Bollettino 02 2016

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Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Varese
2 l 2016
> Ecco il Medico del futuro,
> Simposio di salute pubblica
>
la FNOMCEO disegna l’identikit
“Accesso alle cure tra
in 10 punti
medicina, etica e responsabilità”
>
> Corso emergenza urgenza
per medici under 40
Camici bianchi, vita professionale
a confronto
Ruolo dei Medici a favore delle
donne vittime di violenza
2 l 2016
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI
E ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI VARESE
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente:Roberto STELLA
Vice Presidente:Giovanna BERETTA
Segretario:Aurelio SESSA
Tesoriere:Daniele PONTI
Consiglieri:Ottavio AMATRUDA
Bollettino OMCeO Varese
DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE
VIA MILANO, 27
Angelo Michele BIANCHI
21100 VARESE
Marco CAMBIELLI
TEL. 0332 232401 - 232402
Giulio CARCANO
FAX 0332 235659
Saverio CHIARAVALLE
www.omceovarese.it
Giulio CORGATELLI
Maurizio DAMIANI
Carlo GRIZZETTI
Cristina MASCHERONI
Donata POTITO
Dario SINAPI
Consigliere Odontoiatra:Marcomaria CAPPELLO
Consigliere Odontoiatra:Filippo SANTANGELO
COMMISSIONE ODONTOIATRI
Presidente:Jean Louis CAIROLI
Direttore Responsabile: Roberto STELLA
Capo Redattore: Marco CAMBIELLI
Comitato di Redazione: Giovanna BERETTA
Jean Louis CAIROLI
Daniele PONTI
Aurelio SESSA
Segreteria di Redazione: Antonella MASCHERONI
Componenti:Marcomaria CAPPELLO
Roberto CASTELLANO
Michele PICCOLO
Filippo SANTANGELO
Autorizzazione Tribunale di Varese
nr 274 del 10 Marzo 1988
REVISORI DEI CONTI
Presidente:Marco MONTALBETTI
Componenti:Teodora Maria GANDINI
Adelina SALZILLO
Revisore Supplente:Alberto Mario MARCONI
VIALE MILANO, 27
21100 VARESE
TEL. 0332 232401 - 232402
FAX 0332 235659
E-MAIL: [email protected]
PEC: [email protected]
Gli articoli sono pubblicati sotto l’esclusiva
responsabilità deli autori, le idee sono personali e
non impegnano la Direzione del Bollettino
Sommario
EDITORIALE
La complessità dei sistemi e le sfide
poste dalla “medicina del futuro”
4
DIARIO DELL’ORDINE
6
COMMISSIONE ODONTOIATRI
13
LA PROFESSIONE IERI, OGGI E DOMANI
La pressione sulla Medicina Generale
14
MEDICAL HUMANITIES
Di che cosa è capace la natura? Evidenza, ontologia
e aspetti speculativi delle Medical Humanities
15
L’INVITATO SPECIALE
Camici bianchi,
vita professionale a confronto
16
IL MEDICO E LA LEGGE
Ruolo dei Medici a favore delle donne vittime di violenza
18
GLI ARTICOLI SCIENTIFICI PIÙ LETTI NEL MONDO
22
QUESTIONI APERTE
Il ruolo del Medico di Medicina Generale (ma non solo)
nella appropriatezza delle diagnosi e delle cure
25
LE ASSOCIAZIONI
27
ICEBERG NEWS
29
FNOMCEO
32
NOTIZIE DALL’INPS
45
AVVISI E NOTIZIE
47
CORSI E CONVEGNI
48
EDITORIALE
DIARIO DELL’ORDINE
LA COMPLESSITÀ DEI SISTEMI E LE SFIDE
POSTE DALLA “MEDICINA DEL FUTURO”
sizione di modelli comunicativi di
colloquio orientato e counselling.
Dal Convegno di Rimini in occasione della III Conferenza
della professione organizzata dalla FNOMCeO
A cura di Roberto Stella Responsabile Area Strategica Formazione FNOMCeO,
Componente Commissione Nazionale ECM
P
er poterla immaginare
in relazione al futuro, la
formazione deve essere
valutata tenendo prima
conto del contesto generale in
cui oggi, nel presente, è inserita e
delle specifiche sfide che l’evoluzione di questo contesto porrà alla
professione medica.
Siamo infatti in un momento
storico di grande trasformazione,
su più fronti, ciascuno dei quali
evidentemente incide sul modo
di concepire e mettere in atto le
pratiche di cura ed i percorsi assistenziali. Penso, tra i fattori di più
profonda incidenza, ai cambiamenti sociali e demografici (primi tra tutti l’invecchiamento della
popolazione e la crescente multi
etnia e multiculturalità), all’impatto dell’economia, che condiziona in modo sempre più forte le
scelte in sanità (un esempio molto
attuale è il decreto sull’appropriatezza), a una domanda di salute
4
molto diversa rispetto al passato
perché diverso è il paziente che la
pone. Oggi il medico si confronta
con un paziente che non è più
passivo spettatore dei processi
assistenziali, ma interviene in
modo consapevole nelle scelte
che lo riguardano, partecipa al
percorso di cura, rivendica il diritto
alla salute (peraltro assolutamente
legittimo).
Altro aspetto, non meno rilevante, è il contesto organizzativo.
Anche in questo ambito gli scenari
stanno profondamente cambiando: la medicina sta diventando,
sempre di più, una medicina
d’equipe, multi-professionale,
per cui si pone il problema del
rapporto con le altre professioni,
occorre inoltre tener presenti i
modelli organizzativi della medicina del territorio, non solo di quella
ospedaliera.
Nello scenario descritto, non bisogna infine dimenticare altri due pa-
“
... ABBIAMO CHIARITO LA DIREZIONE
IN CUI VOGLIAMO ANDARE.
radigmi fondamentali: la tecnologia
e la comunicazione, soprattutto
per quanto concerne l’acquisizione
di nuovi saperi, di nuove competenze e abilità, che in qualche modo
andranno sviluppate.
Come adeguare, quindi, il percorso
formativo del medico alla complessità crescente del contesto in cui
opera e in cui andrà a operare nei
prossimi anni?
Una formazione universitaria adeguata ai tempi, capace di costruire
un sapere che sia poi utile al ruolo
non può basarsi su un curriculum
formativo generico: deve tener
conto di ciascuno degli elementi
che abbiamo elencato. Procedendo per punti, si possono immaginare alcune sfere di intervento.
Occorre ripensare, direi invertire,
il rapporto tra teoria e pratica. Il
percorso formativo deve dare la
possibilità di acquisire strumenBollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
ORA BISOGNA METTERSI IN CAMMINO.
”
ti operativi. Il passaggio dalla
conoscenza alla competenza,
del resto, è una questione che non
riguarda solo la medicina: il sapere,
da solo, non è più sufficiente; occorre applicarlo al ruolo professionale, al momento, al contesto.
medico che si forma come singolo
dovrà di fatto collaborare con una
pluralità di figure, imparare a operare in un sistema complesso sotto
il profilo organizzativo ma anche,
pensando alla cronicità, sotto il
profilo clinico-assistenziale.
La formazione di oggi è ancora
troppo ospedalocentrica, mentre l’assistenza di domani sarà
decentrata, integrata al territorio, e le cure primarie il punto di
riferimento primo per la salute. Per
questo, e al di là degli obiettivi già
raggiunti in questa direzione, nel
percorso formativo lo spazio riservato alla medicina generale dovrà
essere ulteriormente ampliato.
Occorre poi implementare le conoscenze nell’area tecnologica,
affiancarla senza attriti alla semeiotica tradizionale in modo da sfruttarne a pieno, e in modo corretto,
le potenzialità.
La percentuale di formazione
dedicata a percorsi di tipo interprofessionale, oggi, è minima.
Eppure non si può prescindere dal
confronto con le altre professioni: il
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Anche comunicazione e relazione
richiedono ancora attenzione. Su
questo fronte credo che dovremmo
guardare a una serie di discipline
considerate ancillari, trascurate dal
percorso di studi e più legate alla
sfera umanistica e antropologica.
Si tratta di recuperare elementi che
hanno a che fare con la pedagogia, con la psicologia, con l’acqui-
Benché il medico del futuro sia un
medico proiettato verso la tecnologizzazione degli strumenti del
mestiere, e benché la base della
formazione rimanga, ovviamente,
di tipo clinico, se si perde di vista
il rapporto con il paziente si
perde tutto, perché è sulla relazione medico-paziente che si fonda il
rapporto di cura. In questo senso,
non bisognerebbe aver paura di
recuperare parole come empatia,
capacità d’ascolto, nonché, a
monte, vocazione, motivazione:
strumenti che evidentemente non
si possono costruire a tavolino,
che fanno parte del bagaglio umano che ciascuno di sé ha o non
ha, ma che senz’altro si possono
incoraggiare.
Tornando alle tante sfide enumerate, e per concludere, a questo
punto ciò che occorre è la volontà politica. L’impegno della
FNOMCeO ha dimostrato, in
questi anni, di essere concreto, attento, ma non basta che i decisori
concordino sui princìpi; devono
tradurli in provvedimenti, perché la
professione da sola non ce la fa. È
scaduto il tempo per le dichiarazioni di intenti: abbiamo chiarito la
direzione in cui vogliamo andare.
Ora bisogna mettersi in cammino.
5
DIARIO DELL’ORDINE
ECCO IL MEDICO DEL FUTURO,
LA FNOMCEO DISEGNA L’IDENTIKIT IN 10 PUNTI
NUOVE ISCRIZIONI ALBO DEI MEDICI CHIRURGHI
l 5 APRILE 2016
AIELLO Paola di Cittiglio (Va)
PERAZZOLI Sabrina di Varese
Roma, 11 mag. (AdnKronos Salute)
I
l medico ideale del prossimo
futuro in un decalogo. Dieci
caratteristiche che disegnano
l’identikit di un professionista in
grado di “guidare il cambiamento”
e non di subirlo, offrendo il proprio
contributo per migliorare la sanità.
Tra i tratti distintivi: la capacità di
iniziativa nell’affrontare l’innovazione, l’aggiornamento continuo
delle competenze, la coscienza
del proprio ruolo sociale e politico,
la capacità di ascoltare e comunicare, l’attenzione a migliorare
l’organizzazione in cui lavora.
A proporre una prima bozza del
‘ritratto’ è Luigi Conte, segretario generale della Fnomceo,
presentando a Roma la III Conferenza della professione medica
e odontoiatria, in programma a
Rimini dal 19 al 21 maggio. Una
manifestazione in cui si punta a
una riflessione a 360 gradi proprio
per orientare i camici bianchi nella
complessa situazione di cambiamento che si sta attraversando e
prevedere gli sviluppi del sistema
sanitario.
6
“Nell’avviare un processo di
riflessione sulla figura del medico
- ha spiegato Conte - è doveroso
tenere presente che non esistono risposte semplici a problemi
complessi, e che il tempo necessario per valutare l’impatto delle
azioni intraprese in questo settore
è medio-lungo, ovvero maggiore di
3-5 anni”.
“Senza la pretesa di essere esaustivi - ha aggiunto Conte - però
si può tracciare un identikit delle
caratteristiche del medico nel
prossimo futuro”, che dovrebbe
essere:
1) proattivo nell’affrontare l’innovazione, partendo dalle proprie
radici;
2) detentore di competenze
professionali che continuamente
sviluppa e mantiene aggiornate;
3) detentore di un metodo scientifico e attento alla produzione di
nuove conoscenze;
4) attento alla dimensione etica
quotidiana della professione, partendo dall’adesione alle pratiche
raccomandate e sostenute da
evidenze scientifiche.
l
Il camice bianco del futuro, inoltre,
dovrebbe essere:
5) capace di esercitare una leadership professionale rispetto ai
colleghi, professionisti, pazienti e
persone assistite;
6) cosciente del proprio ruolo
sociale e politico: il fatto di poter
intervenire sulla salute e sulla vita
conferisce un potere di tutela e
protezione (advocacy);
7) cosciente di essere un attore
economico: determina e gestisce
risorse economiche ingenti;
8) capace di ascoltare e comunicare con la persona nel bisogno in
una unica ed irripetibile relazione;
9) capace di tenere conto della
dialettica tra risposta alla singola
persona e quella alla comunità;
10) attento a perseguire il miglioramento continuo proprio e dell’organizzazione in cui è inserito,
oltreché a dimostrarlo.
3 MAGGIO 2016
MAROCCHI Domenico di Varese,
BERNASCONI Simona di Gallarate (VA),
TARARÀ Lucia di Besozzo (VA)
NUOVE ISCRIZIONI ALBO DEGLI ODONTOIATRI
l 5 APRILE 2016
HAIM Henri Gabriel di Besnate (Va)
PALAMONE Nicolina di Lonate Pozzolo (Va)
CANCELLAZIONI ALBO DEI MEDICI CHIRURGHI
l 5 APRILE 2016
l
7 GIUGNO 2016
BEGHI Lidia di Varese
CRESPI Anna Maria di Angera (VA)
COOS Rita di Monvalle (VA)
GHEZZI Fabio di Varese
GROSSI Paolo Antonio di Varese
l
7 GIUGNO 2016
ASPESI Magda di Varese
l
7 GIUGNO 2016
Per dimissioni
CARCANO Angelita di Malnate (Va)
TORDIGLIONE Michele di Varese
MONNI Stefano di Saronno (Va)
Per dimissioni
BALLADA Lea Teresina di Varese
PASSANI Nadia di Laveno Mombello (VA)
STEVENAZZI Andrea di Tradate (VA)
Per trasferimento ad altro Ordine
MERLOTTI Anna di Torino
Per trasferimento ad altro Ordine
BOGANI Giorgio di Milano
CARASSALE Laura di Monza
CROSIGNANI Silvia di Milano
MAJORO Polycarpe di Varese
POZZI Barbara di Ballabio (LC)
Per irreperibilità, morosità e mancato rinnovo permesso
di soggiorno
GARZOZI Dana di Varese
l
3 MAGGIO 2016
Per dimissioni
FRIGO Claudia di Gavirate (VA),
TOSI Gabriella di Caronno Pertusella (VA)
Per irreperibilità, morosità e mancato rinnovo permesso
di soggiorno
MONNI Stefano di Saronno
Per trasferimento ad altro Ordine
BARANZINI Federico di Milano
FOGLIA Patrizia di Milano
SOMMARUGA Simona di Carnago (VA),
ZAZZETTA Sara di Treviolo (BG)
Per irreperibilità, morosità e mancato rinnovo permesso
di soggiorno
FUOCHING Nkeng di Varese
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
7
DIARIO DELL’ORDINE
CANCELLAZIONI ALBO DEGLI ODONTOIATRI
l 5 APRILE 2016
l
Per dimissioni
BOTTI Luigi di Azzate (Va)
RICORDO DEL PROF. MONTOLI
3 MAGGIO 2016
Per trasferimento ad altro Ordine
MINNICI Alberto di Casale M. (AL)
FRANCHI Mirko di Muggiò (MB)
Per trasferimento ad altro Ordine
MELLA Francesca di Marghera (Ve)
l
Da parte di un suo stretto collaboratore
Oggi è una giornata di sole e di vento
leggero... e al vento affidiamo il “nostro
Capo”... il “nostro “Dottor Montoli.
Con Lui e grazie a Lui sappiamo che
Capo non e’ chi decide sulla pelle degli
altri,non chi prende posizioni per favorire chicchessia, non chi si occupa di qualcuno per trarne beneficio.
Il “nostro Capo” ci ha insegnato sopra
ogni cosa ad essere medici per tutti,di tutti... così, semplicemente, senza
alcuna distinzione tra povero e ricco, tra
buono e meno buono... ci ha insegnato
a trattare ogni essere umano che soffre
con la medesima umanità, con la stessa
professionalità.
7 GIUGNO 2016
Per dimissioni
LUCCHINI Lorella di Casciago (VA)
VARIAZIONI ALBO DEI MEDICI CHIRURGHI
l 3 MAGGIO 2016
SALANDINI Maria Chiara di Daverio ha conseguito la Specialità in Chirurgia Apparato Digerente
l
7 GIUGNO 2016
CASTANO Patrizia di Vergiate ha conseguimento della Specialità in Chirurgia Generale
MAZZUCA Alessio di Varese ha conseguimento della Specialità in Medicina Legale
MAFFI Aldo di Solbiate Arno ha conseguimento della Specialità in Anatomia Patologica
VARIAZIONI ALBO DEGLI ODONTOIATRI
l 3 MAGGIO 2016
GALLINI Barbara di Varese ha conseguito la Specialità in Chirurgia Odontostomatologica
MAINERI Michele di Malnate ha conseguito la Specialità in Chirurgia Odontostomatologica
RICORDIAMO I COLLEGHI CHE CI HANNO LASCIATO
GALBUSERA Anna di Varese
NORCINI Antonio di Ranco (Va)
(deceduto il 06.04.2015)
(deceduto il 18.04.2015)
CASUCCI Ruggero Mario di Varese
(deceduto il 27.10.2015)
CUPIA Giorgio di Sesto Calende (Va)
(deceduto il 17.03.2016)
GUIDOTTI Antonio Umberto di Varese
(deceduto il 20.03.2016)
MONTOLI Ermanno di Varese
(deceduto il 03.05.2016)
MASCETTI Alberto di Varese
(deceduto il 04.06.2016)
RIEPILOGO DEGLI ISCRITTI AL 20 GIUGNO 2016
Nominativi iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi
Nominativi iscritti solo all’Albo dei Medici Chirurghi
Nominativi iscritti all’Albo degli Odontoiatri
Nominativi iscritti solo all’Albo degli Odontoiatri
Nominativi con Doppie iscrizioni
Totale delle iscrizioni
Totale delle persone fisiche iscritte
8
4795
4326
933
464
469
5728
5259
Nominativi sospesi Albo dei Medici Chirurghi
Nominativi sospesi Albo degli Odontoiatri
Nominativi sospesi di diritto Albo dei Medici Chirurghi
Nominativi sospesi di diritto Albo degli Odontoiatri
Nominativi proc. discipl. Albo dei Medici Chirurghi
Nominativi proc. discipl. Albo degli Odontoiatri
1
2
1
0
11
5
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
... Ci ha insegnato che il dovere, la
fatica, l’impegno, il bisogno di prendere decisioni spesso difficili, diventano magicamente leggeri come una brezza
primaverile se si svolge il proprio lavoro
con amore, passione e umiltà.
... Ci ha educato ogni giorno e sempre
più operando accanto a Lui che la medicina è un’arte e l’arte racchiude sempre
in sé la poesia della vita.
Il figlio Carlo, amico e collega, al termine
della cerimonia funebre ha detto di essere vissuto accanto a un gigante: anche
noi carissimo Dottor Montoli, carissimo
Capo diciamo con onore, con orgoglio, non con dolore, ma con una dolce
malinconia di aver condiviso tante ore
della nostra vita accanto a un gigante...
lo abbiamo sempre saputo e non ce ne
siamo accorti solo ora che il vento La
sta portando via...
Arrivederci Dottor Montoli.
Saverio Chiaravalle
Direttore di Struttura Complessa di P. S.
ASST Sette Laghi
Presidio Ospedaliero di Tradate
Da parte di un medico di famiglia
Mi permetto di esprimere queste mie
brevi riflessioni su una delle figure di
medico che considero tra i miei maestri.
Ringrazio il dott. Montoli per avermi aiutato a inserirmi come medico di famiglia
in Varese. Non riuscivo a trovare uno
studio idoneo e ho aperto il mio primo
studio in quello che una volta era il suo
studio privato in via Ravasi 17. Partendo da zero pazienti mi ha sostenuto
moralmente in quei difficili primi anni di
attività.
Ricordo la parte finale della prefazione
finale del libro scritto da Ermanno dal
titolo: “Il mio pronto soccorso”, della
collana “I varesini illustri” di Luigi OrriBollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
goni pubblicato nel 2006: ne posseggo
una copia da lui regalatami. Così scrive:
“A prescindere da ogni falso moralismo,
la Medicina deve essere considerata
scienza e arte. Il progresso scientifico e
tecnico, dai tempi di suor Gaudenzia, è
stato costante, rapido, talvolta tumultuoso: non altrettanto, a mio parere, è
maturata l’arte medica. Tale arte si può
riassumere in una grande disponibilità
verso il prossimo e nella capacità di
calarsi nella psiche dell’ammalato per
comprendere e dare sollievo alle sue
paure, ai suoi dubbi, alle sue sofferenze.
Se manca l’arte possiamo solo essere
considerati dei freddi tecnici sanitari
e non è questo il medico che l’uomo
ammalato desidera.”
“Accogliere l’ammalato, farlo sentire a
suo agio, anche con una frase in dialetto
è fondamentale.”
Ricordo che Montoli risulta essere stato
tra i fondatori della sede della Croce
Rossa di Varese in via Dunant. Questo
dato mi sembra non sia emerso dai giornali locali e mi preme ricordarlo per dare
una visione completa della sua sensibilità e poliedricità .
Marco Vitali
Medico di famiglia
9
DIARIO DELL’ORDINE
RELATORI
Dr Maurizio BenatoComponente Comitato Nazionale di Bioetica, componente Centro Studi
FNOMCeO.
Dr Antonio Bonaldi Presidente Nazionale Slow Medicine
On. Dr Federico GelliPresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza,
di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.
Componente XII Commissione (Affari Sociali) e Commissione Parlamentare per la
semplificazione
SIMPOSIO DI SALUTE PUBBLICA
24 Settembre 2016
MODERATORI
Dr Roberto Stella Presidente OMCeO Varese
Dr.ssa Giovanna Beretta Vice Presidente OMCeO Varese
Sen. Dr Antonio TomassiniPresidente dell’Associazione di iniziativa parlamentare e legislativa per la salute e
la prevenzione
SHG Villa Porro Pirelli - via Tabacchi 20 - Induno Olona
PROGRAMMA
ACCREDITAMENTO ECM IN CORSO
8.30 Registrazione dei partecipanti
8.45 Saluto delle Autorità
Introduzione al Simposio: Roberto Stella
RAZIONALE DEL SIMPOSIO
Il Simposio nasce con l’obiettivo di offrire al medico, quale primo garante del cittadino nella tutela della salute, alcuni spunti di riflessione sulla tematica dell’accesso alle
cure in un sistema sanitario complesso come quello attuale, ed un aggiornamento
sui profili di responsabilità in questo ambito, anche alla luce del quadro normativo
vigente e della sua evoluzione. Una riflessione che parte dalla considerazione di una
nuova dimensione, quale quella della “Slow Medicine”, nella quale professionisti della cura e cittadini si possano incontrare, confrontare, condividere esperienze e riflessioni sulla medicina, fatte in tempi e in contesti differenti, che possano essere riferiti
ai termini di medicina sobria, rispettosa, giusta, individuati come fondamentali. Accesso alle cure visto come processo nel quale la centralità del paziente assume un
ruolo primario non solo sotto l’aspetto clinico assistenziale, ma anche in relazione
agli aspetti etico-deontologici della decisione medica, ai principi di equità e di diritto
alla salute, in un momento in cui la sostenibilità del sistema appare critica ed incerta.
Ripensare i contenuti dell’atto medico, rivedere la definizione di competenze e profili
di responsabilità alla luce di linee guida e buone pratiche cliniche e dei cambiamenti
del quadro normativo-legislativo, sono ulteriori spunti di approfondimento del Simposio.
1a SESSIONE - Moderatori: Giovanna Beretta, Roberto Stella
9.00 “Slow Medicine: curare con rispetto...”
Relatore: A. Bonaldi
9.45 “Etica della decisione medica”
Relatore: M. Benato
10.30Discussione
11.00Coffee Break
2a SESSIONE - Moderatore: Antonio Tomassini
11.30“La responsabilità di cura”
Relatore: F. Gelli
12.15Tavola Rotonda
A. Bonaldi, M. Benato, F. Gelli, R. Stella, A. Tomassini
NOTIZIE ORGANIZZATIVE
Il Simposio è riservato ai primi 150 iscritti all’OMCeO Varese e si svolge presso
l’SHG Villa Porro Pirelli, via Tabacchi 20 a Induno Olona.
La partecipazione al Simposio è gratuita con obbligo di iscrizione da effettuare on-line dal Sito www.omceovarese.it entro il 16.09.2016
12.45Question time: dibattito aperto con il pubblico
Moderatore: G. Beretta
13.00Valutazione Post Test e chiusura Simposio
10
DISCUSSANT
Dr Maurizio Benato
Dr Antonio Bonaldi
On. Dr Federico Gelli
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
11
DIARIO DELL’ORDINE
COMMISSIONE ODONTOIATRI
ORDINE DEI MEDICI VARESE,
CORSO SU EMERGENZA-URGENZA
PER MEDICI UNDER 40
LE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE
A
l via sabato 11 giugno un
corso di formazione su
riconoscimento e trattamento delle più frequenti
situazioni di emergenza-urgenza
sul territorio. Il corso, organizzato
dall’Ordine dei Medici Chirurghi
e Odontoiatri della Provincia di
Varese, è rivolto ai giovani medici di età inferiore ai 40 anni, una
componente importante dell’Ordine varesino.
I partecipanti dovranno al termine del corso essere in grado di
riconoscere prontamente e porre
diagnosi delle principali condizioni
cliniche di emergenza-urgenza ed
instaurare un corretto approccio
terapeutico-farmacologico.
“L’Ordine di Varese – dichiara il
presidente dottor Roberto Stella – è molto sensibile e sempre
più attento alle problematiche
dei giovani camici bianchi. Un
impegno che si è tradotto nella
12
Il Presidente della Commissione per gli iscritti all’Albo degli Odontoiatri, Giuseppe Renzo, parla delle
Scuole di Specializzazione di area odontoiatrica previste dai nuovi ordinamenti.
Il presidente dell’Ordine dei Medici, dottor Roberto
Stella (a destra) e il coordinatore del corso emergenza-urgenza dottor Carlo Grizzetti
costituzione di una Commissione
Giovani Medici, che affronta i temi
più sentiti dai giovani professionisti, e nella proposta di corsi come
quello sull’emergenza-urgenza,
corso teorico-pratico che mette a
disposizione dei partecipanti 50
crediti formativi”.
“Con il corso vogliamo contribuire
alla formazione dei giovani medici
– sostiene il dottor Carlo Grizzetti,
coordinatore dell’iniziativa -, dotandoli delle capacità indispensabili in ogni circostanza. La professione medica sta cambiando e il
medico dovrà esercitarla in modo
sempre più moderno e attuale. Il
corso intende fornire le migliori
informazioni sullo stato dell’arte
per quanto riguarda l’emergenza-urgenza”.
Il corso sull’emergenza-urgenza
si rivolge in particolare ai giovani
camici bianchi, che spesso si trovano ad affrontare problemi legati
all’emergenza-urgenza quando
operano, spesso all’inizio della
loro carriera, come guardia medica
o nei turni del pronto soccorso.
Ufficio stampa Ordine dei Medici
di Varese
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
I
l 25 maggio 2016 l’Assemblea
della Camera ha approvato,
senza modifiche, il D.L. 42/2016,
trasmesso dal Senato il 12 maggio 2016. In quella sede il testo
era stato ampiamente modificato.
La VII Commissione della Camera
lo aveva esaminato dal 17 al 19
maggio 2016, senza apportare
modifiche.
L’art. 2-bis, infatti, che era stato
proposto come emendamento
nell’ambito del procedimento di
conversione in legge del decreto
legge 29/03/2016 n. 42, recante
disposizioni urgenti in materia di
funzionalità del sistema scolastico
e della ricerca, è stato ora approvato.
L’articolo prevede l’attivazione
delle scuole di specializzazione
per veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e
psicologi in deroga alle disposizioni che prevedono la rilevazione
annuale del fabbisogno, anche ai
fini della ripartizione delle borse di
studio (art. 8, co. 1, L. 401/2000).
Come si noterà, l’articolo sospende l’efficacia dell’art. 8 della legge
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
401/2000 che bloccava l’emanazione dei bandi delle, scuole di
specializzazione per i “non medici”
a causa della mancata copertura
finanziaria per i contratti di formazione. Le Scuole di Specializzazione di area odontoiatrica previste
dai nuovi ordinamenti sono le
Scuole di Ortrognatodonzia, di
Chirurgia Orale e di Odontoiatria Pediatrica. Il Decreto Scuola
costituisce un primo passaggio
importante anche perché consentirà agli Odontoiatri di accedere
alle suddette Specializzazioni che,
nell’attuale quadro normativo,
costituiscono il presupposto per
partecipare ai concorsi pubblici
per l’inserimento nel SSN.
Per i futuri specializzandi la CAO
auspica in primis che la qualità
della formazione postgraduated sia garantita da requisiti e
standard che gli Enti competenti
dovranno finalmente validare.
È auspicabile che la remunerazione della partecipazione ai corsi
di specializzazione anche per gli
odontoiatri possa costituire il prossimo passaggio.
Il raggiungimento di questo obiettivo premia il lavoro indefesso di
chi nel tempo si è impegnato, in
primis, della Cao Nazionale che è
riuscita a farsi ascoltare in tutte le
sedi alzando i livelli di attenzione,
ottenendo il risultato di vedere
finalmente riconosciuto un diritto
da tempo rivendicato dalla professione e dai giovani .
Da anni, infatti, nelle diverse
occasioni e con puntuali interventi
abbiamo sollevato, anche l’aspetto
del ricambio delle professionalità
nel SSN.
È umano che molti vogliano ora
salire sul “carro dei vincitori” ma,
per onestà intellettuale, devo chiarire che questo obiettivo è stato
perseguito tenacemente dalla Cao
Nazionale; così come è necessario
rivendicare la nostra “primogenitura” per quanto concerne il concetto di rilevazione dei fabbisogni dei
professionisti che è da stabilire a
livello europeo .
Non vorremo apparire autoreferenziali, ma è quanto indicammo
come soluzione al problema in
tempi ormai lontani.
13
LA PROFESSIONE IERI, OGGI E DOMANI
MEDICAL HUMANITIES
A cura di Marco Cambielli
Veronica Wilkie and Alwyn Ralphs. Editoriale.
BMJ 2016; 353 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.i2580 (Published 11 May 2016)
Cite this as: BMJ 2016;353:i2580
LA PRESSIONE SULLA MEDICINA GENERALE
S
ulla scia del NHS England’s General Practice
Forward View viene fornita
l’analisi delle pressioni che
interessano la medicina generale
britannica Si cerca di spiegare il
burnout tra medici e il loro abbandono accelerato dalle cure primarie.
I Medici si sentono isolati da coloro
che li amministrano e sono stressati
dalla loro incapacità di influenzare
ciò che essi considerano come
carico di lavoro inutile. Allo stesso tempo, sono tenuti a fornire la
continuità delle cure a chi ne ha
bisogno e l’accesso tempestivo a
tutti coloro che vogliono vederli. Nel
frattempo, devono gestire le variazioni negli indicatori di performance
sempre più complesse provenienti
dai gruppi di governo clinico.
Il rapporto evidenzia come la pratica generalista sta avendo a che fare
con il sovraccarico e lo scarico di
lavoro da un sistema di assistenza
secondaria sopraffatto. Si sta lottando per gestire una popolazione
sempre più fragile, con una progressiva riduzione dei finanziamenti,
dal 8,4% del bilancio NHS al 7,9%
negli ultimi quattro anni.
Appare chiaramente la necessità di
sviluppare le competenze cliniche
e di carriera come i cambiamenti
della popolazione impongono. Se
14
i medici devono avere un ruolo
maggiore nei gruppi di professionisti che gestiscono i pazienti con
bisogni complessi, lo sviluppo e la
formazione attuali non necessariamente consentiranno l’acquisizione
delle competenze professionali per
adattarsi alle esigenze sanitarie del
21 ° secolo. La leadership condivisa nel settore sanitario è di vitale
importanza per tutti; lo sviluppo
convalidato di abilità cliniche è
importante a metà e fine carriera
come lo è all’inizio. Troppo poco è il
riconoscimento che viene dato alla
necessità di sviluppare le conoscenze e le competenze cliniche,
insieme a capacità di leadership.
Un percorso clinico ha bisogno
di essere valutato come scelta di
carriera per i medici così come la
carriera nel campo della medicina
accademica o di gestione. Supervisione e competenze di mentoring
saranno essenziali nelle squadre di
clinici multiprofessionali del futuro,
e la struttura della giornata di lavoro
deve essere in grado di comprendere questi aspetti. La richiesta di
sempre maggiore produttività e la
valutazione non basata sull’evidenza sta portando al collasso del
sistema, e la medicina generale ha
bisogno di un forte sostegno per il
cambiamento da coloro che com-
A cura di Marco Cambielli
Martin Savransky, Marsha Rosengarten
Med Humanities doi:10.1136/medhum-2015-010858
DI CHE COSA È CAPACE LA NATURA?
EVIDENZA, ONTOLOGIA E ASPETTI SPECULATIVI
DELLE MEDICAL HUMANITIES
missionano i propri servizi.
Ogni provvedimento di salvataggio
per la pratica generalista deve
essere correlata con il resto del
NHS. I medici non possono essere
separati dal loro ruolo di gatekeeper
e come via finale comune dopo la
dimissione dalle altre cure del NHS.
Il NHS sta riconoscendo che non
può essere giusto che la parte più
complicata del ruolo di un medico
possa passare attraverso sistemi
non correlati.
È incoraggiante che il NHS sta cominciando a riconoscere ciò che ha
portato alla crisi la medicina generale britannica, e che la ricerca sta
aiutando a capire i problemi di fondo e identificare potenziali soluzioni.
L’integrazione è di vitale importanza;
la corretta valutazione delle modifiche necessarie deve guardare allo
sviluppo della forza lavoro e assicurarsi che sia adatta per il futuro.
Se medicina generale non riesce,
tutto il NHS fallisce. Ora abbiamo le
prove, ed è tempo di cambiare.
Commento: i sistemi sanitari talora
hanno problemi condivisi: l’importante è trovare una soluzione dove
prevalga la visione strutturale e di
processo.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
R
accogliendo il recente
invito ad una “medical
humanities critica” per
intervenire in questioni di
ontologia della salute, è necessario un orientamento ‘speculativo’
di tali interventi in relazione ad
alcuni degli impegni ontologici in cui le culture biomediche
contemporanee si trovano. Noi
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
sosteniamo che determinante per
questo compito è un approccio ad
un’ontologia che non le tratti come
una questione di princìpi primi, ma
come conseguenza delle immagini della natura che le pratiche di
ricerca biomedica contemporanea
sposano quando fanno pretese di
prove, come pure come le possibili conseguenze di immaginare
mondi diversi di cui i processi di
salute e di malattia fanno parte. Partecipando alle assunzioni
ontologiche implicite coinvolte
nel metodo per eccellenza della
ricerca biomedica, vale a dire la
studio randomizzato controllato
(RCT), si sostiene che l’ontologia
meccanicistica che informa tacitamente la ricerca biomedica basata
sulle prove contemporaneamente
autorizza una serie di conseguenze problematiche per la comprensione e gli interventi pratici nelle
realtà concrete della salute. Come
risposta occorre sviluppare una
proposizione ontologica alternativa che riguarda i processi di salute
e malattia come risultati sempre
situati in un certo contesto. Senza
squalificare le prove RCT-based,
un’ontologia così situata permette di resistere alla riduzione delle
realtà di salute e malattia alle
forme di spiegazione corrente della biomedicina. In questo modo,
si chiede agli studiosi di Medical
Humanities di impegnarsi attivamente nella questione speculativa
di ciò che la natura è capace.
15
L’INVITATO SPECIALE
a cura di Andrea Giacometti - Giornalista
CAMICI BIANCHI,
VITA PROFESSIONALE A CONFRONTO
Con questa doppia intervista ad una donna medico e ad un giovane medico inizia una serie di articoli che fotografano il mondo
dei camici bianchi da punti di vista diversi. Nei prossimi numeri
sentiremo altri professionisti impegnati nei vari settori della sanità
Sono numerosi i pazienti che
affollano, in una giornata come
tante, l’accettazione del Pronto soccorso. Vengono ascoltati
attentamente e poi rapidamente smistati con codici di colore
diverso.
È questo il mondo in cui vive la
dottoressa Francesca Maria Luisa
Piperno, che lavora ogni giorno
al Pronto Soccorso dell’Ospedale
di Busto Arsizio. È uno dei tanti
camici bianchi donne che affollano la professione, una realtà
importante e un prezioso punto
di osservazione e di giudizio sulla
condizione dei medici oggi.
● Quale il problema principale che
deve affrontare e gestire una donna
medico?
Senza dubbio la necessità di
conciliare la famiglia e il lavoro
quotidiano. Una conciliazione
che esige un aiuto esterno alla
famiglia. Ma sono fortunata anche
dal punto di vista del lavoro che
faccio.
● In che senso?
Nel senso che anche la turnistica
del Pronto Soccorso mi aiuta.
Quando ho i pomeriggi liberi, posso stare insieme ai miei figli, aiu16
tarli, accompagnarli. Nelle mattine
libere, invece, posso svolgere altri
impegni, dalla banca agli acquisti.
Credo che la cosa fondamentale
sia quella di sapersi organizzare.
A quel punto non solo si riesce a
conciliare lavoro e famiglia, ma
si trova spazio anche per i propri
hobby. Io corro, faccio maratone.
● Registra una differenza di trattamento tra medici maschi e medici
donne?
Francamente no, almeno per
quanto riguarda la mia esperienza. Appena conclusa la specializzazione, sono stata assunta
subito a tempo determinato e,
passato un anno, è arrivato il contratto a tempo indeterminato. Non
solo: quando sono stata assunta
ero incinta, ma questo non ha
influenzato in senso negativo la
mia condizione.
● Pensa che questa assenza di differenze sia generalizzata per quanto
riguarda i medici donne?
Sì, parlando con altre colleghe,
non ho mai sentito che siano state trattate peggio rispetto ad un
collega uomo.
● Un giudizio positivo, il suo, su un
tema che spesso è al centro di polemiche e critiche.
Parlo dal mio punto di vista:
le donne medico, sul luogo di
lavoro, non devono ricevere aiuti
o godere di trattamenti privilegiati. Noi medici donne vogliamo e
dobbiamo essere trattate come
vengono trattati i colleghi maschi.
● Cosa pensa del suo lavoro?
Lavorare al Pronto Soccorso
significa fare un lavoro mai monotono, complesso, a volte duro, che
comporta grandi responsabilità,
che ti fa incontrare tante persone
diverse. Un lavoro in cui non sai
mai quello che ti può capitare, che
si svolge con ritmi veloci. Spesso
mi capita di non accorgermi che
ho lavorato per ore e che il mio
turno è già finito.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Sempre di più i giovani medici
diventano protagonisti. Con i loro
interrogativi, con la loro voglia di
fare, con le numerose iniziative che
prendono corpo nel mondo dei camici bianchi e che riguardano loro.
Spesso si parla anche sui media
della condizione dei giovani medici,
ma per conoscerla a fondo è importante ascoltare loro, dare loro la
parola, ascoltarli con attenzione.
Lo stesso Ordine dei medici di
Varese guarda ai giovani medici
con iniziative mirate ed organizzando momenti di formazione che si
rivolgono specificamente a loro.
Ascoltiamo allora le parole e le
riflessioni di uno dei tanti giovani
medici che, tra problemi e opportunità, stanno facendo i primi
passi nella professione dei camici
bianchi.
È Marco Luigi Molteni, 33 anni,
comasco, specializzando in
Medicina generale. A lui abbiamo
rivolto alcune domande per capire
come un giovane medico vive la
condizione dei camici bianchi in un
momento di grandi cambiamenti e
di nuovi problemi che si affacciano
sul mondo della sanità.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
● Lei come si prepara a svolgere la
professione medica?
Sto frequentando il terzo ed ultimo
anno di un corso di Medicina generale presso l’Ospedale di Busto
Arsizio. Un corso importante, che
offre sia una formazione relativa
all’attività ospedaliera, sia all’attività sul territorio.
● Perché sta frequentando questo
corso?
Con la sola laurea in medicina, si
può coprire una rosa limitata di
ruoli: fare sostituzioni, fare la guardia medica, lavorare in strutture
private. Frequentando corsi come
il mio si possono aprire più opportunità.
● Dunque un’esperienza formativa
importante anche in prospettiva futura?
Con questo corso si ottiene un
diploma di formazione specifica in
Medicina generale. Oltre ad offrire
una formazione preziosa, può
aiutare a trovare un posto di lavoro
nella Medicina generale, o rendere
possibile fare la guardia medica
con un contratto a tempo indeterminato.
● Crede che sia difficile lavorare in Italia? Tanti suoi coetanei fanno le valigie
e se ne vanno all’estero…
Nella mia esperienza, chi vuole
lavorare, lavora, anche se magari
fa altro rispetto alle sue aspirazioni
originarie. Magari all’estero è più
facile trovare un posto di lavoro più
vicino alle proprie aspirazioni.
● Quale contributo può dare un ordine
dei medici nel sostenere i primi anni di
professione di un giovane?
Sono convinto che un medico, un
giovane medico, debba studiare, fare fatica, seguire corsi. Sì,
l’ordine può fare, ma io penso che
l’ordine siamo tutti noi. Comunque
l’ordine deve sostenere il riconoscimento della professione, deve
darci forza. Una forza deontologica, che dà valore alla professione.
● Un ruolo importante, anche dal
punto di vista di un giovane camicie
bianco?
Certamente sì. Non dobbiamo
farci mettere i piedi in testa dalla
società e dalla politica. E l’ordine
può fare molto da questo punto di
vista.
17
IL MEDICO E LA LEGGE
a cura di Giovanna Zuccaro - Avvocato del Foro di Varese
RUOLO DEI MEDICI
A FAVORE DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Il personale sanitario si trova in una posizione privilegiata per
intercettare e rispondere alla domanda della donna vittima di
violenza
I
l fenomeno della violenza contro
le donne purtroppo non demorde. Solo in una settimana nel
corrente mese di giugno si sono
avuti tre clamorosi, inverosimili,
agghiaccianti femminicidi e, a
colpire, i partner e i compagni di
un tempo.
Tali epiloghi sono, in genere, l’esito
di una progressione di condotte
aggressive ai danni della vittima.
Condotte aggressive non sufficientemente prese in considerazione
dalla stessa parte lesa e, talvolta,
anche dalle istituzioni.
La donna infatti tende a procrastinare il più possibile la denuncia e
tace o nasconde la vera ragione
delle lesioni di cui è portatrice.
Nell’indole della donna l’accesso
al Pronto Soccorso è veramente l’ultimo approdo, è più facile
che da parte della stessa venga
cercata l’assistenza del Medico
di base senza peraltro rivelargli le
cause delle lesioni o delle malattie
conseguenti quali depressione,
ansia, abuso di alcool.
18
L’OMS riconoscendo che la violenza contro le donne è un problema globale che solleva questioni
riguardanti – in tutti i Paesi e strati
sociali - i servizi sanitari nazionali,
la parità dei sessi e i diritti umani,
ha prodotto nel 2013 un rapporto
in cui ha segnalato le conseguenze sulla salute mentale, fisica e
riproduttiva della donna, vittima
di abusi. Detta Organizzazione ha
quindi emanato direttive aventi
quale obiettivo principale quello: di
aiutare i diversi Paesi a migliorare
l’approccio utilizzato dai propri
sistemi sanitari nell’affrontare la
questione, di insegnare al personale medico a riconoscere le donne che rischiano di subire violenze
dal proprio partner, di fornire alle
stesse una assistenza adeguata.
Infatti si è considerato come il
personale sanitario si trovi in una
posizione privilegiata per intercettare e rispondere alla domanda
della donna, vittima di violenza.
Per sommi capi le raccomandazioni delle linee guida dell’OMS
“
riguardano i seguenti argomenti:
●le modalità di approccio alle
donne vittime di violenza (assistenza centrata sulla donna):
si raccomanda di garantire
confidenzialità, non intrusività,
ascolto attento e di fornire informazioni e supporto sociale;
●l’identificazione e l’assistenza
per le donne sopravvissute alla violenza domestica:
non appare indicato effettuare
uno screening di routine della
violenza in qualsiasi occasione
di incontro della donna con i
servizi, quanto piuttosto indagare con discrezione quando
la donna chiede assistenza per
una condizione che può essere determinata dalla violenza
domestica, in sostanza un
approccio a “bassa soglia” con
domande collegate alla storia
clinica della donna;
● l’assistenza clinica per le
donne sopravvissute alla
violenza sessuale: assistenza
immediata; contraccezione di
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
LA VIOLENZA NON È MAI CONTINUATIVA
POICHÉ L’UOMO VIOLENTO
ALTERNA MOMENTI DI FALSO PENTIMENTO
E DI APPARENTE NORMALITÀ
AD ALTRI DI AGGRESSIVITÀ IMPROVVISA
emergenza; profilassi dell’infezione da HIV e per altre infezioni
a trasmissione sessuale; interventi psicologici anche prolungati nel tempo, se necessario;
● la formazione degli operatori
sanitari sulla violenza domestica e sessuale, sia in fase di
pre-qualificazione del personale
di prima linea (in particolare medici, infermieri, ostetriche) sia
come formazione del personale
in servizio addetto all’assistenza delle donne. La formazione
deve essere multidisciplinare
e riguardare i vari aspetti della
risposta alla violenza: identificazione, valutazione della
sicurezza e pianificazione della
protezione, comunicazione e
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
”
competenze cliniche, documentazione dei fatti riferiti e offerta
di percorsi assistenziali;
● l’organizzazione dell’assistenza sanitaria per le donne vittime di violenza, integrandola
per quanto possibile nei servizi
già esistenti dando priorità a
quelli di cure primarie.
Il nostro Stato:
● con la Legge 23.04.2009 n. 38
ha introdotto nel Codice Penale
all’art. 612 bis c.p. il reato di atti
persecutori, conosciuto come
stalking, reato abituale, caratterizzato dal ripetersi della condotta
persecutoria, dalla serialità di
comportamenti idonei a dar luogo
ad un perdurante e grave stato di
ansia o di paura nella vittima, ovvero da fondato timore per la propria incolumità e per quella delle
persone vicine, ovvero ancora da
alterazione delle abitudini di vita.
Si tratta di tre eventi che possono
coesistere, ma, per consolidata
giurisprudenza, ne è sufficiente
uno solo ai fini dell’integrazione
dell’elemento oggettivo del reato;
● con la Legge 01.10.2012 n. 172
è intervenuto sull’art. 572 c.p. intestandolo maltrattamenti contro
familiari e conviventi: si tratta,
anche in tal caso, di un reato
abituale, punito con la reclusione
da uno a cinque anni, ovvero con
pene ben più severe se dal fatto
deriva una lesione personale grave
o gravissima o addirittura la morte;
19
IL MEDICO E LA LEGGE
● con la Legge 15.10.2013 n. 119
ha ratificato la convenzione del
Consiglio di Europa tenutasi ad
Istanbul l’11.05.2011 sulla Prevenzione e lotta contro la violenza nei
confronti delle donne e contro la
violenza domestica, legge diretta
a rendere più incisivi gli strumenti
della repressione penale previsti
dalle predette norme (art. 612 bis
c.p. e art. 572 c.p.).
Il compito del Medico di fronte a
sospetti di violenza è innanzitutto
quello di indagare con discrezione, attraverso una paziente attività
maieutica, per far emergere situazioni a rischio, quindi di informare
le pazienti sulla possibile progressione delle condotte aggressive.
Infatti la violenza è costituita da
fasi, ormai individuate e ricorrenti,
che devono essere portate a conoscenza delle donne per metterle
in grado di difendersi:
1.intimidazione ripetizione di ammonimenti del tipo: “lo dico per
il tuo bene…”, comportamenti
che l’uomo mette in atto per
far vivere la donna sotto continua paura e minaccia di essere
lasciata;
2.isolamento comportamenti che
l’uomo mette in atto per isolare la donna dai suoi rapporti
parentali, dalle amiche, dai
colleghi di lavoro, inizia da qui
un lento ma preciso processo
20
in cui la donna si sente sempre
più sola e debole mentre il partner acquista più potere e più
controllo;
3.svalorizzazione comportamenti
dell’uomo diretti a far nascere
nella donna senso di incapacità,
perdita di autostima, perdita
della propria sicurezza. La donna tende quindi a giustificare la
condotta dell’uomo;
4.segregazione diversa rispetto
all’isolamento perché priva la
donna anche dei contatti occasionali, quelli con gli insegnanti
dei figli, coi negozianti, con il
medico di base, con i vicini;
la donna viene così frenata ed
impedita anche in quelle azioni
che la portano all’esterno delle
mura domestiche;
5.violenza fisica si concretizza in
percosse accompagnate o precedute da minacce e violenza
psicologica;
6.violenza sessuale la violenza sessuale si manifesta non
solo a seguito e per effetto di
forza fisica ma anche quando
la donna si sente obbligata
ad avere rapporti che non ha
scelto e non desidera, ad es.
dopo essere stata picchiata. La
donna prova paura, confusione,
vergogna, senso di impotenza,
senso di colpa;
7.false riappacificazioni la
violenza non è mai continuativa
– e questo è un vero tranello –
poiché l’uomo violento alterna
momenti di falso pentimento e
di apparente normalità ad altri
di aggressività improvvisa. La
non continuità, dunque, è una
delle ragioni che inducono la
donna a non uscire da quella
situazione in quanto spera sempre in un cambiamento anche
quando gli episodi si ripetono;
la paura insorge solo quando
questi divengono quotidiani;
8.ricatti sui figli il partner minaccia la donna che si ribella dicendole che allora le toglierà i figli.
OBBLIGHI GIURIDICI E DEONTOLOGICI
DI REFERTO E DI CERTIFICAZIONE
In ogni caso chi esercita una
professione sanitaria è soggetto
allo specifico obbligo di referto
qualora, nel prestare la propria
assistenza o la propria opera,
su richiesta o spontaneamente,
si trovi in presenza di un caso
clinico che abbia i caratteri del
delitto procedibile d’ufficio (art.
334 c.p.p.). Questa norma tuttavia
deve essere coordinata con quella
dell’art. 365 c.p., che punisce con
la multa fino ad € 516,00 chiunque, avendo l’obbligo, omette di
compilare il referto; a meno che il
referto in questione non esponga
la persona assistita al rischio di
un procedimento penale. In altre
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
parole: l’obbligo, penalmente
sanzionato, del referto cessa ogni
qualvolta il paziente sia il possibile
autore di un reato.
Il referto deve essere redatto in
forma scritta entro 48 ore dall’acquisizione della notizia del reato – o immediatamente se vi è
pericolo nel ritardo – e trasmesso
al Pubblico Ministero o a qualsiasi
Ufficiale di Polizia Giudiziaria del
luogo in cui il sanitario ha prestato
la propria opera o assistenza ovvero, in loro mancanza, all’Ufficiale
di Polizia Giudiziaria più vicino.
Il referto deve indicare la persona
alla quale è stata prestata l’assistenza, le sue generalità, il luogo
dove si trova, il luogo, il tempo e le
circostanze dell’intervento nonché
le notizie volte a stabilire le circostanze del fatto, i mezzi con i quali
è stato commesso e gli effetti che
ha causato o può causare.
La violazione dell’obbligo di referto
determina in capo al sanitario
l’ipotesi criminosa di omissione di
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
referto di cui all’art. 365 c.p.
Nell’ambito che ci occupa è
sempre procedibile d’ufficio il
reato di maltrattamenti, mentre
il reato di stalking è procedibile
d’ufficio solo se commesso nei
confronti di minore o di persona
con disabilità.
Altro obbligo che ha il Medico è
quello, ove chiesto, di rendere
certificazione sia in presenza di
lesioni astrattamente riconducibili
ad un reato di maltrattamenti sia in
presenza di un grave stato ansioso
riconducibile ad una condotta di
tipo persecutorio.
Nel primo caso si raccomanda
di descrivere, nella maniera più
dettagliata possibile, la lesione constatata, anche al fine di
agevolare l’inquadramento della
stessa quale lesione lieve, grave
o gravissima, con quel che ne
consegue in punto di procedibilità
d’ufficio (limitata alle lesioni gravi
o gravissime).
La LESIONE È GRAVE quando
comporta una malattia o una incapacità di attendere alle ordinarie
occupazioni per un tempo superiore ai 40 giorni o, comunque,
un indebolimento permanente di
un senso o di un organo.
La LESIONE È GRAVISSIMA
quando comporta una malattia
certamente o probabilmente insanabile o, comunque, la perdita
di un senso, la perdita di un arto
o la sua inservibilità, la perdita
di un organo o della capacità di
procreare. Anche la permanente e grave difficoltà della favella
e lo sfregio permanente del viso
costituiscono lesioni personali
gravissime.
Nel caso degli atti persecutori,
il compito di certificazione del
Medico è limitato all’attestazione
del perdurante stato di ansia nella
misura in cui ne ricorra la sintomatologia.
Il Medico, autore delle certificazioni, potrebbe essere successivamente convocato dalla Polizia
e dall’Autorità Giudiziaria; in tal
caso ha l’obbligo di comparire per
confermare il contenuto del documento redatto e rispondere ad
eventuali richieste di precisazioni
quale persona informata sui fatti
o in dibattimento quale testimone
davanti al Giudice.
21
GLI ARTICOLI SCIENTIFICI PIÙ LETTI NEL MONDO
NEL MESE DI MAGGIO
1 Freedman SB, Willan AR, Boutis K, et al.
Effetto del succo di mela diluito e dei fluidi preferiti vs una soluzione
elettrolitica di mantenimento in caso di fallimento del trattamento
tra i bambini con gastroenterite lieve: uno studio clinico randomizzato
JAMA. 2016 Apr 30. doi: 10.1001/jama.2016.5352
Da Evidence Updates from BMJ
A cura di Marco Cambielli
2 Baharoglu MI, Cordonnier C,
Salman RA, et al.
Trasfusione di piastrine rispetto
al trattamento standard dopo
ictus acuto a causa di emorragia
cerebrale spontanea associata
alla terapia antiaggregante
(PATCH): studio in aperto
randomizzato, di fase 3
Lancet. 2016 May 9.
pii: S0140-6736(16)30392-0.
doi: 10.1016/S0140-6736(16)30392-0
La gastroenterite è una malattia pediatrica comune. La soluzione elettrolitica
di mantenimento è raccomandata per
trattare e prevenire la disidratazione. Il
suo vantaggio nei bambini minimamente disidratati non è provata.
Per determinare se l’idratazione per
via orale con fluidi preferiti o succo di
mele diluita è non inferiore a soluzione
elettrolitica di mantenimento in bambini
con gastroenterite lieve, i partecipanti con gastroenterite lieve sono stati
assegnati in modo casuale a ricevere o
succo di mela/ fluidi preferiti (n = 323)
o una soluzione elettrolitica al gusto di
mela (n = 324).
Tra 647 bambini randomizzati (età
media 28,3 mesi, 331 ragazzi [51,1%];
22
441 (68,2%) senza evidenza di disidratazione), 644 (99,5%) hanno completato
il follow-up. I bambini cui è stata somministrato succo di mela diluito hanno
registrato un fallimento del trattamento
inferiore a quelli trattati con soluzione
elettrolitica di mantenimento (16,7% vs
25,0%; differenza, -8,3%; 97,5% CI, -∞
a -2,0%; P <.001 per inferiorità e P =
.006 per la superiorità). Meno bambini
cui era stato somministrato succo di
mela/ fluidi preferiti hanno ricevuto
reidratazione per via endovenosa (2,5%
vs 9,0%; differenza -6.5%; 99% CI,
-11,6% a -1,8%). I tassi di ospedalizzazione e la frequenza di diarrea e vomito
non erano significativamente differenti
tra i due gruppi.
La trasfusione di piastrine dopo emorragia intracerebrale acuta primaria
spontanea in persone che assumono
terapia antipiastrinica può ridurre la
morte o dipendenza, riducendo l’entità
dell’emorragia. Si è voluto verificare se
una trasfusione di piastrine con cure
standard, rispetto alla terapia standard
da sola, riduce la morte o la dipendenza
dopo emorragia intracerebrale associata all’uso di terapia antiaggregante.
È stato fatto uno studio multicentrico, in aperto, end-point mascherato,
randomizzato a 60 ospedali in Paesi
Bassi, Regno Unito e Francia. Sono
stati arruolati adulti entro 6 ore dall’
insorgenza dei sintomi di emorragia
sopratentoriale intracerebrale con storia
di uso di terapia antiaggregante per
almeno 7 giorni prima e che avevano un
punteggio di Glasgow Coma Scale di
almeno 8.
Tra 4 Feb 2009, e 8 ottobre 2015,
41 centri iscritti hanno arruolato 190
partecipanti. 97 partecipanti sono stati
assegnati in modo casuale a trasfusione di piastrine e 93 a cura standard. Le
probabilità di morte o di dipendenza a 3
mesi erano più alte nel gruppo trasfusione di piastrine rispetto al gruppo
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
terapia standard (odds ratio aggiustato 2.05, 95% CI 1.18-3.56; p = 0 ·
0114). 40 (42%) partecipanti che hanno
ricevuto una trasfusione di piastrine ha
avuto un evento avverso grave durante
la loro permanenza in ospedale, come
in 28 (29%) che hanno ricevuto cure
standard. 23 (24%) dei partecipanti
assegnati a trasfusione di piastrine e
16 (17%) assegnato alla cura standard
sono morti durante il soggiorno in
ospedale.
La trasfusione di piastrine sembra inferiore alle cure standard per le persone
che assumono la terapia antiaggregante prima di una emorragia intracerebrale. La trasfusione di piastrine non
può essere raccomandato per questa
indicazione nella pratica clinica.
3 Wilt TJ, MacDonald R, Brasure M, et al.
Trattamento farmacologico dell’insonnia: un report basato
sull’Evidenza per una linea-guida di pratica clinica dalla American
College of Physicians
Ann Intern Med. 2016 May 3:1-10. doi: 10.7326/M15-1781
Sono stati selezionati 5 studi randomizzati e controllati della durata di almeno
4 settimane che hanno valutato le terapie farmacologiche disponibili negli Stati Uniti e che hanno riportato i risultati
globali o di sonno; 11 studi osservazionali a lungo termine che hanno riportato informazioni relative all’eventuale
danno; revisione dei dati della FDA per
ipnotici non benzodiazepine ed antagonisti del recettore orexina. Eszopiclone,
zolpidem, e suvorexant possono migliorare i risultati globali e del sonno a
breve termine per gli adulti con disturbi
di insonnia, ma l’efficacia comparativa
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
e l’efficacia a lungo termine di terapie
farmacologiche per l’insonnia non sono
noti. Le terapie farmacologiche per l’insonnia possono causare cambiamenti
cognitivi e comportamentali e possono
essere associate a danni rari ma gravi:
aumento del rischio di demenza, fratture e lesioni gravi. I documenti della FDA
riportano che la maggior parte delle
terapie farmacologiche hanno rischi
per cambiamenti cognitivi e comportamentali, tra cui deficit alla guida, e altri
effetti negativi, e hanno consigliato una
riduzione della dose nelle donne e negli
anziani.
23
GLI ARTICOLI SCIENTIFICI PIÙ LETTI NEL MONDO
NEL MESE DI MAGGIO
QUESTIONI APERTE
Da Evidence Updates from BMJ
4 Johnston SC, Amarenco P, Albers GW, et al.
Ticagrelor vs Aspirina nel trattamento dello stroke acuto e nei TIA
N Engl J Med. 2016 May 10
Ticagrelor può essere una terapia
antiaggregante più efficace dell’aspirina
nella prevenzione di recidiva ed eventi
cardiovascolari in pazienti con ischemia cerebrale acuta. È stato condotto
uno studio internazionale controllato
in doppio cieco, in 674 centri in 33
Paesi, in cui 13.199 pazienti, con ictus
ischemico non grave o attacco ischemico transitorio ad alto rischio che non
avevano ricevuto trombolisi per via
endovenosa o intraarteriosa ed in cui
era stato escluso un ictus cardioembolico, sono stati assegnati in modo
casuale entro 24 ore dopo l’insorgenza
dei sintomi, in un rapporto 1: 1, a ricevere o ticagrelor (dose di carico di 180
mg al giorno 1 seguito da 90 mg due
volte al giorno per i giorni da 2 a 90) o
aspirina (300 mg al giorno 1 seguito da
100 mg al giorno per i giorni da 2 a 90).
L’end point primario era rappresentato
dal verificarsi di ictus, infarto miocardico o morte entro 90 giorni. In questo
studio ticagrelor non è risultato essere
superiore ad aspirina nel ridurre il tasso
di ictus, infarto miocardico o morte a
90 giorni.
5 Saliba W, Gronich N, Barnett-Griness O, et al.
Efficacia dei punteggi CHADS e CHADS-VASc nel predire una nuova insorgenza di fibrillazione atriale:
uno studio di popolazione
Am J Med. 2016 Mar 21. pii: S0002-9343(16)30286-8. doi: 10.1016/j.amjmed.2016.02.029
CHADS2 e CHA2DS2-VASc sono punteggi valicati e utilizzati per prevedere
l’ ictus nei pazienti con fibrillazione
atriale. Molti dei singoli fattori di rischio
inclusi in questi punteggi sono anche
fattori di rischio per la fibrillazione atriale. Si è voluto esaminare le prestazioni
dei punteggi CHADS2 e CHA2DS2-Vasc nel predire la fibrillazione atriale
di nuova insorgenza in soggetti senza
preesistente diagnosi di fibrillazione
atriale.
Di 1,062,073 soggetti senza preesistente diagnosi di fibrillazione atriale
23.223 hanno sviluppato fibrillazione
atriale nel corso di un follow-up di
3,053,754 anni-persona (tasso di incidenza, 0.76 per 100 anni-persona).
24
Il tasso di incidenza di fibrillazione
atriale è aumentato in modo graduale con l’aumentare del punteggio
CHA2DS2-VASc: 0,17, 0,21, 0,49,
0,94, 1,65, 2,31, 2,75, 3,39, 4,09 e 6,71
per 100 anni-persona per il punteggio
CHA2DS2-VASc da 0 a 9 punti, rispettivamente (P <.001). L’hazard ratio per la
fibrillazione atriale per ogni aumento di
1 punto nel punteggio CHA2DS2-VASc
era 1.57 (95% intervallo di confidenza
[IC], 1,56-1,58). I risultati sono stati simili per il punteggio CHADS2. L’area sotto
la curva ROC per prevedere la fibrillazione atriale di nuova insorgenza era 0.728
(95% CI,,725-,711) e 0,744 (95% CI,
0,741-0,747) per i punteggi CHADS2 e
CHA2DS2-Vasc rispettivamente.
I punteggi CHADS2 e CHA2DS2-Vasc
sono direttamente associati con l’incidenza di fibrillazione atriale di nuova
insorgenza, e hanno una capacità di
previsione relativamente alta per l’insorgenza della fibrillazione atriale.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
di Aurelio Sessa
IL RUOLO DEL MEDICO
DI MEDICINA GENERALE (MA NON SOLO)
NELLA APPROPRIATEZZA
DELLA DIAGNOSI E DELLE CURE
Continua il dibattito, avviato sul precedente numero del Bollettino, sul tema dell’Appropriatezza
(Si rimanda all’Editoriale del Bollettino 1 l 2016 e al DM 9 Dicembre 2015 - Condizioni di erogabilità ed appropriatezza prescrittiva
delle prestazioni ambulatoriali)
I
n medicina appropriatezza significa combinare, negli interventi
sanitari, le migliori evidenze
scientifiche, considerare un
favorevole rapporto tra benefici
attesi e potenziali rischi, ed evitare
il sovrautilizzo e il sottoutilizzo
degli stessi.
Ciò vale per un accertamento
diagnostico, per una prescrizione
di un farmaco o per un intervento
chirurgico.
Il recente Decreto del Ministero
della Salute sull’Appropriatezza ha
suscitato tanto interesse portando prepotentemente alla ribalta
questo termine che è stato visto
più come uno strumento per conte
nere e frenare la spesa pubblica
che una modalità di operare che
dovrebbe sempre e comunque
ispirare ogni medico nella propria
attività quotidiana.
Secondo l’intenzione del Ministero
le politiche dell’appropriatezza
dovrebbero servire più a ridistribuire le risorse che a contenere la
spesa anche se l’elenco degli oltre
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
200 tra procedure e test diagnostici, accompagnati da vincoli
prescrittivi e conseguenti sanzioni per i medici inadempienti, ha
scatenato uno scontro non solo tra
la professione e le istituzioni ma
anche all’interno della professione
stessa.
Non bisogna dimenticare che l’appropriatezza prescrittiva dovrebbe
andare di pari passo con l’appro
priatezza organizzativa ovvero la
capacità del Sistema Sanitario di
erogare l’assistenza nel “posto
giusto” (ospedale, cure primarie,
domicilio), nel “momento giusto”
assegnando ai “professionisti
giusti” il loro ruolo e i loro compiti
in relazione ai reali bisogni dei
pazienti tenendo conto dei costi
necessari.
Qual è il vissuto dei medici di medicina generale (MMG) di fronte a
tale decreto? La lettura e il vissuto
sembra rivolto esclusivamente a
loro mentre il decreto è per tutti i
medici che operano sul territorio
nazionale, nessuno escluso. Da
qui anche la comunicazione che è
stata pronta e diffusiva tra i MMG
mentre non lo è stata altrettanto
tra i medici che operano nelle
strutture ospedaliere. D’altronde il
MMG è più esposto dal punto di
vista sanzionatorio rispetto ad un
medico che opera in un ospedale
che vive la professione in un contesto più protetto e di condivisione
con gli altri colleghi del reparto in
cui opera.
L’accoppiata appropriatezza prescrittiva (che ha contenuti culturali
e professionali) e i meccanismi
sanzionatori (che hanno invece
contenuti contrattuali e sindacali)
non ha permesso di cogliere e
condividere i valori dell’appropriatezza trasformando le buoni
intenzioni in cattive azioni come
ad esempio il fatto di rifiutarsi di
prescrivere indagini, specialmente
se suggerite dallo specialista non
conformi ai dettami del decreto,
innescando contenziosi tra gli
stessi professionisti.
25
“
DOVREBBE ANDARE DI PARI PASSO
CON L’APPROPRIATEZZA ORGANIZZATIVA
Nella stesura del decreto, non si
riesce a comprendere ad esempio
come siano stati coinvolti (o se
non lo siano stati) i medici che,
nella real life, vivono in prima persona con i proprio pazienti queste
problematiche.
Il dubbio sovviene nel momento in
cui la scelta è caduta, ad esempio,
sulle indagini di imaging (specialmente TC e RMN) mentre non
sono state considerate le indagini
endoscopiche (esofagogastroduodenoscopie e/o colonscopie) per
le quali non sono da meno eventu
ali inappropriatezze e i cui tempi
di attesa sono mediamente lunghi.
Ci si chiede inoltre come siano
state fatte le ricerche, come siano
state valutate e come siano state
selezionate le evidenze a supporto
di questi criteri di appropriatezza come è avvenuto e riportato
nelle note AIFA per i farmaci. Ci
si chiede ancora con quali criteri
siano state incluse alcune indagini
ematochimiche che hanno addirittura costi inferiori all’euro.
Ma tornando ai doveri e alle
responsabilità dei medici (di tutti i
medici) oggi non è più sufficiente
26
LE ASSOCIAZIONI
... L’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA
”
trincerarsi dietro alle azioni dettate da “scienza e coscienza” in
quanto ha sempre meno forza
l’individualità di un singolo medico
che opera all’interno di un Sistema
Sanitario Nazionale e alle grandi
e talvolta imbarazzanti variabilità
delle prescrizioni di fronte ad una
stessa patologia.
Non da ultimo, ma centrale, è la figura del cittadino-utente-paziente
da una parte bombardato da una
medicina sempre più tecnologica
ma che denuncia anche la scarsa umanizzazione della stessa.
Orbene il paziente non è in grado
di valutare le evidenze scientifiche
ma deve inevitabilmente riporre
la fiducia nei professionisti che
gestiscono i percorsi di salute
valutando tutti i rischi legati ad
una inappropriatezza prescrittiva o
addirittura ad una iperprescrizione.
Il paziente deve poter sviluppare
aspettative realistiche prendendo decisioni realmente informate
traducendosi anche ad un minor
ricorso alla medicina difensiva da
parte del medico. Ritengo che il
cittadino non debba temere per
conseguenze importanti per la
propria salute e riconoscere che,
se la prestazione è inappropriata,
è giusto che non sia sostenuta
dal Sistema Sanitario. Piuttosto
il decreto appropriatezza ha fatto
emergere due problemi fondamentali: la sostenibilità della sanità
pubblica e la credibilità della professione medica.
Se, come ha affermato il Ministero della Salute, le politiche
dell’appropriatezza non servono
a contenere la spesa sanitaria,
devono essere parimenti chiare
anche le politiche della ridistribuzione delle risorse implementando
anche quelle aree di sottoutilizzo
identificando in ogni area, come
è stato fatto per il sovrautilizzo, il
corrispettivo sottoutilizzo.
I tecnici e gli economisti devono
anche conoscere che una prestazione non può essere dicotomicamente definita appropriata o non
appropriata perché in medicina
esistono aree grigie dovute alle variabili della malattia e alla variabile
dei pazienti che sfuggono ad una
netta categorizzazione.
L’augurio è che tutti movimenti di
opinione volti ad una vera appropriatezza diano finalmente il
primato al ragionamento clinico,
troppo spesso soppiantato dal
credo della ipertecnologia che
vuole trasformare la Medicina in
una medicina fantascientifica e
una sanità infallibile.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
APA-ONLUS
AMICI PER L’AFRICA
Nell’ambito deII’ AssemIbea
annuaIe A. P. A. (Amici per l’Africa), onlus odontoiatrica, che si è
svolta a Borgo San Giusto (Empoli)
sabato 7 maggio, in appendice
all’ordine del giorno è stato eletto
iI nuovo Direttivo 2016-2018.
L’ APA-Onlus si occupa da anni di
progetti di sviluppo e formazione
ed è composto prevalentemente
da medici-dentisti, odontoiatri,
odontotecnici, igienisti dentaIi, che
da più di vent’anni operano nei
paesi a basso reddito e particolarmente in Africa. L’esecutivo
è composto dall’Odt. Giuseppe
Bondi di Empoli, Presidente eletto
all’unanimità, dal Dr. Renzo Cavicchi di Ferrara, Vicepresidente,
e da Cristina Cremona di Varese,
Segretaria.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Mentre i consigIieri sono: Dino
AzzaIin di Varese, Dr. GiancarIo
Nervi di Brescia, Dr. Luigi Zagaria
di Bari, Dr. Spartaco DainelIi di
Empoli, Dr.ssa Caterina Torniai
(igienista) di Firenze, Dr. Andrea
Rosso di Padova.
II programma del nuovo Direttivo
APA-Onlus è quello di rinforzare i
progetti APA attualmente esistenti
e si occuperà di invio volontari per
I’ individuazione del personale locale nelI’approvigionamento degli
studi dentistici nelle strutture sanitarie che si trovano in Kenya-Etiopia-Tanzania con iI termine
propositivo del lo Statuto APA,
che è quello di sostenere i progetti
dove la formazione del personale
sanitario abbiano la prevalenza su
tutto iI resto.
Si è altresì affermata la necessità
di una nuova campagna per la
motivazione e iI reperimento di
nuovi volontari e l’interazione e la
partnership del la FNOMCeO la
nostra federazione nazionale, e
altre ong come iI CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici
Missionari).
Informazioni:
Dino Azzalin 335.7160257
Giuseppe Bondi 348.0316103
27
LE ASSOCIAZIONI
ICEBERG NEWS
A cura di Marco Cambielli
AMLAV - ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO
CORSO DI FORMAZIONE
Nel mese di giugno si è tenuta la quarta
edizione del corso di formazione ECM
organizzato da AMLAV (associazione dei
medici del lavoro della provincia di Vare-
Curcumina e funzionalità cognitiva
Rainey-Smith SR, Brown BM, Sohrabi HR, Shah T, Goozee KG, Gupta VB, Martins RN
Br J Nutr. 2016 Apr 22:1-8. [Epub ahead of print]
performance cognitive dei soggetti che
assumevano l’estratto di curcumina
erano significativamente migliori rispetto a quelle dei soggetti del gruppo placebo. L’effetto di protezione del declino
cognitivo si attenuava però al termine
dei 12 mesi. Gli Autori sottolineano due
aspetti: la necessità di valutare i possibili effetti della curcumina per periodi
molto più lunghi e su soggetti più anziani, a maggior rischio di compromissione
della cognitività. Inoltre, suggeriscono
di includere nelle future valutazioni
anche i marcatori della demenza di
Alzheimer, per inquadrare l’efficacia
della curcumina nella modulazione dei
processi neurodegenerativi.
se) aperto a 30 iscritti, per un totale di 25
crediti. Sono stati tenuti 4 incontri nelle
date 6, 13, 20 e 27 giugno presso la sede
dell’ordine dei medici di Varese. Tra i temi
trattati, sempre con approccio pragma-
tico ed arricchiti da numerosi casi clinici,
l’ipoacusia da rumore e i relativi criteri
per la denuncia di malattia professionale,
l’esposizione a cancerogeni e fumo di
sigaretta, il particolato diesel, l’idoneità a
lavoro notturno e al lavoro in spazi confi-
nati, la compilazione telematica del primo
certificato di malattia professionale, il
medico competente e la privacy.
Si è ottenuto un grande consenso da
parte dei partecipanti.
28
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
È ormai continua la segnalazione di dati
sperimentali sui possibili benefici della
curcumina sulla funzionalità cognitiva.
Finora, però, i dati positivi ottenuti in
laboratorio non sono stati confermati in
modo evidente anche nell’uomo. Questo
studio longitudinale, invece, ha confrontato gli effetti dell’assunzione di un estratto di curcuma, con quelli di un preparato
placebo, in uomini e donne di età media
66 anni, autosufficienti, senza patologie
cardiovascolari o neurologiche che ne
compromettessero la capacità cognitiva
e lo svolgimento delle attività quotidiane.
L’estratto, che conteneva l’88% di
curcuminoidi (curcumina, bisdemetossicurcumina e demetossicurcumina)
ed era formulato in capsule, veniva
assunto dopo i pasti principali (500 mg
per 3 volte al giorno). I risultati hanno
mostrato che, nei primi sei mesi, le
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
29
ICEBERG NEWS
Da Nutrition-Foundation 13.05.2016
30
I risultati definitivi dello Studio LIZ, condotto da 200 medici di famiglia in tutta Italia, relativi al consumo
di zuccheri, pubblicati su “European Journal of Nutrition”
Le donne che vanno spesso in chiesa vivono più a lungo.
E si ammalano meno di cancro e di malattie cardiovascolari. Uno studio USA
I dati sono stati raccolti da 200 medici
di famiglia di 60 province da Nord a
Sud, che hanno visitato e intervistato
ciascuno 10 assistiti dai 18 anni in su
(scelti dagli elenchi ASL secondo un rigoroso protocollo di randomizzazione).
Lo studio, condotto nell’arco di un
anno, così da cogliere l’eventuale
variabilità stagionale di consumo, LIZ
(Liquidi e Zuccheri) conferma, con i
numeri pubblicati oggi, quanto emerso
dalle analisi preliminari, mettendo il luce
comportamenti complessivamente virtuosi da parte della popolazione adulta
italiana.
In sintesi:
●In entrambi i sessi, la modalità di assunzione è ben distribuita tra zuccheri
presenti nei singoli alimenti (frutta, latte,
yogurt), zuccheri presenti negli alimenti/
bevande confezionati, infine zuccheri
aggiunti per dolcificare (bevande calde,
spremute).
●Si può calcolare che, in media, la
popolazione esaminata dai 200 medici
di SIMG non ha ecceduto i livelli di assunzione di zuccheri indicati dai LARN
(Livelli di Assunzione di Riferimento di
Nutrienti ed energia per la popolazione
italiana - revisione 2014) e dalle
linee-guida OMS; ben il 94% degli uomini e delle donne è poi al di sotto
della soglia raccomandata dall’OMS
per gli zuccheri aggiunti (il 10% delle
calorie totali) ed oltre il 70% resta al di
sotto della percentuale più restrittiva,
oggi proposta dall’OMS stesso, pari al
5% delle calorie totali.
●La popolazione esaminata dallo
studio LIZ consuma frutta regolarmen-
Dal 1976 negli USA è in corso uno
studio su oltre 100.000 donne per vedere, nel corso degli anni, come le loro
modalità di vivere, alimentazione, stili
di vita, comportamenti sociali, avessero
un impatto sulla loro sopravvivenza e
sulla comparsa di malattie. Lo studio si
chiama Nurses’ Health Study.
Nel maggio 2016 sono stati pubblicati
su JAMA Internal Medicine, (Published
online May 16, 2016. doi:10.1001/
jamainternmed.2016.1615) alcuni
dati, relativi ad un grande gruppo fra le
donne partecipanti, che hanno suscitato grande clamore soprattutto perché il
numero delle persone seguite è molto
alto ed i dati hanno per questo motivo
una notevole rilevanza scientifica.
Tyler J. Vander Weele della Harvard
T.H. Chan School of Public, USA e
colleghi hanno valutato il rapporto tra
la frequentazione di funzioni religiose
e la mortalità in un gruppo di donne,
utilizzando le risposte raccolte attraverso un questionario iniziale, seguendole
per 16 anni e raccogliendo i dati con
un nuovo questionario nel 2012. I dati
sono stati elaborati negli anni successivi. La maggior parte delle partecipanti
a questo studio era di religione cattolica
o protestante.
Tra le 74.534 donne che nel 1996 avevano risposto al questionario, 14.158
hanno riferito di andare in chiesa più di
una volta a settimana, 30.410 una volta
a settimana, 12.103 meno di una volta a
settimana e 17.872 di non andarci mai.
Le più assidue frequentatrici di servizi
religiosi mostravano in generale meno
sintomi depressivi ed erano più spesso
te, anche se in quantità inferiori alle
raccomandazioni delle Linee Guida.
●Di ogni soggetto incluso nello studio
LIZ, i medici hanno rilevato peso, altezza, BMI (Indice di Massa Corporea) e
girovita. Il dato relativo al BMI conferma
come uomini e donne dello studio siano
in lieve sovrappeso, in accordo con i
rilievi ISTAT.
È stata perciò verificata l’assenza di
correlazione tra assunzione di zuccheri
totali e rischio di sovrappeso o di valori
elevati di circonferenza addominale
nella popolazione in studio.
Questi dati suggeriscono l’opportunità
di condurre, proprio a partire da un
campione così ben caratterizzato come
quello dello studio LIZ, studi prospettici che seguano, nell’arco di più anni,
l’evoluzione delle abitudini, dei consumi
e della salute. In questo modo sarebbe
possibile evidenziare i fattori che, nel
tempo, contribuiscono maggiormente
alla genesi e all’evoluzione di sovrappeso e obesità nella popolazione adulta
italiana.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
sposate e non fumatrici.
In questo gruppo di donne nel corso
dei 16 anni di controllo si sono registrati 13.537 decessi, tra i quali 2.721
per malattie cardiovascolari e 4.479
per cancro. È da notare che le grandi frequentatrici di funzioni religiose
hanno presentato un rischio di mortalità ridotto del 33% durante i 16 anni
di studio, rispetto a quelle che non
mettevano mai piede in chiesa. Quelle
che frequentavano la chiesa una volta
a settimana hanno visto il loro rischio
di mortalità ridursi del 26%, mentre le
frequentatrici meno assidue potevano
contare comunque su una riduzione di
mortalità del 13%.
Lo studio suggerisce dunque che chi
partecipa a funzioni religiose più di una
volta a settimana, presenta un rischio di
morire per cause cardiovascolari e per
tumori ridotti rispettivamente del 27%
e del 21%, rispetto a quelle che non
vanno mai in chiesa. Secondo gli autori un importante contributo a questa
riduzione di mortalità va ricercato nella
minor presenza di sintomi depressivi, in
un maggior ottimismo di fondo, in una
meno frequente abitudine al fumo e nel
poter contare su un supporto sociale.
La maggior parte delle partecipanti
erano cristiane, bianche, tutte lavoravano come infermiere e potevano contare
dunque su un buon salario e su un bagaglio di conoscenze che predisponeva
ad uno stile di vita salutare.
“Religione e spiritualità – riflettono gli
autori - possono rappresentare una
risorsa per la salute, che i medici non
hanno ancora sufficientemente valorizzato e tenuto in considerazione e che
forse merita di essere esplorata con i
propri pazienti, ove possibile”.
La ricerca ha meritato un articolo di
commento , un editoriale, sullo stesso
numero della rivista.
Dan German Blazer del Duke University
Medical Center, Durham (USA) evidenzia la presenza di una chiara e piuttosto
forte associazione tra la frequentazione di funzioni religiose e una ridotta
mortalità nel corso di 16 anni di studio
in questo sottogruppo del Nurses’
Health Study. “L’associazione statistica
emersa da questa analisi – ammette
l’editorialista - è decisamente solida e
importante; non è possibile ignorarla e di
certo merita di essere indagata a fondo”.
31
FNOMCEO
COMUNICAZIONE DEL 03.02.2016
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE DEL PERSONALE SANITARIO
Si trasmette lo stampato ufficiale
del disegno di legge n. 2224 recante
“Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale
sanitario”.
Il provvedimento, approvato nella
seduta del 28 gennaio 2016 dall’Assemblea della Camera dei Deputati,
passa ora all’esame del Senato.
Si rileva che in linea di massima il testo
sulla responsabilità professionale del
personale sanitario, che l’Assemblea
della Camera dei Deputati ha licenziato, è globalmente positivo perché con
esso si è cercato finalmente di dare
un assetto normativo di riferimento ad
una materia che in questi anni, per le
dimensioni del contenzioso, ha assunto
una rilevanza sempre più importante.
Il provvedimento, che si compone di 18
articoli, disciplina tra l’altro i temi della
sicurezza delle cure e del rischio sanitario, della responsabilità dell’esercente
della professione sanitaria e della
struttura sanitaria pubblica o privata, le
modalità e caratteristiche dei procedimenti giudiziari aventi ad oggetto la
responsabilità sanitaria, l’obbligo di
assicurazione e l’istituzione del Fondo
di garanzia per i soggetti danneggiati
da responsabilità sanitaria.
In particolare l’articolo 5 (Buone pratiche clinicoassistenziali e raccomandazioni previste dalle linee guida)
prevede che gli esercenti le professioni
sanitarie nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive,
diagnostiche, terapeutiche e riabilitative
32
si attengono, salve le specificità del
caso concreto, alle buone pratiche
clinico-assistenziali ed alle raccomandazioni previste dalle linee guida
elaborate dalle società scientifiche
iscritte in apposito elenco istituito
e regolamentato con decreto del
Ministro della Salute, da emanare
entro centottanta giorni dalla data di
entrata in vigore della legge.
Con riferimento all’art. 5 si trasmette la
nota trasmessa al Ministro della Salute,
On. Beatrice Lorenzin, con le relative
osservazioni di questa Federazione. In
particolare dove si fa riferimento a
“linee guida elaborate dalle società
scientifiche iscritte in apposito
elenco istituito e regolamentato con
Decreto del Ministero della Salute”,
si ritiene che l’entrata in vigore e la
cogenza di tali indicazioni di comportamento professionale, che assumeranno una fondamentale valenza
nella definizione della colpa grave del
medico e che, conseguentemente,
renderanno qualitativamente omogenei i comportamenti dei professionisti, necessitino di un processo di
validazione ad opera di un soggetto
terzo indipendente, diverso dalle
società scientifiche che, a pieno
titolo, sono chiamate a formulare le
proposte.
L’art 6 (Responsabilità penale dell’esercente la professione sanitaria)
introduce nel codice penale il nuovo
articolo 590 ter, disciplinante la responsabilità colposa per morte o per
lesioni personali in ambito sanitario.
Esso prevede che “l’esercente la professione sanitaria che, nello svolgimento della propria attività, cagiona a
causa di imperizia la morte o la lesione
personale della persona assistita
risponde dei reati di cui agli articoli 589
e 590 solo in caso di colpa grave. Agli
effetti di quanto previsto dal primo
comma, è esclusa la colpa grave
quando, salve le rilevanti specificità
del caso concreto, sono rispettate le
buone pratiche clinicoassistenziali
e le raccomandazioni previste dalle
linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge”. Di fatto i medici
non saranno più perseguibili penalmente se il loro comportamento sarà stato
consono all’arte medica e conforme alle
linee guida.
L’articolo 7 (Responsabilità della
struttura e dell’esercente la professione sanitaria per inadempimento
della prestazione sanitaria) dispone
invece che la struttura sanitaria pubblica o privata che nell’adempimento
della propria obbligazione si avvalga
dell’opera di esercenti la professione
sanitaria, anche se scelti dal paziente e
anche se non dipendenti dalla struttura,
risponde delle loro condotte dolose e colpose ai sensi degli articoli
1218 (Responsabilità del debitore) e
1228 (Responsabilità per fatto degli
ausiliari) del codice civile. Tale disposizione si applica anche alle prestazioni
sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria, ovvero in regime
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
di convenzione con il Servizio sanitario nazionale, nonché attraverso la
telemedicina. In ogni caso l’esercente
la professione sanitaria risponde ai
sensi dell’articolo 2043 del codice
civile. Viene quindi previsto un regime di doppia responsabilità civile,
qualificato come responsabilità contrattuale per la struttura - con onere
della prova a carico della struttura
stessa e termine di prescrizione di
dieci anni - ed extracontrattuale per
l’esercente la professione sanitaria,
con onere della prova a carico del
soggetto che si ritiene leso e termine
di prescrizione di cinque anni. Pertanto la distinzione fra la responsabilità
contrattuale della struttura sanitaria
pubblica o privata e quella extracontrattuale del medico che esercita la
professione nell’ambito di una struttura
pubblica, privata o in rapporto convenziona le è uno dei cardini del testo
approvato dalla Camera dei Deputati.
Dall’esame dell’articolo 7 emerge,
tuttavia, che agl i esercenti delle professioni mediche in regime di libero
attività professionale si continua ad
applicare il regime della responsabilità contrattuale.
L’articolo 9 (Azione di rivalsa) reca
un’ulteriore disposizione, a completamento del nuovo regime della responsabilità sanitaria.
Esso prevede che l’azione di rivalsa
della struttura sanitaria nei confronti dell’esercente la professione
sanitaria possa essere esercitata
solo in caso di dolo o colpa grave
di quest’ultimo. La decisione pronunciata nel giudizio promosso contro la
struttura sanitaria o sociosanitaria o la
compagnia assicuratrice non fa stato
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
nel giudizio di rivalsa se l’esercente la
professione sanitaria non è stato parte
del giudizio. In caso di accoglimento
della domanda proposta dal danneggiato nei confronti della struttura
sanitaria pubblica, l’azione di rivalsa nei
confronti dell’esercente la professione
sanitaria deve essere esercitata innanzi
al giudice ordinario ed è esclusa la
giurisdizione della Corte dei Conti. La
misura della rivalsa, in caso di colpa
grave, non può superare una somma
pari al triplo della retribuzione lorda
annua. Per i tre anni successivi al
passaggio in giudicato della decisione di accoglimento della domanda
di rivalsa, l’esercente la professione
sanitaria, nell’ambito delle strutture
sanitarie o sociosanitarie pubbliche,
non può essere preposto ad incarichi professionali superiori rispetto
a quelli ricoperti né può partecipare
a pubblici concorsi per incarichi
superiori. In caso di accoglimento della
domanda proposta dal danneggiato
nei confronti della struttura sanitaria
privata, la misura della rivalsa analogamente a quanto previsto per la struttura
pubblica, in caso di colpa grave, non
può superare una somma pari al triplo
della retribuzione lorda annua.
Infine l’articolo 10 (obbligo di assicurazione) pone l’obbligo di assicurazione a carico delle aziende del
Servizio sanitario nazional.e, delle
strutture e degli enti privati che erogano prestazioni sanitarie a favore di
terzi per danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante
presso l’azienda, la struttura o l’ente.
In tale obbligo sono comprese anche le
prestazioni sanitarie svolte in regime di
libera professione intramuraria, ovvero
attraverso la telemedicina.
L’obbligo di assicurazione è altresì
contemplato per i liberi professionisti in ambito sanitario nonché per
coloro che operano a qualunque
titolo presso strutture pubbliche o
private, al fine di rendere effettiva
l’azione di rivalsa di cui all’art. 9. Il
comma 5 dispone che “con decreto
da emanare entro novanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente
legge, il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della
salute, definisce i criteri e le modalità
per lo svolgimento delle funzioni di
vigilanza e controllo esercitate dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni
(IVASS) sulle imprese di assicurazione
che intendano stipulare polizze con le
aziende, le strutture e gli enti di cui al
comma 1 e con gli esercenti la professione sanitaria”. Il comma 6 prevede
che “con decreto del Ministro dello
sviluppo economico, di concerto con
il Ministro della salute e con il Ministro
dell’economia e delle finanze, sentiti
l’IVASS, l’Associazione nazionale fra le
imprese assicuratrici (ANIA), la Federazione nazionale degli ordini dei medici
chirurghi e degli odontoiatri, le Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi
delle professioni sanitarie e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle categorie professionali
interessate, nonché le associazioni di
tutela dei pazienti, sono determinati i
requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e per
gli esercenti le professioni sanitarie”.
33
FNOMCEO
COMUNICAZIONE DEL 17.02.2016
NOTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE
“TUTELA PER IL TRATTAMENTO DEI DATI SANITARI NELL’AMBITO DELLA C. D. DICHIARAZIONE
PRECOMPILATA - CHIARIMENTI GARANTE PER PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”.
Si trasmette per oppotiuna conoscenza la nota inviata dal Ministero della
Salute recante “Tutela per il trattamento
dei dati sanitari nell’ambito della c.d.
dichiarazione precompilata - Chiarimenti Garante per Protezione dei dati
personali”.
L’Autorità Garante per la Protezione dei
dati personali ha ribadito nel comunicato pubblicato, le modalità di esercizio
del dissenso al trattamento dei propri
dati ai fini della precompilazione da
parte della Agenzia delle Entrate del
modello 730 precompilato.
Per l’anno 2015 il dissenso potrà essere
espresso dai cittadini di età maggiore di
16 anni tramite i canall messi a disposizione dall’Agenzia e, in μarticolare:
servizio telefonico dedicato, indirizzo
di posta elettronica dedicato, accesso
tramite il canale telefisco o recandosi
presso la sede dell’Agenzia delle Entra-
ISTITUZIONE DEL POLO UNICO DELLA MEDICINA FISCALE
te territorialmente competente.
Il dissenso , anche relativo ad una
singola spesa, potrà essere espresso
da ciascun cittadino nei modi sopra
indicati a partire dal 10 febbraio 2016 e
fino al 09 marzo 2016.
Tale procedura sarà seguita solo per
l’anno cli frnposta 2015. Per le spese
sostenute a partire dal 1° gennaio
2016, l’assistito può opporsi alla trasmissione dei dati relativi alla singola
prestazione al momento dell’erogazione della stessa chiedendo oralmente
al medico, o alla struttura sanitaria,
l’annotazione dell’opposizione sul
documento fiscale. L’informazione
di tale opposizione deve essere conservata anche dal medico/struttura
sanitaria.
COMUNICAZIONE DEL 13.04.2016
CAMERA DEI DEPUTATI - COMMISSIONE AFFARI SOCIALI
AUDIZIONE DELLA FNOMCEO SULLE PROPOSTE DI LEGGE RECANTI “NORME IN MATERIA DI CONSENSO
INFORMATO E DI DICHIARAZIONI DI VOLONTÀ ANTICIPATE NEI TRATTAMENTI SANITARI”
Si comunica che nella seduta della
Commissione Affari Sociali dell’11
aprile 2016, all’interno dell’indagine
conoscitiva nell’ambito dell’esame delle
proposte di legge recanti “Norme in
materia di consenso informato e di
dichiarazioni di volontà anticipate
nei trattamenti sanitari”, si è svolta l’audizione di rappresentanti della
FNOMCeO.
34
In particolare è stata depositata ed illustrata a cura del Dott. Maurizio Scassala alla Commissione Affari Sociali della
Camera dei Deputati la relazione elaborata dalla Federazione, anche tenendo
in considerazione gli indirizzi che sono
già stati espressi in passato in ambito
istituzionale, in riferimento ai diversi
progetti di legge in discussione in
materia di dichiarazioni di volontà anti-
COMUNICAZIONE DEL 04.05.2016
cipate nei trattamenti sanitari.
La relazione, che ha suscitato vasta
eco sulla stampa di settore, è stata resa
disponibile in seguito all’audizione sul
portale FNOMCeO.
Audizione della Federazione Nazionale
degli Oridini dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
NOTA INVIATA DAL PRESIDENTE FNOMCeO ROBERTA CHERVESANI
AI MINISTRI MARIANNA MADIA E GIULIANO POLETTI
Illustri Ministri,
facendo seguito alle note del 16 dicembre 2015 e dell’8 febbraio 2016, si sottolinea che con l’articolo 17, comma 1, lettera I), della legge 7 agosto 2015, n.
124, si stabilisce la riorganizzazione delle funzioni in materia di accertamento
medico-legale sulle assenze dal servizio per malattia dei dipendenti pubblici
al fine di garantire l’effettività del controllo, con attribuzione all’Istituto nazionale della previdenza sociale della relativa competenza e delle risorse attualmente impiegate dalle amministrazioni pubbliche per l’effettuazione degli
accertamenti .
La revisione di spesa sui controlli inerenti agli accertamenti sanitari
per verificare lo stato di salute dei dipendenti assenti per malattia, motivata dai tagli imposti dalla spending review, ha fatto degenerare la situazione lavorativa dei medici fiscali lnps da stabile a totale precarietà.
Il Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, Franca BIONDELLI, intervenuta in Commissione Lavoro, Previdenza
Sociale del Senato il 26 gennaio 2016, rispondendo all’interrogazione n. 3-02435 sulla base degli elementi informativi acquisti
dall’INPS, ha rilevato che l’80 per cento dei medici effettua circa 20 visite mensili.
La FNOMCeO ritiene che si debba procedere alla stabilizzazione dei 1.300 medici attualmente in grave sofferenza economica con un contratto convenzionato, al pari di altre convenzioni esistenti nell’ambito del SSN, a tempo pieno
ed indeterminato, a quota oraria, con relative tutele e diritti sindacali che possa sottrarre alla precarietà i medici di controllo.
A tal proposito si rileva che nella seduta dell’Assemblea del Senato della Repubblica del 4 agosto 2015 durante l’esame
del ddi 1577-B reca nte “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” é stato accolto dal
Governo un ordine del giorno G17.1 (testo 2) sui medic i fiscali che impegna il Governo a valutare l’opportunità di instaurare un
rapporto di lavoro di tipo convenzionale con stabilità di incarico tra l’INPS ed i medici iscritti nelle liste speciali.
Questa Federazione chiede inoltre che i fondi derivanti dall’introduzione del Polo unico della medicina fiscale
siano destinati unicamente a tale scopo.
La FNOMCeO evidenzia che la consistente riduzione delle visite richieste d’ufficio non consente un efficace ed efficiente controllo dell’assenteismo ed inoltre potrebbe essere causa di un incremento delle spese per indennità di malattia, quindi a
carico della finanza pubblica; gli obiettivi delle visite fiscali di controllo, difatti, sono tra l’altro tre: azione deterrente sull’assente
ismo; sanzioni per assenze non giustificate e conseguente riduzione dell’indennizzo di malattia erogato dall’Inps; riduzione dei
giorni di prognosi e/o chiusura a termine della malattia con impossibilità di continuazione della malattia da parte del lavorato re.
In conclusione questa Federazione, quale Ente pubblico esponenziale di tutta la categoria professionale medica, sollecita l’emanazione del decreto legislativo previsto dall’art. 17 della legge n. 124/15 e chiede che vengano pienamente recepiti,
nell’emanando decreto legislativo attuativo della legge delega e nella successiva normativa di dettaglio, i princìpi e criteri direttivi
individuati dalla delega conferita al Governo, i quali prevedono il prioritario ricorso alle liste di cui all’articolo 4, comma 10-bis, del
decreto-legge n. 101 del 2013, convertito dalla legge n. 125 del 2013, come modificato dall’articolo 1, comma 340, della legge
n. 147 del 2013 per lo svolgimento delle attività di medicina fiscale presso l’lnps.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
35
FNOMCEO
COMUNICAZIONE DEL 06.05.2016
MEDICI DIPENDENTI INPS
SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ LIBERO-PROFESSIONALE AL DI FUORI DELL’ORARIO DI LAVORO
NOTA INVIATA DAL PRESIDENTE FNOMCeO ROBERTA CHERVESANI AL PRESIDENTE DELL’INPS PROF. TITO BOERI (NELLA FOTO)
Illustre Professore,
i medici dipendenti degli Enti Previdenziali risultano equiparati ai medici dipendenti
del Servizio Sanitario Nazionale ai sensi dell’art. 13 della Legge 12/06/1984, n. 222
(Personale medico degli enti previdenziali), tuttora vigente e mai abrogato che, in applicazione di quanto già previsto dall’ultimo comma dell’art. 75 L.833/78 (“Istituzione
del servizio sanitario nazionale”), testualmente dispone che “al personale medico
degli enti previdenziali si applicano integralmente gli istituti normativi previsti per i
medici dalle norme di cui di cui all’art. 47 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 (poi
disciplinati con il DPR 761/1979, “Disciplina dello stato giuridico del personale delle
unità sanitarie locali”).
Di fatto i medici dipendenti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale
hanno sempre svelto attività libero-professionale al di fuori dell’orario di lavoro.
Si rileva che l’INPS con la circolare n. 159 del 31 luglio 1986 ha istituito a
suo tempo il “ruolo sanitario” nell’Ente affermando che “al personale medico dell’INPS si applicano, per gli istituti normativi di
cui ai successivi punti della deliberazione stessa, le disposizioni vigenti per il personale delle Unità Sanitarie Locali” e che, successivamente, in attuazione dei decreti legislativi n. 502/1992 e n. 517 /1993 ha trasformato, con la deliberazione del Consiglio
di Amministraz ione n. 1146 del 29/7/1997, l’assetto funzionale del personale medico legale nei due livelli di dirigenza medica,
provvedendo poi con la deliberazione CdA n. 1724 del 16/12/1997 al concreto inquadramento del personale medico nelle fasce
funzionali.
Relativamente poi alla “libera professione medica”, innumerevoli sono i riferimenti contenuti nelle circolari e nei messaggi interni dell’Istituto. Tra i principali si ricorda la circolare n. 158/1990 sull’attività libero professionale e relative caratteristiche e la circolare n. 162/1994 sull’esercizio dell’attività libero professionale all’interno delle strutture dell’Istituto, nonché i msg.
595/1997, 20437/1998 e 24793/1998 sull’opzione tra intramoenia ed extramoenia ai sensi della Legge 662/1996.
Analogamente, la libera professione medica è sempre stata prevista dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di area
dirigenziale degli Enti Pubblici Non Economici:
- Art. 94 del CCNL 1994-1997 ed Accordo attuativo dell’Art. 94 del 14/04/1997
- Art.39 del CCNL 1998-2001
- Art. 80 del CCNL 2002-2005
- Art. 35 del CCNL 2006-2009
e dai Contratti Collettivi Nazionali Integrativi di Ente
- tra gli ultimi, riguardo all’attività intramoenia, gli artt. 13 e 14 del CCNI 2011.
Si rileva però che l’INPS con circolare n. 62 del 16 maggio 2014 recante “ Modifiche al Regolamento recante la “Disciplina delle
incompatibilità e delle autorizzazioni a svolgere attività esterne all’ufficio per i dipendenti dell’INPS, ai sensi dell’art. 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 “- Determinazione commissariale n. 19 del 6 marzo 2014 - Istruzioni operative dipendenti
inquadrati nell’Area medica” ha inteso estendere ai medici la determinazione del Commissario Straordinario n. 19 del 6/312014
(circ. 37 del 24/3/2014), che disciplinava le consuete incompatibilità previste dall’art. 53 del D.Lgs. 165/2001 in tema di “attività
36
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
extra ufficio autorizzata”, istituto giuridico regolamentato dai commi 7-13 dell’art. 53 del D.Lgs. 165/2001 e quindi materia di
“Anagrafe delle Prestazioni”, creando quindi un blocco all’esercizio della libera professione medica.
La FNOMCeO, quale Ente esponenziale di tutta la categoria professionale medica, rileva che tutto ciò sembrerebbe
porsi in evidente contrasto con il comma 6 dell’art. 53 del D.Lgs. 165/01, ove è chiaramente esplicitato che i commi 7-13 non
si applicano ad alcune categorie di dipendenti pubblici tra cui “altre categorie di dipendenti pubblici ai quali è consentito da
disposizioni speciali lo svolgimento di attività libero professionali”; al riguardo si evidenzia che la normativa sulla prevenzione e
repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione del biennio 2012-2013 non ha modificato in nulla il
comma 6 dell’art. 53 del D.Lgs. 165/2001. Questa Federazione evidenzia, quindi, che le disposizioni della suddetta circolare risultano essere, di fatto, gravemente limitanti dei diritti e delle prerogative del personale medico dell’INPS rispetto all’esplicazione
della professione medica, che è invece riconosciuta e garantita a tutti i medici che operano nell’ampio e variegato ambito della
medicina pubblica.
Pertanto, stante quanto suesposto, la FNOMCeO ritiene che ai medici dell’Istituto, che hanno sempre avuto “ riconosciuta”
negli anni passati la “libera professione”, si dovrebbe quindi continuare ad applicare la deroga prevista dal comma 6 del D.Lgs.
165/2001, quale “disposizione speciale” (“lex specialis derogat generali”) per lo svolgimento dell’attività libero-professionale,
considerato che la libera professione medica è stata sempre prevista fin dall’art. 13 della L. 222/84 (mai abrogato) e poi a seguire
in tutti i richiami presenti nelle circolari dell’Istituto prima del 2014 nonché nei C.C.N.L. e nei C.C.N.I.
A tal fine si sollecita l’intervento autorevole della S .V.
COMUNICAZIONE DEL 11.05.2016
APPLICAZIONE DELLE DISPOSIZIONI PREVISTE DALL’ART. 14 DEL D. LGS. N. 159/2015
“MISURE PER LA SEMPLIFICAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI RISCOSSIONE,
IN ATTUAZIONE DELL’ART. 3, COMMA 1, LETTERA A). DELLA LEGGE 11 MARZO 2014 N.23”
Si ritiene opportuno pubblicare la nota
inviata in data 10 maggio 2016 dal
Ministero dello Sviluppo Economico alla
Federazione.
Si ricorda che questa Federazione ha
proceduto, per conto degli Ordini provinciali che hanno formulato espressa
delega, ad automatizzare il processo di
aggiornamento, con cadenza quotidiana, dell’invio dei dati degli indirizzi PEC
dei professionisti iscritti all’Albo risultanti dal flusso informatico (progetto
congiunto FNOMCeO-ENPAM) acquisiti
nel Database nazionale.
NOTA INVIATA DAL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO ALLA FEDERAZIONE: APPLICAZIONE DELLE DISPOSIZIONI
PREVISTE DALL’ART. 14 DEL D. LGS. N. 159/2015
“MISURE PER LA SEMPLIFICAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI RISCOSSIONE, IN ATTUAZIONE
DELL’ARTICOLO 3, COMMA 1, LETTERA A), DELLA LEGGE 11 MARZO 2014, N. 23”
Si fa riferimento alle disposizioni contenute nell’art. 14 della norma in oggetto,
che di seguito si riportano:
“1. Al fine di potenziare la diffusione
dell’utilizzo della posta elettronica
certificata nell’ambito delle procedure
di notifica, nell’ottica del massimo effiBollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
cientamento operativo, della riduzione
dei costi amministrativi e della tempestiva conoscibilità degli atti da parte del
contribuente, all’articolo 26 del decreto
del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, il secondo comma
è sostituito dal seguente: “La notifica
della cartella può essere eseguita,
con le modalità di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 11 febbraio
2005, n. 68, a mezzo posta elettronica
certificata, all’indirizzo risultante dagli
elenchi a tal fine previsti dalla legge. Nel caso di imprese individuali o
37
FNOMCEO
costituite in forma societaria, nonché di
professionisti iscritti in albi o elenchi, la
notifica avviene esclusivamente con tali
modalità, all’indirizzo risultante dall’indice nazionale degli indirizzi di posta
elettronica certificata (INI-PEC).
All’Agente della riscossione è consentita la consultazione telematica e
l’estrazione, anche in forma massiva,
di tali indirizzi. Non si applica l’articolo
149-bis del codice di procedura civile.
Se l’indirizzo di posta elettronica del
destinatario non risulta valido e attivo,
la notificazione deve eseguirsi, mediante deposito dell’atto presso gli uffici
della Camera di Commercio competente per territorio e pubblicazione del
relativo avviso sul sito informatico della
medesima, dandone notizia allo stesso
destinatario per raccomandata con
avviso di ricevimento, senza ulteriori
adempimenti a carico dell’agente della
riscossione ...”.
2. Per assicurare alla Camere di Commercio i tempi tecnici necessari per
l’adempimento delle nuove previsioni,
le disposizioni modificative di cui al
comma 1, si applicano alle notifiche
effettuate a decorrere dal 1° giugno
2016 ...”.
Stante quanto esposto, è opportuno
38
rimarcare come sia appunto necessario
che all’Agente della riscossione venga
consentita, a partire dal 1° giugno p.v.,
la consultazione telematica e l’estrazione, anche in forma massiva, degli
indirizzi di posta di professionisti iscritti
in albi o elenchi, risultanti dall’indice
nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC), tenuto conto
che da tale data la notifica delle cartelle
esattoriali ai predetti soggetti avverrà
esclusivamente con tale modalità.
Tutto ciò premesso, si deve rilevare
che ad oltre tre anni dall’istituzione
presso questo Ministero del predetto
indice nazionale degli indirizzi di posta
elettronica certificata (INI-PEC), nonché
dall’emanazione del decreto ministeriale con il quale sono state stabilite le
regole secondo cui gli ordini e collegi
dovevano alimentare, con cadenza
prima mensile e poi quotidiana, l’indice
medesimo, si riscontra a tutt’oggi un’incompleta adesione da parte di taluni di
essi - nazionali o territoriali - all’obbligo
in questione, tenuto conto che:
a)non provvedono da molto tempo ad
effettuare l’invio degli aggiornamenti
all’Ini - Pec, ovvero a confermare
l’assenza di aggiornamenti degli
indirizzi pec di propria competenza;
b)alcuni dei loro professionisti, iscritti
nell’ Ini - Pec per una determinata
categoria professionale, risultano
facenti parte di ordini o collegi territoriali diversi.
Tanto si comunica a codeste Federazioni e Consigli nazionali affinché, in sede
di vigilanza sugli ordini e collegi, vogliano invitare i medesimi a corrispondere
all’implementazione dell’INI - PEC, nelle
forme previste dalla legge e dal decreto
ministeriale attuativo in questione; ricordandosi in proposito quanto disposto
dall’ art. 16, comma 7- bis del D. L.
n. 185/2008, secondo cui “L’omessa
pubblicazione dell’elenco riservato
previsto dal comma 7, ovvero il rifiuto
reiterato di comunicare alle pubbliche
amministrazioni i dati previsti dal medesimo comma, costituiscono motivo di
scioglimento e di commissariamento del
collegio o dell’ordine inadempiente.”.
Per quanto concerne, poi, le modalità
e le forme con cui gli ordini ed i collegi in questione devono comunicare ed
aggiornare gli indirizzi di posta elettronica relativi ai professionisti di propria
competenza, si rimanda alle disposizioni contenute nel Decreto di questo
Ministero del 19 marzo 2013, alle
istruzioni disponibili nel portale web
www.inipecgov.it (sezione professionisti), nonché al servizio di assistenza e
supporto all’ INI-PEC, raggiungibile alla
casella mail [email protected].
Infine, si fa presente che lo scrivente
ha provveduto ad informare di quanto precede i vigilanti Ministeri della
Salute, della Giustizia, dell’Economia e
Finanze, del Lavoro, nonché l’Agenzia
delle Dogane, per quanto di rispettiva
competenza.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
COMUNICAZIONE DEL 18.05.2016
NOTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE CONCERNENTE L’AVVISO DI CONTRAFFAZIONE
DEI DISPOSITIVI MEDICI “PROTESI TIMPANICHE TAP” AUDIO TECHOLOGIES.
La Direzione Generale
dei Dispositivi Medici
e del Servizio Farmaceutico, informata dello
stesso fabbricante, è venuta a conoscenza della
presenza sul mercato
turco di un dispositivo
medico contraffatto:
PROTESI TIMPANICHE MODELLO ‘’TAP” AUDIO
TECHNOLOGIES TAP
07.63.
Pur non avendo ricevuto
segnalazioni relative alla
presenza di tali dispositivi contraffatti sul
territorio naziona le, la
Direzione Generale emana raccomandazioni a
tutti gli operatori sanitari
e distributori del settore
operanti sul territorio
Italiano.
In seguito anche ad
accertamenti presso il
fabbricante, eseguiti dal
Comando dei Carabinieri per la tutela
della salute, è emerso che la protesi
contraffatta è palesemente diversa, nella geometria e nelle soluzioni costruttive dalla protesi TAP 07.63 originale,
essendo quest’ultima costituita da un
pezzo unico a differenza di quella contraffatta costituita da due pezzi (testina
e gambo).
I predetti dispositivi contraffatti differiscono dall’originale anche nel confezioBollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
namento.
Potrebbe risultare applicata un’etichettatura adesiva non coerente con la sottostante. Per valutare le differenze fra i
dispositivi originali e quelli contraffatti si
rimanda all’avviso di sicurezza emanato
dal fabbricante e pubblicato sul portale
del Ministero della Salute, nella sezione
degli avvisi di sicurezza dei dispositivi
medici.
Da informazioni attualmente in possesso, risulta che il fabbricante AUDIO TECHNOLOGIES, è estraneo all’evento ed
ha già informato dell’accaduto i propri
utilizzatori nazionali ed esteri.
La suddetta grave violazione della legislazione vigente sui Dispositivi Medici
espone il paziente a potenziali rischi per
la salute per cui SI RACCOMANDA DI
NON UTILIZZARE DISPOSITIVI POTENZIALMENTE CONTRAFFATTI.
39
FNOMCEO
Raccomandazioni della Direzione
Generale:
Tutti gli Operatori Sanitari e i Distributori
coinvolti nella gestione del dispositivo
medico PROTESI “TIMPANICHE MODELLO ‘’TAP” AUDIO TECHNOLOGIES
n° ref TAP 07.63 devono controllare
che il prodotto di cui sono in possesso
sia originale verificando l’etichettatura
relativa al confezionamento primario e
secondario nonché il contenuto.
In presenza del prodotto contraffatto
si raccomanda di non utilizzarlo o di
sospenderne immediatamente l’utilizzo.
Azioni:
- Tutti gli Operatori Sanitari e i Distributori devono prontamente isolare i
prodotti contraffatti e darne immediata
comunicazione alla Direzione Generale
dei Dispositivi Medici e del Servizio
Farmaceutico del Ministero della Salute
e al Nucleo NAS territorialmente competente;
- Ai sensi dell’art.13-ter del D.Lgs
46/97, si dispone che i Carabinieri per la
Tutela della Salute provvedano a porre
sotto sequestro i dispositivi individuati
come contraffatti;
- Gli USMAF del Ministero della Salute
provvederanno a dare attuazione ai
contenuti del la presente nota per gli
aspetti di propria competenza.
COMUNICAZIONE DEL 01.06.2016
CIRCOLARE AGENZIA DELLE ENTRATE N. 20/16 - IRAP MEDICI
Note:
Si precisa che il Dispositivo Medico
PROTESI TIMPANICHE MODELLO
“TAP” AUDIO TECHNOLOGIES, TAP
07.63, risulta regolarmente iscritto nella
Banca Dati del Ministero della Salute,
a nome del fabbricante AUDIO TECHNOLOGIES sede Via dell’Artigianato, 8
- Gussolengo (Piacenza).
COMUNICAZIONE DEL 01.06.2016
LEGGE N. 89/16
CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 29 MARZO 2016, N. 42, RECANTE
DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA SCOLASTICO E DELLA RICERCA
Si ritiene opportuno segnalare che sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana n.124 del 28-5-2016 è stata
pubblicata la legge 26 maggio 2016, n.
89 concernente “Conversione in legge,
con modificazioni, del decreto-legge 29
marzo 2016, n. 42, recante disposizioni
urgenti in materia di funzionalità del
sistema scolastico e della ricerca”.
L’art. 2-bis recante “Scuole di specializzazione non mediche” dispone
che “nelle more di una definizione
organica della materia, le scuole di
specializzazione di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 10 marzo
1982, n. 162, riservate alle categorie
dei veterinari, odontoiatri, farmacisti,
biologi, chimici, fisici e psicologi sono
attivate in deroga alle disposizioni di cui
al comma 1 dell’articolo 8 della legge
29 dicembre 2000, n. 401. Dall’attua-
40
zione del presente articolo non devono
derivare nuovi o maggiori oneri per la
finanza”.
L’art. 2-bis sopraccitato prevede pertanto l’attivazione delle scuole di specializzazione per veterinari, odontoia-
tri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e
psicologi in deroga alle disposizioni che
prevedono la rilevazione annuale del
fabbisogno, anche ai fini della ripartizione delle borse di studio (art. 81 co. 1, L.
401/2000).
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Si ritiene opportuno segnalare che
l’Agenzia delle Entrate ha emanato
la Circolare n. 20 del 18.5.16 recante
“Commento alle novità fiscali. Legge 28
dicembre 2015, n. 208 - Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale
e pluriennale dello Stato - (Legge di
stabilità 2016) - Primi chiarimenti”.
Come è noto il comma 125 della legge
n. 208/15 (legge di stabilità 2016)
prevede che “all’articolo 2 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446,
concernente il presupposto dell’imposta regionale sulle attività produttive,
dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: 1-bis. Non sussiste autonoma
organizzazione ai fini dell’imposta nel
caso di medici che abbiano sottoscritto specifiche convenzioni con le
strutture ospedaliere per lo svolgimento della professione all’interno
di tali strutture, laddove gli stessi
percepiscano per l’attività svolta
presso le medesime strutture più del
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
75 per cento del proprio reddito complessivo. Sono in ogni caso irrilevanti,
ai fini della sussistenza dell’autonoma
organizzazione, l’ammontare del reddito
realizzato e le spese direttamente
connesse all’attività svolta. L’esistenza dell’autonoma organizzazione è
comunque configurabile in presenza di
elementi che superano lo standard e
i parametri previsti dalla convenzione
con il Servizio sanitario nazionale”.
L’Agenzia delle Entrate nella suddetta Circolare chiarisce che “la norma
ha la finalità, in sostanza, di escludere dall’IRAP i redditi professionali
derivanti dall’attività medica svolta
avvalendosi di un’autonoma organizzazione, qualora gli stessi risultino
marginali rispetto a quelli conseguiti
per l’attività svolta all’interno di una
struttura ospedaliera, e quindi avvalendosi di un’organizzazione riferibile
ad altrui responsabilità ed interesse”.
L’Agenzia delle Entrate precisa inol-
tre che “tenuto conto della ratio della
disposizione, si ritiene che la dizione
reddito complessivo, contenuta nella
norma per indicare il termine al quale
rapportare la percentuale derivante
dalla attività svolta presso la struttura
ospedaliera, intenda riferirsi al solo
reddito di lavoro autonomo prodotto dal
medico, derivante sia dall’attività professionale esercitata presso la struttura
ospedaliera sia dall’attività esercitata al
di fuori di detta struttura. Ai fini in esame non risulterebbero, infatti, rilevanti
le altre categorie di reddito che, ai sensi
dell’art. 8 del TUIR, concorrono alla
determinazione del reddito complessivo
ma non rilevano ai fini IRAP (redditi di
lavoro dipendente, fondiari, diversi)”.
Per quanto concerne il medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale l’Agenzia delle Entrate chiarisce
che “l’esistenza dell’autonoma organizzazione è configurabile in presenza di
elementi che superano lo standard previsto dalla convenzione e che devono
essere pertanto valutati volta per volta”.
Infine l’Agenzia delle Entrate richiama
la Sentenza n. 7291/16 della Corte
di Cassazione a sezioni unite che ha
affermato che la medicina di gruppo
non è assimilabile all’associazione fra
professionisti, e che la spesa sostenuta
per la collaborazione di terzi, vale a dire
la quota per il servizio di segreteria telefonica e per prestazioni infermieristiche,
è di modesta e contenuta entità, non
idonea ad integrare il requisito dell’autonoma organizzazione postulata dalle
norme impositive.
41
FNOMCEO
CAO
COMUNICAZIONE DEL 26.05.2016
PROGETTO ODONTOIATRIA SOLIDALE:
LA CAO IN CAMPO PER CURE ACCESSIBILI A TUTTI
Garantire a tutti i cittadini che si trovano
in condizioni di vulnerabilità sanitaria e
sociale le cure odontoiatriche essenziali
e la prevenzione, anche supportando e
vicariando il Servizio Sanitario pubblico: è questo l’obiettivo del “Progetto
Odontoiatria Solidale” varato dalla
Cao Nazionale in occasione della Conferenza di Rimini, e che verrà presto
concre tizzato con l’istituzione di un
Tavolo tecnico permanente.
“La società civile sta attraversando un
momento di crisi, con un diffuso impoverimento di ampie fasce della popolazione - afferma il presidente della Cao,
Giuseppe Renzo -. Questo ci mette
di fronte a nuove problematiche che
non possono non toccare la coscienza
di ognuno di noi. Già molti medici ed
odontoiatri prestano la loro opera in vari
progetti di volontariato, ma riteniamo
che l’intera categoria medica, la cui
attività, più di ogni altra, si riconduce a
principi di eticità, solidarietà e benessere del cittadino e risponde anche ad
esigenze di giustizia sociale, possa e
debba ulteriormente contribuire con
testimonianze concrete”.
Ma non è solo la crisi a rendere poco
accessibili le cure odontoiatriche: pensiamo alle persone allettate, o a quelle
con scarsa mobilità, che non riescono
fisicamente a raggiungere gli studi e
le strutture. Cresce l’età media della
popolazione, aumentano le malattie
croniche, si moltiplicano le condizioni di comorbilità, che necessitano di
cure odontoiatriche personalizzate e in
ambiente protetto. Ma anche bambini e
adolescenti, che più di frequente avrebbero bisogno di controlli dal dentista,
rinunciano alle cure, perché troppo costose. E i Servizi Sanitari pubblici, pur
con punte di eccellenza assistenziale,
non riescono a rispondere alle esigenze
di tutti.
Risultato: cure erogate a macchia di
leopardo.
“Il nostro progetto nazionale, che nasce
dal collegamento dei diversi progetti
pilota già avviati a livello provinciale, è
quello di promuovere una rete di “dentisti sentinella” che garantiscano anche ai
cosiddetti “nuovi poveri” l’accesso alle
cure di base e la prevenzione di molte
patologie”.
E proprio “prevenzione” è la parola
d’ordine dell’iniziativa, intesa nelle sue
diverse declinazioni: la “prevenzione
secondaria”, con la diagnosi precoce
delle malattie del cavo orale (carie,
osteonecrosi da farmaci) ma anche
sistemiche (carcinoma); la prevenzione
primaria, con l’aderenza del paziente a
stili di vita, a regole di igiene, a controlli
sistematici e regolari.
assistenza pubblica sanitaria odontoiatrica diversa, definiscano livelli chiari e
omogenei di assistenza.
L’importanza della definizione dei
livelli di assistenza odontoiatrica deve
necessariamente prevedere il coinvolgimento di un tavolo tecnico con le
professionalità del SSR, le Università,
CAO FNOMCeO.
È evidente che la diversa rappresentazione delle professionalità del servizio
pubblico regionale in odontoiatria dà in
alcune realtà delle eccellenze assisten-
ziali, ma pur tutta via non sufficienti a
coprire i fabbisogni della popolazione
fragile, tipico di una copertura a macchie di leopardo.
Livelli di assistenza odontoiatrica non
possono che prevedere il ruolo centrale
della visita, diagnosi e piano di trattamento come competenza esclusiva del
medico odontoiatra.
La società civile sta attraversando un
momento di crisi e la realtà del diffuso
impoverimento di ampie fasce della
popolazione ci pone nuove problema
APPROPRIATEZZA E PREVENZIONE
La CAO FNOMCeO è garante dei valori
etici e deontologici della professione
odontoiatrica nei confronti dei cittadini.
Deve vigilare affinché gli assessorati alla Sanità delle singole Regioni
stabiliscano gli ambiti minimi assistenziali e definiscano i criteri di assistenza
odontoiatrica a livello di vulnerabilità
sanitaria e socio economica a partire
dall’analisi di quanto viene erogato
attualmente dai singoli sistemi regionali.
Si ritiene opportuno che le Regioni,
pur con diversità socio economiche e
42
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
tiche che non possono non toccare la
coscienza di ognuno di noi.
Già molti medici ed odontoiatri prestano la loro opera in vari progetti di
volontariato, ma riteniamo che l’intera
categoria medica, la cui attività, più
di ogni altra, si riconduce a principi di
eticità, solidarietà e benessere del cittadino (è questa la Missione del Medico
e dell’Odontoiatra) e risponde anche
ad esigenze di giustizia sociale, può
ulteriormente contribuire con ulteriori e
fattive testimonianze.
Segnala, inoltre, il rischio incombente
di un depotenziamento dell’offerta di
trattamenti odontoiatrici nel SSN con
una crescente difficoltà di accesso alle
cure per fasce sempre più ampie della
popolazione. Gli Odontoiatri auspicano,
invece, che il Ministero de lla Salute
incentivi tutte le iniziative rivolte alla
prevenzione e alla tutela delle fasce
deboli.
Dal dibattito sono emerse diverse aree
di intervento possibile, ma è sicuramente prioritaria una efficace risposta (che
non può prescindere dal rafforzamento
delle strutture pubbliche del SSN per
garantire i livelli minimi assistenziali) ai
bisogni dei cittadini che si trovano in
una situazione di vulnerabilità sanitaria e sociale. L’accesso alle cure deve
essere garantito a tutti i pazienti in
condizioni di fragilità, soprattutto se in
età evolutiva o con patologie croniche
che necessitano cure odontoiatriche
in ambiente protetto. Deve essere
garantita l’assistenza odontoiatrica a
tutti i cittadini affetti da patologie che
ne pregiudicano la mobilità e che hanno
difficoltà a raggiungere le strutture di
cura, come ad esempio gli allettati
domiciliari.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
Le Commissioni Odontoiatriche degli
OMCEO, rappresentanti istituzionali
di tutta l’odontoiatria, e le diverse isti
tuzioni che operano in ambito odontoiatrico, stanno elaborando un intervento
mirato all’odontoiatria che integri le
varie iniziative regionali già attivate e
coordini la rete di assistenza territoriale nelle sue diverse articolazioni, nel
rispetto di competenze e compiti, evitando inutili sovrapposizioni, sprechi di
risorse o pretese dirigistiche, puntando
principalmente su progetti di prevenzione primaria della salute orale .
Va sottolineato come i progetti di prevenzione primaria abbiano ricaduta immediata, a medio e a lungo termine, sia
sui costi biologici che socio economici
che la società e il cittadino dovrebbero
altrimenti sostenere.
La prevenzione non è una scommessa,
ma una certezza!
La prevenzione in odontoiatria è il più
efficace mezzo di contrasto alla diffus
ione delle malattie del cavo orale e non
solo...
La prevenzione odontoiatrica abbatte
i costi del sistema sanitario e l’impatto
sociale delle diverse patologie.
Pertanto la CAO continuerà a sostenere
i progetti degli odontoiatri sentinella
nella prevenzione del tumore del cavo
orale e nel controllo delle osteonecrosi
indotte da farmaci.
La malattia cariosa e quella parodonta
le sono direttamente correlate all’igiene orale e agli stili di vita. La CAO
Nazionale, in sinergia con le Società
Scientifiche, promuove programmi
di formazione rivolti all’educazione
alla salute orale. Per raggiungere una
effettiva compliance del paziente per
ridurre l’incidenza della patologia sarà
opportuno introdurre un meccanismo
premiante per coloro che aderiscono ad
un programma di visite periodiche e di
igiene orale domiciliare e professionale.
Questo sistema assicura una tutela e
un miglioramento della salute individuale e pubblica, un risparmio economico
sia della sanità pubblica che di tipo
privatistico e una migliore distribuzione
delle risorse per tutti.
Questa impostazione dovrebbe essere
estesa anche nell’ambito dell’appropriatezza prescrittiva.
Si auspica che la CAO nazionale approvi e promuova un progetto nazionale
(magari attraverso dei progetti pilota
provinciali che possano essere estesi
e migliorati in seguito) che coinvolga in
modo volontario gli iscritti per permettere anche alla classe dei cosiddetti
“nuovi poveri” di poter fare prevenzione, ridurre la necessità di cure e fornire
quelle di base.
43
FNOMCEO
CAO
NOTIZIE DALL’INPS
COMUNICAZIONE DEL 13.05.2016
CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLE FINANZE DEL 02/05/1995 N. 129 - TRATTAMENTO ODONTOTECNICI
Si trasmette la risposta del Ministero
dell’Economia e delle Finanze in merito
ad un nostro quesito concernente il
trattamento fiscale, ai fini IVA, delle
prestazion i rese dagli odontotecnici,
oggetto di una circolare del Ministero
stesso del 02/05/1995 n. 129. Questa
circolare, peraltro ormai datata, nell’ultimo periodo, più volte e in più realtà
e per specifiche tipologie (riparazioni
protesiche, duplicati di protesi mobili,
ecc.), è stata utilizzata per promuovere il messaggio che l’odontotecnico
possa autonomamente rapportarsi con
il paziente.
Al di là degli aspetti strettamente tec-
nico-fiscali sui quali non mi pronuncio,
quello che, invece, è importante rilevare
è che, ancora una volta, risulta contra
legem qualsiasi rapporto diretto tra
tecnici e pazienti, atteso che l’oggetto
delle prestazioni rese dagli odontotecnici è la fornitura di apparecchi di protesi
dentarie realizzate sulla base delle
indicazioni dell’odontoiatra.
Più chiaramente, nella comunicazione
del Ministero, si affenna che “sono
riconducibili nell’ambito applicativo
dell’esenzione anche prestazioni che
non necessitano di un diretto rapporto con la persona, come nel caso di
prestazioni resa da odontotecnici, in
quanto svolte nell’ esercizio delle arti
ausiliarie della professione sanitaria
soggette a vigilanza ai sensi dell’art. 99
del TU delle leggi sanitarie, approvato
con Regio Decreto 27 luglio 1934, n.
1265, e s. m., e sono necessariamente
propedeutiche alle prestazioni sanitarie
rese da medici dentisti alle quali restano, pertanto, strettamente e funzionalmente connesse (Risoluzione dell’Agenzia delle entrate del 12/07/2006 n. 87).”
Anche in questa situazione, risulta
pienamente confermata la posizione
responsabile, assunta dalla Cao Nazionale in questa materia.
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA
Il D.L. 185/2008, convertito nella Legge
Si invitano i Colleghi pertanto a voler
In caso di necessità è possibile con-
tutti i professionisti iscritti in Albi o
senso tramite il MODULO DI AUTO-
adopererà a dare supporto nelle proce-
n. 2 del 28 gennaio 2009, prevede che
elenchi debbano dotarsi di una casella
di Posta Elettronica Certificata e darne
relativa comunicazione agli Ordini.
44
provvedere con cortese urgenza in tal
RIZZAZIONE ALL’UTILIZZO DEGLI
INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E
tattare la Segreteria dell’Ordine che si
dure di attivazione della PEC.
DEI RECAPITI TELEFONICI.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
ESCLUSIONI DALL’OBBLIGO DI REPERIBILITÀ
PER I LAVORATORI DIPENDENTI DEL SETTORE PRIVATO
Con la circolare n. 95 del 7 giugno 2016 si forniscono indirizzi operativi in merito all’applicazione
della normativa relativa alle esenzioni dalla reperibilità per i lavoratori del settore privato
PREMESSA
Con l’articolo 25 del decreto
legislativo 14 settembre 2015, n.
151 (“Esenzioni dalla reperibilità”),
nell’ambito delle disposizioni in
materia di rapporto di lavoro e in
attuazione della legge 10 dicembre
2014, n. 183, il legislatore ha recentemente novellato l’articolo 5,
comma 13, del decreto-legge 12
settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge
11 novembre 1983 n. 638, inserendo la previsione di una specifica
disciplina finalizzata a stabilire le
esenzioni dalla reperibilità per i
lavoratori subordinati dipendenti
dai datori di lavoro privati.
Successivamente, con il decreto
del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, di concerto con il
Ministero della salute, 11 gennaio
2016 (“Integrazioni e modificazione al decreto 15 luglio 1986,
concernente l’espletamento delle
visite mediche di controllo dei
lavoratori da parte dell’Istituto
nazionale della previdenza sociale” - Gazzetta Ufficiale n. 16
del 21 gennaio 2016) sono state
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
individuate le circostanze causali
che danno diritto alle suddette
esenzioni.
Pertanto, ai sensi della normativa
citata, sono esclusi dall’obbligo
di rispettare le fasce di reperibilità
(previste per il settore privato dalle
ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle
ore 17.00 alle ore 19.00) i lavoratori subordinati la cui assenza sia
connessa con:
●patologie gravi che richiedono
terapie salvavita, comprovate da
idonea documentazione della
Struttura sanitaria;
●stati patologici sottesi o connessi a situazioni di invalidità
riconosciuta, in misura pari o
superiore al 67%.
Tuttavia, la norma fornisce solo
una previsione astratta delle situazioni di esonero senza dettagliare le concrete fattispecie che,
oggetto di valutazione da parte di
una consistente platea di medici
curanti estensori della certificazione, potrebbero essere suscettibili
di diversificata interpretazione.
Ai fini dell’attuazione della sopra
citata normativa, quindi, si rende
necessario definire il campo soggettivo e oggettivo di applicazione.
CAMPO DI APPLICAZIONE
Preliminarmente, appare opportuno evidenziare che i lavoratori
interessati, come da espresso
riferimento contenuto nel decreto, sono quelli con contratto di
lavoro subordinato appartenenti al
settore privato rimanendo esclusi,
pertanto, i lavoratori iscritti alla
gestione separata dell’Inps di cui
all’art.2, comma 26, della legge n.
335/95.
Con riferimento, invece, all’ambito
di applicazione della norma, al
fine di orientare correttamente e
univocamente i soggetti coinvolti,
l’Istituto, con l’approvazione del
Ministero della salute e del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali per gli aspetti di rispettiva
competenza, ha elaborato apposite linee guida contenenti indicazioni sulla casistica di interesse.
Le suddette linee guida sono
rivolte ai medici che redigono i
certificati di malattia e che, solo
45
NOTIZIE DALL’INPS
in presenza di una delle situazioni
patologiche in esse enumerate,
dovranno:
●apporre la valorizzazione dei
campi del certificato telematico riferiti a “terapie salvavita”/
“invalidità” (decreto ministeriale
18 aprile 2012);
●nel caso di certificati di malattia
redatti in via residuale in modalità cartacea, attestare esplicitamente l’eventuale sussistenza
delle fattispecie in argomento ai
fini della esclusione del lavoratore dall’obbligo della reperibilità.
Al riguardo, si ricorda che i medici
del Servizio Sanitario Nazionale
o con esso convenzionati che
redigono i certificati attestanti lo
stato morboso dei lavoratori in
malattia agiscono, secondo consolidata giurisprudenza, in qualità
di pubblici ufficiali e sono tenuti,
pertanto, ad attestare la veridicità
dei fatti da loro compiuti o avvenuti alla loro presenza nonché
delle dichiarazioni ricevute senza
ometterle né alterarle, pena le
conseguenti responsabilità amministrative e penali.
CONTROLLI MEDICO LEGALI
L’Istituto, come più volte precisato anche in sede giurisdizionale,
ha, nell’ambito delle prestazioni
di competenza, il potere-dovere
di accertare fatti e situazioni che
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AVVISI E NOTIZIE
comportano il verificarsi o meno
del rischio assicurativo, presupposto della prestazione. Pertanto,
pur venendo meno, nelle fattispecie oggetto della norma, l’onere
della reperibilità alla visita medica
di controllo, posto a carico del
lavoratore nell’ambito delle fasce
orarie stabilite dalla legge, rimane
confermata la possibilità per l’Inps
di effettuare comunque controlli,sulla correttezza formale e sostanziale della certificazione e sulla
congruità prognostica ivi espressa.
Tale principio risulta essere in
linea con il generale sistema dei
controlli da parte della pubblica
amministrazione al fine di garantire, pur nel pieno riconoscimento
dei diritti dei lavoratori, la corretta
gestione della spesa pubblica,
secondo i precetti di cui all’articolo
97 della Costituzionee le correlate
pronunce della giurisprudenza di
rango costituzionale.
Pertanto, le indicazioni contenute
nelle linee guida costituiscono
un punto di riferimento anche in
ottica di possibili verifiche da parte
dell’Inps e dei datori di lavoro in
merito all’attestazione di eventi
che danno diritto all’esonero dalla
reperibilità.
SERVIZI AI DATORI DI LAVORO
I datori di lavoro, nell’ambito dei
controlli medico legali richiesti
all’Istituto nei confronti dei lavora-
tori dipendenti assenti per malattia, sono tenuti ad escludere, ai
fini dell’attuazione della normativa
in argomento, gli attestati telematici che riportino valorizzati i citati
campi riferiti a “terapie salvavita” e
“invalidità”.
Pur ribadendo l’impossibilità per
i datori di lavoro di utilizzare nelle
ipotesi sopracitate il canale per
la richiesta di visite mediche di
controllo domiciliare, resta ferma la possibilità per gli stessi
di segnalare, mediante il canale
di posta PEC istituzionale, alla
Struttura Inps territorialmente
competente possibili eventi riferiti
a fattispecie per le quali i lavoratori
risultino esentati dalla reperibilità,
per i quali ravvisino la necessità di
effettuare una verifica. Sarà cura
della Struttura valutare, mediante
il proprio centro medico legale
l’opportunità o meno di esercitare
l’azione di controllo, dandone conseguente notizia al datore di lavoro
richiedente.
ISTRUZIONI OPERATIVE
L’Istituto ha già provveduto ad
effettuare le modifiche procedurali
finalizzate a recepire, nell’ambito
del flusso automatizzato per la
gestione dei certificati di malattia,
le informazioni che consentono di
selezionare i certificati relativi alle
patologie di cui alla normativa in
argomento.
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
DINO AZZALIN
“NEL SEGRETO DI LEI”
Nel Segreto di Lei (Storie d’amore e di
buio) è un “romanzo” formato da racconti scritti nell’arco di diversi anni sulle
“strade del Mondo”.
Il fil rouge delle storie è il legame uomo-donna nelle sue varie sfaccettature
e negli aspetti più reconditi e imperscrutabili dell’amore, fino a quello tra
divinità e vivente.
“L’amore che non si fa carne non è vero
amore” ed esplorando con la parola
le varie tematiche della vita in queste
storie di buio, si può vedere anche una
luce ancora più potente. Ne esce una
figura umana formata da una mappa
geografica che si articola fra latitudini del gioco e le longitudini dell’eros.
Ambientati nel luoghi del viaggio,
l’autore ha voluto sottolineare la fragilità
dei rapporti e la povertà spirituale che
nell’era della globalizzazione e della
crisi mondiale in atto, crea un’insolita
ed inquietante similitudine con la povertà vera. Le storie sanno ricostruire una
sorta di percorso, un segreto, un viag-
gio attraverso i contesti dell’amore nelle
varie fasi della vita. Un puzzle dove la
carne riordina l’anima fino all’ascesi
spirituale dove viaggiare è una forma
di fuga dalle proprie ossessioni, e dove
l’esperienza appassionata sperimenta
la luce della preghiera.
Anche la scrittura al femminile ne è
una testimonianza, insieme a quella
della poesia e della narrativa sembra
completare la versione più profonda e
misteriosa dei sentimenti visti anche
dalla parte della cortigiana, della falena,
della casalinga... Il libro è una esperienza forte, cruda, dove i veli di una ben
celata “ipocrisia” cadono innanzi alle
strade che conducono agli abissi umani
e al mistero dell’Universo. Ogni tappa
di questo “itinerario” é un tipo d’amore,
un riscatto o un gioco, una trasgressione, una caratteristica di queste umanità
“fragili”, mai giudicanti, mai giudicate,
perché il senso della “viandanza” sia
infine vedere e mai guardare, scorgere
e mai scrutare, capire e mai spiegare,
che, come il Mondo, si compone d’infinite varietà di specie, di corpi, amori,
paure, bagliori, bugie e luoghi.
Andrea Giacometti
SI COMUNICA CHE L’UFFICIO RESTERÀ CHIUSO LA SETTIMANA
DAL 15 AL 21 AGOSTO
SI RICORDA CHE LA SEGRETERIA È APERTA
DA LUNEDÌ A VENERDÌ DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 15.00
Bollettino 2 l 2016
OMCeO Varese
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CORSI E CONVEGNI
SABATO 24 SETTEMBRE 2016
SIMPOSIO “ACCESSO ALLE CURE
TRA MEDICINA, ETICA E RESPONSABILITÀ”
SHG VILLA PORRO PIRELLI – INDUNO OLONA
Segreteria organizzativa:SEGRETERIA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI
E ODONTOIATRI DI VARESE
viale Milano, 27 - 21100 VARESE
Tel. 0332 232401 - 232402 - Fax 0332 235659
e-mail: [email protected]
VENERDÌ 30 SETTEMBRE E SABATO 1 OTTOBRE 2016
CONVEGNO “GIORNATE DIABETOLOGICHE
LUINESI. VI EDIZIONE 2016.
LE PERSONE CON DIABETE:
SINERGIA TRA OSPEDALE E TERRITORIO”
CENTRO CONGRESSI VILLE PONTI DI VARESE
Segreteria organizzativa:ASST DEI SETTE LAGHI VARESE
SS FORMAZIONE DEL PERSONALE
Sig.ra Laura Zamberletti Tel. 0332 278980 278980
e-mail: [email protected]
VENERDÌ 14 E SABATO 15 OTTOBRE 2016
CONVEGNO NAZIONALE “A FIOR DI PELLE.
DALLA MEDICINA RIGENERATIVA
ALLE NUOVE METODOLOGIE DI CURA”
UNIVERSITÀ LIUC CARLO CATTANEO DI CASTELLANZA
Segreteria organizzativa:ROTA & PARTNERS AREA EVENTI
CONSULENTI PER L’AZIENDA SRL
Sig. Gianni Banato Tel. 02 98119194
Fax 02 98044355 e-mail: gianni.bonato@rotaeven ti. com
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OMCeO Varese
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