Gallois, Maxence
Larrieu e Paul Renzi.
MARIA GRAZIA BELLOCCHIO ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano con Antonio Beltrami
e Chiaralberta Pastorelli, diplomandosi con il massimo dei voti,
la lode e la menzione d’onore, e ha proseguito gli studi alla Hochschule di Berna con Karl Engel e a Milano con Franco Gei.
Nelle sue prime apparizioni in pubblico ha eseguito il Concerto
di Scriabin con l’Orchestra della RAI di Milano e il Primo Concerto di Beethoven con l’Orchestra del Conservatorio di Milano
e l’Orchestra Sinfonica Siciliana, e Les Noces di Strawinsky al
Teatro Comunale di Bologna. Suona regolarmente per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere. Il suo repertorio
spazia da Bach ai giovani compositori contemporanei. Collabora
stabilmente con il Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli
regolarmente presente nei maggiori festival italiani ed europei. Ha
inciso CD per Ricordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Mauro Cardi, Giulio Castagnoli, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Matteo Franceschini, Stefano Gervasoni. Insegna pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Donizetti” di
Bergamo e tiene regolarmente corsi di perfezionamento pianistico
dedicati al repertorio classico e contemporaneo.
EVELYNE BEREZOVSKY nata a Mosca nel 1991, ha incominciato a suonare il pianoforte a 5 anni. Ha iniziato i suoi studi
alla Purcell School of Music, continuando alla Royal Academy of
Music a Londra e poi al Conservatorio di Mosca con Elisso Virsaladze. Ha debuttato a 7 anni a Londra, suonando successivamente
nelle sale più importanti d’Inghilterra (Wigmore Hall, South Bank
Centre, St John’s Smith Square, St Martin-in-the-Fields, Leighton
House e Chopin Society), nella Sala Grande del Conservatorio di
Mosca ed in Germania, Francia (compreso il prestigioso Festival
pianistico La Roque d’Anthéron), Olanda, Norvegia e Giappone.
Ha debuttato con l’orchestra da solista a 11 anni. Ha collaborato
con il padre, Boris Berezovsky, nel Concerto Doppio di Mozart
con l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Olanda diretta da Jaap
van Szweden, ripetuto al Mozart Festival di Tokyo con i Tokyo
Mozart Players. Ha suonato i Concerti Doppi e Tripli di Mozart
nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca con il padre Boris
ed Ekaterina Derzhavina, e anche il Concerto per pianoforte n. 2
di Beethoven con la London Musical Arts Orchestra. Si è esibita
con Orchestra sia a St Martin-in-the-Fields che St Jude’s a Londra
con il Primo Concerto di Mendelssohn. Ha partecipato alle masterclasses di Andras Schiff con il Concerto No. 2 di Beethoven,
ai Corsi pianistici di Elisso Virsaladze a Sermoneta ed alle masterclasses di Pascal Devoyon al Festival Internazionale MusicAlp
a Courchevel in Francia, dove è stata selezionata per suonare il
concerto finale. Recentemente ha tenuto concerti al Winchester
College, Winchfield Festival, il Konzerthaus di Berlino ed il Museo für Kunst und Gewerbe di Amburgo. A gennaio è tornata da
una tournée in Giappone, e più recentemente, da una tournée
del Keyboard Trust in America, con concerti al Festival Theater
di Lorin Maazel in Virginia, nel Delaware e alla Steinway Hall di
New York.
STEFANO COCCO CANTINI definito dalla rivista americana
Down Beat – una delle più importanti del settore – tra i più grandi
interpreti di sax soprano del momento, ha iniziato la sua carriera
negli anni ’70 collaborando con artisti come Chet Baker, Manhù
Roche, Michel Petrucciani, Kenny Wheeler; con gli italiani Luca
Flores, Ares Tavolazzi, Roberto Gatto, Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Danilo Rea, Enrico Rava, Stefano Bollani e molti altri. Sono
note le sue collaborazioni nell’ambito della musica leggera che lo
hanno visto accanto a Phil Collins, Raf, Laura Pausini, Fiorella
Mannoia, Ray Charles, come pure quelle in ambito cinematografico (è suo il sassofono solista del film Stregati di Nuti, che ha
vinto il “Nastro d’Argento” di Taormina). Oltre al cinema, anche
il teatro è stato fonte di interessanti esperienze: ha composto ed
eseguito brani in spettacoli teatrali con Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Paolo Haendel, Davide Riondino e altri. Con Antonello
Salis, tra le varie occasioni di incontro, ha collaborato nel 2003 ad
un progetto di Raffaello Pareti, realizzando una produzione del
Grey Cat Festival (di cui è direttore artistico). Del tutto singolare
è il suo interesse per l’archeologia che lo ha portato negli ultimi
anni a compiere degli studi scientifici sulla musica etrusca e sul
funzionamento di alcuni strumenti a fiato, reperti di scavi archeologici. I risultati delle ricerche, oltre ad essere pubblicati con la
sovraintendenza ai Beni Culturali della Regione Toscana, sono
stati oggetto recentemente di una puntata di Leonardo del TGR
Rai di cui Cantini è stato ospite.
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
FRANCESCA CARTA ha studiato pianoforte presso il Conservatorio G. P. da Palestrina di Cagliari e si è perfezionata con Aldo
Ciccolini. Collabora con illustri strumentisti e viene regolarmente
invitata a tenere Master Classes e in giuria per Concorsi Nazionali
ed Internazionali. Ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche e discografiche. Dal 1993 al 2002 è stata pianista assistente
presso il Conservatoire National Superieur de Musique de Paris
e all’Ecole Normale de Musique de Paris. Attualmente insegna
Pianoforte presso il Conservatorio G. P. da Palestrina di Cagliari.
di nuove commissioni, tra cui opere di Joe Cutler, Huw Watkins,
Pavel Zemek Novák, Edward Rushton e Colin Matthews. Il 2013,
anno del 30° anniversario, è iniziato con un tour di grande successo negli Stati Uniti, che comprendeva concerti a Philadelphia,
Florida, Oregon e California, sono seguiti concerti a Londra e
una seconda visita al George Enescu Festival di Bucarest, l’inizio
del sesto anno di una residenza al Birmingham Conservatoire e
una performance al Bath Festival Mozart. Nel biennio 2014/15,
l’Ensemble tornerà in Olanda, Italia, Bermuda e Stati Uniti.
CLARA DUTTO nata Cuneo, ha studiato pianoforte nel Conservatorio della sua città diplomandosi nel 1997 con il massimo
dei voti. Ha poi proseguito la propria formazione perfezionandosi
con Bruno Canino, Franco Scala, Giovanni Valentini e Andrea
Lucchesini. Sin da giovanissima si è dedicata allo studio del repertorio cameristico, seguendo le masterclass di Pier Narciso Masi,
dell’Altenberg Trio Wien e del Trio Debussy. Premiata ai Concorsi di Pinerolo, Bordighera, Ravenna, Racconigi, svolge attività
concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche. Ha
suonato in tutta Italia con vivo successo per importanti Associazioni e Festival (Festival Pontino, Orchestra Sinfonica di Milano
Giuseppe Verdi, Orchestra Filarmonica di Torino, Amici Nuovo Carlo Felice, Agimus, Festival delle Alpi Marittime, Festival di
Musica da Camera “Città di Lucca”). Nel 1999 ha conseguito il
diploma in Didattica della Musica con il massimo dei voti presso
il Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo e, l’anno successivo,
la laurea a pieni voti in giurisprudenza presso l’Università degli
Studi di Torino.
ENSEMBLE VOCALE E STRUMENTALE DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA ANTICA nasce all’interno del corso di
Musica d’insieme per voci e strumenti antichi, istituito nell’ambito
dei corsi accademici del Conservatorio “O. Respighi” di Latina e
tenuto da diversi anni dal M° Giorgio Cerasoli. L’attività di studio è incentrata sul repertorio d’insieme, vocale e strumentale, dei
secoli XVI, XVII e XVIII, un repertorio estremamente ricco e
vario, nel quale spiccano compositori italiani quali Claudio Monteverdi, Giulio Caccini, Girolamo Frescobaldi, per i programmi
incentrati sul ‘600, e Antonio Vivaldi e Giovanni Battista Pergolesi, per quelli dedicati al ‘700. Gli organici partono dal duo o trio
ma possono arrivare a coinvolgere anche una decina di musicisti,
avvalendosi anche di collaborazione esterne per quegli strumenti che ancora non sono presenti in Conservatorio. Attualmente
all’attività dell’ensemble partecipano allievi ed ex allievi che hanno frequentato il corso negli scorsi anni. Oltre ai concerti tenuti
nelle ultime due edizioni della rassegna estiva a Villa d’Este a Tivoli, l’ensemble è stato protagonista di importanti appuntamenti
nello scorso Early Music Festival (che si è tenuto in Conservatorio
lo scorso novembre) e, più recentemente, all’interno della rassegna
Suona Palazzo Suona, svoltasi a Roma a Palazzo Braschi.
ENSEMBLE SCHUBERT è accreditato fra le principali formazioni per archi e pianoforte fin dal suo primo concerto. Dando oltre cinquanta concerti l’anno, l’Ensemble si è esibito in oltre quaranta Paesi diversi, ha ricevuto più di 80 commissioni e registrato
oltre 30 CD, molto apprezzati dalla critica. Nel 1998 l’apporto
dell’Ensemble alla vita musicale britannica è stato riconosciuto
dalla Royal Philharmonic Society che lo ha proposto per il Best
Ensemble Award Camera, per il quale è stato finalista nel 2010.
Negli ultimi anni l’Ensemble è stato impegnato con concerti in
Repubblica Ceca, Romania, Norvegia, Gibilterra, Spagna, Olanda, Canada e Stati Uniti, nonché prime visite in Cina, Bermuda e gli Emirati Arabi Uniti. L’Ensemble ha inciso per l’etichetta
Chandos opere di Martinu, Fauré, Enescu e Dvořák, ricevendo
critiche molto positive. Il disco Dvořák e il più recente dei due
dischi Enescu sono stati scelti come disco del mese da parte del
BBC Music Magazine. Gli ultimi anni hanno visto un susseguirsi
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GIORGIO CERASOLI nato a Roma nel 1960, titolare dal 1990
della cattedra di clavicembalo e strumenti affini (clavicordo e fortepiano) presso il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste,
ricopre dal 2006 lo stesso incarico presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina, dove cura anche la musica d’insieme
per voci e strumenti antichi. Diplomato in pianoforte e in organo
presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, ha iniziato gli
studi clavicembalistici con Ferruccio Vignanelli, diplomandosi presso il Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia; ha
quindi studiato con Kenneth Gilbert al Mozarteum di Salisburgo,
dove si è diplomato col massimo dei voti e la lode, conseguendo
il titolo accademico di Magister Artium. Dal 1981 svolge attività
concertistica come clavicembalista e organista, sia come solista
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
che in diverse formazioni cameristiche. Giornalista pubblicista,
collabora con varie testate e con la Rai.
ROCCO FILIPPINI è nato a Lugano in una famiglia di artisti. Compiuti gli studi sotto la guida di Pierre Fournier, ha vinto
nel 1964 il Concorso Internazionale di Ginevra, iniziando subito
dopo la sua carriera. Ha dato centinaia di concerti nei principali centri musicali d’Europa, delle due Americhe, del Giappone e
dell’Australia, ospite della più grandi sale (La Scala di Milano,
l’Albert Hall e il Festival Hall di Londra, il Théâtre des Champs Elysées di Parigi, la Filarmonica di Berlino, il Musikverein e il
Konzerthaus di Vienna, l’Herkules Saal di Monaco, il Concertgebouw di Amsterdam, la Carnegie Hall e il Lincoln Center di New
York, l’Opera House di Sydney, il Teatro Colon di Buenos Aires,
etc) e di famosi festivals (Lucerna, Spoleto, Salisburgo, Marlboro
dove è stato invitato ripetutamente da Rudolf Serkin, Edimburgo, Stresa, Pesaro, Newport, Gerusalemme, Ravenna, Helsinki).
Svolge un’intensa attività discografica. Nel 1968 ha fondato il Trio
di Milano e, più recentemente, il Quartetto Accardo. Suona in
duo con il pianista Michele Campanella. Nella musica da camera
collabora da anni con alcuni tra i più grandi concertisti del nostro
tempo. In tempi recenti, ha intensificato la sua attività di direttore
d’orchestra, alla testa di alcune delle principali orchestre italiane.
È accademico di Santa Cecilia. Docente di violoncello presso il
Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dal 2003 tiene la classe
di musica da camera ai corsi di perfezionamento dell’Accademia
di Santa Cecilia. Ha inoltre dato vita nel 1985 ai corsi dell’Accademia Stauffer di Cremona. Già membro della facoltà dell’Academy of the European Mozart Foundation diretta da Sandor
Végh, tiene numerosissimi corsi di perfezionamento tra cui quello
alla Scuola di Fiesole. Nel 1997 è stato insignito del Premio della
Fondazione del Centenario della Banca Svizzera Italiana per il
contributo allo sviluppo dei rapporti culturali tra Svizzera e Italia.
Alcuni tra i massimi compositori del Novecento, quali Luciano
Berio, Franco Donatori e Salvatore Sciarrino, gli hanno dedicato
loro opere. Il suo violoncello è il Gore Booth, ex Baron Rothschild
di Antonio Stradivari (1710).
DANIELA FIORENTINO diplomata in Clarinetto nel giugno
2010 al Conservatorio Nino Rota di Monopoli, consegue nel
2012 il Biennio Accademico di II Livello presso il Conservatorio
G.Verdi di Milano nella classe del M. Serrapiglio Alberto. Il 31
ottobre 2013 consegue il Diploma di Clarinetto Basso nel Master
di specializzazione seguito dal M. Alberto Serrapiglio e dal M.M.
Stefano Cardo, clarinetto basso del Teatro alla Scala e della Filar-
monica della Scala. Attualmente è iscritta al Master di II Livello
di clarinetto basso tenuto dagli stessi docenti. E’ membro dell’Ensemble da camera del XX secolo “G. Bernasconi” dell’Accademia
del Teatro alla scala in qualità di Clarinetto Basso. Frequenta il Tirocinio nei mesi di maggio e giugno 2013 presso il Teatro alla Scala sotto la guida del M. Daniel Baremboin. L’11 novembre 2013
collabora con la “Milano Ensemble ‘808” in un concerto al Teatro
Verdi di Milano eseguendo al clarinetto basso due degli“Inventio
di Bach” (trascrizione per due clarinetti) e “Fuga” per voce e sei
strumenti di Ruggero Laganà .E’ invitata dal M. Mauro Bonifacio
in vari concerti di Musica Contemporanea per Milano Musica:
nel festival dedicato a Nicolò Castiglioni eseguendo “Daleth” Sonatina per clarinetto e Pianoforte; nel concerto finale del Concorso di composizione organizzato dal conservatorio G. Verdi di Milano dove la vedono partecipe in brano del M. M. Azio Corghi per
clarinetto solo; in qualità di clarinetto basso partecipa al Festival
dedicato a Riccardo Malipiero; Ultimo in ordine cronologico lo
scorso 22 maggio in un concerto da solista eseguendo “grand Septuar” di Petrassi. Tali concerti registrati da RaiRadio3 Suite. Ha
preso parte all’esecuzione dell’Historie Du Soldat di J.Stravinkij
nell’ambito del corso di direzione d’Orchestra del Conservatorio
di Milano sotto la guida del M. Daniele Agiman. Negli stessi anni
vince il 1° premio ex-aequo G. Cantarone presso il conservatorio
G.Verdi di Milano e il 3° premio al concorso Nazionale delle Arti
presso il conservatorio di Matera.
BRUNO GIURANNA nato in una famiglia di musicisti, è stato
tra i fondatori de I Musici, membro del Quartetto di Roma, e del
Trio Italiano d’Archi. Ha iniziato la carriera solistica presentando
in prima esecuzione assoluta la Musica da Concerto per viola e
orchestra d’archi dedicatagli da Giorgio Federico Ghedini sotto la
direzione di Herbert von Karajan. Ha suonato con orchestre quali
Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro
alla Scala di Milano, e direttori come Claudio Abbado, Sir John
Barbirolli, Sergiu Celibidache, Carlo Maria Giulini e Riccardo
Muti. Titolare fino al 1998 della cattedra di viola presso la Hochschule der Künste di Berlino, ha insegnato nella Musik-Akademie di Detmold, nel Conservatorio S. Cecilia di Roma, nel Royal
College e nella Royal Academy di Londra ed in master classes in
tutto il mondo. Frequentemente invitato al Festival di Marlboro
negli Stati Uniti, insegna attualmente nei corsi della Fondazione Stauffer di Cremona, dell’Università di Limerick in Irlanda,
dell’Accademia Chigiana di Siena. Dal 1983 al 1992 è stato direttore artistico dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
e nel 1988 ha presieduto la giuria della First International Bruno
Giuranna Viola Competition in Brasile. La sua vasta discografia comprende registrazioni per Philips, Deutsche Grammophon,
EMI. Come violista ha ottenuto una Grammy Award Nomination
e come direttore ha vinto un Grand Prix du Disque dell’Académie
Charles Cros di Parigi. Attuale Principal Guest Conductor della
Irish Chamber Orchestra è anche presidente di ESTA-Italia (European String Teachers Association). Cavaliere di Gran Croce al
merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto nel 2003 una laurea
in lettere honoris causa dall’Univerità di Limerick.
LUCA GLIOZZI inizia lo studio del pianoforte nel 2005. Dal
2006 è allievo del Conservatorio Statale di Musica “O. Respighi”
di Latina, dove attualmente frequenta l’8° anno sotto la guida
del M° Daniela Caratori. Ha partecipato a varie masterclass con
grandi maestri: Roberto Prosseda, Aldo Ciccolini, Piero Rattalino
ed Emanuele Arciuli. Vincitore nei concorsi nazionali “Lia Tortora” (Latina, 2008) e “Città di Rocchetta” (Rocchetta al Volturno,
2010) e nello “European music competion Città di Moncalieri”
(Moncalieri, 2012). Si è esibito nell’ambito della rassegna dei
“Concerti di Primavera” del Conservatorio di Latina, in un concerto dedicato ad Arnold Schönberg alla presenza della figlia del
compositore, Nuria Schönberg Nono, e in due omaggi a Chopin
e Schumann nel bicentenario della nascita dei due compositori.
DIEGO MASSIMINI inizia precocemente lo studio del violino
nella scuola di Judith Hamza, diplomandosi giovanissimo con il
massimo dei voti e lode. Consegue il Diploma Accademico di II livello con 110 e lode. Fondamentale per la sua formazione artistica
è la frequenza ai Corsi di Perfezionamento Musicale di Sermoneta e al Forum Internacional de Alto Perfeccionamiento Musical di
Granada (Spagna). Nel 2010 è stato scelto per suonare al concerto dei migliori allievi dei Corsi di Perfezionamento di Sermoneta.
Nella sua attività concertistica come solista e in diverse formazioni
cameristiche, ha tenuto concerti in vari Paesi europei. Attualmente frequenta il Master Streichinstrumente di violino al Hochschule fur Musik und Theater di Lipsia, nella classe di Mariana Sirbu.
MONOPOLI MAURO PAOLO nato nel 2000 ha iniziato lo
studio del violoncello all’età di 5 anni. Nel 2010 vince il Primo
Premio nella sezione Violoncello al Concoso Internazionale Euterpe di Corato. Nel 2012 vince il Primo Premio Assoluto e la
borsa di Studio nella sezione Archi al Concorso Mirabello in Musica. Nel Febbraio del 2013 vince le selezioni del progetto “La
Puglia suona bene” indetto dalla Fondazione Petruzzelli di Bari,
classificandosi al primo posto nella sezione archi. Sempre nel 2013
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debutta come solista con l’Orchestra Niccolò Piccinni eseguendo
di Niccolò Paganini le Variazioni di bravura su una corda sola sul
tema del Mosè di Rossini. In Agosto si esibisce alla presenza del
Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray ricevendone gli entusiastici elogi. Nel 2014 vince il Primo premio e la borsa di studio
al Concorso senza limiti di età “Giovani Talenti della Musica” di
Bari. Nello stesso anno si classifica al secondo posto al Tournoi International de Musique (TIM Competition) di Parigi nella categoria Archi senza limiti di età. Dal 2013 studia con il Maestro Rocco
Filippini ai prestigiosi Corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia della Fondazione Stauffer di Cremona.
AOIFE NÍ BHRIAIN è nata in una famiglia di grandi tradizioni
musicali che la avvia piccolissima allo studio della musica. A due
anni inizia lo studio del violino, a nove suona già con la National
Symphony Orchestra of Ireland, a quindici ha vinto tutti i concorsi organizzati dalla Royal Irish Academy of Music (dove studia
con Maeve Broderick) e suona regolarmente con la Young European Strings. Nel 2006 Aoife studia al Conservatorio di Nantes, in
Francia, dove si diploma e riceve il Prix D’Or con voto unanime
della giuria e menzione d’onore. Aoife ha studiato con alcuni dei
più prestigiosi docenti d’Irlanda, America, Francia, Germania e
Romania, quali Ronald Masin, Miriam Fried, Yossi Zivoni, Zvi
Zeitlin, Mary O’Brien, Constantin Serban, Galina Turtschaninova, Mariana Sirbu, Graf Mourja and Leonard Matczynski. Nel
2008, sotto la direzione di John O’Connor ha tenuto un’importante tournée in Asia con l’Orchestra da camera della Royal Irish
Academy of Music, che si è conclusa con un memorabile concerto
alla Carnagie Hall. Nell’agosto 2009, grazie a una borsa di studio
della Apple Hill Chamber Music, va a studiare nel New Hampshire dove viene invitata a tenere concerti nell’estate dell’anno
dopo. La musica popolare svolge un ruolo importante nella formazione musicale di Aoife. Partecipa e vince numerose competizioni nazionali e internazionali e nel 2010 riceve una borsa di
studio per giovani musicisti dall’IMRO Bill Whelan. Studia alla
Hochschule fur Musik und Theater di Lipsia con Mariana Sirbu e
Helmut Schwarzrock. Recentemente ha inciso un CD con nuove
composizioni del compositore irlandese Dave Flynn (prodotto da
Judith Sherman, vincitrice dei Grammy Award 2012) e pubblicato
un CD di musica tradizionale “Tunes from the Goodman Manuscripts” con Mick O Brien and Emer Mayock.
ORCHESTRA SINFONICA DI ROMA a soli dieci anni dal
suo esordio, sempre gestita in assenza di finanziamenti pubblici,
l’Orchestra Sinfonica di Roma è già considerata dalla critica in-
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
ternazionale una delle più qualificate formazioni sinfoniche europee. L’Orchestra Sinfonica di Roma nasce nel 2002 a conclusione
di un Corso di Formazione Professionale affidato dal Parlamento
Europeo alla Fondazione Arts Academy di Roma; è un’Orchestra
sostenuta unicamente da fondi privati garantiti fin dal primo anno
dalla Fondazione Roma. Direttore Artistico e Direttore Musicale
dell’Orchestra Sinfonica di Roma è il Maestro Giammarco Casani. I Professori che compongono l’Orchestra sono stati selezionati
a seguito di ben 6 Concorsi Internazionali ai quali hanno partecipato migliaia di candidati. L’Orchestra esegue ogni anno oltre
100 concerti e la sua Stagione ufficiale di circa 70 concerti ha sede
nel prestigioso Auditorium di via della Conciliazione a Roma.
L’Orchestra Sinfonica di Roma è stata invitata ad esibirsi nelle
più prestigiose Sale da Concerto del mondo riscuotendo ovunque
straordinari successi. Tra queste citiamo: Berlino (Phylharmonie,
Grosse Salle; 2 anni consecutivi); Vienna (Musikverein Golden
Salle); New York (Carnagie Hall); Londra (Royal Philarmonic Cadogan Hall); Washington (Kennedy Center); Pechino (National Theatre); Philadelphia (Verizon Hall at Kimmer Center) ;
Shanghai (Oriental Art Center); Sanpietroburgo (Sala Glazunov);
Madrid (Teatro Nacional); Rio de Janeiro (Teatro Municipal); Salisburgo (Mozarteum); Bruxelles (Parlamento Europeo); Brasilia
(Auditorium Nacional); Boston (Schubert Theater); Atene (Megaron Musiki); Belgrado (Sava Centar) e in decine di altre città
del mondo. Senza precedenti è l’impegno discografico che ha
reso famosa l’Orchestra Sinfonica di Roma nel mondo: dal 2006
l’Orchestra sta lavorando ad un Progetto volto alla registrazione
di 54 CD’s interamente dedicato all’ incisione dei più importanti
titoli della produzione sinfonica italiana. Fino ad ora sono state
completate le incisioni integrali delle composizioni sinfoniche di
Martucci, Casella e Respighi; sono in uscita decine di altri CD’s
di autori quali Malipiero, Busoni, Petrassi, Ghedini, Mercadante,
Bazzini, Bolzoni, Foroni, Sgambati, Ferrara, Catalani, Franchetti,
Wolf Ferrari, Mancinelli, Castelnuovo Tedesco, Dallapiccola, Salieri, Puccini, Cherubini, Ponchielli, Pacini ed altri ancora. Questo progetto rappresenta il più vasto contributo discografico mai
realizzato per la divulgazione nel mondo del Sinfonismo italiano.
L’Orchestra Sinfonica di Roma ha suonato per i Presidenti della
Repubblica Italiana Ciampi e Napolitano, per S. M. la Regina di
Spagna, per S. M. la Regina d’Olanda, per l’ONU, per la FAO e
per le massime autorità politiche ed istituzionali di tutto il mondo
ma ha anche suonato nelle Favelas di Rio de Janeiro, sui luoghi
del terremoto in Cina e propone dal 2003 nella città di Roma il
più vasto programma di concerti sinfonici completamente gratuiti
portando la musica nelle scuole, nelle università, negli ospedali,
nei centri di recupero per tossicodipendenti e nelle prigioni. Si
contano circa 270 concerti offerti gratuitamente ai giovani, agli
studenti e ai meno fortunati consentendo così accesso alla cultura
musicale a decine di migliaia di cittadini. Fino ad oggi hanno collaborato con l’Orchestra alcuni dei cori e dei solisti più importanti
del mondo quali ad esempio: Coro della Scala di Milano, London
Symphony Chorus, Coro Filarmonico di Praga, Coro del Teatro Regio di Parma; Angela Gheorghiu, Daniela Dessì, Luciana
D’Intino, Fabio Armiliato, Vincenzo La Scola, Juan Pons, Ambrogio Maestri, Roman Brogli, Paul Badura-Skoda, Jean Yves Thibaudet, Krzystof Penderecki, Jayne Casselman, Bruno Canino,
Alessandro Carbonare, Natalia Gutman, Antonio Meneses, Mischa Maisky, Igor Oistrakh, Angel Romero, Oxana Yablonskaya,
Gerhard Oppitz, Shlomo Mintz, Nelson Freire, Rolf Romei, Aldo
Ciccolini, Julian Raklin, Boris Belkin e centinaia di altri.
GIAMMARCO CASANI
ha intrapreso lo studio della direzione d’orchestra sotto l’impulso di Yuri Ahronovitch e proseguendo con Ennio Nicotra. Nel corso degli anni ha diretto diverse
formazioni sinfoniche e cameristiche con particolare attenzione
alla formazione dei giovani musicisti con l’Orchestra Giovanile
dell’Artsacademy e concerti didattici e cameristici dell’Orchestra
Sinfonica di Roma. Ha collaborato come maestro assistente con
Yeruham Scharovsky e Othmar Maga.
Dal 2002 è Primo Clarinetto dell’Orchestra Sinfonica di Roma (vincitore del concorso
internazionale) con la quale si è esibito nelle sale da concerto più
importanti al mondo: Berlino, Bruxelles, Madrid, San Pietroburgo, Rio de Janeiro, Londra, Vienna, Graz, Salisburgo, nel 2008 in
una lunga tourneè in Cina e nel 2010 negli Stati Uniti.
Durante
la sua carriera di strumentista ha suonato sotto la direzione di direttori del calibro di Yuri Ahronovitch, Claudio Abbado, Othmar
Maga, Ennio Morricone, Yang Yang, Diego Mattheuz, Anton
Nanut, Yeruham Scharovsky, Yu Feng, Milan Turkovic, Hansjorg
Schellemberger, Gabriel Chmura, Julian Kovatchev, Oliver Knussen, Antonio Pappano e molti altri.
Ha collaborato come Primo
Clarinetto con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, Roma Sinfonietta, l’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma,
Orchestra Mozart e con l’Orchestra Nazionale dell’Accademia
di Santa Cecilia.
Dal 2011 fa parte dell’Orchestra del Festival di
Lucerna diretta da Claudio Abbado.
Ha registrato il concertino
per clarinetto e orchestra da camera di F.Busoni e il Concerto di
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
S. Mercadante per Naxos con l’Orchestra Sinfonica di Roma.
Fa
parte del Quintetto di Fiati Monesis e suona in duo con la pianista
Désirée Scuccuglia.
Svolge anche un’intensa attività concertistica
come solista; tra le sue numerose esecuzioni si segnala il Concerto per clarinetto e la Sinfonia concertante per fiati di Mozart il
Duetto Concertino di Strauss per la Stagione Sinfonica 2006/07
dell’Orchestra Sinfonica di Roma; nel gennaio 2005 é stato invitato per il 20° anniversario del Fadjr International Music Festival
di Teheran dove ha eseguito il Concerto di Mercadante e Introduzione Tema e Variazioni di Rossini. Parallelamente a queste attività, svolge anche attività didattica tenendo master class in Italia
e all’estero.
È Professore Assistente di clarinetto all’università di
Katowice (Polonia).
È stato componente della giuria del concorso
“Beijing International Music Competition” dedicato al clarinetto
nel 2009 e 2013 e del concorso internazionale “AudiMozart” di
Rovereto.
Giammarco Casani è consigliere artistico e strumentista ufficiale Selmer Paris e Vandoren.
Nato a Viterbo nel 1973,
Giammarco Casani ha studiato clarinetto al Conservatorio Santa
Cecilia di Roma, diplomandosi nel 1994. Ha studiato Musica da
Camera con Alain Meunier all’ Accademia Chigiana di Siena e
si è perfezionato con A. Carbonare e A. Marriner.
Prosegue la
sua attività di perfezionamento con Donald Monatanaro (Primo
Clarinetto della Philadelphia Orchestra).
ROBERTO PARUZZO studia Pianoforte e Composizione al
Conservatorio “G.Verdi” di Milano. Nel 1991 si diploma con il
massimo dei voti, lode e “menzione speciale” sotto la guida di
Paolo Bordoni. Successivamente si perfeziona 10 anni con Franco
Gei (allievo di Arturo Benedetti Michelangeli), Pier Narciso Masi,
Karl-Heinz Kämmerling e Kendall Taylor (Principal del Royal
College di Londra). Dal 1984 al 1996 vince 17 premi in concorsi
pianistici nazionali ed internazionali. Inizia presto la sua attività
solistica presentandosi nei principali teatri italiani ed esteri tra i
quali: Teatro La Fenice e Goldoni di Venezia, Theater Volkhaus
di Zurigo, National di Berna, Montforthaus di Feldkirch (Schubertiadi), Theater Basel, Teatro di Locarno, Stadtstheater di
Schaffausen, Stadtshalle di Balingen, Hebbel-Theatre di Berlino,
Teatro di Istanbul e nelle principali sale da concerto di Amburgo,
Londra, Parigi, Hong-Kong, Singapore, Edinburgo, Cracovia e
Bratislava. Dal 1995 viene regolarmente invitato dalle più prestigiose istituzioni concertistiche italiane, quali La Società dei Concerti e Serate Musicali di Milano, Società dei Concerti di Cremona, Accademia I Filarmonici di Verona, Regio di Parma, Maggio
Musicale Fiorentino, Accademia Filarmonica Romana, Associa78
zione “A.Scarlatti” di Napoli, Festival Internazionale delle Nazioni di Città di Castello, “Lyceum” di Catania, Gioventù Musicale
d’Italia (vincitore del concorso per giovani artisti) e nelle principali sedi degli Amici della Musica. Nel 2001 effettua una tournée
con l’Orchestra “Haydn” di Bolzano e Trento eseguendo il Terzo
Concerto di Beethoven sotto la direzione di Johannes Wildner. Nel
2002, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica delle Fiandre diretta da David Angus, esegue il Concerto Kv 467 di Mozart al Concertgebow di Brugge, Teatro DeSingel di Anversa, Teatro Royal
di Bruxelles etc, concludendo la tournée a Milano nella Sala Verdi
del Conservatorio. A seguito di questi concerti Roberto Paruzzo è
stato invitato ben quattro volte dalla Società dei Concerti di Milano nei due anni successivi. Tra i suoi ultimi impegni spiccano i
concerti al Teatro dell’Opera de Nice (Terzo Concerto di Beethoven diretto da Yuri Simonov), la tournée con l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto con il Primo Concerto di Liszt diretto
da Zsolt Hamar (Auditorium “C. Pollini” di Padova, Teatro “Da
Ponte” di Vittorio Veneto etc.), le esecuzioni della Rhapsody in
Blue con l’Orchestra Sinfonica del Teatro Donizetti di Bergamo
diretta da Fabrizio Maria Carminati, i concerti con l’Orchestra
Sinfonica di Udine condotta da Tiziano Severini e con I Virtuosi
Italiani diretti da Corrado Rovaris e Federico Mondelci e le partecipazione ai festivals internazionali di Usedom e Donauescingen
in Germania. Ha registrato per la Rai, Rtsi, La7 ed incide per le
case discografiche Concerto ed Ambitus. Molto attivo anche nel
repertorio da camera, vanta numerose collaborazioni con alcuni
tra i più importanti artisti del panorama concertistico internazionale (Francesco de Angelis, Salvatore Accardo, Bruno Giuranna,
Rocco Filippini, Franco Petracchi etc.), conosciuti attraverso la
decennale collaborazione in qualità di assistente con l’Accademia
“W. Stauffer” di Cremona, il Campus Internazionale di Sermoneta e l’Accademia Chigiana di Siena. Di recente pubblicazione
ricordiamo i due CD per la rivista musicale AMADEUS con gli
“Strumentisti del Teatro alla Scala” e le registrazioni alla NDR di
Amburgo edite dall’etichetta discografica Ambitus.
FRANCO PETRACCHI compie i suoi studi a Roma presso il
Collegio di Musica di Santa Cecilia dove si è diplomato con il
massimo dei voti. Inizia immediatamente l’attività concertistica
e nel contempo studia composizione con Di Donato e Margola e
direzione d’orchestra con Franco Ferrara. Il primo concerto importante è a Venezia al Festival di Musica Contemporanea, dove
presenta in prima esecuzione il concerto di Firmino Sifonia per
contrabbasso e orchestra. La critica è unanime nel definirlo “astro
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
nascente del concertismo di questo strumento”. Molti compositori gli hanno dedicato importanti composizioni (Rota, Mortari,
Donatoni, Berio, Trovajoli). Nel 1960 vince il concorso di Primo
contrabbasso alla Rai di Torino e nel ‘62 si trasferisce a Roma
dove diventerà il Primo contrabbasso titolare della RAI fino al
1980, anno in cui intraprende definitivamente l’attività di solista e
direttore d’orchestra. In orchestra ha suonato con i più importanti
direttori, da Bernstein a Karajan, Celibidache, Kubelik, Jochum,
Sawallisch, Giulini, Muti, Abbado, Metha, Maazel, Barbirolli,
Munch ed altri. Un’esperienza preziosa che Franco Petracchi ha
trasmesso a numerosi allievi nel mondo. Nel 1971 vince la cattedra di contrabbasso per i Conservatori ed insegna a Bari, Frosinone, L’Aquila e Roma. Nel 1986 ottiene la classe di perfezionamento e virtuosité al Conservatorio di Ginevra e insieme ai colleghi
Accardo, Giuranna e Filippini fonda la Scuola per Strumenti ad
Arco “Accademia Walter Stauffer” di Cremona e viene invitato ad
insegnare anche presso la Scuola di Musica di Fiesole. È direttore
e docente, da trenta anni, dei prestigiosi Corsi Internazionali di
Sermoneta. Nel 2003 è stato insignito dal Presidente Ciampi del
titolo di “Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica”.
È Accademico di Santa Cecilia.
ENRICO PIERANUNZI nato a Roma nel 1949, è da molti anni
tra i protagonisti più noti ed apprezzati della scena jazzistica internazionale. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più
di 70 Cd a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al
quintetto e collaborando, in concerto o in studio d’incisione, con
Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron. Si è esibito nei più importanti festival internazionali, da Montreal e Copenaghen a Tokyo, da Berlino
e Madrid a Rio de Janeiro e Pechino e ha suonato numerose volte
negli Stati Uniti (Alabama, Tennessee, San Francisco, Spoleto Usa,
New York). Nel referendum “Top Jazz”, annualmente indetto dalla
rivista “Musica Jazz”, è stato votato tre volte - 1989, 2003, 2008 miglior musicista italiano. Premiato nel 1997 in Francia col “Django d’Or” come miglior musicista europeo, ha ottenuto analogo
riconoscimento nel 2005 da parte del Guinness Festival di Cork,
Irlanda. Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri
standard (“Night Bird”, “Fellini’s Waltz”, “Don’t forget the poet”
ecc.) suonati in tutto il mondo. Alcune di esse sono state pubblicate
nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi. È l’unico musicista
italiano ed uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato
nello storico “Villane Vanguard” di New York. È stato scritto di lui:
“Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo”.
(Ray Spencer, Jazz Journal) “Il più lirico e fantasioso tra i pianisti
di oggi” (All about jazz - 2010) “Ricordate il suo nome, perdetevi
nella sua musica” (Josef Woodard, Jazz Times) “Tra i migliori pianisti del mondo” (The Wall Street Journal - 2012).
REBECCA RAIMONDI inizia lo studio del violino all’età di tre
anni e mezzo sotto la guida del maestro Michele Tisei. Attualmente frequenta il conservatorio “Respighi” di Latina e il corso di
perfezionamento del M° Salvatore Accardo presso l’Accademia
Stauffer di Cremona. Nell’Agosto 2013 ha frequentato il corso del
M° Salvatore Accardo presso l’Accademia Chigiana di Siena e ha
ricevuto il premio Banca Monte dei Paschi di Siena. Ha collaborato con diverse orchestre, tra cui la Juniorchestra dell’Accademia
di Santa Cecilia e l’Orchestra Internazionale di Roma. Si è esibita
in qualità di solista in varie manifestazioni, tra cui un concerto
presso la Residenza a Roma dell’Ambasciatore del Regno Unito
e alcuni concerti per il sostegno dei terremotati de L’Aquila. Nel
gennaio 2013 ha sostenuto il primo concerto personale presso la
Sala Consiliare del Comune di Canove (VI). Nell’Ottobre 2013
ha ricevuto il premio “Excellentissimus” in qualità di violinista,
consegnato dall’associazione “Le Cattedrali Letterarie”. Nel 2013
si è classificata prima al XVIII concorso strumentistico “Città di
Giussano”, prima al XIV concorso nazionale di esecuzione musicale “Riviera etrusca” e prima assoluta al VI concorso musicale
nazionale “Marco dall’Aquila”.
ANTONELLO SALIS inizia a suonare la fisarmonica a sette
anni, in seguito si avvicina al pianoforte studiando da autodidatta. Negli anni ’70 milita in diversi gruppi rock suonando l’organo
Hammond. Nel 1973 forma il trio “Cadmo”, che diventa in seguito il quintetto “G.R.A.” con l’aggiunta del sassofonista Sandro
Satta e del trombonista Danilo Terenzi. Nello stesso periodo suona nel quintetto di Massimo Urbani e nella Grande Orchestra di
Tommaso Vittorini. Il suo percorso musicale ormai trentennale è
costellato da collaborazioni eccellenti per citarne alcune: Enrico
Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Roberto Gatto, Paolino Dalla
Porta, Javier Girotto, Michel Portal, Lester Bowie e l’Art Ensemble Of Chicago, Pat Metheny ecc. Una delle collaborazioni più
longeve di Salis è quella con il chitarrista francese Gérard Pansanel con cui ha inciso 6 CDs tra cui uno dedicato a Fellini e alla
musica di Nino Rota con l’Orchestra Improvista. La collaborazione con i fisarmonicisti francesi Richard Galliano e Marcel Azzola
insieme a Gianni Coscia produce il “Quartetto Nuovo”, apoteosi
dello strumento madre di Salis: la fisarmonica. Musicista eclettico
Salis, nel corso della sua carriera, si è confrontato in progetti di te79
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
atro (Remondi e Caporossi, Festival di Sant’Arcangelo), rassegne e
festival di cinema (Biennale di Venezia, Taormina Festival), danza
(con Roberta Escamilla Garrison, Teri Weikel). Con Gérard Pansanel ha firmato le musiche del film di Eric Romher “Racconto
d’autunno”. Ha inoltre collaborato con Pino Daniele, Ornella
Vanoni, Vinicio Capossela ed altri artisti al di fuori dell’ambito
strettamente jazzistico. Ha partecipato a numerosi Festival di Jazz
nazionali ed internazionali e nel corso della sua lunga carriera ha
ottenuto vari riconoscimenti a livello europeo ed internazionale,
per ultimo il premio “Roma Jazz 2002”.
MARIANA SIRBU nata a Iasi, in Romania, ha compiuto i suoi
studi all’Accademia di Musica di Bucarest nella classe di violino
di Stefan Gheorghiu. Ha iniziato giovanissima la carriera concertistica ottenendo numerosi premi internazionali ed ha suonato
come solista nelle più importanti sale da concerto di tutto il mondo. Nel 1968 è stata tra i fondatori del Quartetto Academica. Nel
1985 entra a far parte del Trio di Milano con il pianista Bruno
Canino ed il violoncellista Rocco Filippini, con il quale ha partecipato a numerose tournées in Europa, USA, Canada e Australia.
Nel 1992 Mariana Sirbu è divenuta il leader del gruppo I Musici.
Dal 1994 è anche membro fondatore e primo violino del Quartetto Stradivari. Ha inciso per la Philips, Dynamic, Schwann - Harmonia Mundi, UNICEF e Decca. Ha insegnato all’Accademia di
Musica di Bucarest, alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale
di Saluzzo, all’Accademia Europea di Musica di Erba-Como e ai
Corsi di Perfezionamento di Sermoneta. Attualmente è docente
alla Scuola di Musica di Fiesole e all’University of Limerick in
Irlanda. Mariana Sirbu suona un violino A. Stradivari del 1702,
soprannominato “Conte de Fontana”.
TRIO MAGRITTE - EMANUELA PIEMONTI è stata per
venticinque anni la pianista del Trio Matisse con il quale, dopo
aver vinto il Premio Vittorio Gui, ha sostenuto circa cinquecento
concerti nelle più importanti stagioni e sale italiane, effettuando
tournées in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Israele, Australia, Cina. Ha registrato per la Rai l’integrale dei Trii di Beethoven, inciso per la rivista Amadeus e le etichette Aura, Limenmusic
e Stradivarius. In prima assoluta ha eseguito composizioni dedicate al Trio da Mauricio Kagel, Luis de Pablo, Luca Francesconi ed
Alessandro Solbiati. Ha collaborato inoltre con interpreti di fama
internazionale quali Hermann Baumann, Franco Maggio Ormezowski, John Mackeney, Enrico Dindo, Mario Hossen, Michèle
Scharapan. È titolare della cattedra di musica da camera presso il
Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Nel 2013 ha vinto il premio
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“Choc de Classica” della rivista francese Classica Magazine per
l’incisione dei due Tripli concerti di Ghedini e Casella per l’etichetta Naxos.
TRIO MAGRITTE - YULIA BERINSKAYA ottiene la laurea
in violino con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Tchaikovsky di Mosca sotto la guida di V. Tretiakov. Ospite
come solista delle orchestre “Amadeus” di Mosca, Statale di Voroshilovgrad, Filarmonica di Sverdlosk, Accademia Europea di
Milano, ha tenuto concerti in duo ed altre formazioni in Svizzera,
Germania, Francia, ex Jugoslavia, Italia, U.S.A., Russia, Israele.
Trasferitasi in Italia, ha svolto il ruolo di violino di spalla presso i
Teatri San Carlo di Napoli e La Fenice di Venezia e nelle orchestre
Verdi di Milano e Haydn di Bolzano. Membro di giuria di Concorsi internazionali di violino quali “Michelangelo Abbado” di
Milano e “A. Curci” di Napoli, ha inciso per le etichette discografiche Koch Records (Germania), Gramsapis e Melodia (Russia).
TRIO MAGRITTE - RELJA LUKIC diplomatosi presso il
Conservatorio S. Mokranjac di Belgrado, si trasferisce in Italia
grazie ad una borsa di studio ottenuta per meriti artistici dal Governo della Repubblica di Serbia per proseguire i propri studi
presso il Conservatorio G.Verdi di Milano con R. Filippini. Vincitore del Concorso Internazionale di Violoncello di Murcia, è stato
premiato ai concorsi internazionali di Violoncello “M. Canals”
di Barcelona, “M. D. Jost” di Lausanne, “G. B. Viotti” di Vercelli
e “R. Caruana” di Milano. Membro del Divertimento Ensemble
con il quale effettua numerose tournées in Francia, Spagna, USA,
Gracia, Messico e Giappone, si è esibito come solista con le Orchestre della RTV di Belgrado, RAI, Angelicum, Piccola Sinfonica e Guido Cantelli di Milano. Attualmente è primo violoncello
dell’Orchestra Teatro Regio di Torino.
ALEXANDER ULLMAN è nato in Inghilterra nel 1991 e ha
studiato alla Purcell School of Music sotto la guida di William
Fong, il direttore del Keyboard Trust. Nel maggio del 2013 si è
laureato presso il Curtis Institute of Music di Philadelphia, dove
ha studiato con Leon Fleisher, Ignat Solzhenitsyn e Robert McDonald, vincendo la borsa di studio intitolata a Gerry e Marguerite
Lenfest. Ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali di
pianoforte, quali ad esempio il primo premio al Concorso Internazionale ‘In Memoriam Ferenc Liszt’, il Concorso Internazionale ‘Lagny-sur-Marne’, il Concorso Internazionale per Giovani
Concertisti ‘Tunbridge Wells’, il Concorso Internazionale ‘Evangelia Tjiarri’, l’‘International Marlow Concerto Competition’,
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
il ‘Christopher Duke Piano Recital Competition’ e il Concorso
Internazionale ‘One Thousand Islands’. Recentemente ha vinto
il secondo premio all’ ‘Isidor Bajic Memorial International Piano
Competition’. Ha realizzato tournée in Europa e in Asia, tenendo
concerti in Italia, Francia, Spagna, Germania, Ungheria, Olanda,
nelle Repubbliche Baltiche, in Danimarca, India e Cina. Si è esibito nelle principali sale da concerto in Inghilterra e in America
e ha debuttato da poco con la Philadelphia Orchestra presso il
Mann Center di Philadelphia. Negli ultimi mesi ha tenuto recital
a Shanghai, Prchino, Parigi e in California, oltre che ad Oxford
e a Budapest. I suoi concerti sono stati trasmessi dal terzo canale
radio della BBC, da MDR Classic e da Radio France.
MIRELA VEDEVA dopo il diploma di virtuosité al Conservatorio di Ginevra e al Concorso Internazionale di Contrabbasso
“Giovanni Bottesini”, viene chiamata da Michel Plasson come solista dell’Orchestre du Capitole de Toulose, dove resta per due anni.
Avverte presto il bisogno di trasmettere le sue conoscenze strumentali e si dedica all’insegnamento, creando dapprima delle classi per
allievi giovanissimi al Conservatorio di Ginevra e all’Accademia
d’archi. Su incarico della direzione dell’Orchestra della Scuola di
Musica del Conservatorio di Ginevra, realizza numerosi progetti
didattici. Oggi, all’interno dell’Alta Scuola di Musica del Conservatorio di Ginevra, prosegue la tradizione di eccellenza della scuola avviata dal suo mentore Franco Petracchi, insegnando a studenti
provenienti da tutto il mondo. E’ docente anche al Conservatorio
di Saragoza. Tiene master classes in Italia, Spagna, Francia, Bulgaria. I suoi talenti di pedagoga sono unanimemente riconosciuti. La
sua attività di solista e musicista da camera le hanno consentito di
raccogliere numerosi successi sia in Svizzera che all’estero.
pa” di Lecce, l’Orchestra Italiana del Cinema, la “Commander
U.S. Naval Forces Europe Band”, il Dipartimento di Musicologia e
l’Orchestra MuSa dell’Università La Sapienza di Roma, l’Accademia di Musica Antica di Fossacesia, l’Orchestra Stabile del Molise.
È pianista nell’A.R.T. Musica di Roma, di Romualdo Savastano,
dove collabora con cantanti di fama internazionale, come Antonio
Poli, Fabio Maria Capitanucci e Alessandro Luciano. Come direttore ha debuttato a Taranto nel 2009, nella stagione degli “Amici
della musica Arcangelo Speranza”. Ha diretto “Pierino e il lupo”
di Prokofiev, al teatro Traiano di Civitavecchia, “Le nozze di Bacco e Arianna” al Festival Paisiello di Taranto, l’opera “Gitana” al
teatro comunale “Cilea” di Reggio Calabria, “La serva padrona di
Pergolesi” in varie produzioni, il concerto inaugurale dell’orchestra “Allegro Assai”, “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, a Poggio
Mirteto, un Galà Lirico con l’Orchestra Internazionale di Roma
a Bevagna. Nel 2012 è stato maestro corepetitor in una produzione del “Così fan tutte” di Mozart per il Festival Federico Cesi di
Todi, Orchestra Giovanile di Roma direttore di Lior Shambadal,
e nel 2013 è maestro sostituto e maestro al cembalo per “L’Italiana in Algeri” di Rossini, con l’Orchestra Internazionale di Roma
diretta da Antonio Pantaneschi a Bevagna e Narni. Porta avanti un’intensa attività di musica da camera, in diverse formazioni.
Con il violista Matteo Rocchi nel 2013 ha vinto premi ai concorsi
Rospigliosi, Città di Magliano Sabina, Concorso Riviera Etrusca
e Premio Crescendo. È pianista dell’ensemble di musica contemporanea Imago Sonora, che ha debuttato il 25 giugno in un concerto all’Accademia Filarmonica Romana e clavicembalista de Il
Quadro Animato, ensemble specializzato nella musica del tardo
barocco, eseguita su strumenti originali.
ALESSANDRO VIALE nato a Roma nel 1986, studia musica
dall’età di sette anni. Sotto la guida dei maestri Walter Fischetti
e Claudio Perugini, Francesco Vizioli ed Enza Caiazzo, si è diplomato in Pianoforte, Composizione, Direzione d’orchestra e ha
conseguito il Biennio in Clavicembalo. Si è laureato “cum laude”
in Fisica con una Tesi in Acustica Musicale, relatore il prof. Andrea
Frova, presso l’Università La Sapienza di Roma. Studia Musica da
camera, in duo col violista Matteo Rocchi, alla Scuola musicale di
Fiesole, con docenti il Trio di Parma, N. Gutman, P. Vernikov, A.
Lucchesini e B. Canino, risultando vincitore di borsa di studio. Ha
frequentato masterclasses di clavicembalo con Rinaldo Alessandrini, Enrico Baiano e Pierre Hantaï, direzione d’orchestra con Lior
Shambadal, pianoforte con Pierluigi Camicia. Ha collaborato con
l’Orchestra Giovanile di Roma, l’Orchestra Sinfonica “Tito Schi-
ELISSÒ VIRSALADZE è cresciuta a Tiblisi. Dopo aver frequentato il Conservatorio, ha lasciato la citta natale e si e trasferita
a Mosca. A vent’anni si è aggiudicata il terzo premio nel famoso
Concorso Čajkovskij. A Mosca ha proseguito gli studi con Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Questi insegnanti di grande talento
l’hanno immersa nella rinomata tradizione russa della pedagogia del pianoforte. Non sorprende pertanto che sia considerata
un’insegnante di eccezionale bravura e che i suoi studenti abbiano
ottenuto straordinari riconoscimenti, alcuni dei quali allievi anche
ai Corsi che dal 2003 tiene a Sermoneta per il Campus Internazionale di Musica. Elissò Virsaladze insegna al Conservatorio di
Mosca e alla Munich Musikhochschulee ed ha partecipato come
membro della giuria nei più importanti concorsi internazionali. A
ventiquattro anni ha vinto il primo premio al Concorso Schumann
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
di Zwickau. La pianista è altresì nota per il vasto repertorio che
si estende fino a comprendere i compositori russi moderni. Elissò Virsaladze si esibisce regolarmente come solista e in duo con
Natalia Gutman nelle principali citta europee. Con il repertorio
di musica da camera e con orchestre quali la Petersburg Philharmonic e la Royal Philharmonia London ha effettuato tournée
nel Nord America, in Giappone e in Europa. Elissò Virsaladze
appare inoltre regolarmente con prestigiose orchestre in Francia,
Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e in altri paesi, collaborando con direttori d’orchestra quali Rudolf Barschai, Kyril
Kondraschin, Riccardo Muti, Kurt Sanderling, Wolfgang Sawallisch, Evgeny Svetlanov, Juri Temirkanov o Antoni Wit. Incide per
l’etichetta Live Classics.
LUCIA ZAZZARO si è laureata in violino con il massimo dei
voti al Conservatorio di Udine sotto la guida del maestro L. Bolzon. Ha poi conseguito con lode il diploma in viola allieva del maestro G. Di Vacri, prima viola dei Solisti Veneti, al conservatorio
di Castelfranco Veneto. Dal 2012 è allieva del M° B. Giuranna
all’accademia di perfezionamento “W. Stauffer”di Cremona. Nel
corso della sua formazione ha partecipato a masterclass con A.
Grabiec, G. Guglielmo e B. Giuranna e ha frequentato corsi di
perfezionamento con i maestri L. Bolzon, A. Battiston, M. Lot e
S. Zanchetta. Ha collaborato e collabora attivamente con la SFK
Symphony Orchestra (Klagenfurt), la Innviertler Symphonie Orchester (Austria), l’Orchestra Regionale Mitteleuropa, l’orchestra
di Padova e del Veneto, i Solisti in Villa, l’Orchestra San Marco
di Pordenone, la Friuli Sinfonietta, l’Orchestra Naonis di Portogruaro e altre formazioni cameristiche presenti sul territorio. Nel
2013 e nel 2014 ha suonato nell’importante rassegna dei concerti
“Omaggio a Cremona” in ensamble con il M° R. Filippini e ha
partecipato ai concerti organizzati dalla prestigiosa Accademia
Chigiana a Siena suonando in ensamble con il M° S. Accardo. Ha
inoltre collaborato con il Quartetto Guadagnini suonando nella
prestigiosa sala dei concerti della Società Umanitaria di Milano.
Nel 2013 ha fatto parte dell’ensamble della World Youth Chamber Orchestra diretta dal M° D. Giuranna in collaborazione con
musicisti americani con concerti a Washington e Philadelphia.
Nel 2011 ha vinto l’audizione per suonare nella Maribor International Orchestra (MIO) in Slovenia sotto la direzione di Klaus Arp
e Ziva Ploj con concerti a Maribor, Lubiana, Belgrado e Vienna.
Nel 2007 ha partecipato al Texas Music Festival in America suonando sotto la direzione dei maestri F.A. Krager, C. Campestrini,
S. Sanderling, R. Savic e J. Smirnoff.
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FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
CORSI 2014 di PERFEZIONAMENTO e di
INTERPRETAZIONE MUSICALE
COMPOSIZIONE
30 giugno - 14 luglio ALESSANDRO SOLBIATI
FLAUTO
1-7 luglio MICHEL BELLAVANCE
CONTRABBASSO
4-17 luglio FRANCO PETRACCHI
TECNICA del CONTRABBASSO
4-17 luglio MIRELA VEDEVA
PIANOFORTE
7-14 luglio ELISSÒ VIRSALADZE
VIOLINO e MUSICA DA CAMERA
9-19 luglio MARIANA SIRBU
VIOLONCELLO e MUSICA DA CAMERA
14-22 luglio ROCCO FILIPPINI
VIOLA e MUSICA DA CAMERA
14-23 luglio BRUNO GIURANNA
SEMINARI e LABORATORI
18-21 luglio ENRICO PIERANUNZI
Intorno all’improvvisazione
18-20 luglio VALENTINA LO SURDO
L’arte del successo
19-25 luglio FABRIZIO VON ARX
La tecnica dell’arco nell’interpretazione violinistica
29-31 luglio MAURO BUCCITTI
L’accordatura ad orecchio con vari temperamenti
nelle foto:
momenti di studio
locandina dei corsi 2014
Assistenti
CLARA DUTTO, ROBERTO PARUZZO, ROMINA VAVASSORI,
ANDREI BANCIU.
83
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
ORGANI STATUTARI
DEL CAMPUS
Presidente Onorario
Riccardo Cerocchi
Presidente
Luigi Ferdinando Giannini
Vice Presidente
Clotilde Lucchetti
Comitato esecutivo
Luigi Ferdinando Giannini
Renzo Calzati
Elisa Cerocchi
Clotilde Lucchetti
Marco Pandozi
Consiglio Generale
Regione Lazio
Comune di Latina
Comune di Sermoneta
Fondazione Roffredo Caetani
Federlazio Latina
Francesco Acuto
Vanda Bellini
Bruno Borsari
Maria Teresa Bruno
Renzo Calzati
Antonietta Centra
Elisa Cerocchi
Paola Cerocchi
Riccardo Cerocchi
Eliana D’Alessandro
Carolina De Cuia
Luigi Ferdinando Giannini
Alessandro Iucci
Clotilde Lucchetti
Marco Pandozi
Tommaso Parascandolo
Gabriele Pezone
Gianfranco Pitton
Vera Russo
Fausto Tasciotti
Francesco Tescione
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Collegio dei Partecipanti
Franco Accorinti
Ugo Berardi
Claudio Buccarella
Maria Teresa Censi
Comune di Fondi
Comune di Priverno
Galileo Costanzo
Agostino Covelli
Eligio De Biaggio
Carlo Dell’Agli
Maria Del Sapio Garbero
Giuseppe Falconi
Gabriella Franzellitti Lucchetti
Giovanni Lungarella
Giancarlo Macali
Maria Olga Manzo
Lauro Marchetti
Giorgio Maulucci
Teresa Palombelli
Mirella Parisella
Cherubina Ramacci
Umberto Redi
Leonardo Rizzo
Gaetano Salvagni
Silvia Sitzia
Collegio dei Revisori dei
Conti
Ugo Berardi (Presidente)
Giuseppe Di Trento
Maria Olga Manzo
Segretario generale
Tiziana Cherubini
CONSULENTI ARTISTICI
DEL CAMPUS
Gabriele Bonomo
Franco Petracchi
Roberto Prosseda
Alessandro Solbiati
Fabrizio von Arx
PRESIDENTE ONORARIO
DEL FESTIVAL PONTINO
Luis de Pablo
FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2014
CONTRIBUTI E
PATROCINI
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali - Direzione Generale per
lo Spettacolo dal vivo
Regione Lazio - Assessorato Cultura
e Politiche giovanili
Provincia di Latina
Comuni di Latina, Sermoneta,
Priverno, Cori, Fondi, Terracina
Fondazione Roffredo Caetani
Fondazione Camillo Caetani
COLLABORAZIONI
Istituto di Studi Musicali
Goffredo Petrassi
Conservatorio Statale di Musica
Ottorino Respighi di Latina
Conservatorio Statale di Musica
Giuseppe Verdi di Milano
Keyboard Charitable Trust
di Londra
Abbazia e Borgo di Fossanova
Abbazia di Valvisciolo
Organizzazione e realizzazione
Fondazione Campus Internazionale di Musica
Via Varsavia, 31 - 04100 Latina
Tel. 0773 605551 (dal 30 giugno anche 0773 30250)
[email protected] www.campusmusica.it
Costo biglietti concerti a Sermoneta e Fossanova
(escluso il 2 - 3 - 4 - 14 - 28 luglio)
Intero € 15,00
Ridotto € 10,00 (under 18, over 65, studenti del Conservatorio e Università di Latina, insegnanti)
Ridotto € 8,00 (titolari della CampusCard)
Ingresso coppia € 25,00 (composto da un biglietto intero + un ridotto)
Costo biglietti dei concerti a Sermoneta, Fossanova
(del 2 - 3 - 4 - 14 - 28 luglio) Cori e Fondi
Biglietto unico € 5,00
Ingresso gratuito (titolari CampusCard)
Le riduzioni sulle tariffe non sono cumulabili
Costo CampusCard € 20,00
segui fondazione
campus internazionale di musica
mediapartners
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
immagine di copertina, progetto grafico e impaginazione: studio grafico_Pietro Contento. www.pietrocontento.it
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FESTIVAL
PONTINO
DI MUSICA 2014