LA VITA DI SAN BENEDETTO tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di

ORA ET LABORA
UN MODELLO PER IL
FUTURO
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LA VITA DI SAN BENEDETTO
tratto
dal Libro II°
dei
"Dialoghi“
di
San Gregorio
Magno
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“… Era nato da nobile famiglia nella regione di Norcia.
Pensarono di farlo studiare e lo mandarono a Roma. Lo attendeva
però una grande delusione: non vi trovò altro, purtroppo, che
giovani sbandati, rovinati per le strade del vizio. Abbandonò
quindi gli studi, abbandonò la casa e i beni paterni e partì, alla
ricerca di un abito che lo designasse consacrato al Signore …”
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“… In quel luogo di solitudine, l'uomo di Dio si
nascose in una stretta e scabrosa spelonca.
Rimase nascosto lì dentro tre anni …”
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“Passati i tre anni decide di fondare i primi monasteri
nei pressi di Subiaco. Fondò così 12 piccoli monasteri,
con dodici monaci ciascuno. Verso il 529 si stabilì a
Montecassino, dove fondò il grandioso monastero.”
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“… C'è una cosa però interessante, che
non devi ignorare … oltre ai tanti
miracoli che lo resero così conosciuto nel
mondo, rifulse anche per una eccezionale
esposizione di dottrina. Scrisse infatti
anche una regola per i monaci, regola
caratterizzata da una singolare
discrezione ed esposta in chiarissima
forma. Veramente se qualcuno vuol
conoscere a fondo i costumi e la vita del
santo, può scoprire nell'insegnamento
della regola tutti i documenti del suo
magistero, perché quest'uomo di Dio
certamente non diede nessun
insegnamento, senza averlo prima
realizzato lui stesso nella sua vita…”
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LA REGOLA: Struttura
 Consiste in un prologo e settantatre
capitoli
 Il prologo e i primi sette capitoli fissano
i principi etici e costituzionali per la
comunità monastica
 Tredici capitoli sono istruzioni per la
preghiera
 Ventinove sono relativi alla disciplina
 Dieci regolano l'amministrazione del
monastero
 Dodici riguardano provvedimenti diversi
La Regola fissa un piano coerente e dettagliato
per fondare una comunità monastica ed una
guida pratica per la vita spirituale del monaco
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LA REGOLA: Struttura
Percorso spirituale:
Ascolto
Silenzio
Umiltà
Carità
Illuminazione
Pace
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LA REGOLA: Modello
“Ora et labora” è una sintesi efficace della
Regola, ma non abbraccia tutto il suo contenuto
Vi è un terzo aspetto la “Lectio divina”
Sono tre i cardini della vita monastica necessari
per edificare la “Città di Dio”
Ora
Lectio
Divina
Labora
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LA REGOLA: Modello
Benedetto vuole dare con la
Regola un equilibrio ed un
ritmo alla vita monacale
attraverso un’armonica
combinazione tra Ora,
Lectio Divina e Labora
(preghiera, studio e lavoro)
L’organizzazione della giornata equilibrata e
sensibile ai bisogni umani dà pace alla persona
e fornisce un modello per cercare e trovare Dio
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Giornata tipo del monaco
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LA REGOLA: Prologo
“Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri
docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli
ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con
impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la
solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei
allontanato … finche c'è tempo e siamo in questo corpo
… dobbiamo correre e operare adesso quanto ci sarà utile
per l'eternità. Bisogna dunque istituire una scuola del
servizio del Signore nella quale ci auguriamo di non
prescrivere nulla di duro o di gravoso; ma se … dovrà
introdursi una certa austerità … non ti far prendere
dallo scoraggiamento al punto di abbandonare la via
della salvezza, che in principio è necessariamente stretta
e ripida. Mentre invece, man mano che si avanza … si
corre per la via dei precetti divini col cuore dilatato
dall'indicibile sovranità dell'amore.”
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LA REGOLA: Ora
“Sette volte al giorno io Ti lodo”
La preghiera a ore
determinate è un
modo per
rispondere all’invito
di Cristo: “Pregate
incessantemente”
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LA REGOLA: Ora
 La preghiera è composto di
salmi e di orazioni
 Il salmo è una preparazione
all’orazione, un invito alla
preghiera. Prima di rivolgere
a Dio la parola della
preghiera si ascolta la parola
che Dio dice all’uomo
L’orazione è un tempo di silenzio che produce
un maximum di carica spirituale e costituisce il
coronamento del salmo, o meglio l’essenza
stessa, il cuore della preghiera
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LA REGOLA: Ora
“… salmeggiare è
come seminare in
un campo, orare è
come sotterrare e
coprire la semente
arando una
seconda volta …”
L’orazione è paragonabile a un’aratura:
coltivando il proprio cuore, l’uomo vi
inserisce l’insegnamento che ha ascoltato
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LA REGOLA: Ora
DUE TEMPI
DISCESA E ASCESA
ASCOLTO DELLA
PAROLA DIVINA E
RISPOSTA
DELL’UOMO
Il secondo è oggi scomparso, mentre fino al
VI secolo il binomio elementare: salmo e
orazione, costituiva il ritmo respiratorio della
preghiera del monaco
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LA REGOLA: Lectio divina
Benedetto assegna una parte importante della
giornata alla lectio divina (lettura dei testi sacri)
 Lo scopo è il nutrimento
dell’anima attraverso la
conoscenza dei testi sacri
che, rivelando il Cristo, svela
a ognuno se stesso
 Alla frequenza della
preghiera corrisponde la
buona volontà e il piacere
dello studio
 La lettura prepara alla
preghiera
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LA REGOLA: Labora
Capitolo XLVIII
Il lavoro quotidiano
“Se poi le condizioni del luogo o la
povertà richiedessero che gli stessi
monaci si occupino nel raccogliere le
messi, non ne siano malcontenti, perchè
allora sono veri monaci quando vivono
del lavoro delle loro mani, come i nostri
Padri e gli Apostoli"
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LA REGOLA: Labora
Nel mondo
greco-romano
l’uomo libero
non lavorava,
Nella Regola
“lavorare” ha la
stessa dignità
di “pregare e
“studiare”
È una nuova etica: il lavoro acquista
valenza positiva, un mezzo di crescita
ed espressione di sè
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LA REGOLA: Labora
Benedetto introduce un
principio fondamentale della
vita (monastica): vivere del
proprio lavoro, perché “solo
allora si è veri monaci”
La necessità del lavoro inserita prima
come una massima negativa, si basa ora
su un principio positivo: attendere alla
propria sussistenza, conforme
all'esempio degli Apostoli
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LA REGOLA: Labora
Il lavoro acquista il
carattere di azione sacra, in
rapporto con le altre
attività, è uno strumento di
perfezione e un atto di
obbedienza e umiltà
Il monaco lavora con impegno, ma nella pace,
nella libertà di spirito, facendo del lavoro non
uno strumento di dominio, ma di servizio
Il monaco è distaccato dall'opera e dal suo
risultato, ciò che è determinante è il ritmo della
vita con l'alternarsi di lavoro spirituale,
manuale e studio
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LA REGOLA: Labora
La centralità dell’individuo
Benedetto vede gli
uomini così come sono,
lucidamente, senza
alcuna illusione, negli
aspetti di luce e ombra
Questa visione
realistica non suscita
tuttavia in lui né
rigido disprezzo, né
impietosa durezza
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LA REGOLA: Labora
La centralità dell’individuo
Benedetto accetta e ama gli uomini nella loro
infinita diversità e unicità.
Crede fortemente nelle qualità e nei talenti che
si nascondono in ciascuno, e che devono potersi
esprimere nel quotidiano (crescita personale e
spirituale)
La persona è sempre intesa come totalità di
cuore, mente e corpo
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LA REGOLA: Labora
Gestire e guidare gli altri
Per Benedetto, chi guida deve essere:
un “tenero padre” che “sempre preferisce la
misericordia alla giustizia” (Cap. 64, 26),
un medico delle anime (cap. 28,8),
un pastore attento a tutti coloro che egli ha il
dovere di governare (Cap. 4),
un uomo che “odia i vizi ma ama gli uomini”
(Cap. 64 ,28 ) e che …
“desidera farsi amare piuttosto che temere”
(Cap. 64, 36)
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LA REGOLA: Labora
Il modello di guida
Guidare gli altri implica la necessità di
lavorare innanzitutto su se stessi, in un’ottica
di continuo e incessante miglioramento del
nostro modo di essere e di fare
Soltanto con questo atteggiamento interiore è
possibile gestire con efficacia le persone che ci
sono affidate
Chi vuol parlare alla mente e al cuore degli
altri, deve prima aver ascoltato e parlato con i
propri
LA REGOLA: Labora
Abilità di chi guida
Benedetto parte dalle qualità della persona per
parlare del ruolo che si dovrà ricoprire
Non fornisce indicazioni precise e dettagliate
su cosa fare, non si sofferma sull’attività vera
e propria. Invece si dilunga sullo stile, sulle
qualità che devono supportare le azioni
quotidiane di ogni monaco
Ad ogni responsabile spetta definire i tempi e
gli strumenti da usare, ottimizzare il lavoro
dei collaboratori, lavorare con pazienza e
sagacia verso gli scopi prefissi
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LA REGOLA: Organigramma
Abate
Priore
Decano
Decano
Cellelario
Decano
Portinaio
Monaci
Una comunità organizzata
“ … Se è possibile il monastero si organizzi in modo
che tutto il necessario sia all’interno del monastero;
come l’acqua, il forno e le officine dei vari mestieri,
perché i monaci non siano costretti a vagare fuori: ciò
che assolutamente non giova alle anime loro” (cap. 66)
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LA REGOLA: Capitolo LXXIII
“La modesta portata di questa regola”
“Abbiamo abbozzato questa Regola con
l'intenzione che, mediante la sua osservanza nei
nostri monasteri, riusciamo almeno a dar prova di
possedere una certa rettitudine di costumi e di
essere ai primordi della vita monastica.
… Chiunque tu sia, dunque, che con sollecitudine
e ardore ti dirigi verso la patria celeste, metti in
pratica con l'aiuto di Cristo questa modestissima
Regola … e con la grazia di Dio giungerai
finalmente a quelle più alte cime di scienza e di
virtù, di cui abbiamo parlato sopra.
Amen.”
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“Videro una via, tappezzata di arazzi e risplendente di
innumerevoli lampade, che dalla sua stanza volgendosi verso
oriente si innalzava diritta verso il cielo. In cima si trovava un
personaggio di aspetto venerando e raggiante di luce ."Questa - disse
egli - è la via per la quale Benedetto è salito al cielo …"
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